Sante, l'abbraccio dal Presidente - Sezione Vicenza
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2 - La feritoia del Torrione<br />
Cosa vogliamo ricordare?<br />
Venerdì 20 giugno ero a Schio alla<br />
serata sul ventennale dell’inizio dei<br />
lavori di sistemazione delle 52 gallerie<br />
del Pasubio: gli organizzatori<br />
ne hanno approfittato per presentare<br />
altri progetti di recupero<br />
e pulizia dei<br />
luoghi della<br />
Grande<br />
Guerra, così come previsti<br />
<strong>dal</strong>la legge 78/2001 .<br />
La serata preparata dagli alpini<br />
della zona Val Leogra<br />
si è svolta nel cinema-teatro<br />
“Pasubio” ed ha visto la partecipazione<br />
del coro “Monte<br />
Pasubio”, che ha animato<br />
l’incontro. A<br />
fare gli onori di<br />
casa era l’amico<br />
Gigi Girardi che<br />
particolarmente<br />
ispirato introduceva<br />
i vari saluti<br />
(Ruggero Rossato,<br />
Bepi Galvanin,<br />
Luigi Dalla Via,<br />
sindaco di Schio)<br />
e interventi (l’architetto<br />
Vittorio<br />
Corà, responsabile<br />
dei lavori). Per<br />
stessa ammissione degli<br />
organizzatori l’evento ha<br />
visto una partecipazione<br />
scarsina da parte della popolazione<br />
e delle autorità.<br />
Un’altra cosa vorrei mettere in evidenza. I progetti<br />
presentati <strong>dal</strong>l’architetto Corà sono accattivanti e ben<br />
studiati. E allora come mai a fronte di tante fatiche<br />
che presuppongono un’impegnativa ricerca storica e<br />
documentale, sono state già costruite diverse opere in<br />
cemento armato?<br />
Perché, a mio avviso, la questione è propria questa. Se<br />
è vero che la valorizzazione e la conservazione della<br />
montagna e dei luoghi della Grande Guerra passano<br />
anche per le fortificazioni, le trincee e le strade militari,<br />
è altrettanto vero che sarebbe opportuno evitare<br />
la costruzione qua e là di monumenti di cemento<br />
fin troppo “artistici”. Soprattutto,<br />
mi suona strano che in<br />
contesti più o<br />
meno ufficiali,<br />
le cui indiscrezioni<br />
sono state<br />
anche pubblicate<br />
<strong>dal</strong>la stampa, si parli<br />
di sfruttamento del<br />
comprensorio del<br />
Pasubio. Ho fatto<br />
un sogno ad occhi<br />
aperti qualche giorno<br />
fa: stavo salendo<br />
sul Pasubio e ad<br />
un tratto sono stato<br />
fermato da due<br />
signori in divisa.<br />
Questi mi chiedevano<br />
il biglietto.<br />
Ovviamente non<br />
lo avevo, e loro, i<br />
bigliettai, mi hanno<br />
costretto a tornare<br />
a valle per<br />
pagare il dovuto.<br />
Poi mi sono chiesto:<br />
incubo o premonizione?<br />
Sarò pignolo, ma mi<br />
risulta che se le parole hanno ancora senso,<br />
costruire e sfruttare sono cose diverse da conservare,<br />
valorizzare, e ricordare. Tanto più che la valorizzazione<br />
di quanto accaduto 90 anni fa non può essere<br />
solo un fatto edile, ma sono convinto che essa debba<br />
passare attraverso l’analisi dello spirito di quegli uomini<br />
che proprio là hanno combattuto.<br />
Gianni Periz