14.06.2013 Views

Sante, l'abbraccio dal Presidente - Sezione Vicenza

Sante, l'abbraccio dal Presidente - Sezione Vicenza

Sante, l'abbraccio dal Presidente - Sezione Vicenza

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO DI VICENZA FERROVIA, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE, CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE L’IMPORTO DOVUTO.<br />

Notiziario della sezioNe di ViceNza<br />

ANNO 2008 - NUMERO 3 - LUGLIO - Poste Italiane S.p.A. - Spediz in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 2, DCB <strong>Vicenza</strong><br />

<strong>Sante</strong>, l’abbraccio <strong>dal</strong> <strong>Presidente</strong>


2 - La feritoia del Torrione<br />

Cosa vogliamo ricordare?<br />

Venerdì 20 giugno ero a Schio alla<br />

serata sul ventennale dell’inizio dei<br />

lavori di sistemazione delle 52 gallerie<br />

del Pasubio: gli organizzatori<br />

ne hanno approfittato per presentare<br />

altri progetti di recupero<br />

e pulizia dei<br />

luoghi della<br />

Grande<br />

Guerra, così come previsti<br />

<strong>dal</strong>la legge 78/2001 .<br />

La serata preparata dagli alpini<br />

della zona Val Leogra<br />

si è svolta nel cinema-teatro<br />

“Pasubio” ed ha visto la partecipazione<br />

del coro “Monte<br />

Pasubio”, che ha animato<br />

l’incontro. A<br />

fare gli onori di<br />

casa era l’amico<br />

Gigi Girardi che<br />

particolarmente<br />

ispirato introduceva<br />

i vari saluti<br />

(Ruggero Rossato,<br />

Bepi Galvanin,<br />

Luigi Dalla Via,<br />

sindaco di Schio)<br />

e interventi (l’architetto<br />

Vittorio<br />

Corà, responsabile<br />

dei lavori). Per<br />

stessa ammissione degli<br />

organizzatori l’evento ha<br />

visto una partecipazione<br />

scarsina da parte della popolazione<br />

e delle autorità.<br />

Un’altra cosa vorrei mettere in evidenza. I progetti<br />

presentati <strong>dal</strong>l’architetto Corà sono accattivanti e ben<br />

studiati. E allora come mai a fronte di tante fatiche<br />

che presuppongono un’impegnativa ricerca storica e<br />

documentale, sono state già costruite diverse opere in<br />

cemento armato?<br />

Perché, a mio avviso, la questione è propria questa. Se<br />

è vero che la valorizzazione e la conservazione della<br />

montagna e dei luoghi della Grande Guerra passano<br />

anche per le fortificazioni, le trincee e le strade militari,<br />

è altrettanto vero che sarebbe opportuno evitare<br />

la costruzione qua e là di monumenti di cemento<br />

fin troppo “artistici”. Soprattutto,<br />

mi suona strano che in<br />

contesti più o<br />

meno ufficiali,<br />

le cui indiscrezioni<br />

sono state<br />

anche pubblicate<br />

<strong>dal</strong>la stampa, si parli<br />

di sfruttamento del<br />

comprensorio del<br />

Pasubio. Ho fatto<br />

un sogno ad occhi<br />

aperti qualche giorno<br />

fa: stavo salendo<br />

sul Pasubio e ad<br />

un tratto sono stato<br />

fermato da due<br />

signori in divisa.<br />

Questi mi chiedevano<br />

il biglietto.<br />

Ovviamente non<br />

lo avevo, e loro, i<br />

bigliettai, mi hanno<br />

costretto a tornare<br />

a valle per<br />

pagare il dovuto.<br />

Poi mi sono chiesto:<br />

incubo o premonizione?<br />

Sarò pignolo, ma mi<br />

risulta che se le parole hanno ancora senso,<br />

costruire e sfruttare sono cose diverse da conservare,<br />

valorizzare, e ricordare. Tanto più che la valorizzazione<br />

di quanto accaduto 90 anni fa non può essere<br />

solo un fatto edile, ma sono convinto che essa debba<br />

passare attraverso l’analisi dello spirito di quegli uomini<br />

che proprio là hanno combattuto.<br />

Gianni Periz


IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO DI VICENZA FERROVIA, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE, CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE L’IMPORTO DOVUTO.<br />

SOMMARIO<br />

NOTIZIARIO DELLA SEZIONE DI VICENZA<br />

ANNO 2008 - NUMERO 3 - LUGLIO - Poste Italiane S.p.A. - Spediz in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 2, DCB <strong>Vicenza</strong><br />

<strong>Sante</strong>, l’abbraccio <strong>dal</strong> <strong>Presidente</strong><br />

08-0461 Alpin fa Grado_3.indd 1 16-07-2008 10:03:43<br />

Pag.<br />

• La “feritoia” del torrione 2<br />

• Storie dell’adunata 4<br />

• Nello zaino 8<br />

• Nello zaino dei giovani 13<br />

• Gli Alpini e lo Sport 14<br />

• Rinnovo direttivi 16<br />

• Lettere in redazione 17<br />

• Avvisi 19<br />

• Varie 20<br />

• Incontri 20<br />

• Novità in libreria 21<br />

• La vita dei Gruppi 22<br />

• Alpini che si fanno onore 28<br />

• Le nostre storie 29<br />

• Notizie familiari 32<br />

• “…un nostro amico hai chiesto alla montagna…” 34<br />

Anno 2008 - n. 3 - Luglio<br />

Spediz. in abbonamento postale<br />

Aut. Tr. <strong>Vicenza</strong> 26-4-53 n. 67<br />

Gratis ai soci<br />

Abbonamento annuo Euro 13<br />

Tiratura 21.000 copie<br />

Direzione redazione:<br />

Torrione degli Alpini<br />

36100 <strong>Vicenza</strong> - Viale B. D’Alviano, 6<br />

Tel. 0444.926988 - Fax 0444.927353<br />

Web Site: www.anavicenza.it<br />

E-mail: vicenza@ana.it<br />

C.C.P. 13008362<br />

Direttore responsabile:<br />

Dino Biesuz<br />

Comitato redazione:<br />

<strong>Presidente</strong>: Giuseppe Galvanin<br />

Direttore Respondabile: Dino Biesuz - 347 4145567<br />

Direttore Editoriale:<br />

Gianni Periz - 348 2469163 - Uff. 0445 362206<br />

Redattori:<br />

Beltramello Luigi - 333 5807866 - 0444 560881<br />

Brazzale Marco - 328 8183998 - 0445 314409<br />

Gollin G. Pietro - 349 4436050 - 0444 585902<br />

Murzio Federico - 3407624323<br />

Pieropan Alberto - 329 2254773<br />

Zanon Giuseppe Ottavio - 0444543382<br />

Impaginazione e stampa:<br />

Tipografia RUMOR s.r.l.<br />

36100 <strong>Vicenza</strong> - Italy<br />

Via dell’Economia, 127<br />

Tel. 0444.961566 - Fax 0444.963311<br />

Nella prima di copertina: All’adunata di Bassano il presidente<br />

Perona è sceso <strong>dal</strong> palco delle autorità per abbracciare<br />

l’alpino <strong>Sante</strong> Dal Santo; è stato un momento di intensa<br />

commozione. Dal Santo compirà 106 anni l’8 settembre.<br />

Nell’ultima di copertina: 1943 il quadrivio di Selenj Yar<br />

con i suoi caduti e il monumento in costruzione voluto <strong>dal</strong>la<br />

nostra <strong>Sezione</strong> per raccogliere degnamente i resti rimasti<br />

insepolti degli Alpini della Julia. Ad agosto il monumento<br />

sarà meta del pellegrinaggio sezionale.<br />

Essere capogruppo<br />

Cari alpini,<br />

dedico pochi pensieri ad una delle figure più importanti<br />

nell’organigramma associativo: il capogruppo.<br />

Voglio farlo attraverso piccoli spunti che nascono<br />

<strong>dal</strong>la mia esperienza pluriennale sia da capogruppo<br />

a Settecà, sia da presidente della sezione.<br />

1. Il gruppo è la cellula su cui si fonda l’Ana. È quindi impensabile che<br />

essa sia guidata da persone che non sappiano coniugare l’autorevolezza<br />

della carica alla capacità di guidare il gruppo con democrazia, cioè<br />

fare delle scelte nel rispetto degli uomini, del consiglio e dei soci. Tutto<br />

questo si può riassumere in tre parole: senso di responsabilità.<br />

2. Il capogruppo <strong>dal</strong> punto di vista politico e partitico deve essere assolutamente<br />

al di sopra di ogni sospetto di partigianeria. Già in passato<br />

mi sono espresso a questo proposito descrivendo come atteggiamenti<br />

ambigui possano danneggiare l’associazione. Sembra però che più di<br />

uno faccia ancora orecchie da mercante causando così serio imbarazzo.<br />

Quest’ultimi possono davvero fare e disfare come più gli aggrada<br />

senza pensare che al momento opportuno la sezione non prenda i<br />

provvedimenti del caso? Io non credo.<br />

3. Il capogruppo è il responsabile dell’attività del gruppo all’interno del<br />

paese. Sappiamo che nella quasi totalità dei casi c’è un ottimo rapporto<br />

di collaborazione con le varie istituzioni: municipalità, asili, parrocchie,<br />

associazioni benefiche e così via. È l’essenza stessa dell’essere<br />

alpini quella di aiutare la comunità. Però, da un lato il capogruppo<br />

deve tenere ben presente che la vita di un’associazione d’arma come<br />

l’Ana è ben regolamentata. Dall’altro, non si capisce perché in alcune<br />

occasioni il capogruppo sia così attento alle esigenze delle istituzioni<br />

locali e così irritato, maldisposto e ostile quando la sezione stessa<br />

propone iniziative di uguale se non di maggior importanza. Anche<br />

qui, credo, un cambiamento di mentalità non guasterebbe.<br />

4. Il capogruppo lasci spazio ai giovani. I tempi in cui l’associazione poteva<br />

avvalersi di un continuo ricambio sono tramontati. Cerchiamoli<br />

questi giovani, non escludiamoli <strong>dal</strong>la vita associativa, creiamo iniziative<br />

che li possano interessare. Finiamola di dire che sono i giovani<br />

che non si prodigano per i gruppi, perché sappiamo bene che spesso<br />

sono gli stessi “veci” a tapparne le ali. Essere maestri, non vuol dire<br />

abbandonare l’idea che gli allievi non sappiano fare di più e meglio.<br />

Come in tanti altri aspetti della società, non ci possono essere gli<br />

stessi alpini per tutte le stagioni. A volte, da “veci”, bisogna avere il<br />

coraggio di fare un passo indietro.<br />

Infine vorrei ringraziare i capogruppo che sacrificano il loro tempo, i<br />

loro affetti, le loro forze (magari anche rimettendoci di tasca propria)<br />

per tutto quello che danno umanamente e materialmente alla nostra associazione.<br />

A tutti voi, grazie.<br />

Giuseppe Galvanin<br />

3


4 - Storie dell’adunata<br />

Grazie, protezione civile alpina<br />

A Bassano, due passi da casa, proprio l’occasione giusta per<br />

fare un po’ di baldoria con gli amici, ritrovare i vecchi commilitoni,<br />

la sfilata…già deve essere stata proprio una bella<br />

festa.. ma non per tutti. Non per coloro che hanno prestato<br />

servizio 24 ore durante i tre giorni dell’Adunata rinunciando<br />

a quelle cose che tutti aspettano da un anno all’altro: i volontari<br />

di Protezione Civile ANA.<br />

Siamo così abituati a vederli al nostro fianco da non farci<br />

neanche più caso eppure sono lì a lavorare perché la nostra<br />

festa abbia a svolgersi nel migliore dei modi, una forza “silenziosa”<br />

ed indispensabile per l’Adunata in qualsiasi parte<br />

dell’Italia essa si faccia. Ci chiediamo spesso che organizzazione<br />

avrebbe, quali sicurezze, quale protezione ci dovrebbero<br />

essere se i volontari di Protezione Civile decidessero di<br />

non partecipare e di non essere sempre pronti e disponibili<br />

a fare servizio durante la nostra festa. Ci chiediamo spesso<br />

anche se c’è abbastanza considerazione per tutto questo,<br />

pensate: di questi volontari ben 183 erano della <strong>Sezione</strong> di<br />

<strong>Vicenza</strong> così suddivisi: 15 operatori radio che hanno curato<br />

i collegamenti tra il Grappa ed il Centro Operativo, 52 volontari<br />

della Squadra Sanitaria Sezionale che hanno gestito<br />

il pronto soccorso dell’Ospe<strong>dal</strong>e vecchio, in Via delle Fosse,<br />

mettendo a disposizione, oltre a medici ed infermieri, squadre<br />

di soccorritori a piedi che hanno pattugliato il centro<br />

cittadino pronti ad intervenire in caso di necessità, attrezzature<br />

sanitarie di ogni tipo e moderne ambulanze; 118 volontari<br />

delle varie squadre di Protezione Civile della nostra<br />

<strong>Sezione</strong> che hanno operato in collaborazione ma molto più<br />

spesso in sostituzione, con le forze dell’ordine gestendo da<br />

venerdì a domenica sera ben 12 incroci tra la viabilità interna<br />

di Bassano e la viabilità esterna su strade Provinciali e<br />

Regionali ricevendo spesso, come ringraziamento per il la-<br />

Sono rimasto parecchi anni dopo il militare, senza andare<br />

alle Adunate Nazionali. Anzi: andai a quella di Treviso - credo<br />

nel ’65 - e non sentii più la voglia di tornare. Non che non<br />

mi fosse piaciuta nel suo insieme ma, non mi era piaciuta<br />

per come l’avevo vissuta io.<br />

Non ne avevo semplicemente colto l’essenza. Ci andai pensandola<br />

quasi un’appendice della naia. Pensavo di ritrovare<br />

qualche compagno lasciato da nemmeno un paio d’anni, per<br />

stare insieme allegri a raccontarci di come avevamo ripreso<br />

il ritmo dell’allora tanto agognata “vita borghese”. Incontrai<br />

soltanto il maresciallo Del Fabbro con la sua fanfara; la stessa<br />

nella quale ero stato fino ad un paio d’anni prima. – Sei<br />

sempre il solito lavativo? – mi chiese bonariamente ma nemmeno<br />

poi tanto. – Magari! – risposi. Il lavoro infatti, mi diede<br />

appena il tempo di scendere <strong>dal</strong> treno alla stazione di <strong>Vicenza</strong><br />

voro svolto, gli insulti di coloro che intendevano trasformare<br />

la festa in una sarabanda di pericolosi trabiccoli e di quanti<br />

pretendevano di poter transitare in zone interdette alla circolazione.<br />

Tutto questo per 24 ore suddivise in turni di otto<br />

ore. Da non dimenticare il supporto logistico fornito dai volontari<br />

AIB alle piazzole di atterraggio degli elicotteri.<br />

A questo va aggiunto il fatto che, a causa della sistemazione<br />

logistica fornita <strong>dal</strong>la <strong>Sezione</strong> di Bassano, che definire infelice<br />

è puro eufemismo, non è stato possibile per i volontari<br />

godere del meritato riposo tra un turno e l’altro essendo i<br />

locali assegnati confinanti con due locali notturni aperti <strong>dal</strong>le<br />

22,00 alle 06,00 di mattina. Una grande soddisfazione si<br />

è avuta <strong>dal</strong>la nostra mostra di Protezione Civile allestita a<br />

