Sante, l'abbraccio dal Presidente - Sezione Vicenza
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IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO DI VICENZA FERROVIA, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE, CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE L’IMPORTO DOVUTO.<br />
Notiziario della sezioNe di ViceNza<br />
ANNO 2008 - NUMERO 3 - LUGLIO - Poste Italiane S.p.A. - Spediz in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 2, DCB <strong>Vicenza</strong><br />
<strong>Sante</strong>, l’abbraccio <strong>dal</strong> <strong>Presidente</strong>
2 - La feritoia del Torrione<br />
Cosa vogliamo ricordare?<br />
Venerdì 20 giugno ero a Schio alla<br />
serata sul ventennale dell’inizio dei<br />
lavori di sistemazione delle 52 gallerie<br />
del Pasubio: gli organizzatori<br />
ne hanno approfittato per presentare<br />
altri progetti di recupero<br />
e pulizia dei<br />
luoghi della<br />
Grande<br />
Guerra, così come previsti<br />
<strong>dal</strong>la legge 78/2001 .<br />
La serata preparata dagli alpini<br />
della zona Val Leogra<br />
si è svolta nel cinema-teatro<br />
“Pasubio” ed ha visto la partecipazione<br />
del coro “Monte<br />
Pasubio”, che ha animato<br />
l’incontro. A<br />
fare gli onori di<br />
casa era l’amico<br />
Gigi Girardi che<br />
particolarmente<br />
ispirato introduceva<br />
i vari saluti<br />
(Ruggero Rossato,<br />
Bepi Galvanin,<br />
Luigi Dalla Via,<br />
sindaco di Schio)<br />
e interventi (l’architetto<br />
Vittorio<br />
Corà, responsabile<br />
dei lavori). Per<br />
stessa ammissione degli<br />
organizzatori l’evento ha<br />
visto una partecipazione<br />
scarsina da parte della popolazione<br />
e delle autorità.<br />
Un’altra cosa vorrei mettere in evidenza. I progetti<br />
presentati <strong>dal</strong>l’architetto Corà sono accattivanti e ben<br />
studiati. E allora come mai a fronte di tante fatiche<br />
che presuppongono un’impegnativa ricerca storica e<br />
documentale, sono state già costruite diverse opere in<br />
cemento armato?<br />
Perché, a mio avviso, la questione è propria questa. Se<br />
è vero che la valorizzazione e la conservazione della<br />
montagna e dei luoghi della Grande Guerra passano<br />
anche per le fortificazioni, le trincee e le strade militari,<br />
è altrettanto vero che sarebbe opportuno evitare<br />
la costruzione qua e là di monumenti di cemento<br />
fin troppo “artistici”. Soprattutto,<br />
mi suona strano che in<br />
contesti più o<br />
meno ufficiali,<br />
le cui indiscrezioni<br />
sono state<br />
anche pubblicate<br />
<strong>dal</strong>la stampa, si parli<br />
di sfruttamento del<br />
comprensorio del<br />
Pasubio. Ho fatto<br />
un sogno ad occhi<br />
aperti qualche giorno<br />
fa: stavo salendo<br />
sul Pasubio e ad<br />
un tratto sono stato<br />
fermato da due<br />
signori in divisa.<br />
Questi mi chiedevano<br />
il biglietto.<br />
Ovviamente non<br />
lo avevo, e loro, i<br />
bigliettai, mi hanno<br />
costretto a tornare<br />
a valle per<br />
pagare il dovuto.<br />
Poi mi sono chiesto:<br />
incubo o premonizione?<br />
Sarò pignolo, ma mi<br />
risulta che se le parole hanno ancora senso,<br />
costruire e sfruttare sono cose diverse da conservare,<br />
valorizzare, e ricordare. Tanto più che la valorizzazione<br />
di quanto accaduto 90 anni fa non può essere<br />
solo un fatto edile, ma sono convinto che essa debba<br />
passare attraverso l’analisi dello spirito di quegli uomini<br />
che proprio là hanno combattuto.<br />
Gianni Periz
IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO DI VICENZA FERROVIA, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE, CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE L’IMPORTO DOVUTO.<br />
SOMMARIO<br />
NOTIZIARIO DELLA SEZIONE DI VICENZA<br />
ANNO 2008 - NUMERO 3 - LUGLIO - Poste Italiane S.p.A. - Spediz in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 2, DCB <strong>Vicenza</strong><br />
<strong>Sante</strong>, l’abbraccio <strong>dal</strong> <strong>Presidente</strong><br />
08-0461 Alpin fa Grado_3.indd 1 16-07-2008 10:03:43<br />
Pag.<br />
• La “feritoia” del torrione 2<br />
• Storie dell’adunata 4<br />
• Nello zaino 8<br />
• Nello zaino dei giovani 13<br />
• Gli Alpini e lo Sport 14<br />
• Rinnovo direttivi 16<br />
• Lettere in redazione 17<br />
• Avvisi 19<br />
• Varie 20<br />
• Incontri 20<br />
• Novità in libreria 21<br />
• La vita dei Gruppi 22<br />
• Alpini che si fanno onore 28<br />
• Le nostre storie 29<br />
• Notizie familiari 32<br />
• “…un nostro amico hai chiesto alla montagna…” 34<br />
Anno 2008 - n. 3 - Luglio<br />
Spediz. in abbonamento postale<br />
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Nella prima di copertina: All’adunata di Bassano il presidente<br />
Perona è sceso <strong>dal</strong> palco delle autorità per abbracciare<br />
l’alpino <strong>Sante</strong> Dal Santo; è stato un momento di intensa<br />
commozione. Dal Santo compirà 106 anni l’8 settembre.<br />
Nell’ultima di copertina: 1943 il quadrivio di Selenj Yar<br />
con i suoi caduti e il monumento in costruzione voluto <strong>dal</strong>la<br />
nostra <strong>Sezione</strong> per raccogliere degnamente i resti rimasti<br />
insepolti degli Alpini della Julia. Ad agosto il monumento<br />
sarà meta del pellegrinaggio sezionale.<br />
Essere capogruppo<br />
Cari alpini,<br />
dedico pochi pensieri ad una delle figure più importanti<br />
nell’organigramma associativo: il capogruppo.<br />
Voglio farlo attraverso piccoli spunti che nascono<br />
<strong>dal</strong>la mia esperienza pluriennale sia da capogruppo<br />
a Settecà, sia da presidente della sezione.<br />
1. Il gruppo è la cellula su cui si fonda l’Ana. È quindi impensabile che<br />
essa sia guidata da persone che non sappiano coniugare l’autorevolezza<br />
della carica alla capacità di guidare il gruppo con democrazia, cioè<br />
fare delle scelte nel rispetto degli uomini, del consiglio e dei soci. Tutto<br />
questo si può riassumere in tre parole: senso di responsabilità.<br />
2. Il capogruppo <strong>dal</strong> punto di vista politico e partitico deve essere assolutamente<br />
al di sopra di ogni sospetto di partigianeria. Già in passato<br />
mi sono espresso a questo proposito descrivendo come atteggiamenti<br />
ambigui possano danneggiare l’associazione. Sembra però che più di<br />
uno faccia ancora orecchie da mercante causando così serio imbarazzo.<br />
Quest’ultimi possono davvero fare e disfare come più gli aggrada<br />
senza pensare che al momento opportuno la sezione non prenda i<br />
provvedimenti del caso? Io non credo.<br />
3. Il capogruppo è il responsabile dell’attività del gruppo all’interno del<br />
paese. Sappiamo che nella quasi totalità dei casi c’è un ottimo rapporto<br />
di collaborazione con le varie istituzioni: municipalità, asili, parrocchie,<br />
associazioni benefiche e così via. È l’essenza stessa dell’essere<br />
alpini quella di aiutare la comunità. Però, da un lato il capogruppo<br />
deve tenere ben presente che la vita di un’associazione d’arma come<br />
l’Ana è ben regolamentata. Dall’altro, non si capisce perché in alcune<br />
occasioni il capogruppo sia così attento alle esigenze delle istituzioni<br />
locali e così irritato, maldisposto e ostile quando la sezione stessa<br />
propone iniziative di uguale se non di maggior importanza. Anche<br />
qui, credo, un cambiamento di mentalità non guasterebbe.<br />
4. Il capogruppo lasci spazio ai giovani. I tempi in cui l’associazione poteva<br />
avvalersi di un continuo ricambio sono tramontati. Cerchiamoli<br />
questi giovani, non escludiamoli <strong>dal</strong>la vita associativa, creiamo iniziative<br />
che li possano interessare. Finiamola di dire che sono i giovani<br />
che non si prodigano per i gruppi, perché sappiamo bene che spesso<br />
sono gli stessi “veci” a tapparne le ali. Essere maestri, non vuol dire<br />
abbandonare l’idea che gli allievi non sappiano fare di più e meglio.<br />
Come in tanti altri aspetti della società, non ci possono essere gli<br />
stessi alpini per tutte le stagioni. A volte, da “veci”, bisogna avere il<br />
coraggio di fare un passo indietro.<br />
Infine vorrei ringraziare i capogruppo che sacrificano il loro tempo, i<br />
loro affetti, le loro forze (magari anche rimettendoci di tasca propria)<br />
per tutto quello che danno umanamente e materialmente alla nostra associazione.<br />
A tutti voi, grazie.<br />
Giuseppe Galvanin<br />
3
4 - Storie dell’adunata<br />
Grazie, protezione civile alpina<br />
A Bassano, due passi da casa, proprio l’occasione giusta per<br />
fare un po’ di baldoria con gli amici, ritrovare i vecchi commilitoni,<br />
la sfilata…già deve essere stata proprio una bella<br />
festa.. ma non per tutti. Non per coloro che hanno prestato<br />
servizio 24 ore durante i tre giorni dell’Adunata rinunciando<br />
a quelle cose che tutti aspettano da un anno all’altro: i volontari<br />
di Protezione Civile ANA.<br />
Siamo così abituati a vederli al nostro fianco da non farci<br />
neanche più caso eppure sono lì a lavorare perché la nostra<br />
festa abbia a svolgersi nel migliore dei modi, una forza “silenziosa”<br />
ed indispensabile per l’Adunata in qualsiasi parte<br />
dell’Italia essa si faccia. Ci chiediamo spesso che organizzazione<br />
avrebbe, quali sicurezze, quale protezione ci dovrebbero<br />
essere se i volontari di Protezione Civile decidessero di<br />
non partecipare e di non essere sempre pronti e disponibili<br />
a fare servizio durante la nostra festa. Ci chiediamo spesso<br />
anche se c’è abbastanza considerazione per tutto questo,<br />
pensate: di questi volontari ben 183 erano della <strong>Sezione</strong> di<br />
<strong>Vicenza</strong> così suddivisi: 15 operatori radio che hanno curato<br />
i collegamenti tra il Grappa ed il Centro Operativo, 52 volontari<br />
della Squadra Sanitaria Sezionale che hanno gestito<br />
il pronto soccorso dell’Ospe<strong>dal</strong>e vecchio, in Via delle Fosse,<br />
mettendo a disposizione, oltre a medici ed infermieri, squadre<br />
di soccorritori a piedi che hanno pattugliato il centro<br />
cittadino pronti ad intervenire in caso di necessità, attrezzature<br />
sanitarie di ogni tipo e moderne ambulanze; 118 volontari<br />
delle varie squadre di Protezione Civile della nostra<br />
<strong>Sezione</strong> che hanno operato in collaborazione ma molto più<br />
spesso in sostituzione, con le forze dell’ordine gestendo da<br />
venerdì a domenica sera ben 12 incroci tra la viabilità interna<br />
di Bassano e la viabilità esterna su strade Provinciali e<br />
Regionali ricevendo spesso, come ringraziamento per il la-<br />
Sono rimasto parecchi anni dopo il militare, senza andare<br />
alle Adunate Nazionali. Anzi: andai a quella di Treviso - credo<br />
nel ’65 - e non sentii più la voglia di tornare. Non che non<br />
mi fosse piaciuta nel suo insieme ma, non mi era piaciuta<br />
per come l’avevo vissuta io.<br />
Non ne avevo semplicemente colto l’essenza. Ci andai pensandola<br />
quasi un’appendice della naia. Pensavo di ritrovare<br />
qualche compagno lasciato da nemmeno un paio d’anni, per<br />
stare insieme allegri a raccontarci di come avevamo ripreso<br />
il ritmo dell’allora tanto agognata “vita borghese”. Incontrai<br />
soltanto il maresciallo Del Fabbro con la sua fanfara; la stessa<br />
nella quale ero stato fino ad un paio d’anni prima. – Sei<br />
sempre il solito lavativo? – mi chiese bonariamente ma nemmeno<br />
poi tanto. – Magari! – risposi. Il lavoro infatti, mi diede<br />
appena il tempo di scendere <strong>dal</strong> treno alla stazione di <strong>Vicenza</strong><br />
voro svolto, gli insulti di coloro che intendevano trasformare<br />
la festa in una sarabanda di pericolosi trabiccoli e di quanti<br />
pretendevano di poter transitare in zone interdette alla circolazione.<br />
Tutto questo per 24 ore suddivise in turni di otto<br />
ore. Da non dimenticare il supporto logistico fornito dai volontari<br />
AIB alle piazzole di atterraggio degli elicotteri.<br />
A questo va aggiunto il fatto che, a causa della sistemazione<br />
logistica fornita <strong>dal</strong>la <strong>Sezione</strong> di Bassano, che definire infelice<br />
è puro eufemismo, non è stato possibile per i volontari<br />
godere del meritato riposo tra un turno e l’altro essendo i<br />
locali assegnati confinanti con due locali notturni aperti <strong>dal</strong>le<br />
22,00 alle 06,00 di mattina. Una grande soddisfazione si<br />
è avuta <strong>dal</strong>la nostra mostra di Protezione Civile allestita a<br />
Palazzo Agostinelli. Come altro si può dimostrare il senso<br />
di appartenenza, la vittoria di un gioco di squadra? Da soli<br />
si può fare un pezzo di percorso ma solo in gruppo si può<br />
raggiungere una vetta!<br />
Sfilano le squadre sanitarie<br />
La musica unisce gli alpini<br />
e non mi mollò più per i quarant’anni che seguirono.<br />
Gli anni passarono ed a volte mi capitò di incrociare in autostrada<br />
dei pullman e vetture vistosamente fasciati di tricolori,<br />
con il nome dei gruppi o le sezioni che accorrevano alle<br />
Adunate o ne tornavano. Li guardavo come cose ormai lontane<br />
e mi prendeva la nostalgia; rivedevo i miei compagni e gli<br />
ufficiali e alla fine li ricordavo tutti con simpatia e ripensavo<br />
alle cose fatte insieme: le fatiche (poche), l’allegria (tanta), i<br />
pasti in caserma (tanti) e quelli in trattoria (pochi), le marce,<br />
gli addestramenti, l’odore acre dei muli ed il profumo secco<br />
del dopobarba che iniziai ad usare proprio a militare. A<br />
volte mi sentivo gli occhi pizzicare e subito e passandoci sopra<br />
il dorso della mano mi promettevo: - La prossima volta,<br />
all’adunata ci sarò anch’io! - ma per molti anni non mantenni<br />
la promessa. Non la mantenni fino a quando apparve su
Maggio 1963 – La Fanfara<br />
della Brigata Cadore<br />
L’ALPINO l’appello<br />
per gli ex componenti<br />
della Fanfara della disciolta<br />
Brigata Alpina<br />
Cadore, ad unirsi per<br />
ricostituirla. Fu così<br />
che all’Adunata di<br />
Aosta ci ritrovammo<br />
e sfilammo quasi increduli<br />
di quello che<br />
stavamo rivivendo.<br />
Sono seguite: Trieste,<br />
Parma, Asiago, Cuneo<br />
ed ora Bassano! Una<br />
Bassano gia vissuta<br />
con le stellette da alcuni<br />
di noi, la Bassano<br />
del Ponte, la Bassano del Grappa della grappa! La Bassano<br />
dell’Adunata ritrovata. L’Adunata che mi è piaciuta. Mi è<br />
piaciuta perché con tanti altri ne sono stato interprete e nella<br />
Ubriachi e appassionati degli alpini. Due aspetti contrastanti<br />
dei giovani alla grande Adunata di Bassano, che<br />
fanno meditare. Che in queste occasioni ci sia gente che<br />
beve è normale; ed è normale purtroppo che ci sia chi<br />
esagera, fino a ridursi come uno straccio da essere portato<br />
via con l’ambulanza. Succede in tutte le adunate.<br />
Quello che mi ha fatto star male è che gli ubriachi fradici<br />
che ho visto barcollare per le strade o addormentati per<br />
terra erano quasi tutti giovani. Di sera, mattina, pomeriggio.<br />
Alcuni non avevano neanche il cappello alpino,<br />
altri lo avevano comprato in qualche bancarella. Mi ha<br />
fatto star male perché non è una prerogativa dell’adunata<br />
Storie dell’adunata - 5<br />
Maggio 2008 La fanfara storica<br />
