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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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continuità dell’azione di Antonio rispetto a quei piani”. 60<br />

Non esitò a sacrificare la vita di chi gli era d’intralcio per i suoi scopi, tanto che diede <strong>il</strong> suo<br />

assenso all’uccisione di Cicerone da parte di Antonio, nonostante che <strong>il</strong> primo avesse<br />

parteggiato per lui. Dette un m<strong>il</strong>ione di sesterzi a Vario Rufo per avere ucciso Cassio, uno<br />

degli uccisori di Cesare che lo avversava tenacemente. Del resto nel 36 a.C. aveva fatto<br />

crocifiggere 6000 combattenti (ex schiavi) fatti prigionieri dopo la sconfitta della flotta di<br />

Sesto Pompeo ed altri 30.000 li aveva riconsegnati ai proprietari.<br />

“È indubbio che quest’uomo, così eccessivamente lodato per essere stato <strong>il</strong> restauratore dei<br />

costumi e delle leggi, fu a lungo uno dei più infami corrotti della repubblica romana. Tanto si<br />

diede alla dissolutezza più sfrenata, tanto la sua enorme crudeltà fu placida e meditata. Fu<br />

nel bel mezzo di festini e banchetti che ordinò proscrizioni; per circa trecento senatori e<br />

proscritti, duem<strong>il</strong>a cavalieri e più di cento padri di famiglia sconosciuti ma ricchi, l’unica<br />

colpa fu la loro fortuna. È fin troppo certo che <strong>il</strong> mondo fu sconvolto, dall’Eufrate sino al<br />

profondo della Spagna, da un uomo senza pudore, senza fede, senza onore, senza onestà,<br />

subdolo, ingrato, avaro, sanguinario, placido nel delitto, e che, in una repubblica civ<strong>il</strong>e,<br />

sarebbe stato giustiziato al primo dei suoi crimini. Fu sempre più spietato che clemente:<br />

dopo la battaglia di Azio fece sgozzare <strong>il</strong> figlio di Antonio ai piedi della statua di Cesare, e fu<br />

così barbaro da far decapitare <strong>il</strong> giovane Cesarione, figlio di Cesare e di Cleopatra, che egli<br />

stesso aveva riconosciuto come re d’Egitto. Si sa che Cesare, suo padre adottivo, fu così<br />

grande da perdonare quasi tutti i suoi nemici; ma non mi risulta che Augusto ne abbia<br />

perdonato neppure uno solo [Cinna escluso, ma per calcolo 61 ]. Come si può rendere merito a<br />

un brigante arricchito e incalliro di godere in pace del frutto delle sue rapine, e di non<br />

assassinare ogni giorno i figli e i nipoti dei proscritti che sono in ginocchio davanti a lui e<br />

che lo adorano! Fu un politico prudente, dopo essere stato un barbaro” 62 .<br />

“Abbiamo parlato della doppiezza del moralismo di Augusto, quasi certamente represso e<br />

guastato da un’infanzia e un’adolescenza irregolare e contraddittoria. Ne fa fede <strong>il</strong> rigore<br />

che portò a un es<strong>il</strong>io perpetuo e disagiato le due Giulie (figlia e nipote del Principe), a causa<br />

dei loro costumi sbrigliatamente liberi, e quello altrettanto duro, inflitto al poeta Ovidio per<br />

le sue opere ritenute sconvenienti per <strong>il</strong> "regime" di austerità, cui invece Augusto<br />

privatamente si guardava bene di attenersi. Ma un altro grave scompenso viene di solito<br />

trascurato nelle biografìe, troppo spesso encomiastiche, di questo indiscusso protagonista<br />

della vita politica, sociale, amministrativa dello Stato romano: la sua inflessib<strong>il</strong>e e a volte<br />

incredib<strong>il</strong>e crudeltà: le liste di proscrizione comp<strong>il</strong>ate da Ottaviano, Antonio, Lepido durante<br />

<strong>il</strong> secondo triumvirato (formalmente "regolare" per la lex Titia) ancora più sanguinose e<br />

indiscriminate di quelle di Mario e di S<strong>il</strong>la; basti ricordare che cinquecento tra senatori e<br />

cavalieri furono soppressi dai sicari dei triumviri, e che le loro teste recise dovevano essere<br />

appese ai Rostri perché l'uccisore potesse riscuotere la taglia stab<strong>il</strong>ita per compiere quel<br />

sinistro ufficio. Gravissima macchia sulla coscienza di Ottaviano, ancora poco più che<br />

ventenne, fu l'uccisione di tutti i membri del consiglio municipale di Perugia, e di trecento<br />

60 Paul Marius Martin: ANTOINE ET CLEOPATRE Paris 1990<br />

61 Bisogna aggiungere che se la prese anche con i morti: allorchè lo invitarono a visitare la tomba di Alessandro<br />

<strong>il</strong> Macedone, volle toccare <strong>il</strong> naso della mummia, facendolo sbriciolare. E’ possib<strong>il</strong>e che dentro di sé non<br />

ammettesse che ci fosse ancora qualcuno che potesse oscurare la gloria appena conquistata, tanto che se avesse<br />

potuto ne avrebbe distrutto <strong>il</strong> corpo imbalsamato.<br />

62 Voltaire: DIZIONARIO FILOSOFICO Secondo la ricostruzione di uno storico, ci sarebbero validi motivi per<br />

ritenere lo stesso suicidio di Cleopatra indotto da Augusto (J. Brambach: CLEOPATRA Salerno Ed., Roma<br />

1997).<br />

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