Palazzo Agostinelli. Come altro si può dimostrare il senso<br />

di appartenenza, la vittoria di un gioco di squadra? Da soli<br />

si può fare un pezzo di percorso ma solo in gruppo si può<br />

raggiungere una vetta!<br />

Sfilano le squadre sanitarie<br />

La musica unisce gli alpini<br />

e non mi mollò più per i quarant’anni che seguirono.<br />

Gli anni passarono ed a volte mi capitò di incrociare in autostrada<br />

dei pullman e vetture vistosamente fasciati di tricolori,<br />

con il nome dei gruppi o le sezioni che accorrevano alle<br />

Adunate o ne tornavano. Li guardavo come cose ormai lontane<br />

e mi prendeva la nostalgia; rivedevo i miei compagni e gli<br />

ufficiali e alla fine li ricordavo tutti con simpatia e ripensavo<br />

alle cose fatte insieme: le fatiche (poche), l’allegria (tanta), i<br />

pasti in caserma (tanti) e quelli in trattoria (pochi), le marce,<br />

gli addestramenti, l’odore acre dei muli ed il profumo secco<br />

del dopobarba che iniziai ad usare proprio a militare. A<br />

volte mi sentivo gli occhi pizzicare e subito e passandoci sopra<br />

il dorso della mano mi promettevo: - La prossima volta,<br />

all’adunata ci sarò anch’io! - ma per molti anni non mantenni<br />

la promessa. Non la mantenni fino a quando apparve su


Maggio 1963 – La Fanfara<br />

della Brigata Cadore<br />

L’ALPINO l’appello<br />

per gli ex componenti<br />

della Fanfara della disciolta<br />

Brigata Alpina<br />

Cadore, ad unirsi per<br />

ricostituirla. Fu così<br />

che all’Adunata di<br />

Aosta ci ritrovammo<br />

e sfilammo quasi increduli<br />

di quello che<br />

stavamo rivivendo.<br />

Sono seguite: Trieste,<br />

Parma, Asiago, Cuneo<br />

ed ora Bassano! Una<br />

Bassano gia vissuta<br />

con le stellette da alcuni<br />

di noi, la Bassano<br />

del Ponte, la Bassano del Grappa della grappa! La Bassano<br />

dell’Adunata ritrovata. L’Adunata che mi è piaciuta. Mi è<br />

piaciuta perché con tanti altri ne sono stato interprete e nella<br />

Ubriachi e appassionati degli alpini. Due aspetti contrastanti<br />

dei giovani alla grande Adunata di Bassano, che<br />

fanno meditare. Che in queste occasioni ci sia gente che<br />

beve è normale; ed è normale purtroppo che ci sia chi<br />

esagera, fino a ridursi come uno straccio da essere portato<br />

via con l’ambulanza. Succede in tutte le adunate.<br />

Quello che mi ha fatto star male è che gli ubriachi fradici<br />

che ho visto barcollare per le strade o addormentati per<br />

terra erano quasi tutti giovani. Di sera, mattina, pomeriggio.<br />

Alcuni non avevano neanche il cappello alpino,<br />

altri lo avevano comprato in qualche bancarella. Mi ha<br />

fatto star male perché non è una prerogativa dell’adunata<br />

Storie dell’adunata - 5<br />

Maggio 2008 La fanfara storica<br />

quale ho rivissuto palpiti e ricordi; con vecchi “frati” di naia<br />

(pochi) e nuovi amici (tanti).<br />

Luigi Girardi<br />

Giovani, le due facce della medaglia<br />

Quello che non vorremmo vedere<br />

degli alpini, ma un aspetto della nostra società e dei giovani<br />

di oggi, che non sanno più divertirsi semplicemente<br />

stando in compagnia, scherzando e cantando: hanno bisogno<br />

dell’alcol per “uscire fuori” e non sanno neanche<br />

fermarsi a quella sana euforia che dà l’alcol bevuto con<br />

giudizio. E non è servito nemmeno essere in mezzo a<br />

migliaia di alpini che stavano bene e si divertivano anche<br />

senza ubriacarsi.<br />

Sicuramente non appartengono a questa categoria i due<br />

giovani addetti al registro delle firme che abbiamo incontrato<br />

alla mostra sulla Grande Guerra, sempre a<br />

Bassano. Hanno visto la nappina rossa del mio amico<br />

Paolo e ci hanno chiesto il perché di quei colori diversi:<br />

individua i vari battaglioni abbiamo risposto. E perché<br />

il suo cappello la ha di ottone? È quella degli ufficiali.<br />

Così è cominciato quasi un gioco a riconoscere i reparti.<br />

Arriva una nappina rossa: battaglione Pieve di Cadore,<br />

esatto! Una bianca: Feltre. No, Mondovì, perché sul fregio<br />

c’è il 4 e non il 7, quindi è un altro reggimento, con<br />

battaglioni diversi, ma tutti con nappine bianche, rosse e<br />

verdi. Arriva una nappina verde: Belluno! No, vedete che<br />

dentro c’è un numero e che sul fregio ci sono due cannoni<br />

al posti dei fucili? Vuol dire artiglieria da montagna e<br />

il numero dentro indica la batteria. Un gioco sempre più<br />

complicato con l’apparire di nappine blu o ciclamino...<br />

Molto interessati all’argomento, a volte anche commoventi,<br />

in breve si sono fatti una cultura di brigate, reggimenti,<br />

battaglioni, reparti vari. Una volta, con la leva<br />

obbligatoria, queste cose le avrebbero imparate bene sul<br />

campo... E chissà che bravi alpini sarebbero diventati!<br />

Dino Biesuz


6 - Storie dell’adunata<br />

Monte Grappa, patria della pace<br />

Alle ore 4.00 suona la sveglia. Lo zaino già pronto con la<br />

dotazione standard ingoia anche panini, vino, caffè e grappa.<br />

Si parte nella convinzione che in età non più verde come la<br />

nostra neanche una bella ragazza ci avrebbe strappato <strong>dal</strong><br />

letto a quell’ora. Forse! Il parcheggio di Romano già presenta<br />

i primi segni d’animazione. La truppa è pronta, il bus in<br />

orario s’imbocca la strada Cadorna e via verso la Cima. Ho<br />

un biglietto che porta il numero 1. Zaini a terra, il caffè, si<br />

esce in una giornata bella, con una leggera foschia che non<br />

c’impedisce di vedere o perlomeno d’intuire le montagne<br />

intorno, spaziando a 360°. In attesa della cerimonia ci s’incammina<br />

per un sentiero che ci porta a dare un’occhiata più<br />

da vicino. Il versante è quello verso il Boccaor, le Meate il<br />

Tomba. Il tempo passa veloce, si torna si mangia un panino e<br />

si beve un’ombra, le risate, i ricordi, le prese in giro, le foto.<br />

Quanto è bella l’amicizia. Era la stessa che i nostri soldati<br />

avevano sul Grappa. La loro purtroppo durava spesso solo<br />

pochi giorni.<br />

Arriva l’ora della cerimonia, anticipata dai motori degli<br />

elicotteri che fanno scendere il picchetto armato che renderà<br />

gli onori, mentre con voce vibrante lo speaker racconta<br />

la storia di quel monte citando i nomi dei reparti<br />

Il labaro nazionale sul Grappa<br />

e dei Monti che gli hanno visti protagonisti. Da valli e<br />

convalli risponde nitido, fresco, giovanile, entusiastico un<br />

solo grido: PRESENTE! I nostri morti sono con noi, lusingati<br />

<strong>dal</strong>la memoria dei vivi, che è la vita dei morti. Sono<br />

andati avanti, ma non di molto, ci aspettavano. Arriva il<br />

Consiglio nazionale dell’Ana, marciando e dandosi il tempo<br />

con il 33. Escono i sacerdoti, comandati <strong>dal</strong> vescovo di<br />

Padova per diritto di Diocesi. Lo speaker annuncia l’alzabandiera,<br />

la tromba della fanfara militare alpina suona<br />

l’ATTENTI! Gli ottomila presenti scattano, non c’è nessuno<br />

seduto, distratto. Si fa il saluto, si guarda la Bandiera<br />

con il rispetto e l’amore di sempre, con il rimpianto che<br />

qualcuno non l’onori come si deve. Alta sui pennoni garrisce<br />

al vento, che in quota non manca mai, i nostri cappelli<br />

alpini hanno le penne che vibrano frementi quasi come<br />

antenne che trasmettano di sentimenti mai sopiti. Dopo il<br />

RIPOSO! Prima del rito religioso la Presidenza dell’Ana<br />

depone una corona sul cippo che indica la sepoltura di diciotto<br />

ignoti caduti.<br />

Alla fine della messa, magistralmente accompagnata del<br />

Coro Edelweiss, si rendono gli onori ai resti di tre caduti<br />

ritrovati da poco sul Col dell’Orso, senza poterne provarne


nell’identità nè la nazionalità. Ecco che un atto di pietà umana<br />

che unisce per sempre le nazioni, riconoscente per chi ha<br />

compiuto il proprio dovere fino all’estremo sacrificio.<br />

La cerimonia finisce, la commozione tarda a sfumare, guardo<br />

verso il sacello al termine della Via Eroica, e i caduti italiani<br />

e austriaci, tedeschi e boemi, inglesi e francesi sono là, ci<br />

L’Ossario del Grappa…<br />

…invaso dagli Alpini<br />

Storie dell’adunata - 7<br />

salutano, alcuni sono a braccetto, alcuni scherzano, alcuni<br />

fumano. Sembrano dirci che loro, per sempre uniti rimangono<br />

per assicurarsi che la loro disgrazia non possa più appartenere<br />

a nessun uomo. Monte Grappa tu sei la mia Patria, tu<br />

sei la Patria della pace dell’Europa unita.<br />

Giorgio Galla


8 - Nello zaino<br />

90° Della fine del 1° Conflitto Mondiale<br />

Ricorre quest’anno il 90° della fine del 1° conflitto mondiale.<br />

A ricordare questo grande avvenimento che costò la vita<br />

a una schiera infinita di soldati di entrambi i fronti, bella<br />

e originale mi è parsa l’idea di una rassegna dei nostri<br />

reparti impegnati in quel conflitto.<br />

Allo scopo, sono andato a ricercarmi un articolo scritto<br />

tanti anni fa da Maso Bisi, che mi pare risponda perfettamente<br />

a questo proposito e che spero sia quindi di gradimento<br />

ai lettori, vecchi e specialmente giovani.<br />

NEL PARADISO DI CANTORE<br />

Cantore andò in paradiso. Tutti gli Alpini che muoiono col<br />

cappello in testa vanno in Paradiso. Perché <strong>dal</strong>le cime a lassù<br />

non c’è che un passo. Ma quando “El vecio” vi giunse vi trovò<br />

pochi Alpini. Non ne erano morti ancora molti, in quei tempi.<br />

V’erano quelli che negli anni di pace la valanga ha travolti o la<br />

tormenta ha scaraventato giù dai dirupi. E vi era il Colonnello<br />

Menini. Menini <strong>dal</strong>le gambe mozze sciabolò un gran saluto, e<br />

dietro a lui una fitta schiera di morti presentò le armi.<br />

Il battaglione alpino di Abba Garima, quello che alle falde<br />

dell’Amba Rajo cadde in rango, graduati in serrafila, dopo<br />

aver marginato con le punte delle baionette le cariche selvagge<br />

della cavalleria Galla. Accanto a loro schiere di grigio-verdi:<br />

i morti di Libia. “El vecio” li salutò tutti, uno<br />

per uno. Essi gli fecero una cantata e toccarono la mano al<br />

“Colonnello” che ritornava.<br />

E c’erano anche i primi morti della grande Guerra, di tutti i<br />

reggimenti alpini, di tutti i battaglioni: i giovani del ’95 e i<br />

vecchi del ’78.<br />

Il Generale ordinò il riposo. Poi si mise a passeggiare con<br />

le mani incrociate dietro il dorso e il mento nel bavero del<br />

pastrano e attese gli altri.<br />

* * * * * *<br />

Per quattro anni, ininterrottamente, da tutti i settori del fronte,<br />

<strong>dal</strong>lo Stelvio al Vodice, giunsero gli Alpini in Paradiso.<br />

Erano gran saluti e abbracci tra i “pais” e ogni Alpino rientrava<br />

nel proprio Battaglione. Come per incanto i Battaglioni<br />

<strong>dal</strong> nome sonoro risorsero così con i loro morti. Cantore li<br />

comanda. Ha con sé i più begli Alpini e sono venticinquemila.<br />

Cantore fa l’appello dei Battaglioni. Ha la voce di Assaba,<br />

la voce di Ala. E il paradiso sfolgora di gloria!<br />

Tutti i Reggimenti sono presenti e cantano le canzoni delle<br />

loro valli. Le fanfarette rauche dei Battaglioni accompagnano<br />

il canto. Ecco quelli del 1° Reggimento: i Battaglioni<br />

“acciuga”, che reclutano fin <strong>dal</strong>le blaze di tufo che digradano<br />

sul mare, e i Battaglioni delle Langhe.<br />

Il Generale li saluta. Il vecchio “dui”. Il prode “dui”! Il<br />

più scarpone fra gli otto reggimenti. In testa ai suoi<br />

Battaglioni, medaglia d’oro sul pastrano insanguinato, il<br />

Tenente Colonnello Piglione, che alla testa del Saluzzo<br />

1919: scioglimento del Battaglione Valtellina alla fine della Grande Guerra<br />

morì abbrancato ai reticolati nell’assalto del Kukla. Gloria<br />

Val Varaita, maciullato fino all’ultimo uomo nel fondo del<br />

Val Calcino!<br />

Avanti vecchio Piemonte! Udite le fanfare dei Battaglioni del<br />

3°? Il Tenente Colonnello Pettinati e il Maggiore Albarello<br />

sono in testa. E dietro di loro le guide che scalarono Monte<br />

Nero a piedi nudi e lo conquistarono a selciate. Chi comanda<br />

quella compagnia di morti che vivono solo negli occhi<br />

radianti? Alto, pensoso e possente, Vittorio Varese passa.<br />

Picco lo segue, il tenentino che uccideva gli honved col calcio<br />

del moschetto. I morti del suo Battaglione gli ricantano<br />

la nenia che gli scarponi del 3° composero per lui: “Avevi<br />

gli occhi neri, il viso bianco…”<br />

I Battaglioni cantano:<br />

O tu vile Monte Nero<br />

Traditore de la patria mia<br />

Ho lasciato la cas mia<br />

Per venirti a conquistar!…<br />

Chi canta il Peana trionfale degli Alpini? È il 4° Reggimento,<br />

che si avanza sul ritmo del canto. Gloria, massacratissimo<br />

Battaglione Aosta! Il suo padre lo guida, ora come allora.<br />

“Più onore che onori”. Maggiore Testafochi! Gli alpini aostani<br />

si tennero il motto nuovo, ma nel momento delle zuffe<br />

supreme urlarono solo lo antico: Ch’a custa l’on ch’a custa,<br />

viva l’Austa!.. Lo gridarono ancora, passando dinanzi al<br />

Cantore, Beltricco, Urli e Zerboglio, le tre medaglie d’oro del<br />

Battaglione. Chi è passato, accigliato e muto, alla testa del 4°?<br />

Il Generale Carlo Giordana, il conquistatore dell’Adamello, il<br />

“Generale di ferro”. E dietro i suoi talloni ferrati trae ondate di<br />

Alpini, il più numeroso fascio di penne stroncate, il più radioso<br />

azzurreggiare d’insegne al valore. Passano.<br />

Canzoni lombarde, gaie e ridondanti… i Battaglioni di morti<br />

del 5° Alpini! Corrado Venini li guida, ebbro di canti anche<br />

Lui, dei canti ai quali Egli dava la parola ed i soldati l’anima.<br />

E canta anche Franco Topolini, ridendo negli occhi che rivelano<br />

un cuor di fanciullo nel gran corpo di atleta. I plotoni<br />

seguono i plotoni. Tutti i morti dei sedici Battaglioni, fiore


del sangue lombardo, sparso <strong>dal</strong>lo Stelvio a Monte Nero.<br />

Grigio-Verdi lordi di sangue e della ruggine dei reticolati, e<br />

bianchi sciatori.<br />

Cori dolci e melanconici.<br />

Sul Ponte di Bassano<br />

Là ci darem la mano…<br />

S’alzava il 6° Reggimento! Il Reggimento degli Altipiani e<br />

di Val Brenta, il macellato in venti azioni. In testa marcia un<br />

manipolo di Medaglie d’oro. Primo, innanzi a tutti, eretto,<br />

austero e radioso, Cesare Battisti. I Battaglioni marciano al<br />

ritmo del suo passo fermo e possente. S’avanza a testa nuda,<br />

le chiome al vento. Le sue mascelle fortemente serrate sembrano<br />

comprimere il suo ultimo appassionato grido di esaltazione<br />

della patria. Dolce e pensoso, Fabio Filzi lo segue, e<br />

dietro il Colonnello Gioppi e Giovanni Sebastiano Cecchin.<br />

Poi le Compagnie, serrate, tumultuose, ancora vibranti del<br />

furore d’assalto.<br />

Chi ricanta le canzoni di Pier Fortunato Calvi?<br />

Il 7° Alpini. Morti del Cadore, che hanno il corpo scheggiato<br />

<strong>dal</strong>la roccia dolomitica, morti sulle foglie dei loro “tabià”,<br />

difesi fino all’estremo anelito durante la ritirata, morti del<br />

Grappa col vitreo sguardo e le mani irrigidite tese verso la<br />

loro terra invasa. Una pattuglia di Medaglie d’oro guida i<br />

Battaglioni. Il Colonnello Buffa di Perrero precede, e sui<br />

suoi passi marcia, randello alla mano, Giuseppe Caimi, l’ufficiale<br />

di leggendario valore. Accanto a Lui ridono Giuseppe<br />

Barbieri e Franco Michelini-Tocci, imberbi eroi. A schiere<br />

interminabili, muscolosi e serni, ecco i bellunesi, i cadorini,<br />

i feltrini, gli agordini.<br />

Canti lenti modulati. Udite le villotte friulane?<br />

È l’8° Reggimento.<br />

Il 21 e 22 giugno si è svolta a Taviano, ridente cittadina in<br />

provincia di Lecce affacciata sul mare Jonio, famosa per le<br />

sue coltivazioni floricole, una manifestazione di solidarietà<br />

denominata “Gli Alpini nella città dei fiori per la solidarietà”,<br />

con obiettivo di raccogliere fondi a favore del progetto<br />

“Io ho un sogno” promosso <strong>dal</strong> Comune di Taviano<br />

e <strong>dal</strong> Gruppo Alpini Salento. E ad una manifestazione di<br />

tale importanza potevano mancare gli alpini di <strong>Vicenza</strong>?<br />

Sicuramente no!! Ed eccoli infatti ottimamente rappresentati<br />

<strong>dal</strong> coro ANA di Piovene Rocchette con il suo presidente<br />

Erminio Masero e da una rappresentanza del Gruppo<br />

Alpini di Villaverla guidata <strong>dal</strong> capogruppo Francesco<br />

Rando e composta da 4 alpini ed un amico. Presenza questa<br />

non di circostanza, ma significativa dell’amicizia che lega i<br />

due Gruppi Alpini, di Villaverla e del Salento, sfociata nel<br />

gemellaggio del marzo 2007 e nella loro presenza all’Adunata<br />

sezionale dello scorso anno.<br />

La giornata di sabato è iniziata con l’inaugurazione della mo-<br />

Nello zaino - 9<br />

Ma tu stele, biele stele…<br />

Due giovani pensosi, con occhi di sogno, figure di asceti e<br />

di guerrieri, precedono i Battaglioni, tenendosi per mano.<br />

Congiunti in vita e in morte, sono Eugenio e Giuseppe<br />

Garrone, fratelli. Le loro medaglie d’oro sfolgorano accanto<br />

a quella di Mario Corsi, l’eroe di Trieste, di Manlio Feruglio<br />

e del piccolo «bocia» Zucchi.<br />

Il Generale Cantore aggrotta gli occhi dietro le lenti. La sua<br />

mascella ha un tremito. Il suo Reggimento!<br />

Ecco i Friulani, ecco i montanari della Carnia, ecco i magnifici<br />

slavi della Val del Natisone. Corpi di giganti e anime<br />

di fanciulli. Vengono <strong>dal</strong>la Carnia, da Monte Nero, <strong>dal</strong>l’Ortigara,<br />

<strong>dal</strong> Grappa, <strong>dal</strong> Friuli invaso che hanno difeso zolla<br />

a zolla.<br />

L’ultimo battaglione è passato. L’eco dei canti si disperde<br />

nell’infinito. Cantore abbassa la mano <strong>dal</strong>la visiera forata<br />

e rimane immobile, assorto. Un prodigioso silenzio domina<br />

quelle supreme altezze. Ma lontano sorge un canto lento,<br />

solenne che poco a poco si eleva più possente, formidabile.<br />

Sono i morti che cantano la canzone della gloria alpina:<br />

Sul cappello che noi portiamo<br />

C’è una lunga penna nera<br />

Che a noi serve da bandiera<br />

Sui pei monti a guerreggiar…<br />

Oi-lalà!…<br />

Il canto riempie il Paradiso di un fragore di tuono. Poi si<br />

acquieta. Tace.<br />

Allora Cantore, che non ha mai piegato la fronte dinanzi a<br />

nessuno, s’inginocchia e prega: «Questi sono gli Alpini, -<br />

Signore Iddio. Tu li accogli e li benedici».<br />

Silvio Adrogna<br />

Gli alpini nella città dei fiori<br />

(ed il significato di “Spirito Alpino”)<br />

Gli Alpini di Villaverla scesi nel Salento


10 - Nello zaino<br />

stra “Percorso storico del Tricolore” al Palazzo Marchesale<br />

di Taviano, interessante storia delle origini e dell’evoluzione<br />

del simbolo della nostra Patria: la bandiera tricolore. Al parco<br />

Ricchello si è tenuto un concerto di cori alpini.<br />

La serata è stata aperta <strong>dal</strong> coro ANA di Piovene Rocchette<br />

magistralmente diretto <strong>dal</strong> prof. Alessandro Canale, a seguire il<br />

coro Stelle Alpine dell’ANA di Bari ed il coro alpino “Gruppo<br />

Salento” Poliphonica Nova di Parabita (LE). Entusiasta il numeroso<br />

pubblico, tra cui il gen. Antonino Cassotta presidente<br />

della <strong>Sezione</strong> di Bari, che durante la cena, mi ha reso partecipe<br />

dell’amicizia che lo legava al compianto presidente Periz, iniziata<br />

durante l’organizzazione degli aiuti alle popolazioni colpite<br />

<strong>dal</strong> terremoto dell’Irpinia, diretti appunto da Vincenzo Periz.<br />