quale ho rivissuto palpiti e ricordi; con vecchi “frati” di naia<br />
(pochi) e nuovi amici (tanti).<br />
Luigi Girardi<br />
Giovani, le due facce della medaglia<br />
Quello che non vorremmo vedere<br />
degli alpini, ma un aspetto della nostra società e dei giovani<br />
di oggi, che non sanno più divertirsi semplicemente<br />
stando in compagnia, scherzando e cantando: hanno bisogno<br />
dell’alcol per “uscire fuori” e non sanno neanche<br />
fermarsi a quella sana euforia che dà l’alcol bevuto con<br />
giudizio. E non è servito nemmeno essere in mezzo a<br />
migliaia di alpini che stavano bene e si divertivano anche<br />
senza ubriacarsi.<br />
Sicuramente non appartengono a questa categoria i due<br />
giovani addetti al registro delle firme che abbiamo incontrato<br />
alla mostra sulla Grande Guerra, sempre a<br />
Bassano. Hanno visto la nappina rossa del mio amico<br />
Paolo e ci hanno chiesto il perché di quei colori diversi:<br />
individua i vari battaglioni abbiamo risposto. E perché<br />
il suo cappello la ha di ottone? È quella degli ufficiali.<br />
Così è cominciato quasi un gioco a riconoscere i reparti.<br />
Arriva una nappina rossa: battaglione Pieve di Cadore,<br />
esatto! Una bianca: Feltre. No, Mondovì, perché sul fregio<br />
c’è il 4 e non il 7, quindi è un altro reggimento, con<br />
battaglioni diversi, ma tutti con nappine bianche, rosse e<br />
verdi. Arriva una nappina verde: Belluno! No, vedete che<br />
dentro c’è un numero e che sul fregio ci sono due cannoni<br />
al posti dei fucili? Vuol dire artiglieria da montagna e<br />
il numero dentro indica la batteria. Un gioco sempre più<br />
complicato con l’apparire di nappine blu o ciclamino...<br />
Molto interessati all’argomento, a volte anche commoventi,<br />
in breve si sono fatti una cultura di brigate, reggimenti,<br />
battaglioni, reparti vari. Una volta, con la leva<br />
obbligatoria, queste cose le avrebbero imparate bene sul<br />
campo... E chissà che bravi alpini sarebbero diventati!<br />
Dino Biesuz
6 - Storie dell’adunata<br />
Monte Grappa, patria della pace<br />
Alle ore 4.00 suona la sveglia. Lo zaino già pronto con la<br />
dotazione standard ingoia anche panini, vino, caffè e grappa.<br />
Si parte nella convinzione che in età non più verde come la<br />
nostra neanche una bella ragazza ci avrebbe strappato <strong>dal</strong><br />
letto a quell’ora. Forse! Il parcheggio di Romano già presenta<br />
i primi segni d’animazione. La truppa è pronta, il bus in<br />
orario s’imbocca la strada Cadorna e via verso la Cima. Ho<br />
un biglietto che porta il numero 1. Zaini a terra, il caffè, si<br />
esce in una giornata bella, con una leggera foschia che non<br />
c’impedisce di vedere o perlomeno d’intuire le montagne<br />
intorno, spaziando a 360°. In attesa della cerimonia ci s’incammina<br />
per un sentiero che ci porta a dare un’occhiata più<br />
da vicino. Il versante è quello verso il Boccaor, le Meate il<br />
Tomba. Il tempo passa veloce, si torna si mangia un panino e<br />
si beve un’ombra, le risate, i ricordi, le prese in giro, le foto.<br />
Quanto è bella l’amicizia. Era la stessa che i nostri soldati<br />
avevano sul Grappa. La loro purtroppo durava spesso solo<br />
pochi giorni.<br />
Arriva l’ora della cerimonia, anticipata dai motori degli<br />
elicotteri che fanno scendere il picchetto armato che renderà<br />
gli onori, mentre con voce vibrante lo speaker racconta<br />
la storia di quel monte citando i nomi dei reparti<br />
Il labaro nazionale sul Grappa<br />
e dei Monti che gli hanno visti protagonisti. Da valli e<br />
convalli risponde nitido, fresco, giovanile, entusiastico un<br />
solo grido: PRESENTE! I nostri morti sono con noi, lusingati<br />
<strong>dal</strong>la memoria dei vivi, che è la vita dei morti. Sono<br />
andati avanti, ma non di molto, ci aspettavano. Arriva il<br />
Consiglio nazionale dell’Ana, marciando e dandosi il tempo<br />
con il 33. Escono i sacerdoti, comandati <strong>dal</strong> vescovo di<br />
Padova per diritto di Diocesi. Lo speaker annuncia l’alzabandiera,<br />
la tromba della fanfara militare alpina suona<br />
l’ATTENTI! Gli ottomila presenti scattano, non c’è nessuno<br />
seduto, distratto. Si fa il saluto, si guarda la Bandiera<br />
con il rispetto e l’amore di sempre, con il rimpianto che<br />
qualcuno non l’onori come si deve. Alta sui pennoni garrisce<br />
al vento, che in quota non manca mai, i nostri cappelli<br />
alpini hanno le penne che vibrano frementi quasi come<br />
antenne che trasmettano di sentimenti mai sopiti. Dopo il<br />
RIPOSO! Prima del rito religioso la Presidenza dell’Ana<br />
depone una corona sul cippo che indica la sepoltura di diciotto<br />
ignoti caduti.<br />
Alla fine della messa, magistralmente accompagnata del<br />
Coro Edelweiss, si rendono gli onori ai resti di tre caduti<br />
ritrovati da poco sul Col dell’Orso, senza poterne provarne
nell’identità nè la nazionalità. Ecco che un atto di pietà umana<br />
che unisce per sempre le nazioni, riconoscente per chi ha<br />
compiuto il proprio dovere fino all’estremo sacrificio.<br />
La cerimonia finisce, la commozione tarda a sfumare, guardo<br />
verso il sacello al termine della Via Eroica, e i caduti italiani<br />
e austriaci, tedeschi e boemi, inglesi e francesi sono là, ci<br />
L’Ossario del Grappa…<br />
…invaso dagli Alpini<br />
Storie dell’adunata - 7<br />
salutano, alcuni sono a braccetto, alcuni scherzano, alcuni<br />
fumano. Sembrano dirci che loro, per sempre uniti rimangono<br />
per assicurarsi che la loro disgrazia non possa più appartenere<br />
a nessun uomo. Monte Grappa tu sei la mia Patria, tu<br />
sei la Patria della pace dell’Europa unita.<br />
Giorgio Galla
8 - Nello zaino<br />
90° Della fine del 1° Conflitto Mondiale<br />
Ricorre quest’anno il 90° della fine del 1° conflitto mondiale.<br />
A ricordare questo grande avvenimento che costò la vita<br />
a una schiera infinita di soldati di entrambi i fronti, bella<br />
e originale mi è parsa l’idea di una rassegna dei nostri<br />
reparti impegnati in quel conflitto.<br />
Allo scopo, sono andato a ricercarmi un articolo scritto<br />
tanti anni fa da Maso Bisi, che mi pare risponda perfettamente<br />
a questo proposito e che spero sia quindi di gradimento<br />
ai lettori, vecchi e specialmente giovani.<br />
NEL PARADISO DI CANTORE<br />
Cantore andò in paradiso. Tutti gli Alpini che muoiono col<br />
cappello in testa vanno in Paradiso. Perché <strong>dal</strong>le cime a lassù<br />
non c’è che un passo. Ma quando “El vecio” vi giunse vi trovò<br />
pochi Alpini. Non ne erano morti ancora molti, in quei tempi.<br />
V’erano quelli che negli anni di pace la valanga ha travolti o la<br />
tormenta ha scaraventato giù dai dirupi. E vi era il Colonnello<br />
Menini. Menini <strong>dal</strong>le gambe mozze sciabolò un gran saluto, e<br />
dietro a lui una fitta schiera di morti presentò le armi.<br />
Il battaglione alpino di Abba Garima, quello che alle falde<br />
dell’Amba Rajo cadde in rango, graduati in serrafila, dopo<br />
aver marginato con le punte delle baionette le cariche selvagge<br />
della cavalleria Galla. Accanto a loro schiere di grigio-verdi:<br />
i morti di Libia. “El vecio” li salutò tutti, uno<br />
per uno. Essi gli fecero una cantata e toccarono la mano al<br />
“Colonnello” che ritornava.<br />
E c’erano anche i primi morti della grande Guerra, di tutti i<br />
reggimenti alpini, di tutti i battaglioni: i giovani del ’95 e i<br />
vecchi del ’78.<br />
Il Generale ordinò il riposo. Poi si mise a passeggiare con<br />
le mani incrociate dietro il dorso e il mento nel bavero del<br />
pastrano e attese gli altri.<br />
* * * * * *<br />
Per quattro anni, ininterrottamente, da tutti i settori del fronte,<br />
<strong>dal</strong>lo Stelvio al Vodice, giunsero gli Alpini in Paradiso.<br />
Erano gran saluti e abbracci tra i “pais” e ogni Alpino rientrava<br />
nel proprio Battaglione. Come per incanto i Battaglioni<br />
<strong>dal</strong> nome sonoro risorsero così con i loro morti. Cantore li<br />
comanda. Ha con sé i più begli Alpini e sono venticinquemila.<br />
Cantore fa l’appello dei Battaglioni. Ha la voce di Assaba,<br />
la voce di Ala. E il paradiso sfolgora di gloria!<br />
Tutti i Reggimenti sono presenti e cantano le canzoni delle<br />
loro valli. Le fanfarette rauche dei Battaglioni accompagnano<br />
il canto. Ecco quelli del 1° Reggimento: i Battaglioni<br />
“acciuga”, che reclutano fin <strong>dal</strong>le blaze di tufo che digradano<br />
sul mare, e i Battaglioni delle Langhe.<br />
Il Generale li saluta. Il vecchio “dui”. Il prode “dui”! Il<br />
più scarpone fra gli otto reggimenti. In testa ai suoi<br />
Battaglioni, medaglia d’oro sul pastrano insanguinato, il<br />
Tenente Colonnello Piglione, che alla testa del Saluzzo<br />
1919: scioglimento del Battaglione Valtellina alla fine della Grande Guerra<br />
morì abbrancato ai reticolati nell’assalto del Kukla. Gloria<br />
Val Varaita, maciullato fino all’ultimo uomo nel fondo del<br />
Val Calcino!<br />
Avanti vecchio Piemonte! Udite le fanfare dei Battaglioni del<br />
3°? Il Tenente Colonnello Pettinati e il Maggiore Albarello<br />
sono in testa. E dietro di loro le guide che scalarono Monte<br />
Nero a piedi nudi e lo conquistarono a selciate. Chi comanda<br />
quella compagnia di morti che vivono solo negli occhi<br />
radianti? Alto, pensoso e possente, Vittorio Varese passa.<br />
Picco lo segue, il tenentino che uccideva gli honved col calcio<br />
del moschetto. I morti del suo Battaglione gli ricantano<br />
la nenia che gli scarponi del 3° composero per lui: “Avevi<br />
gli occhi neri, il viso bianco…”<br />
I Battaglioni cantano:<br />
O tu vile Monte Nero<br />
Traditore de la patria mia<br />
Ho lasciato la cas mia<br />
Per venirti a conquistar!…<br />
Chi canta il Peana trionfale degli Alpini? È il 4° Reggimento,<br />
che si avanza sul ritmo del canto. Gloria, massacratissimo<br />
Battaglione Aosta! Il suo padre lo guida, ora come allora.<br />
“Più onore che onori”. Maggiore Testafochi! Gli alpini aostani<br />
si tennero il motto nuovo, ma nel momento delle zuffe<br />
supreme urlarono solo lo antico: Ch’a custa l’on ch’a custa,<br />
viva l’Austa!.. Lo gridarono ancora, passando dinanzi al<br />
Cantore, Beltricco, Urli e Zerboglio, le tre medaglie d’oro del<br />
Battaglione. Chi è passato, accigliato e muto, alla testa del 4°?<br />
Il Generale Carlo Giordana, il conquistatore dell’Adamello, il<br />
“Generale di ferro”. E dietro i suoi talloni ferrati trae ondate di<br />
Alpini, il più numeroso fascio di penne stroncate, il più radioso<br />
azzurreggiare d’insegne al valore. Passano.<br />
Canzoni lombarde, gaie e ridondanti… i Battaglioni di morti<br />
del 5° Alpini! Corrado Venini li guida, ebbro di canti anche<br />
Lui, dei canti ai quali Egli dava la parola ed i soldati l’anima.<br />
E canta anche Franco Topolini, ridendo negli occhi che rivelano<br />
un cuor di fanciullo nel gran corpo di atleta. I plotoni<br />
seguono i plotoni. Tutti i morti dei sedici Battaglioni, fiore
del sangue lombardo, sparso <strong>dal</strong>lo Stelvio a Monte Nero.<br />
Grigio-Verdi lordi di sangue e della ruggine dei reticolati, e<br />
bianchi sciatori.<br />
Cori dolci e melanconici.<br />
Sul Ponte di Bassano<br />
Là ci darem la mano…<br />
S’alzava il 6° Reggimento! Il Reggimento degli Altipiani e<br />
di Val Brenta, il macellato in venti azioni. In testa marcia un<br />
manipolo di Medaglie d’oro. Primo, innanzi a tutti, eretto,<br />
austero e radioso, Cesare Battisti. I Battaglioni marciano al<br />
ritmo del suo passo fermo e possente. S’avanza a testa nuda,<br />
le chiome al vento. Le sue mascelle fortemente serrate sembrano<br />
comprimere il suo ultimo appassionato grido di esaltazione<br />
della patria. Dolce e pensoso, Fabio Filzi lo segue, e<br />
dietro il Colonnello Gioppi e Giovanni Sebastiano Cecchin.<br />
Poi le Compagnie, serrate, tumultuose, ancora vibranti del<br />
furore d’assalto.<br />
Chi ricanta le canzoni di Pier Fortunato Calvi?<br />
Il 7° Alpini. Morti del Cadore, che hanno il corpo scheggiato<br />
<strong>dal</strong>la roccia dolomitica, morti sulle foglie dei loro “tabià”,<br />
difesi fino all’estremo anelito durante la ritirata, morti del<br />
Grappa col vitreo sguardo e le mani irrigidite tese verso la<br />
loro terra invasa. Una pattuglia di Medaglie d’oro guida i<br />
Battaglioni. Il Colonnello Buffa di Perrero precede, e sui<br />
suoi passi marcia, randello alla mano, Giuseppe Caimi, l’ufficiale<br />
di leggendario valore. Accanto a Lui ridono Giuseppe<br />
Barbieri e Franco Michelini-Tocci, imberbi eroi. A schiere<br />
interminabili, muscolosi e serni, ecco i bellunesi, i cadorini,<br />
i feltrini, gli agordini.<br />
Canti lenti modulati. Udite le villotte friulane?<br />
È l’8° Reggimento.<br />
Il 21 e 22 giugno si è svolta a Taviano, ridente cittadina in<br />
provincia di Lecce affacciata sul mare Jonio, famosa per le<br />
sue coltivazioni floricole, una manifestazione di solidarietà<br />
denominata “Gli Alpini nella città dei fiori per la solidarietà”,<br />
con obiettivo di raccogliere fondi a favore del progetto<br />
“Io ho un sogno” promosso <strong>dal</strong> Comune di Taviano<br />
e <strong>dal</strong> Gruppo Alpini Salento. E ad una manifestazione di<br />
tale importanza potevano mancare gli alpini di <strong>Vicenza</strong>?<br />
Sicuramente no!! Ed eccoli infatti ottimamente rappresentati<br />
<strong>dal</strong> coro ANA di Piovene Rocchette con il suo presidente<br />
Erminio Masero e da una rappresentanza del Gruppo<br />
Alpini di Villaverla guidata <strong>dal</strong> capogruppo Francesco<br />
Rando e composta da 4 alpini ed un amico. Presenza questa<br />
non di circostanza, ma significativa dell’amicizia che lega i<br />
due Gruppi Alpini, di Villaverla e del Salento, sfociata nel<br />
gemellaggio del marzo 2007 e nella loro presenza all’Adunata<br />
sezionale dello scorso anno.<br />
La giornata di sabato è iniziata con l’inaugurazione della mo-<br />
Nello zaino - 9<br />
Ma tu stele, biele stele…<br />
Due giovani pensosi, con occhi di sogno, figure di asceti e<br />
di guerrieri, precedono i Battaglioni, tenendosi per mano.<br />
Congiunti in vita e in morte, sono Eugenio e Giuseppe<br />
Garrone, fratelli. Le loro medaglie d’oro sfolgorano accanto<br />
a quella di Mario Corsi, l’eroe di Trieste, di Manlio Feruglio<br />
e del piccolo «bocia» Zucchi.<br />
Il Generale Cantore aggrotta gli occhi dietro le lenti. La sua<br />
mascella ha un tremito. Il suo Reggimento!<br />
Ecco i Friulani, ecco i montanari della Carnia, ecco i magnifici<br />
slavi della Val del Natisone. Corpi di giganti e anime<br />
di fanciulli. Vengono <strong>dal</strong>la Carnia, da Monte Nero, <strong>dal</strong>l’Ortigara,<br />
<strong>dal</strong> Grappa, <strong>dal</strong> Friuli invaso che hanno difeso zolla<br />
a zolla.<br />
L’ultimo battaglione è passato. L’eco dei canti si disperde<br />
nell’infinito. Cantore abbassa la mano <strong>dal</strong>la visiera forata<br />
e rimane immobile, assorto. Un prodigioso silenzio domina<br />
quelle supreme altezze. Ma lontano sorge un canto lento,<br />
solenne che poco a poco si eleva più possente, formidabile.<br />
Sono i morti che cantano la canzone della gloria alpina:<br />
Sul cappello che noi portiamo<br />
C’è una lunga penna nera<br />
