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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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Roma contro gli Etruschi e Cartagine e poi trionfante con <strong>il</strong> Cristianesimo, e la sensuale<br />

materia, quindi tra Occidente e Oriente” 6 .<br />

Un esempio davvero lampante della sragionevolezza dei già citati zelatori lo possiamo<br />

riscontrare, dopo le furiose fantasticherie di Domenico Bocchini, in quelle di Cam<strong>il</strong>lo Ravioli<br />

(L’Italia e i suoi primi abitatori, Roma 1865), <strong>il</strong> quale pretendeva – sulla scia delle<br />

elucubrazioni del quasi contemporaneo Angelo Mazzoldi – che l’Atlantide si trovasse in<br />

Italia, un’Italia che nel 2.200 a.C. era unita alla Sardegna essendo tutto <strong>il</strong> Mar Tirreno privo<br />

di acqua; Malta unita alla Sic<strong>il</strong>ia; sul Campidoglio la famosa capitale atlantidea…<br />

appoggiandosi ad un passo di Plinio in base al quale l’Italia aveva la forma di una foglia di<br />

quercia. Peccato per Ravioli che Plinio parlasse al tempo presente e non a m<strong>il</strong>le anni prima;<br />

ma <strong>il</strong> bello è che Ravioli per asseverare la sua fantasticheria trasformò fraudolentemente la<br />

forma della foglia pliniana nella forma di una foglia di platano! 7 <strong>Il</strong> colmo di questa<br />

iconologia fasulla venne però raggiunto da Guido di Nardo, che in una pubblicazione del<br />

1942 st<strong>il</strong>izzò la cartina dei Colli Albani nel volto di un “drago muggente”, chiamato<br />

Demogorgon, grazie al quale sv<strong>il</strong>uppò una serie di presunti significati i quali si ricollegavano<br />

a tutto <strong>il</strong> coacervo di esaltazioni retoriche e speculazioni esoteriche attorno alla “missione<br />

fatale di Roma” in voga durante <strong>il</strong> Fascismo, che già erano riaffiorate nei secoli precedenti e<br />

proseguite oltre con gli ultimi epigoni di questi anni, la cui insipienza li obbliga a rimasticare<br />

senza costrutto le strampalate teorie dei loro scolarchi 8 . Si potrebbero citare, da ultimo,<br />

coloro che da un punto di vista cristiano, appoggiandosi ai dati contenuti nei lavori<br />

tendenziosi del frate domenicano Annio da Viterbo (1432-1502), pretendono ora di ficcare <strong>il</strong><br />

naso nelle antiche leggende e mitologie mediterranee, attribuendo origini veterotestamentarie<br />

agli impulsi che dettero nascita alle civ<strong>il</strong>tà politeiste, e diffondendo in sovraprezzo una grossa<br />

sequela di veri e propri errori di documentazione 9 .<br />

L’Eneide prima di essere un monumento letterario è un monumento politico. Di quest’ultimo<br />

aspetto si è persa da secoli ogni attualità, al punto che a stento qualche autore più avveduto vi<br />

si è soffermato. Riproporne ora la natura politica è dunque operazione di limitata importanza<br />

ma che abbiamo intrapreso sia per una personale curiosità intellettuale che per soddisfare <strong>il</strong><br />

bisogno storico di definire questo documento in tutti i suoi aspetti; cosa che non è mai stata<br />

fatta. Marginalmente ciò servirà anche da stimolo per un nuovo revisionismo, nei confronti di<br />

coloro che con scritti sparsi si ancorano tuttoggi tenacemente al mito di Roma, senza volerlo<br />

sfrondare degli aspetti irrazionali e più volgarmente emotivi.<br />

6<br />

U. Colla, Introd. a J.J. Bachofen: LA DOTTRINA DELL’IMMORTALITA’ DELLA TEOLOGIA ORFICA.<br />

Rizzoli, M<strong>il</strong>ano 2003.<br />

7<br />

<strong>Il</strong> passo di Plinio è in III, 43 dell’edizione Einaudi della sua STORIA NATURALE. <strong>Il</strong> Ravioli pubblicò infatti<br />

la cartina della sua “platanica” foglia di quercia (Polibio invece assegnava all’Italia la forma di un triangolo<br />

rovesciato: STORIE, II, 14-4). Angelo Mazzoldi invece, aveva scritto “DELLE ORIGINI ITALICHE e della<br />

diffusione dell’inciv<strong>il</strong>imento italiano all’Egitto, alla Fenicia, alla Grecia e a tutte le nazioni asiatiche poste sul<br />

Mediterraneo”, M<strong>il</strong>ano 1840. Su tutta questa ingenua e febbricitante visione si veda lo studio critico di P.<br />

Casini: “L’<strong>ANTICA</strong> SAPIENZA ITALICA, cronistoria di un mito”, p.269-72. <strong>Il</strong> Mulino, Bologna 1998.<br />

8<br />

Cfr. Aa.Vv.: ESOTERISMO E FASCISMO. Mediterranee, Roma 2006. Da un punto di vista scientifico cfr.<br />

invece: G. Lo Monaco: IL FASCIO E LA CROCE - la controversa natura esoterica del Fascismo. Sta in Atrium,<br />

nn.1-2 (Anno VI). Trento 2004.<br />

9<br />

Annio da Viterbo “concepì un grandioso progetto, collegando le memorie etrusche con la storia biblica.<br />

Appoggiandosi su testi spesso apocrifi e su documenti epigrafici e archeologici, fra i quali alcuni fantasiosi falsi<br />

di cui veniva organizzata la “scoperta”, egli sostenne la remotissima antichità della civ<strong>il</strong>tà etrusca, che si<br />

collegava alle Scritture attraverso l’identificazione fra Giano e Noè” (F. Colivicchi: L’antiquaria etrusca. Sta in<br />

GLI ETRUSCHI, a cura di M. Torelli, p.507, Bompiani, M<strong>il</strong>ano 2000). Nella sala regia del Palazzo Comunale<br />

di Viterbo vi è tuttora un grande affresco dell’epoca in cui Noè mostra ai figli una carta geografica dell’Etruria!<br />

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