PIETRO UCCELLI - Saveriani
PIETRO UCCELLI - Saveriani
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P. GUGLIELMO CAMERA dei Missionari <strong>Saveriani</strong>,<br />
è nato ad Ardesio (Bergamo).<br />
Ha studiato Teologia (Licenza), Pedagogia (Laurea),<br />
Lettere italiane e Storia (abilitazione all’insegnmento<br />
nelle scuole superiori di secondo grado).<br />
Ha passato tredici anni come Missionario in Sierra<br />
Leone e Liberia, Missioni che ha dovuto lasciare a<br />
causa della guerra civile.<br />
Sia in Italia che in missione è sempre stato impegnato<br />
nell’insegnamento e nella formazione di Sacerdoti<br />
sia del Clero locale che missionario.<br />
Ora è Postulatore Generale dei Missionari <strong>Saveriani</strong>,<br />
visitatore dei seminari italiani a nome della PUM<br />
(Pontificia Unione Missionaria del Clero e dei Religiosi).<br />
Bibliografia<br />
E’ autore di uno studio sulla Pontifica Unione<br />
Missionaria: Da “Unione Missionaria del Clero” a<br />
“Pontificia Unione Missionaria” 2004, studio adottato<br />
dalla segreteria nazionale per la presentazione<br />
ufficiale della Pontifica Unione Missionaria;<br />
una Biografia Documentata di P. Pietro Uccelli (2005),<br />
che è stata presentata come: “Una novità<br />
metodologica, nel campo agiografico, che, mentre<br />
dissolve antiche mirabolanze nella vita dei santi, non<br />
risulta appesantita dalla enorme massa documentale<br />
(dalla premessa di Cristoforo Bove);<br />
Anna Maria Adorni, Madre degli emarginati, Parma<br />
2005;<br />
Suor Vincenza Fornoni, per 45 anni missionaria in<br />
Africa, 2005;<br />
Suggerimenti e Pensieri del Beato Guido M. Conforti,<br />
Parma 2006<br />
E’ pure redattore di Parabole, periodico della<br />
Postulazione Saveriana.<br />
€ 6,00<br />
Guglielmo Camera<br />
Padre <strong>PIETRO</strong> <strong>UCCELLI</strong> maestro e modello di santità per tutti<br />
Profilo biografico<br />
e pensieri<br />
del Servo di Dio<br />
PARMA 2007<br />
GUGLIELMO CAMERA<br />
PADRE<br />
<strong>PIETRO</strong> <strong>UCCELLI</strong><br />
maestro e modello<br />
di santità<br />
per tutti
P. <strong>PIETRO</strong> <strong>UCCELLI</strong><br />
MAESTRO E MODELLO DI SANTITÀ<br />
PER TUTTI<br />
Profilo biografico<br />
e pensieri del Servo di Dio<br />
1
GUGLIELMO CAMERA<br />
P. <strong>PIETRO</strong> <strong>UCCELLI</strong><br />
MAESTRO E MODELLO DI SANTITÀ<br />
PER TUTTI<br />
Profilo biografico<br />
e pensieri del Servo di Dio<br />
PARMA<br />
2007<br />
3
POSTULAZIONE SAVERIANA<br />
V.le S. Martino, 8 - 43100 PARMA<br />
Tel. 0521 990011<br />
Cell. 333 2902646<br />
e-mail: postulazione@saveriani.net<br />
padre.guglielmo@libero.it<br />
gianniviola@email.it<br />
Acquarelli di A. Costalonga<br />
Grafica: Studio ZANI • Pr<br />
Stampa: Stamperia scrl. Pr<br />
4
INDICE<br />
Presentazione 7<br />
Profilo biografico 11<br />
La figura di P. Pietro Uccelli e la sua attualità 19<br />
P. <strong>UCCELLI</strong><br />
MAESTRO E MODELLO DI SANTITA’<br />
Chiamati alla santità 33<br />
Fede potenza della preghiera 37<br />
Eucaristia, centro di vita 40<br />
S. Giuseppe e la Provvidenza 42<br />
La Trinità 47<br />
La potenza dello Spirito 48<br />
Studio e annuncio della Parola 50<br />
Una tenera devozione: Maria 50<br />
Speranza, forza del cammino 54<br />
Fiducia e pieno abbandono alla volontà di Dio 55<br />
La Croce icona di speranza 56<br />
Malattia e sofferenza in vista della Risurrezione 59<br />
Il Comandamento di Gesù 66<br />
Amare Dio con tutto il cuore 66<br />
Martirio: suprema testimonianza di amore 68<br />
Il Crocifisso icona dell’amore 70<br />
La vita è un dono 73<br />
Amore come servizio incondizionato 74<br />
Amore verso i peccatori 80<br />
Amore di predilezione per i poveri,<br />
gli emarginati, i bambini 83<br />
L’elemosina come amore 84<br />
Amore come solidarietà 85<br />
Amore verso i fratelli missionari e gli allievi 86<br />
5
Amore per le persone consacrate e per le vocazioni 88<br />
L’amore viene ricambiato 89<br />
Un atto di giustizia 92<br />
La forza che viene dallo Spirito 93<br />
La vocazione missionaria 95<br />
La penitenza corporale ha senso 99<br />
La consacrazione missionaria 100<br />
Obbedienza, adesione al progetto di Dio 105<br />
Obbedienza radice della fraternità 109<br />
Povertà 111<br />
Castità 114<br />
Umiltà, una virtù emergente 116<br />
Chiamato alla missione 120<br />
Formatore missionario con la missione nel cuore 126<br />
Animatore missionario in diocesi 129<br />
L’Istituto Missionario di Mons. Conforti<br />
Finalità 133<br />
Il Fondatore dell’Istituto:<br />
Beato Mons. Guido Maria Conforti 134<br />
Struttura dell’Istituto 136<br />
Caratteristiche dell’Istituto missionario 137<br />
I Missionari <strong>Saveriani</strong> a Vicenza:<br />
gloria del popolo e delle missioni 139<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong>: i Martiri vicentini 143<br />
I Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
sono ora presenti in tutto il mondo 145<br />
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE 151<br />
6
PRESENTAZIONE<br />
Il Servo di Dio P. Pietro Uccelli non ci ha lasciato<br />
alcuna opera scritta. Possediamo solo qualche appunto<br />
dei primi anni della Cina, scritto in lingua italiana e qua<br />
e là tradotto in cinese. Si tratta di appunti senza originalità,<br />
che costituivano un blocco di idee essenziali da comunicare<br />
a livello di predicazione e di ministero della<br />
Riconciliazione e che avevano bisogno di essere tradotti<br />
pazientemente in una lingua nuova, e particolarmente<br />
difficile, come il cinese.<br />
Ci sono rimaste invece numerose lettere scritte a suo<br />
padre, ai suoi fratelli, al Fondatore del suo Istituto missionario,<br />
il Beato Guido Maria Conforti e soprattutto<br />
tante lettere scritte a Melania, sua figlia spirituale nelle<br />
quali offre suggerimenti per la crescita della vita cristiana.<br />
Quelle lettere mi hanno rivelato un padre Uccelli inedito,<br />
nuovo, con una intensa vita spirituale non solo vissuta,<br />
ma anche comunicata in forma umile e confidenziale.<br />
Sono lettere genuine, immediate, sincere e quindi<br />
grandemente rivelatrici del suo cammino spirituale. Personalmente<br />
ho scoperto un tesoro in quelle lettere. E’<br />
vero che lo stile è quello del tempo e così pure la spiritualità<br />
e quindi alcuni modi di esprimersi o di valutare<br />
persone o realtà sono datati, ma è pur vero che in esse si<br />
trova anche qualcosa di sempre attuale, che può ispirare<br />
il cammino verso il Signore anche ai nostri giorni. In<br />
questi scritti casuali si scopre un’anima profondamente<br />
7
innamorata di Dio. Dio, e in particolare Cristo, è a tal<br />
punto centro della sua vita, che egli non può fare a meno<br />
di parlarne in continuità, a qualsiasi persona e in ogni<br />