Che a noi serve da bandiera<br />
Sui pei monti a guerreggiar…<br />
Oi-lalà!…<br />
Il canto riempie il Paradiso di un fragore di tuono. Poi si<br />
acquieta. Tace.<br />
Allora Cantore, che non ha mai piegato la fronte dinanzi a<br />
nessuno, s’inginocchia e prega: «Questi sono gli Alpini, -<br />
Signore Iddio. Tu li accogli e li benedici».<br />
Silvio Adrogna<br />
Gli alpini nella città dei fiori<br />
(ed il significato di “Spirito Alpino”)<br />
Gli Alpini di Villaverla scesi nel Salento
10 - Nello zaino<br />
stra “Percorso storico del Tricolore” al Palazzo Marchesale<br />
di Taviano, interessante storia delle origini e dell’evoluzione<br />
del simbolo della nostra Patria: la bandiera tricolore. Al parco<br />
Ricchello si è tenuto un concerto di cori alpini.<br />
La serata è stata aperta <strong>dal</strong> coro ANA di Piovene Rocchette<br />
magistralmente diretto <strong>dal</strong> prof. Alessandro Canale, a seguire il<br />
coro Stelle Alpine dell’ANA di Bari ed il coro alpino “Gruppo<br />
Salento” Poliphonica Nova di Parabita (LE). Entusiasta il numeroso<br />
pubblico, tra cui il gen. Antonino Cassotta presidente<br />
della <strong>Sezione</strong> di Bari, che durante la cena, mi ha reso partecipe<br />
dell’amicizia che lo legava al compianto presidente Periz, iniziata<br />
durante l’organizzazione degli aiuti alle popolazioni colpite<br />
<strong>dal</strong> terremoto dell’Irpinia, diretti appunto da Vincenzo Periz.<br />
Il giorno successivo si è svolto il pranzo ufficiale, allietato<br />
di tanto in tanto da spontanee cante intonate <strong>dal</strong> coro di<br />
Piovene con l’aggregazione dei commensali. Infine, giunto<br />
il momento fatidico dei saluti e della partenza, la prospettiva<br />
di un viaggio faticoso di ben 13 ore è apparsa ampiamente<br />
ripagata, ve l’assicuro, <strong>dal</strong>l’accoglienza ricevuta e<br />
<strong>dal</strong>la consapevolezza di aver dato un contributo, seppur<br />
minimo, nell’aiuto ai più bisognosi. Per questo un sincero<br />
ringraziamento va a Luigi Leo, Capogruppo del Salento,<br />
ed a Piero Buffo, suo braccio destro e mente organizzativa<br />
della manifestazione.<br />
Tutto bello dunque? Non proprio. Rimane l’amaro in bocca<br />
nel constatare che in un Gruppo come quello di Villaverla,<br />
La Val d’Assa è la valle che congiunge gli Altipiani di<br />
Lavarone e gli Altipiani di Asiago, attraverso il Passo delle<br />
Vezzene. A metà strada circa, sotto i dirupi del Monte<br />
Verena, in territorio italiano fortificato, già ai tempi della<br />
1^ guerra mondiale, una bicocca col nome di<br />
“Osteria al Termine” segnava il confine dei<br />
territori austriaci. L’osteria è ancor oggi in<br />
piena attività, ingrandita ed abbellita come<br />
si conviene ai nostri tempi ed abitudini.<br />
Lavarone faceva parte del territorio austriaco<br />
e, a causa del conflitto, tutta la<br />
popolazione era stata sfollata e sistemata<br />
oltre il confine, in un paesino dell’Austria,<br />
lontano <strong>dal</strong>la guerra. A Passo Vezzena, a<br />
monte della strada carrozzabile per Asiago,<br />
il colossale Forte Vezzena, dominato in alto<br />
<strong>dal</strong> Fortino Osservatorio. Pur dotato di un<br />
discreto armamento in direzione del Passo,<br />
aveva compiti di osservazione e comunque<br />
di riferimento, press’a poco alla stessa stregua di quello<br />
di Monte Rust. L’accesso, per uomini e rifornimenti, non<br />
molto agibile in realtà data la conformazione del terreno,<br />
avveniva <strong>dal</strong>la Valsugana e più precisamente <strong>dal</strong>la Val di<br />
Sella.<br />
su circa 250 soci alpini solamente in cinque abbiano avuto la<br />
disponibilità alla trasferta, sicuramente impegnativa come ho<br />
detto prima, ma anche carica di valori sociali, di solidarietà,<br />
di abnegazione e non per ultimo di rappresentanza del nostro<br />
Gruppo invitato dai nostri “gemelli” leccesi. Carico di veri<br />
valori ALPINI insomma!<br />
Spero che lo spirito alpino, con il tempo vada migliorandosi<br />
maggiormente, altrimenti vuol dire che con esso, purtroppo,<br />
se ne sono andati anche gli Alpini.<br />
Francesco Rando<br />
Si restaura la chiesa di S. Zita al Vezzena<br />
Placchetta austriaca per copricapo usata<br />
dai soldati durante la Grande Guerra<br />
Il coro ANA di Piovene R. con il coro Stelle Alpine di Bari ed il sindaco di Taviano<br />
A circa 1300 metri <strong>dal</strong> Passo Vezzena, in direzione di Asiago,<br />
in pieno territorio austriaco, quindi, esisteva la Chiesa di Santa<br />
Zita (St. Zita-Kappelle), edificata nel 1917 quando la zona,<br />
dopo la “Strafexpedition” da prima linea diventò sede di retrovie.<br />
Accanto alla chiesetta esisteva un cimitero militare<br />
con salme di Caduti austriaci e italiani. La chiesetta<br />
subì la sorte devastatrice della guerra ed i<br />
resti furono demoliti alla fine degli anni “40; le<br />
salme dei Caduti già erano state traslate negli<br />
ossari e nel cimitero militare di Levico.<br />
Ora la <strong>Sezione</strong> di Trento ha assunto la iniziativa<br />
di ricostruire la Chiesetta di S. Zita<br />
e, già prima dell’inverno, squadre di volontari<br />
di Sezioni consorelle hanno portato a termine<br />
la fase iniziale dei lavori, giungendo fino alla<br />
copertura del nuovo edificio. L’inverno appena<br />
trascorso è stato –se vogliamo- anche abbastanza<br />
mite e senza nevicate fuori tempo, il<br />
che ha permesso le ripresa del lavori abbastanza<br />
presto. Lavori che devono essere ultimati per il prossimo<br />
agosto (metà mese) epoca nella quale avverrà la cerimonia<br />
ufficiale di inaugurazione dove la <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong> offrirà<br />
la porta d’entrata.<br />
Silvio Adrogna
Grisignano, i 20 anni del Gruppo Ana<br />
Il monumento e una strada dedicati agli alpini<br />
È stata una “tre giorni” alpina che difficilmente potrà essere<br />
dimenticata a Grisignano di Zocco, soprattutto dagli alpini<br />
del Gruppo Ana, che hanno vissuto il culmine della festa con<br />
l’emozione di vedere sfilare con loro per le vie cittadine non<br />
meno di cinquanta gagliardetti, a rappresentare ben dodici<br />
zone su sedici. Con questa Adunata interzonale, gli alpini<br />
grisignanensi hanno inteso festeggiare il traguardo da poco<br />
superato della loro “maggiore età” e cioè i 20 anni <strong>dal</strong>la fondazione,<br />
organizzando una serie di appuntamenti che hanno<br />
coinvolto Comune, scuole, associazioni locali ed associazioni<br />
d’arma, il tutto condito con l’orgoglio, la vicinanza, ed il<br />
consenso unanime dei cittadini, che lo hanno dimostrato a<br />
piene mani.<br />
Ma andiamo con ordine: quasi in sordina, discorrendo tra alpini<br />
ed amici in dicembre, si fece largo l’idea di organizzare<br />
a Grisignano l’annuale adunata della Zona Riviera Berica,<br />
visto l’imminente “compleanno” appunto. poi si è convenuto<br />
di indire invece un’Adunata Interzonale, così da dare maggior<br />
rilievo alla manifestazione.<br />
Interpellata l’Amministrazione comunale, per avere le dovute<br />
autorizzazioni, ne è scaturita non solo l’approvazione, ma<br />
anche una fucina di idee (che già in parte frullavano nella<br />
mente del capogruppo Tristano Paggin), e di proposte concrete<br />
formulate <strong>dal</strong> sindaco Mirco Bolis, volte non solo a dare<br />
Patrocinio e sostegno economico, ma anche appoggio morale<br />
e forte spinta per realizzare un monumento agli Alpini da<br />
collocare nel parco adiacente la Baita alpina, ed intitolare<br />
la via (ancora senza nome) che si trova fronte Baita, con il<br />
nome di “Via degli Alpini”. E qui veniamo al largo consenso<br />
tra i cittadini firmare una petizione allo scopo di proporre<br />
all’Amministrazione la realizzazione di tali opere.<br />
Intanto avanzavano i lavori, e gli alpini già in fermento e con<br />
l’ansia dell’Adunata iniziavano ad appendere gli striscioni<br />
lungo il percorso stabilito per la sfilata, e a distribuire ban-<br />
Il Consiglio direttivo di Grisignano<br />
Nello zaino - 11<br />
diere tricolori alle abitazioni per esporle alle finestre. Un corposo<br />
supporto lo abbiamo avuto <strong>dal</strong> responsabile sezionale<br />
per le cerimonie alpine, Antonio Munari.<br />
Ed eccoci nel vivo della manifestazione, cominciata il 30<br />
maggio con un cordialissimo incontro tra gli alpini e gli<br />
alunni delle elementari e medie, con il loro dirigente Rinaldo<br />
Coggi, raggruppati nel Palazzetto dello Sport per assistere<br />
ad alcune proiezioni e spiegazioni sulla storia dell’Ana, e in<br />
modo particolare sul ruolo della Protezione Civile, spiegato<br />
<strong>dal</strong> bravissimo Alessandro Angherer. I ragazzi hanno ricevuto<br />
in dono un Tricolore per ogni classe e il testo della Preghiera<br />
dell’Alpino; la Zona Riviera Berica ha donato pergamene<br />
con l’Inno d’Italia e la storia del Tricolore. Gli studenti hanno<br />
ringraziato cantando tutti in coro l’Inno di Mameli, non<br />
prima di donare agli Alpini un centinaio di disegni realizzati<br />
a scuola durante la settimana, che sono stati esposti nell’atrio<br />
del Palazzetto, ammirati da quanti la sera di sabato sono entrati<br />
per assistere alla Rassegna Corale.<br />
Sul palco il Gruppo Corale “El Sòco” di Grisignano di Zocco,<br />
che ha concluso la prima parte con un toccante Signore delle<br />
Cime, intercalato <strong>dal</strong>la recita della Preghiera dell’Alpino. Ha<br />
concluso la seconda parte il Coro Alpino “Amici Miei” Toni<br />
Docimo di Montegalda, che ha eseguito un repertorio completamente<br />
alpino. Larghissimi consensi <strong>dal</strong> pubblico, che<br />
all’uscita ha avuto l’opportunità di portare a casa le “stelle<br />
alpine” messe in vendita nell’ambito di un’iniziativa benefica<br />
promossa <strong>dal</strong>la <strong>Sezione</strong> Ana di <strong>Vicenza</strong> e proposta a tutti<br />
i Gruppi.<br />
Giornata domenicale è iniziata allo Stadio Comunale con<br />
una esercitazione dimostrativa da parte della squadra Aana di<br />
Protezione Civile, continuata anche nel primo pomeriggio,<br />
dopo il rancio sociale nella Baita alpina, con l’esercitazione<br />
di una squadra cinofila.<br />
Alle 16 in municipio si è svolto un Consiglio Comunale<br />
straordinario per l’intitolazione della Via degli Alpini,<br />
con il consenso di tutti i presenti e l’apprezzamento dei<br />
Capigruppo di maggioranza e di opposizione, Efrem Trevisan<br />
e Ubaldo Nuzzo, nonché <strong>dal</strong>l’assessore alla cultura, Lorenzo<br />
Quaranta.<br />
Il sindaco ha poi donato al Gruppo di Grisignano un nuovo<br />
Gagliardetto che passando <strong>dal</strong>le mani della madrina Lidia<br />
Stocco, vedova del compianto alpino Antonio Bertinazzi, a<br />
quelle del presidente sezionale Giuseppe Galvanin, è giungeva<br />
nelle mani del capogruppo Tristano Paggin per essere<br />
appeso all’asta portagli <strong>dal</strong>l’Alfiere; il presidente Galvanin<br />
ha voluto insignito il sindaco Mirco Bolis, già socio aggregato,<br />
del distintivo di Amico degli alpini.<br />
Entusiasmante sotto ogni aspetto è risultata poi la sfilata preceduta<br />
<strong>dal</strong>l’alzabandiera e <strong>dal</strong>la deposizione di un corona<br />
d’alloro al monumento ai Caduti. Scandita <strong>dal</strong>le note della
12 - Nello zaino<br />
Esercitazione di protezione civile<br />
Fanfara sezionale in divisa storica, con numerosissimi vesilli,<br />
si è mossa la sfilata per raggiungere la Baita alpina; emozionante<br />
è stata la presenza di una cinquantina di alunni delle<br />
scuole che, accompagnati da Preside e insegnanti, portavano<br />
ognuno una bandierina tricolore; i primi 20 ben inquadrati,<br />
sventolavano bandiere più grandi preparate dagli Alpini,<br />
a significare i 20 anni <strong>dal</strong>la fondazione; quasi un passaggio<br />
generazionale di consegne tra veci e bocia. Dopo la messa<br />
animata <strong>dal</strong> Gruppo Corale “El Sòco, con un impeccabile inquadramento<br />
ci si è spostati per dare corso all’inaugurazione<br />
della “Via degli Alpini” e del “Monumento agli Alpini”: un<br />
boato di meraviglia coperto da uno scrosciare di battimani,<br />
ha entusiasmato tutti i presenti nel vedere questo enorme macigno<br />
pesante oltre 10 tonnellate (praticamente un pezzo di<br />
montagna portato a Grisignano, come si è espresso il sindaco),<br />
sovrastato da un’imponente aquila di bronzo nell’atto di<br />
planare ad ali spiegate.<br />
Concludendo con i discorsi di rito, il Capogruppo Tristano<br />
Paggin ha salutato e ringraziato tutti, ma in particolare i suoi<br />
alpini; il sindaco di Grisignano ha illustrato le fasi dell’opera<br />
monumentale, evidenziando il fatto che questa aquila scelta<br />
e voluta con minuziosa arguzia, sarà essa stessa vigile e custode<br />
della casa degli Alpini e del rinato parco, che ne abbellisce<br />
il quartiere residenziale; infine il presidente Galvanin<br />
ha messo in luce quanto sia utile la presenza di persone come<br />
gli alpini in congedo nel tessuto sociale, perché con la loro<br />
instancabile opera di volontariato e di vicinanza ai cittadini<br />
ed alle Istituzioni, formano il cemento per solidificare quella<br />
base che unisce anche le parti avverse, quando l’ideale ne è<br />
condiviso. Un brindisi in allegra compagnia ha concluso la<br />
giornata domenicale con le foto di rito davanti al monumento<br />
intitolato: Agli Alpini 1° giugno 2008.<br />
Sin qui la cronaca della “tre giorni”; ma il motivo più bello<br />
per gioire è il ritrovato spirito di appartenenza al Gruppo che<br />
ha fatto spontaneamente avvicinare tanti alpini con il proposito<br />
di fare squadra, ed essere disponibili senza riserve<br />
qualora ce ne fosse bisogno, così come già opera anche un<br />
nutrito numero di soci Amici degli alpini, a cui va il grazie<br />
più sincero, per l’attaccamento e la condivisione degli ideali<br />
alpini.<br />
Silvano Rizzetto<br />
Poesia alpina<br />
Dedicata ai commilitoni della Compagnia comando e servizi<br />
del glorioso Btg Feltre, 7° Rgt Alpini della ahinoi disciolta<br />
Brigata Cadore che si sono, loro malgrado, trovati<br />
ad onorare l’obbligo di leva negli anni 1966-1967, al comando<br />
del nostro indimenticato comandante, l’allora capitano<br />
Edoardo Brandolin. La lezione che ci è stata impartita<br />
in quel periodo ci ha accompagnato nel nostro cammino di<br />
vita e ci ha reso forti. Cameratismo, condivisione, sacrificio,<br />
sana goliardia, rispetto, sono i valori alti ed importanti<br />
per la vita di un uomo: questo tutti noi abbiamo ricevuto.<br />
GRAZIE NAJA!<br />
01 giugno 2008 Zanè<br />
Vent’anni, la naja, vissuta, accettata,<br />
maledetta, bestemmiata, or con gioia da tutti ricordata.<br />
Vent’anni, Compagnia Comando 7° Alpini,<br />
autisti, pionieri, conducenti,<br />
riuniti per caso e inquadrati, come bambini.<br />
Vent’anni, e altri venti per due volte contati,<br />
perduti di vista, sentieri diversi,<br />
ma oggi a Zanè ci siam ritrovati.<br />
Il ricordo di nomi, episodi sfuocati,<br />
di muli, scarponi,<br />
di libera uscita, di capelli tagliati.<br />
Il ricordo dei campi, le marce, la neve,<br />
Brandolin, Biesuz, Bartoletti,<br />
e Gavin, con la sua vocina lieve.<br />
