14.06.2013 Views

Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

║I versi che molte edizioni pongono fra parentesi o non citano affatto 94 vennero eliminate,<br />

secondo Svetonio, da Plauzio Tucca e Vario Rufo nell’edizione voluta da Augusto, ma<br />

vennero riconosciuti autentici da Donato e da Servio. Furono evidentemente considerati poco<br />

consoni con <strong>il</strong> timbro di sacralità che Augusto volle per l’Eneide. Essi infatti presentano<br />

<strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> nella poco austera veste di cantore elegiaco e bucolico║virum l’uomo è naturalmente<br />

Enea, “frigio predone” secondo Amata moglie di Latino, già personaggio omerico, cui<br />

<strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> conferisce una nuova caratteristica di romana fabulositas rispetto alla versione greca.<br />

In Omero è <strong>il</strong> più valoroso degli eroi troiani dopo Ettore e l’unico a cui gli Dei concedono un<br />

futuro, secondo la profezia di Poseidone: “…è destino per lui che la scampi,/ perché non<br />

perisca, estinto e senza posteri, <strong>il</strong> ceppo/ di Dardano amato da Zeus al di sopra di tutti i figli/<br />

che gli nacquero, a lui generati da donne mortali./ Infatti ormai preso in odio ha <strong>il</strong> Cronide<br />

la stirpe di Priamo:/ sì, la potenza d’Enea regnare or dovrà sui Troiani/ e sui figli dei figli<br />

suoi, quanti poi ne verranno”. 95 Ciò spiega perché venne ut<strong>il</strong>izzata la sua figura nelle<br />

narrazioni della “diaspora troiana” e perché ebbe tanta fortuna nelle narrazioni mitiche. Nei<br />

primi poemi cosiddetti ciclici Enea si allontana di poco da Troia per fondare una nuova città,<br />

mentre nei successivi racconti gli spostamenti di Enea si fanno sempre più distanti 96 , fino a<br />

giungere ai margini del mondo greco, verso Occidente e, infine, in Italia. Secondo alcune<br />

fonti gli Eneadi avrebbero avuto <strong>il</strong> permesso dai Greci di abbandonare <strong>il</strong> paese in cambio<br />

della cessazione delle ost<strong>il</strong>ità che Enea teneva aperte nella Troade, mentre secondo<br />

Menecrate di Xanto, egli avrebbe addirittura tradito a favore dei Greci. Se non altro, sarebbe<br />

in ipotesi una valida spiegazione – nella finzione della sua saga - per come abbia potuto<br />

attraversare indenne tutto <strong>il</strong> mondo greco da Oriente a Occidente fino in Italia. Le<br />

peregrinazioni di Enea erano state già annunciate nel mondo greco da Arctino di M<strong>il</strong>eto verso<br />

<strong>il</strong> 750 a.C., ma soltanto un secolo dopo si diffonde la leggenda di un arrivo di Enea in Italia,<br />

fino a Cuma, con <strong>il</strong> poeta sic<strong>il</strong>iano Stesicoro, per evidenti motivi di strategia geopolitica, che<br />

ne aveva trattato in un’opera perduta: la Caduta di <strong>Il</strong>io. Ancora un secolo dopo, Ellanico di<br />

Lesbo e Damaste di Sigeo raccontarono di una fondazione di Roma da parte di Enea, ma chi<br />

più di tutti diffuse la falsa leggenda di un arrivo di Enea nel Lazio fu <strong>il</strong> sic<strong>il</strong>iano Timeo di<br />

Taurmina. Tuttavia la presenza di troiani è attestata in Sic<strong>il</strong>ia ancor prima di Enea: <strong>il</strong> popolo<br />

degli Elimi, stanziato nella parte occidentale dell’isola nelle città da loro fondate di Erice,<br />

Segesta ed Entella, non sarebbe stato altro che troiani guidati dall’eponimo Egesto, figlio<br />

<strong>il</strong>legittimo di Anchise. Anche la città di Capua sarebbe stata fondata da un troiano: Capi.<br />

Probab<strong>il</strong>mente i Greci hanno ut<strong>il</strong>izzato la figura di Enea – dopo aver diffuso la versione di<br />

una sua origine peloponnesiaca, cioè greca - e di altri eroi per mitizzare <strong>il</strong> periodo<br />

dell’espansione micenea lungo la penisola italiana ed una primitiva colonizzazione della zona<br />

di Roma (Arcadi di Evandro) nonché in funzione antietrusca. I Romani avrebbero, per<br />

dignificare le proprie origini, ripreso questa leggenda, innovando col poeta Nevio con<br />

l’episodio della sosta di Enea a Cartagine, per dignificare le proprie origini. <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> riprende<br />

la leggenda magnogreca di Enea arricchendola di nuovi particolari e investendo l’eroe troiano<br />

di una caratteristica che non aveva nelle precedenti versioni: l’assoluta dedizione (pietas) alla<br />

nuova religione augustea, <strong>il</strong> Fatalismo. L’Enea pre-virg<strong>il</strong>iano fu sicuramente <strong>il</strong> rappresentante<br />

di un potere sacerdotale e iniziatico importante relativo al culto di Venere – come<br />

94 Essi sono: “Quell’io che su grac<strong>il</strong>e canna modulavo una volta <strong>il</strong> canto,/ e uscito dai boschi costrinsi i campi<br />

vicini/ a far contento anche <strong>il</strong> colono più avido,/ opera grata ai coltivatori, l’orride ora di Marte (tr. Calzecchi-<br />

Onesti)”.<br />

95 ILIADE XX, 302 ssg. Trad. di M. Giammarco. Roma, Newton & Compton 1997. Da questi versi traspare che<br />

in Troia esistevano due ceppi gent<strong>il</strong>izi, uno dei quali era ormai inviso a Zeus (si veda Appendici). Come si è<br />

visto, per Omero Enea avrebbe dovuto continuare a regnare sui Troiani.<br />

96 Cfr. Dionisio di Alicarnasso: STORIA DI ROMA, I-49.<br />

41

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!