momento della sua vita. Le lettere del Servo di Dio esprimono<br />
quindi la risonanza di una vita spirituale intensa,<br />
che suona come innamoramento autentico di Cristo. E<br />
cos’è la santità se non questo? In ogni tempo del cristianesimo<br />
la santità ha sempre avuto caratteristiche diverse<br />
ma anche una connotazione precisa che va al di là di<br />
ogni singola cultura e di ogni tempo e questa<br />
connotazione può essere chiamata innamoramento- imitazione<br />
di Cristo.<br />
P. Uccelli viveva intensamente l’unione con Dio e<br />
nelle sue lettere ci offre qualche scorciatoia che egli ha<br />
trovato efficace per raggiungere più facilmente la meta<br />
di ogni cristiano che è l’unione con Dio. Ecco quindi il<br />
motivo di questo breve scritto su P. Uccelli. Vogliamo<br />
richiamare pensieri di una persona innamorata di Dio e<br />
degli uomini, che ha vissuto la sua vita ordinaria in maniera<br />
straordinaria e che per questo merita di essere ascoltata<br />
e seguita, da tutti noi, nei suoi consigli di persona<br />
esperta di Dio.<br />
Ho scelto, con criteri ovviamente soggettivi, alcuni<br />
passi dalle lettere di P. Pietro, che potessero essere messaggi<br />
per illuminare la nostra vita cristiana.<br />
C’è anche un’altra prospettiva da tener presente nella<br />
lettura delle citazioni dalle lettere del Servo di Dio: si è<br />
voluto presentare l’eroicità delle virtù del Servo di Dio<br />
P. Uccelli, eroicità che si coglie dalla sua stessa parola.<br />
Il processo per la canonizzazione di un cristiano consiste<br />
infatti nella prova che egli ha esercitato la virtù in<br />
8
maniera non comune, straordinaria, “eroica”. Nella citazione<br />
dalle lettere di P. Pietro si è quindi tenuta presente<br />
la pista delle virtù cristiane, sia teologali, che cardinali e<br />
religiose.<br />
Le lettere di P. Uccelli ci presentano il suo cammino<br />
di santità e i mezzi che egli ha usato per convertirsi ogni<br />
giorno a Dio. Anche solo da semplici richiami di quanto<br />
P. Uccelli confidava ai suoi amici, possiamo convincerci<br />
che egli era un’anima eletta ed un modello tale di vita<br />
cristiana da potersi proporre ad ogni cristiano.<br />
Se il lettore si accosterà alle citazioni che offriamo<br />
con calma, anzi in forma di preghiera-meditazione, potrà<br />
trovare cibo solido per un rinnovamento della propria<br />
vita, permettendo così a P. Pietro Uccelli di essere<br />
ancora vivo e attuale come maestro autentico di vita<br />
spirituale.<br />
Ad ogni citazione si è premessa una breve presentazione,<br />
che permette di collocare il testo citato in un contesto<br />
di vita. Citazioni e rimandi sono tutti dalla Biografia<br />
Documentata, per cui ad essa si rimandano coloro<br />
che volessero risalire con maggior abbondanza e sicurezza<br />
alla fonte.<br />
P. Guglielmo Camera s.x.<br />
Postulatore<br />
9
Profilo biografico<br />
del Servo di Dio Pietro Uccelli<br />
1874,10 marzo, nasce a Barco (Reggio Emilia) da<br />
Giovanni Battista e da Guberti Albina. La Famiglia del<br />
Servo di Dio è bene inserita e stimata sia nell’ambiente<br />
di Barco che nella comunità parrocchiale. La famiglia di<br />
Pietro è passata attraverso grandi momenti di sofferenza<br />
a motivo delle morti premature delle spose di Giovanni<br />
Battista, tre, e del susseguirsi di altri lutti famigliari. La<br />
tenera età di Pietro alla perdita della mamma e l’incontro<br />
con altre due mamme adottive lasceranno una traccia<br />
nella futura vita del Servo di Dio.<br />
1886 (probabilmente) entra nel seminario diocesano<br />
di Marola e vi frequenta la quinta elementare. La presunta<br />
vocazione al presbiterato è accettata da papà Battista<br />
ed è accompagnata dalla preghiera dei parrocchiani,<br />
che si assumono l’onere di contribuire a pagare la<br />
retta del seminario. Ci rimangono alcuni registri scolastici<br />
del seminario dove emerge uno studente con capacità<br />
superiori alla media. Il Servo di Dio ha avuto la fortuna<br />
di incontrare in seminario superiori con una mentalità<br />
aperta ed aggiornata, che gli hanno permesso di allargare<br />
gli orizzonti al di là del ristretto ambito delle comunità<br />
parrocchiali fatto di soli praticanti.<br />
1897,18 settembre, viene ordinato sacerdote. Il giorno<br />
seguente, 19 settembre, celebra la prima Messa a<br />
11
Barco. Sembra che già al tempo della Ordinazione<br />
presbiterale fosse presente nell’animo di Don Pietro il<br />
desiderio di annunciare il Vangelo in terre non cristiane,<br />
come la Cina.<br />
1898, cappellano a S. Terenziano di Cavriago. Non si<br />
hanno molte notizie circa i due anni passati in questa<br />
prima parrocchia. Si conosce solo un documento significativo,<br />
una lettera sottoscritta da un folto gruppo di fedeli<br />
dove si chiede che Don Pietro possa rimanere a S.<br />
Terenziano come parroco.<br />
1900, 1 gennaio, arciprete a Piolo e Vicario Foraneo.<br />
Si tratta di una parrocchia di montagna con pochi fedeli,<br />
anche se sede arcipretale. Di là partirà per predicazioni e<br />
missioni popolari come “missionario diocesano” in tutte<br />
le parrocchie circostanti, tra molte difficoltà. Viene accolto<br />
con calore nelle diverse parrocchie e i frutti sono<br />
abbondanti ed evidenti.<br />
1902, dicembre, cappellano a Poviglio. E’ una grossa<br />
parrocchia della bassa, vicino al Po. Si distinguerà per la<br />
predicazione, per il ministero della riconciliazione, per<br />
il suo amore verso gli ammalati e i poveri, per la santità<br />
di vita. Da lì partirà per entrare nell’Istituto Saveriano<br />
Missioni Estere, di recente fondato a Parma da Mons.<br />
Guido Maria Conforti. Don Pietro, sacerdote amato e<br />
stimato da troppa gente, era sentito come necessario nella<br />
sua Diocesi: dal Vescovo, che non potendo opporsi<br />
continuava a procrastinare la partenza, dai sacerdoti, che<br />
molto lo stimavano, dai parrocchiani e soprattutto dalla<br />
12
sua famiglia, che, nella povertà, sentiva un punto di appoggio<br />
e di sicurezza in Don Pietro. Pur nelle tante difficoltà,<br />
infine, Don Pietro cederà a ciò che egli considerava<br />
una chiara volontà di Dio ed entrerà nell’Istituto Missionario<br />
di Mons. Conforti a Parma, in vista della partenza<br />
per la Cina.<br />
1904, 30 novembre, entra a Parma nella Congregazione<br />
dei Missionari <strong>Saveriani</strong> e inizia un anno di noviziato.<br />
Don Pietro è formato dallo stesso Fondatore dell’Istituto<br />
missionario, che vedeva nella consacrazione<br />
religioso-missionaria una delle disposizioni migliori per<br />
essere completamente di Dio e per continuare la missione<br />
stessa di Cristo, presentato come “il” modello supremo<br />
dell’apostolo.<br />
P. Pietro (ora può chiamarsi in questo modo come<br />
