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3. parkinson

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Malattia di Parkinson<br />

La malattia di Parkinson è una malattia a<br />

decorso cronico progressivo con eziologia non<br />

definita (idiopatico) correlato ad una<br />

degenerazione neuronale della substantia<br />

nigra.<br />

Fu decritta inizialmente, nel 1817, come<br />

“paralisi agitante” da James Parkinson, un<br />

medico londinese, che descrisse così il<br />

disturbo motorio:


Nuclei della base


Patologia della MP<br />

Normale MP<br />

Substantia nigra normale Depigmentazione della S.N.<br />

Normali cellule nigrali Degenerazione cellule nigrali<br />

DA è il neurotrasmettitore del tratto nigro-striatale con azione facilitatoria<br />

sul movimento; la sua carenza è alla base dell’evoluzione della patologia


Principali anomalie biochimiche<br />

• Marcata riduzione della dopamina<br />

striatale<br />

• Al decesso perdita di dopamina > 90%<br />

• Perdite superiori al 70-80% sono<br />

sintomatiche<br />

• La gravità di perdita dopaminergica si<br />

correla al meglio con il sintomo<br />

bradicinesia


Fisiopatologia<br />

Degenerazione dei neuroni pigmentati nella pars<br />

compacta della sostanza nera<br />

Diminuzione della trasmissione dopaminergica<br />

nigro-striatale<br />

Sintomatologia motoria


Braak et al.,2004


• Prevalenza<br />

MP - epidemiologia<br />

– 84 - 270 individui per 100,000<br />

• Incidenza<br />

– 5 - 24 individui per 100,000 nel mondo<br />

• Esordio della malattia<br />

– In genere tra i 50 e 70 anni<br />

– Raro prima dei 30 anni;<br />

4 - 10% dei casi con esordio prima dei 40 anni<br />

• Incidenza e prevalenza aumentano con<br />

l’aumentare dell’età


Malattia di Parkinson<br />

Criteri diagnostici ( (Gelb Gelb 1999)<br />

1. . Segni motori cardinali<br />

- Tremore di Riposo a 44-6<br />

6 Hz, presente nel 75% dei casi<br />

- Rigidità plastica<br />

- Bradicinesia difficoltà all’inizio del movimento e<br />

notevole riduzione dei movimenti spontanei<br />

- Esordio asimmetrico<br />

2. Risposta alla LL-Dopa<br />

Dopa<br />

<strong>3.</strong>Assenza di sintomi atipici: instabilità posturale, freezing<br />

precoce, allucinazioni non correlate alla terapia, deficit<br />

cognitivi, paralisi dello sguardo verso l’alto, cause<br />

primarie, movimenti involontari non dopa correlati


Il tremore <strong>parkinson</strong>iano.<br />

Si manifesta a riposo ed è causato dalla contrazione<br />

ritmica di tipo alternante di muscoli antagonisti con una<br />

frequenza di 4-6 scosse al secondo.<br />

Scompare durante l’esecuzione dei movimenti volontari.<br />

Nelle forme più gravi ed avanzate, il movimento<br />

volontario, attenua, ma non sopprime completamente il<br />

tremore.<br />

Circostanze esterne sono in grado di influenzarlo e<br />

modificarlo: la fatica, le emozioni, il calcolo mentale e<br />

tutte le situazioni in cui il paziente crede di essere<br />

osservato, determinano un aumento dell’intensità del<br />

tremore. Si attenua invece in condizioni di tranquillità.<br />

Scompare completamente durante il sonno.


- Il decorso della malattia è variabile: nella maggioranza dei casi<br />

l’evoluzione è lentamente, ma inesorabilmente progressiva.<br />

- La malattia si instaura in modo insidioso e nel 70% dei casi il primo<br />

sintomo è rappresentato dal tremore.<br />

- Altre manifestazioni importanti all’esordio possono essere<br />

rappresentate da impaccio motorio o sensazione di irrigidimento di un<br />

arto, ma anche da disturbi aspecifici (dolori, faticabilità, depressione<br />

del tono dell’umore, turbe dell’andatura, modificazioni del timbro<br />

vocale).<br />

- In una percentuale piccola di casi il decorso è particolarmente<br />

benigno, con sintomatologia che resta confinata ad un emilato anche<br />

per molti anni e scarsamente invalidante o, viceversa, estremamente<br />

maligno con rapida instaurazione di disabilità


Sintomi non-motori nella MP<br />

• Compromissione delle funzioni frontali<br />

(bradifrenia)<br />

• Depressione, ansia, attacchi di panico e<br />

demenza<br />

• Psicosi (allucinazioni, delirio paranoideo) e<br />

disturbi del sonno<br />

• Disautonomia (stipsi, problemi urinari, disturbi<br />

sessuali, ipotensione ortostatica, alterazioni<br />

termoregolazione e sudorazioni profuse,<br />

disfagia, seborrea)


