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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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5 - L’IMPERATORE GIULIANO A TROIA<br />

Nel 354, in occasione del viaggio che <strong>il</strong> futuro imperatore fece verso M<strong>il</strong>ano, dove era stato<br />

convocato da Costanzo II, Giuliano si fermò a visitare la città di Troia, da lui chiamata <strong>Il</strong>ion.<br />

In ciò seguiva una tradizione che prima di lui era stata osservata anche da Giulio Cesare e<br />

Caracalla per finire, incredib<strong>il</strong>mente, con l’ottomano Maometto II.<br />

“Non è diffic<strong>il</strong>e cogliere in questo evento un significato ideale, non privo di trasparenti<br />

riferimenti politici, che può essere messo in relazione con la sua futura possib<strong>il</strong>e ascesa al<br />

potere imperiale. Giuliano nel compiere questo ‘pellegrinaggio’ si collegava a un preciso<br />

modello politico e m<strong>il</strong>itare: re ed imperatori lo avevano nei secoli preceduto ad <strong>Il</strong>io; avevano<br />

reso omaggio alla tomba di Ach<strong>il</strong>le, fra gli altri, Serse, Alessandro, Adriano, Caracalla e<br />

persino suo zio Costantino, ed egli, pur essendo acora privato cittadino, si poneva<br />

spiritualmente sulle loro orme, sia per l’appartenenza alla famiglia costantiniana, che faceva<br />

di lui un futuro probab<strong>il</strong>e candidato all’impero, sia per la sua formazione ellenica. La visita<br />

di questa città non solo gli consentiva di vedre con i propri occhi i luoghi che erano stati<br />

teatro delle gesta degli e degli dèi omerici, che <strong>il</strong> suo pedagogo Mardonio gli aveva<br />

insegnato ad amare, ma gli permetteva di accostarsi alla culla stessa della παιδεία ellenica<br />

di cui Ach<strong>il</strong>le, ormai da molte generazioni, rappresentava l’eroe. <strong>Il</strong>io era per lui <strong>il</strong> punto di<br />

partenza ideale per la missione di restauratore del culto degli dèi e di riformatore dello stato<br />

a cui già allora, sia pur in modo ancora abbastanza oscuro, si sentiva chiamato”. 271<br />

“Egli stesso ricorda, ad esempio, di aver chiestro all’allora vescovo cristiano Pegasio<br />

[fattosi pagano in seguito all’avvento al potere di Giuliano] di guidarlo nella visita di <strong>Il</strong>io, nel<br />

354 (…) per avere <strong>il</strong> pretesto di poter entrare nei templi, cosa che diversamente sarebbe<br />

stata pericolosa date le restrizioni al culto pagano allora imposte da Costanzo. E’ singolare<br />

che a molti anni di distanza da quella visita Giuliano ricordasse ancora particolari precisi<br />

del tempio di Atena, del santuario e del sepolcro di Ach<strong>il</strong>le, e dello stato del sacrario di<br />

Ettore, in cui aveva notato la statua dell’eroe lucida d’olio e gli altari fiammeggianti, segno<br />

evidente che vi erano stati celebrati da poco sacrifici.”<br />

Lettera n° 79 scritta da Antiochia, estate 362 (trad. di Mat<strong>il</strong>de Caltabiano).<br />

“Noi non avremmo mai accolto tanto fac<strong>il</strong>mente Pegasio, se non fossimo stati ben persuasi<br />

che anche in passato, quando si mostrava esteriormente vescovo dei Gal<strong>il</strong>ei, sapeva rispettare<br />

e venerare gli dèi. Ed io ti narro questo non per averlo appreso da coloro che sono abituati a<br />

raccontare tali fatti per inimicizia o per amicizia, perché anch'io in passato avevo udito<br />

correre tali voci riguardo a lui e, per gli dèi, credevo che meritasse di essere odiato come <strong>il</strong><br />

peggiore degli uomini. Ma quando, chiamato alla corte dal defunto Costanzo, facevo questo<br />

viaggio, partito da [Alessandria] Troade di buon mattino, giunsi ad <strong>Il</strong>io all'ora in cui <strong>il</strong><br />

mercato è affollato 272 . Egli mi venne incontro e poiché io desideravo visitare la città<br />

271 M. Caltabiano: L’epistolario di Giuliano imperatore, p. 135. D’Auria, Napoli 1991<br />

272 “Giunsi ad <strong>Il</strong>io all’ora in cui <strong>il</strong> mercato è affollato”: questa espressione di Giuliano è importante poiché<br />

testimonia che la città era ancora attiva e fiorente nel 354, a dispetto di quanto dichiarato in una recente<br />

comp<strong>il</strong>azione divulgativa: LA STORIA – vol. 2 – La Grecia ed <strong>il</strong> mondo ellenistico, p.104 (supplemento al<br />

quotidiano La Repubblica, 2004): “Durante l’impero la città decadde rapidamente; già verso i secc. III-IV d.C.<br />

sembra che essa presentasse unicamente interesse archeologico. In seguito si perse anche notizia della sua<br />

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