religioso), prende sul serio le rinunce che i voti implicano<br />
e si prepara al distacco totale della partenza con l’emissione<br />
dei voti semplici di povertà castità obbedienza.<br />
Porterà sempre con sé anche le frequenti raccomandazioni<br />
del Fondatore dell’Istituto, che considerava la sua<br />
fondazione come una famiglia di fratelli, dove l’amore<br />
scambievole doveva costituire uno dei cardini della vita<br />
comunitaria, religiosa e missionaria.<br />
1905, 3 dicembre, al termine del noviziato, emette la<br />
prima professione religioso-missionaria, consacrandosi<br />
completamente alla missione.<br />
1906,19 gennaio, parte da Napoli per la Cina. P. Pietro<br />
registra i suoi primi tentativi di “acculturarsi” tra la<br />
13
gente cinese. Le lettere al Fondatore Mons. Conforti, al<br />
papà Giovanni Battista, ci presentano un missionario infiammato<br />
di amore di Dio, ma anche rispettoso dei costumi<br />
della gente, che ormai considera come la “sua gente”<br />
per il resto della vita. E’ felice di considerare gli aspetti<br />
positivi dei cinesi e di farne tesoro. Naturalmente non<br />
intende chiudere gli occhi sulle miserie umane, soprattutto<br />
su quelle che sembravano direttamente collegate<br />
con la mancanza della conoscenza dell’amore di Dio e<br />
dei fratelli e che quindi chiedevano urgentemente l’annuncio<br />
del Vangelo.<br />
1906, luglio, missionario nel distretto di Pechwang<br />
(1 anno e 6 mesi).<br />
In questa missione, di recente fondazione, rimarrà per<br />
breve tempo, ma abbastanza per farsi amare da tutti i<br />
cristiani, che volevano impedirgli in ogni modo la partenza<br />
per l’altra stazione missionaria di Cheng-chow, sede<br />
del Vicariato apostolico. Mons. Calza vorrà P. Uccelli<br />
sempre vicino a sé e sempre in posti di grande responsabilità.<br />
1912, è nominato Provicario Generale del Vicariato<br />
apostolico del Honan mentre Mons. Calza, saveriano, è<br />
in Italia per alcuni mesi per ricevere la consacrazione<br />
episcopale nella Cattedrale di Parma per l’imposizione<br />
delle mani del Fondatore del suo Istituto Missionario,<br />
Mons. Conforti. Padre Uccelli verrà poi destinato alle<br />
grandi missioni di Hsuchow e Hsiang-shien e alle ansie<br />
di tante tragedie umane aggiungerà il peso della formazione<br />
di una congregazione femminile cinese, fondata<br />
14
da Mons. Calza, e l’attenzione all’animazione<br />
vocazionale per la promozione del clero locale.<br />
I Confratelli in difficoltà venivano facilmente assegnati<br />
alla missione di P. Pietro, perché in lui si notava<br />
non solo la pazienza, ma l’attenzione fraterna, che talvolta<br />
per un Confratello può essere più efficace delle<br />
medicine nel recupero della serenità e della voglia di vivere<br />
e di fare apostolato. Sarà proprio per curare un<br />
Confratello che si porterà a Shanghai dove incontrerà<br />
Lo-pa-hong, il laico cinese che lo farà innamorare della<br />
devozione a S. Giuseppe.<br />
1920, gennaio, arriva in Italia richiamato come direttore<br />
spirituale degli studenti missionari che si preparavano<br />
presso la Casa Madre di Parma. In Cina P.<br />
Uccelli si sentiva ormai cinese e mai avrebbe abbandonato<br />
spontaneamente la missione. Ma egli credeva all’obbedienza<br />
come caratteristica irrinunciabile dell’uomo<br />
di Dio. E proprio per obbedienza accoglierà l’invito<br />
di Mons. Conforti a tornare in Italia per la formazione<br />
di altri missionari nell’ambito della sua famiglia<br />
missionaria.<br />
Dopo oltre vent’anni di attività pastorale nella sua Diocesi<br />
e in Cina, il Servo di Dio mal si adattava alle quattro<br />
mura di un seminario missionario e allo stesso tempo<br />
non si sentiva di rifiutare i numerosi inviti per ministero<br />
e per una testimonianza missionaria da parte di tanti<br />
sacerdoti, soprattutto della Diocesi di Reggio Emilia, che<br />
conosceva ancora prima della partenza. P. Pietro era più<br />
fuori casa che dentro e sia lui che Mons. Conforti hanno<br />
cominciato ad interrogarsi circa la volontà di Dio. Si<br />
15
pensava ad un suo ritorno in Cina, ma poi la sua presenza<br />
si rese necessaria a Vicenza dove era sorta una casa<br />
per la preparazione degli aspiranti missionari. Nel 1921<br />
viene nominato rettore della casa di Vicenza dove potremo<br />
seguire l’attività di P. Uccelli come formatore di missionari<br />
e come animatore missionario della Diocesi. Si<br />
trova ad operare in un campo di lavoro immenso. P. Uccelli<br />
è incaricato non solo della formazione dei suoi allievi,<br />
ma deve provvedere anche al loro sostentamento e<br />
pensare a riempire la casa con nuovi allievi missionari.<br />
Si rimane stupiti di fronte a tanta attività. Eppure P. Uccelli<br />
ha tempo anche per i poveri, per i peccatori, per la<br />
formazione spirituale del clero locale attraverso il ministero<br />
della Riconciliazione nel Seminario Diocesano di<br />
Vicenza.<br />
1954, 29 ottobre, muore a Vicenza. Anche nelle sofferenze<br />
fisiche degli ultimi anni, sofferenze che talvolta<br />
raggiungevano il limite della sopportabilità, il Servo di<br />
Dio non cesserà di pensare agli altri, lasciandosi “mangiare”<br />
fino agli ultimi giorni di vita. La sua stanza di<br />
infermo rimarrà sempre aperta per coloro che cercavano<br />
una parola di conforto o che si affidavano al suo ministero<br />
della Riconciliazione. Una vita quindi totalmente<br />
consumata per amore di Dio e dei fratelli. Il suo<br />
transito è stato un evento a livello diocesano. Il Vescovo<br />
di Vicenza si recava di frequente presso il capezzale<br />
dell’infermo. Nei giorni in cui la salma è stata esposta<br />
alla venerazione dei pubblico si è persino reso necessario<br />
l’intervento dei vigili urbani per regolare l’afflusso<br />
dei fedeli. Al funerale forse i fedeli si potevano contare a<br />
16
decine di migliaia. La salma, per desiderio del popolo,<br />
verrà tumulata nella Chiesetta di S. Pietro d’Alcantara,<br />
appartenente alla casa dei Missionari <strong>Saveriani</strong>. Molti<br />
fedeli della Diocesi di Vicenza chiesero al Vescovo che<br />
venisse aperta la Causa di beatificazione e canonizzazione<br />
di P. Pietro. Essa fu ufficialmente aperta, a livello<br />
diocesano, il 3 Dicembre 1997.<br />
2001, 19 marzo, termina l’Inchiesta Diocesana (Processo<br />
diocesano) a Vicenza e gli Atti passano alla Congregazione<br />
delle Cause dei Santi.<br />
2005, luglio, tutta la documentazione sull’eroicità delle<br />
virtù di P. Pietro Uccelli (Positio), viene consegnata al<br />
“protocollo” della Congregazione dei Santi, pronta per<br />
essere discussa da dieci esperti della stessa Congregazione,<br />
quando sarà arrivato il suo turno, essendo la lista<br />
di attesa molto lunga.<br />
