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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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4 - Uno ‘Stracciaeneide’ nascosto<br />

Del cosiddetto Satyricon di Petronio Arbitro non si conosce con esattezza né l’autore né <strong>il</strong><br />

titolo né <strong>il</strong> periodo di composizione. Tuttavia gli studiosi propendono per attribuirlo all’epoca<br />

neroniana, alla penna di un legato imperiale che governò la Bitinia, Gaio Petronio, e al titolo<br />

supposto di “[n°…] Libri di Satire”. <strong>Il</strong> contesto è ben noto a tutti per cui veniamo<br />

direttamente a ciò che interessa.<br />

L’autore attinge a diverse fonti dalle quali trae la sostanza della sua narrazione ma, come ha<br />

evidenziato Rosalba Dimundo curando l’edizione di un ampio stralcio del Satyricon, egli ha<br />

la curiosa abitudine di rovesciare <strong>il</strong> significato morale degli esempi letterari ut<strong>il</strong>izzati<br />

(Platone, Esopo, Fedro ecc.): “tanto che si può affermare a buon diritto che <strong>il</strong> romanzo, nelle<br />

sue linee generali, si configura come una degradazione dei generi letterari volta per volta<br />

riecheggiati” 269 . Per esempio, ricalcando un episodio del Simposio di Platone in cui <strong>il</strong> giovane<br />

Alcibiade cerca di sedurre <strong>il</strong> proprio maestro Socrate, “nella novella petroniana è <strong>il</strong> pedagogo<br />

ad attentare alla pudicizia del suo allievo (…) rispetto al nob<strong>il</strong>e modello Petronio realizza,<br />

dunque, un’opera di demistificazione”. Per quale motivo Petronio opera questo<br />

rovesciamento di valori lo capiremo trattando della fonte principale a cui attinge – rifacendosi<br />

naturalmente alla parte di Satyricon che ci è giunta -: l’Eneide di <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>.<br />

Petronio “fa capire al lettore accorto (…) che <strong>il</strong> suo modello-codice è costituito, invece,<br />

dall’Eneide di <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>. L’allusione alla fonte epica, del resto, è chiara, e non potrebbe essere<br />

altrimenti, dal momento che Petronio si preoccupa sempre di fornire al lettore gli strumenti<br />

che lo mettano in grado di decodificare: se l’ancella, ad esempio, condisce per due volte le<br />

sue perorazioni con nob<strong>il</strong>i citazioni virg<strong>il</strong>iane, ciò avrà pure un motivo”.<br />

Petronio ut<strong>il</strong>izza una vera e propria “chiave di lettura” col quale si può “ricomporre <strong>il</strong><br />

mosaico virg<strong>il</strong>iano”, e così vediamo i suoi personaggi rappresentare, di volta in volta, la<br />

“degradazione” del personaggio Didone, della sorella Anna e di Enea! “Neanche <strong>il</strong> luogo in<br />

cui è ambientato <strong>il</strong> racconto sfugge al processo di degradazione: non si tratta più della cornice<br />

fastosa della reggia, come nel modello epico, ma addirittura di un sepolcro”. La stessa storia<br />

d’amore tra Didone ed Enea, che nel poema virg<strong>il</strong>iano è destinata al fallimento per volere del<br />

Fato, in Petronio “è, dunque, sostituita dall’esito positivo”.<br />

Anche nell’episodio di Nicerote, questi “diviene una grottesca caricatura dell’Enea virg<strong>il</strong>iano,<br />

in una sorta di pastiche che recupera elementi del IV e del VI libro dell’Eneide; come Enea,<br />

anch’egli ha la sua Didone, un’ostessa dai fac<strong>il</strong>i costumi che è vedova e si chiama Melissa<br />

(quasi a ricordare Elissa, appellativo della regina di Cartagine). Tuttavia <strong>il</strong> cammino notturno<br />

irto di pericoli che Nicerote deve percorrere per raggiungere la sua vedova costituisce la<br />

ripresa in chiave parodica della catabasi di Enea nel VI dell’Eneide”, con l’aggiunta che <strong>il</strong><br />

tutto viene esposto con modalità ridicole e farsesche. “L’ironia, infatti, nasce proprio dallo<br />

sv<strong>il</strong>imento del racconto epico, che dovrà essere seguito fino ad un immancab<strong>il</strong>e, parodico<br />

rovesciamento conclusivo”.<br />

Dunque, considerando che le osservazioni citate tra virgolette appartengono a una studiosa<br />

professionista di Petronio e non a d<strong>il</strong>ettanti, dobbiamo prestagli fede, specialmente alla luce<br />

269<br />

Petronio Arbitro: I RACCONTI DEL SATYRICON Salerno Ed., Roma 2000. Tutte le citazioni sono ricavate<br />

dal cap. 8 dello studio introduttivo.<br />

129

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