Il giorno successivo si è svolto il pranzo ufficiale, allietato<br />

di tanto in tanto da spontanee cante intonate <strong>dal</strong> coro di<br />

Piovene con l’aggregazione dei commensali. Infine, giunto<br />

il momento fatidico dei saluti e della partenza, la prospettiva<br />

di un viaggio faticoso di ben 13 ore è apparsa ampiamente<br />

ripagata, ve l’assicuro, <strong>dal</strong>l’accoglienza ricevuta e<br />

<strong>dal</strong>la consapevolezza di aver dato un contributo, seppur<br />

minimo, nell’aiuto ai più bisognosi. Per questo un sincero<br />

ringraziamento va a Luigi Leo, Capogruppo del Salento,<br />

ed a Piero Buffo, suo braccio destro e mente organizzativa<br />

della manifestazione.<br />

Tutto bello dunque? Non proprio. Rimane l’amaro in bocca<br />

nel constatare che in un Gruppo come quello di Villaverla,<br />

La Val d’Assa è la valle che congiunge gli Altipiani di<br />

Lavarone e gli Altipiani di Asiago, attraverso il Passo delle<br />

Vezzene. A metà strada circa, sotto i dirupi del Monte<br />

Verena, in territorio italiano fortificato, già ai tempi della<br />

1^ guerra mondiale, una bicocca col nome di<br />

“Osteria al Termine” segnava il confine dei<br />

territori austriaci. L’osteria è ancor oggi in<br />

piena attività, ingrandita ed abbellita come<br />

si conviene ai nostri tempi ed abitudini.<br />

Lavarone faceva parte del territorio austriaco<br />

e, a causa del conflitto, tutta la<br />

popolazione era stata sfollata e sistemata<br />

oltre il confine, in un paesino dell’Austria,<br />

lontano <strong>dal</strong>la guerra. A Passo Vezzena, a<br />

monte della strada carrozzabile per Asiago,<br />

il colossale Forte Vezzena, dominato in alto<br />

<strong>dal</strong> Fortino Osservatorio. Pur dotato di un<br />

discreto armamento in direzione del Passo,<br />

aveva compiti di osservazione e comunque<br />

di riferimento, press’a poco alla stessa stregua di quello<br />

di Monte Rust. L’accesso, per uomini e rifornimenti, non<br />

molto agibile in realtà data la conformazione del terreno,<br />

avveniva <strong>dal</strong>la Valsugana e più precisamente <strong>dal</strong>la Val di<br />

Sella.<br />

su circa 250 soci alpini solamente in cinque abbiano avuto la<br />

disponibilità alla trasferta, sicuramente impegnativa come ho<br />

detto prima, ma anche carica di valori sociali, di solidarietà,<br />

di abnegazione e non per ultimo di rappresentanza del nostro<br />

Gruppo invitato dai nostri “gemelli” leccesi. Carico di veri<br />

valori ALPINI insomma!<br />

Spero che lo spirito alpino, con il tempo vada migliorandosi<br />

maggiormente, altrimenti vuol dire che con esso, purtroppo,<br />

se ne sono andati anche gli Alpini.<br />

Francesco Rando<br />

Si restaura la chiesa di S. Zita al Vezzena<br />

Placchetta austriaca per copricapo usata<br />

dai soldati durante la Grande Guerra<br />

Il coro ANA di Piovene R. con il coro Stelle Alpine di Bari ed il sindaco di Taviano<br />

A circa 1300 metri <strong>dal</strong> Passo Vezzena, in direzione di Asiago,<br />

in pieno territorio austriaco, quindi, esisteva la Chiesa di Santa<br />

Zita (St. Zita-Kappelle), edificata nel 1917 quando la zona,<br />

dopo la “Strafexpedition” da prima linea diventò sede di retrovie.<br />

Accanto alla chiesetta esisteva un cimitero militare<br />

con salme di Caduti austriaci e italiani. La chiesetta<br />

subì la sorte devastatrice della guerra ed i<br />

resti furono demoliti alla fine degli anni “40; le<br />

salme dei Caduti già erano state traslate negli<br />

ossari e nel cimitero militare di Levico.<br />

Ora la <strong>Sezione</strong> di Trento ha assunto la iniziativa<br />

di ricostruire la Chiesetta di S. Zita<br />

e, già prima dell’inverno, squadre di volontari<br />

di Sezioni consorelle hanno portato a termine<br />

la fase iniziale dei lavori, giungendo fino alla<br />

copertura del nuovo edificio. L’inverno appena<br />

trascorso è stato –se vogliamo- anche abbastanza<br />

mite e senza nevicate fuori tempo, il<br />

che ha permesso le ripresa del lavori abbastanza<br />

presto. Lavori che devono essere ultimati per il prossimo<br />

agosto (metà mese) epoca nella quale avverrà la cerimonia<br />

ufficiale di inaugurazione dove la <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong> offrirà<br />

la porta d’entrata.<br />

Silvio Adrogna


Grisignano, i 20 anni del Gruppo Ana<br />

Il monumento e una strada dedicati agli alpini<br />

È stata una “tre giorni” alpina che difficilmente potrà essere<br />

dimenticata a Grisignano di Zocco, soprattutto dagli alpini<br />

del Gruppo Ana, che hanno vissuto il culmine della festa con<br />

l’emozione di vedere sfilare con loro per le vie cittadine non<br />

meno di cinquanta gagliardetti, a rappresentare ben dodici<br />

zone su sedici. Con questa Adunata interzonale, gli alpini<br />

grisignanensi hanno inteso festeggiare il traguardo da poco<br />

superato della loro “maggiore età” e cioè i 20 anni <strong>dal</strong>la fondazione,<br />

organizzando una serie di appuntamenti che hanno<br />

coinvolto Comune, scuole, associazioni locali ed associazioni<br />

d’arma, il tutto condito con l’orgoglio, la vicinanza, ed il<br />

consenso unanime dei cittadini, che lo hanno dimostrato a<br />

piene mani.<br />

Ma andiamo con ordine: quasi in sordina, discorrendo tra alpini<br />

ed amici in dicembre, si fece largo l’idea di organizzare<br />

a Grisignano l’annuale adunata della Zona Riviera Berica,<br />

visto l’imminente “compleanno” appunto. poi si è convenuto<br />

di indire invece un’Adunata Interzonale, così da dare maggior<br />

rilievo alla manifestazione.<br />

Interpellata l’Amministrazione comunale, per avere le dovute<br />

autorizzazioni, ne è scaturita non solo l’approvazione, ma<br />

anche una fucina di idee (che già in parte frullavano nella<br />

mente del capogruppo Tristano Paggin), e di proposte concrete<br />

formulate <strong>dal</strong> sindaco Mirco Bolis, volte non solo a dare<br />

Patrocinio e sostegno economico, ma anche appoggio morale<br />

e forte spinta per realizzare un monumento agli Alpini da<br />

collocare nel parco adiacente la Baita alpina, ed intitolare<br />

la via (ancora senza nome) che si trova fronte Baita, con il<br />

nome di “Via degli Alpini”. E qui veniamo al largo consenso<br />

tra i cittadini firmare una petizione allo scopo di proporre<br />

all’Amministrazione la realizzazione di tali opere.<br />

Intanto avanzavano i lavori, e gli alpini già in fermento e con<br />

l’ansia dell’Adunata iniziavano ad appendere gli striscioni<br />

lungo il percorso stabilito per la sfilata, e a distribuire ban-<br />

Il Consiglio direttivo di Grisignano<br />

Nello zaino - 11<br />

diere tricolori alle abitazioni per esporle alle finestre. Un corposo<br />

supporto lo abbiamo avuto <strong>dal</strong> responsabile sezionale<br />

per le cerimonie alpine, Antonio Munari.<br />

Ed eccoci nel vivo della manifestazione, cominciata il 30<br />

maggio con un cordialissimo incontro tra gli alpini e gli<br />

alunni delle elementari e medie, con il loro dirigente Rinaldo<br />

Coggi, raggruppati nel Palazzetto dello Sport per assistere<br />

ad alcune proiezioni e spiegazioni sulla storia dell’Ana, e in<br />

modo particolare sul ruolo della Protezione Civile, spiegato<br />

<strong>dal</strong> bravissimo Alessandro Angherer. I ragazzi hanno ricevuto<br />

in dono un Tricolore per ogni classe e il testo della Preghiera<br />

dell’Alpino; la Zona Riviera Berica ha donato pergamene<br />

con l’Inno d’Italia e la storia del Tricolore. Gli studenti hanno<br />

ringraziato cantando tutti in coro l’Inno di Mameli, non<br />

prima di donare agli Alpini un centinaio di disegni realizzati<br />

a scuola durante la settimana, che sono stati esposti nell’atrio<br />

del Palazzetto, ammirati da quanti la sera di sabato sono entrati<br />

per assistere alla Rassegna Corale.<br />

Sul palco il Gruppo Corale “El Sòco” di Grisignano di Zocco,<br />

che ha concluso la prima parte con un toccante Signore delle<br />

Cime, intercalato <strong>dal</strong>la recita della Preghiera dell’Alpino. Ha<br />

concluso la seconda parte il Coro Alpino “Amici Miei” Toni<br />

Docimo di Montegalda, che ha eseguito un repertorio completamente<br />

alpino. Larghissimi consensi <strong>dal</strong> pubblico, che<br />

all’uscita ha avuto l’opportunità di portare a casa le “stelle<br />

alpine” messe in vendita nell’ambito di un’iniziativa benefica<br />

promossa <strong>dal</strong>la <strong>Sezione</strong> Ana di <strong>Vicenza</strong> e proposta a tutti<br />

i Gruppi.<br />

Giornata domenicale è iniziata allo Stadio Comunale con<br />

una esercitazione dimostrativa da parte della squadra Aana di<br />

Protezione Civile, continuata anche nel primo pomeriggio,<br />

dopo il rancio sociale nella Baita alpina, con l’esercitazione<br />

di una squadra cinofila.<br />

Alle 16 in municipio si è svolto un Consiglio Comunale<br />

straordinario per l’intitolazione della Via degli Alpini,<br />

con il consenso di tutti i presenti e l’apprezzamento dei<br />

Capigruppo di maggioranza e di opposizione, Efrem Trevisan<br />

e Ubaldo Nuzzo, nonché <strong>dal</strong>l’assessore alla cultura, Lorenzo<br />

Quaranta.<br />

Il sindaco ha poi donato al Gruppo di Grisignano un nuovo<br />

Gagliardetto che passando <strong>dal</strong>le mani della madrina Lidia<br />

Stocco, vedova del compianto alpino Antonio Bertinazzi, a<br />

quelle del presidente sezionale Giuseppe Galvanin, è giungeva<br />

nelle mani del capogruppo Tristano Paggin per essere<br />

appeso all’asta portagli <strong>dal</strong>l’Alfiere; il presidente Galvanin<br />

ha voluto insignito il sindaco Mirco Bolis, già socio aggregato,<br />

del distintivo di Amico degli alpini.<br />

Entusiasmante sotto ogni aspetto è risultata poi la sfilata preceduta<br />

<strong>dal</strong>l’alzabandiera e <strong>dal</strong>la deposizione di un corona<br />

d’alloro al monumento ai Caduti. Scandita <strong>dal</strong>le note della


12 - Nello zaino<br />

Esercitazione di protezione civile<br />

Fanfara sezionale in divisa storica, con numerosissimi vesilli,<br />

si è mossa la sfilata per raggiungere la Baita alpina; emozionante<br />

è stata la presenza di una cinquantina di alunni delle<br />

scuole che, accompagnati da Preside e insegnanti, portavano<br />

ognuno una bandierina tricolore; i primi 20 ben inquadrati,<br />

sventolavano bandiere più grandi preparate dagli Alpini,<br />

a significare i 20 anni <strong>dal</strong>la fondazione; quasi un passaggio<br />

generazionale di consegne tra veci e bocia. Dopo la messa<br />

animata <strong>dal</strong> Gruppo Corale “El Sòco, con un impeccabile inquadramento<br />

ci si è spostati per dare corso all’inaugurazione<br />

della “Via degli Alpini” e del “Monumento agli Alpini”: un<br />

boato di meraviglia coperto da uno scrosciare di battimani,<br />

ha entusiasmato tutti i presenti nel vedere questo enorme macigno<br />

pesante oltre 10 tonnellate (praticamente un pezzo di<br />

montagna portato a Grisignano, come si è espresso il sindaco),<br />

sovrastato da un’imponente aquila di bronzo nell’atto di<br />

planare ad ali spiegate.<br />

Concludendo con i discorsi di rito, il Capogruppo Tristano<br />

Paggin ha salutato e ringraziato tutti, ma in particolare i suoi<br />

alpini; il sindaco di Grisignano ha illustrato le fasi dell’opera<br />

monumentale, evidenziando il fatto che questa aquila scelta<br />

e voluta con minuziosa arguzia, sarà essa stessa vigile e custode<br />

della casa degli Alpini e del rinato parco, che ne abbellisce<br />

il quartiere residenziale; infine il presidente Galvanin<br />

ha messo in luce quanto sia utile la presenza di persone come<br />

gli alpini in congedo nel tessuto sociale, perché con la loro<br />

instancabile opera di volontariato e di vicinanza ai cittadini<br />

ed alle Istituzioni, formano il cemento per solidificare quella<br />

base che unisce anche le parti avverse, quando l’ideale ne è<br />

condiviso. Un brindisi in allegra compagnia ha concluso la<br />

giornata domenicale con le foto di rito davanti al monumento<br />

intitolato: Agli Alpini 1° giugno 2008.<br />

Sin qui la cronaca della “tre giorni”; ma il motivo più bello<br />

per gioire è il ritrovato spirito di appartenenza al Gruppo che<br />

ha fatto spontaneamente avvicinare tanti alpini con il proposito<br />

di fare squadra, ed essere disponibili senza riserve<br />

qualora ce ne fosse bisogno, così come già opera anche un<br />

nutrito numero di soci Amici degli alpini, a cui va il grazie<br />

più sincero, per l’attaccamento e la condivisione degli ideali<br />

alpini.<br />

Silvano Rizzetto<br />

Poesia alpina<br />

Dedicata ai commilitoni della Compagnia comando e servizi<br />

del glorioso Btg Feltre, 7° Rgt Alpini della ahinoi disciolta<br />

Brigata Cadore che si sono, loro malgrado, trovati<br />

ad onorare l’obbligo di leva negli anni 1966-1967, al comando<br />

del nostro indimenticato comandante, l’allora capitano<br />

Edoardo Brandolin. La lezione che ci è stata impartita<br />

in quel periodo ci ha accompagnato nel nostro cammino di<br />

vita e ci ha reso forti. Cameratismo, condivisione, sacrificio,<br />

sana goliardia, rispetto, sono i valori alti ed importanti<br />

per la vita di un uomo: questo tutti noi abbiamo ricevuto.<br />

GRAZIE NAJA!<br />

01 giugno 2008 Zanè<br />

Vent’anni, la naja, vissuta, accettata,<br />

maledetta, bestemmiata, or con gioia da tutti ricordata.<br />

Vent’anni, Compagnia Comando 7° Alpini,<br />

autisti, pionieri, conducenti,<br />

riuniti per caso e inquadrati, come bambini.<br />

Vent’anni, e altri venti per due volte contati,<br />

perduti di vista, sentieri diversi,<br />

ma oggi a Zanè ci siam ritrovati.<br />

Il ricordo di nomi, episodi sfuocati,<br />

di muli, scarponi,<br />

di libera uscita, di capelli tagliati.<br />

Il ricordo dei campi, le marce, la neve,<br />

Brandolin, Biesuz, Bartoletti,<br />

e Gavin, con la sua vocina lieve.<br />

Il ricordo del rancio, ottimo e abbondante,<br />

la guardia al passo carraio,<br />

il presentat-arm al Colonnello comandante.<br />

Il ricordo della tromba all’alzabandiera,<br />

il silenzio, la branda, e il cucù-mi dei tubi sulla rastrelliera.<br />

Il ricordo di quelli “Andati Avanti”<br />

lo portiamo nel cuore:<br />

della vita, loro, sono i Congedanti!<br />

Più schierati non siamo ai Sacri confini<br />

perciò, in alto i bicchieri,<br />

brindiamo: evviva gli Alpini!<br />

Giorgio Manfrin 11° Corso Acs 1966-1967<br />

Comandante di Squadra Pionieri<br />

Gruppo Alpini di Mestrino


Camminare con gli alpini<br />

Il 20 Aprile 2008 si è svolta la Camminata delle Fontane a San<br />

Vito di Brendola, dopo alcuni giorni di tempo piovoso la Santa<br />

Provvidenza ha fatto sì che la manifestazione sia stata radiata da un<br />

splendido e caldo sole primaverile.<br />

La giornata è iniziata con la cerimonia dell’Alza bandiera e la<br />

deposizione della corona al Monumento ai Caduti, condotta <strong>dal</strong><br />

Capozona dei Colli Vicentini Arcangelo Murzio. Dopo il saluto del<br />

sindaco di Brendola Renato Ceron è iniziata la camminata, tra i<br />

sentieri e verdi colli dove alcuni punti sono ancora “selvaggi” ed<br />

incontaminati. La partecipazione è stata soddisfacente, l’alpino più<br />

lontano presente alla manifestazione arrivava da Reggio Emilia: si<br />

tratta del consigliere sezionale reggiano Stefano Pisi.<br />

Questa è la prima iniziativa della Commissione Giovani che ha<br />

lo scopo di promuovere e di far conoscere le bellezze naturali del<br />

nostro territorio, con soddisfazione abbiamo riscontrato che è stata<br />

molto apprezzata e sono giunte anche molte richieste di replica<br />

per il prossimo anno. Possiamo dire che il Gruppo Alpini di San<br />

Vito di Brendola sà mantenere magnificamente il sentiero che ha<br />

in gestione, inoltre abbiamo riscontrato la sinergia e collaborazione<br />

dei due Gruppi Alpini presenti a Brendola che hanno collaborato<br />

alla manifestazione. Per la sicurezza della manifestazione è stata<br />

fondamentale la presenza della squadra di Protezione Civile di<br />

Nello zaino dei giovani - 13<br />

Grande partecipazione alla marcia alpina a S. Vito di Brendola<br />

Dalla prossima<br />

dichiarazione dei redditi<br />

potrai destinare il 5 per mille<br />

alla <strong>Sezione</strong> A.N.A. di <strong>Vicenza</strong>!<br />

La nostra <strong>Sezione</strong> è stata ammessa al beneficio del<br />

5 per mille come da elenco pubblicato in internet<br />

<strong>dal</strong>l’Agenzia delle Entrate.<br />

Vi invitiamo a pubblicizzare il nostro codice fiscale<br />

80027060245<br />

indicando il quale sotto la propria firma nel primo<br />

dei quattro riquadri dell’apposita scheda dei modelli<br />

Unico PF, 730, o CUD del 2006 si potrà destinare la<br />

quota del 5 per mille della propria imposta sul reddito<br />

alla nostra <strong>Sezione</strong> ANA di <strong>Vicenza</strong>. È una semplice<br />

operazione che non vi costerà nulla.<br />

80027060245<br />

Il monumento dei caduti a S. Vito<br />

Brendola Orsa Maggiore che ha accompagnato i partecipanti, ed<br />

assistito una signora un po’ troppo affaticata. Non dimentichiamo il<br />

gruppo di pronto intervento sanitario della Protezione Civile ANA<br />

della <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong>, che fortunatamente non ha dovuto intervenire.<br />