17
Premessa<br />
La figura di P. Pietro Uccelli<br />
e la sua attualità<br />
Vorrei ora lasciare i numerosi testi biografici e le tante<br />
testimonianze di devoti del Servo di Dio, raccolte e<br />
conservate negli Atti del Processo Diocesano sulla vita,<br />
fama di santità e virtù eroiche di P. Pietro, per esprimere<br />
alcune “sensazioni” che mi sono rimaste come “profumo”<br />
dopo aver letto per molti mesi, come postulatore<br />
della Causa di canonizzazione del Servo di Dio, la vicenda<br />
“umano-divina” di Padre Pietro Uccelli, missionario<br />
Saveriano. Le seguenti brevi annotazioni intendono presentare,<br />
come un flash, la figura e l’attualità di questo<br />
missionario che, senza volerlo, è diventato per me e per<br />
molti altri missionari e fedeli, maestro e ispiratore.<br />
La vita di P. Pietro scorre cristallina dall’inizio alla<br />
fine. E’ certamente difficile trovare un punto in questa<br />
vicenda umana e cristiana che possa considerarsi come<br />
l’inizio di una speciale conversione a Dio, come invece<br />
si può notare nella vita di altri santi. Si ha l’impressione<br />
di trovarsi di fronte ad un’anima privilegiata, che pure<br />
non ha mai rinunciato allo sforzo di crescere verso Dio e<br />
la santità.<br />
Missionario nella sua diocesi<br />
Tralasciando la sua preparazione al ministero<br />
presbiterale, di cui conosciamo troppo poco, le nostra<br />
19
attenzione si ferma innanzitutto sul primo impegno come<br />
presbitero nelle tre parrocchie, S. Terenziano, Piolo,<br />
Poviglio, nella Diocesi di Reggio Emilia. All’inizio del<br />
suo ministero presbiterale emergono già quelle virtù che<br />
saranno una costante della sua intera vita. Innanzitutto<br />
l’umiltà: il Servo di Dio è convinto di non valere niente,<br />
ma è convinto che Dio può operare anche nella miseria<br />
umana e operare grandi cose, soprattutto per la conversione<br />
dei peccatori. L’umiltà si trova però circondata da<br />
altre virtù, che da essa sembrano scaturire: la povertà,<br />
che si esprime a livello di condivisione di beni, per cui<br />
non riesce a tenere per sè alcun oggetto o indumento<br />
nuovo; l’assoluta gratuità nel servizio pastorale; la serietà<br />
della preparazione agli incontri pastorali o liturgici<br />
fatta di lunghe ore di studio; la convinzione che la Provvidenza<br />
Divina guida in ogni circostanza della vita, che<br />
nel Servo di Dio si manifesta soprattutto in un atteggiamento<br />
di obbedienza sincera ed incondizionata verso l’autorità<br />
costituita; le lunghe ore di contemplazione per sentire<br />
la presenza di Dio e permettere a Lui di operare nella<br />
povertà; l’ascesi fatta anche di penitenza corporale per<br />
permettere a Gesù di trionfare nella debolezza umana.<br />
Fin da questi primi anni di sacerdozio vediamo nel<br />
Servo di Dio la tensione verso la santità, consistente nel<br />
guardare a Cristo come a modello di vita. Le<br />
incomprensioni da parte di Confratelli Sacerdoti, i giudizi<br />
malevoli nei suoi confronti, le fatiche, le sofferenze<br />
fisiche e morali non lo deprimeranno mai, perché in esse<br />
vede la luce della vicenda umana del Dio fatto uomo,<br />
Gesù. Quando si sente trattato da pazzo quasi ne gode,<br />
perché Gesù stesso è stato considerato alla stessa manie-<br />
20
Barco<br />
La chiesa del paese<br />
Barco<br />
Il fonte battesimale:<br />
lo chiamarono<br />
Pietro Stanislao<br />
21
a. Ancora fin dai primi anni di Sacerdozio è presente in<br />
P. Pietro il desiderio del martirio ad imitazione dell’amore<br />
di Gesù che per noi ha versato il suo sangue fino all’ultima<br />
goccia. Ma nel Servo di Dio non è presente solo<br />
la dimensione trascendente della creatura umana. Egli è<br />
capace di simpatizzare con tutte le difficoltà umane, anche<br />
quelle presenti a causa della mancanza di beni materiali<br />
o della privazione del lavoro. Una persona altamente<br />
spirituale come P. Pietro si adatta a tener conferenze<br />
persino di agronomia alla gente di montagna impegnata<br />
nel lavoro della terra. Non dimentica neppure<br />
la necessità di solidarietà tra la gente che lavora e a questo<br />
scopo favorisce il sorgere di cooperative agricole.<br />
Egli si sente ed è considerato a tutti gli effetti “missionario<br />
diocesano”.<br />
Una amicizia spirituale<br />
Tutta la vita del Servo di Dio ruota attorno alla figura<br />
di Gesù. Se anche si apre all’amicizia umana e spirituale<br />
è per sentirsi accompagnato nel suo cammino verso il<br />
Signore. E’ il caso della sua amicizia con una santa donna.<br />
Don Pietro Uccelli, giovane sacerdote di quattro anni<br />
di ordinazione, allora arciprete Vicario Foraneo di Piolo,<br />
continuando il suo ministero come “missionario<br />
diocesano”, nell’estate del 1901 aveva accettato di tenere<br />
un corso di predicazione al popolo della Parrocchia di<br />
Garfagnolo, grosso centro dell’Appennino reggiano. In<br />
quella circostanza ha potuto incontrare e capire in profondità<br />
un’anima eccezionale, piena di amor di Dio,<br />
un’anima di preghiera e allo stesso tempo di azione,<br />
maestra elementare nella scuola di Garfagnolo, aperta<br />
22
ad ogni opera di bene, di una decina di anni più anziana<br />
di lui: Melania Genitoni. Don Pietro ha letto in questo<br />
incontro come una disposizione della Provvidenza. Era<br />
convinto che Dio gli avesse messo sulla sua strada un’anima<br />
“intelligente, attiva, pia e pura, che come un angelo<br />
potesse illuminarlo, sostenerlo e fondersi con la sua anima<br />
sacerdotale per attuare i disegni di santificazione, e<br />
di diventare anche sua benefattrice nelle sue Missioni”.<br />
Don Pietro si sentiva capito e sostenuto nel suo cammino<br />
verso la santità e nel suo ministero pastorale. Questo<br />
incontro è uno di quegli avvenimenti che possono essere<br />
considerati come “risolutivi per tutta una vita”. Melania<br />
intendeva questa relazione come accompagnamento spirituale<br />
e chiamava Don Pietro “padre” e chiedeva di essere<br />
trattata come “figlia”. Don Pietro, constatando la<br />
levatura spirituale di Melania, non si sentiva capace di<br />
aiutarla spiritualmente.<br />
Questa amicizia non ha avuto episodi eclatanti<br />
esternamente, se nessuno, neppure dei suoi confratelli,<br />
si era accorto di questo, venendone a conoscenza solo<br />
diversi anni dopo la morte del Servo di Dio. Questo mondo<br />
di rapporti spirituali (talvolta rasentano la mistica) è<br />
documentato dalle lettere di P. Pietro a Melania, che essa<br />
ha conservato con diligenza, permettendo a noi oggi di<br />
conoscere il cammino di Don Pietro verso la santità. Molti<br />
di quei consigli, che richiameremo più avanti in questo<br />
libretto, sono indirizzati a Melania. Ciò che occorre far<br />
