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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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19 – Muoiono <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> e Tibullo.<br />

18/17 – Si pubblica postuma l’Eneide. Nessun cenno in essa a Mecenate, forse decaduto agli<br />

occhi di Augusto.<br />

14 – Ovidio scrive gli Amores e le Heroides<br />

12 – morte di Agrippa e di Lepido. Augusto assume la carica di Pontefice Massimo, diviene <strong>il</strong><br />

controllore della religione romana e fa bruciare duem<strong>il</strong>a libri oracolari, vietandone <strong>il</strong> possesso<br />

ai privati.<br />

8 – morte di Mecenate che “lascia” i suoi beni in eredità ad Augusto.<br />

7 – Dionigi di Alicarnasso pubblica le Antichità Romane, dove l’Eneide non viene mai citata<br />

(dopo Cristo)<br />

1 – Ovidio termina l’Ars amatoria e intraprende la redazione delle apparentemente più<br />

“serie” Metamorfosi e Fasti<br />

8 - Muore Messalla Corvino, protettore di Ovidio, che subito dopo viene condannato al<br />

confino da Augusto. L’Ars Amatoria viene bandita dalle biblioteche pubbliche. Giulia, nipote<br />

di Augusto, viene es<strong>il</strong>iata per immoralità.<br />

14 – Muore Augusto. Ovidio cancella la sua dedica ad Augusto nei Fasti<br />

17/18 – Muore in es<strong>il</strong>io a Tomi, sul Mar Nero, Ovidio.<br />

19 – un misterioso suono di tromba annuncia la fine del X e ultimo secolo etrusco.<br />

32 – (ma, più erroneamente, nel 19 d.C.) L’imperatore Tiberio fa gettare la statua di Iside 32<br />

nel Tevere e crocifiggere i suoi sacerdoti.<br />

25/29 – Nasce S<strong>il</strong>io Italico, fervente ammiratore dell’ideologia augustea, di <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> e<br />

dell’Eneide, autore delle Puniche. Farà restaurare la tomba del poeta mantovano, del cui<br />

terreno era divenuto proprietario, celebrandone regolarmente <strong>il</strong> compleanno e sostandovi<br />

spesso in contemplazione. Muore negli stessi luoghi attorno all’anno 100.<br />

37/41 – L’imperatore Caligola aveva in animo di far rimuovere dalla pubbliche biblioteche i<br />

busti e le opere di <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> e Tito Livio, considerando <strong>il</strong> primo di nessun ingegno e dottrina e<br />

<strong>il</strong> secondo prolisso e negligente (Svetonio) 33 . Contemporaneamente permise che venissero<br />

ricercati gli scritti messi al bando di tre oppositori di Cesare e Augusto: Tito Labieno,<br />

Cremuzio Cordo e Cassio Severo. Nel 38 fa edificare <strong>il</strong> grande tempio di Iside in Campo<br />

Marzio e ne ammette <strong>il</strong> culto ufficiale. Con un pubblico decreto nel 39 proibì le celebrazioni<br />

della battaglia di Azio! Viene assassinato da senatori timorosi che Roma perdesse <strong>il</strong> suo<br />

carattere “romuleo”.<br />

54/68 – Gaio Petronio compone un “dettagliato resoconto” (Tacito) delle iniquità dell’eneade<br />

Nerone, passato alla storia come Satyricon, in cui rovescia per sberleffo i principali valori<br />

morali dell’Eneide.<br />

218/222 – L’imperatore Eliogabalo, a Roma, associa e parifica al culto del Sole quello della<br />

massima divinità femmin<strong>il</strong>e cartaginese: Iuno Caelestis o Ourania. 34<br />

32 Per una curiosa Nemesi della storia parti di questa statua oggi sono nuovamente visib<strong>il</strong>i al pubblico nel museo<br />

di Monaco di Baviera (Münchener Staatliche Sammlung Ägyptischer Kunst)<br />

33 Non si pensi che Caligola volesse ciò per una stravaganza della sua mente: <strong>il</strong> greco Partenio di Nicea, chiamò<br />

sterco l’<strong>Il</strong>iade e fango l’Odissea (ANTOLOGIA PALATINA VII 377). Anche oggi c’è qulache autorevole<br />

studioso che non lesina un giudizio negativo, parlando di mediocrità e di enfasi retorica (Luca Canali: Introd. A<br />

Stazio, LE SELVE, p.VII. Mondadori, M<strong>il</strong>ano 2006).<br />

34 Erodiano: STORIA DELL’IMPERO DOPO MARCO AURELIO (V, 6). “…mandò a prendere <strong>il</strong> simulacro<br />

della Dea Urania, venerata con grande trasporto dai Cartaginesi e dai Libi. Secondo la tradizione questa<br />

statua venne elevata da Didone, regina dei Fenici, allorchè fondò l’antica città di Cartagine”. Su tutta la<br />

questione si veda R. Turcan: ELIOGABALO E IL CULTO DEL SOLE, p.121. Ecig, Genova 1991: “Occorre<br />

aggiungere che <strong>il</strong> culto della dea punica offriva <strong>il</strong> vantaggio di ricordare le origini troiane di Roma. Le nozze di<br />

Tanit ed Eliogabalo riconc<strong>il</strong>iavano Cartagine e l’Urbs, Didone ed Enea, l’antenato di tutti i Romani”.<br />

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