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Il Cattivo Zelo - Virgilio e il segreto dell'Eneide - ANTICA MADRE

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LIBRO OTTAVO - “PREPARATIVI DI GUERRA”<br />

(VIII, 1-731)<br />

1<br />

Turno, re dei Rutuli e sposo mancato di Lavinia, muove le sue truppe ed altre ne convoca per<br />

dare addosso ai Troiani. Enea è angosciato per la piega che hanno preso gli eventi ma gli<br />

appare in sonno <strong>il</strong> Dio del fiume Tevere, <strong>il</strong> quale lo conforta ricordandogli che ormai è giunto<br />

nella terra a lui promessa e non deve temere la guerra predicendogli <strong>il</strong> compimento della<br />

profezia di Eleno, quella della scrofa con i trenta porcelli: segno del luogo dove fonderà la<br />

nuova Troia. Inoltre lo invita a risalire <strong>il</strong> fiume fino al borgo di Pallanteo, dove vivono, nel<br />

sito della futura Roma, degli arcadi cui è legato da lontani vincoli di sangue e che lo<br />

aiuteranno nella lotta contro i suoi nemici. <strong>Il</strong> loro re infatti, Evandro, lo indirizza verso una<br />

coalizione etrusca avversa ai Rutuli e guidata da Tarconte, accampata presso la città di Cere,<br />

dove si è pronti ad imbarcarsi con una flotta verso le spiagge latine; prima però, lo guida in<br />

un percorso attraverso quella che sarà la futura Roma, narrandogli la locale storia di Ercole e<br />

Caco. Nel frattempo Venere ottiene da Vulcano delle armi divine con le quali suo figlio potrà<br />

fac<strong>il</strong>mente sgominare le schiere avversarie. In un primo tempo gliele mostra dall’alto dei cieli<br />

e poi gliele consegna materialmente allorchè Enea si reca nel campo etrusco. Particolarmente<br />

splendido è lo scudo, dove sono istoriate le maggiori vicende della futura gloria di Roma,<br />

fino alla battaglia navale di Azio e al trionfo di Ottaviano Augusto sui nemici ellenistici:<br />

Antonio e Cleopatra.<br />

2<br />

Secondo alcuni studiosi questo Libro sarebbe stato composto anticipatamente da <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong><br />

rispetto a tutto <strong>il</strong> poema per offrire ad Augusto una primizia dell’esaltazione mitica ch’egli<br />

andava facendo della romanità. Nella descrizione della visita di Enea a Pallanteo e della<br />

leggenda di Ercole e Caco, <strong>il</strong> poeta mostra di conoscere alcuni particolari della Roma delle<br />

origini ma al contempo deforma notevolmente i racconti mitici concernenti queste stesse<br />

origini. Se, da una parte, infatti, accenna sorprendentemente a insediamenti sul Gianicolo e<br />

sulla rupe Tarpea, che solo recentemente gli studiosi hanno identificato come le prime sedi di<br />

abitati stab<strong>il</strong>i nel sito di Roma, gli stessi studiosi hanno peraltro dimostrato come la vicenda<br />

di Ercole, Caco ed Evandro vada a sostituire un insieme di racconti più antichi e più autentici<br />

e, soprattutto, molto meno mitici 232 . E’ quindi doveroso porsi la domanda: perché <strong>il</strong> Poeta ha<br />

operato questa variazione? L’unica spiegazione verosim<strong>il</strong>e è quella di aver voluto “dare un<br />

colpo” anche a Mecenate, f<strong>il</strong>oetrusco, contrabbandando dei racconti greci che farebbe di<br />

Evandro (disceso dal Dardano arcade) <strong>il</strong> primo fondatore di Roma. Anche la storia di Ercole e<br />

Caco, è greca: “essa non è altro che una delle forme assunte, con singole varianti, da una<br />

leggenda popolare dei greci d’Italia”. 233 Ciò viene confermato cacozelicamente dall’accenno<br />

alla città fondata da un altro greco, Diomede, proprio mentre <strong>il</strong> poeta deve adempiere agli<br />

“iussa” di Mecenate che vorrebbe far passare sottobanco la leggenda etrusca. Si può parlare<br />

davvero di un doppio gioco virg<strong>il</strong>iano, con Augusto e con Mecenate. Ciò non significa<br />

peraltro che <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> non sapesse che le leggende greche traducevano delle realtà storiche<br />

genuinamente italiche, a meno di non pensare che <strong>il</strong> poeta non avesse mai letto Cassio<br />

Hemina! Storicamente l’Urbe esisteva prima del 753 a.C., ed era un centro commerciale<br />

importante frequentato da Greci, Liguri, Siculi, Sabini, Latini ed Etruschi 234 . <strong>Virg<strong>il</strong>io</strong> quindi<br />

232<br />

Vedi soprattutto l’ottimo Gérard Capdev<strong>il</strong>le: VOLCANVS, Première partie p.1-147. École Française de<br />

Rome, Roma 1995.<br />

233<br />

G. Duméz<strong>il</strong>: LA RELIGIONE ROMANA ARCAICA, p.376. Rizzoli, M<strong>il</strong>ano 1977.<br />

234<br />

Alcuni studiosi, come <strong>il</strong> Piganiol, hanno anche avanzato l’ipotesi di una antichissima presenza fenicia: cfr.<br />

Duméz<strong>il</strong>, cit. p.377 n.3<br />

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