notare in ambito biografico è che forse senza questa<br />
amicizia non ci sarebbe stato un missionario in Cina. E’<br />
anche una ulteriore prova che ben poco di puramente<br />
umano c’era tra queste due anime elette, se Melania ha<br />
23
offerto una somma considerevole di danaro alla famiglia<br />
di Don Pietro, che versava in difficoltà economiche e<br />
che anche per questo motivo ostacolava la partenza, perché<br />
il Servo di Dio realizzasse il suo sogno di donare<br />
totalmente la vita, fino al martirio, per annunciare il Regno<br />
di Dio in Cina.<br />
Preparazione alla partenza<br />
L’entrata nell’Istituto Missionario appena fondato da<br />
Mons. Conforti di Parma e la partenza per la Cina non<br />
assumono certamente i connotati di una rottura col passato,<br />
ma piuttosto evidenziano uno sviluppo armonioso<br />
nel segno della continuità. Il passaggio dalla missione<br />
diocesana alla missione ad Gentes non è in discontinuità<br />
con l’attività presbiterale del Servo di Dio.<br />
Il Beato Conforti formava i suoi missionari additando<br />
loro l’immagine di Cristo in Croce, quel Gesù missionario<br />
del Padre, che doveva costituire il modello unico<br />
e indispensabile per il missionario. La consacrazione<br />
missionaria coi voti di povertà, castità, obbedienza portava<br />
nella stessa direzione, divenendo segni di una consegna<br />
totale al Signore, perché gli annunciatori del Vangelo<br />
fossero strumenti docili dell’amore di Dio, che voleva<br />
fare del mondo una famiglia, che infine venisse<br />
riconsegnata al Padre. Questi sono i pilastri-valori attorno<br />
ai quali si è strutturato l’anno di noviziato sotto la<br />
guida del santo Vescovo Conforti. Nell’anno di noviziato,<br />
che di fatto era preparazione immediata alla partenza<br />
per la Cina, è cresciuta nel Servo di Dio la necessità di<br />
una testimonianza evangelica, resa visibile dall’amore<br />
fraterno vissuto in una piccola comunità di consacrati.<br />
24
Questa dimensione “religiosa” nella vita del Servo di Dio<br />
sarà sempre presente da quel momento in avanti e in Cina<br />
avrà molte occasioni per dimostrare la fecondità di una<br />
tale preparazione alla missione.<br />
Partenza per la Cina<br />
La partenza per la Cina assumeva il sapore di un<br />
dono totale a Cristo per l’annuncio del suo Regno. Allora<br />
la partenza non prevedeva un ritorno. Nella mente del<br />
missionario partente c’erano solo prospettive di una morte<br />
sul campo, dopo molte fatiche e sofferenze, e forse anche<br />
di un coronamento della missione col martirio di<br />
sangue. Il partente sentiva che lasciava la patria per sempre,<br />
accompagnato dalle preghiere e dalla solidarietà di<br />
quella gente, che egli non avrebbe mai dimenticato. Il<br />
Servo di Dio si sente piccolo di fronte alla grandezza e<br />
alle esigenze di tale vocazione missionaria e per questo<br />
mai si stancherà di sollecitare la collaborazione della<br />
preghiera e della sofferenza dei buoni.<br />
In Cina si avvicina alla gente come un debitore.<br />
Cerca di comprendere quella gente che sarebbe diventata<br />
per sempre compagna della propria vita. Per loro dimentica<br />
la propria cultura e in ogni modo cerca di<br />
acculturarsi nel modo di vestire, di mangiare, di dormire.<br />
Soprattutto si pone accanto a loro nella piena solidarietà<br />
umana. Cerca in quella gente i semina verbi (segni<br />
evangelici), apprezzando tutto ciò che sapesse di bene in<br />
quella cultura. Il suo metodo vuole essere quello stesso<br />
di Gesù: fare il maggior bene possibile al maggior numero<br />
possibile di persone. Il suo linguaggio di amore è<br />
capito dalla gente, che dimostrerà il suo affetto e la sua<br />
25
iconoscenza soprattutto nei momenti del distacco, nel<br />
passaggio da una missione all’altra e nella partenza per<br />
l’Italia. Le sue attività di annuncio del Vangelo, di solidarietà<br />
umana e di condivisione di ogni tipo di sofferenza<br />
erano segni, “sacramento”, della presenza di Dio nella<br />
sua vita, che attraverso di lui voleva raggiungere gli<br />
estremi confini della terra. Significativa la sua gioia di<br />
dormire in una stanzetta disadorna, ma vicino al piccolo<br />
oratorio situato nella residenza missionaria, che ospitava<br />
Gesù nel Sacramento. Così pure è certamente segno<br />
di una fede cristiana profonda il sentirsi privilegiato per<br />
ospitare sotto il suo tetto, con lui, un bambino incredibilmente<br />
handicappato, nel quale poteva scorgere l’immagine<br />
di Cristo. Nonostante una assorbente attività apostolica,<br />
il Servo di Dio non tralascia uno studio assiduo<br />
della Parola di Dio. Ciò fa pensare ad una azione apostolica<br />
e missionaria intelligente e veramente cristiana.<br />
Richiamato in patria<br />
Richiamato in Italia, P. Uccelli è passato attraverso<br />
un breve periodo di ripensamento e di discernimento circa<br />
il progetto di Dio nella sua vita. Richiesto da Mons. Conforti<br />
di fare il formatore di altri missionari, egli si sentiva<br />
inadatto ad un compito tanto preciso e circoscritto.<br />
Personalmente non vi leggo alcun segno di insubordinazione<br />
e di calo di fiducia nei confronti del suo Superiore<br />
Generale, Mons. Conforti, di cui conserverà sempre una<br />
stima grandissima e mai si permetterà di giudicare. P.<br />
Pietro era solo alla ricerca di ciò che Dio voleva da lui.<br />
Questo breve periodo si è concluso con una consacrazione<br />
alla missione ancora più chiara e convincente.<br />
26
Formatore di missionari<br />
Assegnato dal Conforti alla nascente casa missionaria<br />
di Vicenza per la formazione di nuovi missionari,<br />
egli vi va con la massima fiducia nella Provvidenza e<br />
nella certezza di fare la volontà di Dio.<br />
In quella casa, dove rimarrà per il resto della vita<br />
(trentatre anni!), non solo parla della sua Cina in ogni<br />
occasione, ma soprattutto vive in continuità con la sua<br />
esperienza missionaria. Il suo cuore grande e sensibile<br />
batterà sempre per Cristo, in una continua ricerca di anime<br />
da conquistare al Vangelo. Egli veniva ricercato per i<br />
peccatori più incalliti e il Signore operava visibilmente<br />
attraverso il suo servo. Accanto ai suoi allievi missionari,<br />
che amava teneramente, metteva una schiera di poveri,<br />
emarginati, sofferenti, ammalati. Era questo un modo<br />
per continuare la sua missione “cinese” in Italia.<br />
P. Uccelli sembra avesse fissato una gerarchia ben<br />
precisa nella sua azione formatrice: aveva scelto dei<br />
momenti speciali della giornata per essere presente coi<br />
suoi allievi ed inoltre mai mancava alla preghiera coi suoi<br />
ragazzi e mai mancava di offrire loro istruzioni pratiche<br />
e coinvolgenti in relazione alla crescita della loro vita<br />
