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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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sott<strong>il</strong>mente significò delle cose assai più gravi. Almeno a me sembra che accennano a<br />

pensieri non puer<strong>il</strong>i molti tratti di quel libro. E nella dedicatoria diede chiaramente a<br />

divedere, che avrebbe toccato delle segrete dottrine di <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>, e fece manifesto di non<br />

essergli ignote le sue mistiche sentenze. ‘Ob hanc rem virg<strong>il</strong>ianae continentiae secreta<br />

physica tetigi, vitans <strong>il</strong>la quae plus periculi possent praerogare quam laudis. Vae, inquam,<br />

nobis, apud quos et nosse aliquid periculum est, et habere. Ob quam rem et bucolicam<br />

georgicamque omisimus, in quibus tam mysticae interstinctae sunt rationes, quo nullius pene<br />

artis in iisdem libris interna Virg<strong>il</strong>ius praeterit vestigia’. Ma quell’arcano senso della<br />

Eneide, che apertamente è stato esposto da Fulgenzio, si riduce a quest’unico pensiere, che <strong>il</strong><br />

poema rappresenta tutte le condizioni delle diverse età della vita umana; la quale allegoria<br />

non era certamente da custodirsi come un prezioso <strong>segreto</strong>. E non saprei dire perché mai<br />

Dante espose nel Convito lo stesso pensiere, accordandosi nella sostanza a Fulgenzio, e<br />

perché si fermò ai soli libri quarto, quinto, e sesto. Certamente egli non avea raccolto questo<br />

solo frutto dal lungo studio e amore, con cui aveva cercato <strong>il</strong> poema di <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>, e non gli<br />

avea dato <strong>il</strong> titolo di mar di tutto senno in grazia di questa sola allegoria”.<br />

C’era del risentimento da parte di Agrippa verso <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>? Un elemento di conferma lo si<br />

potrebbe leggere nel fatto che con la sua descrizione dell’Ade (localizzata secondo la<br />

tradizione magnogreca presso Napoli), <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> avesse messo in cattiva luce Agrippa, che<br />

aveva sconvolto <strong>il</strong> territorio descritto nel Libro VI con imponenti opere di architettura navale<br />

e m<strong>il</strong>itare. Dove <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> descriveva <strong>il</strong> bosco della Sib<strong>il</strong>la e i luoghi infernali ora (nel 19 a.C),<br />

in realtà, era allocata (con lavori iniziati nel 37 a.C.) la flotta imperiale con tutte le sue<br />

pertinenze! Quantomeno, era palpab<strong>il</strong>e la dissacrazione. <strong>Il</strong> lago di Averno 51 era stato<br />

collegato con <strong>il</strong> vicinissimo lago di Lucrino da un canale-galleria navigab<strong>il</strong>e che proseguiva<br />

poi verso <strong>il</strong> mare aperto dando luogo al complesso detto Porto Giulio, sede della flotta<br />

m<strong>il</strong>itare. Ancora <strong>il</strong> lago di Averno era collegato da un canale-galleria al porto di Cuma,<br />

passando quindi proprio per i luoghi più sacri della tradizione infernale. Era tutto un brulicare<br />

di cantieri navali, altro che Sib<strong>il</strong>le, colombe e anime dei trapassati! “Nella zona del lago di<br />

Averno, Augusto e Agrippa si macchiarono di uno dei più grandi sacr<strong>il</strong>egi di tutti i tempi,<br />

ristrutturando per intero <strong>il</strong> comprensorio del lago e i suoi culti”. 52 La dissacrazione salta<br />

ancor più agli occhi se si pensa che prima di comporre l’Eneide <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>, ne Le Georgiche,<br />

aveva esaltato proprio quelle stesse opere di Agrippa (IV, 161 ssg.) e soggiornava<br />

esattamente nei pressi dei luoghi descritti! L’apparente contraddizione si spiega col fatto che<br />

dopo la scrittura delle Georgiche, <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> aderì – come suppone P. Grimal – ai<br />

“suggerimenti” ad Augusto dati da Mecenate, che erano in contrasto con quelli che gli dava<br />

invece Agrippa, ma che non si tratti invece di una mera supposizione lo certifica in un lungo<br />

passo lo storico Dione Cassio (l. LXX).<br />

E’ poco noto invece che Agrippina maggiore, la madre di Caligola, era figlia di Agrippa 53 .<br />

Agrippina minore invece, nipote di Agrippa, fu sposa dell’imperatore Claudio e madre di<br />

Nerone. <strong>Il</strong> figlio maschio, Agrippa Postumo, morì assassinato appena Tiberio venne nominato<br />

coreggente. Non si può dire che la discendenza di Agrippa abbia dato lustro ai destini di<br />

Roma. Né quella di Augusto, peraltro, la cui dinastia giulio-claudia fu ricca di alterati di<br />

mente e deb<strong>il</strong>itati fisici.<br />

CAIO CILNIO MECENATE… l’etrusco mandante del «cattivo zelo»<br />

51 Nel 214 a.C. lo stesso Annibale si era fermato in quel luogo per compiervi i sacrifici tradizionali.<br />

52 G. Traina: PALUDI E BONIFICHE NEL MONDO ANTICO. L’Erma di Bretschneider, Roma 1988.<br />

53 Caligola raccontava invece, con poca verosimiglianza, che fosse figlia incestuosa di Augusto!<br />

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