Sante, l'abbraccio dal Presidente - Sezione Vicenza
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Maggio 1963 – La Fanfara<br />
della Brigata Cadore<br />
L’ALPINO l’appello<br />
per gli ex componenti<br />
della Fanfara della disciolta<br />
Brigata Alpina<br />
Cadore, ad unirsi per<br />
ricostituirla. Fu così<br />
che all’Adunata di<br />
Aosta ci ritrovammo<br />
e sfilammo quasi increduli<br />
di quello che<br />
stavamo rivivendo.<br />
Sono seguite: Trieste,<br />
Parma, Asiago, Cuneo<br />
ed ora Bassano! Una<br />
Bassano gia vissuta<br />
con le stellette da alcuni<br />
di noi, la Bassano<br />
del Ponte, la Bassano del Grappa della grappa! La Bassano<br />
dell’Adunata ritrovata. L’Adunata che mi è piaciuta. Mi è<br />
piaciuta perché con tanti altri ne sono stato interprete e nella<br />
Ubriachi e appassionati degli alpini. Due aspetti contrastanti<br />
dei giovani alla grande Adunata di Bassano, che<br />
fanno meditare. Che in queste occasioni ci sia gente che<br />
beve è normale; ed è normale purtroppo che ci sia chi<br />
esagera, fino a ridursi come uno straccio da essere portato<br />
via con l’ambulanza. Succede in tutte le adunate.<br />
Quello che mi ha fatto star male è che gli ubriachi fradici<br />
che ho visto barcollare per le strade o addormentati per<br />
terra erano quasi tutti giovani. Di sera, mattina, pomeriggio.<br />
Alcuni non avevano neanche il cappello alpino,<br />
altri lo avevano comprato in qualche bancarella. Mi ha<br />
fatto star male perché non è una prerogativa dell’adunata<br />
Storie dell’adunata - 5<br />
Maggio 2008 La fanfara storica<br />
quale ho rivissuto palpiti e ricordi; con vecchi “frati” di naia<br />
(pochi) e nuovi amici (tanti).<br />
Luigi Girardi<br />
Giovani, le due facce della medaglia<br />
Quello che non vorremmo vedere<br />
degli alpini, ma un aspetto della nostra società e dei giovani<br />
di oggi, che non sanno più divertirsi semplicemente<br />
stando in compagnia, scherzando e cantando: hanno bisogno<br />
dell’alcol per “uscire fuori” e non sanno neanche<br />
fermarsi a quella sana euforia che dà l’alcol bevuto con<br />
giudizio. E non è servito nemmeno essere in mezzo a<br />
migliaia di alpini che stavano bene e si divertivano anche<br />
senza ubriacarsi.<br />
Sicuramente non appartengono a questa categoria i due<br />
giovani addetti al registro delle firme che abbiamo incontrato<br />
alla mostra sulla Grande Guerra, sempre a<br />
Bassano. Hanno visto la nappina rossa del mio amico<br />
Paolo e ci hanno chiesto il perché di quei colori diversi:<br />
individua i vari battaglioni abbiamo risposto. E perché<br />
il suo cappello la ha di ottone? È quella degli ufficiali.<br />
Così è cominciato quasi un gioco a riconoscere i reparti.<br />
Arriva una nappina rossa: battaglione Pieve di Cadore,<br />
esatto! Una bianca: Feltre. No, Mondovì, perché sul fregio<br />
c’è il 4 e non il 7, quindi è un altro reggimento, con<br />
battaglioni diversi, ma tutti con nappine bianche, rosse e<br />
verdi. Arriva una nappina verde: Belluno! No, vedete che<br />
dentro c’è un numero e che sul fregio ci sono due cannoni<br />
al posti dei fucili? Vuol dire artiglieria da montagna e<br />
il numero dentro indica la batteria. Un gioco sempre più<br />
complicato con l’apparire di nappine blu o ciclamino...<br />
Molto interessati all’argomento, a volte anche commoventi,<br />
in breve si sono fatti una cultura di brigate, reggimenti,<br />
battaglioni, reparti vari. Una volta, con la leva<br />
obbligatoria, queste cose le avrebbero imparate bene sul<br />
campo... E chissà che bravi alpini sarebbero diventati!<br />
Dino Biesuz