Il ricordo del rancio, ottimo e abbondante,<br />
la guardia al passo carraio,<br />
il presentat-arm al Colonnello comandante.<br />
Il ricordo della tromba all’alzabandiera,<br />
il silenzio, la branda, e il cucù-mi dei tubi sulla rastrelliera.<br />
Il ricordo di quelli “Andati Avanti”<br />
lo portiamo nel cuore:<br />
della vita, loro, sono i Congedanti!<br />
Più schierati non siamo ai Sacri confini<br />
perciò, in alto i bicchieri,<br />
brindiamo: evviva gli Alpini!<br />
Giorgio Manfrin 11° Corso Acs 1966-1967<br />
Comandante di Squadra Pionieri<br />
Gruppo Alpini di Mestrino
Camminare con gli alpini<br />
Il 20 Aprile 2008 si è svolta la Camminata delle Fontane a San<br />
Vito di Brendola, dopo alcuni giorni di tempo piovoso la Santa<br />
Provvidenza ha fatto sì che la manifestazione sia stata radiata da un<br />
splendido e caldo sole primaverile.<br />
La giornata è iniziata con la cerimonia dell’Alza bandiera e la<br />
deposizione della corona al Monumento ai Caduti, condotta <strong>dal</strong><br />
Capozona dei Colli Vicentini Arcangelo Murzio. Dopo il saluto del<br />
sindaco di Brendola Renato Ceron è iniziata la camminata, tra i<br />
sentieri e verdi colli dove alcuni punti sono ancora “selvaggi” ed<br />
incontaminati. La partecipazione è stata soddisfacente, l’alpino più<br />
lontano presente alla manifestazione arrivava da Reggio Emilia: si<br />
tratta del consigliere sezionale reggiano Stefano Pisi.<br />
Questa è la prima iniziativa della Commissione Giovani che ha<br />
lo scopo di promuovere e di far conoscere le bellezze naturali del<br />
nostro territorio, con soddisfazione abbiamo riscontrato che è stata<br />
molto apprezzata e sono giunte anche molte richieste di replica<br />
per il prossimo anno. Possiamo dire che il Gruppo Alpini di San<br />
Vito di Brendola sà mantenere magnificamente il sentiero che ha<br />
in gestione, inoltre abbiamo riscontrato la sinergia e collaborazione<br />
dei due Gruppi Alpini presenti a Brendola che hanno collaborato<br />
alla manifestazione. Per la sicurezza della manifestazione è stata<br />
fondamentale la presenza della squadra di Protezione Civile di<br />
Nello zaino dei giovani - 13<br />
Grande partecipazione alla marcia alpina a S. Vito di Brendola<br />
Dalla prossima<br />
dichiarazione dei redditi<br />
potrai destinare il 5 per mille<br />
alla <strong>Sezione</strong> A.N.A. di <strong>Vicenza</strong>!<br />
La nostra <strong>Sezione</strong> è stata ammessa al beneficio del<br />
5 per mille come da elenco pubblicato in internet<br />
<strong>dal</strong>l’Agenzia delle Entrate.<br />
Vi invitiamo a pubblicizzare il nostro codice fiscale<br />
80027060245<br />
indicando il quale sotto la propria firma nel primo<br />
dei quattro riquadri dell’apposita scheda dei modelli<br />
Unico PF, 730, o CUD del 2006 si potrà destinare la<br />
quota del 5 per mille della propria imposta sul reddito<br />
alla nostra <strong>Sezione</strong> ANA di <strong>Vicenza</strong>. È una semplice<br />
operazione che non vi costerà nulla.<br />
80027060245<br />
Il monumento dei caduti a S. Vito<br />
Brendola Orsa Maggiore che ha accompagnato i partecipanti, ed<br />
assistito una signora un po’ troppo affaticata. Non dimentichiamo il<br />
gruppo di pronto intervento sanitario della Protezione Civile ANA<br />
della <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong>, che fortunatamente non ha dovuto intervenire.<br />
Si ringraziano per il patrocinio il Comune di Brendola e la<br />
Pro Loco di Brendola, e per la loro attiva partecipazione.<br />
Rossano Zaltron<br />
Pronti per l’alzabandiera
14 - Gli Alpini e lo Sport<br />
Sabato 14 giugno a Lugo di <strong>Vicenza</strong> ha avuto luogo la prima<br />
edizione della corsa dello sportivo, gara organizzata<br />
<strong>dal</strong>la Polisportiva in collaborazione con il gruppo Alpini<br />
ed il Gsa. Nata in sordina con una edizione di prova lo<br />
scorso anno, si è riproposta quest’anno in versione ufficiale<br />
con un discreto numero di partecipanti tra cui si è notata<br />
una netta superiorità numerica del Gruppo sportivo alpini<br />
di <strong>Vicenza</strong>. Soddisfacenti anche i risultati per i nostri atleti:<br />
spiccano Denis Grasselli e Roberto Poletto rispettivamente<br />
al 2° e 3° posto nella categoria maschile 18-40<br />
anni, seguiti da Andrea Broglio, 17°. Per la categoria dai<br />
Domenica 22 giugno si è rinnovato uno degli appuntamenti<br />
podistici tra i tanti che affollano le Prealpi nel<br />
periodo estivo: la 4ª edizione della Campolonga, gara<br />
di corsa in montagna che si snoda per buona parte del<br />
suo percorso di 20 km sull’anello di sci da fondo di<br />
Campolongo di Rotzo. Venti km di rara bellezza, tra i<br />
verdi boschi dell’Altopiano e le strade sterrate che lo attraversano,<br />
il tutto accompagnato da una giornata limpidissima<br />
e calda. Il gruppo Alpini si è presentato in gran<br />
forma e numeroso.<br />
A rendere tale trasferta memorabile ci ha pensato il solito<br />
Stefano Bertoldo che ci ha onorato della vittoria (1° assoluto)<br />
e lasciato senza parole. Anche gli altri si sono distin-<br />
Questa gara si snoda lungo il percorso della vecchia ferrovia<br />
costruita nel 1916 dai prigionieri russi. Il vecchio<br />
tracciato collegava Ora con Predazzo in Val di Fiemme,<br />
ma la ferrovia fu dismessa nel 1963, per motivi economici<br />
e da allora è meta di ciclisti, podisti e luogo di bellezza<br />
suggestiva per passeggiate.<br />
Il tracciato di gara è di 5,5 km in leggera discesa e l’ambiente<br />
assomiglia molto al nostro percorso del trenino che<br />
va da Piovene Rocchette ad Arsiero.<br />
Hanno effettuato la trasferta a Egna e hanno ricevuto plausi,<br />
onori e ricchi premi in natura altoatesina i nostri atleti<br />
del Gsa con i seguenti piazzamenti:<br />
Dalla Via (gruppo skyroll) 1° premio per la famiglia più<br />
numerosa (papà e due figli), Corso Vittorino 4° cat H 55,<br />
Anna Campese giunta 1° cat. Women 45, Danese Maria<br />
Antonietta 2° cat Women 55.<br />
Una allegra festa paesana ha poi allietato la serata.<br />
1ª Corsa dello Sportivo<br />
La Campolonga<br />
Nostalgie Lauf a Egna<br />
41 ai 50 anni sul podio anche Giovanni Bidese, atleta di<br />
casa, giunto primo seguito da Giorgio Centofante al 3° posto,<br />
Maurizio Battistella 4°, Adriano Fontana 7°, Maurizio<br />
Ronzani 8°, Marco Dalla Via 11°, Renato Mad<strong>dal</strong>ena 12°.<br />
La categoria maschile dai 51 ai 60 anni ha visto Luciano<br />
Danzo 2°, Raffaello Valente3°, Ennio Savio 4°, Riccardo<br />
Dal Prà 5, Fiorenzo Brazzale 7°, Mario Zorzi 8°. Per gli<br />
over 60, unico atleta del Gsa in gara Fiorello Dal Santo<br />
che si aggiudica un 4° posto. Poche le donne del Gsa impegnate<br />
nella kermesse sportiva: Rosanna Bassan 5° assoluta<br />
e Antonietta Danese 6°.<br />
ti: Cat. M1 Broglio Andrea 10° - Cat. M2 Grasselli Denis<br />
2°, Sella Romer 12°, Canale Lorenzo 14°, Dal Pozzo Carlo<br />
38°, Perazzolo Roberto 69°, Cappello Giovanni 76° - Cat<br />
M3 Ronzani Maurizio 7°, Dal Lago Olfeo 78°, Bomitali<br />
Luigi 99° - Cat M4 Savio Ennio 1°, Danzo Luciano 2°,<br />
Valente Raffaello 3°, Gavasso Lucio 12°, Ritunnano<br />
Rocco 50° - Cat M5 Canale Giampietro 1°.<br />
Tra le atlete segnaliamo nella Cat. F2 Giuliana Pertegato 13°,<br />
Cat. F3 Campese Anna 12°, Cat. F4 Bassan Rosanna 1°.<br />
Dal mese di luglio tutte le classifiche delle gare podistiche più<br />
importanti e quelle svoltesi nel vicentino le trovi anche nel sito<br />
“http://www.anavicenza.it” www.anavicenza.it link su sport.<br />
Anna Campese, al centro, durante la premiazione
Domenica 18 maggio ha avuto luogo la 2° edizione della<br />
Tagliafuoco, gara di corsa in montagna con partenza <strong>dal</strong>la<br />
piazza di Caltrano e arrivo a Malga Foraoro (mt 1376) dislivello<br />
totale di oltre 1100 mt. La gara, a cui faranno seguito la<br />
Calà del Sasso e la SuperPippo Sorapache, è organizzata <strong>dal</strong><br />
gruppo La Cerniera e ha anche quest’anno visto tanti nostri<br />
atleti del Gsa impegnati a cogliere i risultati migliori. Hanno<br />
quindi domato l’erta salita in questa sequenza. Classifica<br />
Le perle del Golfo, di corsa. Arriva alla quarta edizione<br />
«Maratonisole», ovvero Arcipelago Campano Running,<br />
gara inserita nel calendario nazionale Fi<strong>dal</strong> e che si sviluppa,<br />
unica nel suo genere, in tre tappe sul territorio di Ischia,<br />
Procida e Capri. L´impareggiabile scenario delle tre isole fa<br />
da sfondo a tre gare agonistiche (si parte da Capri venerdì<br />
25 aprile, percorso di 7 km; si prosegue a Procida il giorno<br />
dopo, percorso ondulato di 10 km; si chiude sull’Isola<br />
di Ischia domenica 27, con un percorso di 15 km). Il G.S.<br />
Alpini <strong>Vicenza</strong> partecipa con 7 atleti che si piazzano tutti<br />
sul podio come segue: Giuliana Pertegato 6° posto classifica<br />
assoluta femminile Anna Campese 1° cat MF45; Maria<br />
Antonietta Danese 1° cat MF55; Riccardo Dal Prà 1° cat<br />
MM55;<br />
Vittorino Corso 3°cat MM55; Olfeo Dal Lago 11° cat.<br />
MM40; Raffaello Valente 14° classifica assoluta maschile<br />
Questa corsa su strada di 10 km, che si snoda tutta attorno<br />
alla splendida cornice della città di <strong>Vicenza</strong>, è giunta<br />
all’ottava edizione e viene per la prima volta inserita nel<br />
circuito “Gazzetta Run”, ciclo di gare su strade in tutta<br />
Italia patrocinate <strong>dal</strong>la Gazzetta dello Sport.<br />
Immortalati <strong>dal</strong>lo scatto di Gec Marchetto (vedi foto a<br />
lato) ecco alcuni dei nostri atleti che hanno partecipato<br />
alla gara.<br />
Il gruppo del Gsa ha schierato 20 atleti e 4 atlete che non<br />
hanno lasciato nulla di intentato e hanno dato enormi<br />
soddisfazioni al gruppo che, per una volta tanto, “giocava<br />
in casa”.<br />
Un plauso a tutti e a tutte, in particolare a Denis Grasselli<br />
1° categoria M35, Roberto Poletto 2° stessa categoria,<br />
Giorgio Centofante 1° cat M45, Raffaello Valente 2° cat.<br />
M55 e Antonietta Danese 2.a cat.MF55.<br />
La Tagliafuoco<br />
Gli Alpini e lo Sport - 15<br />
generale maschile: 2° assoluto Poletto Roberto, 4° assoluto<br />
Grasselli Denis, 6° Bertoldo Stefano, 10° Savio Ennio,<br />
11° Battistella Maurizio, 24°Sinicato Marco, 28° Ronzani<br />
Maurizio, 29° Valente Raffaello, 89° Milan Ottorino, 158°<br />
Dal Santo Fiorello. Al femminile, nella classifica assoluta,<br />
troviamo l’ottimo 5° posto di Bassan Rosanna, al 13°<br />
Pizzolato Stefania, al 15° Busa Marina e al 26° Trevisan<br />
Marina. Complimenti a tutti gli scalatori delle terre alte!<br />
Gelindo Bordin padrino della Maratonisole<br />
In 24 alla Stravicenza<br />
Domenica 16 marzo 2008<br />
Gli atleti del GSA con Gelindo Bordin alla partenza da Capri<br />
Il G.S.A. a Piazza dei Signori
16 - Gli Alpini e lo Sport<br />
14° maratonina<br />
Negozi Dem<br />
Anche quest’anno alcuni atleti/e del GSA si sono ritrovati<br />
in una fredda e nebbiosa domenica di fine gennaio per partecipare<br />
alla mezza maratona competitiva che si abbinava<br />
anche con il 7° trofeo <strong>Sante</strong> Ferroli riservato agli Alpini. Tra<br />
1400 atleti al via i nostri valorosi hanno ottenuto posizioni di<br />
assoluto merito, tenuto conto del percorso che prevede una<br />
prima parte (<strong>dal</strong> 1° al 10° km) di percorso in rapida salita<br />
fino a raggiungere un dislivello di 300 mt in coincidenza con<br />
il sito di Fittà, una impegnativa discesa che si estende <strong>dal</strong> 10°<br />
al 15°km per terminare in pianura, attraversare l’abitato di<br />
Soave e concludersi, ancora in salita, in piazza a Monteforte<br />
d’Alpone. I nostri atleti si sono imposti come segue: Anna<br />
Campese 13.a cat. F3, Carla Ciscato 46.a cat.F3. Al maschile<br />
gli atleti, più numerosi, hanno registrato le seguenti posizioni:<br />
Maurizio Ronzani 46° cat.M3, Valentino Cosaro 39°cat<br />
M4, Bruno Tonin e Francesco Santoro cat. M5 35° e 51°.<br />
ZONA ASTICO<br />
BRENTA<br />
9° TORNEO DI BOCCE<br />
Organizzato <strong>dal</strong> Gruppo Alpini di Bolzano Vicentino si è<br />
svolto, nel bocciodromo coperto del centro sportivo comunale<br />
<strong>dal</strong> 13 al 24 maggio, il 9° torneo di bocce di zona.<br />
Torneo molto sentito dagli alpini della zona per partecipazione<br />
e agonismo. 32 le coppie impegnate, le partite si sono<br />
svolte tutte con regolarità e correttezza contornate da un numeroso<br />
e competente pubblico che ha animato l’atmosfera<br />
con commenti talvolta di approvazione e talvolta di delusione<br />
per un tiro mal o ben riuscito. Nella serata della premiazioni<br />
era presente il sindaco Massimo Fattori che ha premiato i<br />
capigruppo dei gruppi classificati e il presidente sezionale<br />
Giuseppe Galvanin che ha premiato le coppie vincenti.<br />
Ha chiuso la serata il capogruppo Giuseppe Arbori ringraziando<br />
autorità, organizzatori e partecipanti per l’entusiasmo,<br />
la competitività e la correttezza dimostrate.<br />
Così le classifiche:<br />
A coppie. 1° Rizzo Domenico e Pellizzari Andrea, Povolaro,<br />
2° Gianello Giuseppe e Meneghini Luciano, Sandrigo, 3°<br />
Meneghini Luigi e Zardo Vittorino, Bolzano Vic., 4° Milan<br />
Francesco e Baron Umberto, Bressanvido.<br />
Gruppi. 1° Montecchio Precalcino, punti 45, 2° Bolzano V.<br />
42, 3° Povolaro, 39, 4° Bressanvido, 37.<br />
Pagine a cura di Anna Campese<br />
Rinnovo direttivi<br />
Sarcedo<br />
Capogruppo: Aldo Brunello. Consiglieri: Alberto Dal<br />
Ferro, Gerardo Bonollo, Giuseppe Guerra, Battista<br />
Pasin, Silvio Dal Carobbo, Arduino Parisotto, Daniele<br />
Pilotto, Alessandro Fioraso, Luigi Bassan, Antonio<br />
Pauletto, Maurizio Santacaterna, Pierluigi Santorso,<br />
Roberto Cappellotto, Cristiano Stella, Claudio Bellon,<br />
Elia Sperotto.<br />
Calvene<br />
Capogruppo: Fortunato Missaggia. Consiglieri:<br />
Bruno Segalla, Tiziano Testolin, Giorgio Testolin,<br />
Mario Brazzale, Fiorenzo Brazzale, Giovanni Pigotto,<br />
Guelfo Pigotto, Sergio Crollo, Antonio Canale, Gentile<br />
Brazzale, Italo Pigotto.<br />
Torrebelvicino<br />
Capogruppo: Armando Scapin. Consiglieri: Artemio<br />
Gato, Livio Trentin, Ottorino Trentin, Dario Andolfo,<br />
Giorgio Dal Lago, Antonio Pavan, O. Trentin, F.<br />
Cortina, G. Covallero, S. Maltese, M. Cortina, Costa,<br />
Sella, Leccarda.<br />
Monticello Conte Otto<br />
Capogruppo: Florindo Noaro. Consiglieri: Gino Costa,<br />
Giuseppe Zanella, Angelo Barasse, Giuseppe Acco,<br />
Ferdinando Albiero, Pietro Zocche, Angelo Brazzale,<br />
Francesco Ramina, Luciano Greselin, Nazzareno<br />
Stivanin, Gaetano Vicari.<br />
Sossano<br />
Capogruppo: Luigi Sbicego. Consiglieri: Carlo<br />
Balduzzo, Ivan Dal Toso, Giancarlo Zordan, Claudio<br />
Acerbi, Antonio Setto, Antonio Padrin, Lorenzo<br />
Caldiaro, Trulla Michele, Silvano Mussolin, Agostino<br />
Balbo, Umberto Vanoni, Michele Montecchio, Flavio<br />
Bressan, Armido Besaggio, Adriano Todesco.<br />
Camisano Vicentino<br />
Capogruppo: Plinio Giardini. Consiglieri: Dario Fontana,<br />
Maurizio Peron, Marco Zebele, Fabio Marcolin, Ivan<br />
Miotto, Adriano Pezzolo, Francesco Benazzato, Gianni<br />
Padovan, Lino Marchiori, Pierluigi Daddelli, Bruno<br />
Bozzolan, Luigi Bardella, Mario Cappellari, Massimo<br />
Rigoni, Bruno Palombo.