Malattia di Parkinson<br />

Disturbi non motori


Patogenesi: Ipotesi virale.<br />

Nasce dalla osservazione della comparsa, dopo la pandemia<br />

di encefalite letargica di Von Economo, di un gran numero di<br />

casi di MP (1917). La non determinazione del virus<br />

responsabile di tale affezione e la sua spontanea scomparsa<br />

dopo il 1935 ha fatto perdere peso a tale ipotesi<br />

eziopatogenetica. Attualmente non è stato dimostrato alcun<br />

agente infettivo in grado di provocare il MP né nell’animale né<br />

nell’uomo. Anche i tentativi sperimentali di trasmettere la<br />

malattia mediante l’inoculazione di materiale cerebrale di<br />

soggetti affetti nell’animale sono risultati sempre negativi


Patogenesi: Ipotesi tossica ambientale.<br />

Un notevole impulso alla valorizzazione di questa ipotesi<br />

eziopatogenetica è venuta dall’osservazione che tossicodipendenti<br />

assumenti eroina sintetica avente come co-prodotto l’MPTP (l metil-<br />

4 fenil-1,2,3,6 tetraidropiridina) sviluppavano una sindrome<br />

<strong>parkinson</strong>iana con lesioni anatomo-patologiche nigrali e con buona<br />

risposta terapeutica alla L-DOPA.<br />

Il meccanismo d’azione di questo neurotossico si esplica attraverso<br />

la sua trasformazione da parte dell’enzima cerebrale MAO-B in ione<br />

MPP+ che viene assunto dai mitocondri delle cellule nigrali e che,<br />

inibendo il complesso respiratorio I, ne induce la morte. Il fenomeno<br />

non avviene se si inibisce farmacologicamente le MAO B con il ldeprenil.


L’interesse di questa osservazione sta nel fatto che alcune<br />

sostanze di interesse agricolo (pesticidi e erbicidi tipo il<br />

paraquat o cyperquat) contengono sostanze a struttura<br />

simile al MPTP o al MPP+.<br />

Questo spiega il dato epidemiologico che gli addetti<br />

all’impiego di tali sostanze ammalano più facilmente di MP.<br />

Tuttavia questa ipotesi eziopatogenetica è valida solo per<br />

una piccolissima percentuale di soggetti affetti da MP e<br />

quindi non può essere accettata come ipotesi esplicativa.


La Diagnosi Differenziale<br />

(neurolettici o antipsicotici,<br />

alcuni antivertiginosi, etc..)


Segni clinici suggestivi di <strong>parkinson</strong>ismo:<br />

• bradicinesia e rigidità simmetriche, senza<br />

tremore;<br />

Parkinsonismi<br />

• mancanza di risposta alla L-dopa;<br />

• scarso equilibrio e cadute nei primi due<br />

anni di malattia.


PARK 1<br />

PARK 2<br />

PARK 3<br />

PARK 4<br />

PARK 5<br />

PARK 6<br />

PARK 7<br />

PARK 8<br />

Parkinson ereditario<br />

monogenico<br />

Cromosoma Gene Trasmissione<br />

4q21-23<br />

a-sinucleina<br />

6q25-27 Parkina<br />

2p13<br />

4p14<br />

-<br />

Ubiquitina<br />

idrolasi<br />

1p35-36 Pink-1<br />

1p36<br />

PARK 9 1p36<br />

-<br />

4q21-23<br />

DJ-1<br />

AD<br />

AR<br />

AD<br />

Duplicazionea-sinucleina<br />

AD<br />

Singleton, 2003<br />

triplicazione genica<br />

AD<br />

AR<br />

AR<br />

12p11-q13 Dardarina AD<br />

Numero di famiglie<br />

individuate<br />

18<br />

Numerose<br />

6<br />

1<br />

Numerosi casi<br />

sporadici<br />

2 (?)<br />

Numerose famiglie<br />

+ casi sporadici<br />

Bibliografia<br />

Polimeropulos, 1997<br />

Kitada, 1998<br />

Gasser, 1998<br />

Leroy, 1998<br />

Valente, 2001<br />

Bonifati, 2003<br />

Funayama, 2002<br />

Bonifati, 2005<br />

ATP13A2<br />

Sindrome di<br />

AR Hampshire, 2001<br />

Kufor-Rakeb<br />

2q22-23 NR4A2 AR 10 (?) Le WD, 2003


Scintigrafia cerebrale DAT-scan<br />

• 123I Ioflupano si lega<br />

selettivamente al<br />

trasportatore della<br />

dopamina (DAT) a<br />

livello striatale.<br />

• Rappresenta un<br />

marcatore biologico di<br />

degenerazione del<br />

sistema<br />

dopaminergico prestriatale.


