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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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spiegata con le stesse sue parole, riportate da Aulo Gellio, e che già furono di Pitagora,<br />

sull’astenersi dall’uso delle fave. In entrambi i casi si trattava di evitare ciò che stimola l’eros<br />

e <strong>il</strong> commovimento dell’animo. Proprio ciò che, invece, era tipico dei riti dionisiaci e<br />

tellurici. L’inno omerico a Dioniso, citando <strong>il</strong> dio che “si aggirava per le valli selvose tutto<br />

cinto di edera e di alloro” evoca in questi attributi vegetali un loro uso orgiastico. Euripide<br />

definisce pure Apollo “bacchico amante del lauro”, in quanto <strong>il</strong> dio si è appropriato delle<br />

caratteristiche del culto delfico a lui assoggettato. Si tratta comunque di testimonianze a<br />

favore dell’uso psicotropo della pianta; uso che è giunto fino a noi nella credenza riferita dal<br />

mitografo Fulgenzio che, mettendone una foglia sotto <strong>il</strong> cuscino, si avrebbe avuto in sogno<br />

prescienza di fatti futuri. Tornando alla mitologia, essa ci permette di intravedere i fatti storici<br />

del passato senza che i vincitori di allora siano stati in grado di cancellare ogni riferimento<br />

che potesse essergli sgradito. <strong>Il</strong> mito, per significarci che Apollo non riuscì a sradicare del<br />

tutto <strong>il</strong> centro sacrale protomediterraneo di Delfi, ci narra che Zeus, corrucciato per<br />

l’uccisione di Pitone, custode dell’antro oracolare della Madre Terra, avesse ordinato ad<br />

Apollo di purificarsi dell’omicidio nella valle di Tempe che, guarda caso, era ricca di allori.<br />

Inoltre Zeus gli ordinò di istituire dei giochi in memoria dell’ucciso, i famosi giochi pitici.<br />

Tuttavia Apollo si rifiutò di presiedervi e andò a purificarsi a Creta. <strong>Il</strong> viaggio nell’isola è una<br />

forma figurata di sottomissione del dio alla religione da lui combattuta. Infatti, la grande isola<br />

dell’Egeo riveste un ruolo importante in un’altra vicenda mitologica, quella del tentato stupro<br />

di Dafne. Per i mitografi greci essa era una sacerdotessa della Madre Terra che, per sfuggire<br />

alla violenza sessuale del dio, ne aveva invocato <strong>il</strong> soccorso. La dea operò un prodigio e<br />

trasportò all’istante Dafne dalla valle di Tempe a Creta, lasciando al posto della sua<br />

consacrata un albero di alloro. Perché Creta? Perché l’isola è stata <strong>il</strong> centro e la culla di quella<br />

civ<strong>il</strong>tà pelasgica che dominò a lungo <strong>il</strong> mondo mediterraneo centrale e ancor oggi, a distanza<br />

di così tanti secoli, dimostra la sua vitalità in tanti aspetti della nostra civ<strong>il</strong>tà occidentale<br />

moderna. A questa antica cultura e non ad Apollo deve essere, dunque, riferito l’alloro e, non<br />

facciamogli torto, alle scatenate sacerdotesse delfiche.<br />

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