Sante, l'abbraccio dal Presidente - Sezione Vicenza

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14.06.2013 Views

6 - Storie dell’adunata Monte Grappa, patria della pace Alle ore 4.00 suona la sveglia. Lo zaino già pronto con la dotazione standard ingoia anche panini, vino, caffè e grappa. Si parte nella convinzione che in età non più verde come la nostra neanche una bella ragazza ci avrebbe strappato dal letto a quell’ora. Forse! Il parcheggio di Romano già presenta i primi segni d’animazione. La truppa è pronta, il bus in orario s’imbocca la strada Cadorna e via verso la Cima. Ho un biglietto che porta il numero 1. Zaini a terra, il caffè, si esce in una giornata bella, con una leggera foschia che non c’impedisce di vedere o perlomeno d’intuire le montagne intorno, spaziando a 360°. In attesa della cerimonia ci s’incammina per un sentiero che ci porta a dare un’occhiata più da vicino. Il versante è quello verso il Boccaor, le Meate il Tomba. Il tempo passa veloce, si torna si mangia un panino e si beve un’ombra, le risate, i ricordi, le prese in giro, le foto. Quanto è bella l’amicizia. Era la stessa che i nostri soldati avevano sul Grappa. La loro purtroppo durava spesso solo pochi giorni. Arriva l’ora della cerimonia, anticipata dai motori degli elicotteri che fanno scendere il picchetto armato che renderà gli onori, mentre con voce vibrante lo speaker racconta la storia di quel monte citando i nomi dei reparti Il labaro nazionale sul Grappa e dei Monti che gli hanno visti protagonisti. Da valli e convalli risponde nitido, fresco, giovanile, entusiastico un solo grido: PRESENTE! I nostri morti sono con noi, lusingati dalla memoria dei vivi, che è la vita dei morti. Sono andati avanti, ma non di molto, ci aspettavano. Arriva il Consiglio nazionale dell’Ana, marciando e dandosi il tempo con il 33. Escono i sacerdoti, comandati dal vescovo di Padova per diritto di Diocesi. Lo speaker annuncia l’alzabandiera, la tromba della fanfara militare alpina suona l’ATTENTI! Gli ottomila presenti scattano, non c’è nessuno seduto, distratto. Si fa il saluto, si guarda la Bandiera con il rispetto e l’amore di sempre, con il rimpianto che qualcuno non l’onori come si deve. Alta sui pennoni garrisce al vento, che in quota non manca mai, i nostri cappelli alpini hanno le penne che vibrano frementi quasi come antenne che trasmettano di sentimenti mai sopiti. Dopo il RIPOSO! Prima del rito religioso la Presidenza dell’Ana depone una corona sul cippo che indica la sepoltura di diciotto ignoti caduti. Alla fine della messa, magistralmente accompagnata del Coro Edelweiss, si rendono gli onori ai resti di tre caduti ritrovati da poco sul Col dell’Orso, senza poterne provarne

nell’identità nè la nazionalità. Ecco che un atto di pietà umana che unisce per sempre le nazioni, riconoscente per chi ha compiuto il proprio dovere fino all’estremo sacrificio. La cerimonia finisce, la commozione tarda a sfumare, guardo verso il sacello al termine della Via Eroica, e i caduti italiani e austriaci, tedeschi e boemi, inglesi e francesi sono là, ci L’Ossario del Grappa… …invaso dagli Alpini Storie dell’adunata - 7 salutano, alcuni sono a braccetto, alcuni scherzano, alcuni fumano. Sembrano dirci che loro, per sempre uniti rimangono per assicurarsi che la loro disgrazia non possa più appartenere a nessun uomo. Monte Grappa tu sei la mia Patria, tu sei la Patria della pace dell’Europa unita. Giorgio Galla

6 - Storie dell’adunata<br />

Monte Grappa, patria della pace<br />

Alle ore 4.00 suona la sveglia. Lo zaino già pronto con la<br />

dotazione standard ingoia anche panini, vino, caffè e grappa.<br />

Si parte nella convinzione che in età non più verde come la<br />

nostra neanche una bella ragazza ci avrebbe strappato <strong>dal</strong><br />

letto a quell’ora. Forse! Il parcheggio di Romano già presenta<br />

i primi segni d’animazione. La truppa è pronta, il bus in<br />

orario s’imbocca la strada Cadorna e via verso la Cima. Ho<br />

un biglietto che porta il numero 1. Zaini a terra, il caffè, si<br />

esce in una giornata bella, con una leggera foschia che non<br />

c’impedisce di vedere o perlomeno d’intuire le montagne<br />

intorno, spaziando a 360°. In attesa della cerimonia ci s’incammina<br />

per un sentiero che ci porta a dare un’occhiata più<br />

da vicino. Il versante è quello verso il Boccaor, le Meate il<br />

Tomba. Il tempo passa veloce, si torna si mangia un panino e<br />

si beve un’ombra, le risate, i ricordi, le prese in giro, le foto.<br />

Quanto è bella l’amicizia. Era la stessa che i nostri soldati<br />

avevano sul Grappa. La loro purtroppo durava spesso solo<br />

pochi giorni.<br />

Arriva l’ora della cerimonia, anticipata dai motori degli<br />

elicotteri che fanno scendere il picchetto armato che renderà<br />

gli onori, mentre con voce vibrante lo speaker racconta<br />

la storia di quel monte citando i nomi dei reparti<br />

Il labaro nazionale sul Grappa<br />

e dei Monti che gli hanno visti protagonisti. Da valli e<br />

convalli risponde nitido, fresco, giovanile, entusiastico un<br />

solo grido: PRESENTE! I nostri morti sono con noi, lusingati<br />

<strong>dal</strong>la memoria dei vivi, che è la vita dei morti. Sono<br />

andati avanti, ma non di molto, ci aspettavano. Arriva il<br />

Consiglio nazionale dell’Ana, marciando e dandosi il tempo<br />

con il 33. Escono i sacerdoti, comandati <strong>dal</strong> vescovo di<br />

Padova per diritto di Diocesi. Lo speaker annuncia l’alzabandiera,<br />

la tromba della fanfara militare alpina suona<br />

l’ATTENTI! Gli ottomila presenti scattano, non c’è nessuno<br />

seduto, distratto. Si fa il saluto, si guarda la Bandiera<br />

con il rispetto e l’amore di sempre, con il rimpianto che<br />

qualcuno non l’onori come si deve. Alta sui pennoni garrisce<br />

al vento, che in quota non manca mai, i nostri cappelli<br />

alpini hanno le penne che vibrano frementi quasi come<br />

antenne che trasmettano di sentimenti mai sopiti. Dopo il<br />

RIPOSO! Prima del rito religioso la Presidenza dell’Ana<br />

depone una corona sul cippo che indica la sepoltura di diciotto<br />

ignoti caduti.<br />

Alla fine della messa, magistralmente accompagnata del<br />

Coro Edelweiss, si rendono gli onori ai resti di tre caduti<br />

ritrovati da poco sul Col dell’Orso, senza poterne provarne

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