Meccanismo d’azione<br />

dei farmaci dopaminergici<br />

Dopamine<br />

receptor sites


Terapia farmacologica<br />

- L-Dopa Dopa / Carbidopa<br />

L-Dopa Dopa / inibitori COMT: Tolcapone ed Entecapone<br />

- Dopaminoagonisti<br />

Dopaminoagonisti: : Bromocriptina<br />

Bromocriptina, , Pergolide Pergolide, ,<br />

Pramipexolo Pramipexolo, , Ropinirolo<br />

- Inibitori delle MAO B: Seligilina<br />

-Amantadina Amantadina<br />

-Anticolinergici<br />

Anticolinergici


Preparazioni a base di L-dopa<br />

• L-dopa + benserazide<br />

– MADOPAR cps 100+25 mg<br />

– MADOPAR cps 200+50 mg<br />

– MADOPAR 125 cpr dispers. 100+25 mg<br />

– MADOPAR 125 HBS cps ril. prol. 100+25 mg<br />

• L-dopa + carbidopa<br />

– SINEMET cpr 100+25 mg<br />

– SINEMET cpr 250+25 mg<br />

– SINEMET RM cpr 100+25 mg<br />

– SINEMET RM cpr 200+50 mg<br />

– CARBIDOPA/LEVODOPA TEVA 25/250 cpr 250+25<br />

mg<br />

– DUODOPA sosp. gel 20/5 mg/ml<br />

• L-dopa + carbidopa + entacapone<br />

– STALEVO cpr 100+25+200 mg<br />

• Melevodopa + carbidopa<br />

– SIRIO cpr effervesc. 100+25 mg<br />

– SIRIO cpr effervesc. 125+12.5 mg<br />

– SIRIO cpr effervesc. 250+25 mg


I farmaci dopamino-agonisti (DA)<br />

• Classe di farmaci eterogenea per caratteristche<br />

farmacocinetiche e farmacodinamiche.<br />

• Due classi: ergolinici e non ergolinici.<br />

• Gli ergot-derivati sono stati recentemente associati alla<br />

comparsa di valvulopatie cardiache.<br />

• Gli agonisti non ergolinici sono certamente efficaci e<br />

superiori a levodopa nel ridurre il rischio di fluttuazioni<br />

motorie:<br />

Ben tollerati, possono indurre sonnolenza con colpi di<br />

sonno<br />

• Ropinirolo è associato a buon controllo della<br />

sintomatologia anche nella terapia a lungo termine (followup<br />

> 10 anni


Sindrome da trattamento a lungo<br />

termine con levodopa<br />

20 20-30% 30% dei pazienti dopo 3 anni di terapia<br />

50 50-80% 80% dopo 55-10<br />

10 anni di terapia<br />

Irreversibile in costanza di trattamento<br />

Ldopa ha una emivita di 100 min, nei primi anni<br />

di malattia si ha una risposta di lunga durata fino<br />

a 12 12-24 24 ore anche a una singola dose di farmaco.<br />

La durata di risposta si riduce con il tempo fino<br />

a riflettere direttamente l’andamento dei livelli<br />

plasmatici con una durata di 33-4<br />

4 ore


STADI DEL DECLINO<br />

DELLA RISPOSTA ALLA LEVODOPA<br />

Il paziente avverte il beneficio della singola dose<br />

Perdita di efficacia nelle ore pomeridiane; difficoltà a girarsi<br />

nel letto<br />

Acinesia al risveglio; possibile comparsa di distonia<br />

mattutina<br />

Fluttuazionidi tipo prevedibile (“wearing-off”); durata<br />

dell’effetto inizialmente di 4 ore, poi sempre più breve;<br />

(movimenti involontari)<br />

Fluttuazioni prevedibili ed imprevedibili (“on-off”); off<br />

improvvisi; “no-on”; movimenti involontari


Risposta alla L-Dopa<br />

e progressione di malattia<br />

• Long duration motor<br />

response<br />

• Low incidence of<br />

dyskinesias<br />

• Shorter duration motor<br />

response<br />

• Increased incidence of<br />

dyskinesias<br />

• Short duration<br />

motor response<br />

• “On”-time consistently<br />

associated with<br />

dyskinesias


Motor response<br />

SDR<br />

4 – 8 hrs<br />

PHARMACODYNAMICS OF LEVODOPA<br />

OVER YEARS<br />

LDR<br />

baseline<br />

0 – 5 yrs 5 -10 yrs > 10 yrs


Stimolazione cerebrale profonda<br />

(DBS)<br />

• Intervento reversibile<br />

• Modulazione attività elettrica del<br />

target in relazione al quadro clinico<br />

• Minore incidenza di effetti collaterali<br />

e complicanze permanenti<br />

• Necessità di controlli periodici


Stimolazione cerebrale profonda<br />

• Viene eseguita impiantando degli elettrodi nel talamo,<br />

nel pallido e nel subtalamo.<br />

• Attraverso questi elettrodi queste regioni vengono<br />

stimolate cronicamente utilizzando stimoli elettrici a<br />

bassa intensità e alta frequenza.<br />

• Il meccanismo d’azione della stimolazione cerebrale<br />

profonda consiste nella inibizione funzionale (per<br />

depolarizzazione) e reversibile dei neuroni bersaglio.<br />

• Ciò permette un miglioramento della acinesia della<br />

rigidità e del tremore


Stimolazione cerebrale profonda<br />

• La stimolazione cerebrale profonda è<br />

indicata:<br />

• In fase avanzata del Parkinson<br />

• Quando vi è una scarsa risposta alla<br />

terapia farmacologica<br />

• Quando la terapia farmacologia, a<br />

distanza di anni, non riesca a gestire<br />

severe fluttuazioni motorie.

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