Una bella esperienza<br />
Egregio <strong>Presidente</strong> Galvanin,<br />
Sono la moglie di un alpino. Domenica sono stata a Bassano,<br />
dove – per la prima volta – ho visto una sfilata. Sono rimasta<br />
senza parole per l’organizzazione con cui è stato gestito un<br />
evento di così grandi dimensioni e per l’atmosfera di amicizia<br />
e solidarietà che non ha risparmiato nessuno.<br />
Lì ho scoperto che la festa e la compostezza possono viaggiare<br />
insieme e, quando questo succede, si sperimenta un<br />
senso di gioia e sicurezza. Mentre camminavo pensavo che<br />
se l’ANA fosse al governo, l’Italia diventerebbe un Paese<br />
straordinario. E mi auguravo che gli alpini potessero fondare<br />
un giorno un partito politico che ci rappresentasse degnamente.<br />
Poi, per caso, ho letto la sua lettera su Alpin fa<br />
grado di marzo e ho capito che ha ragione lei. L’Ana deve<br />
rimanere lontana <strong>dal</strong>le trappole della politica, perché gli alpini<br />
sono patrimonio dell’umanità. E se solo continueranno<br />
a fare della loro identità la loro forza, resteranno sempre un<br />
gruppo soli<strong>dal</strong>e e inalienabile. Per quello che fate, siete da<br />
ringraziare tutti.<br />
Nadia Gottardo Maraschin<br />
Un abbraccio agli alpini<br />
Caro Alpin fa grado,<br />
sono un’amica alpina, ho vent’anni e abito a San Germano<br />
dei Berici e vi seguo da due anni a questa parte. Questa mia<br />
lettera ha due scopi: il primo è quello di complimentarmi<br />
con gli Alpini di Bassano del Grappa e con tutti gli Alpini<br />
che hanno partecipato all’Adunata e che l’hanno resa memorabile.<br />
Il secondo scopo che voglio raggiungere è quello<br />
di ringraziare in maniera molto speciale il gruppo Alpini<br />
di San Germano che anche quest’anno si è organizzato per<br />
partecipare all’Adunata Nazionale e che mi ha ospitato. Da<br />
tre anni, infatti, partecipo alle Adunate Nazionali e il gruppo<br />
del mio paese, anche se piccolo, mi ha sempre accolta<br />
come una del gruppo, ha sempre fatto il possibile perché<br />
potessi vedere e capire cos’è L’Adunata. Li ringrazio, quindi,<br />
per la disponibilità che hanno dimostrato nei miei confronti,<br />
per come mi hanno accolto anche se non avevo mai<br />
partecipato prima alla vita del gruppo e per l’entusiasmo<br />
che mi hanno trasmesso nel seguire le loro annuali avventure.<br />
Ne approfitto per ringraziare “a distanza” anche gli<br />
amici di Bergamo e della provincia di Udine che ogni anno<br />
diventano i nostri vicini di “tenda” durante l’Adunata.<br />
Sapete meglio di me che gli Alpini sanno apprezzare i gesti<br />
di gratitudine che vengono loro rivolti dagli amici, o <strong>dal</strong>la<br />
comunità in generale, quindi spero che questa mia “sorpresa”<br />
dedicata a loro nella vostra rubrica possa far capire a<br />
tutto il gruppo quanto hanno fatto, e possono ancora fare,<br />
per me. Alpini di San Germano, e non, mi permetto di dirvi<br />
un’ultima cosa: continuate a tenere in vita il vostro piccolo,<br />
ma divertente, gruppo anche se a volte vi sembra che non ci<br />
Lettere in redazione - 17<br />
possano essere soluzioni ai problemi che dovete affrontare;<br />
tutta la comunità deve avere la possibilità di conoscervi e di<br />
apprezzarvi come ho potuto fare io.<br />
Siete forti! Voi e tutti gli Alpini!<br />
Grazie!<br />
La vostra ammiratrice<br />
Alpinità<br />
Cesare Di Dato scriveva nel 2005 ne “L’Alpino”:<br />
“Alpinità è quel insieme di buone idee, di disinteressate<br />
azioni, di coesione morale e di amicizia che supera i ceti<br />
sociali e che fa dei nostri iscritti un blocco abbastanza<br />
omogeneo”.<br />
Ricordando che fu Vitaliano Peduzzi a coniare il termine.<br />
Nei vocabolari non c’è, fatto salvo un tentativo di definizione<br />
inserito a nostra cura nell’enciclopedia internet<br />
Wikipedia.<br />
Oggi, crediamo più di ieri, che c’è bisogno di parlare e riparlare<br />
di ALPINITÀ e di far in modo che questo termine<br />
trovi attuazione nelle azioni dei soci A.N.A.<br />
L’alpinità è un modo di essere e di comportarsi, è il modo<br />
con cui si deve mettere in pratica l’iscrizione all’Associazione.<br />
L’alpinità non è una prerogativa dei soli Alpini, anzi<br />
alcuni alpini non dimostrano di avere l’alpinità. Ci sono<br />
soci aggregati che dimostrano l’alpinità in modo splendido.<br />
Ci vorrebbero fiumi di parole e forse non basterebbero, per<br />
poter descrivere le sensazioni, gli aspetti interiori, le azioni<br />
che concorrono a dar senso all’alpinità.<br />
In tempi in cui si parla di futuro dell’Associazione e si ipotizza<br />
su possibili “trasformazioni”, non dobbiamo dimenticarci<br />
che siamo l’associazione d’arma delle Truppe Alpine<br />
e quindi un’associazione di chi ha fatto il servizio militare<br />
nelle Truppe Alpine. Chi diventa socio deve sapere questo.<br />
Chi si iscrive sa che deve “sentire” l’alpinità.<br />
Vale in particolare per gli aggregati che per vari motivi<br />
(amicizia, simpatia, Protezione Civile), decidono di aderire<br />
all’Associazione, devono essere ben informati, prima di fir-<br />
Alcuni alpini del Gruppo Giuriolo sull’Ortigara
18 - Lettere in redazione<br />
mare la scheda di richiesta d’iscrizione. Devono sapere che<br />
faranno parte di un Gruppo, che è parte di una <strong>Sezione</strong>, che<br />
c’è una certa gerarchia, che ci sono Statuto e Regolamenti,<br />
che solo in seguito potranno essere “inviati” alle varie squadre<br />
di P.C..<br />
A volte sembra invece che tutto questo sia solo una formalità<br />
burocratica. E allora è compito delle Sezioni e specialmente<br />
dei Gruppi informare e formare, creare il terreno<br />
fertile perché l’alpinità si concretizzi e venga fuori.<br />
Devono scomparire certi luoghi comuni che accompagnano<br />
gli Alpini (bevute, goliardate) e rimanere le tante, tantissime<br />
cose serie e buone che facciamo, accompagnate, quando<br />
serve, da un certo aspetto ordinato e formale.<br />
Se l’alpinità viene messa in evidenza, se questo termine<br />
troverà riconoscimento anche nella società, allora arriveranno<br />
anche nuove iscrizioni, allora la nostra Associazione<br />
sopravviverà per tanto ancora. Un fraterno saluto alpino.<br />
m.f.<br />
Questi, a mio avviso, sono i nostri nuovi problemi associativi<br />
che dobbiamo assolutamente sviluppare e discutere in varie<br />
sedi e a vari livelli per assicurare continuità all’ANA.<br />
Vi invito a scriverci perché è chiaro che il nostro vecchio<br />
motto “Tasi e tira” non basta più. Sono anche sicuro, però,<br />
che l’alpinità nasce e si sviluppa soprattutto con l’attività in<br />
MONTAGNA. È la montagna che ha educato gli uomini ad<br />
essere ALPINI.! Se la gente non vive la montagna il nostro<br />
cappello non è sufficiente a trasmettere i ben noti Valori.<br />
La riduzione dei Soci<br />
Gianni Periz<br />
Con la sospensione del servizio di leva si fa sempre più<br />
pressante e preoccupante la sostituzione dei Soci all’interno<br />
della nostra Associazione che per gli anni futuri deve<br />
aspettarsi una riduzione degli organici. Non c’è niente di<br />
nuovo su questo tema. La questione invece che deve essere<br />
risolta è quella degli “amici degli Alpini” che sono diventati<br />
con il tempo una forza non indifferente che va in controtendenza<br />
ed aumenta ogni anno gli iscritti.<br />
Non si può più soprassedere sull’argomento ma deve essere<br />
affrontato <strong>dal</strong>la Sede Nazionale è risolto una volta per sempre.<br />
Siamo un’associazione d’arma con un proprio statuto<br />
ma credo che in questi ultimi anni dove il mondo tutto è<br />
cambiato ed è in continuo divenire, si debba operare una<br />
scelta conforme ai tempi d’oggi.<br />
Le decisioni poi sono sempre difficili magari a volte impopolari<br />
ma necessarie. Propongo un coinvolgimento <strong>dal</strong> basso<br />
di tutti coloro che hanno a cuore la nostra Associazione<br />
magari con un referendum significativo che possa raccogliere<br />
idee e suggerimenti che saranno sicuramente preziosi<br />
per risolvere il problema.<br />
Ferruccio Righele<br />
Sono grossi problemi che dovranno essere sviscerati nei<br />
prossimi mesi <strong>dal</strong>le Sezioni e dai Gruppi per trovare una<br />
valida soluzione.<br />
Orgogliosi sì, permalosi no!<br />
La redazione<br />
Egregio Direttore,<br />
ho ricevuto oggi il suo mensile, le anticipo che sono un vostro<br />
affezionato iscritto, come amico, ed in più faccio parte<br />
della vostra squadra di Protezione Civile Volontari ANA da<br />
oltre 10 anni. Il motivo di questa mia lettera è il seguente:<br />
a pag.3 c’è scritto: “nella prima di copertina: Albania<br />
1940, l’alpino Guerrino Selva del 3° Art. Mont. Ritratto<br />
con quattro amici della buffa”. La mia osservazione è per<br />
questa parola, buffa, offensiva nei confronti di chi non ha<br />
fatto l’alpino. Io ho servito la nostra Patria in un corpo di<br />
specialisti e tale sono nella squadra di P.C. Volontari. Le<br />
ricordo che l’alpino non è altro che un fante di montagna,<br />
ma sempre un fante, non credo sia offensivo dire fante in<br />
quanto la fanteria è sempre stata la regina delle battaglie.<br />
Pertanto auspico che nel prossimo numero chieda scusa a<br />
tutti coloro che, come me non sono alpini però, con la loro<br />
dedizione, fanno grande ancor più l’ANA. Il sottoscritto<br />
non può portare il cappello, ma nelle adunate il caposquadra<br />
raccomanda sempre di indossarlo. Sarò presente alla<br />
vostra adunata come volontario da giovedì a domenica.<br />
Termino in attesa di un suo ripensamento.<br />
Carlo, <strong>Vicenza</strong><br />
Carissimo “Carlo” pubblichiamo la tua lettera anche<br />
se non è firmata completamente.<br />
Senza voler pontificare, ti ricordo che tale parola è nel<br />
gergo dei nostri militari da più secoli. La buffa, infatti,<br />
era una parte dell’elmo medievale che copriva la<br />
faccia in combattimento. Ne deriva la buffetteria, cioè<br />
quella attrezzatura tipica di chi portava la buffa. Per<br />
me la parola non è dispregiativa! Dichiara una sola<br />
cosa, che chi porta la buffa è un soldato che combatte a<br />
piedi rispetto alla cavalleria e all’artiglieria E se qualcuno<br />
la usa nel senso letterale della parola, ti ricordo<br />
che anche tra gli alpini giravano i termini e definizioni<br />
senza che nessuno se ne offendesse. Avrei invece preferito<br />
che tu sottolineassi l’espressione di amicizia, di<br />
generosità che trasmette il viso buono di quell’Uomo,<br />
che sicuramente aveva un cuore ancor più grande delle<br />
sue braccia, le stesse braccia che vogliono stringere i<br />
colleghi della …. fanteria. A scanso di equivoci, non<br />
pubblicheremo più lettere che non siano firmate con<br />
nome e cognome.<br />
Gianni Periz
Programma<br />
delle manifestazioni sezionali<br />
Adunata sezionale di Arsiero sarà caratterizzata <strong>dal</strong>la coincidenza<br />
della festa con il 90° anniversario della prima guerra<br />
mondiale. Tutti i gruppi alpini della zona si sono mobilitati<br />
per organizzare un ricco calendario di manifestazioni.<br />
Le attività sono iniziate il 2 giugno a Cogollo del Cengio<br />
e sono continuate il 27 Velo d’Astico con la serata storica<br />
sul Battaglione Alpini Monte Suello e il suo cappellano don<br />
Francesco Galloni.<br />
Giovedì 17 luglio ore 20.30 - Laghi<br />
Serata storica: L’offensiva di maggio 1916<br />
Sabato 19 luglio - Lastebasse<br />
Mostra storica: Divise, armi e fotografie<br />
Domenica 20 luglio - Laghi<br />
Commemorazione caduti di Montemaggio<br />
Venerdì 25 luglio ore 20.30 - Posina<br />
Serata storica: Storia della strada delle gallerie.<br />
Apertura mostra di cimeli storici<br />
Sabato 26 luglio - Laghi<br />
Commemorazione dei caduti di tutte le guerre a<br />
Vanzi di Mulini<br />
Domenica 27 luglio ore 20.30 - Posina<br />
Località Cerbi. Commemorazione eventi storici.<br />
Giovedì 7 agosto ore 20.30 - Arsiero<br />
Serata storica: Monte Pasubio 1915-18.<br />
Luoghi e uomini della Grande Guerra.<br />
Sabato 20 agosto ore 20.30 - Tonezza del Cimone, Palacongressi<br />
Apertura mostra storica fotografie e<br />
cimeli sul monte Cimone<br />
Sabato 30 agosto ore 20.30 - Tonezza del Cimone, Palacongressi<br />
Serata storica: La guerra sul Cimone accompagnata<br />
<strong>dal</strong> coro Azzurri Monti e diapositive.<br />
Domenica 31 agosto - Tonezza del Comone<br />
Monte Cimone: annuale commemorazione dei caduti<br />
Martedì 1 settembre - Forni di Valdastico.<br />
Inagurazione mostra fotografica Valdastico<br />
nella prima guerra mondiale.<br />
Domenica 7 settembre.<br />
Solenne annuale pellegrinaggio al Monte Pasubio.<br />
Avvisi - 19<br />
Sabato 13 settembre ore 20.30 - Forini di Valdastico<br />
Serata storica: La battaglia dell’Ortigara.<br />
Domenica 14 settembre - Tonezza del Cimone<br />
Cerimonia al cimitero austrungarico.<br />
Sabato 20 settembre - Arsiero<br />
Conferimento di cittadinanza onoraria al 7° Rgt Alpini a seguire<br />
concerto Fanfara della Brigata Alpina Julia.<br />
Domenica 21 settembre ore 15.00 - Arsiero<br />
Ammassamento, ore 16.00 sfilata per le vie di Arsiero.<br />
1940 L’arco Romano e la strada degli Scarubi
20 - Varie<br />
Programma pellegrinaggio al<br />
monte Pasubio 6 -7 settembre 2008<br />
SABATO 6 settembre 2008<br />
Ore 10.00 Cerimonia con deposizione di una corona<br />
d’alloro presso l’Ossario del Pasubio a Colle<br />
Bellavista.<br />
Ore 11.00 Salita per la “Strada degli Eroi” fino alla<br />
Galleria D’Havet e proseguimento a piedi al<br />
Rifugio Papa. In alternativa si può proseguire<br />
in auto fino a Bocchetta Campiglia per proseguire<br />
a piedi, lungo la “Strada delle 52 gallerie”<br />
fino al Rifugio Papa.<br />
Ore 16.00 Deposizione delle corone di alloro ai Denti<br />
Italiano e Austriaco alla presenza dei Sindaci<br />
della Comunità del Pasubio e di una rappresentanza<br />
austriaca. Cena e pernottamento al<br />
Rifugio Papa. A Bocchetta Campiglia c’è la<br />
possibilità di piantare qualche tendina per il<br />
pernottamento del sabato.<br />
DOMENICA 7 settembre 2008<br />
Partenza dei vari gruppi verso la Chiesetta di Santa Maria del<br />
Pasubio per la celebrazione della Santa Messa.<br />
Ore 8.00 Partenza <strong>dal</strong>la galleria D’Havet per Cima<br />
Palon ed arrivo alla Chiesetta - tempo di percorrenza<br />
ore 2.00 ca.<br />
Ore 7.00 Partenza da Bocchetta Campiglia per le Strada<br />
delle gallerie - Porte Pasubio e arrivo alla<br />
Chiesetta - tempo di percorrenza ore 3.00/3.30<br />
ca. In alternativa sentiero della Val Canale che<br />
presenta difficoltà alpinistiche - da Ponte Verde<br />
alla Chiesetta - tempo di percorrenza ore 3.00 ca.<br />
Per ogni itinerario sarà presente una “guida” che, durante il<br />
percorso, illustrerà i luoghi teatro della Grande Guerra.<br />
Ore 11.00 Inizio Cerimonia con ingresso Gonfaloni,<br />
Vessilli e Labaro Nazionale,.<br />
Alzabandiera<br />
Onore ai Caduti.<br />
Brevi allocuzioni Autorità presenti.<br />
Ore 11.30 Santa Messa celebrata <strong>dal</strong> Vescovo di <strong>Vicenza</strong><br />
Mons. Cesare Nosiglia.<br />
Ore 12.30 Rancio Alpino.<br />
Parcheggi<br />
Per la Strada delle gallerie a Bocchetta Campiglia e Passo<br />
Xomo. Per la Strada degli Eroi al Pian delle Fugazze.<br />
Per coloro che sono impossibilitati a salire a piedi sono disponibili<br />
alcuni permessi presso la <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong>.<br />
Per salire fino a Porte del Pasubio. In questo caso il transito è<br />
permesso solo ai mezzi fuoristrada.<br />
Lonigo<br />
Incontri<br />
Un nostro alpino di Lonigo è stato testimone di uno di quei<br />
incontri che capitano rarissimamente. Nel mese di marzo<br />
infatti, un gruppo di Alpini della compagnia comando di<br />
Feltre si sono ritrovati dopo 31 anni <strong>dal</strong> congedo e hanno<br />
festeggiato alla trattoria “Gemma Dei Berici” di Pozzolo.<br />
Chi negli anni 1976/77 era in quella compagnia e volesse<br />
partecipare alle prossime feste può telefonare al<br />
sig. Baldovin Enzo allo 0444/833146 oppure al sig.<br />
Pasquale Gianluigi allo 0444/820442.<br />
Gruppo Alpini Caserma<br />
Zannettelli Btg. Feltre<br />
Domenica 1° giugno 2008 un folto gruppo di commilitoni<br />
si sono ritrovati a 42 anni <strong>dal</strong> congedo per una piacevole<br />
rimpatriata a ricordare i tempi della naja fatta<br />
negli anni 1966-1967 nella compagnia comando della<br />
caserma di Feltre. Se ci sono altri Alpini interessati per<br />
i prossimi incontri contattare Marco Brazzale di Zanè<br />
oppure Gabriele Barban di <strong>Vicenza</strong>.