Si ringraziano per il patrocinio il Comune di Brendola e la<br />

Pro Loco di Brendola, e per la loro attiva partecipazione.<br />

Rossano Zaltron<br />

Pronti per l’alzabandiera


14 - Gli Alpini e lo Sport<br />

Sabato 14 giugno a Lugo di <strong>Vicenza</strong> ha avuto luogo la prima<br />

edizione della corsa dello sportivo, gara organizzata<br />

<strong>dal</strong>la Polisportiva in collaborazione con il gruppo Alpini<br />

ed il Gsa. Nata in sordina con una edizione di prova lo<br />

scorso anno, si è riproposta quest’anno in versione ufficiale<br />

con un discreto numero di partecipanti tra cui si è notata<br />

una netta superiorità numerica del Gruppo sportivo alpini<br />

di <strong>Vicenza</strong>. Soddisfacenti anche i risultati per i nostri atleti:<br />

spiccano Denis Grasselli e Roberto Poletto rispettivamente<br />

al 2° e 3° posto nella categoria maschile 18-40<br />

anni, seguiti da Andrea Broglio, 17°. Per la categoria dai<br />

Domenica 22 giugno si è rinnovato uno degli appuntamenti<br />

podistici tra i tanti che affollano le Prealpi nel<br />

periodo estivo: la 4ª edizione della Campolonga, gara<br />

di corsa in montagna che si snoda per buona parte del<br />

suo percorso di 20 km sull’anello di sci da fondo di<br />

Campolongo di Rotzo. Venti km di rara bellezza, tra i<br />

verdi boschi dell’Altopiano e le strade sterrate che lo attraversano,<br />

il tutto accompagnato da una giornata limpidissima<br />

e calda. Il gruppo Alpini si è presentato in gran<br />

forma e numeroso.<br />

A rendere tale trasferta memorabile ci ha pensato il solito<br />

Stefano Bertoldo che ci ha onorato della vittoria (1° assoluto)<br />

e lasciato senza parole. Anche gli altri si sono distin-<br />

Questa gara si snoda lungo il percorso della vecchia ferrovia<br />

costruita nel 1916 dai prigionieri russi. Il vecchio<br />

tracciato collegava Ora con Predazzo in Val di Fiemme,<br />

ma la ferrovia fu dismessa nel 1963, per motivi economici<br />

e da allora è meta di ciclisti, podisti e luogo di bellezza<br />

suggestiva per passeggiate.<br />

Il tracciato di gara è di 5,5 km in leggera discesa e l’ambiente<br />

assomiglia molto al nostro percorso del trenino che<br />

va da Piovene Rocchette ad Arsiero.<br />

Hanno effettuato la trasferta a Egna e hanno ricevuto plausi,<br />

onori e ricchi premi in natura altoatesina i nostri atleti<br />

del Gsa con i seguenti piazzamenti:<br />

Dalla Via (gruppo skyroll) 1° premio per la famiglia più<br />

numerosa (papà e due figli), Corso Vittorino 4° cat H 55,<br />

Anna Campese giunta 1° cat. Women 45, Danese Maria<br />

Antonietta 2° cat Women 55.<br />

Una allegra festa paesana ha poi allietato la serata.<br />

1ª Corsa dello Sportivo<br />

La Campolonga<br />

Nostalgie Lauf a Egna<br />

41 ai 50 anni sul podio anche Giovanni Bidese, atleta di<br />

casa, giunto primo seguito da Giorgio Centofante al 3° posto,<br />

Maurizio Battistella 4°, Adriano Fontana 7°, Maurizio<br />

Ronzani 8°, Marco Dalla Via 11°, Renato Mad<strong>dal</strong>ena 12°.<br />

La categoria maschile dai 51 ai 60 anni ha visto Luciano<br />

Danzo 2°, Raffaello Valente3°, Ennio Savio 4°, Riccardo<br />

Dal Prà 5, Fiorenzo Brazzale 7°, Mario Zorzi 8°. Per gli<br />

over 60, unico atleta del Gsa in gara Fiorello Dal Santo<br />

che si aggiudica un 4° posto. Poche le donne del Gsa impegnate<br />

nella kermesse sportiva: Rosanna Bassan 5° assoluta<br />

e Antonietta Danese 6°.<br />

ti: Cat. M1 Broglio Andrea 10° - Cat. M2 Grasselli Denis<br />

2°, Sella Romer 12°, Canale Lorenzo 14°, Dal Pozzo Carlo<br />

38°, Perazzolo Roberto 69°, Cappello Giovanni 76° - Cat<br />

M3 Ronzani Maurizio 7°, Dal Lago Olfeo 78°, Bomitali<br />

Luigi 99° - Cat M4 Savio Ennio 1°, Danzo Luciano 2°,<br />

Valente Raffaello 3°, Gavasso Lucio 12°, Ritunnano<br />

Rocco 50° - Cat M5 Canale Giampietro 1°.<br />

Tra le atlete segnaliamo nella Cat. F2 Giuliana Pertegato 13°,<br />

Cat. F3 Campese Anna 12°, Cat. F4 Bassan Rosanna 1°.<br />

Dal mese di luglio tutte le classifiche delle gare podistiche più<br />

importanti e quelle svoltesi nel vicentino le trovi anche nel sito<br />

“http://www.anavicenza.it” www.anavicenza.it link su sport.<br />

Anna Campese, al centro, durante la premiazione


Domenica 18 maggio ha avuto luogo la 2° edizione della<br />

Tagliafuoco, gara di corsa in montagna con partenza <strong>dal</strong>la<br />

piazza di Caltrano e arrivo a Malga Foraoro (mt 1376) dislivello<br />

totale di oltre 1100 mt. La gara, a cui faranno seguito la<br />

Calà del Sasso e la SuperPippo Sorapache, è organizzata <strong>dal</strong><br />

gruppo La Cerniera e ha anche quest’anno visto tanti nostri<br />

atleti del Gsa impegnati a cogliere i risultati migliori. Hanno<br />

quindi domato l’erta salita in questa sequenza. Classifica<br />

Le perle del Golfo, di corsa. Arriva alla quarta edizione<br />

«Maratonisole», ovvero Arcipelago Campano Running,<br />

gara inserita nel calendario nazionale Fi<strong>dal</strong> e che si sviluppa,<br />

unica nel suo genere, in tre tappe sul territorio di Ischia,<br />

Procida e Capri. L´impareggiabile scenario delle tre isole fa<br />

da sfondo a tre gare agonistiche (si parte da Capri venerdì<br />

25 aprile, percorso di 7 km; si prosegue a Procida il giorno<br />

dopo, percorso ondulato di 10 km; si chiude sull’Isola<br />

di Ischia domenica 27, con un percorso di 15 km). Il G.S.<br />

Alpini <strong>Vicenza</strong> partecipa con 7 atleti che si piazzano tutti<br />

sul podio come segue: Giuliana Pertegato 6° posto classifica<br />

assoluta femminile Anna Campese 1° cat MF45; Maria<br />

Antonietta Danese 1° cat MF55; Riccardo Dal Prà 1° cat<br />

MM55;<br />

Vittorino Corso 3°cat MM55; Olfeo Dal Lago 11° cat.<br />

MM40; Raffaello Valente 14° classifica assoluta maschile<br />

Questa corsa su strada di 10 km, che si snoda tutta attorno<br />

alla splendida cornice della città di <strong>Vicenza</strong>, è giunta<br />

all’ottava edizione e viene per la prima volta inserita nel<br />

circuito “Gazzetta Run”, ciclo di gare su strade in tutta<br />

Italia patrocinate <strong>dal</strong>la Gazzetta dello Sport.<br />

Immortalati <strong>dal</strong>lo scatto di Gec Marchetto (vedi foto a<br />

lato) ecco alcuni dei nostri atleti che hanno partecipato<br />

alla gara.<br />

Il gruppo del Gsa ha schierato 20 atleti e 4 atlete che non<br />

hanno lasciato nulla di intentato e hanno dato enormi<br />

soddisfazioni al gruppo che, per una volta tanto, “giocava<br />

in casa”.<br />

Un plauso a tutti e a tutte, in particolare a Denis Grasselli<br />

1° categoria M35, Roberto Poletto 2° stessa categoria,<br />

Giorgio Centofante 1° cat M45, Raffaello Valente 2° cat.<br />

M55 e Antonietta Danese 2.a cat.MF55.<br />

La Tagliafuoco<br />

Gli Alpini e lo Sport - 15<br />

generale maschile: 2° assoluto Poletto Roberto, 4° assoluto<br />

Grasselli Denis, 6° Bertoldo Stefano, 10° Savio Ennio,<br />

11° Battistella Maurizio, 24°Sinicato Marco, 28° Ronzani<br />

Maurizio, 29° Valente Raffaello, 89° Milan Ottorino, 158°<br />

Dal Santo Fiorello. Al femminile, nella classifica assoluta,<br />

troviamo l’ottimo 5° posto di Bassan Rosanna, al 13°<br />

Pizzolato Stefania, al 15° Busa Marina e al 26° Trevisan<br />

Marina. Complimenti a tutti gli scalatori delle terre alte!<br />

Gelindo Bordin padrino della Maratonisole<br />

In 24 alla Stravicenza<br />

Domenica 16 marzo 2008<br />

Gli atleti del GSA con Gelindo Bordin alla partenza da Capri<br />

Il G.S.A. a Piazza dei Signori


16 - Gli Alpini e lo Sport<br />

14° maratonina<br />

Negozi Dem<br />

Anche quest’anno alcuni atleti/e del GSA si sono ritrovati<br />

in una fredda e nebbiosa domenica di fine gennaio per partecipare<br />

alla mezza maratona competitiva che si abbinava<br />

anche con il 7° trofeo <strong>Sante</strong> Ferroli riservato agli Alpini. Tra<br />

1400 atleti al via i nostri valorosi hanno ottenuto posizioni di<br />

assoluto merito, tenuto conto del percorso che prevede una<br />

prima parte (<strong>dal</strong> 1° al 10° km) di percorso in rapida salita<br />

fino a raggiungere un dislivello di 300 mt in coincidenza con<br />

il sito di Fittà, una impegnativa discesa che si estende <strong>dal</strong> 10°<br />

al 15°km per terminare in pianura, attraversare l’abitato di<br />

Soave e concludersi, ancora in salita, in piazza a Monteforte<br />

d’Alpone. I nostri atleti si sono imposti come segue: Anna<br />

Campese 13.a cat. F3, Carla Ciscato 46.a cat.F3. Al maschile<br />

gli atleti, più numerosi, hanno registrato le seguenti posizioni:<br />

Maurizio Ronzani 46° cat.M3, Valentino Cosaro 39°cat<br />

M4, Bruno Tonin e Francesco Santoro cat. M5 35° e 51°.<br />

ZONA ASTICO<br />

BRENTA<br />

9° TORNEO DI BOCCE<br />

Organizzato <strong>dal</strong> Gruppo Alpini di Bolzano Vicentino si è<br />

svolto, nel bocciodromo coperto del centro sportivo comunale<br />

<strong>dal</strong> 13 al 24 maggio, il 9° torneo di bocce di zona.<br />

Torneo molto sentito dagli alpini della zona per partecipazione<br />

e agonismo. 32 le coppie impegnate, le partite si sono<br />

svolte tutte con regolarità e correttezza contornate da un numeroso<br />

e competente pubblico che ha animato l’atmosfera<br />

con commenti talvolta di approvazione e talvolta di delusione<br />

per un tiro mal o ben riuscito. Nella serata della premiazioni<br />

era presente il sindaco Massimo Fattori che ha premiato i<br />

capigruppo dei gruppi classificati e il presidente sezionale<br />

Giuseppe Galvanin che ha premiato le coppie vincenti.<br />

Ha chiuso la serata il capogruppo Giuseppe Arbori ringraziando<br />

autorità, organizzatori e partecipanti per l’entusiasmo,<br />

la competitività e la correttezza dimostrate.<br />

Così le classifiche:<br />

A coppie. 1° Rizzo Domenico e Pellizzari Andrea, Povolaro,<br />

2° Gianello Giuseppe e Meneghini Luciano, Sandrigo, 3°<br />

Meneghini Luigi e Zardo Vittorino, Bolzano Vic., 4° Milan<br />

Francesco e Baron Umberto, Bressanvido.<br />

Gruppi. 1° Montecchio Precalcino, punti 45, 2° Bolzano V.<br />

42, 3° Povolaro, 39, 4° Bressanvido, 37.<br />

Pagine a cura di Anna Campese<br />

Rinnovo direttivi<br />

Sarcedo<br />

Capogruppo: Aldo Brunello. Consiglieri: Alberto Dal<br />

Ferro, Gerardo Bonollo, Giuseppe Guerra, Battista<br />

Pasin, Silvio Dal Carobbo, Arduino Parisotto, Daniele<br />

Pilotto, Alessandro Fioraso, Luigi Bassan, Antonio<br />

Pauletto, Maurizio Santacaterna, Pierluigi Santorso,<br />

Roberto Cappellotto, Cristiano Stella, Claudio Bellon,<br />

Elia Sperotto.<br />

Calvene<br />

Capogruppo: Fortunato Missaggia. Consiglieri:<br />

Bruno Segalla, Tiziano Testolin, Giorgio Testolin,<br />

Mario Brazzale, Fiorenzo Brazzale, Giovanni Pigotto,<br />

Guelfo Pigotto, Sergio Crollo, Antonio Canale, Gentile<br />

Brazzale, Italo Pigotto.<br />

Torrebelvicino<br />

Capogruppo: Armando Scapin. Consiglieri: Artemio<br />

Gato, Livio Trentin, Ottorino Trentin, Dario Andolfo,<br />

Giorgio Dal Lago, Antonio Pavan, O. Trentin, F.<br />

Cortina, G. Covallero, S. Maltese, M. Cortina, Costa,<br />

Sella, Leccarda.<br />

Monticello Conte Otto<br />

Capogruppo: Florindo Noaro. Consiglieri: Gino Costa,<br />

Giuseppe Zanella, Angelo Barasse, Giuseppe Acco,<br />

Ferdinando Albiero, Pietro Zocche, Angelo Brazzale,<br />

Francesco Ramina, Luciano Greselin, Nazzareno<br />

Stivanin, Gaetano Vicari.<br />

Sossano<br />

Capogruppo: Luigi Sbicego. Consiglieri: Carlo<br />

Balduzzo, Ivan Dal Toso, Giancarlo Zordan, Claudio<br />

Acerbi, Antonio Setto, Antonio Padrin, Lorenzo<br />

Caldiaro, Trulla Michele, Silvano Mussolin, Agostino<br />

Balbo, Umberto Vanoni, Michele Montecchio, Flavio<br />

Bressan, Armido Besaggio, Adriano Todesco.<br />

Camisano Vicentino<br />

Capogruppo: Plinio Giardini. Consiglieri: Dario Fontana,<br />

Maurizio Peron, Marco Zebele, Fabio Marcolin, Ivan<br />

Miotto, Adriano Pezzolo, Francesco Benazzato, Gianni<br />

Padovan, Lino Marchiori, Pierluigi Daddelli, Bruno<br />

Bozzolan, Luigi Bardella, Mario Cappellari, Massimo<br />

Rigoni, Bruno Palombo.


Una bella esperienza<br />

Egregio <strong>Presidente</strong> Galvanin,<br />

Sono la moglie di un alpino. Domenica sono stata a Bassano,<br />

dove – per la prima volta – ho visto una sfilata. Sono rimasta<br />

senza parole per l’organizzazione con cui è stato gestito un<br />

evento di così grandi dimensioni e per l’atmosfera di amicizia<br />

e solidarietà che non ha risparmiato nessuno.<br />

Lì ho scoperto che la festa e la compostezza possono viaggiare<br />

insieme e, quando questo succede, si sperimenta un<br />

senso di gioia e sicurezza. Mentre camminavo pensavo che<br />

se l’ANA fosse al governo, l’Italia diventerebbe un Paese<br />

straordinario. E mi auguravo che gli alpini potessero fondare<br />

un giorno un partito politico che ci rappresentasse degnamente.<br />

Poi, per caso, ho letto la sua lettera su Alpin fa<br />

grado di marzo e ho capito che ha ragione lei. L’Ana deve<br />

rimanere lontana <strong>dal</strong>le trappole della politica, perché gli alpini<br />

sono patrimonio dell’umanità. E se solo continueranno<br />

a fare della loro identità la loro forza, resteranno sempre un<br />

gruppo soli<strong>dal</strong>e e inalienabile. Per quello che fate, siete da<br />

ringraziare tutti.<br />

Nadia Gottardo Maraschin<br />

Un abbraccio agli alpini<br />

Caro Alpin fa grado,<br />

sono un’amica alpina, ho vent’anni e abito a San Germano<br />

dei Berici e vi seguo da due anni a questa parte. Questa mia<br />

lettera ha due scopi: il primo è quello di complimentarmi<br />

con gli Alpini di Bassano del Grappa e con tutti gli Alpini<br />

che hanno partecipato all’Adunata e che l’hanno resa memorabile.<br />

Il secondo scopo che voglio raggiungere è quello<br />

di ringraziare in maniera molto speciale il gruppo Alpini<br />

di San Germano che anche quest’anno si è organizzato per<br />

partecipare all’Adunata Nazionale e che mi ha ospitato. Da<br />

tre anni, infatti, partecipo alle Adunate Nazionali e il gruppo<br />

del mio paese, anche se piccolo, mi ha sempre accolta<br />

come una del gruppo, ha sempre fatto il possibile perché<br />

potessi vedere e capire cos’è L’Adunata. Li ringrazio, quindi,<br />

per la disponibilità che hanno dimostrato nei miei confronti,<br />

per come mi hanno accolto anche se non avevo mai<br />

partecipato prima alla vita del gruppo e per l’entusiasmo<br />

che mi hanno trasmesso nel seguire le loro annuali avventure.<br />

Ne approfitto per ringraziare “a distanza” anche gli<br />

amici di Bergamo e della provincia di Udine che ogni anno<br />

diventano i nostri vicini di “tenda” durante l’Adunata.<br />

Sapete meglio di me che gli Alpini sanno apprezzare i gesti<br />

di gratitudine che vengono loro rivolti dagli amici, o <strong>dal</strong>la<br />

