Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE
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precedenza abbiamo visto che Enea fonda città in più posti del Mediterraneo dandogli nomi<br />
gravi e forti; ora egli dimentico del nome di Troia pone termine all’esodo del suo popolo<br />
facendolo svaporare in una città dal banale nome di una seconda moglie!║dictamnum,<br />
ambrosiam, panaceam Venere raccoglie lesta sul monte Ida di Creta la pianta del dittamo e<br />
la aggiunge all’acqua di medicazione che Iapige sta adoperando per curare la ferita alla<br />
gamba di Enea. <strong>Il</strong> dittamo di Creta era rinomato nell’antichità anche per le sue proprietà<br />
cicatrizzanti e antibatteriche. All’epoca di Diocleziano costava 250 denari la libbra (327 gr.) a<br />
fronte della paga di un bracciante agricolo di 25 denari! La panacea è qui una sostanza<br />
misteriosa di cui dispongono gli Dei al pari dell’ambrosia, ma in antico designava alcune<br />
specie vegetali ritenute in grado di sanare ogni affezione║(*) sacer Fauno oleaster hic<br />
steterat sacro a Fauno lì sorgeva un olivo selvatico probab<strong>il</strong>mente <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>, nel ricordare<br />
come i marinai appendessero ai suoi rami doni in commemorazione di uno scampato<br />
pericolo, intende alludere al luogo di culto del Sol Indiges, che sorgeva nei pressi dell’antica<br />
laguna litoranea ora insabbiata e che solo successivamente venne consacrato al culto di Enea.<br />
Poco più avanti <strong>il</strong> Poeta precisa che i Troiani avevano tagliato, senza alcuno scrupolo, <strong>il</strong> sacro<br />
albero per far posto allo spiazzo del duello. E’ una evidente assurdità, tenuto conto della loro<br />
pietas. <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> vuole significarci che i Romani avevano “tagliato” la vecchia leggenda di Sol<br />
Indiges per far posto al nuovo culto di Enea║(*) optima terra Turno non solo supplica Fauno<br />
di ostacolare Enea ma si rivolge anche all’ottima Terra e non sembri questo abbinamento un<br />
caso con la qualità di Indiges del Sole. Turno invoca proprio <strong>il</strong> potere del “Sole infero” o<br />
“catactonio”, secondo l’interpretazione che del termine latino dà Dionisio di<br />
Alicarnasso║indigetem Aenean quanto detto prima si completa con l’affermazione di Giove,<br />
che vuole trasformare l’eroe in Enea nume tutelare (trad. di Mario Ramous). Enea che<br />
soppianta Sol, nume tutelare del territorio e avo di re Latino║mortalin decuit violari vulnere<br />
divom? Ed era giusto oltraggiare un dio [Enea 263 ] con una ferita umana? Anche se<br />
<strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> non dice chi scagliò la freccia che colpì Enea, queste parole che Giove rimprovera a<br />
Giunone, certificano essersi trattato di Giuturna, anche se subito dopo, Giunone nega<br />
l’addebito. Dobbiamo credergli?║mentem laetata retorsit è dunque soltanto al verso 841 di<br />
questo dodicesimo ed ultimo Libro che Giunone depone l’astio contro i Troiani: contenta la<br />
mente volse altrove (tr. di R. Calzecchi-Onesti)║<br />
263 Avendolo prima definito “indigete”, cioè nume tutelare, Enea è agli occhi di Giove un Dio ancor prima di<br />
esserlo con la morte.<br />
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