Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE
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qualche suo conoscente famoso… e al contempo che non si fosse sbarazzato da ogni<br />
identificazione con la sua ascendenza etnica.<br />
║(*) Ingentem quercum decisis undique ramis constituit tumulo una grossa quercia, da cui<br />
sono state tolte le frondi 253 , pone sul tumulo Si può vedere nella sfarzosa erezione di<br />
questo tumulo “eroico” proprio l’heroon trovato dagli archeologi. Come al solito, <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong><br />
accoglie nella sua narrazione l’elemento principale di una leggenda (quella magnogreca della<br />
morte in battaglia di Enea) incorporandolo come elemento accessorio (la morte di Mezenzio).<br />
Si tratta di una vera e propria cacozelia, anche perché non era certo rimasto <strong>il</strong> solo, tra i<br />
Romani, a conoscere le diverse leggende su Enea…║(*)Vinxerat et post terga manus, quos<br />
mitteret umbris inferias, caeso sparsurus sanguine flammas Abbiamo qui un Enea che, come<br />
farà ancora Giulio Cesare, compie sacrifici umani 254 . E’ evidente <strong>il</strong> parallelismo con<br />
l’episodio di Ach<strong>il</strong>le e Patroclo nell’<strong>Il</strong>iade. Ciononpertanto <strong>il</strong> gesto di barbarica pietas<br />
rimane: alla schiena aveva fatto legare le mani dei vinti che come vittime inviava alle<br />
ombre, per aspergere la fiamma di sangue sacrificale (tr. di Mario Ramous). Però, anche<br />
qui, la cacozelia aleggia inquietante: pochi versi prima Enea aveva posto sul corpo di Pallante<br />
una preziosa vestis (manto, drappo) che Didone aveva confezionato con le sue stesse mani<br />
come dono per l’eroe troiano. Come non contrapporre <strong>il</strong> gesto d’amore di Didone all’atto di<br />
ferocia di Enea? Stride che poco dopo <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> lo denomini “bonus Aeneas”, <strong>il</strong> buon Enea<br />
(anzichè <strong>il</strong> pio Enea come sempre fatto fin’ora), allorchè permette ai Latini di raccogliere i<br />
propri morti. Lo sberleffo è sott<strong>il</strong>e, impalpab<strong>il</strong>e ma costantemente presente║magna Diomedis<br />
ab urbe dalla grande città di Diomede Si tratta, evidentemente, di Lanuvio, che non vuole<br />
intervenire nel conflitto. Tuttavia poco più in là <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> scrive trattarsi di Arpi, città della<br />
Puglia sul fiume Ofanto. La cosa è del tutto <strong>il</strong>logica. Per quale motivo <strong>il</strong> Poeta accenna a<br />
Lanuvio, città di Giunone, ma ne nasconde l’identità se non per avvalorare la leggenda<br />
magnogreca di contro a Mecenate?║Cam<strong>il</strong>la la vergine amazzone Cam<strong>il</strong>la, più volte<br />
chiamata dal poeta “regina” e da Turno “vanto d’Italia” (decus Italiae), è in <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> una<br />
Didone armata, una Didone libera dalla seduzione di Enea, una Didone spietata e aggressiva<br />
in battaglia: “la volsca Cam<strong>il</strong>la, figlia di Mètabo, re di Priverno, cacciato dal suo popolo,<br />
diventa cacciatrice e guerriera, e sacra a Diana, è una delle figure virg<strong>il</strong>iane che,<br />
inconsapevolmente, si oppongono allo sv<strong>il</strong>uppo fatale della potenza romana, e dal fato<br />
vengono travolte” 255 . Pierre Grimal sostiene che Cam<strong>il</strong>la fu una figura interamente inventata<br />
da <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>. Probab<strong>il</strong>mente è vero dal punto di vista storico, mentre invece esistono<br />
evidentissime analogie con <strong>il</strong> mito di Arpalice, fanciulla tracia. Nella figura di Cam<strong>il</strong>la<br />
<strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> ha evidenziato una antichissima forma di iniziazione guerriera femmin<strong>il</strong>e, che nel<br />
mondo greco e italico fece perdere ogni riferimento storico già in epoca molto antica; 256 una<br />
guerriera dotata della capacità di comprendere la portata ideologica dello “scontro”, poiché,<br />
pur appartenendo all’ambito di Diana, essa sta a cuore ancor più a Giunone (cara mihi ante<br />
alias), che sfacciatamente sottrae a Diana questa pertinenza rinfacciando all’olimpica collega<br />
di non amarla quanto lei!║Accam Morendo, Cam<strong>il</strong>la si rivolge ad una compagna: Acca 257<br />
Considerando <strong>il</strong> contesto, non ci pare un caso che <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> chiami con un tal nome la<br />
compagna di Cam<strong>il</strong>la. Ciò è in relazione con l’aspetto amazzonico ed orgiastico del gruppo di<br />
253<br />
Trattandosi di un albero funebre ne venivano tolti i simboli di rinnovamento vitale, le foglie. Peraltro questa<br />
usanza non è tradizionale, poiche sui tumuli si piantavano alberi vivi.<br />
254<br />
Più precisamente <strong>il</strong> sacrificio umano sarebbe stato compiuto dall’arcade Evandro con le vittime umane che<br />
Enea gli invia. Ci pare che la differenza sia letterale non certo morale.<br />
255<br />
<strong>Virg<strong>il</strong>io</strong>: ENEIDE (a cura di R. Calzecchi-Onesti) p. 576. Mondadori, M<strong>il</strong>ano 1971<br />
256<br />
Capdev<strong>il</strong>le, cit. p.395 e ssg.<br />
257<br />
Di passata, segnaliamo che Acca è la metatesi di Caca, paredra femmin<strong>il</strong>e del gigante tellurico Caco.<br />
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