Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE
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di 3.000 prigionieri greci in Sic<strong>il</strong>ia).║Parcas le “Parche” Dee romane della sorte individuale,<br />
ricalcate sulle Moire greche; in numero di tre, erano raffigurate intende attorno ad un fuso e<br />
questa attività simbolizzava l’azione del destino rivolto alla vita singola e individuale degli<br />
esseri umani. Nel mito, Apollo riuscì ad ubriacarle e così a modificare <strong>il</strong> destino di Admeto<br />
(Euripide: Alcesti).║genus invisum la stirpe invisa è quella troiana, perché sorta dall’unione<br />
fedifraga di Giove con Elettra, da cui nacque Dardano.║Troas I Troi è sinonimo di Troiani,<br />
da Troo, padre di quel’<strong>Il</strong>o che in suo onore la chiamò Troia, e discendente di Teucro.<br />
Quest’ultimo (figlio del fiume Scamandro e della ninfa Idea) era <strong>il</strong> re aborigeno del paese<br />
della futura Troia che accolse e accettò l’antenato <strong>il</strong>lirico di Enea, Dardano. <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> ricalcò<br />
in parallelo <strong>il</strong> dato inventando la leggenda di Latino che accoglie Enea.║“Pallade” è un<br />
epiteto di Atena che richiama la precedente divinità protomediterranea. Sul significato di<br />
questo appellativo si fanno diverse congetture. Secondo alcuni potrebbe derivare da phallos,<br />
come ritenne <strong>il</strong> Nispi-Landi a riguardo del famoso Palladio (phalladius) 105 .║<strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> forse<br />
non identifica come fa Omero in un’isola Aeoliam Eolia, <strong>il</strong> regno di Eolo, ma in una terra,<br />
posta probab<strong>il</strong>mente in un massicico montuoso del Sahara. Infatti specifica che da qui si<br />
generano gli Austri, tipici venti di Sud-Est. Inoltre i venti che aggrediscono la flotta troiana,<br />
tranne Aqu<strong>il</strong>one, sono tutti venti meridionali. Che non sia un’isola per <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> lo si potrebbe<br />
dedurre dal fatto che prima di irrompere in mare contro Enea, i venti terras perflant,<br />
spazzano le terre.║<strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> ricalca la figura di Aeolus Eolo da Omero così come quella dei<br />
Venti, demoni dell’aria e figli del Titano Astreo e dell’Aurora. A differenza di Eolo, i Venti<br />
sono oggetto di devozione popolare. Una “Sacerdotessa dei Venti” è ricordata in una<br />
iscrizione cretese (Knossos Corpus, Tavoletta Fp [1]1). Ai Venti pare che si sacrificassero<br />
vittime umane e più tardi, agnelli bianchi o neri, a seconda che essi fossero benefici o meno.<br />
Secondo <strong>il</strong> bizantino Giovanni Malalas Vespasiano edificò un tempio dei Venti ad Antiochia.<br />
Erano rappresentati come uomini anziani alati e dai lunghi capelli. Ecco i loro nomi grecoromani:<br />
Borea o Settentrione, da Nord; Scirone o Coro da Nord-Ovest; Zefiro o Favonio, da<br />
Ovest; Lips o Africo da Sud-Ovest; Noto o Austro, da Sud; Euro o Volturno da Sud-Ovest;<br />
Apoliote o Subsolano da Est; Cecia o Aqu<strong>il</strong>one da Nord-Est║<strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> usa <strong>il</strong> plurale poiché<br />
sottintende che con sceptra uno scettro Eolo ammansisca i Venti e con l’altro li susciti.<br />
Come si evince più sotto, Eolo in realtà impugna un’asta, le cui estremità hanno <strong>il</strong> potere di<br />
sciogliere o rinserrare i Venti 106 .║penatis I Penati sono potenze invisib<strong>il</strong>i tipiche della<br />
tradizione latina (identici ai Lari della tradizione etrusca e ai Terafim di quella ebraica),<br />
energie promananti dagli antenati che fornivano <strong>il</strong> sostentamento e la protezione della più<br />
antica famiglia latina. Venivano rappresentati in maniera fitt<strong>il</strong>e come statuine conservate<br />
gelosamente nel penetrale (penus) della casa, costituendo infatti l’identità stessa di ogni<br />
nucleo fam<strong>il</strong>iare. Secondo Fustel de Coulanges i Penati erano infatti gli antenati, sepolti sotto<br />
<strong>il</strong> pavimento della più antica abitazione latina. Successivamente però, con l’introduzione<br />
delle leggende f<strong>il</strong>o-troiane, i Penati assunsero esplicitamente un’altra connotazione.<br />
Divennero i “Grandi Dei” di Samotracia, i Palladii, che gli Eneadi – come scrisse già Varrone<br />
- avrebbero recato nel Lazio e a cui vennero eretti templi sia a Lavinio che ad Alba ed infine<br />
a Roma col nome di “Dei Penati”. “Ma cosa fossero, in ultima analisi, i Penati, gli stessi<br />
autori antichi sembravano ignorarlo, limitandosi al più ad avanzare in proposito le ipotesi<br />
più diverse e contraddittorie” (Baistrocchi, cit. p.198). Detto da un seguace della religione<br />
augustea non si può che credergli. Nigidio Figulo e Cornelio Labeone ipotizzarono infatti che<br />
questi Dei fossero nient’altro che Apollo e Nettuno, cioè coloro che contribuirono a edificare<br />
Troia. Macrobio, senza citare la fonte, riporta l’opinione che li identifica in Giove, Giunone e<br />
Minerva. Pure Vesta farebbe parte di questa associazione. Anche Cassio Emina e Claudio<br />
105 C. Nispi-Landi: ROMA MONUMENTALE DINANZI ALL’UMANITÀ, p.78-79. Roma 1892.<br />
106 “Non bisogna infatti dimenticare che lo scettro è un bastone lungo, che viene tenuto verticalmente sul suolo e<br />
su cui ci si appoggia, un bastone cioè anche per camminare” (Baistrocchi: cit. p.192).<br />
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