comunità in generale, quindi spero che questa mia “sorpresa”<br />

dedicata a loro nella vostra rubrica possa far capire a<br />

tutto il gruppo quanto hanno fatto, e possono ancora fare,<br />

per me. Alpini di San Germano, e non, mi permetto di dirvi<br />

un’ultima cosa: continuate a tenere in vita il vostro piccolo,<br />

ma divertente, gruppo anche se a volte vi sembra che non ci<br />

Lettere in redazione - 17<br />

possano essere soluzioni ai problemi che dovete affrontare;<br />

tutta la comunità deve avere la possibilità di conoscervi e di<br />

apprezzarvi come ho potuto fare io.<br />

Siete forti! Voi e tutti gli Alpini!<br />

Grazie!<br />

La vostra ammiratrice<br />

Alpinità<br />

Cesare Di Dato scriveva nel 2005 ne “L’Alpino”:<br />

“Alpinità è quel insieme di buone idee, di disinteressate<br />

azioni, di coesione morale e di amicizia che supera i ceti<br />

sociali e che fa dei nostri iscritti un blocco abbastanza<br />

omogeneo”.<br />

Ricordando che fu Vitaliano Peduzzi a coniare il termine.<br />

Nei vocabolari non c’è, fatto salvo un tentativo di definizione<br />

inserito a nostra cura nell’enciclopedia internet<br />

Wikipedia.<br />

Oggi, crediamo più di ieri, che c’è bisogno di parlare e riparlare<br />

di ALPINITÀ e di far in modo che questo termine<br />

trovi attuazione nelle azioni dei soci A.N.A.<br />

L’alpinità è un modo di essere e di comportarsi, è il modo<br />

con cui si deve mettere in pratica l’iscrizione all’Associazione.<br />

L’alpinità non è una prerogativa dei soli Alpini, anzi<br />

alcuni alpini non dimostrano di avere l’alpinità. Ci sono<br />

soci aggregati che dimostrano l’alpinità in modo splendido.<br />

Ci vorrebbero fiumi di parole e forse non basterebbero, per<br />

poter descrivere le sensazioni, gli aspetti interiori, le azioni<br />

che concorrono a dar senso all’alpinità.<br />

In tempi in cui si parla di futuro dell’Associazione e si ipotizza<br />

su possibili “trasformazioni”, non dobbiamo dimenticarci<br />

che siamo l’associazione d’arma delle Truppe Alpine<br />

e quindi un’associazione di chi ha fatto il servizio militare<br />

nelle Truppe Alpine. Chi diventa socio deve sapere questo.<br />

Chi si iscrive sa che deve “sentire” l’alpinità.<br />

Vale in particolare per gli aggregati che per vari motivi<br />

(amicizia, simpatia, Protezione Civile), decidono di aderire<br />

all’Associazione, devono essere ben informati, prima di fir-<br />

Alcuni alpini del Gruppo Giuriolo sull’Ortigara


18 - Lettere in redazione<br />

mare la scheda di richiesta d’iscrizione. Devono sapere che<br />

faranno parte di un Gruppo, che è parte di una <strong>Sezione</strong>, che<br />

c’è una certa gerarchia, che ci sono Statuto e Regolamenti,<br />

che solo in seguito potranno essere “inviati” alle varie squadre<br />

di P.C..<br />

A volte sembra invece che tutto questo sia solo una formalità<br />

burocratica. E allora è compito delle Sezioni e specialmente<br />

dei Gruppi informare e formare, creare il terreno<br />

fertile perché l’alpinità si concretizzi e venga fuori.<br />

Devono scomparire certi luoghi comuni che accompagnano<br />

gli Alpini (bevute, goliardate) e rimanere le tante, tantissime<br />

cose serie e buone che facciamo, accompagnate, quando<br />

serve, da un certo aspetto ordinato e formale.<br />

Se l’alpinità viene messa in evidenza, se questo termine<br />

troverà riconoscimento anche nella società, allora arriveranno<br />

anche nuove iscrizioni, allora la nostra Associazione<br />

sopravviverà per tanto ancora. Un fraterno saluto alpino.<br />

m.f.<br />

Questi, a mio avviso, sono i nostri nuovi problemi associativi<br />

che dobbiamo assolutamente sviluppare e discutere in varie<br />

sedi e a vari livelli per assicurare continuità all’ANA.<br />

Vi invito a scriverci perché è chiaro che il nostro vecchio<br />

motto “Tasi e tira” non basta più. Sono anche sicuro, però,<br />

che l’alpinità nasce e si sviluppa soprattutto con l’attività in<br />

MONTAGNA. È la montagna che ha educato gli uomini ad<br />

essere ALPINI.! Se la gente non vive la montagna il nostro<br />

cappello non è sufficiente a trasmettere i ben noti Valori.<br />

La riduzione dei Soci<br />

Gianni Periz<br />

Con la sospensione del servizio di leva si fa sempre più<br />

pressante e preoccupante la sostituzione dei Soci all’interno<br />

della nostra Associazione che per gli anni futuri deve<br />

aspettarsi una riduzione degli organici. Non c’è niente di<br />

nuovo su questo tema. La questione invece che deve essere<br />

risolta è quella degli “amici degli Alpini” che sono diventati<br />

con il tempo una forza non indifferente che va in controtendenza<br />

ed aumenta ogni anno gli iscritti.<br />

Non si può più soprassedere sull’argomento ma deve essere<br />

affrontato <strong>dal</strong>la Sede Nazionale è risolto una volta per sempre.<br />

Siamo un’associazione d’arma con un proprio statuto<br />

ma credo che in questi ultimi anni dove il mondo tutto è<br />

cambiato ed è in continuo divenire, si debba operare una<br />

scelta conforme ai tempi d’oggi.<br />

Le decisioni poi sono sempre difficili magari a volte impopolari<br />

ma necessarie. Propongo un coinvolgimento <strong>dal</strong> basso<br />

di tutti coloro che hanno a cuore la nostra Associazione<br />

magari con un referendum significativo che possa raccogliere<br />

idee e suggerimenti che saranno sicuramente preziosi<br />

per risolvere il problema.<br />

Ferruccio Righele<br />

Sono grossi problemi che dovranno essere sviscerati nei<br />

prossimi mesi <strong>dal</strong>le Sezioni e dai Gruppi per trovare una<br />

valida soluzione.<br />

Orgogliosi sì, permalosi no!<br />

La redazione<br />

Egregio Direttore,<br />

ho ricevuto oggi il suo mensile, le anticipo che sono un vostro<br />

affezionato iscritto, come amico, ed in più faccio parte<br />

della vostra squadra di Protezione Civile Volontari ANA da<br />

oltre 10 anni. Il motivo di questa mia lettera è il seguente:<br />

a pag.3 c’è scritto: “nella prima di copertina: Albania<br />

1940, l’alpino Guerrino Selva del 3° Art. Mont. Ritratto<br />

con quattro amici della buffa”. La mia osservazione è per<br />

questa parola, buffa, offensiva nei confronti di chi non ha<br />

fatto l’alpino. Io ho servito la nostra Patria in un corpo di<br />

specialisti e tale sono nella squadra di P.C. Volontari. Le<br />

ricordo che l’alpino non è altro che un fante di montagna,<br />

ma sempre un fante, non credo sia offensivo dire fante in<br />

quanto la fanteria è sempre stata la regina delle battaglie.<br />

Pertanto auspico che nel prossimo numero chieda scusa a<br />

tutti coloro che, come me non sono alpini però, con la loro<br />

dedizione, fanno grande ancor più l’ANA. Il sottoscritto<br />

non può portare il cappello, ma nelle adunate il caposquadra<br />

raccomanda sempre di indossarlo. Sarò presente alla<br />

vostra adunata come volontario da giovedì a domenica.<br />

Termino in attesa di un suo ripensamento.<br />

Carlo, <strong>Vicenza</strong><br />

Carissimo “Carlo” pubblichiamo la tua lettera anche<br />

se non è firmata completamente.<br />

Senza voler pontificare, ti ricordo che tale parola è nel<br />

gergo dei nostri militari da più secoli. La buffa, infatti,<br />

era una parte dell’elmo medievale che copriva la<br />

faccia in combattimento. Ne deriva la buffetteria, cioè<br />

quella attrezzatura tipica di chi portava la buffa. Per<br />

me la parola non è dispregiativa! Dichiara una sola<br />

cosa, che chi porta la buffa è un soldato che combatte a<br />

piedi rispetto alla cavalleria e all’artiglieria E se qualcuno<br />

la usa nel senso letterale della parola, ti ricordo<br />

che anche tra gli alpini giravano i termini e definizioni<br />

senza che nessuno se ne offendesse. Avrei invece preferito<br />

che tu sottolineassi l’espressione di amicizia, di<br />

generosità che trasmette il viso buono di quell’Uomo,<br />

che sicuramente aveva un cuore ancor più grande delle<br />

sue braccia, le stesse braccia che vogliono stringere i<br />

colleghi della …. fanteria. A scanso di equivoci, non<br />

pubblicheremo più lettere che non siano firmate con<br />

nome e cognome.<br />

Gianni Periz


Programma<br />

delle manifestazioni sezionali<br />

Adunata sezionale di Arsiero sarà caratterizzata <strong>dal</strong>la coincidenza<br />

della festa con il 90° anniversario della prima guerra<br />

mondiale. Tutti i gruppi alpini della zona si sono mobilitati<br />

per organizzare un ricco calendario di manifestazioni.<br />

Le attività sono iniziate il 2 giugno a Cogollo del Cengio<br />

e sono continuate il 27 Velo d’Astico con la serata storica<br />

sul Battaglione Alpini Monte Suello e il suo cappellano don<br />

Francesco Galloni.<br />

Giovedì 17 luglio ore 20.30 - Laghi<br />

Serata storica: L’offensiva di maggio 1916<br />

Sabato 19 luglio - Lastebasse<br />

Mostra storica: Divise, armi e fotografie<br />

Domenica 20 luglio - Laghi<br />

Commemorazione caduti di Montemaggio<br />

Venerdì 25 luglio ore 20.30 - Posina<br />

Serata storica: Storia della strada delle gallerie.<br />

Apertura mostra di cimeli storici<br />

Sabato 26 luglio - Laghi<br />

Commemorazione dei caduti di tutte le guerre a<br />

Vanzi di Mulini<br />

Domenica 27 luglio ore 20.30 - Posina<br />

Località Cerbi. Commemorazione eventi storici.<br />

Giovedì 7 agosto ore 20.30 - Arsiero<br />

Serata storica: Monte Pasubio 1915-18.<br />

Luoghi e uomini della Grande Guerra.<br />

Sabato 20 agosto ore 20.30 - Tonezza del Cimone, Palacongressi<br />

Apertura mostra storica fotografie e<br />

cimeli sul monte Cimone<br />

Sabato 30 agosto ore 20.30 - Tonezza del Cimone, Palacongressi<br />

Serata storica: La guerra sul Cimone accompagnata<br />

<strong>dal</strong> coro Azzurri Monti e diapositive.<br />

Domenica 31 agosto - Tonezza del Comone<br />

Monte Cimone: annuale commemorazione dei caduti<br />

Martedì 1 settembre - Forni di Valdastico.<br />

Inagurazione mostra fotografica Valdastico<br />

nella prima guerra mondiale.<br />

Domenica 7 settembre.<br />

Solenne annuale pellegrinaggio al Monte Pasubio.<br />

Avvisi - 19<br />

Sabato 13 settembre ore 20.30 - Forini di Valdastico<br />

Serata storica: La battaglia dell’Ortigara.<br />

Domenica 14 settembre - Tonezza del Cimone<br />

Cerimonia al cimitero austrungarico.<br />

Sabato 20 settembre - Arsiero<br />

Conferimento di cittadinanza onoraria al 7° Rgt Alpini a seguire<br />

concerto Fanfara della Brigata Alpina Julia.<br />

Domenica 21 settembre ore 15.00 - Arsiero<br />

Ammassamento, ore 16.00 sfilata per le vie di Arsiero.<br />

1940 L’arco Romano e la strada degli Scarubi


20 - Varie<br />

Programma pellegrinaggio al<br />

monte Pasubio 6 -7 settembre 2008<br />

SABATO 6 settembre 2008<br />

Ore 10.00 Cerimonia con deposizione di una corona<br />

d’alloro presso l’Ossario del Pasubio a Colle<br />

Bellavista.<br />

Ore 11.00 Salita per la “Strada degli Eroi” fino alla<br />

Galleria D’Havet e proseguimento a piedi al<br />

Rifugio Papa. In alternativa si può proseguire<br />

in auto fino a Bocchetta Campiglia per proseguire<br />

a piedi, lungo la “Strada delle 52 gallerie”<br />

fino al Rifugio Papa.<br />

Ore 16.00 Deposizione delle corone di alloro ai Denti<br />

Italiano e Austriaco alla presenza dei Sindaci<br />

della Comunità del Pasubio e di una rappresentanza<br />

austriaca. Cena e pernottamento al<br />

Rifugio Papa. A Bocchetta Campiglia c’è la<br />

possibilità di piantare qualche tendina per il<br />

pernottamento del sabato.<br />

DOMENICA 7 settembre 2008<br />

Partenza dei vari gruppi verso la Chiesetta di Santa Maria del<br />

Pasubio per la celebrazione della Santa Messa.<br />

Ore 8.00 Partenza <strong>dal</strong>la galleria D’Havet per Cima<br />

Palon ed arrivo alla Chiesetta - tempo di percorrenza<br />

ore 2.00 ca.<br />

Ore 7.00 Partenza da Bocchetta Campiglia per le Strada<br />

delle gallerie - Porte Pasubio e arrivo alla<br />

Chiesetta - tempo di percorrenza ore 3.00/3.30<br />

ca. In alternativa sentiero della Val Canale che<br />

presenta difficoltà alpinistiche - da Ponte Verde<br />

alla Chiesetta - tempo di percorrenza ore 3.00 ca.<br />

Per ogni itinerario sarà presente una “guida” che, durante il<br />

percorso, illustrerà i luoghi teatro della Grande Guerra.<br />

Ore 11.00 Inizio Cerimonia con ingresso Gonfaloni,<br />

Vessilli e Labaro Nazionale,.<br />

Alzabandiera<br />

Onore ai Caduti.<br />

Brevi allocuzioni Autorità presenti.<br />

Ore 11.30 Santa Messa celebrata <strong>dal</strong> Vescovo di <strong>Vicenza</strong><br />

Mons. Cesare Nosiglia.<br />

Ore 12.30 Rancio Alpino.<br />

Parcheggi<br />

Per la Strada delle gallerie a Bocchetta Campiglia e Passo<br />

Xomo. Per la Strada degli Eroi al Pian delle Fugazze.<br />

Per coloro che sono impossibilitati a salire a piedi sono disponibili<br />

alcuni permessi presso la <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong>.<br />

Per salire fino a Porte del Pasubio. In questo caso il transito è<br />

permesso solo ai mezzi fuoristrada.<br />

Lonigo<br />

Incontri<br />

Un nostro alpino di Lonigo è stato testimone di uno di quei<br />

incontri che capitano rarissimamente. Nel mese di marzo<br />

infatti, un gruppo di Alpini della compagnia comando di<br />

Feltre si sono ritrovati dopo 31 anni <strong>dal</strong> congedo e hanno<br />

festeggiato alla trattoria “Gemma Dei Berici” di Pozzolo.<br />

Chi negli anni 1976/77 era in quella compagnia e volesse<br />

partecipare alle prossime feste può telefonare al<br />

sig. Baldovin Enzo allo 0444/833146 oppure al sig.<br />

Pasquale Gianluigi allo 0444/820442.<br />

Gruppo Alpini Caserma<br />

Zannettelli Btg. Feltre<br />

Domenica 1° giugno 2008 un folto gruppo di commilitoni<br />

si sono ritrovati a 42 anni <strong>dal</strong> congedo per una piacevole<br />

rimpatriata a ricordare i tempi della naja fatta<br />

negli anni 1966-1967 nella compagnia comando della<br />

caserma di Feltre. Se ci sono altri Alpini interessati per<br />

i prossimi incontri contattare Marco Brazzale di Zanè<br />

oppure Gabriele Barban di <strong>Vicenza</strong>.


Alpini di pace<br />

La penna del najone<br />

Novità in Libreria - 21<br />

Gli alpini, si sa, sono bravi a fare, ma non a dirlo. Ci è voluto Giovanni Lugaresi, un giornalista<br />

che ha fatto la naja nel Genio, ma è “alpino ad honorem” per raccontare le loro imprese<br />

in tempo di pace.<br />

Così “Alpini di pace” (editore Il Preto) racconta “mezzo secolo sul fronte della solidarietà”<br />

ed è arrivato alla quarta edizione, che si arricchisce di alcuni capitoli nuovi.<br />

Raccontano del lavoro dei bassanesi per una scuola in Brasile, del recupero di un percorso<br />

di guerra sul Palon (Monte Grappa), dell’intervento del Gruppo Ana di Premosello (Bs) per<br />

un centro giovanile in Venezuela; si parla anche del “Libro verde”, c’è una commovente<br />

descrizione del Bosco delle “penne mozze” di Cison di Valmarino.<br />

In chiusura un intervento del presidente Perona sul futuro degli alpini e dell’Ana. Più che<br />

un libro per gli alpini, “Alpini in pace” è un libro che gli alpini dovrebbero regalare a chi<br />

non ha avuto la fortuna di portare la penna nera e soprattutto a chi pensa che gli alpini siano<br />

solo dei casinisti e ubriaconi.<br />

Lugaresi fa capire bene come sono stati fatti i principali interventi in tutto il mondo, <strong>dal</strong><br />

Friuli all’Armenia, da Rossosch a Zenica, illustrando la situazione, il perché e la natura<br />

dell’intervento. Descrive il lavoro fatto, cita nomi di persone e sezioni Ana coinvolte, riporta<br />

le spese e le ore lavorate. Ma non è un elenco freddo, perché il giornalista affianca a<br />

tanti dati cronache vivaci, che fanno capire meglio e apprezzare lo spirito alpino di questi<br />

interventi.<br />

D.B.<br />

È uscito l’ennesimo libro sugli alpini. Ma stavolta non si parla di imprese epiche, di episodi di eroismo, di guerre. Sono più di 500<br />

pagine scritte da alpini normali che raccontano la propria normale naja alpina. In tutti i suoi momenti, <strong>dal</strong>l’arrivo della cartolina<br />

all’addestramento al Car, <strong>dal</strong>le manovre ai campi estivi e invernali. E si parla di vita di caserma, guardie, punizioni, picchetti,<br />

addestramento formale, libera uscita, muli, marce.<br />

Un’idea partita dai responsabili del sito Internet dell’Ana nazionale, sul quale s’incrociavano memorie di naja alpina che arrivavano<br />

da tutta Italia. Perché non raccoglierle in un libero queste storie? Perché<br />

non salvare queste memorie? – si sono chiesti. Si è formato così un comitato di<br />

redazione, che ha invitato tutti gli alpini a scrivere della propria naja, racconti da<br />

inserire in un libro. La risposta è arrivata pronta da tutta Italia, con un centinaio di<br />

racconti pubblicati nella loro schiettezza in “La penna del najone”, pubblicato da<br />

