Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE
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12 - La discendenza del troiano Nautes<br />
Nel 1799, in Francia, l’avvocato André Gabriel Aucler scrisse un libro nel quale sosteneva la<br />
necessità di ricollegarsi all’antica religione romana tramite i fasti del suo calendario. Lui<br />
stesso si proclamava discendente diretto di un’antica casta sacerdotale, quella dei Nauti, la<br />
quale, fin dal tempo di Enea, aveva <strong>il</strong> mandato di conservare e trasmettere i dettami della<br />
genuina religione arcaica di Roma. Ecco, tratti dal suo libro (La Threicie) i passi che si<br />
richiamano alla vicenda del troiano Nautes (latinizzato come Nautius) citati da <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> nel<br />
suo V° Libro:<br />
“Quando Enea ebbe edificato in Italia Lavinio, Nautes vi portò i Misteri, e quando Ascanio,<br />
figlio di Enea, costruì in seguito Alba, i discendenti di Nautes, che vennero poi chiamati a<br />
Roma Nautii e che Cicerone chiama Eumolpidi romani, in analogia con quelli di Eleusi,<br />
fecero altrettanto. Quando Ascanio abdicò alla regalità riservandosi la dignità di Pontefice<br />
Massimo, non volle associare al suo supremo sacerdozio la custodia dei Misteri, poiché non<br />
apparteneva alla famiglia degli ierofanti. Quando poi i Romani conquistarono Alba, una<br />
parte della gens Nautia si stab<strong>il</strong>ì a Roma recandovi i Misteri; questi vennero deposti assieme<br />
al Palladio, che Diomede aveva – come altri dicono – restituito ad Enea in Italia e che Enea<br />
aveva trasmesso a Nautes, che ne aveva la custodia per diritto di nascita, o che Nautes aveva<br />
portato da Troia. Secondo altri ancora, Odisseo e Diomede avevano sottratto solo un falso<br />
Palladio dal tempio di Vesta, in un santuario particolare dove i soli Nautii avevano diritto di<br />
entrare e di vedere i Misteri, e dove non era neanche permesso informarsi su cosa<br />
custodissero in tale santuario.<br />
Tuttavia la gens Nautia non era l’unica stirpe ierofantica a Roma; ce n’erano ancora altre<br />
due, i Potizi e i Pinari, consacrati al culto di Ercole, che compivano i propri sacrifici<br />
sull’Ara Massima: Ara Maxima et maxima semper. Avete visto chi fosse Ercole; ma i Potizi<br />
distratti da cose mondane, ne trascurarono <strong>il</strong> culto affidando questo sacro Mistero a dei<br />
liberti. Otto rami di questa gens che aveva dato trenta individui adulti, perirono tutti in un<br />
anno, mentre <strong>il</strong> censore Appio che aveva consigliato di affidarsi ai liberti, divenne cieco.<br />
Questi fatti non succedono più ai nostri giorni nemmeno agli animali che hanno morso <strong>il</strong> loro<br />
padrone; ciò infatti deve sembrare davvero incredib<strong>il</strong>e e più sim<strong>il</strong>e ad una favola. Ci sono<br />
ancora altre schiatte di ierofanti diffuse nel mondo, in America e in India. Ci sono ancora<br />
nelle montagne della Scozia i discendenti degli antichi Druidi, uno dei quali predisse allo<br />
sfortunato Carlo I che ci sarebbe stato per i popoli e per i re un terrib<strong>il</strong>e castigo. (…) La<br />
dottrina cosmologica è così importante che gli Dei, dopo averla trasmessa agli uomini,<br />
hanno fatto di tutto per conservarla, temendo che andasse perduta nel corso delle età, dei<br />
vizi, della perdita delle scienze e <strong>il</strong> ripudio delle cose celesti che avrebbe dovuto manifestarsi<br />
nell’ultima età del mondo. Così selezionarono, in tutti i popoli, determinate stirpi cui<br />
conferirono l’incarico di preservarla, come i Caldei tra gli Assiri, i Magi tra i Persiani, i<br />
Profeti tra gli Egizi, i Cureti e i Coribanti tra i Cretesi, i Cabiri tra i Samotraci e i Frigi, gli<br />
Eumolpidi tra gli Ateniesi, i discendenti di Nautes fra i Romani, i Semnotei [Druidi] tra i<br />
Celti, i Maya e gli Atzechi in America assieme ai Wiochisti [?] del Nord. James Cook,<br />
durante i suoi viaggi a Tahiti e nelle Isole della Società – luoghi prima di lui sconosciuti al<br />
resto del mondo – vi ha scoperto stirpi sim<strong>il</strong>i, incaricate anch’esse di preservare la dottrina<br />
cosmologica di quei popoli; quest’ultimi, anche se completamente dediti ad una vita<br />
sensuale, ben più materiale della vostra, purtuttavia istruiti nella vera dottrina, sono<br />
affratellati con tutti gli altri popoli pagani. Lo stesso San Paolo ammette che non c’è altra<br />
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