Alpini di pace<br />
La penna del najone<br />
Novità in Libreria - 21<br />
Gli alpini, si sa, sono bravi a fare, ma non a dirlo. Ci è voluto Giovanni Lugaresi, un giornalista<br />
che ha fatto la naja nel Genio, ma è “alpino ad honorem” per raccontare le loro imprese<br />
in tempo di pace.<br />
Così “Alpini di pace” (editore Il Preto) racconta “mezzo secolo sul fronte della solidarietà”<br />
ed è arrivato alla quarta edizione, che si arricchisce di alcuni capitoli nuovi.<br />
Raccontano del lavoro dei bassanesi per una scuola in Brasile, del recupero di un percorso<br />
di guerra sul Palon (Monte Grappa), dell’intervento del Gruppo Ana di Premosello (Bs) per<br />
un centro giovanile in Venezuela; si parla anche del “Libro verde”, c’è una commovente<br />
descrizione del Bosco delle “penne mozze” di Cison di Valmarino.<br />
In chiusura un intervento del presidente Perona sul futuro degli alpini e dell’Ana. Più che<br />
un libro per gli alpini, “Alpini in pace” è un libro che gli alpini dovrebbero regalare a chi<br />
non ha avuto la fortuna di portare la penna nera e soprattutto a chi pensa che gli alpini siano<br />
solo dei casinisti e ubriaconi.<br />
Lugaresi fa capire bene come sono stati fatti i principali interventi in tutto il mondo, <strong>dal</strong><br />
Friuli all’Armenia, da Rossosch a Zenica, illustrando la situazione, il perché e la natura<br />
dell’intervento. Descrive il lavoro fatto, cita nomi di persone e sezioni Ana coinvolte, riporta<br />
le spese e le ore lavorate. Ma non è un elenco freddo, perché il giornalista affianca a<br />
tanti dati cronache vivaci, che fanno capire meglio e apprezzare lo spirito alpino di questi<br />
interventi.<br />
D.B.<br />
È uscito l’ennesimo libro sugli alpini. Ma stavolta non si parla di imprese epiche, di episodi di eroismo, di guerre. Sono più di 500<br />
pagine scritte da alpini normali che raccontano la propria normale naja alpina. In tutti i suoi momenti, <strong>dal</strong>l’arrivo della cartolina<br />
all’addestramento al Car, <strong>dal</strong>le manovre ai campi estivi e invernali. E si parla di vita di caserma, guardie, punizioni, picchetti,<br />
addestramento formale, libera uscita, muli, marce.<br />
Un’idea partita dai responsabili del sito Internet dell’Ana nazionale, sul quale s’incrociavano memorie di naja alpina che arrivavano<br />
da tutta Italia. Perché non raccoglierle in un libero queste storie? Perché<br />
non salvare queste memorie? – si sono chiesti. Si è formato così un comitato di<br />
redazione, che ha invitato tutti gli alpini a scrivere della propria naja, racconti da<br />
inserire in un libro. La risposta è arrivata pronta da tutta Italia, con un centinaio di<br />
racconti pubblicati nella loro schiettezza in “La penna del najone”, pubblicato da<br />
Mursia per l’Ana nazionale e presentato all’adunata di Bassano.<br />
Un libro che consiglio a tutti gli alpini, perché a mano a mano che si va avanti con<br />
la lettura escono dai meandri della memoria i ricordi della propria vita militare, si<br />
rivivono quei mesi vissuti con la penna nera, si capisce perché continuiamo ad essere<br />
alpini anche tanti anni dopo il congedo. E i ricordi della “Penna del najone” non sono<br />
solo spensieratezza ed allegria. Si racconta dell’impegno delle missioni all’estero,<br />
dell’aiuto alla gente alluvionata e terremotata. E si racconta di quelli “andati avanti”<br />
anche in tempi di pace, come nel toccante ricordo di Paolo Zimerle, vicentino, dei<br />
due “frati di naja” travolti da una slavina durante un campo invernale in Cadore.<br />
Scrive il presidente Perona nella presentazione: «Ecco quindi un altro tassello<br />
nell’incredibile mosaico della storia degli alpini, una favola moderna di uomini<br />
semplici e perbene che con caparbietà, tenacia e dedizione, incuranti delle mode e<br />
delle tendenze effimere, continuano a custodire e trasmettere i loro valori e il loro<br />
stile di vita».<br />
“La penna del najone” si accompagna perfettamente a “Noi alpini”, lo stupendo<br />
libro di fotografie della naja di Enzo Isaia.<br />
Dino Biesuz
22 - La vita dei Gruppi<br />
Alta Val Liona<br />
Pellegrinaggio alla chiesetta di san Donato a Pozzolo<br />
In una riunione di zona, il capogruppo di Pozzolo, Attilio<br />
Sommo Cerato, ha proposto agli altri capogruppo di organizzare<br />
un pellegrinaggio alla chiesetta di san Donato con<br />
lo scopo di ricordare tutti gli alpini della zona andati avanti<br />
durante il 2007, oltre ad avvicinare i gruppi alpini della zona<br />
con la voglia di stare insieme e rinsaldare l’amicizia.<br />
La proposta è stata accolta favorevolmente da tutti. E così<br />
domenica 20 aprile è stata una vera emozione vedere una<br />
partecipazione di 150 persone tra alpini e simpatizzanti, i<br />
quali durante il cammino commentavano lo spettacolo incantevole<br />
dell’altopiano di Pozzolo.<br />
Capitello di San Donato<br />
La chiesetta di san Donato è stata restaurata interamente nel<br />
1985 dagli alpini di Pozzolo, con l’aiuto di tutta la comunità.<br />
Una volta raggiunta la chiesetta, si è proceduto con l’alzabandiera<br />
e la celebrazione della messa officiata <strong>dal</strong> cappellano<br />
alpino don Ezio Busato. Don Ezio ha ricordato che gli<br />
alpini, al di là di appartenere ad un’associazione d’arma, trasmettano<br />
e realizzano azioni e opere utili, di grande valore<br />
civile e morale. La loro ricchezza etica è testimoniata attraverso<br />
la solidarietà e l’operosità, segni tangibili di un grande<br />
e affidabile patrimonio.<br />
Mirco Bisognin<br />
Altavilla<br />
Bambini in visita alla sede<br />
Il 22 giugno il nostro gruppo ha portato in visita alla sede<br />
i bambini della scuola materna “A. Fusari”, con le loro<br />
insegnanti e la madre superiora, alla quale sono andati i<br />
ringraziamenti per la collaborazione. I bambini hanno manifestato<br />
un grande interesse per il monumento dei caduti<br />
nonché per il cappello alpino. Trascorse alcune ore a rispondere<br />
alle loro domande, e poi giochi e poi canti, alcuni<br />
bambini si sono detti orgogliosi per il fatto che anche i loro<br />
papà erano alpini. Arrivederci bambini, chissà se un giorno<br />
sarete alpini anche voi.<br />
Bagnolo di Lonigo<br />
Donato un Tricolore del 1880<br />
A Bagnolo di Lonigo, il 25 Aprile scorso si è tenuta una grande<br />
festa non solo per onorare la ricorenza della Liberazione<br />
nel 1945, ma questo 25 aprile rimarrà nella storia del gruppo<br />
Alpini di Bagnolo in quanto discendenti del sottufficiale<br />
Alessandro Marchi hanno donato allo stesso gruppo una<br />
Bandiera risalente agli anni 1880, di seguito potrette leggere<br />
alcune testimonianze portate dagli ospiti.<br />
Sono orgoglioso, onorato ed anche un po’ emozionato – oggi<br />
– ad essere qui ad evidenziare il VALORE del Tricolore che<br />
il Sottufficiale Alessandro MARCHI ha gelosamente custodito<br />
e ci ha fatto pervenire tramite i suoi discendenti.<br />
Ho letto con emozione l’atto di rafferma del furiere maggiore,<br />
dell’anno 1888, effettivo al btg. Isonzo del 18° rgt.<br />
fanteria.<br />
In quell’anno eravamo appena giunti all’unità d’Italia (quasi,<br />
mancava TN-TS) quando questo nostro paesano sentiva<br />
l’amore per la Patria e voleva continuare a dare il suo apporto<br />
alla crescita del suo Paese.<br />
Onore al reduce
Ecco un po’ di storia del nostro Tricolore.<br />
La bandiera tricolore venne adottata alla fine del 1797 con<br />
la repubblica Cisalpina; soppressa durante la dominazione<br />
austriaca, solo nel 1848 divenne la Bandiera del regno di<br />
Sardegna e nel 1^61 del regno d’Italia. Con la scomparsa<br />
della monarchia, cioè dopo la 2A guerra mondiale e l’avvento<br />
della Repubblica, perse lo scudo crociato che era nella<br />
parte bianca. II Tricolore è tornato ad essere, nell’aspetto,<br />
quello originario, come indicato <strong>dal</strong>l’articolo 12 della<br />
Costituzione.<br />
Il ns. Marchi, militare per scelta – anche se sicuramente<br />
attaccato ai valori della sua famiglia – ci lascia questo<br />
simbolo che viene sì da lontano ma è, per noi tutti sempre<br />
attuale quale valore fondamentale dell’unità d’Italia.<br />
Ricordare il suo particolare attaccamento al servizio ed il<br />
voler gelosamente CUSTODIRE per sé il più grande, il<br />
massimo simbolo d’Italia, non è solo fare memoria di un<br />
fatto ma è anche un impegno per noi, per i ns. figli e ns.<br />
nipoti, ad assumere la responsabilità di riconoscersi italiani<br />
dentro questo Tricolore e far sì che questo magnifico<br />
esempio non cada nell’oblio. Onorando Marchi onoriamo<br />
chi ha fatto fino in fondo il proprio dovere sicuramente<br />
con tanti sacrifici ma nel rispetto dell’autorità ed ha voluto<br />
conservare il massimo simbolo d’Italia – il TRICOLORE<br />
– con molta discrezione ma tanta cura, per sé, per la suo<br />
famiglia, per NOI.<br />
Questa BANDIERA è la nostra forza e deve essere sempre il<br />
nostro pilastro fondamentale!<br />
Oggi poi, 25 aprile, cerchiamo di recuperare in noi, umilmente,<br />
i principi del ricordo, della riconoscenza, della pietà e<br />
della solidarietà verso chi, come Marchi, ha tanto dato affinchè<br />
questi principi possano contribuire ad avere una società<br />
unita e sempre migliore, sotto l’egida del TRICOLORE.<br />
Un grazie profondo e riconoscente, caro Marchi, per il<br />
profumo di PATRIA che hai oggi dato a noi tutti con questo<br />
omaggio.<br />
Generale Angelo Baraldo<br />
Il giorno del ricordo siamo qui oggi al piedi di questo monumento,<br />
forse per tanti solo un simbolo, ma per molte<br />
persone questi simboli sparsi nei nostri paesi sono il segno<br />
di grande servizio e onore per la patria, e per questo senso<br />
del dovere i nostri cari sono stati chiamati a difendere<br />
ciò che a tutti noi sta a cuore. la pace per il nostro grande<br />
popolo italiano. Le nuove generazioni penseranno che<br />
oramai è qualcosa di lontano, è vero sono passati decenni,<br />
ma non per questo lo si deve considerare solo un passaggio<br />
della storia, e questo monumento è qui per ricordarci<br />
che la vita di molti soldati è stata data per la nostra libertà.<br />
Sono nata nel ‘38 e rimasta orfana nel ‘41^ pensate che<br />
ricordo posso avere, della seconda guerra poco e la prima<br />
l’ho sentita raccontare come tanti di voi. Ho nel cuore il<br />
ricordo di un papà che non ho conosciuto, ovvero solo<br />
La vita dei Gruppi - 23<br />
l’essermi seduta un giorno sulle sue ginocchia. Dopo questo<br />
episodio solo la miseria e la disperazione di una donna<br />
rimasta vedova a 27 anni con 2 bambini da crescere. Forse<br />
una storia come tante altre.... ma come tutte le donne della<br />
grande guerra.<br />
Con un gran coraggio una forza che fino all’ultimo ha fatto<br />
si che questo monumento non venisse abbandonato. Un<br />
fiore non è tanto, ma è il modo più semplice per ricordare<br />
chi ci ha reso liberi e per tanti soldati sepolti nei cimiteri<br />
militari riportare il loro nome e il loro spirito fra noi famigliari<br />
e amici, nel proprio seppur piccolo paese dove hanno<br />
stretto al proprio petto per l’ultima volta coloro che vivono<br />
con il ricordo di un sorriso.<br />
Amici ricordiamoci dei nostri soldati, non per le medaglie<br />
al valore, ma per il coraggio e la lealtà verso la patria, e da<br />
questo coraggio è nata la nostra libertà. Grazie papà perchè<br />
anche se il tuo corpo è a Bari qui in questa piazza con i tuoi<br />
commilitoni rappresenti la pace.<br />
Sacco Angelina<br />
figlia del soldato di fanteria Sacco Silvio<br />
LA BANDIERA D’ITALIA<br />
Sei nata a Reggio Emilia<br />
il 7 Gennaio 1797<br />
nella “Sala del Tricolore”<br />
<strong>dal</strong> pensiero<br />
e dai cuore,<br />
del Sacerdote Compagnoni.<br />
Tu,<br />
stendardo della Repubblica Cispadana<br />
sei stata resa “Universale”a Modena,<br />
nel Congresso del 21 Gennaio,<br />
grandioso, speciale.<br />
I Tuoi colori sono:<br />
il “VERDE” della Speranza”,<br />
il “BIANCO” della Fede,<br />
il “ROSSO”, della Carità.<br />
...il VERDE<br />
come le nostre Pianure,<br />
...il BIANCO,<br />
come le nevi delle Alpi e Appennini,<br />
...il ROSSO,<br />
come il sangue versato<br />
dai nostri compatrioti<br />
per l’unione della nostra terra.<br />
Noi Italiani,<br />
attorno a Tè viviamo<br />
e ci stringiamo a Tua difesa e gloria,<br />
fino all’ultimo momento della nostra sera,<br />
della nostra storia.<br />
Marangon Giovanni<br />
Tezze di Arzignano 4 Novembre 2007
24 - La vita dei Gruppi<br />
Campedello<br />
Festeggiati i 50 anni<br />
Il 4 maggio 1958 nasceva a Campedello il Gruppo Ana. Furono<br />
44 i soci fondatori che elessero capogruppo il Prof. Valerio<br />
Vicari. Per ricordare il suo 50° anno di fondazione, il Gruppo<br />
ha organizzato una serie di manifestazioni: incontrando i bambini<br />
e ragazzi della scuola materna - elementare ed allestendo<br />
una serata di cante alpine, predisponendo una pubblicazione<br />
che ripercorre il mezzo secolo di storia. Alla presenza del presidente<br />
sezionale Giuseppe Galvanin, dei consiglieri del Direttivo<br />
sezionale, autorità ed alpini con i gagliardetti dei vari Gruppi<br />
vicentini in segno partecipativo e di amicizia, si è svolto il momento<br />
celebrativo. La sfilata si è svolta lungo le vie del paese,<br />
accompagnata <strong>dal</strong>la Fanfara Storica. Prima della messa alzabandiera<br />
e onori militari dinanzi al monumento ai Caduti di Via<br />
Bertolo. Nel suo discorso celebrativo il Capogruppo Roberto<br />
Alberton, uno dei sSoci fondatori, ha ricordato l’impegno di volontariato<br />
portato avanti con sobrietà e riservatezza in questi decenni<br />
dagli Alpini di Campedello, così pure l’attenzione verso<br />
i giovani, collaborando attivamente con le scuole e promovendo<br />
attività aggregative, sportive e culturali. Ponendo l’accento<br />
sul rapporto tra il Gruppo Alpini e la Comunità di Campedello<br />
nell’affrontare e risolvere le problematiche solidaristiche del<br />
quartiere, all’ombra della chiesa, Alberton ha pure esaltato i valori<br />
storici e culturali della nostra gente che l’Ana riesce ancora<br />
oggi ad esprimere. Il presidente Galvanin si è complimentato<br />
per lo storico traguardo raggiunto che è di esempio per gli altri<br />
numerosi Gruppi che sono attivi nel circondario di <strong>Vicenza</strong>, così<br />
pure l’impegno costante ed attivo offerto <strong>dal</strong> Gruppo all’Ana e<br />
alla società.<br />
Alzabandiera a Campedello con il labaro sezionale<br />
Lapide in ricordo dei fratelli Boesso<br />
Dopo la cerimonia i 200 soci alpini hanno proseguito i festeggiamenti<br />
con il pranzo, durante il quale sono stati consegnati riconoscimenti<br />
ad alpini che hanno combattuto durante la seconda<br />
guerra mondiale. Sono stati inoltre festeggiati con un gavettino<br />
d’argento i soci fondatori. Il prof. Valerio Vicari ha offerto la<br />
fiaccola olimpica dei Giochi Invernali di Cortina d’Ampezzo<br />
del 1956, ricevuta allora dagli organizzatori in quanto comandante<br />
di un plotone di alpini addetti a prelevare dai boschi e<br />
<strong>dal</strong>le zone innevate neve fresca per le piste. Un lavoro improbo,<br />
portato avanti pure di notte con temperature che raggiungevano<br />
i 26 gradi.<br />
Onore ai Caduti civili<br />
Anche quest’anno, in occasione della ricorrenza del 25 Aprile,<br />
il Gruppo Alpini di Campedello e l’Unione delle Associazioni<br />
di Campedello hanno onorato i caduti della Riviera Berica,
deponendo corone d’alloro davanti i monumenti di Debba,<br />
Longara, Tormeno, Museo del Risorgimento, Campedello, e<br />
mazzi di fiori davanti alle steli del Parco Rimembranza, presso<br />
la Chiesa di Campedello.<br />
In questo pellegrinaggio della memoria, particolare attenzione<br />
si è voluta dedicare alle vittime civili del secondo conflitto<br />
mondiale, rendendo onore alle 34 vittime del bombardamento<br />
del 26 aprile 1945 avvenuto a Tormeno, nonché i caduti<br />
di Campedello del 28 aprile, deponendo un mazzo di fiori<br />
davanti la lapide che ricorda l’eccidio dei fratelli Sergio e<br />
Silvano Boesso. Una occasione per ricordare pure l’eccidio<br />
di Ca’ Tosate, dello stesso giorno, dove persero la vita:<br />
Pietro Bortolan, Luigi ed Alessandra Bortolaso in Sgreva<br />
con Riccado ed Angelo Sgreva, Giuseppe Corato, Narciso<br />
Gentilin, Vittorio Perozzo, Domenic Rigodanzo Domenico,<br />
Antonio Tosato (padre e figlio) ed Emma Tosato in Zilio con<br />
Alessandro Zilio ed Otello Dalla Rosa. Presente alla cerimo<br />
nia Narciso Gentilin, figlio di uno dei caduti.<br />
Cogollo del Cengio<br />
Mostra storico culturale<br />
L’idea parte nel novembre 2007quando in una riunione il<br />
capozona comunica che l’adunata Sezionale degli Alpini si<br />
terrà ad Arsiero in settembre 2008 e che tutti i gruppi della<br />
zona M. Cimone sono invitati ad organizzare manifestazioni<br />
a contorno dell’Adunata stessa.<br />
Il Gruppo Alpini di Cogollo accoglie la proposta e si impegna<br />
per allestire una Mostra Storico Culturale da effettuarsi <strong>dal</strong> 2<br />
all’8 giugno 2008 in occasione della festa della Repubblica<br />
e del raduno Nazionale del Granatieri a M.te Cengio, evento<br />
patrocinato <strong>dal</strong> Comune di Cogollo del Cengio.<br />
Si interpella un nostro concittadino che aderisce con entusiasmo<br />
all’idea mettendo a disposizione, oltre alla villa, anche<br />
diverso materiale di sua proprietà, altri reperti vengono<br />
recuperati <strong>dal</strong>le famiglie di Cogollo e da altri collezionisti.<br />
Con meticolosità ed esperienza viene scelto il materiale<br />
da esporre e dopo circa tre mesi di preparativi finalmente<br />
arriva il giorno dell’inaugurazione. 2 giugno festa della<br />
