Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE
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almeno 61 differenti versioni. 101 ║Subito dopo avere messo nei primi versi in bella evidenza<br />
<strong>il</strong> Destino (Fatum) ora <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> mette in evidenza la qualità precipua dell’adoratore, Enea, di<br />
questa crepuscolare divinità, con la qualifica più pertinente: pietate timorato, devoto. La<br />
romana pietas non è altro che <strong>il</strong> puro e semplice timor di Dio biblico con tutto <strong>il</strong> conseguente<br />
corollario basato sul formalismo più secolarizzatore.║Karthago Cartagine (in fenicio Qarthadasht)<br />
venne fondata nell’814 a.C. mentre <strong>il</strong> vero viaggio di Enea sarebbe avvenuto tre<br />
secoli prima, secondo la cronologia di Eratostene di Cirene nel 1.184 a.C. Contrariamente a<br />
quanto vuole una stereotipata storiografia, che ha voce anche in <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>, i Cartaginesi<br />
intrattennero buoni rapporti diplomatici con i Romani finchè quest’ultimi non si<br />
immischiarono nelle tormentate vicende sic<strong>il</strong>iane, e cioè non prima del 264. Secondo alcune<br />
fonti i Fenici possedevano un emporio adiacente <strong>il</strong> guado sul Tevere dove poi sarebbe sorta<br />
Roma. Essi avrebbero innalzato l’ara maxima in onore di Melqart (Ercole) 102 . Nel 343<br />
avevano inviato in segno di amicizia una corona d’oro del peso di 25 libbre al popolo<br />
romano. A favore dei Cartaginesi scrisse lo storico F<strong>il</strong>ino di Agrigento, confutato dal romano<br />
Fabio Pittore che, per meglio diffondere le sue tesi, scrisse in greco. Con accenti da<br />
fondamentalista religioso così si è espresso contro Cartagine un moderno seguace della<br />
religione augustea: “Per <strong>il</strong> popolo romano infatti la guerra tra Roma e Cartagine non era<br />
tanto sentita come un conflitto di interessi o di imperialismi economici, quanto piuttosto<br />
quale un’ordalia sacra tra due sistemi e principi religiosi antitetici ed inconc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>i, che sul<br />
piano metastorico trovava la sua espressione nel conflitto tra Giunone e Venere e, a livello<br />
mitico e metastorico, nella tumultuosa ed emblematica vicenda di Enea e Didone” 103 . Questo<br />
autore in realtà non si avvede – così preso dalla sua esegesi febbricitante - che tale<br />
anticartaginismo nacque – e solo nella letteratura - molto dopo la distruzione di Cartagine! 104<br />
<strong>Il</strong> Dio più importante di Cartagine era Baal Shamin, <strong>Il</strong> Signore del Cielo, affiancato da Baal<br />
minori analoghi alle deità del pantheon greco. Al suo fianco prese successivamente grande<br />
r<strong>il</strong>evanza – forse per <strong>il</strong> distacco di Cartagine dalla madrepatria semitica e la contiguità col<br />
mondo mediterraneo della Potnia – la figura della Dea Tanit (Giunone). Eshmun, Reshef e<br />
Astarte avevano anch’essi un notevole culto. La religione cartaginese era di tipo crepuscolare<br />
( “etrusco” staremmo per dire) e comprendeva sacrifici umani di massa (famoso un sacrificio<br />
101<br />
Per l’elenco dettagliato: T.P. Wiseman: REMUS p. 149. Quasar, Roma 1999.<br />
102<br />
“Bisognerà seguire con attenzione i viaggi di Ercole, che corrispondono a strade del commercio fenicio” (A.<br />
Piganiol: LE CONQUISTE DEI ROMANI, p.47. <strong>Il</strong> Saggiatore, M<strong>il</strong>ano 1971).<br />
103<br />
M. Baistrocchi, ARCANA URBIS p.50, Ecig, Genova 1987. Di “religione augustea” ha parlato<br />
espressamente Franz Altheim.<br />
104<br />
Un altro esempio della sua esegesi, probab<strong>il</strong>mente influenzata dalle letture di Julius Evola: “…troppi studiosi<br />
infatti non sono stati disposti ad intravedere dietro tanti avvenimenti la sott<strong>il</strong>e f<strong>il</strong>igrana non tanto di una<br />
conflagrazione tra Imperi inconc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>i, quanto piuttosto di una titanica teomachia di principi e concezioni<br />
divine incompatib<strong>il</strong>i. Da una parte la via mediterranea e ctonia delle Madri, impersonata da Tanit-Giunone e,<br />
dall’altra, la via celeste dei padri, incarnata dalla vir<strong>il</strong>e potenza folgoratoria di Giove Tonante, di cui i due<br />
Imperi furono soltanto l’espressione contingente. Come non riconoscere infatti dietro le straordinarie imprese<br />
belliche di Annibale anche <strong>il</strong> carattere fatale di un misterioso stratega, capace di aggregare e galvanizzare<br />
quasi asceticamente schiere disparate e raccogliticcie di schiavi, di servi e, nel contempo, di mercenari iberi,<br />
galli ed elleni, e ciò di fronte alle formidab<strong>il</strong>i legioni di liberi cittadini romani? Cosa pensare poi del singolare<br />
comportamento di tante città in Italia ed in Grecia a regime aristocratico e plebeo che offrirono la loro<br />
alleanza rispettivamente a Roma e a Cartagine? Didone poi non è soltanto una rappresentazione poetica, ma<br />
costituisce l’archetipo fenicio tanto diffuso nel Mediterraneo, che confusamente sente la grandezza olimpica di<br />
Enea e se ne innamora. Ma vuole dominarlo ed incatenarlo, aspira a fargli dimenticare la sua missione fatale,<br />
le divinità uraniche, Giove, Apollo, i Penati, la Terra promessa degli avi e ad aggiogarlo a sé e al carro della<br />
implacab<strong>il</strong>e e svir<strong>il</strong>izzante divinità punica. Cartagine del resto mirava al dominio mercant<strong>il</strong>e delle vie di<br />
comunicazione del Mediterraneo fondandosi sulle armi prezzolate, mentre Roma aspirava all’Impero<br />
Universale liberando <strong>il</strong> mondo caotico e barbarico dal giogo della necessità e sottoponendolo all’Ordo, allo Ius<br />
e al Fas. Alla luce di tali considerazioni, sembra doversi attribuire a motivi arcani ed escatologici la decisione<br />
del Senato di procedere alla radicale disarticolazione di Cartagine” (cit. p.54).<br />
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