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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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omana, nella visione di Ovidio, sta perdendo <strong>il</strong> proprio carattere a dispetto del revival<br />

antiquario (manifestamente fasullo) di Augusto, che, di conseguenza, risulta tutt’altro che<br />

antiquario” 84 .<br />

In precedenza, nelle Eroine (Lettera VII), aveva simulato una corrispondenza fra Didone ed<br />

Enea in termini talmente caustici che possiamo immaginare quale effetto potesse fare su<br />

Augusto, anche se le 15 lettere sono tutte indirizzate a dei Greci, tra cui Enea (ma non è egli<br />

<strong>il</strong> capostipite dei Romani?), in modo da evitare l’accusa di un attacco diretto ai miti di Roma.<br />

In tutte le rimanenti lettere, Ovidio non fa altro che mettere in ridicolo le qualità morali e<br />

umane dei personaggi masch<strong>il</strong>i tanto celebrati dalle tradizioni patriarcali. Per fare un<br />

esempio, andiamo a leggere <strong>il</strong> brano in cui Briseide si rivolge ad Ach<strong>il</strong>le e gli mette in bocca<br />

figuratamente la concezione “rèmia” e mediterranea: “Brutta cosa la guerra; la cetra, <strong>il</strong><br />

canto e l’amore fan bene; è meglio star stesi su un letto, dopo aver stretto una donna, e<br />

pizzicar con le dita una lira di Tracia, che regger con le mani lo scudo e l’asta dalla punta<br />

aguzza e portar sulla testa <strong>il</strong> peso di un elmo”. 85<br />

Parallelamente, con la pubblicazione degli Amores (I, 1) Ovidio si era contrapposto<br />

beffardamente all’Eneide (I, 1) di…Augusto, con i versi parodistici che prendevano in giro<br />

“le armi e le guerre violente”. E’ chiaro che l’anima romulea, Augusto e <strong>il</strong> partito degli<br />

Optimates non potevano tollerare un “disfattismo” così sfacciato né i versi quasi pornografici<br />

di vari passi ovidiani. All’epoca in cui non esistevano i quotidiani e i telegiornali, i versi e<br />

altri mezzi sim<strong>il</strong>i potevano danneggiare con un’efficacia che forse non riusciamo nemmeno<br />

ad immaginare.<br />

PROPERZIO – “Non c’è amicizia tra Tevere e N<strong>il</strong>o” (II, 33)<br />

<strong>Il</strong> navigante parla dei venti, l’aratore dei tori,<br />

<strong>il</strong> soldato conta le ferite, <strong>il</strong> pastore le pecore;<br />

io invece parlo delle lotte che faccio in un letto cigolante<br />

(Properzio, II, 1)<br />

I poeti che fiorirono al tempo del principato di Augusto dovettero abbandonare la tradizionale<br />

impronta “neoterica” – cioè la totale evasione dal mondo dell’impegno “romuleo” – per<br />

venire arruolati loro malgrado dalla politica attiva, tanto che lo stesso Cicerone si impegnò a<br />

rievocare l’ideale etico ed estetico del vecchio poeta Ennio, <strong>il</strong> quale aveva celebrato le guerre<br />

contro Cartagine: “Sarà impossib<strong>il</strong>e ai poeti, e in genere agli scrittori, sottrarsi nel decennio<br />

20-30 a.C. ad una presa di posizione sul tema della tradizione nazionale e del programma<br />

politico augusteo di reviviscenza dell’antico” 86 . Ma se i poeti della cerchia di Mecenate si<br />

vedevano costretti ad esaltare <strong>il</strong> corso della rigida politica religiosa augustea, nondimeno<br />

facevano rientrare dalla finestra la vecchia concezione elegiaca e spensierata cui<br />

appartenevano per vocazione e si facevano beffe della pietà religiosa, se ne avevano<br />

l’occasione. Properzio non mancò di approfittarne, se la beffa era indirizzata verso la pietà<br />

84 C.R. Ph<strong>il</strong>lips: Roman Religion and Literary Studies of Ovid’s Fasti, “Arethusa” 25 (1992). Trad. del brano di<br />

M. Fucecchi (sta in Ovidio: FASTI M<strong>il</strong>ano, Rizzoli 1998).<br />

85 Si potrebbero aggiungere le parole che Archestrato di Gela pone al termine del suo trattato sulle ghiottonerie<br />

(HEDYPATHEIA, LXII): “Questa dell’uomo libero sia la vita oppure vada alla malora nelle voragini e negli<br />

abissi del Tartaro e giù, per stadi infiniti, sia sepolto”.<br />

86 G. Namia: Introduzione a OPERE di Albio Tibullo e Sesto Properzio. Utet, Torino 1973.<br />

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