Repubblica, festa anche per il Gruppo Alpini “Don Luigi<br />
Agostini”. Alla presenza di numerose Autorità tra cui il<br />
Sindaco Calgaro Riccardo, il Parroco Don Luigi Gatto e<br />
del Colonello Don Claudio Gioppo Capellano Militare si è<br />
iniziato con l’alzabandiera e la deposizione di fiori presso il<br />
monumento ai Caduti. Con una breve sfilata, accompagnati<br />
<strong>dal</strong>la Mosson Marching Band, ci siamo avvicinati a Villa<br />
Semino per l’inaugurazione della mostra storico culturale<br />
di cimeli militari. Erano presenti tutti i gagliardetti della<br />
zona Monte Cimone e di altri dei paesi limitrofi, nonché<br />
delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.<br />
La mostra era articolata in tre settori, il primo dedicato a<br />
Don Luigi Agostini ed ai Capellani Militari dei vari eserciti<br />
con foto e cimeli, il secondo settore riguardava La Grande<br />
Guerra un percorso fotografico di oltre 200 foto talune inedite<br />
<strong>dal</strong>l’attentato a Sarajevo alla fine vittoriosa della guer-<br />
La vita dei Gruppi - 25<br />
Il sindaco taglia il nastro all’inaugurazione della mostra a casa Semino<br />
Mostra in casa Semino<br />
ra con riferimenti sui combattimenti del maggio giugno<br />
del 1916 che coinvolsero la nostra valle e il nostro paese.<br />
Il terzo settore dedicato ai diversi cimeli bellici vetrinette<br />
allestite per ricordare i Granatieri di Sardegna che sul<br />
monte Cengio si immolarono per la difesa della Patria, altre<br />
mostravano l’evoluzione degli armamenti, dei copricapo e<br />
delle divise <strong>dal</strong> 1700 alla fine del 1918 un’altra in ricordo<br />
dei Cappellani militari con esposti gli altarini da campo<br />
italiano e tedesco nonché icone ortodosse, altra vetrinetta
26 - La vita dei Gruppi<br />
dedicata alle truppe alpine con in mostra la divisa del 1873.<br />
Era in bella mostra anche il plastico del Cimitero Militare<br />
Italiano di Campiello, realizzato con maetria e pazienza <strong>dal</strong><br />
nstro concittadino Luigi Marzari, che in questo periodo è<br />
oggetto di recupero da parte del gruppo della Croce Nera<br />
di Cogollo.<br />
Durante la settimana la mostra è stata visitata dagli alunni<br />
delle scuole Elementari e Medie (che circa un mese prima<br />
avevamo accompagnato in visita al monte Cengio e forte<br />
Corbin ) guidati <strong>dal</strong>lo storico Siro Offelli che ha illustrato<br />
agli studenti gli oggetti esposti. Domenica 8 giugno in occasione<br />
dell’annuale pellegrinaggio dei Granatieri di Sardegna<br />
al Monte Cengio la mostra ha visto l’affluenza di numerosi<br />
Granatieri accompagnati <strong>dal</strong> <strong>Presidente</strong> Nazionale Gen.<br />
Buscemi nonché dai Granatieri in armi con il loro comandante<br />
Gen. G. Armentani che si è complimentato con gli organizzatori<br />
per la qualità del materiale esposto.<br />
Un grazie a tutti gli alpini che hanno lavorato incoraggiati<br />
<strong>dal</strong> Capogruppo Arturo Zorzi, al proprietario della Villa<br />
nonché curatore della mostra Sergio Semino sempre disponibile<br />
ed entusiasta, a Siro Offelli storico sempre presente e<br />
disponibile e a quanti hanno aiutato per la buona riuscita di<br />
questa manifestazione<br />
Pier Giuseppe Mioni<br />
Valli del Pasubio<br />
I Granatieri di Sardegna<br />
In ricordo Lorenzo Rigon detto Gino<br />
Un alpino che si è fatto onore, ma che ha anche donato alla<br />
Patria la sua gioventù. Lorenzo Rigon, classe 1914, artigliere<br />
del 3°Rgt artiglieria da montagna del Gruppo Udine, dopo<br />
aver partecipato alla campagna di Grecia-Albania fu mandato<br />
in Russia, sul Don, e vi rimase fino alla rovinosa ritirata.<br />
Non amava raccontare quello che ha visto e provato e patito<br />
in quel periodo.<br />
Quel poco che mi raccontava, lo faceva con le lacrime agli<br />
occhi, perché, diceva, pensava a quei giovani che non hanno<br />
potuto rivedere le loro famiglie, rimasti nella steppa, con-<br />
gelati, schiacciati dai carri<br />
armati, morti di stenti in<br />
prigionia.<br />
Ultimo sopravissuto dei<br />
fondatori del nostro gruppo<br />
di Valli, era sempre<br />
attivo e presente anche<br />
con iniziative e sostegni<br />
economici e personali.<br />
Per le sue benemerenze, a<br />
giugno del 2006, era stato<br />
insignito del Cavaliere al<br />
Merito della Repubblica<br />
Italiana. Noi pensiamo<br />
sia troppo poco per i suoi<br />
meriti. Aveva sempre una<br />
parola di conforto per tutti.<br />
Un ricordo personale: a<br />
volte andavamo assieme<br />
a caccia con amici, e os-<br />
Gino con il presidente Perona<br />
servavo come riusciva ad<br />
infondere calma e serenità<br />
e buonumore a tutta la compagnia.<br />
Anche se nella sua lunga vita le sofferenze, anche pesanti<br />
non sono mancate, è vissuto in modo invidiabilmente dignitoso.<br />
A fine marzo 2008, dopo una breve degenza ospe<strong>dal</strong>iera è<br />
andato avanti lasciando un grande vuoto per la sua famiglia<br />
e tutti noi: “i suoi alpini”.<br />
Ci resta così il suo indelebile ricordo, il suo esempio. Restano<br />
le sue opere e la sua generosità. Questo è il bene che ci ha insegnato.<br />
Abbiamo perduto un grande padre!. Personalmente<br />
sono orgoglioso e onorato di essergli stato amico.<br />
Dueville<br />
Nuovo consiglio diretivo<br />
Si è riunita l’assemblea del Gruppo Alpini di Dueville<br />
per il rinnovo delle cariche sociali. Il capogruppo uscen-<br />
Il nuovo consiglio direttivo
te Fernando Zanini, dopo aver illustrato le attività svolte<br />
<strong>dal</strong> Gruppo durante il suo mandato, ha dato corso alle<br />
votazioni. I 75 Soci presenti hanno riconfermato capogruppo<br />
Zanini; vice-Capogruppo Alessandro Barbieri; i<br />
consiglieri:sono (in ordine alfabetico) Benetti Ruggero,<br />
Binotto Enzo, Campagnolo Angelo, Comparin Davide,<br />
Converti Mariano, Corrà Domenico, Fardo Antonio,<br />
Lorenzato Fabio, Lorenzin Elio, Panziera Giuseppe,<br />
Tonini Fabio, Vicino Simone. Al nuovo direttivo il compito<br />
di continuare a portare avanti, come sempre al meglio,<br />
i numerosi impegni intrapresi <strong>dal</strong> Gruppo.<br />
Lonigo<br />
Sui luoghi della Grande Guerra<br />
Ci fa piacere comunicare alcune iniziative molto importanti<br />
che abbiamo portato a buon fine nelle scorse settimane e che<br />
stiamo organizzando per le prossime.<br />
Inanzitutto va subito ricordata la gita che anualmente viene<br />
organizzata <strong>dal</strong> Gruppo Ana di Lonigo in collaborazione<br />
con il Comune e la direzione della Scuola Media C. Ridolfi<br />
di Lonigo. Quest’anno, in occasione della centralità che<br />
ha il tema della prima guerra Mondiale, Novantesimo <strong>dal</strong>la<br />
fine delle ostilità, si è voluto organizzare una escursione<br />
all’ossario del Pasubio, il Dos di Trento e il Castello del<br />
BuonConsiglio, luogo in cui fra le altre noi Alpini ricordiamo<br />
L’Alpino Cesare Battisti.<br />
I giovani della terza media, che ben seguiti <strong>dal</strong> Preside<br />
dell’istituto scolastico e i loro insegnanti si sono impegnati a<br />
cogliere il significato di tanti sacrifici ben espressi dai luoghi<br />
visitati. Il capogruppo Alpini di Lonigo ha accompagnato le<br />
scolaresche alla fine della mattinata presso la Sede ANA di<br />
Trento, dove una truppa di Alpini Leoniceni hanno preparato<br />
in una struttura molto accogliente un ricco banchetto, a cui i<br />
commensali hanno fatto onore.<br />
Altra bella gita è stata organizzata <strong>dal</strong> Gruppo ANA di Lonigo<br />
per la domenica 15 Giugno a Trento, in particolare Castello<br />
di Beseno, Castello del Buoncosiglio e dopo un prenzo in<br />
locale caratteristico vistita delle Cantine Francesco Moser.<br />
Ai pertecipanti è piaciuto lo spirito della gita e in modo particolare<br />
si ringrazia il Capogruppo per avere creato presso la<br />
residenza del Grande Campione di Ciclismo, Moser appunto,<br />
un clima di entusiasmo e incontro con ideali di Sport e<br />
cultura Alpina.<br />
Mossano<br />
Monumento a Giuseppe Marin<br />
Il 25 aprile 2008, il Gruppo Ana ha inaugurato il monumento<br />
dedicato al giovane patriota Giuseppe Marin, fucilato dai<br />
tedeschi all’età di 17 anni il 27 aprile 1945. Dopo la messa<br />
celebrata da don Pietro Marchetto, si è svolta la cerimonia,<br />
alla presenza di autorità, dei sindaci di Mossano e di<br />
La vita dei Gruppi - 27<br />
Barbarano, di gagliardetti e dei rappresentanti delle varie<br />
associazioni, oltre a molti paesani. Dopo la deposizione di<br />
una corona di fiori, il parroco ha benedetto la colonna mozza<br />
in ricordo del giovane patriota.<br />
Sossano<br />
Ricordo di Danilo Zen<br />
Nessuna cartolina di precetto per gli alpini di Sossano. È<br />
bastata radio scarpa o meglio radio scarpone perché tutti i<br />
tesserati fossero presenti per onorare l’impegno di votare<br />
il rinnovo del consiglio del gruppo. Al presidente uscente,<br />
un elogio e un sentito ringraziamento per quanto ha profuso<br />
ma soprattutto un vero grazie per la sua generosità mai<br />
offuscata da tenebrosità ma condita solo da sinceri sorrisi<br />
con i quali ha affrontato e risolto, tutti i problemi che nel<br />
corso della sua presidenza si sono succeduti Lo spoglio delle<br />
schede ha designato nuovo capogruppo Luigi Sbicego<br />
il quale, dopo aver ringraziato il capogruppo uscente, gli<br />
alpini e i simpatizzanti, ha subito convocato gli eletti alla riunione<br />
ufficiale, per definire gli incarichi affinché il consiglio<br />
sia effettivo in brevissimo tempo Nella belle serata era<br />
presente anche l’amico e alpino Danilo Zen, che purtroppo<br />
dopo breve tempo è “andato avanti” senza che vi fossero<br />
stati particolari preavvisi. Danilo, era un artigliere da montagna<br />
che ha prestato servizio nella caserma di Bassano. A<br />
lui in occasione della prima riunione che ha sancito l’insediamento<br />
del direttivo e le varie cariche. Il presidente ha<br />
rivolto un pensiero e un ricordo alla famiglia. Attraverso<br />
queste righe che lo vogliono ricordare, gli alpini di Sossano<br />
si uniscono in una preghiera.<br />
Thiene<br />
Silvano Mussolin<br />
Al lavoro sul Grappa<br />
In occasione dell’Adunata di Bassano, la <strong>Sezione</strong> Ana ha<br />
chiesto la collaborazione dei gruppi vicini, anche se appartenenti<br />
ad altre sezioni, per il ripristino di alcune trincee scavate<br />
durante la prima guerra mondiale sul Monte Grappa.<br />
Una squadra di una decina di Alpini di Thiene, diretti <strong>dal</strong><br />
consigliere Massimo Binotto, geometra, e “capitanata”<br />
<strong>dal</strong>l’esperto in questo tipo di interventi, Bepi Crosara, in un<br />
paio di fine settimana hanno ripulito e riassestato, nei pressi<br />
dell’Ossario, vicino al bivio che porta ad Arsiè, una trincea<br />
lunga più di 10 km.: prima hanno dovuto togliere la neve che<br />
la ricopriva, poi ripulirla <strong>dal</strong> terriccio franato in tanti anni e<br />
quindi, sistemando con sassi a secco i fianchi, hanno riportato<br />
la trincea allo stato in cui doveva essere 90 anni fa.<br />
Ne hanno anche chiuso l’entrata con un cancello in filo spinato<br />
quasi a renderla un monumento storico e sacro. I responsabili<br />
bassanesi si sono complimentati con loro: bravi.
28 - La vita dei Gruppi<br />
Tonezza del Cimone<br />
Primi al torneo di sci<br />
Il 9 marzo il nostro gruppo ha vinto il toneo sezionale di sci<br />
per il terzo anno consecutivo.<br />
Un plauso va a tutti i concorrenti, alpini e amici degli alpini,<br />
i quali dimostrano di saper sciare molto bene e di fare buon<br />
gioco di squadra. I vincitori del torneo al ritorno a casa hanno<br />
dato sfogo alla propria gioia percorrendo le strade strombazzato.<br />
Quest’anno la gara di discesa si è svolta a Malga<br />
Rivetta.<br />
Alpini e bambini<br />
Torri di Quartesolo - Lerino<br />
30° Anniversario costituzione<br />
Il programma per il 30° anniversario del Gruppo Alpini<br />
Torri-Lerino è stato portato a termine con una grande partecipazione<br />
di soci e di simpatizzanti, con giudizi positivi ed<br />
incoraggianti da parte di tutti, soprattutto per quanto riguarda<br />
la mostra di reperti, postazioni e trincee della 1° guerra<br />
mondiale.<br />
La mostra è stata visitata da circa 500 ragazzi, accompagnati<br />
da insegnanti e dirigenti scolastici, ed hanno dimostrato tutti<br />
I ragazzi durante la rappresentazione<br />
Alpini che si fanno onore<br />
Il Colonnello degli<br />
alpini Edoardo<br />
MAGGIAN, vicentino,<br />
già Sottocapo<br />
di Stato Maggiore<br />
Operativo del<br />
Comando Truppe<br />
Alpine, <strong>dal</strong> mese<br />
di febbraio è stato<br />
trasferito presso il<br />
comando SETAF<br />
di VICENZA<br />
con l’incarico di<br />
Sottocapo di Stato<br />
Maggiore (NATO),<br />
Rappresentante Militare Italiano e Comandante<br />
della caserma “C.Ederle”.<br />
Dalla sezione di <strong>Vicenza</strong> i migliori auguri di<br />
buon lavoro.<br />
grande interessamento, curiosità e voglia di approfondimento<br />
delle tematiche proposte, ambientate nei tre grandi monti<br />
del vicentino.<br />
A ricordo di questo importante appuntamento, che si spera<br />
possa essere rammentato per lungo tempo, è stata donata a<br />
tutti gli studenti la bandiera italiana.<br />
Per la serata culturale del 03 ottobre la illustrazione di<br />
Pierantonio Graziani, componente del Circolo Culturale, di<br />
filmati della 1° Guerra Mondiale con tema “Diario <strong>dal</strong> Corno<br />
di Cavento” con un buon numero di presenze circa 80 fra soci<br />
e simpatizzanti.<br />
Il 19 ottobre sala gremita e grande successo per la presentazione<br />
del volumetto che ripercorre la storia dei primi trent’anni<br />
di vita del Gruppo Alpini Torri-Lerino: il Gen. Domenico<br />
Innecco ha presentato questo lavoro, che attraverso immagini<br />
fotografiche e pagine di ricordi, con qualche innesto “storico”,<br />
ripercorre trent’anni di attività del Gruppo.<br />
Durante la serata alcuni rappresentanti delle classi V°<br />
Elementare di Torri e Lerino hanno portato il lavoro eseguito<br />
dagli alunni a ricordo della visita alla mostra.<br />
Da sottolineare la presenza del 1° direttivo del Gruppo,<br />
ai quali è stata donata una pergamena di riconoscenza.<br />
Il coro Alpini di Creazzo ha aperto e concluso la serata<br />
con alcune cante.I festeggiamenti si sono conclusi il 17<br />
novembre al Palasport con “100.000 gavette di ghiaccio”,<br />
riservato agli studenti delle Scuole Medie di Torri<br />
e Marola che hanno seguito con molto attenzione la rappresentazione<br />
ed anche il successivo intrattenimento proposto<br />
<strong>dal</strong>l’attore Andrea Brugnera; e l’altro alla sera.
Sull’Altipiano di Tonezza, la<br />
vita prima della Guerra<br />
Sull’Altipiano di Tonezza, in<br />
una contrada sopra il paese,<br />
dove i prati si inerpicano fino<br />
alle perdici dello Spitz, era<br />
nato nel marzo del 1886 Nicolò<br />
Fontana. A ventanni, come tutti<br />
i ragazzi di quei monti, fu<br />
chiamato a fare il soldato negli<br />
“Alpini”, nella 60ª compagnia<br />
del “<strong>Vicenza</strong>”.<br />
Nei primi anni del ‘900, l’Italia<br />
era ancora in pace e nelle estati<br />
di quegli anni, gli Alpini del<br />
Batt. <strong>Vicenza</strong> erano occupati<br />
prevalentemente nella esecu-<br />
zione di opere campali sui monti a ridosso del confine con<br />
l’Austria e sicuramente Nicolò, pratico dei luoghi, fu impiegato<br />
nella costruzione della “ Strada degli Alpini” una mulattiera<br />
che da Arsiero, per il versante di Rio Freddo, sale fino al<br />
Monte Cimone e sull’Altipiano di Tonezza.<br />
Ritornato da militare, una dura vita da boscaiolo gli permetteva<br />
di vivere, mantenere la famiglia, moglie e figli.<br />
“Casa sua”<br />
Le nostre storie - 29<br />
Nicolò Fontana, Alpino del “ Val Leogra”, voleva soltanto rivedere “ Casa sua”.<br />
Emblema del Battaglione:<br />
la Penna Nera con sullo sfondo,<br />
contro l’azzurro del cielo, la vetta<br />
del Cimone.<br />
Il “Val Leogra” per la conquista<br />
del 23 luglio 1916, fu decorato<br />
di Medaglia d’Argento<br />
La Guerra<br />
Poi, la “Guerra”. Nicolò, trentenne, fu richiamato nella<br />
260ª Compagnia del “ Val Leogra”.<br />
E la guerra si combatteva proprio a “Casa sua”, poco sopra<br />
il paese, sul sovrastante Altipiano dei “Fiorentini”.<br />
Il suo Battaglione fu dislocato in alta Val Terragnolo, verso<br />
Folgaria, e, nell’autunno e nell’inverno di quel 1915, primo<br />
anno di guerra, Nicolò, nei turni di riposo <strong>dal</strong> servizio di trincea<br />
riusciva a salire sul vicino Monte Maggio presidiato <strong>dal</strong><br />
“<strong>Vicenza</strong>”, da dove riusciva a vedere, in basso a destra, il suo<br />
Altipiano e la sua contrada nei pressi di Tonezza. E anche nelle<br />
brevi licenze, mentre i commilitoni scendevano al piano, lui<br />
saliva sul Monte Toraro e con poche ore di cammino, costeggiando<br />
da vicino le trincee di prima linea, riusciva a scendere<br />
per il passo della Vena alla sua casa in contrada Fontana.<br />
La “Strafexpedition”, la ritirata<br />
Poi, a maggio 1916, la “ Strafexpedition”. Sotto l’urto nemico,<br />
il fronte cedette. L’Altipiano di Tonezza dovette essere<br />
abbandonato e sfollati tutti gli abitanti. Nicolò col suo<br />
Battaglione dovette ritirarsi <strong>dal</strong>la Val Terragnolo e salire sul<br />
Col Santo, sul Pasubio, per schierarsi in una ultima disperata<br />
difesa. Dal Pasubio ebbe sicuramente modo di vedere il<br />
suo Altipiano, il suo paese colpito <strong>dal</strong>le cannonate, invaso,<br />
Sul dolce declivio che scende <strong>dal</strong>lo Spitz, tra i pascoli, sono le contrade dell’altipiano di Tonezza.