Mursia per l’Ana nazionale e presentato all’adunata di Bassano.<br />

Un libro che consiglio a tutti gli alpini, perché a mano a mano che si va avanti con<br />

la lettura escono dai meandri della memoria i ricordi della propria vita militare, si<br />

rivivono quei mesi vissuti con la penna nera, si capisce perché continuiamo ad essere<br />

alpini anche tanti anni dopo il congedo. E i ricordi della “Penna del najone” non sono<br />

solo spensieratezza ed allegria. Si racconta dell’impegno delle missioni all’estero,<br />

dell’aiuto alla gente alluvionata e terremotata. E si racconta di quelli “andati avanti”<br />

anche in tempi di pace, come nel toccante ricordo di Paolo Zimerle, vicentino, dei<br />

due “frati di naja” travolti da una slavina durante un campo invernale in Cadore.<br />

Scrive il presidente Perona nella presentazione: «Ecco quindi un altro tassello<br />

nell’incredibile mosaico della storia degli alpini, una favola moderna di uomini<br />

semplici e perbene che con caparbietà, tenacia e dedizione, incuranti delle mode e<br />

delle tendenze effimere, continuano a custodire e trasmettere i loro valori e il loro<br />

stile di vita».<br />

“La penna del najone” si accompagna perfettamente a “Noi alpini”, lo stupendo<br />

libro di fotografie della naja di Enzo Isaia.<br />

Dino Biesuz


22 - La vita dei Gruppi<br />

Alta Val Liona<br />

Pellegrinaggio alla chiesetta di san Donato a Pozzolo<br />

In una riunione di zona, il capogruppo di Pozzolo, Attilio<br />

Sommo Cerato, ha proposto agli altri capogruppo di organizzare<br />

un pellegrinaggio alla chiesetta di san Donato con<br />

lo scopo di ricordare tutti gli alpini della zona andati avanti<br />

durante il 2007, oltre ad avvicinare i gruppi alpini della zona<br />

con la voglia di stare insieme e rinsaldare l’amicizia.<br />

La proposta è stata accolta favorevolmente da tutti. E così<br />

domenica 20 aprile è stata una vera emozione vedere una<br />

partecipazione di 150 persone tra alpini e simpatizzanti, i<br />

quali durante il cammino commentavano lo spettacolo incantevole<br />

dell’altopiano di Pozzolo.<br />

Capitello di San Donato<br />

La chiesetta di san Donato è stata restaurata interamente nel<br />

1985 dagli alpini di Pozzolo, con l’aiuto di tutta la comunità.<br />

Una volta raggiunta la chiesetta, si è proceduto con l’alzabandiera<br />

e la celebrazione della messa officiata <strong>dal</strong> cappellano<br />

alpino don Ezio Busato. Don Ezio ha ricordato che gli<br />

alpini, al di là di appartenere ad un’associazione d’arma, trasmettano<br />

e realizzano azioni e opere utili, di grande valore<br />

civile e morale. La loro ricchezza etica è testimoniata attraverso<br />

la solidarietà e l’operosità, segni tangibili di un grande<br />

e affidabile patrimonio.<br />

Mirco Bisognin<br />

Altavilla<br />

Bambini in visita alla sede<br />

Il 22 giugno il nostro gruppo ha portato in visita alla sede<br />

i bambini della scuola materna “A. Fusari”, con le loro<br />

insegnanti e la madre superiora, alla quale sono andati i<br />

ringraziamenti per la collaborazione. I bambini hanno manifestato<br />

un grande interesse per il monumento dei caduti<br />

nonché per il cappello alpino. Trascorse alcune ore a rispondere<br />

alle loro domande, e poi giochi e poi canti, alcuni<br />

bambini si sono detti orgogliosi per il fatto che anche i loro<br />

papà erano alpini. Arrivederci bambini, chissà se un giorno<br />

sarete alpini anche voi.<br />

Bagnolo di Lonigo<br />

Donato un Tricolore del 1880<br />

A Bagnolo di Lonigo, il 25 Aprile scorso si è tenuta una grande<br />

festa non solo per onorare la ricorenza della Liberazione<br />

nel 1945, ma questo 25 aprile rimarrà nella storia del gruppo<br />

Alpini di Bagnolo in quanto discendenti del sottufficiale<br />

Alessandro Marchi hanno donato allo stesso gruppo una<br />

Bandiera risalente agli anni 1880, di seguito potrette leggere<br />

alcune testimonianze portate dagli ospiti.<br />

Sono orgoglioso, onorato ed anche un po’ emozionato – oggi<br />

– ad essere qui ad evidenziare il VALORE del Tricolore che<br />

il Sottufficiale Alessandro MARCHI ha gelosamente custodito<br />

e ci ha fatto pervenire tramite i suoi discendenti.<br />

Ho letto con emozione l’atto di rafferma del furiere maggiore,<br />

dell’anno 1888, effettivo al btg. Isonzo del 18° rgt.<br />

fanteria.<br />

In quell’anno eravamo appena giunti all’unità d’Italia (quasi,<br />

mancava TN-TS) quando questo nostro paesano sentiva<br />

l’amore per la Patria e voleva continuare a dare il suo apporto<br />

alla crescita del suo Paese.<br />

Onore al reduce


Ecco un po’ di storia del nostro Tricolore.<br />

La bandiera tricolore venne adottata alla fine del 1797 con<br />

la repubblica Cisalpina; soppressa durante la dominazione<br />

austriaca, solo nel 1848 divenne la Bandiera del regno di<br />

Sardegna e nel 1^61 del regno d’Italia. Con la scomparsa<br />

della monarchia, cioè dopo la 2A guerra mondiale e l’avvento<br />

della Repubblica, perse lo scudo crociato che era nella<br />

parte bianca. II Tricolore è tornato ad essere, nell’aspetto,<br />

quello originario, come indicato <strong>dal</strong>l’articolo 12 della<br />

Costituzione.<br />

Il ns. Marchi, militare per scelta – anche se sicuramente<br />

attaccato ai valori della sua famiglia – ci lascia questo<br />

simbolo che viene sì da lontano ma è, per noi tutti sempre<br />

attuale quale valore fondamentale dell’unità d’Italia.<br />

Ricordare il suo particolare attaccamento al servizio ed il<br />

voler gelosamente CUSTODIRE per sé il più grande, il<br />

massimo simbolo d’Italia, non è solo fare memoria di un<br />

fatto ma è anche un impegno per noi, per i ns. figli e ns.<br />

nipoti, ad assumere la responsabilità di riconoscersi italiani<br />

dentro questo Tricolore e far sì che questo magnifico<br />

esempio non cada nell’oblio. Onorando Marchi onoriamo<br />

chi ha fatto fino in fondo il proprio dovere sicuramente<br />

con tanti sacrifici ma nel rispetto dell’autorità ed ha voluto<br />

conservare il massimo simbolo d’Italia – il TRICOLORE<br />

– con molta discrezione ma tanta cura, per sé, per la suo<br />

famiglia, per NOI.<br />

Questa BANDIERA è la nostra forza e deve essere sempre il<br />

nostro pilastro fondamentale!<br />

Oggi poi, 25 aprile, cerchiamo di recuperare in noi, umilmente,<br />

i principi del ricordo, della riconoscenza, della pietà e<br />

della solidarietà verso chi, come Marchi, ha tanto dato affinchè<br />

questi principi possano contribuire ad avere una società<br />

unita e sempre migliore, sotto l’egida del TRICOLORE.<br />

Un grazie profondo e riconoscente, caro Marchi, per il<br />

profumo di PATRIA che hai oggi dato a noi tutti con questo<br />

omaggio.<br />

Generale Angelo Baraldo<br />

Il giorno del ricordo siamo qui oggi al piedi di questo monumento,<br />

forse per tanti solo un simbolo, ma per molte<br />

persone questi simboli sparsi nei nostri paesi sono il segno<br />

di grande servizio e onore per la patria, e per questo senso<br />

del dovere i nostri cari sono stati chiamati a difendere<br />

ciò che a tutti noi sta a cuore. la pace per il nostro grande<br />

popolo italiano. Le nuove generazioni penseranno che<br />

oramai è qualcosa di lontano, è vero sono passati decenni,<br />

ma non per questo lo si deve considerare solo un passaggio<br />

della storia, e questo monumento è qui per ricordarci<br />

che la vita di molti soldati è stata data per la nostra libertà.<br />

Sono nata nel ‘38 e rimasta orfana nel ‘41^ pensate che<br />

ricordo posso avere, della seconda guerra poco e la prima<br />

l’ho sentita raccontare come tanti di voi. Ho nel cuore il<br />

ricordo di un papà che non ho conosciuto, ovvero solo<br />

La vita dei Gruppi - 23<br />

l’essermi seduta un giorno sulle sue ginocchia. Dopo questo<br />

episodio solo la miseria e la disperazione di una donna<br />

rimasta vedova a 27 anni con 2 bambini da crescere. Forse<br />

una storia come tante altre.... ma come tutte le donne della<br />

grande guerra.<br />

Con un gran coraggio una forza che fino all’ultimo ha fatto<br />

si che questo monumento non venisse abbandonato. Un<br />

fiore non è tanto, ma è il modo più semplice per ricordare<br />

chi ci ha reso liberi e per tanti soldati sepolti nei cimiteri<br />

militari riportare il loro nome e il loro spirito fra noi famigliari<br />

e amici, nel proprio seppur piccolo paese dove hanno<br />

stretto al proprio petto per l’ultima volta coloro che vivono<br />

con il ricordo di un sorriso.<br />

Amici ricordiamoci dei nostri soldati, non per le medaglie<br />

al valore, ma per il coraggio e la lealtà verso la patria, e da<br />

questo coraggio è nata la nostra libertà. Grazie papà perchè<br />

anche se il tuo corpo è a Bari qui in questa piazza con i tuoi<br />

commilitoni rappresenti la pace.<br />

Sacco Angelina<br />

figlia del soldato di fanteria Sacco Silvio<br />

LA BANDIERA D’ITALIA<br />

Sei nata a Reggio Emilia<br />

il 7 Gennaio 1797<br />

nella “Sala del Tricolore”<br />

<strong>dal</strong> pensiero<br />

e dai cuore,<br />

del Sacerdote Compagnoni.<br />

Tu,<br />

stendardo della Repubblica Cispadana<br />

sei stata resa “Universale”a Modena,<br />

nel Congresso del 21 Gennaio,<br />

grandioso, speciale.<br />

I Tuoi colori sono:<br />

il “VERDE” della Speranza”,<br />

il “BIANCO” della Fede,<br />

il “ROSSO”, della Carità.<br />

...il VERDE<br />

come le nostre Pianure,<br />

...il BIANCO,<br />

come le nevi delle Alpi e Appennini,<br />

...il ROSSO,<br />

come il sangue versato<br />

dai nostri compatrioti<br />

per l’unione della nostra terra.<br />

Noi Italiani,<br />

attorno a Tè viviamo<br />

e ci stringiamo a Tua difesa e gloria,<br />

fino all’ultimo momento della nostra sera,<br />

della nostra storia.<br />

Marangon Giovanni<br />

Tezze di Arzignano 4 Novembre 2007


24 - La vita dei Gruppi<br />

Campedello<br />

Festeggiati i 50 anni<br />

Il 4 maggio 1958 nasceva a Campedello il Gruppo Ana. Furono<br />

44 i soci fondatori che elessero capogruppo il Prof. Valerio<br />

Vicari. Per ricordare il suo 50° anno di fondazione, il Gruppo<br />

ha organizzato una serie di manifestazioni: incontrando i bambini<br />

e ragazzi della scuola materna - elementare ed allestendo<br />

una serata di cante alpine, predisponendo una pubblicazione<br />

che ripercorre il mezzo secolo di storia. Alla presenza del presidente<br />

sezionale Giuseppe Galvanin, dei consiglieri del Direttivo<br />

sezionale, autorità ed alpini con i gagliardetti dei vari Gruppi<br />

vicentini in segno partecipativo e di amicizia, si è svolto il momento<br />

celebrativo. La sfilata si è svolta lungo le vie del paese,<br />

accompagnata <strong>dal</strong>la Fanfara Storica. Prima della messa alzabandiera<br />

e onori militari dinanzi al monumento ai Caduti di Via<br />

Bertolo. Nel suo discorso celebrativo il Capogruppo Roberto<br />

Alberton, uno dei sSoci fondatori, ha ricordato l’impegno di volontariato<br />

portato avanti con sobrietà e riservatezza in questi decenni<br />

dagli Alpini di Campedello, così pure l’attenzione verso<br />

i giovani, collaborando attivamente con le scuole e promovendo<br />

attività aggregative, sportive e culturali. Ponendo l’accento<br />

sul rapporto tra il Gruppo Alpini e la Comunità di Campedello<br />

nell’affrontare e risolvere le problematiche solidaristiche del<br />

quartiere, all’ombra della chiesa, Alberton ha pure esaltato i valori<br />

storici e culturali della nostra gente che l’Ana riesce ancora<br />

oggi ad esprimere. Il presidente Galvanin si è complimentato<br />

per lo storico traguardo raggiunto che è di esempio per gli altri<br />

numerosi Gruppi che sono attivi nel circondario di <strong>Vicenza</strong>, così<br />

pure l’impegno costante ed attivo offerto <strong>dal</strong> Gruppo all’Ana e<br />

alla società.<br />

Alzabandiera a Campedello con il labaro sezionale<br />

Lapide in ricordo dei fratelli Boesso<br />

Dopo la cerimonia i 200 soci alpini hanno proseguito i festeggiamenti<br />

con il pranzo, durante il quale sono stati consegnati riconoscimenti<br />

ad alpini che hanno combattuto durante la seconda<br />

guerra mondiale. Sono stati inoltre festeggiati con un gavettino<br />

d’argento i soci fondatori. Il prof. Valerio Vicari ha offerto la<br />

fiaccola olimpica dei Giochi Invernali di Cortina d’Ampezzo<br />

del 1956, ricevuta allora dagli organizzatori in quanto comandante<br />

di un plotone di alpini addetti a prelevare dai boschi e<br />

<strong>dal</strong>le zone innevate neve fresca per le piste. Un lavoro improbo,<br />

portato avanti pure di notte con temperature che raggiungevano<br />

i 26 gradi.<br />

Onore ai Caduti civili<br />

Anche quest’anno, in occasione della ricorrenza del 25 Aprile,<br />

il Gruppo Alpini di Campedello e l’Unione delle Associazioni<br />

di Campedello hanno onorato i caduti della Riviera Berica,


deponendo corone d’alloro davanti i monumenti di Debba,<br />

Longara, Tormeno, Museo del Risorgimento, Campedello, e<br />

mazzi di fiori davanti alle steli del Parco Rimembranza, presso<br />

la Chiesa di Campedello.<br />

In questo pellegrinaggio della memoria, particolare attenzione<br />

si è voluta dedicare alle vittime civili del secondo conflitto<br />

mondiale, rendendo onore alle 34 vittime del bombardamento<br />

del 26 aprile 1945 avvenuto a Tormeno, nonché i caduti<br />

di Campedello del 28 aprile, deponendo un mazzo di fiori<br />

davanti la lapide che ricorda l’eccidio dei fratelli Sergio e<br />

Silvano Boesso. Una occasione per ricordare pure l’eccidio<br />

di Ca’ Tosate, dello stesso giorno, dove persero la vita:<br />

Pietro Bortolan, Luigi ed Alessandra Bortolaso in Sgreva<br />

con Riccado ed Angelo Sgreva, Giuseppe Corato, Narciso<br />

Gentilin, Vittorio Perozzo, Domenic Rigodanzo Domenico,<br />

Antonio Tosato (padre e figlio) ed Emma Tosato in Zilio con<br />

Alessandro Zilio ed Otello Dalla Rosa. Presente alla cerimo<br />

nia Narciso Gentilin, figlio di uno dei caduti.<br />

Cogollo del Cengio<br />

Mostra storico culturale<br />

L’idea parte nel novembre 2007quando in una riunione il<br />

capozona comunica che l’adunata Sezionale degli Alpini si<br />

terrà ad Arsiero in settembre 2008 e che tutti i gruppi della<br />

zona M. Cimone sono invitati ad organizzare manifestazioni<br />

a contorno dell’Adunata stessa.<br />

Il Gruppo Alpini di Cogollo accoglie la proposta e si impegna<br />

per allestire una Mostra Storico Culturale da effettuarsi <strong>dal</strong> 2<br />

all’8 giugno 2008 in occasione della festa della Repubblica<br />

e del raduno Nazionale del Granatieri a M.te Cengio, evento<br />

patrocinato <strong>dal</strong> Comune di Cogollo del Cengio.<br />

Si interpella un nostro concittadino che aderisce con entusiasmo<br />

all’idea mettendo a disposizione, oltre alla villa, anche<br />

diverso materiale di sua proprietà, altri reperti vengono<br />

recuperati <strong>dal</strong>le famiglie di Cogollo e da altri collezionisti.<br />

Con meticolosità ed esperienza viene scelto il materiale<br />

da esporre e dopo circa tre mesi di preparativi finalmente<br />

arriva il giorno dell’inaugurazione. 2 giugno festa della<br />

Repubblica, festa anche per il Gruppo Alpini “Don Luigi<br />

Agostini”. Alla presenza di numerose Autorità tra cui il<br />

Sindaco Calgaro Riccardo, il Parroco Don Luigi Gatto e<br />

del Colonello Don Claudio Gioppo Capellano Militare si è<br />

iniziato con l’alzabandiera e la deposizione di fiori presso il<br />

monumento ai Caduti. Con una breve sfilata, accompagnati<br />

<strong>dal</strong>la Mosson Marching Band, ci siamo avvicinati a Villa<br />

Semino per l’inaugurazione della mostra storico culturale<br />

di cimeli militari. Erano presenti tutti i gagliardetti della<br />

zona Monte Cimone e di altri dei paesi limitrofi, nonché<br />

delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.<br />

La mostra era articolata in tre settori, il primo dedicato a<br />

Don Luigi Agostini ed ai Capellani Militari dei vari eserciti<br />

con foto e cimeli, il secondo settore riguardava La Grande<br />

Guerra un percorso fotografico di oltre 200 foto talune inedite<br />

<strong>dal</strong>l’attentato a Sarajevo alla fine vittoriosa della guer-<br />

