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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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senatori e cavalieri di quella città, come rito sacrificale offerto alla memoria di Cesare<br />

nell'anniversario delle funeste Idi di Marzo: ciò per punire Perugia che si era opposta con le<br />

armi alla requisizione delle proprie terre più feconde, da destinare come premio di congedo<br />

ai legionari ottavianei, vincitori di quella vera e propria guerra. E’ un fatto certo che<br />

Ottaviano Augusto, pieno di virtù politiche, era scarso di virtù etiche, quali la generosità e la<br />

stessa capacità, o fortuna, di combattente. Si pensi che le sue due fondamentali vittorie, a<br />

F<strong>il</strong>ippi (contro i cesaricidi Bruto e Cassio) e ad Azio (contro Antonio e Cleopatra), furono<br />

frutto del valore impetuoso di Antonio allora suo alleato (la prima) e di quello calmo ma<br />

irresistib<strong>il</strong>e di Agrippa (la seconda)." 63<br />

L’unico rimorso di coscienza forse lo ebbe per l’assassinio di Cicerone, se non sono dei falsi<br />

agiografici i fatti narrati a riguardo da Plutarco. 64<br />

GAIO CORNELIO GALLO… poeta e combattente<br />

Di Gallo fece scandalo non che avesse cantato Licoride,<br />

Ma che per <strong>il</strong> troppo vino non avesse tenuto a freno la lingua<br />

(Ovidio: Tristezze II, 445)<br />

Gaio Cornelio Gallo fu <strong>il</strong> capostipite dell’elegia erotica latina, considerato <strong>il</strong> maestro di molti<br />

altri poeti e tenuto in grandissima stima da <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>, tanto che quest’ultimo gli dedicò l’ecloga<br />

X e un vibrato elogio al termine delle Georgiche. Anche Properzio e Ovidio ne ammirarono<br />

l’opera che, tranne un verso sicuro e una decina incerti, andò completamente perduta (alcuni<br />

gli attribuiscono però <strong>il</strong> poemetto mitologico Ciris, presente nell’Appendix Verg<strong>il</strong>iana).<br />

L’opera letteraria di Gallo, così incline alla celebrazione dei sentimenti erotici, andò persa<br />

forse a causa della caduta in disgrazia presso Augusto, anche se Quint<strong>il</strong>iano era ancora in<br />

grado di leggerla. Lo stesso <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>, che gli era amico intimo (meo Gallo egli scrive 65 ), per<br />

non alienarsi <strong>il</strong> favore del Principe, dovette 66 cancellarne l’elogio nelle Georgiche e<br />

sostituirlo con <strong>il</strong> mito di Orfeo ed Euridice. Gallo, già governatore della Gallia Cisalpina e<br />

incaricato della distribuzione delle terre ai veterani, fu discepolo assieme a <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> di<br />

Partenio di Nicea, da cui ricevette la dedica dei suoi Patemi Erotici. Capo di stato maggiore<br />

nell’esercito di Augusto, dopo avere occupato l’Egitto con un esercito proveniente dalla<br />

Cirenaica, assurse al rango di primo governatore romano del paese, proprio su nomina<br />

augustea, dopo la morte di Cleopatra (fu uno di quelli che si introdussero nella tomba dove si<br />

era nascosta catturandola) e si rese celebre per avere condotto una spedizione a sud nel Mar<br />

Rosso. A causa di alcuni giudizi negativi su Augusto durante un convito – forse criticò<br />

aspramente la sua decisione di proibire i culti egizi nell’Urbe –, suscitò lo scorno del<br />

63 L. Canali: IL SANGUE DI ROMA Piemme, Casale 2003.<br />

64 Plutarco: VITA DI CICERONE, 49.<br />

65 E aggiunge nella stessa ecloga: “…per Gallo, l’amore del quale tanto mi cresce nel tempo, quanto al<br />

rinnovarsi della primavera, s’innalza <strong>il</strong> verde ontano” (<strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>: BUCOLICHE trad. di L. Canali. Rizzoli,<br />

M<strong>il</strong>ano 1978)<br />

66 “Notizie antiche vogliono che Augusto obbligasse <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> a togliere dalle Georgiche <strong>il</strong> nome dell’amico, a<br />

cui rimase dedicata invece la decima bucolica” (R. Calzecchi-Onesti).<br />

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