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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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Lucifero (= apportatore di luce). Sim<strong>il</strong>mente dopo <strong>il</strong> tramonto, quando è chiamata col nome<br />

di Vespero 277 . <strong>Il</strong> suo ut<strong>il</strong>izzo come guida per i viaggi marittimi è dovuta al fatto che è la<br />

“stella” più luminosa e vicina alla terra, ed inoltre perché <strong>il</strong> suo apparire e scomparire nel<br />

cielo nel corso dell’anno segue un percorso in rapporto al Sole che permette di orizzontarsi e<br />

stab<strong>il</strong>ire una rotta. L’unica difficoltà è che la sua “levata” e quindi visib<strong>il</strong>ità nel cielo è<br />

piuttosto bassa (non supera un’arco di 45°), pertanto per poterla scorgere occorre posizionarsi<br />

su un promontorio ed avere di fronte a se un orizzonte piatto. Ciò spiega appunto perché era<br />

adatta ai naviganti e perchè gli Eneadi fondassero in ogni luogo dove approdavano un<br />

santuaro di Venere, solitamente in cima a un promontorio con vista sul mare! Nel corso del<br />

suo percorso annuale nello zodiaco (periodo sidereo) Venere tocca dei punti-limite della sua<br />

traiettoria oltre i quali non può andare (periodo sinodico) e che variano lungo un arco di<br />

tempo di otto anni solari. In pratica, poiché l’anno venusiano (584 giorni) è più lungo di<br />

quello terrestre, i punti estremi dell’orbita del pianeta posizionandosi in cinque punti<br />

zodiacali diversi nell’arco di cinque anni venusiani, corrispondono ad otto anni solari, per poi<br />

ricominciare con un altro ciclo di otto anni e così via 278 . Curiosamente, unendo questi punti<br />

che si ripetono a cicli di 8, si forma la figura tradizionale della stella nota anche come<br />

pentagramma di Venere che, se tracciato con due punte in alto, forma <strong>il</strong> tanto bistrattato<br />

pentagramma satanico che occultisti ignoranti descrissero come la st<strong>il</strong>izzazione della figura<br />

della testa di un caprone. <strong>Il</strong> ritrovamento del simbolo del pentagramma su antichissimi<br />

manufatti conferma anche che gli antichi erano a conoscenza del fatto che Lucifero e Vespero<br />

fossero un unico pianeta. Tuttavia, in base alla sua apparizione mattutina o serotina, Venere<br />

assunse valenze opposte. L’astro del mattino aveva un significato più mondano e “vir<strong>il</strong>e”<br />

(non mancano i riferimenti ad una Venere “barbata”) mentre quello della sera era più sott<strong>il</strong>e e<br />

orgiastico, tanto che presso i Romani era ritenuto doveroso celebrare i matrimoni solo in<br />

coincidenza con la prima apparizione di Vespero. 279<br />

277 Vespero è detto da Calpurnio Siculo (EGLOGHE V, 121): “freddo Nottifero”.<br />

278 “Una volta svanito dal cielo occidentale nel crepuscolo serale, Venere ricompare circa otto giorni dopo nel<br />

cielo mattutino prima del levare del sole. Gradualmente, di notte in notte, la sua luce abbagliante, superata<br />

soltanto da quella solare e lunare, raggiunge la massima luminosità mentre <strong>il</strong> pianeta comincia a sorgere prima<br />

nel crepuscolo mattutino e resta ogni giorno più a lungo nel cielo. Quando comincia ad allontanarsi dal sole la<br />

sua luminosità comincia a calare. Dopo circa 9 mesi (263 giorni) di vagabondaggio nel cielo, si riavvicina al<br />

sole ed infine scompare nella luce solare. Venere è assente dal cielo per circa 50 giorni mentre passa dietro al<br />

sole; poi ridiventa visib<strong>il</strong>e nel cielo serale per altri nove mesi nei quali la sua luminosità cresce fino a<br />

raggiungere ancora una volta <strong>il</strong> massimo splendore verso la fine del periodo di visib<strong>il</strong>ità (…) <strong>Il</strong> ciclo di 584<br />

giorni si combina con i 365 giorni dell’anno solare con un rapporto perfetto di 5 a 8. Tradotto in realtà visiva,<br />

ciò significa che una volta osservata una data posizione di Venere essa si ripresenterà dopo otto anni” (A.<br />

Aveni: GLI IMPERI DEL TEMPO. Dedalo, Bari 1993).<br />

279 L. Magini: LE FESTE DI VENERE Roma, L’Erma di Bretschneider 1996 e ASTRONOMIA ETRUSCO-<br />

ROMANA Roma, L’Erma di Bretschneider 2003<br />

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