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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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LIBRO NONO - “TURNO”<br />

(1-818)<br />

1<br />

Mentre Enea è impegnato lontano dall’accampamento troiano, Giunone decide di inviare la<br />

sua messaggera Iride a Turno per informarlo della lontananza di Enea e quindi<br />

dell’opportunità che gli si offre di assalire <strong>il</strong> nemico privo del suo condottiero. Turno<br />

ringrazia felice gli Dei e muove con l’esercito contro le deboli fortificazioni troiane, tentando<br />

prima di tutto di incendiare le navi troiane che però, grazie ad un prodigio, vengono mutate in<br />

ninfe. I Troiani prima che venga mosso l’assalto assecondano l’idea di due giovani, Eurialo e<br />

Niso, di passare le linee nemiche per correre ad avvertire Enea. L’inesperienza e <strong>il</strong> desiderio<br />

di combattere tradiscono però i due giovani che, dopo aver ucciso molti Rutuli, vengono<br />

sopraffatti. Le loro teste, issate su due picche, fanno da battistrada all’assalto verso <strong>il</strong> campo<br />

eneadico. I Troiani si battono con valore e rispondono colpo su colpo alle sfuriate nemiche<br />

anche quando Turno, rimasto accerchiato dentro l’accampamento avversario, fa strage di<br />

guerrieri. E’ infatti costretto a fuggire e porsi in salvo gettandosi nel Tevere per evitare di<br />

venire ucciso dalla reazione troiana. <strong>Il</strong> dio del fiume gli impedisce di annegare adagiandolo<br />

incolume sulla sponda.<br />

2<br />

Da segnalare l’erronea ipotesi che <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> abbia fatto andare Enea fino a Cortona in cerca di<br />

alleati, tanto che ingannati dalla loro stessa insipienza un gruppo di epigoni della religione<br />

augustea negli anni ’80 organizzò proprio in quella cittadina un convegno sulla tradizione<br />

romano-italica! Comunque, a parte <strong>il</strong> fatto che Cortona è ben lungi dall’essere una delle iù<br />

lontane città etrusche, c’è da dire che <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> stesso si è prestato all’equivoco, in quanto al<br />

verso 11, “arruola una truppa etrusca raccolta nelle campagne” mentre nel Libro precedente<br />

la trova già organizzata da Tarconte a Cere e pronta a muovere per proprio conto. Nella<br />

discrepanza, <strong>il</strong> riferimento a Corito, inteso quale regione confinaria a nord di Cere, ci pare <strong>il</strong><br />

più pertinente. Circa la trasformazione delle navi troiane in ninfe marine, assistiamo<br />

all’abitudine prettamente romana o etrusca di stornare i presagi a proprio favore,<br />

commettendo quindi una vera empietà religiosa. <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> lo mette in evidenza – ponendolo<br />

prudentemente in bocca a un non romano, Turno – denunciando tutta la falsità e l’ipocrisia<br />

dell’interpretatio romana!<br />

║extremas Corythi penetravit ad urbes questo passo ha dato adito a interpretazioni che<br />

vogliono far ritenere Enea spintosi fino ai margini dell’Etruria, a Cortona, appoggiandosi a<br />

tre passi delle Puniche di S<strong>il</strong>io Italico che quella città chiamava Corito. I traduttori infatti<br />

tradiscono: “alle estreme città d’Etruria si è spinto”. Ciò è in palese contrasto con i<br />

movimenti di Enea nel libro precedente e quindi è inammissib<strong>il</strong>e, anche alla luce del fatto che<br />

presso Cere gli Etruschi si erano già raggruppati in armi, pronti a guerreggiare ed Enea non<br />

aveva bisogno di andarli a cercare là donde erano già partiti. Bisogna quindi tradurre<br />

correttamente così: [Enea] penetrò [in Etruria] fino alle più lontane città [del territorio] di<br />

Corito: «…aveva <strong>il</strong> nome di Corito una piccola parte di territorio etrusco compreso fra <strong>il</strong> lago<br />

di Bolsena, i Monti Cimini, i Monti della Tolfa e la sottostante costa tirrenica. Di<br />

conseguenza <strong>il</strong> poeta <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> definisce i v<strong>il</strong>laggi appartenenti ai quattro popoli della costa<br />

[vedi X, 183] come extremas urbes Corythi, cioè v<strong>il</strong>laggi periferici del territorio di Corito.<br />

Con altrettanta precisione lo stesso <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> rappresenta l’incontro fra Enea e Tarconte come<br />

110

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