14.06.2013 Views

Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

dottrina: nessuno vi seduca – scrive nella seconda lettera ai Colossesi – con ragionamenti<br />

f<strong>il</strong>osofici, in base alla tradizione degli uomini e alla dottrina degli Elementi. (…)<br />

Non dirò nulla di me stesso, non faccio altro che trasmettervi i riti che vi spettano e che vi<br />

sono stati tramandati. Chiunque io sia, quale che sia la mia missione – e voi sapete che<br />

alcuni uomini nascono dalla carne, dal sangue e dalla volontà dell’ uomo e altri invece dalla<br />

volontà di Dio – a voi non deve importare.” (…) “Io appartengo ad una delle famiglie più<br />

oneste di questo paese che gode di un rispetto mai messo in discussione. Ho rivestito diverse<br />

magistrature con onore; da più di vent’anni esercito una professione onorata a beneficio dei<br />

miei concittadini; non sono <strong>il</strong> tipo da impormi sugli altri; posso provarvi che gli Dei si<br />

manifestano agli uomini, che assumono un corpo per potersi mostrare; che Pallade mi ha<br />

fatto vedere l’aspetto del Palladio, e che nella mia vita non mi è mai accaduto nulla<br />

d’importante che non sia stato avvertito prima da certi movimenti, da certi suoni articolati,<br />

da certi sogni; e se mai mi dovesse accadere qualcosa di cui non sono stato messo a<br />

conoscenza in anticipo, significa o che son giunto al termine del mio percorso o che gli Dei<br />

mi hanno abbandonato. Che questa sventura non giunga mai!”<br />

(…): “L’astinenza da tali cibi dev’essere integrale, ed è ciò che io e la mia famiglia facciamo<br />

da sempre. E’ con la massima soddisfazione che vedo la mia cara sposa, che non è affatto<br />

sottomessa, assoggettarsi scrupolosamente di sua volontà assieme ai miei figli a questa<br />

regola, e vedere ancora che <strong>il</strong> penultimo di essi, di soli quattro anni di età, che qualche volta<br />

mettiamo in tentazione apposta, resiste a tutte le tentazioni e le promesse che gli si offrono<br />

mentre al suo cospetto la domestica e gli estranei mangiano carni vietate, senza che la<br />

tentazione ferisca la sua sensib<strong>il</strong>ità. Questo fanciullo, così già precocemente formato dalla<br />

forza di resistere alle privazioni, spero che un giorno sarà degno dei suoi antenati e della<br />

Tradizione che ci è stata affidata”.<br />

(…) Ora, a volersi riferire a questa lunga nota che l’Autore riprese anche nel testo, verso la<br />

fine, si legge un chiaro messaggio: Noi siamo i continuatori, i Custodi, degli antichi Misteri<br />

di Samotracia, quelli stessi che vennero continuati dai Romani attraverso un apposito collegio<br />

sacerdotale e unico ad essersi perpetuato, a differenza di tutti gli altri perché si sono legati<br />

alla mondanità. In un passo del libro l’autore de La Thréicie rivendica all’interno della sua<br />

stessa famiglia, gli Aucler, <strong>il</strong> seguire la religione romana attraverso le ricorrenze del suo<br />

calendario, precisando che l’origine di questa famiglia risale “a stirpi di ierofanti”, e lui stesso<br />

si definisce “ierofante di Cerere” aggiungendo che i suoi discendenti hanno attraversato i<br />

secoli senza mescolarsi alle famiglie profane grazie agli Dei che li hanno preservati per poter<br />

perpetuare un culto oppresso da così gran tempo; culto che la moglie e <strong>il</strong> figlio di Aucler<br />

stessi osservavano e <strong>il</strong> cui mandato, ricevuto al tempo della conversione al cristianesimo del<br />

franco Clodoveo, <strong>il</strong> figlio avrebbe trasmesso in futuro.”<br />

Dei Nauti parla anche Dionisio di Alicarnasso (VI, 69) definendoli “una famiglia tra le più<br />

nob<strong>il</strong>i” (…) <strong>Il</strong> capostipite infatti, Nauzio, era uno di coloro che insieme con Enea avevano<br />

condotto la colonizzazione; sacerdote di Atena Poliade, emigrando egli aveva portato con sé<br />

la statua lignea della dea, che i suoi discendenti custodivano ereditandola gli uni dagli altri”.<br />

147

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!