La vita dei Gruppi - 25<br />

Il sindaco taglia il nastro all’inaugurazione della mostra a casa Semino<br />

Mostra in casa Semino<br />

ra con riferimenti sui combattimenti del maggio giugno<br />

del 1916 che coinvolsero la nostra valle e il nostro paese.<br />

Il terzo settore dedicato ai diversi cimeli bellici vetrinette<br />

allestite per ricordare i Granatieri di Sardegna che sul<br />

monte Cengio si immolarono per la difesa della Patria, altre<br />

mostravano l’evoluzione degli armamenti, dei copricapo e<br />

delle divise <strong>dal</strong> 1700 alla fine del 1918 un’altra in ricordo<br />

dei Cappellani militari con esposti gli altarini da campo<br />

italiano e tedesco nonché icone ortodosse, altra vetrinetta


26 - La vita dei Gruppi<br />

dedicata alle truppe alpine con in mostra la divisa del 1873.<br />

Era in bella mostra anche il plastico del Cimitero Militare<br />

Italiano di Campiello, realizzato con maetria e pazienza <strong>dal</strong><br />

nstro concittadino Luigi Marzari, che in questo periodo è<br />

oggetto di recupero da parte del gruppo della Croce Nera<br />

di Cogollo.<br />

Durante la settimana la mostra è stata visitata dagli alunni<br />

delle scuole Elementari e Medie (che circa un mese prima<br />

avevamo accompagnato in visita al monte Cengio e forte<br />

Corbin ) guidati <strong>dal</strong>lo storico Siro Offelli che ha illustrato<br />

agli studenti gli oggetti esposti. Domenica 8 giugno in occasione<br />

dell’annuale pellegrinaggio dei Granatieri di Sardegna<br />

al Monte Cengio la mostra ha visto l’affluenza di numerosi<br />

Granatieri accompagnati <strong>dal</strong> <strong>Presidente</strong> Nazionale Gen.<br />

Buscemi nonché dai Granatieri in armi con il loro comandante<br />

Gen. G. Armentani che si è complimentato con gli organizzatori<br />

per la qualità del materiale esposto.<br />

Un grazie a tutti gli alpini che hanno lavorato incoraggiati<br />

<strong>dal</strong> Capogruppo Arturo Zorzi, al proprietario della Villa<br />

nonché curatore della mostra Sergio Semino sempre disponibile<br />

ed entusiasta, a Siro Offelli storico sempre presente e<br />

disponibile e a quanti hanno aiutato per la buona riuscita di<br />

questa manifestazione<br />

Pier Giuseppe Mioni<br />

Valli del Pasubio<br />

I Granatieri di Sardegna<br />

In ricordo Lorenzo Rigon detto Gino<br />

Un alpino che si è fatto onore, ma che ha anche donato alla<br />

Patria la sua gioventù. Lorenzo Rigon, classe 1914, artigliere<br />

del 3°Rgt artiglieria da montagna del Gruppo Udine, dopo<br />

aver partecipato alla campagna di Grecia-Albania fu mandato<br />

in Russia, sul Don, e vi rimase fino alla rovinosa ritirata.<br />

Non amava raccontare quello che ha visto e provato e patito<br />

in quel periodo.<br />

Quel poco che mi raccontava, lo faceva con le lacrime agli<br />

occhi, perché, diceva, pensava a quei giovani che non hanno<br />

potuto rivedere le loro famiglie, rimasti nella steppa, con-<br />

gelati, schiacciati dai carri<br />

armati, morti di stenti in<br />

prigionia.<br />

Ultimo sopravissuto dei<br />

fondatori del nostro gruppo<br />

di Valli, era sempre<br />

attivo e presente anche<br />

con iniziative e sostegni<br />

economici e personali.<br />

Per le sue benemerenze, a<br />

giugno del 2006, era stato<br />

insignito del Cavaliere al<br />

Merito della Repubblica<br />

Italiana. Noi pensiamo<br />

sia troppo poco per i suoi<br />

meriti. Aveva sempre una<br />

parola di conforto per tutti.<br />

Un ricordo personale: a<br />

volte andavamo assieme<br />

a caccia con amici, e os-<br />

Gino con il presidente Perona<br />

servavo come riusciva ad<br />

infondere calma e serenità<br />

e buonumore a tutta la compagnia.<br />

Anche se nella sua lunga vita le sofferenze, anche pesanti<br />

non sono mancate, è vissuto in modo invidiabilmente dignitoso.<br />

A fine marzo 2008, dopo una breve degenza ospe<strong>dal</strong>iera è<br />

andato avanti lasciando un grande vuoto per la sua famiglia<br />

e tutti noi: “i suoi alpini”.<br />

Ci resta così il suo indelebile ricordo, il suo esempio. Restano<br />

le sue opere e la sua generosità. Questo è il bene che ci ha insegnato.<br />

Abbiamo perduto un grande padre!. Personalmente<br />

sono orgoglioso e onorato di essergli stato amico.<br />

Dueville<br />

Nuovo consiglio diretivo<br />

Si è riunita l’assemblea del Gruppo Alpini di Dueville<br />

per il rinnovo delle cariche sociali. Il capogruppo uscen-<br />

Il nuovo consiglio direttivo


te Fernando Zanini, dopo aver illustrato le attività svolte<br />

<strong>dal</strong> Gruppo durante il suo mandato, ha dato corso alle<br />

votazioni. I 75 Soci presenti hanno riconfermato capogruppo<br />

Zanini; vice-Capogruppo Alessandro Barbieri; i<br />

consiglieri:sono (in ordine alfabetico) Benetti Ruggero,<br />

Binotto Enzo, Campagnolo Angelo, Comparin Davide,<br />

Converti Mariano, Corrà Domenico, Fardo Antonio,<br />

Lorenzato Fabio, Lorenzin Elio, Panziera Giuseppe,<br />

Tonini Fabio, Vicino Simone. Al nuovo direttivo il compito<br />

di continuare a portare avanti, come sempre al meglio,<br />

i numerosi impegni intrapresi <strong>dal</strong> Gruppo.<br />

Lonigo<br />

Sui luoghi della Grande Guerra<br />

Ci fa piacere comunicare alcune iniziative molto importanti<br />

che abbiamo portato a buon fine nelle scorse settimane e che<br />

stiamo organizzando per le prossime.<br />

Inanzitutto va subito ricordata la gita che anualmente viene<br />

organizzata <strong>dal</strong> Gruppo Ana di Lonigo in collaborazione<br />

con il Comune e la direzione della Scuola Media C. Ridolfi<br />

di Lonigo. Quest’anno, in occasione della centralità che<br />

ha il tema della prima guerra Mondiale, Novantesimo <strong>dal</strong>la<br />

fine delle ostilità, si è voluto organizzare una escursione<br />

all’ossario del Pasubio, il Dos di Trento e il Castello del<br />

BuonConsiglio, luogo in cui fra le altre noi Alpini ricordiamo<br />

L’Alpino Cesare Battisti.<br />

I giovani della terza media, che ben seguiti <strong>dal</strong> Preside<br />

dell’istituto scolastico e i loro insegnanti si sono impegnati a<br />

cogliere il significato di tanti sacrifici ben espressi dai luoghi<br />

visitati. Il capogruppo Alpini di Lonigo ha accompagnato le<br />

scolaresche alla fine della mattinata presso la Sede ANA di<br />

Trento, dove una truppa di Alpini Leoniceni hanno preparato<br />

in una struttura molto accogliente un ricco banchetto, a cui i<br />

commensali hanno fatto onore.<br />

Altra bella gita è stata organizzata <strong>dal</strong> Gruppo ANA di Lonigo<br />

per la domenica 15 Giugno a Trento, in particolare Castello<br />

di Beseno, Castello del Buoncosiglio e dopo un prenzo in<br />

locale caratteristico vistita delle Cantine Francesco Moser.<br />

Ai pertecipanti è piaciuto lo spirito della gita e in modo particolare<br />

si ringrazia il Capogruppo per avere creato presso la<br />

residenza del Grande Campione di Ciclismo, Moser appunto,<br />

un clima di entusiasmo e incontro con ideali di Sport e<br />

cultura Alpina.<br />

Mossano<br />

Monumento a Giuseppe Marin<br />

Il 25 aprile 2008, il Gruppo Ana ha inaugurato il monumento<br />

dedicato al giovane patriota Giuseppe Marin, fucilato dai<br />

tedeschi all’età di 17 anni il 27 aprile 1945. Dopo la messa<br />

celebrata da don Pietro Marchetto, si è svolta la cerimonia,<br />

alla presenza di autorità, dei sindaci di Mossano e di<br />

La vita dei Gruppi - 27<br />

Barbarano, di gagliardetti e dei rappresentanti delle varie<br />

associazioni, oltre a molti paesani. Dopo la deposizione di<br />

una corona di fiori, il parroco ha benedetto la colonna mozza<br />

in ricordo del giovane patriota.<br />

Sossano<br />

Ricordo di Danilo Zen<br />

Nessuna cartolina di precetto per gli alpini di Sossano. È<br />

bastata radio scarpa o meglio radio scarpone perché tutti i<br />

tesserati fossero presenti per onorare l’impegno di votare<br />

il rinnovo del consiglio del gruppo. Al presidente uscente,<br />

un elogio e un sentito ringraziamento per quanto ha profuso<br />

ma soprattutto un vero grazie per la sua generosità mai<br />

offuscata da tenebrosità ma condita solo da sinceri sorrisi<br />

con i quali ha affrontato e risolto, tutti i problemi che nel<br />

corso della sua presidenza si sono succeduti Lo spoglio delle<br />

schede ha designato nuovo capogruppo Luigi Sbicego<br />

il quale, dopo aver ringraziato il capogruppo uscente, gli<br />

alpini e i simpatizzanti, ha subito convocato gli eletti alla riunione<br />

ufficiale, per definire gli incarichi affinché il consiglio<br />

sia effettivo in brevissimo tempo Nella belle serata era<br />

presente anche l’amico e alpino Danilo Zen, che purtroppo<br />

dopo breve tempo è “andato avanti” senza che vi fossero<br />

stati particolari preavvisi. Danilo, era un artigliere da montagna<br />

che ha prestato servizio nella caserma di Bassano. A<br />

lui in occasione della prima riunione che ha sancito l’insediamento<br />

del direttivo e le varie cariche. Il presidente ha<br />

rivolto un pensiero e un ricordo alla famiglia. Attraverso<br />

queste righe che lo vogliono ricordare, gli alpini di Sossano<br />

si uniscono in una preghiera.<br />

Thiene<br />

Silvano Mussolin<br />

Al lavoro sul Grappa<br />

In occasione dell’Adunata di Bassano, la <strong>Sezione</strong> Ana ha<br />

chiesto la collaborazione dei gruppi vicini, anche se appartenenti<br />

ad altre sezioni, per il ripristino di alcune trincee scavate<br />

durante la prima guerra mondiale sul Monte Grappa.<br />

Una squadra di una decina di Alpini di Thiene, diretti <strong>dal</strong><br />

consigliere Massimo Binotto, geometra, e “capitanata”<br />

<strong>dal</strong>l’esperto in questo tipo di interventi, Bepi Crosara, in un<br />

paio di fine settimana hanno ripulito e riassestato, nei pressi<br />

dell’Ossario, vicino al bivio che porta ad Arsiè, una trincea<br />

lunga più di 10 km.: prima hanno dovuto togliere la neve che<br />

la ricopriva, poi ripulirla <strong>dal</strong> terriccio franato in tanti anni e<br />

quindi, sistemando con sassi a secco i fianchi, hanno riportato<br />

la trincea allo stato in cui doveva essere 90 anni fa.<br />

Ne hanno anche chiuso l’entrata con un cancello in filo spinato<br />

quasi a renderla un monumento storico e sacro. I responsabili<br />

bassanesi si sono complimentati con loro: bravi.


28 - La vita dei Gruppi<br />

Tonezza del Cimone<br />

Primi al torneo di sci<br />

Il 9 marzo il nostro gruppo ha vinto il toneo sezionale di sci<br />

per il terzo anno consecutivo.<br />

Un plauso va a tutti i concorrenti, alpini e amici degli alpini,<br />

i quali dimostrano di saper sciare molto bene e di fare buon<br />

gioco di squadra. I vincitori del torneo al ritorno a casa hanno<br />

dato sfogo alla propria gioia percorrendo le strade strombazzato.<br />

Quest’anno la gara di discesa si è svolta a Malga<br />

Rivetta.<br />

Alpini e bambini<br />

Torri di Quartesolo - Lerino<br />

30° Anniversario costituzione<br />

Il programma per il 30° anniversario del Gruppo Alpini<br />

Torri-Lerino è stato portato a termine con una grande partecipazione<br />

di soci e di simpatizzanti, con giudizi positivi ed<br />

incoraggianti da parte di tutti, soprattutto per quanto riguarda<br />

la mostra di reperti, postazioni e trincee della 1° guerra<br />

mondiale.<br />

La mostra è stata visitata da circa 500 ragazzi, accompagnati<br />

da insegnanti e dirigenti scolastici, ed hanno dimostrato tutti<br />

I ragazzi durante la rappresentazione<br />

Alpini che si fanno onore<br />

Il Colonnello degli<br />

alpini Edoardo<br />

MAGGIAN, vicentino,<br />

già Sottocapo<br />

di Stato Maggiore<br />

Operativo del<br />

Comando Truppe<br />

Alpine, <strong>dal</strong> mese<br />

di febbraio è stato<br />

trasferito presso il<br />

comando SETAF<br />

di VICENZA<br />

con l’incarico di<br />

Sottocapo di Stato<br />

Maggiore (NATO),<br />

Rappresentante Militare Italiano e Comandante<br />

della caserma “C.Ederle”.<br />

Dalla sezione di <strong>Vicenza</strong> i migliori auguri di<br />

buon lavoro.<br />

grande interessamento, curiosità e voglia di approfondimento<br />

delle tematiche proposte, ambientate nei tre grandi monti<br />

del vicentino.<br />

A ricordo di questo importante appuntamento, che si spera<br />

possa essere rammentato per lungo tempo, è stata donata a<br />

tutti gli studenti la bandiera italiana.<br />

Per la serata culturale del 03 ottobre la illustrazione di<br />

Pierantonio Graziani, componente del Circolo Culturale, di<br />

filmati della 1° Guerra Mondiale con tema “Diario <strong>dal</strong> Corno<br />

di Cavento” con un buon numero di presenze circa 80 fra soci<br />

e simpatizzanti.<br />

Il 19 ottobre sala gremita e grande successo per la presentazione<br />

del volumetto che ripercorre la storia dei primi trent’anni<br />

di vita del Gruppo Alpini Torri-Lerino: il Gen. Domenico<br />

Innecco ha presentato questo lavoro, che attraverso immagini<br />

fotografiche e pagine di ricordi, con qualche innesto “storico”,<br />

ripercorre trent’anni di attività del Gruppo.<br />

Durante la serata alcuni rappresentanti delle classi V°<br />

Elementare di Torri e Lerino hanno portato il lavoro eseguito<br />

dagli alunni a ricordo della visita alla mostra.<br />

Da sottolineare la presenza del 1° direttivo del Gruppo,<br />

ai quali è stata donata una pergamena di riconoscenza.<br />

Il coro Alpini di Creazzo ha aperto e concluso la serata<br />

con alcune cante.I festeggiamenti si sono conclusi il 17<br />

novembre al Palasport con “100.000 gavette di ghiaccio”,<br />

riservato agli studenti delle Scuole Medie di Torri<br />

e Marola che hanno seguito con molto attenzione la rappresentazione<br />

ed anche il successivo intrattenimento proposto<br />

<strong>dal</strong>l’attore Andrea Brugnera; e l’altro alla sera.


Sull’Altipiano di Tonezza, la<br />

vita prima della Guerra<br />

Sull’Altipiano di Tonezza, in<br />

una contrada sopra il paese,<br />

dove i prati si inerpicano fino<br />

alle perdici dello Spitz, era<br />

nato nel marzo del 1886 Nicolò<br />

Fontana. A ventanni, come tutti<br />

i ragazzi di quei monti, fu<br />

chiamato a fare il soldato negli<br />

“Alpini”, nella 60ª compagnia<br />

del “<strong>Vicenza</strong>”.<br />

Nei primi anni del ‘900, l’Italia<br />

era ancora in pace e nelle estati<br />

di quegli anni, gli Alpini del<br />

Batt. <strong>Vicenza</strong> erano occupati<br />

prevalentemente nella esecu-<br />

zione di opere campali sui monti a ridosso del confine con<br />

l’Austria e sicuramente Nicolò, pratico dei luoghi, fu impiegato<br />

nella costruzione della “ Strada degli Alpini” una mulattiera<br />

che da Arsiero, per il versante di Rio Freddo, sale fino al<br />

Monte Cimone e sull’Altipiano di Tonezza.<br />

Ritornato da militare, una dura vita da boscaiolo gli permetteva<br />

di vivere, mantenere la famiglia, moglie e figli.<br />

“Casa sua”<br />

Le nostre storie - 29<br />

Nicolò Fontana, Alpino del “ Val Leogra”, voleva soltanto rivedere “ Casa sua”.<br />

Emblema del Battaglione:<br />

la Penna Nera con sullo sfondo,<br />

contro l’azzurro del cielo, la vetta<br />

del Cimone.<br />

Il “Val Leogra” per la conquista<br />

del 23 luglio 1916, fu decorato<br />

di Medaglia d’Argento<br />

La Guerra<br />

Poi, la “Guerra”. Nicolò, trentenne, fu richiamato nella<br />

260ª Compagnia del “ Val Leogra”.<br />

E la guerra si combatteva proprio a “Casa sua”, poco sopra<br />

il paese, sul sovrastante Altipiano dei “Fiorentini”.<br />

Il suo Battaglione fu dislocato in alta Val Terragnolo, verso<br />

Folgaria, e, nell’autunno e nell’inverno di quel 1915, primo<br />

anno di guerra, Nicolò, nei turni di riposo <strong>dal</strong> servizio di trincea<br />

riusciva a salire sul vicino Monte Maggio presidiato <strong>dal</strong><br />

“<strong>Vicenza</strong>”, da dove riusciva a vedere, in basso a destra, il suo<br />

Altipiano e la sua contrada nei pressi di Tonezza. E anche nelle<br />

brevi licenze, mentre i commilitoni scendevano al piano, lui<br />

saliva sul Monte Toraro e con poche ore di cammino, costeggiando<br />

da vicino le trincee di prima linea, riusciva a scendere<br />

per il passo della Vena alla sua casa in contrada Fontana.<br />

La “Strafexpedition”, la ritirata<br />

Poi, a maggio 1916, la “ Strafexpedition”. Sotto l’urto nemico,<br />

il fronte cedette. L’Altipiano di Tonezza dovette essere<br />

abbandonato e sfollati tutti gli abitanti. Nicolò col suo<br />

Battaglione dovette ritirarsi <strong>dal</strong>la Val Terragnolo e salire sul<br />

Col Santo, sul Pasubio, per schierarsi in una ultima disperata<br />

difesa. Dal Pasubio ebbe sicuramente modo di vedere il<br />

suo Altipiano, il suo paese colpito <strong>dal</strong>le cannonate, invaso,<br />

Sul dolce declivio che scende <strong>dal</strong>lo Spitz, tra i pascoli, sono le contrade dell’altipiano di Tonezza.