spirituale. Il segreto formativo del Servo di Dio stava<br />
però altrove, nell’esempio cioè di una vita spesa completamente<br />
per Dio e per il prossimo, vita che parlava un<br />
linguaggio più alto, sicuro, efficace, comprensibile.<br />
Il suo esempio di vita esprimeva bene ciò che un<br />
missionario doveva essere in patria o in terre lontane:<br />
innanzitutto, e solamente, uomo di Dio. La sua preghiera<br />
continua, la disponibilità all’accoglienza di poveri, di<br />
penitenti, di emarginati dalla società, costituiva una re-<br />
27
altà vivente davanti agli occhi degli allievi che sempre porteranno<br />
con sé questi esempi che diventeranno per loro<br />
stimolo alla crescita umana, cristiana e religiosa. In fondo,<br />
la formazione non consiste forse più in una comunicazione<br />
di vita, che in un imbottigliamento di idee e di raccomandazioni,<br />
veicolate in incontri di gruppo o personali?<br />
P. Uccelli non voleva attrarre attenzioni su di sé, ma<br />
su Cristo, e per questo raccomandava devozioni solide,<br />
che permettessero una crescita cristiana robusta e allo<br />
stesso tempo fedele alla tradizione: l’Eucaristia, la Madonna,<br />
S. Giuseppe. Di quest’ultimo il Servo di Dio si<br />
farà instancabilmente paladino, diffondendone la devozione,<br />
non solo in casa dove era ritenuto l’economo ufficiale,<br />
ma anche fuori, dovunque il Servo di Dio avesse<br />
avuto modo di avvicinare fedeli.<br />
Apostolo di Vicenza<br />
P. Uccelli a Vicenza era visto come un taumaturgo e<br />
le testimonianze sono numerosissime in proposito, ma il<br />
Servo di Dio non aveva niente a che spartire con la stregoneria.<br />
Le Benedizioni che ottenevano guarigioni od<br />
effetti sorprendenti sono là a dimostrare che Cristo è<br />
ancora vivo, è il Risorto, e non si stanca di operare ai<br />
nostri giorni come faceva al tempo degli Apostoli, attraverso<br />
uomini che a Lui si affidano completamente. Questi<br />
“segni” esprimevano quell’unione con Dio, che era<br />
visibile in qualche modo anche “fisicamente” in Padre<br />
Uccelli, attraverso la costante serenità e l’impressione<br />
che lasciava in chi lo avvicinava, di una persona “trasfigurata”.<br />
Sembrava proprio che Dio accogliesse le suppliche<br />
del suo servo fedele!<br />
28
Il cordoglio cittadino e la folla enorme attorno alla<br />
sua salma sono segno indubbio della fama di santità, che<br />
circondava la persona di P. Uccelli a Vicenza.<br />
Sono molti che hanno affermato di aver ricevute, per<br />
intercessione del Servo di Dio, grazie straordinarie anche<br />
dopo la sua morte.<br />
Fama di santità<br />
Segno non secondario di fama di santità è anche il<br />
fatto che la gente volesse la salma di P. Uccelli sepolta in<br />
Chiesa, subito dopo la sua morte, accanto a quella<br />
statuetta di S. Giuseppe che tutti ritenevano taumaturgica.<br />
E la salma del Servo di Dio riposa proprio nella Chiesetta<br />
di S. Pietro d’Alcantara, nell’area di proprietà dell’Istituto<br />
Saveriano.<br />
P. Uccelli modello di vita cristiana<br />
Cosa possiamo pensare della sua causa di<br />
beatificazione? La vita esemplare del Servo di Dio sembra<br />
avere un preciso messaggio per il clero locale, in<br />
Italia e nel mondo. Ai nostri giorni si afferma chiaramente,<br />
e si predica abbondantemente, che un sacerdote<br />
viene consacrato non solo per una Chiesa particolare,<br />
ma per il mondo intero. Un sacerdote dovrebbe accogliere<br />
il progetto salvifico della Trinità offrendo la<br />
sua disponibilità ad andare fino agli estremi confini<br />
della terra, presso coloro che ancora non hanno potuto<br />
ascoltare la buona novella di Cristo che ci chiama ad<br />
annunciare l’amore di Dio che è Padre e ci invita ad<br />
una vita di conversione, per far parte di una nuova famiglia<br />
umana fatta di fraternità e in cammino verso il<br />
29
Padre. Se l’annuncio del Vangelo è parte essenziale della<br />
vocazione cristiana lo è ancora di più per uno che è<br />
stato chiamato al sacerdozio, che ha come obiettivo di<br />
continuare la missione di Gesù in forma “più” visibile,<br />
accogliendone i progetti e gli strumenti per realizzarla.<br />
P. Uccelli, allargando effettivamente il suo servizio<br />
sacerdotale col passare da una Chiesa di antica tradizione<br />
cristiana, pur bisognosa di clero, ad un progetto<br />
che lo lanciava verso i confini del mondo secondo il<br />
mandato di Cristo, è modello per un clero che vuole<br />
essere aperto alla dimensione missionaria non solo a<br />
parole.<br />
P. Uccelli, modello di missionario in Italia<br />
Anche ai suoi Confratelli missionari lascia un messaggio<br />
forte: uno può essere missionario anche in patria,<br />
questo insegna con la propria vita P. Uccelli, a patto<br />
che abbia il cuore pieno dell’amore di Cristo. E’ solo<br />
in una adesione piena a Cristo che noi siamo missionari.<br />
Anche in patria i missionari sono chiamati a sentire<br />
l’ansia di Cristo per annunciare il Vangelo a coloro che<br />
lo ignorano o che si sono lontani da Dio. Continuando<br />
la missione di Cristo, in Italia o in altre parti del mondo,<br />
il missionario sarà sempre chiamato, come Cristo,<br />
ad annunciare ai poveri “il Vangelo di salvezza, la libertà<br />
ai prigionieri, agli afflitti, la gioia”. P. Uccelli, per<br />
quanto noi conosciamo dalle testimonianze sulla sua<br />
vita, diventa quindi un modello di missionario pienamente<br />
realizzato anche in patria, un animatore missionario<br />
del popolo di Dio, dove l’obbedienza lo aveva<br />
chiamato.<br />
30
Una santità da riconoscere e da diffondere<br />
Dopo una lunga indagine sulla vita del Servo di Dio<br />
P. Pietro Uccelli non mi rimane che concludere con un<br />
auspicio: a P. Uccelli venga riconosciuta l’eroicità delle<br />
virtù e la Chiesa indichi ai tanti devoti di questa anima<br />
eletta un modello di vita da seguire per meglio uniformarsi<br />
a Cristo. Mi trovo quindi perfettamente d’accordo<br />
con gli ormai numerosi biografi, che concordano nel ritenere<br />
P. Uccelli un autentico santo.<br />
Barco - Interno della chiesa<br />
31
Chiamati alla santità<br />
P. <strong>UCCELLI</strong><br />
MAESTRO E TESTIMONE<br />
DI SANTITA’<br />
P. Uccelli aspirava alla santità con tutto il cuore, ad una<br />
santità però nascosta, e per questo più gradita a Dio.<br />
Prego Gesù Bambino che La ricolmi di tutte le sue più<br />
celesti benedizioni e che La faccia santa. Aspiriamo alla<br />
santità, ma nascosta come l’avaro desidera l’oro, l’affamato<br />
il pane e l’assetato l’acqua.<br />
Cosa intendeva P. Pietro per santità? La santità è la vita<br />
di Dio in noi e questa vita si manifesta con lo stile di vita<br />
di Cristo, cioè l’amore. Aspirare ad amare con tutto il<br />
cuore sia Dio che i fratelli è massima espressione di cammino<br />
