Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE
Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE
Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
mito di Romolo e Remo, fatto che non era assolutamente estraneo alla consapevolezza del<br />
popolo romano, in quanto Augusto aveva fatto in modo che anche nella vita materiale sua e<br />
di Agrippa si verificassero delle coincidenze che assommassero in loro due quell’antica<br />
gemellarità. <strong>Il</strong> tutto era stato perfezionato con la ricostruzione del tempio di Quirino e con le<br />
esplicite immagini che lo guarnivano. <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> mise <strong>il</strong> suggello con la sua grande opera<br />
propagandistica, con la profezia fatta da Giove a Venere e con <strong>il</strong> verso che qui noi abbiamo<br />
evidenziato 116 . Ovidio, all’opposto, non sappiamo quanto involontariamente, distrusse questo<br />
progetto rivelando a tutti nella sua opera sul calendario sacro di Roma la vera leggenda,<br />
quella che parlava del fratricidio. E’ fac<strong>il</strong>e immaginare quali ombre di dubbio tutto ciò poteva<br />
gettare sulla pubblica opinione la figura di Romolo-Augusto-assassino! <strong>Il</strong> disegno augusteo si<br />
era già dissolto per le disgrazie fam<strong>il</strong>iari ma ora Ovidio ne faceva crollare anche la<br />
sovrastruttura ideale.║Mercurio, figlio, Maia genitum parto di Maia. <strong>Il</strong> Dio condiziona la<br />
mente e l’animo della regina Didone e dei Cartaginesi. Diversamente, quest’ultimi non<br />
avrebbero accolto pacificamente dei visitatori inattesi e potenzialmente pericolosi.║<br />
L’esistenza di una Dido Didone storica non era in discussione nell’epoca antica, poiché <strong>il</strong><br />
greco Timeo di Taormina aveva razionalizzato <strong>il</strong> mito divino di Elishat - ripreso in seguito<br />
anche da Nevio, Varrone e Pompeo Trogo - ma certamente non con i caratteri conferitigli da<br />
<strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>. Di ciò ne era consapevole Macrobio (V, 17,5-6): “…la favola della lasciva Didone<br />
che, come tutti sanno, è falsa”. Da notare che Macrobio attribuisce a <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> <strong>il</strong><br />
comportamento lascivo della regina, poiché scrive che “tutti, pur essendo consapevoli della<br />
castità della regina fenicia e non ignorando che essa si uccise per evitare oltraggio al suo<br />
pudore, chiudono un occhio accettando la favola e, soffocando nella loro coscienza la<br />
credenza veritiera, preferiscono che si diffonda come vera la versione che la piacevole<br />
fantasia del poeta fece penetrare nel cuore degli uomini”. Più che di fantasia si dovrebbe<br />
parlare di necessità politica e di volontà augustea nello stab<strong>il</strong>ire un antecedente mitico al<br />
conflitto con Cleopatra. Non dimentichiamo infatti che l’Eneide venne “propositam”<br />
(commissionata) da Augusto a <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>. Nella realtà, <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> apprese della leggenda di<br />
Didone – ammesso che non lo avesse fatto dal poema di Nevio sulla Guerra Punica - dalle<br />
Storie F<strong>il</strong>ippiche del contemporaneo Pompeo Trogo, <strong>il</strong> quale attingeva soprattutto da<br />
materiale greco. In base a questa grecizzazione, la figura di Didone sarebbe stata la<br />
seguente 117 : figlia di un re di Tiro, alla morte del padre assunse la reggenza in nome del<br />
fratello minorenne Pigmalione. Quest’ultimo o <strong>il</strong> suo entourage le assassinarono però <strong>il</strong><br />
marito Sicheo, sacerdote di Ercole e seconda carica dello stato dopo <strong>il</strong> Re. Didone - <strong>il</strong> cui<br />
vero nome era Elishat (grecizzato in Elissa) -, riuscì a fuggire con una flotta portandosi<br />
appresso le ingenti ricchezze del marito e un nutrito stuolo di seguaci. Fece scalo a Cipro 118<br />
dove avrebbero imbarcato 80 prostitute sacre e <strong>il</strong> locale sacerdote di Zeus. Infine si<br />
stab<strong>il</strong>irono nella futura Cartagine, invisi alle popolazioni locali (si veda la famosa leggenda<br />
della pelle di toro ritagliata) 119 . Didone si sarebbe poi uccisa per non contrarre matrimonio<br />
con <strong>il</strong> potente re del locale popolo dei Getuli. Gli archeologi hanno rinvenuto traccia lungo la<br />
costa di Cartagine di un tempio dedicato a Didone║(*) E’ interessante notare come <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong><br />
116<br />
Salvo poi dimenticarsi di Remo nel Libro VI allorchè Anchise mostra ad Enea nell’Ade le grandi figure di<br />
Roma…<br />
117<br />
“Didone” potrebbe essere un lemma punico col significato di “errante, colei che vaga”, a meno di non volervi<br />
leggere una parola greca analoga a Dione e Dodona. <strong>Il</strong> testo di Pompeo Trogo è andato perduto ma Marco<br />
Giuniano Giustino circa 200 anni dopo ne fece un riassunto; noi abbiamo riportato in Appendici <strong>il</strong> testo integrale<br />
riguardante la leggenda di Elissa.<br />
118<br />
I Fenici viaggiavano verso Occidente seguendo la rotta Cipro-Rodi-Creta-Sic<strong>il</strong>ia. Nel viaggio di ritorno<br />
percorrevano invece le coste dell’Africa settentrionale; si tenevano quindi più a Sud.<br />
119<br />
Questa della pelle di toro è sicuramente una leggenda inventata dai Greci per significare l’ab<strong>il</strong>ità fenicia di<br />
insediarsi in un territorio ost<strong>il</strong>e. Concedere ai fenici lo spazio di una pelle di toro avrebbe significato<br />
semplicemente respingerli!<br />
50