30 - Le nostre storie<br />

23 luglio 1916, Assalto e conquista del Cimone.<br />

Alpini del Val Leogra e Fanti del 154° Brig. Ancona<br />

distrutto da un nemico che riuscì a scendere fino ad Arsiero.<br />

Ai primi di giugno, nella conca di Arsiero e su tutti i punti<br />

del fronte della offensiva, il nemico fu fermato <strong>dal</strong>le truppe<br />

italiane prontamente accorse <strong>dal</strong>le retrovie.<br />

Su di un masso, lungo la “Strada degli Alpini” che sale al Cimone, sono<br />

ancora impresse le scritte a ricordo: 6° Alpini, 59ª compagnia.<br />

Anno Domini 1909<br />

Il Monte Cimone nel suo versante occidentale, visto <strong>dal</strong> Monte Seluggio<br />

La controffensiva italiana<br />

Il battaglione di Nicolò, il “Val Leogra” coi gemelli<br />

“<strong>Vicenza</strong>” e “Monte Berico”, dopo una breve sosta al piano<br />

per ricostituirsi, furono inviati sui monti della Vallarsa nella<br />

“Controffensiva” tesa a riconquistare le “Posizioni perdute”.<br />

Nicolò, con gli altri “Anziani”, quelli che tenevano famiglia,<br />

veterani del primo anno di guerra, viene lasciato negli accantonamenti<br />

del Battaglione.<br />

Ma, un mese dopo, a metà luglio di quel tragico 1916, quando<br />

il suo Battaglione viene inviato ad Arsiero e si accampa<br />

sul colle di San Rocco in attesa di assaltare la vetta del Monte<br />

Cimone, Nicolò vuole essere con loro, non può non essere<br />

tra i primi a ritornare sul suo Cimone, sul “suo Altipiano”; lui<br />

conosce i posti, i sentieri, le rocce; tra quei boschi vi aveva<br />

lavorato a tagliare legna. Viene accontentato.<br />

La riconquista di Monte Cimone<br />

All’alba del 23 luglio, dopo un lungo cannoneggiamento della<br />

posizione austriaca di vetta, le truppe italiane vanno all’assalto;<br />

gli Alpini del Val Leogra si arrampicano sulle rocce del<br />

versante meridionale mentre i Fanti del 154° Brigata Novara<br />

salgono il pendio di ponente.<br />

Bombe a mano, sassi, fucilate <strong>dal</strong>l’alto non li fermano.<br />

Dopo 9 ore di assalti, i superstiti Rainer del 59° Reggimento<br />

Austriaco, sono costretti alla fuga e la vetta e presa.<br />

Alpini e fanti giungono assieme sulla cima e la difendono dai<br />

contrattacchi nemici.<br />

Nicolò voleva vedere la “Sua casa”<br />

Nicolò è tra i primi ad arrivare in vetta. Subito viene riapprestata<br />

la danneggiata trincea austriaca, viene girato<br />

il ciglio di fuoco verso il nemico trincerato in una arretrata<br />

posizione di resistenza.<br />

Egli è impaziente, imprudente, si alza al di sopra dei sas-


Il Monumento Ossario eretto sulla vetta del Monte Cimone<br />

si di protezione e troppo indugia ad osservare l’Altipiano<br />

che si adagia di fronte a lui. I boschi, i prati, il paese<br />

bruciato <strong>dal</strong>le cannonate, ancora in mano al nemico.<br />

Vede sul pendio che sale allo Spitz, le contrade sparse.<br />

Intravede la sua casa, osserva che è stata risparmiata <strong>dal</strong><br />

cannone. Pensa che al prossimo assalto italiano potrà<br />

raggiungerla, liberarla <strong>dal</strong>l’occupazione nemica.<br />

Illustrazione da un giornale del tempo: gli Alpini, con l’elmetto in testa a<br />

protezione dai sassi, saliti con scale e corde, abbattono le vedette e salgono<br />

il pendio che porta alla vetta del Cimone<br />

Le nostre storie - 31<br />

Finirà pure questa guerra, potrà ritornare ancora su quei<br />

monti con la famiglia …Troppo ha indugiato Nicolò,<br />

troppo si era sporto sopra il ciglio della trincea… un colpo<br />

di fucile, il cecchino Austriaco <strong>dal</strong>la bandierina rossa<br />

non perdona.<br />

Verrà trasportato e sepolto poco più addietro, alla base del<br />

Caviojo, nel cimitero del 154° Reggimento.<br />

Caduto ma non dimenticato<br />

A guerra finita, la famiglia di Nicolò è ritornata alla sua casa.<br />

E lì ha potuto viverci in pace.<br />

Ma i figli e i nipoti, i suoi e quelli degli altri Alpini che<br />

hanno fatto quella guerra, ancora oggi, a quasi un secolo di<br />

distanza, non dimenticano.<br />

Sulla Vetta del Cimone è stato costruito uno svettante<br />

Monumento Ossario e, sul versante meridionale, alla base<br />

della scalinata, è stata posta una lapide in ricordo di Nicolò<br />

Fontana, Alpino del “Val Leogra”, qui caduto per liberare<br />

“ Casa sua”.<br />

E nelle ricorrenti celebrazioni annuali, negli anniversari di<br />

quel tragico luglio, l’ultimo nipotino che abita ancora nella<br />

stessa casa di contrada Fontana, il decenne Alessandro accompagnato<br />

<strong>dal</strong> padre Giannicola, porta un fiore, un giglio<br />

rosso colto nell’ancora evidente solco di una vecchia trincea,<br />

e lo posa presso la foto del bisnonno e si ripromette<br />

che, tra pochi anni, andrà anche lui a “fare l’Alpino”.<br />

Mariano de Peron<br />

Sulla scalinata meridionale dell’Ossario<br />

è murata la lapide in memoria di Niccolò Fontana,<br />

Alpino del “Val Leogra”


32 - Notizie familiari<br />

GRuPPO DI ALTE CECCATO<br />

Nardi Fabio e Brunello Leonora<br />

annunciano la nascita di Stefania<br />

GRuPPO DI BRESSANVIDO<br />

Barbiero Alberto e Gazzola Federica<br />

annunciano la nascita di Andrea<br />

GRuPPO DI CALDOGNO<br />

Scomazzon Omero e Vezzaro Laura<br />

annunciano la nascita di Vittoria<br />

GRuPPO DI CAMISANO<br />

Fortunato Adriano e Soia<br />

annunciano la nascita di Sabrina<br />

GRuPPO DI CARRè<br />

Borgo Marco e Laura Sella<br />

annunciano la nascita di Emma<br />

GRuPPO DI CREAzzO<br />

Marco Abeci e Micaela Aco<br />

annunciano la nascita di Giorgia<br />

GRuPPO DI DuEVILLE<br />

Piccoli Andrea e Buratti Monica<br />

annunciano la nascita di Sara<br />

GRuPPO LuGO DI VICENzA<br />

Boscato Gabriele e Elida<br />

annunciano la nascita di Patrizia<br />

GRuPPO DI MARANO VICENTINO<br />

Dall’Olmo Marco e Busato Laura<br />

annunciano la nascita di Gabriele<br />

GRuPPO MOLINO DI ALTISSIMO<br />

Cailotto Giuliano e Chiara<br />

annunciano la nascita di Giacomo<br />

Nati<br />

GRuPPO DI NANTO<br />

Nani Fabio e Chiara<br />

annunciano la nascita di Giulia<br />

GRuPPO DI NOGAROLE VIC.<br />

Marzotto Romeo e Renzi Giovanna<br />

annunciano la nascita di Ginevra<br />

GRuPPO DI ORGIANO<br />

Roberto Segato e Paola Segalin<br />

annunciano la nascita di Daniele<br />

GRuPPO DI S. ANTONIO DI VALLI DEL PASuBIO<br />

Luca Sella e Francesca<br />

annunciano la nascita di Agnese<br />

Cortiana Mirko e Nicoletta<br />

annunciano la nascita di Emma<br />

Tisato Mirko e Alessandra<br />

annunciano la nascita di Gloria<br />

GRuPPO DI SAN GIOVANNI IN MONTE<br />

Paolo Campesato e Silvia Donadello<br />

annunciano la nascita di Michele<br />

Alessandro Molon e Monica Muraro<br />

annunciano la nascita di Luca<br />

GRuPPO DI SAN ROCCO DI TRETTO<br />

Savio Siro e Vania<br />

annunciano la nascita di Daniele<br />

GRuPPO DI SETTECà<br />

Raffaele <strong>dal</strong>la Silvestra e Elena<br />

annunciano la nascita di Veronica<br />

GRuPPO DI TORRESELLE<br />

Fortuna Stefano e Romina<br />

annunciano la nascita di Davide<br />

Congratulazioni ed Auguri vivissimi per un avvenire<br />

ancora più ricco di serenità e letizia<br />

a tutte le coppie che hanno festeggiato gli ambiti traguardi.<br />

Nozze<br />

GRuPPO DI CASTELNOVO<br />

Boscato Luca Boscato Luca con Perin Lisa<br />

GRuPPO DI GAMBELLARA<br />

Framarin Domenico con Vencato Sonia<br />

GRuPPO DI NOGAROLE VIC.<br />

zordan Matteo con Rosa zarantonello<br />

Nozze d’argento<br />

GRuPPO DI SAN GIOVANNI IN MONTE<br />

Flavio Carlan e Anna Bruna Casarotto<br />

GRuPPO DI SAN GIOVANNI IN MONTE<br />

Amerino Bonato e Maria Bertilla Mattiello<br />

Nozze d’oro<br />

GRuPPO DI zANè<br />

Ballardin Antonio e De zen Maria


Addio Carlo Geminiani<br />

Carlo Geminiani è<br />

morto all’età di 83<br />

anni. Romagnolo di nascita,<br />

ha passato gran<br />

parte della sua vita a<br />

<strong>Vicenza</strong>. Proprio qui<br />

Carlo ha dato vita a<br />

gran parte della sua<br />

opera di grafico, scrittore<br />

e paroliere. E infatti<br />

la sua collaborazione<br />

artistica con Bepi<br />

de Marzi e i Crodaioli<br />

ha dato luogo ad alcune<br />

delle più belle e toccanti musiche alpine <strong>dal</strong> dopo<br />

guerra ad oggi. Parte di esse, oltre ad essere già entrate<br />

nella tradizione, sono state ispirate dai testi e <strong>dal</strong><br />

lavoro di uno degli alpini arzignanesi più noti: Giulio<br />

Bedeschi. Tra le cante a cui dobbiamo tante nostre<br />

emozioni citiamo solo Joska la rossa, L’ultima notte,<br />

Monte Pasubio, La bomba imbriaga, Piccola canta di<br />

natale, Il Ritorno.<br />

Mario non c’è più, le sue montagne sì<br />

Ho conosciuto Mario<br />

Rigoni Stern qualche<br />

anno fa a Padova. Lui<br />

era al Palazzo del Bo’,<br />

credo per una conferenza<br />

o la presentazione di<br />

un libro. Ci siamo incrociati<br />

mentre io uscivo<br />

da una delle aule studio<br />

dell’università per<br />

fumare una sigaretta, e<br />

Mario era lì che parlava<br />

con degli amici. Non<br />

ricordo tutti i particolari<br />

dell’incontro, ma sono sicuro di averlo guardato come<br />

si è soliti osservare una persona che si ammira, di cui<br />

si conoscono le opere e gli interventi.<br />

Per farla breve, mi sono avvicinato a Mario, mi sono<br />

presentato e non ho trovato niente di più intelligente<br />

da dirgli che avevo appena concluso la naja da alpino,<br />

che avevo letto i suoi libri e apprezzavo il suo<br />

lavoro. Lui ha sorriso, e mi ha stretto la mano con<br />

la sua, che era grossa come un badile e a confronto<br />

la mia scompariva come fosse quella di un bambino.<br />

Mi ha chiesto dove abitassi, e quando ha saputo dove<br />

(Brendola), mi ha detto che almeno un po’ di colli<br />

Lutti - 33<br />

c’erano anche lì. Ricordo questo perché è sintomatico<br />

di quanto Mario avesse sempre presente i monti in<br />

ogni momento della vita; così come la bellezza delle<br />

vette traspariva nei suoi scritti, nelle sue parole, nei<br />

suoi pensieri. E ancora di come egli considerasse la<br />

montagna un’entità viva: con i suoi abitanti, uomini,<br />

animali e alberi. Oggi noi sappiamo, e lo sapeva anche<br />

lui, che la battaglia per evitare la desertificazione<br />

e l’abbrutimento della montagna sarà sempre più<br />

dura. Una lotta scomoda che lui ha spesso condotto in<br />

solitaria, tra l’indifferenza di molti e l’ebete indulgenza<br />

di chi lo considerava un vecchio un po’ strambo.<br />

Una lotta, ancora, portata avanti aggrappandosi alla<br />

solitudine e all’idea di sacrificio che la montagna gli<br />

ha insegnato in tutto l’arco della vita. È quindi una<br />

triste coincidenza che Mario se ne sia andato nel 90°<br />

anniversario della fine della Grande Guerra, nei giorni<br />

in cui maggiore dovrebbe essere l’attenzione intelligente<br />

verso la montagna, soprattutto laddove essa è<br />

stata teatro di guerra. E invece noi siamo ancora qui,<br />

che a ragione discutiamo del cemento edificato in<br />

montagna qua e là, e che al pari di un figlio bastardo<br />

nessuno ne rivendica la paternità.<br />

A pochi giorni <strong>dal</strong>la sua morte, trovo giusto ricordare<br />

Mario più come un montanaro schivo che cantava la<br />

vita e la storia della sua terra, più che un alpino reduce<br />

della Campagna di Russia. Perché, a dispetto della frequente<br />

retorica a buon mercato, anche i vecchi soldati<br />

muoiono, ma il messaggio che l’uomo Rigoni Stern ci<br />

ha trasmesso appartiene già al patrimonio collettivo. O<br />

almeno così dovrebbe essere.<br />

F.M.<br />

Gino Genisi è andato avanti<br />

Gino Ginisi è andato<br />

avanti. Calabrese<br />

di nascita, è stato maresciallo<br />

degli alpini,<br />

dove lungo tutto l’arco<br />

della sua carriera si<br />

è contraddistinto per<br />

professionalità e bontà<br />

d’animo. Congedatosi,<br />

ha abitato a <strong>Vicenza</strong><br />

per diversi anni dove<br />

ancora una volta non<br />

ha fatto mancare l’aiuto<br />

alle penne. Per circa<br />

25 anni, infatti, è stato addetto alla segreteria della<br />

sezione ANA di <strong>Vicenza</strong> e membro attivissimo del<br />

gruppo di Borgo Casale.


34 - “…un nostro amico hai chiesto alla montagna…”<br />

altaVilla<br />

ViceNtiNa<br />

Alpino Ottavio Gemieri<br />

cl.1938 Art. Gruppo Lanzo<br />

BressaNVido<br />

Alpino Turco Alfonso<br />

3° RGT Montagna<br />

Campagne di Guerra Grecia<br />

-Albania e Russia, Croce di<br />

Guerra e consigliere di Gruppo<br />

BressaNVido<br />

Artigliere Meneghini<br />

Antonio<br />

Comando Julia<br />

Il vessillo sezionale è listato a lutto per la recente scomparsa di numerosi amici alpini.<br />

Alla loro memoria vada il nostro pensiero riconoscente per la dedizione associativa<br />

dimostrata. Ai congiunti dei soci scomparsi giungano, nel momento del dolore, le più<br />

sentite condoglianze ed i sensi della solidarietà fraterna delle “penne nere” vicentine.<br />

caltraNo<br />

Sergente Alpino<br />

Fimbianti Fulvio<br />

Btg. Feltre<br />

casteGNero<br />

Alpino Lazzari Francesco<br />

9° Rgt. cl. 1939<br />

castelNoVo<br />

Alpino Zamberlan Alvise Gr.<br />

Pieve di Cadore cl. 1939<br />

orGiaNo<br />

Alpino Fattori Decimo<br />

Btg. Belluno<br />

castelNoVo<br />

Alpino Pizzolato Narciso<br />

Btg. Bolzano cl.1926<br />

cHiaMPo<br />

Alpino Gambaretto<br />

Federico<br />

cl. 1936<br />

cHiUPPaNo<br />

Alpino Turra Giovanni<br />

cl. 1910<br />

sarcedo<br />

Alpino Dalla Fontana Maurizio<br />

Comando Cadore cl. 1951<br />

cHiUPPaNo<br />

Alpino<br />

Campagnolo Luciano<br />

cl. 1944<br />

laGHi<br />

Alpino Ossato Santo<br />

Ottavio<br />

<strong>Presidente</strong><br />

Combattenti e reduci<br />

lUGo di ViceNza<br />

Alpino<br />

Agnolin Afriano Angelo<br />

8° Mortai Btg. Tolmezzo


MaraNo Vic.<br />

Alpino Dalla Fina<br />

Giuseppe<br />

cl. 1941 - 3° Rgt da<br />

Montagna<br />

NaNto<br />

Alpino Formaggio<br />

Giordano<br />

Btg. Feltre cl. 1935<br />

NaNto<br />

Alpino Merlin <strong>Sante</strong><br />

cl.1911 – Div. Julia 9° Rgt.<br />

Btg. <strong>Vicenza</strong><br />

Campagne di Guerra Grecia<br />

Albania Croce al merito<br />

NoVeNta ViceNtiNa<br />

Alpino Baratto Giuseppe<br />

cl.1913 Btg. Belluno<br />

NoVeNta ViceNtiNa<br />

Alpino Menara Fiorello<br />

cl.1956 Brig.Cadore<br />

Btg. Feltre<br />

orGiaNo<br />

Alpino Igino Trevisan<br />

cl. 1920 del 9° Rgt. Alpini<br />

div. Julia reduce di Grecia<br />

e prigionia<br />

Perarolo<br />

Alpino Bedin Gelindo<br />

Btg. <strong>Vicenza</strong> cl. 1923<br />

Campagne di Guerra Grecia<br />

e Albania<br />

PioVeNe<br />

roccHette<br />

Alpino Emilio Fina<br />

cl. 1919 - Div. Julia 9° Rgt.<br />

Alpini Btg. <strong>Vicenza</strong> Campagne<br />

di Guerra Grecia - Albania<br />

saNdriGo<br />

Alpino Cappellari Emilio<br />

Cl. 1919<br />

saN Vito di<br />

BreNdola<br />

Alpino Maran Silvano<br />

Btg. Belluno cl. 1948<br />

saNtorso<br />

Alpino Nardello Francesco<br />

Btg. Belluno cl.1933<br />

saN GioVaNNi<br />

iN MoNte<br />

Alpino Giuseppe <strong>dal</strong>la Rosa<br />

Brigata - Cadore 7 ° Rgt.<br />

Alpini Btg. Feltre<br />

sarcedo<br />

Alpino Brunello Aldo<br />

Brigata Cadore cl. 1940<br />

Capogruppo di Sarcedo<br />

tHieNe<br />

Alpino Munaretto Antonio<br />

Btg. Valcismon cl. 1944<br />

toNezza del<br />

ciMoNe<br />

Alpino Dalla Via Lino<br />

I° Rgt. Artglieria cl. 1918<br />

Campagne di Guerra<br />

Grecia-Albania<br />

torri-leriNo<br />

Alpino Pittarello Sergio<br />

Gruppo Agordo cl. 1937<br />

35


2008, Seleny Yar, la meta<br />

del prossimo pellegrinaggio<br />

Il piccolo ossario voluto <strong>dal</strong>la sezione di <strong>Vicenza</strong> per accogliere<br />

i resti insepolti dei caduti nei vari scontri di Seleny Yar nel gennaio 1943

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!