verso la santità. Confida questo desiderio di santità<br />
alla sua amica spirituale, Melania.<br />
Il desiderio d’amar il Signor è grande, ma l’amor poi che<br />
in realtà gli porto è poco, ahi troppo poco. Vorrei esser<br />
infiammato di santo ardore e così infiammar anche gli altri<br />
che meco si trovano, ma creda che non vado più in là<br />
dalla cerchia dei desideri. Spero che se potrò andare in<br />
Cina ivi supplirò a questa mia innata freddezza col consacrarmi<br />
anima e corpo al servizio del Signore, e coll’esser<br />
sempre pronto a dar la mia misera vita per Suo Amore.<br />
33
Voglio viver solo per Iddio e per il bene delle anime; e<br />
questo voglio sia il mio unico scopo. Amar Iddio!? Oh !<br />
se si intendesse da’ mondani che vuol dire ! Si vedrebbero<br />
tosto abbandonate le piazze e piene le Chiese, deserte<br />
le osterie e affollati i confessionali ! Non più timori,<br />
non più ansie né il dubbio né il tedio, ma solo gaudio<br />
e pace. Di tutte le grazie che possiamo domandare, la<br />
più bella e la più utile è questa: l’amor di Dio. E quando<br />
riceviamo Gesù in Sacramento, allora non ci dobbiamo<br />
stancare di domandargli il suo Santo Amore, protestando<br />
di non voler altra grazia che questa. Chi ama Iddio<br />
non lo può offendere e, se non l’offendiamo, siamo certi<br />
che egli sul nostro capo verserà tesori immensi delle più<br />
elette grazie.<br />
34<br />
*<br />
Se la santità è vita e luce di Dio in noi, il santo, illuminato<br />
da Dio, vede in sé ogni tipo di imperfezione e crede<br />
fermamente di essere un grande peccatore. E’ questa<br />
l’esperienza di P. Uccelli.<br />
Ma ahimè, mentre scrivo queste parole, a stento riesco<br />
trattenere le lagrime di dolore per aver così poco fatto<br />
per il mio Dio! Leggo ogni giorno la vita del Santo di cui<br />
si celebra la festa, compendiata in quindici o venti pagine,<br />
e ogni giorno mi persuado sempre più del nulla che<br />
faccio e del molto che dovrei fare per santificare il mio<br />
spirito. Queste letture mi fanno un gran bene e mi fanno<br />
fare tanti propositi dei quali pochi poi riesco a metter in<br />
pratica. Ma Lei colle sue fervide preci spero me ne otter-
à dal Cielo la forza onde seguendo le orme de’ Santi in<br />
vita, possa dopo morte seco loro regnar nei Cieli.<br />
*<br />
Il punto di forza per un cammino verso la santità è da<br />
ricercare all’interno di noi stessi. Noi siamo inabitati<br />
dalla Trinità stessa. La presenza di Dio in noi ci costringe<br />
a rinnovarci costantemente e ad imitare gli atteggiamenti<br />
e i sentimenti di Gesù, facendo la sua santa<br />
volontà. Della inabitazione di Dio in noi ne parla a<br />
Melania.<br />
Non c’è ricco che non abbia il medico a sua disposizione,<br />
ma pochi che l’hanno in casa.. Noi, o più fortunati<br />
dei ricchi, possiamo avere il medico dei medici non solo<br />
a nostra disposizione, non solo in casa, ma nel cuore.<br />
Dica al fratello suo che questa grazia è grande e che bisogna<br />
saperla apprezzare.<br />
*<br />
Il cammino verso la santità è uno dei più difficili, perchè<br />
la santità assoluta appartiene solo a Dio e noi saremo<br />
sempre in cammino senza mai raggiungere la meta, se<br />
non alla fine della nostra vita. In questo cammino di<br />
conversione ci sono diversi pericoli, creati soprattutto<br />
dalla nostra natura ferita dal peccato. E’ facile imbrogliarci<br />
o svegliare quei meccanismi di difesa, che ci invitano<br />
a fermarci, a non assillarci per il nostro cammino,<br />
ci invitano a rimanere comodi dove ci troviamo. Per<br />
35
questo c’è bisogno di aiuto di persone di Dio che ci<br />
siano di luce e che ci stimolino ad una scelta di quei<br />
mezzi che meglio ci possono portare a Dio. Come mezzi<br />
importanti nel cammino di santità, P. Uccelli suggerisce<br />
di avere un direttore spirituale e una regola di vita,regola<br />
che noi oggi potremmo chiamare “progetto personale di<br />
vita”. E’ quanto suggerisce a Melani.<br />
Sappia che una guida è necessaria, ed i cristiani non la<br />
possono trovare che nel confessore direttore spirituale.<br />
Stia pure a’ suoi avvisi, a’ suoi saggi consigli e si troverà<br />
meno perplessa e più contenta.<br />
Sempre allo scopo di poterle giovare, è bene che le dica<br />
che a tutti ci è necessaria una regola per vivere così una<br />
vita tranquilla e sempre occupata. Son quasi certo che<br />
Lei si sarà formata una regola secondo i bisogni del suo<br />
spirito e anche secondo la disponibilità del tempo che<br />
ha; ma tuttavia perché sempre più impari ad amarla e ad<br />
osservarla, le dirò poche parole.<br />
Senza regola un’anima rassomiglia a una nave in alto<br />
mare senza vela, senza timone, senza bussola e senza<br />
pilota; per inghiottirla non c’è bisogno d’una tempesta:<br />
il primo soffio di vento basta. La regola invece concentra<br />
le forze sia di resistenza, sia d’azione; raffrena l’energia,<br />
ne dirige l’uso, ne impedisce la dispersione e conduce<br />
così alla vittoria.<br />
Con un incessante appello al dovere raffrena le passioni<br />
e ne doma l’impeto. Traccia infine come un solco sul<br />
lavoro di ogni giorno sia questo intellettuale, morale o<br />
spirituale.<br />
La regola è per la volontà ciò che sono le arterie per il<br />
36
sangue, le radici dell’albero per il succo: un canale che<br />
contiene la vita e che la porta per tutto senza perderne<br />
una sol goccia.<br />
Fede e potenza della preghiera<br />
Premessa circa la fede di P. Uccelli<br />
La fede è quella virtù teologale che dispone, in modo<br />
permanente, ad abbandonarsi completamente e liberamente<br />
a Dio col pieno ossequio della intelligenza e della<br />
volontà e assentendo volontariamente alla rivelazione<br />
che egli fa. “Con la fede ‘l’uomo si abbandona tutto a<br />
Dio liberamente’.<br />
Il Servo di Dio P. Pietro Uccelli ha vissuto, sembra fin<br />
dall’infanzia, una intensa vita di fede, cercando di svilupparla<br />
sempre di più con quegli aiuti interiori, che il<br />
Signore non gli lasciava mancare nella preghiera, nell’ascolto<br />
della Parola di Dio, nei Sacramenti, e soprattutto<br />
con le ispirazioni dello Spirito, che lo portavano<br />
ad identificarsi sempre di più con Cristo. Le testimonianze,<br />
che si riferiscono alla fede del Servo di Dio sono<br />
numerosissime e concordi.<br />
La fede per il Servo di Dio non è una realtà lontana, è<br />
invece esperienza di vita, perché è sentita come adesione<br />
alla volontà di un Dio, che ha posto il suo tempio in<br />
noi. Quella di Dio è una presenza in noi che ci costringe<br />
a rinnovarci costantemente e ad imitare gli atteggiamenti<br />
e i sentimenti di Gesù. Scrive a Melania.<br />
*<br />
37
Potenza della sua preghiera<br />
