14.06.2013 Views

Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

degli Eneadi. Lavinio fu solo un importante centro religioso.║gente hectorea La gente<br />

ettorea sono sempre gli Eneadi ma <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>, ancora una volta, omologandoli alla stirpe di<br />

Ettore figlio di Priamo, li fa Troiani per eccellenza║regina sacerdos <strong>Il</strong>ia <strong>Il</strong>ia, alta<br />

sacerdotessa di Albalonga (anche Nevio la chiama <strong>Il</strong>ia anziché Rhea S<strong>il</strong>via come fa Tito<br />

Livio) rimasta incinta di Marte, dà alla luce i Gemelli Romolo e Remo. Nella zona di Lavinio<br />

era fiorente in epoca storica un santuario di Athena <strong>Il</strong>ia (cioè Troiana).║mavortia Mavorte.<br />

Si tratta di un arcaismo per dire Marte. Prima della grecizzazione di Marte con Ares, gli<br />

italici lo veneravano come Mamers, Mavers o Mavors.║imperium sine fine L’imperio senza<br />

fine che Giove conferisce ai Romani è indubitab<strong>il</strong>e purchè lo si identifichi in quel f<strong>il</strong>um<br />

conduttore che è passato di mano dal crepuscolarismo etrusco all’attuale apocalittismo<br />

cristiano.║Giunone fovebit Romanos rerum dominos gentemque togatam favorirà i Romani,<br />

padroni del mondo e stirpe togata, farà la pace con loro…ma soltanto alla fine dell’ultimo<br />

libro (si ricordi <strong>il</strong> ruolo del parente di Mecenate), come dire: sarà sempre nemica di Roma e<br />

degli Eneadi! Svetonio (40, 8) riferisce proprio come parole testuali di Augusto “Romanos,<br />

rerum dominos, gentemque togatam” pronunciate a mò di rimprovero allorchè nel Foro vide i<br />

Romani vestiti con dei “cappotti” neri che ricoprivano le toghe bianche. Dette quindi ordine<br />

che si tornasse alla prisca abitudine di sostare nel foro con la sola toga. Questa è una ulteriore<br />

ed anche sfacciata prova di quanto <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> dovesse essere ligio alle linee-guida della politica<br />

augustea. Non è fac<strong>il</strong>e per i lettori moderni capire quanto i testi letterari dell’antichità siano<br />

stati anche degli strumenti politici. In ogni caso la toga per i Romani antichi aveva un vero e<br />

proprio valore sacrale, tant’è vero che a seconda di come la si indossava (si veda <strong>il</strong> cinctus<br />

gabinus di cui parla Varrone) si potevano assumere varie funzioni 115 .║domus Assaraci La<br />

casa di Assaraco è la discendenza di Dardano da cui venne Enea. L’altra, quella di Ettore,<br />

discendeva da Dardano attraverso <strong>Il</strong>o, fratello di Assaraco (vedi Appendici)║Giulio Cesare<br />

spoliis Orientem onustum carico delle spoglie dell’Oriente. In realtà <strong>il</strong> vero conquistatore<br />

dell’Oriente fu Pompeo, che nel 64 a.C. aveva sconfitto i Seleucidi, occupato Gerusalemme e<br />

imposto la sua protezione all’Egitto.║(*) Giove profetizza che dopo tanto sangue Remo cum<br />

fratre Quirinus iura dabunt legifereranno assieme Remo e suo fratello Quirino (Romolo)”.<br />

Quest’ultimo è uno dei versi-cardine per dimostrare che l’Eneide è stata congeniata a tavolino<br />

per fungere da strumento propagandistico al nuovo corso augusteo. Ciò per noi è evidente in<br />

quanto sappiamo che Romolo uccise Remo e quindi l’assurdità di questa “riconc<strong>il</strong>iazione<br />

postuma” salta agli occhi, ma non era altrettanto evidente per i contemporanei di <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>. Al<br />

suo tempo era praticamente perso <strong>il</strong> ricordo della tragica rivalità fra i due fratelli e una<br />

sapiente operazione di restauro politico aveva imposto la credenza che Roma venisse fondata<br />

da entrambi. Quando Ovidio alcuni anni dopo <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> si accinse a scrivere – sempre con <strong>il</strong><br />

“dovere” di assecondare la politica augustea – I Fasti, commise l’errore di ricordare ai<br />

Romani la verità, e venne es<strong>il</strong>iato. La gravità – non immediatamente palese – la si capisce<br />

grazie alla ricostruzione del retroscena del nuovo mito gemellare. Spieghiamo <strong>il</strong> problema,<br />

avvalendoci di una scarna notizia di Servio (“vera tamen hoc habet ratio, Quirinum<br />

Augustum esse, Remum vero pro Agrippa positum”. I, 292) e di una più ampia analisi di T.P.<br />

Wiseman (Remus, un mito di Roma). Romolo e Remo in questo verso di <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> non<br />

sarebbero altri che Augusto e suo genero Agrippa. Pare che fosse nelle intenzioni di Augusto<br />

quella di proseguire in forma dinastica e a vita la formula binaria della magistratura<br />

consolare. I figli di Augusto, Tiberio e Druso, sarebbero stati i successori. Tragiche vicende<br />

fam<strong>il</strong>iari (con la morte di Druso e dei figli di Agrippa: Gaio e Lucio) sconvolgeranno poi<br />

tutto questo disegno, ma fino a quel momento tutto era stato orchestrato per fondare un nuovo<br />

115 In un es<strong>il</strong>arante libello garbatamente antiromano, Thomas de Quincey (L’abbigliamento della dama ebrea.<br />

Ibis, Como 1999) scrisse: “Prova a immaginare, lettore, un duro lavoratore con le mani callose come i nostri<br />

giardinieri, gli scavatori, i facchini ecc. che si mette a lavorare sulla via maestra con quell’ampia toga<br />

svolazzante, che un vento forte gonfia come la vela maestra di una fregata…”.<br />

49

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!