Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE
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8 - La misteriosa presenza di Venere<br />
Alcuni importanti riferimenti a Venere in Dionisio di Alicarnasso (D) e <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> (V).<br />
1- D-V: la stella di Venere invita Enea e Anchise a lasciare Troia<br />
2- D: Sofocle, nel Laocoonte, scrive che Anchise riceve da Venere l’ingiunzione di<br />
uscire dalla città<br />
3- V: Enea sacrifica in Tracia alla “madre Dionea” e fonda la città di Eneada<br />
4- D: innalzano nella penisola calcidica un tempio a Venere e fondano la città di Eneia<br />
5- V: nell’isola di Delo Enea si reca a “venerare la città di Apollo” e ne consulta<br />
l’oracolo 276<br />
6- D: giungono a Citera, isola di Venere, e vi innalzano in suo onore un tempio<br />
7- D: a Zacinto costruiscono un tempio a Venere e vi celebrano solenni sacrifici.<br />
Istituiscono dei giochi, la Corsa di Enea e Venere in cui è vincitore chi per primo<br />
entra nel tempio.<br />
8- D: Innalzano un tempio a Venere nell’isola di Leucade, <strong>il</strong> tempio di Venere Eneia.<br />
9- D: Innalzano un tempio a Venere Eneia ad Azio<br />
10- D: Innalzano un tempio a Venere Eneia ad Ambracia ed un heroon a Enea<br />
11- D: Si recano nel santuario oracolare di Dodona dove si vaticina mediante colombe<br />
12- D: a Onchesmo (Haghia Saranta), prima di approdare in Italia, erigono un santuario a<br />
Venere<br />
13- D: sbarcano in Italia in una località che da allora in poi sarà chiamata Porto di<br />
Venere.<br />
14- D: Enea erige un altare dedicato a Venere Eneia sulla cima della città sic<strong>il</strong>iana di<br />
Elima<br />
15- V: Enea fonda <strong>il</strong> tempio di Venere Idalia sulla cima del monte Erice<br />
Questi riferimenti sembrano confermare la notizia che Servio attribuisce a Varrone circa <strong>il</strong><br />
fatto che gli Eneadi si muovessero via mare orizzontandosi mediante la posizione del pianeta<br />
Venere, dovendosi fermare allorchè non avessero più scorto nel cielo la stella: “…Veneris<br />
eum per diem cotidie stellam vidisse, donec ad agrum Laurentem veniret, in quo eam non<br />
vidit ulterius: qua re terras cognovit esse fatales'' (<strong>il</strong> che è un preciso indizio temporale di<br />
navigazione); e quell’altra riportata da Dionigi di Alicarnasso (I, 55), in cui si ordina ai<br />
Troiani “di navigare nella direzione ove tramonta <strong>il</strong> sole…”. Infatti Venere sorge dopo <strong>il</strong><br />
tramonto del sole e in vicinanza del tramonto stesso ed è quindi un preciso punto di<br />
orientamento per la navigazione notturna, così come lo era per quella diurna (Persio, Satire<br />
V, 105) allorchè sorge sul far dell’alba. Pertanto si giunge alla constatazione che <strong>il</strong> tanto<br />
decantato mito romano della Venere Genitrice non è altro che <strong>il</strong> ricordo, miticamente<br />
distorto, di un fatto reale molto pedestre. Tutta la sacralità sfuma in semplice perizia<br />
marinara! Ciò lo si deduce agevolmente scorrendo un buon manuale di archeoastronomia e<br />
tenendo presente che la “rotta di Venere” era ut<strong>il</strong>e principalmente per la navigazione<br />
notturna. Venere è detto stella perché la sua luminosità lo rende visib<strong>il</strong>e come una vera stella,<br />
anzi, come la più br<strong>il</strong>lante fra tutte, tanto che quando appare prima dell’alba è chiamata<br />
276 Si noti che l’antico nome di Delo è però Ortigia, “isola delle quaglie”, e quest’animale è sacro a Venere.<br />
<strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>, occultamente, mantiene l’anfibologia dei significati. Delo può essere di Apollo come di Venere!<br />
“L’introduzione a Delo del culto di Afrodite, divinità di indubbia origine orientale, era attribuita a Teseo, che<br />
avrebbe portato con se da Creta la statua della dea” (G. Marasco: I VIAGGI NELLA GRECIA <strong>ANTICA</strong>. Ed.<br />
dell’Ateneo, Roma 1978).<br />
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