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Sante, l'abbraccio dal Presidente - Sezione Vicenza

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10 - Nello zaino<br />

stra “Percorso storico del Tricolore” al Palazzo Marchesale<br />

di Taviano, interessante storia delle origini e dell’evoluzione<br />

del simbolo della nostra Patria: la bandiera tricolore. Al parco<br />

Ricchello si è tenuto un concerto di cori alpini.<br />

La serata è stata aperta <strong>dal</strong> coro ANA di Piovene Rocchette<br />

magistralmente diretto <strong>dal</strong> prof. Alessandro Canale, a seguire il<br />

coro Stelle Alpine dell’ANA di Bari ed il coro alpino “Gruppo<br />

Salento” Poliphonica Nova di Parabita (LE). Entusiasta il numeroso<br />

pubblico, tra cui il gen. Antonino Cassotta presidente<br />

della <strong>Sezione</strong> di Bari, che durante la cena, mi ha reso partecipe<br />

dell’amicizia che lo legava al compianto presidente Periz, iniziata<br />

durante l’organizzazione degli aiuti alle popolazioni colpite<br />

<strong>dal</strong> terremoto dell’Irpinia, diretti appunto da Vincenzo Periz.<br />

Il giorno successivo si è svolto il pranzo ufficiale, allietato<br />

di tanto in tanto da spontanee cante intonate <strong>dal</strong> coro di<br />

Piovene con l’aggregazione dei commensali. Infine, giunto<br />

il momento fatidico dei saluti e della partenza, la prospettiva<br />

di un viaggio faticoso di ben 13 ore è apparsa ampiamente<br />

ripagata, ve l’assicuro, <strong>dal</strong>l’accoglienza ricevuta e<br />

<strong>dal</strong>la consapevolezza di aver dato un contributo, seppur<br />

minimo, nell’aiuto ai più bisognosi. Per questo un sincero<br />

ringraziamento va a Luigi Leo, Capogruppo del Salento,<br />

ed a Piero Buffo, suo braccio destro e mente organizzativa<br />

della manifestazione.<br />

Tutto bello dunque? Non proprio. Rimane l’amaro in bocca<br />

nel constatare che in un Gruppo come quello di Villaverla,<br />

La Val d’Assa è la valle che congiunge gli Altipiani di<br />

Lavarone e gli Altipiani di Asiago, attraverso il Passo delle<br />

Vezzene. A metà strada circa, sotto i dirupi del Monte<br />

Verena, in territorio italiano fortificato, già ai tempi della<br />

1^ guerra mondiale, una bicocca col nome di<br />

“Osteria al Termine” segnava il confine dei<br />

territori austriaci. L’osteria è ancor oggi in<br />

piena attività, ingrandita ed abbellita come<br />

si conviene ai nostri tempi ed abitudini.<br />

Lavarone faceva parte del territorio austriaco<br />

e, a causa del conflitto, tutta la<br />

popolazione era stata sfollata e sistemata<br />

oltre il confine, in un paesino dell’Austria,<br />

lontano <strong>dal</strong>la guerra. A Passo Vezzena, a<br />

monte della strada carrozzabile per Asiago,<br />

il colossale Forte Vezzena, dominato in alto<br />

<strong>dal</strong> Fortino Osservatorio. Pur dotato di un<br />

discreto armamento in direzione del Passo,<br />

aveva compiti di osservazione e comunque<br />

di riferimento, press’a poco alla stessa stregua di quello<br />

di Monte Rust. L’accesso, per uomini e rifornimenti, non<br />

molto agibile in realtà data la conformazione del terreno,<br />

avveniva <strong>dal</strong>la Valsugana e più precisamente <strong>dal</strong>la Val di<br />

Sella.<br />

su circa 250 soci alpini solamente in cinque abbiano avuto la<br />

disponibilità alla trasferta, sicuramente impegnativa come ho<br />

detto prima, ma anche carica di valori sociali, di solidarietà,<br />

di abnegazione e non per ultimo di rappresentanza del nostro<br />

Gruppo invitato dai nostri “gemelli” leccesi. Carico di veri<br />

valori ALPINI insomma!<br />

Spero che lo spirito alpino, con il tempo vada migliorandosi<br />

maggiormente, altrimenti vuol dire che con esso, purtroppo,<br />

se ne sono andati anche gli Alpini.<br />

Francesco Rando<br />

Si restaura la chiesa di S. Zita al Vezzena<br />

Placchetta austriaca per copricapo usata<br />

dai soldati durante la Grande Guerra<br />

Il coro ANA di Piovene R. con il coro Stelle Alpine di Bari ed il sindaco di Taviano<br />

A circa 1300 metri <strong>dal</strong> Passo Vezzena, in direzione di Asiago,<br />

in pieno territorio austriaco, quindi, esisteva la Chiesa di Santa<br />

Zita (St. Zita-Kappelle), edificata nel 1917 quando la zona,<br />

dopo la “Strafexpedition” da prima linea diventò sede di retrovie.<br />

Accanto alla chiesetta esisteva un cimitero militare<br />

con salme di Caduti austriaci e italiani. La chiesetta<br />

subì la sorte devastatrice della guerra ed i<br />

resti furono demoliti alla fine degli anni “40; le<br />

salme dei Caduti già erano state traslate negli<br />

ossari e nel cimitero militare di Levico.<br />

Ora la <strong>Sezione</strong> di Trento ha assunto la iniziativa<br />

di ricostruire la Chiesetta di S. Zita<br />

e, già prima dell’inverno, squadre di volontari<br />

di Sezioni consorelle hanno portato a termine<br />

la fase iniziale dei lavori, giungendo fino alla<br />

copertura del nuovo edificio. L’inverno appena<br />

trascorso è stato –se vogliamo- anche abbastanza<br />

mite e senza nevicate fuori tempo, il<br />

che ha permesso le ripresa del lavori abbastanza<br />

presto. Lavori che devono essere ultimati per il prossimo<br />

agosto (metà mese) epoca nella quale avverrà la cerimonia<br />

ufficiale di inaugurazione dove la <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong> offrirà<br />

la porta d’entrata.<br />

Silvio Adrogna

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