14.06.2013 Views

Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Igino si occuparono dell’origine di questi Dei, dimostrando con ciò <strong>il</strong> grande interesse dei<br />

Romani per un mito “esotico” di cui non si sapeva praticamente nulla. 107 Lo stesso Dionisio<br />

di Alicarnasso conferma l’ignoranza di tutti sull’argomento scrivendo che non è giusto<br />

indagare troppo su tale questione, a causa di una tabù religioso. Egli anzi propizia la<br />

confusione parlando di due palladii masch<strong>il</strong>i, forse attingendo a un passo di Ferecide. Invece<br />

<strong>il</strong> Palladio vero e proprio, stando ad una seria ed importante testimonianza di Erodiano<br />

(Storia dell’Impero dopo Marco Aurelio V,6) era semplicemente la statua di Pallade: “…la<br />

statua di Pallade, che i Romani venerano tenendola in un luogo nascosto e lontano da ogni<br />

occhio umano. La statua non era mai stata mossa dai tempi nei quali era stata portata da<br />

Troia, se non quando <strong>il</strong> tempio fu minacciato da un incendio (…) portava le armi e di indole<br />

guerriera”. Ciò è confermato da quanto scrisse Apollodoro (III,12,3) “Era grande tre cubiti,<br />

aveva i piedi tra loro accostati e teneva nella mano destra una lancia brandita, mentre<br />

nell’altra aveva una conocchia e un fuso”. Ma, insomma, chi era Pallade? Analizzando <strong>il</strong><br />

mito riportato nel passo di Apollodoro 108 si vede bene che era la divinità pre-indoeuropea, a<br />

carattere amazzonico, venerata con quel nome prima della sua trasformazione in Atena.║bis<br />

septem due volte sette, cioè quattordici, è <strong>il</strong> numero di una mezza lunazione (i 14 giorni di<br />

maggiore <strong>il</strong>lunazione) che identifica Giunone come Dea della luna piena. ║nimphae Ninfe,<br />

energie sott<strong>il</strong>i della natura polarizzate in senso femmin<strong>il</strong>e e divinizzate antropomorficamente<br />

come seducenti fanciulle, corrispettive dei masch<strong>il</strong>i Satiri. I latini le chiamavano anche<br />

lymphae (da “linfa”), con <strong>il</strong> che si evidenzia meglio <strong>il</strong> loro carattere di energie occulte e<br />

latenti, celate dietro l’aspetto manifestato della natura. Essendo delle energie di polarità<br />

negativa la mitologia le ha sempre raffigurate perenni vittime degli assalti erotici dei loro<br />

corrispettivi poli positivi; quasi tutte le divinità masch<strong>il</strong>i hanno avuto, chi più chi meno, a che<br />

fare con queste creature equoree e diafane. Da succube delle divinità masch<strong>il</strong>i esse però<br />

diventavano incube di quegli uomini che si lasciavano sedurre dalla loro malìa, ovvero<br />

attrarre dall’iper-polarizzazione del loro elemento occulto, l’acqua. Celebre è <strong>il</strong> caso di quegli<br />

uomini che grazie al contatto con una ninfa – come nel caso di Numa con Egeria – godettero<br />

di una saggezza inusuale. Con caratteristiche a volte inquietanti erano raffigurate tra gli<br />

Etruschi col nome di Lases.║conubio stab<strong>il</strong>i lo stab<strong>il</strong>e connubio con Deiopea che Giunone<br />

promette ad Eolo è una delle tante enfatizzazioni virg<strong>il</strong>iane che ricalcano la politica religiosa<br />

di Augusto, basata sulla morigeratezza di costumi ormai tramontati nella Roma<br />

imperiale.║Aras le Are o altari di Nettuno sarebbero stati i relitti di un’isola dove Romani e<br />

Cartaginesi avevano stab<strong>il</strong>ito <strong>il</strong> confine marittimo tra le due potenze (ci sarebbe notizia in<br />

alcuni autori latini). Poi l’isola sarebbe stata sommersa lasciando affiorare soltanto degli<br />

scogli dove i Cartaginesi si recavano talora per celebrare qualche sacrificio; sempre che la<br />

notizia non sia una fantasia che <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> ha ripresa dai Greci che volevano trasporre la<br />

leggenda del confine cartaginese terrestre dell’ara dei F<strong>il</strong>eni, posta di fronte alle Sirti, che<br />

divideva Cartagine da Cirene. Ancora ieri, nel Canale di Sic<strong>il</strong>ia, si è avuta notizia dell’isola<br />

vulcanica Ferdinandea, apparsa e scomparsa più volte a causa di sommovimenti<br />

tellurici║Syrtis la Grande e la Piccola Sirte sono due larghi golfi (oggi Sidra e Gabes: <strong>il</strong><br />

primo di bassi fondali ed <strong>il</strong> secondo di coste rocciose) posti moltissimo più a sud di<br />

Cartagine, nell’odierna Libia, <strong>il</strong> che rende inverosim<strong>il</strong>e l’episodio: <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>, pur essendo a<br />

conoscenza dei bassi fondali della prima Sirte non ha una adeguata conoscenza della<br />

107 Si potrebbe essere avviati sulla giusta strada raccogliendo l’etimologia proposta dal Dumez<strong>il</strong> ne LA<br />

RELIGIONE DI ROMA ARCAICA (che associa penus, penitus, penetrare, penetralia e penates) e quella già<br />

citata del Nispi-Landi che fa risalire la parola Palladio al greco phallos.<br />

108 “Si dice che quando Atena nacque venne allevata da Tritone, che aveva una figlia chiamata Pallade.<br />

Entrambe praticavano le arti della guerra e un giorno si sfidarono; Pallade era sul punto di colpire l’amica<br />

quando Zeus spaventato la protesse con l’egida, cosicchè quella, sorpresa, fissò gli occhi su di essa e in tal<br />

modo venne colpita da Atena e morì” (Apollodoro: BIBLIOTECA Adelphi, M<strong>il</strong>ano 1995)<br />

46

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!