Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE
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LIBRO UNDICESIMO - “CAMILLA”<br />
(1-915)<br />
1<br />
Enea invia a Evandro le spoglie del giovane Pallante, ma <strong>il</strong> padre conferma nel dolore la sua<br />
lealtà ad Enea, ché, anzi, lo sprona ad uccidere Turno. Intanto giungono al campo troiano<br />
ambasciatori latini a chiedere una tregua per <strong>il</strong> seppellimento dei morti. L’eroe acconsente,<br />
rivolgendo ai messi latini parole accorate e benevole tanto che quest’ultimi, rientrati a<br />
Laurento, inducono in molti di loro <strong>il</strong> desiderio di concludere la pace col troiano. La notizia<br />
che la città del grande Diomede, Arpi (ma cacozelicamentre Lanuvio), non è disposta a venire<br />
in soccorso dei Latini li muove ancor più verso pensieri di pace; Latino propone di dare ai<br />
Troiani un territorio vicino al fiume Tevere e un certo Drance invita esplicitamente Turno a<br />
risolvere la questione tra lui ed Enea con un duello. Quest’ultimo non si nega e si dichiara<br />
disposto ad affrontare Enea pur non rinunciando ad incitare i Latini nel riprendere le armi,<br />
contando sul valore delle proprie forze a sull’aiuto degli alleati, tra cui primeggia la vergine<br />
anmazzone Cam<strong>il</strong>la, “vanto dell’Italia” (decus Italiae). Ad interrompere la discussione nel<br />
senato di Laurento giunge la notizia che Enea sta muovendo con i suoi e gli Etruschi verso la<br />
città latina. Turno ne approfitta per accendere di nuovo gli animi e dare ordini; mentre<br />
Cam<strong>il</strong>la dovrà tenere a bada la cavalleria etrusca, lui tenderà un agguato ad Enea, che marcia<br />
verso Laurento da un’altra direzione credendo di prendere di sorpresa i suoi abitanti. In cielo<br />
intanto, la Dea Diana conosce già quale sarà la triste sorte della sua preferita, Cam<strong>il</strong>la, e per<br />
non lasciarne invendicata la morte, incarica la ninfa Opi di uccidere con una freccia, quando<br />
verrà <strong>il</strong> momento, l’assassino di Cam<strong>il</strong>la. Quest’ultima è figlia del re volsco di Priverno,<br />
Mètabo. Ha vissuto fin da bambina in mezzo alle foreste, costretta a ciò da eventi sfavorevoli,<br />
dividendo <strong>il</strong> cibo con gli animali ed educandosi in maniera selvaggia e guerresca. Divenuta<br />
una vera amazzone, ora essa combatte la cavalleria avversaria seminando strage fra i guerrieri<br />
etrusco-troiani. La battaglia è violentissima e più di una volta, sotto le mura di Laurento, le<br />
opposte fazioni passano dall’attacco alla difesa e da questa di nuovo alla riscossa. Tuttavia <strong>il</strong><br />
destino sfavorevole si compie per mano di Arrunte che, dopo averla guatata cercando <strong>il</strong><br />
momento favorevole per colpirla, la uccide vigliaccamente con un colpo di lancia a distanza,<br />
dopodichè, spaventato dal suo stesso gesto, fugge nei boschi. Qui la ninfa Opi lo fulmina con<br />
un tremendo colpo di freccia. La morte di Cam<strong>il</strong>la determina <strong>il</strong> cedimento delle truppe<br />
italiche che scappano verso la città in fuga disordinata e lamentando così un gran numero di<br />
perdite. Intanto Turno, appresa con sgomento la notizia, abbandona la sua posizione<br />
d’agguato dirigendosi verso Laurento, nello stesso momento in cui Enea con i suoi fa lo<br />
stesso. I due comandanti riescono perfino a scorgersi in lontananza ma <strong>il</strong> sopraggiungere<br />
delle tenebre impedisce lo scontro diretto.<br />
2<br />
Una nota di colore: <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> mette in bocca a Cam<strong>il</strong>la e Tarconte due giudizi sprezzanti sul<br />
popolo dei Liguri e su quello etrusco, giudizi che sono troppo particolari per non esser i suoi<br />
personali. Dei Liguri infatti vien detto che è un popolo subdolo, falso e bugiardo, ben<br />
rappresentato dal figlio di Auno; degli Etruschi vien detto essere un popolo sempre fiacco,<br />
sempre lamentoso ma che non è mai fiacco né lamentoso quando si tratta di dedicarsi ai<br />
piaceri del letto e della mensa! 252 E’ diffic<strong>il</strong>e pensare che <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> non avesse qui in mente<br />
252 A prescindere da queste amenità, segnaliamo che quello dei Liguri era <strong>il</strong> popolo preferito da J.J. Bachofen:<br />
“schiatta da lui pred<strong>il</strong>etta e fortemente idealizzata con colori apollinei” (Introduzione di G. Arrigoni al<br />
SIMBOLISMO FUNERARIO DEGLI ANTICHI di Bachofen).<br />
115