30 - Le nostre storie<br />
23 luglio 1916, Assalto e conquista del Cimone.<br />
Alpini del Val Leogra e Fanti del 154° Brig. Ancona<br />
distrutto da un nemico che riuscì a scendere fino ad Arsiero.<br />
Ai primi di giugno, nella conca di Arsiero e su tutti i punti<br />
del fronte della offensiva, il nemico fu fermato <strong>dal</strong>le truppe<br />
italiane prontamente accorse <strong>dal</strong>le retrovie.<br />
Su di un masso, lungo la “Strada degli Alpini” che sale al Cimone, sono<br />
ancora impresse le scritte a ricordo: 6° Alpini, 59ª compagnia.<br />
Anno Domini 1909<br />
Il Monte Cimone nel suo versante occidentale, visto <strong>dal</strong> Monte Seluggio<br />
La controffensiva italiana<br />
Il battaglione di Nicolò, il “Val Leogra” coi gemelli<br />
“<strong>Vicenza</strong>” e “Monte Berico”, dopo una breve sosta al piano<br />
per ricostituirsi, furono inviati sui monti della Vallarsa nella<br />
“Controffensiva” tesa a riconquistare le “Posizioni perdute”.<br />
Nicolò, con gli altri “Anziani”, quelli che tenevano famiglia,<br />
veterani del primo anno di guerra, viene lasciato negli accantonamenti<br />
del Battaglione.<br />
Ma, un mese dopo, a metà luglio di quel tragico 1916, quando<br />
il suo Battaglione viene inviato ad Arsiero e si accampa<br />
sul colle di San Rocco in attesa di assaltare la vetta del Monte<br />
Cimone, Nicolò vuole essere con loro, non può non essere<br />
tra i primi a ritornare sul suo Cimone, sul “suo Altipiano”; lui<br />
conosce i posti, i sentieri, le rocce; tra quei boschi vi aveva<br />
lavorato a tagliare legna. Viene accontentato.<br />
La riconquista di Monte Cimone<br />
All’alba del 23 luglio, dopo un lungo cannoneggiamento della<br />
posizione austriaca di vetta, le truppe italiane vanno all’assalto;<br />
gli Alpini del Val Leogra si arrampicano sulle rocce del<br />
versante meridionale mentre i Fanti del 154° Brigata Novara<br />
salgono il pendio di ponente.<br />
Bombe a mano, sassi, fucilate <strong>dal</strong>l’alto non li fermano.<br />
Dopo 9 ore di assalti, i superstiti Rainer del 59° Reggimento<br />
Austriaco, sono costretti alla fuga e la vetta e presa.<br />
Alpini e fanti giungono assieme sulla cima e la difendono dai<br />
contrattacchi nemici.<br />
Nicolò voleva vedere la “Sua casa”<br />
Nicolò è tra i primi ad arrivare in vetta. Subito viene riapprestata<br />
la danneggiata trincea austriaca, viene girato<br />
il ciglio di fuoco verso il nemico trincerato in una arretrata<br />
posizione di resistenza.<br />
Egli è impaziente, imprudente, si alza al di sopra dei sas-
Il Monumento Ossario eretto sulla vetta del Monte Cimone<br />
si di protezione e troppo indugia ad osservare l’Altipiano<br />
che si adagia di fronte a lui. I boschi, i prati, il paese<br />
bruciato <strong>dal</strong>le cannonate, ancora in mano al nemico.<br />
Vede sul pendio che sale allo Spitz, le contrade sparse.<br />
Intravede la sua casa, osserva che è stata risparmiata <strong>dal</strong><br />
cannone. Pensa che al prossimo assalto italiano potrà<br />
raggiungerla, liberarla <strong>dal</strong>l’occupazione nemica.<br />
Illustrazione da un giornale del tempo: gli Alpini, con l’elmetto in testa a<br />
protezione dai sassi, saliti con scale e corde, abbattono le vedette e salgono<br />
il pendio che porta alla vetta del Cimone<br />
Le nostre storie - 31<br />
Finirà pure questa guerra, potrà ritornare ancora su quei<br />
monti con la famiglia …Troppo ha indugiato Nicolò,<br />
troppo si era sporto sopra il ciglio della trincea… un colpo<br />
di fucile, il cecchino Austriaco <strong>dal</strong>la bandierina rossa<br />
non perdona.<br />
Verrà trasportato e sepolto poco più addietro, alla base del<br />
Caviojo, nel cimitero del 154° Reggimento.<br />
Caduto ma non dimenticato<br />
A guerra finita, la famiglia di Nicolò è ritornata alla sua casa.<br />
E lì ha potuto viverci in pace.<br />
Ma i figli e i nipoti, i suoi e quelli degli altri Alpini che<br />
hanno fatto quella guerra, ancora oggi, a quasi un secolo di<br />
distanza, non dimenticano.<br />
Sulla Vetta del Cimone è stato costruito uno svettante<br />
Monumento Ossario e, sul versante meridionale, alla base<br />
della scalinata, è stata posta una lapide in ricordo di Nicolò<br />
Fontana, Alpino del “Val Leogra”, qui caduto per liberare<br />
“ Casa sua”.<br />
E nelle ricorrenti celebrazioni annuali, negli anniversari di<br />
quel tragico luglio, l’ultimo nipotino che abita ancora nella<br />
stessa casa di contrada Fontana, il decenne Alessandro accompagnato<br />
<strong>dal</strong> padre Giannicola, porta un fiore, un giglio<br />
rosso colto nell’ancora evidente solco di una vecchia trincea,<br />
e lo posa presso la foto del bisnonno e si ripromette<br />
che, tra pochi anni, andrà anche lui a “fare l’Alpino”.<br />
Mariano de Peron<br />
Sulla scalinata meridionale dell’Ossario<br />
è murata la lapide in memoria di Niccolò Fontana,<br />
Alpino del “Val Leogra”
32 - Notizie familiari<br />
GRuPPO DI ALTE CECCATO<br />
Nardi Fabio e Brunello Leonora<br />
annunciano la nascita di Stefania<br />
GRuPPO DI BRESSANVIDO<br />
Barbiero Alberto e Gazzola Federica<br />
annunciano la nascita di Andrea<br />
GRuPPO DI CALDOGNO<br />
Scomazzon Omero e Vezzaro Laura<br />
annunciano la nascita di Vittoria<br />
GRuPPO DI CAMISANO<br />
Fortunato Adriano e Soia<br />
annunciano la nascita di Sabrina<br />
GRuPPO DI CARRè<br />
Borgo Marco e Laura Sella<br />
annunciano la nascita di Emma<br />
GRuPPO DI CREAzzO<br />
Marco Abeci e Micaela Aco<br />
annunciano la nascita di Giorgia<br />
GRuPPO DI DuEVILLE<br />
Piccoli Andrea e Buratti Monica<br />
annunciano la nascita di Sara<br />
GRuPPO LuGO DI VICENzA<br />
Boscato Gabriele e Elida<br />
annunciano la nascita di Patrizia<br />
GRuPPO DI MARANO VICENTINO<br />
Dall’Olmo Marco e Busato Laura<br />
annunciano la nascita di Gabriele<br />
GRuPPO MOLINO DI ALTISSIMO<br />
Cailotto Giuliano e Chiara<br />
annunciano la nascita di Giacomo<br />
Nati<br />
GRuPPO DI NANTO<br />
Nani Fabio e Chiara<br />
annunciano la nascita di Giulia<br />
GRuPPO DI NOGAROLE VIC.<br />
Marzotto Romeo e Renzi Giovanna<br />
annunciano la nascita di Ginevra<br />
GRuPPO DI ORGIANO<br />
Roberto Segato e Paola Segalin<br />
annunciano la nascita di Daniele<br />
GRuPPO DI S. ANTONIO DI VALLI DEL PASuBIO<br />
Luca Sella e Francesca<br />
annunciano la nascita di Agnese<br />
Cortiana Mirko e Nicoletta<br />
annunciano la nascita di Emma<br />
Tisato Mirko e Alessandra<br />
annunciano la nascita di Gloria<br />
GRuPPO DI SAN GIOVANNI IN MONTE<br />
Paolo Campesato e Silvia Donadello<br />
annunciano la nascita di Michele<br />
Alessandro Molon e Monica Muraro<br />
annunciano la nascita di Luca<br />
GRuPPO DI SAN ROCCO DI TRETTO<br />
Savio Siro e Vania<br />
annunciano la nascita di Daniele<br />
GRuPPO DI SETTECà<br />
Raffaele <strong>dal</strong>la Silvestra e Elena<br />
annunciano la nascita di Veronica<br />
GRuPPO DI TORRESELLE<br />
Fortuna Stefano e Romina<br />
annunciano la nascita di Davide<br />
Congratulazioni ed Auguri vivissimi per un avvenire<br />
ancora più ricco di serenità e letizia<br />
a tutte le coppie che hanno festeggiato gli ambiti traguardi.<br />
Nozze<br />
GRuPPO DI CASTELNOVO<br />
Boscato Luca Boscato Luca con Perin Lisa<br />
GRuPPO DI GAMBELLARA<br />
Framarin Domenico con Vencato Sonia<br />
GRuPPO DI NOGAROLE VIC.<br />
zordan Matteo con Rosa zarantonello<br />
Nozze d’argento<br />
GRuPPO DI SAN GIOVANNI IN MONTE<br />
Flavio Carlan e Anna Bruna Casarotto<br />
GRuPPO DI SAN GIOVANNI IN MONTE<br />
Amerino Bonato e Maria Bertilla Mattiello<br />
Nozze d’oro<br />
GRuPPO DI zANè<br />
Ballardin Antonio e De zen Maria
Addio Carlo Geminiani<br />
Carlo Geminiani è<br />
morto all’età di 83<br />
anni. Romagnolo di nascita,<br />
ha passato gran<br />
parte della sua vita a<br />
<strong>Vicenza</strong>. Proprio qui<br />
Carlo ha dato vita a<br />
gran parte della sua<br />
opera di grafico, scrittore<br />
e paroliere. E infatti<br />
la sua collaborazione<br />
artistica con Bepi<br />
de Marzi e i Crodaioli<br />
ha dato luogo ad alcune<br />
delle più belle e toccanti musiche alpine <strong>dal</strong> dopo<br />
guerra ad oggi. Parte di esse, oltre ad essere già entrate<br />
nella tradizione, sono state ispirate dai testi e <strong>dal</strong><br />
lavoro di uno degli alpini arzignanesi più noti: Giulio<br />
Bedeschi. Tra le cante a cui dobbiamo tante nostre<br />
emozioni citiamo solo Joska la rossa, L’ultima notte,<br />
Monte Pasubio, La bomba imbriaga, Piccola canta di<br />
natale, Il Ritorno.<br />
Mario non c’è più, le sue montagne sì<br />
Ho conosciuto Mario<br />
Rigoni Stern qualche<br />
anno fa a Padova. Lui<br />
era al Palazzo del Bo’,<br />
credo per una conferenza<br />
o la presentazione di<br />
un libro. Ci siamo incrociati<br />
mentre io uscivo<br />
da una delle aule studio<br />
dell’università per<br />
fumare una sigaretta, e<br />
Mario era lì che parlava<br />
con degli amici. Non<br />
ricordo tutti i particolari<br />
dell’incontro, ma sono sicuro di averlo guardato come<br />
si è soliti osservare una persona che si ammira, di cui<br />
si conoscono le opere e gli interventi.<br />
Per farla breve, mi sono avvicinato a Mario, mi sono<br />
presentato e non ho trovato niente di più intelligente<br />
da dirgli che avevo appena concluso la naja da alpino,<br />
che avevo letto i suoi libri e apprezzavo il suo<br />
lavoro. Lui ha sorriso, e mi ha stretto la mano con<br />
la sua, che era grossa come un badile e a confronto<br />
la mia scompariva come fosse quella di un bambino.<br />
Mi ha chiesto dove abitassi, e quando ha saputo dove<br />
(Brendola), mi ha detto che almeno un po’ di colli<br />
Lutti - 33<br />
c’erano anche lì. Ricordo questo perché è sintomatico<br />
di quanto Mario avesse sempre presente i monti in<br />
ogni momento della vita; così come la bellezza delle<br />
vette traspariva nei suoi scritti, nelle sue parole, nei<br />
suoi pensieri. E ancora di come egli considerasse la<br />
montagna un’entità viva: con i suoi abitanti, uomini,<br />
animali e alberi. Oggi noi sappiamo, e lo sapeva anche<br />
lui, che la battaglia per evitare la desertificazione<br />
e l’abbrutimento della montagna sarà sempre più<br />
dura. Una lotta scomoda che lui ha spesso condotto in<br />
solitaria, tra l’indifferenza di molti e l’ebete indulgenza<br />
di chi lo considerava un vecchio un po’ strambo.<br />
Una lotta, ancora, portata avanti aggrappandosi alla<br />
solitudine e all’idea di sacrificio che la montagna gli<br />
ha insegnato in tutto l’arco della vita. È quindi una<br />
triste coincidenza che Mario se ne sia andato nel 90°<br />
anniversario della fine della Grande Guerra, nei giorni<br />
in cui maggiore dovrebbe essere l’attenzione intelligente<br />
verso la montagna, soprattutto laddove essa è<br />
stata teatro di guerra. E invece noi siamo ancora qui,<br />
che a ragione discutiamo del cemento edificato in<br />
montagna qua e là, e che al pari di un figlio bastardo<br />
nessuno ne rivendica la paternità.<br />
A pochi giorni <strong>dal</strong>la sua morte, trovo giusto ricordare<br />
Mario più come un montanaro schivo che cantava la<br />
vita e la storia della sua terra, più che un alpino reduce<br />
della Campagna di Russia. Perché, a dispetto della frequente<br />
retorica a buon mercato, anche i vecchi soldati<br />
muoiono, ma il messaggio che l’uomo Rigoni Stern ci<br />
ha trasmesso appartiene già al patrimonio collettivo. O<br />
almeno così dovrebbe essere.<br />
F.M.<br />
Gino Genisi è andato avanti<br />
Gino Ginisi è andato<br />
avanti. Calabrese<br />
di nascita, è stato maresciallo<br />
degli alpini,<br />
dove lungo tutto l’arco<br />
della sua carriera si<br />
è contraddistinto per<br />
professionalità e bontà<br />
d’animo. Congedatosi,<br />
ha abitato a <strong>Vicenza</strong><br />
per diversi anni dove<br />
ancora una volta non<br />
ha fatto mancare l’aiuto<br />
alle penne. Per circa<br />
25 anni, infatti, è stato addetto alla segreteria della<br />
sezione ANA di <strong>Vicenza</strong> e membro attivissimo del<br />
gruppo di Borgo Casale.
34 - “…un nostro amico hai chiesto alla montagna…”<br />
altaVilla<br />
ViceNtiNa<br />
Alpino Ottavio Gemieri<br />
cl.1938 Art. Gruppo Lanzo<br />
BressaNVido<br />
Alpino Turco Alfonso<br />
3° RGT Montagna<br />
Campagne di Guerra Grecia<br />
-Albania e Russia, Croce di<br />
Guerra e consigliere di Gruppo<br />
BressaNVido<br />
Artigliere Meneghini<br />
Antonio<br />
Comando Julia<br />
Il vessillo sezionale è listato a lutto per la recente scomparsa di numerosi amici alpini.<br />
Alla loro memoria vada il nostro pensiero riconoscente per la dedizione associativa<br />
dimostrata. Ai congiunti dei soci scomparsi giungano, nel momento del dolore, le più<br />
sentite condoglianze ed i sensi della solidarietà fraterna delle “penne nere” vicentine.<br />
caltraNo<br />
Sergente Alpino<br />
Fimbianti Fulvio<br />
Btg. Feltre<br />
casteGNero<br />
Alpino Lazzari Francesco<br />
9° Rgt. cl. 1939<br />
castelNoVo<br />
Alpino Zamberlan Alvise Gr.<br />
Pieve di Cadore cl. 1939<br />
orGiaNo<br />
Alpino Fattori Decimo<br />
Btg. Belluno<br />
castelNoVo<br />
Alpino Pizzolato Narciso<br />
Btg. Bolzano cl.1926<br />
cHiaMPo<br />
Alpino Gambaretto<br />
Federico<br />
cl. 1936<br />
cHiUPPaNo<br />
Alpino Turra Giovanni<br />
cl. 1910<br />
sarcedo<br />
Alpino Dalla Fontana Maurizio<br />
Comando Cadore cl. 1951<br />
cHiUPPaNo<br />
Alpino<br />
Campagnolo Luciano<br />
cl. 1944<br />
laGHi<br />
Alpino Ossato Santo<br />
Ottavio<br />
<strong>Presidente</strong><br />
Combattenti e reduci<br />
lUGo di ViceNza<br />
Alpino<br />
Agnolin Afriano Angelo<br />
8° Mortai Btg. Tolmezzo
MaraNo Vic.<br />
Alpino Dalla Fina<br />
Giuseppe<br />
cl. 1941 - 3° Rgt da<br />
Montagna<br />
NaNto<br />
Alpino Formaggio<br />
Giordano<br />
Btg. Feltre cl. 1935<br />
NaNto<br />
Alpino Merlin <strong>Sante</strong><br />
cl.1911 – Div. Julia 9° Rgt.<br />
Btg. <strong>Vicenza</strong><br />
Campagne di Guerra Grecia<br />
Albania Croce al merito<br />
NoVeNta ViceNtiNa<br />
Alpino Baratto Giuseppe<br />
cl.1913 Btg. Belluno<br />
NoVeNta ViceNtiNa<br />
Alpino Menara Fiorello<br />
cl.1956 Brig.Cadore<br />
Btg. Feltre<br />
orGiaNo<br />
Alpino Igino Trevisan<br />
cl. 1920 del 9° Rgt. Alpini<br />
div. Julia reduce di Grecia<br />
e prigionia<br />
Perarolo<br />
Alpino Bedin Gelindo<br />
Btg. <strong>Vicenza</strong> cl. 1923<br />
Campagne di Guerra Grecia<br />
e Albania<br />
PioVeNe<br />
roccHette<br />
Alpino Emilio Fina<br />
cl. 1919 - Div. Julia 9° Rgt.<br />
Alpini Btg. <strong>Vicenza</strong> Campagne<br />
di Guerra Grecia - Albania<br />
saNdriGo<br />
Alpino Cappellari Emilio<br />
Cl. 1919<br />
saN Vito di<br />
BreNdola<br />
Alpino Maran Silvano<br />
Btg. Belluno cl. 1948<br />
saNtorso<br />
Alpino Nardello Francesco<br />
Btg. Belluno cl.1933<br />
saN GioVaNNi<br />
iN MoNte<br />
Alpino Giuseppe <strong>dal</strong>la Rosa<br />
Brigata - Cadore 7 ° Rgt.<br />
Alpini Btg. Feltre<br />
sarcedo<br />
Alpino Brunello Aldo<br />
Brigata Cadore cl. 1940<br />
Capogruppo di Sarcedo<br />
tHieNe<br />
Alpino Munaretto Antonio<br />
Btg. Valcismon cl. 1944<br />
toNezza del<br />
ciMoNe<br />
Alpino Dalla Via Lino<br />
I° Rgt. Artglieria cl. 1918<br />
Campagne di Guerra<br />
Grecia-Albania<br />
torri-leriNo<br />
Alpino Pittarello Sergio<br />
Gruppo Agordo cl. 1937<br />
35
2008, Seleny Yar, la meta<br />
del prossimo pellegrinaggio<br />
Il piccolo ossario voluto <strong>dal</strong>la sezione di <strong>Vicenza</strong> per accogliere<br />
i resti insepolti dei caduti nei vari scontri di Seleny Yar nel gennaio 1943