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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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la vita ma la vista del balteo di Pallante, che Turno indossava come trofeo e <strong>il</strong> ricordo della<br />

sua feroce uccisione gli riaccendono in corpo l’ira. Ottemperando così al desiderio di<br />

Evandro, Enea trafigge a morte Turno.<br />

2<br />

In questo dodicesimo e ultimo libro si nota un attacco deciso alla religione del Fato. Se nel<br />

precedente libro si è evidenziata la fraudolenta interpretatio romana nella pratica di<br />

sovvertire i presagi, abbiamo qui una delle massime divinità olimpiche, Giunone, che agisce<br />

in dispregio e contro <strong>il</strong> Fato nella consapevolezza – come è testimoniato dal mito della morte<br />

di Admeto, dove le Moire vennero…ubriacate e ingannate da Apollo 261 – che esso non è<br />

ineluttab<strong>il</strong>e, bensì modificab<strong>il</strong>e in base all’agire. <strong>Il</strong> duello fra Turno ed Enea si svolge sul<br />

luogo di culto del deus indiges ovvero catachtonios, <strong>il</strong> più sacro centro cultuale latino. La<br />

morte di Turno rende quindi proprio <strong>il</strong> re rutulo <strong>il</strong> vero indigete della tradizione dei popoli<br />

latini. <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>, pur dovendo accennare ad un Enea divinizzato e nume tutelare, tace infatti<br />

della falsa leggenda che lo faceva morire affogato nel Numico. E’ la sua ultima, più tagliente<br />

cacozelìa.<br />

║Turni sororem la sorella di Turno è la ninfa Giuturna, ma più esattamente Diuturna 262<br />

(“colei che vive a lungo”). Era venerata dai Romani come ninfa delle acque e delle sorgenti<br />

del Lazio, ma più anticamente le era sacro <strong>il</strong> fiume Numicio e le sue paludi. In considerazione<br />

di questa etimologia suo fratello Turno rappresenterebbe, originariamente, <strong>il</strong> paredro<br />

masch<strong>il</strong>e, dio di fert<strong>il</strong>ità e aggressività che muore ciclicamente. ║(*) si quis modus Questa<br />

cacozelia è importantissima, così com’è posta da <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> nell’ultimo Libro, poiché fa da<br />

contraltare alla concezione augustea e romulea, alla Religione del Fato, che impernia tutta<br />

l’Eneide… ufficialmente. Giunone sob<strong>il</strong>la Giuturna ad agire a favore di Turno e contro i<br />

decreti del Fato, non accontentandosi più di procrastinare gli eventi, bensì di modificarli. Essa<br />

le si rivolge dicendo: se c’è qualche modo di evitare le sorti, agisci! E si vedrà che l’azione<br />

di Giuturna si spinge nella sua determinazione e certezza, fino a creare nel cielo un falso<br />

prodigio, fino a scagliare personalmente una freccia su Enea║solis avi specimen Latino<br />

indossa una corona formata da dodici raggi d’oro, emblema del Sole suo avo. <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> quindi<br />

segue ufficialmente per Latino la leggenda magnogreca, che lo vuole discendente del Sole<br />

attraverso la figlia Circe ma - come si è appena visto - l’antico re di Laurento, Dercenno, sta<br />

lì a testimoniare di un altro f<strong>il</strong>one interpretativo, meno ufficiale║(*) sacra deosque dabo<br />

darò gli Dei e i riti. Enea, in caso di vittoria nel duello con Turno, promette di imporre ai<br />

Latini la propria religione troiana ma socer arma Latinus habeto, imperium sollemne socer <strong>il</strong><br />

suocero Latino abbia le forze armate, <strong>il</strong> suocero abbia <strong>il</strong> potere civ<strong>il</strong>e. Questa solenne<br />

dichiarazione di Enea, resa in tono minore e a coda bassa, è in stridente contraddizione con<br />

tutte le promesse di imperium che erano state fatte ad Enea dai Superi. Se si accostano queste<br />

dichiarazioni con i precedenti gesti di “trasmissione di autorità” che Enea fece nei confronti<br />

di Didone ed ancora di Latino, si vede bene trattarsi di una cacozelia. Enea anticipa<br />

addirittura sua sponte i propositi di mescolamento dei due popoli che soltanto alla fine Giove<br />

sancirà, per esplicita richiesta di Giunone. Col troiano così appassito <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> vuol forse far<br />

trapelare l’infondatezza della stessa missione di Enea? Certamente, altrimenti non avrebbe<br />

messo in bocca a Giunone la curiosissima supplica: “Troia è caduta; lascia che sia caduto<br />

anche <strong>il</strong> nome”!║ (*) urbique dabit Lavinia nomen e Lavinia darà nome alla città In<br />

261 Euripide: ALCESTI.<br />

262 P. Grimal: DIZIONARIO DI MITOLOGIA GRECA E ROMANA, sub voce. Paideia, Brescia 1987.<br />

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