E’ proprio nel contesto della preghiera che si può capire<br />
qualcosa circa quelle famose benedizioni e presunti miracoli<br />
per cui P. Uccelli a Vicenza era ricercato. Il Servo<br />
di Dio aveva fama di taumaturgo. Da buon cristiano P.<br />
Uccelli se ne guardava bene dall’attribuire qualcosa a<br />
se stesso. Solo Dio può operare cose meravigliose. Le<br />
tante testimonianze circa eventi singolari attribuiti alle<br />
benedizioni di P. Uccelli, credo acquistino un loro significato<br />
se inquadrate nelle circostanze in cui accadevano.<br />
L’unione con Dio in P. Uccelli era talmente profonda<br />
che Dio poteva agire liberamente in Lui e ancora una<br />
volta, comeè scritto nei Vangeli, poteva operare dei “segni”.<br />
E’ importante quindi richiamare alcune “modalità”<br />
di quelle famose benedizioni, che esprimevano sempre<br />
fede e fiducia in Dio e mai superstizione. Non c’era<br />
alcun gesto benedicente senza la preghiera.<br />
38<br />
*<br />
Il Servo di Dio non poteva certo parlare della potenza<br />
della sua preghiera. Per questo aspetto di fede dobbiamo<br />
lasciar parlare i testimoni “giurati” al processo<br />
diocesano di beatificazione.<br />
“Sapevo che diverse persone andavano dal P. Uccelli a<br />
domandare che pregasse per gli ammalati, per questo,<br />
per quello e così via, perciò, il fatto che andavano, voleva<br />
dire che lui aveva già questa fama; nello stesso tempo<br />
sembra che ottenesse dal Signore molte grazie: una persona<br />
mi ha riferito che diceva: “Non è merito mio: è il
Signore!”.Riferiva sempre al Signore. Non si attribuiva<br />
mai dei meriti, né si gloriava mai di niente! Sapeva anche<br />
consolare”.(Mons. Domenico Passuello)<br />
“A quel punto il Padre, ci invitò ad inginocchiarci – noi<br />
ci inginocchiammo tutti e quattro. Il bambino, invece,<br />
era in piedi davanti a me –, mise la mano sulla testa del<br />
bambino, tacque un attimo, pregammo un po’ insieme –<br />
un’Ave Maria, un Padre nostro, non ricordo bene, ma<br />
abbiamo detto qualcosa –, poi ci benedisse. Quindi, rivolgendosi<br />
a me, disse: “Sta tranquilla, questo bambino,<br />
da grande, non ti darà problemi!<br />
Di fatto, da quando l’abbiamo portato a casa, il bambino<br />
ha cominciato a star bene, ed è sempre stato bene, e<br />
dell’ipertrofia del timo non se ne è più parlato. In seguito,<br />
crescendo, è entrato a far parte della Pia Società di<br />
San Gaetano ed ora, da cinque anni, è missionario in<br />
Guatemala.”.(Fanny Fossà)<br />
*<br />
In una altra occasione si parla di una grazia ottenuta e<br />
attribuita alla preghiera del Servo di Dio. Così il teste<br />
Marchioro Benito Massimo:<br />
“Una volta, tutti e due noi gemelli abbiamo avuto la febbre<br />
molto alta per più di una settimana. La mamma non<br />
sapeva più che santo invocare. E papà, quando tornava a<br />
casa, la trovava che piangeva. Ma una sera, come rientrò<br />
dal lavoro della giornata, inaspettatamente sentì che la<br />
mamma cantava. Pensò: “Questa è diventata matta”. In<br />
39
ealtà scoprì che i bambini stavano bene, non avevano<br />
più la febbre. Subito chiese a mia madre: “Che cosa è<br />
successo?”. E lei gli raccontò che al pomeriggio era partita<br />
con i due bambini in carrozzella ed era andata da P.<br />
Uccelli che, come il solito, le disse: “Io miracoli non li<br />
faccio, però posso pregare con voi il Signore”. E così è<br />
stato, P. Uccelli pregò con lei. Quindi lei si avviò verso<br />
casa. Però, come giunse a casa, la febbre, in noi, non<br />
c’era più: era scomparsa del tutto”.<br />
Eucaristia, centro di vita<br />
Accanto alla preghiera e alla sua forza di intercessione,<br />
dobbiamo porre una devozione, che è fondamentale per<br />
ogni cristiano, la devozione all’Eucaristia, sia nella<br />
Celebrazione Eucaristica, che nell’Adorazione di Cristo<br />
realmente presente nel Sacramento. Il Servo di Dio<br />
spendeva lunghe ore con Gesù davanti al Santissimo.<br />
Due testimonianze dalla Cina.<br />
Grazie al Signore mi trovo bene di salute e un po’<br />
meglio di spirito. Ho la bella sorte di dormire in Sagrestia<br />
presso Gesù Sacramentato, e Lei immagini come mi<br />
ci posso trovare. Desidero rimanere sempre qui, perché<br />
una stanza migliore, né io né altri me la saprebbe trovare,<br />
neppure nei palazzi reali.<br />
40<br />
*
Papà Battista<br />
negli anni della vecchiaia<br />
Poviglio - Il luogo del suo ultimo<br />
apostolato reggiano<br />
Piolo - Il paese di montagna dove don Uccelli fu arciprete<br />
41
L’Eucaristia non è solo un rito per P. Uccelli. E’ piuttosto<br />
una celebrazione della vita di Cristo, che nella Eucaristia<br />
ci viene comunicata. In unione a Cristo vittima<br />
di amore, c’è l’apostolo che con Cristo deve diventare<br />
vittima di amore. A Melania.<br />
Vorrei proprio che venisse l’ora di morire per il Signore,<br />
ma temo che i miei peccati me ne rendano indegno. Lei<br />
colle sue orazioni non domandi altro al Signore per me e<br />
allora io incomincierò a sperare. Sangue per sangue: vita<br />
per vita, diceva l’inclito Martire Perboyre e così voglio<br />
ripeter anch’io nella santa Messa e spesso fra il giorno:<br />
Sangue per sangue: vita per vita. Quando Ella fa la santa<br />
Comunione ripeta non tanto per Lei che per me quelle<br />
sante parole e la prego di ripeterle con viva fede nella<br />
morale certezza che una sì segnalata grazia ci verrà concessa.<br />
Oh che bella sorte sarebbe la nostra! Che dire a<br />
questo proposito? Solo questo: “In Te, Domine, speravi<br />
non confundar in aeternum”.<br />
S. Giuseppe e la Provvidenza<br />
In P. Uccelli uno dei “segni” della fede era la fiducia<br />
nella Provvidenza e la Provvidenza era associata alla<br />
devozione per S. Giuseppe. Continueremo a parlare della<br />
fede del Servo di Dio presentando contemporaneamente<br />
il suo rapporto con la Provvidenza e il posto speciale<br />
che nella vita di P. Uccelli occupava S. Giuseppe,<br />
l’icona della Provvidenza.<br />
42
Su Provvidenza e S. Giuseppe abbiamo diverse testimonianze<br />
autobiografiche. Credo sia opportuno fermarci<br />
su alcuni dei numerosissimi testi lasciatici dal Servo di<br />
Dio, perché è soprattutto a motivo della sua illimitata<br />
fiducia nella Provvidenza che egli aveva acquistato nella<br />
città di Vicenza fama di santità. P. Uccelli aveva nominato<br />
ufficialmente economo della casa S. Giuseppe e<br />
ciò era noto a tutta la gente sia all’interno dell’Istituto<br />
che all’esterno e questo fin dal 1922, inizio del servizio<br />
di P. Uccelli come rettore, formatore ed animatore missionario<br />
a Vicenza. Siamo a fine 1925 e scrive al Suo<br />
Fondatore Mons. Conforti.<br />
Vorrei esser capace di fare molto, ma essendo così limitato<br />
di forze sia intellettuali che fisiche, ho pregato e<br />
prego sempre S. Giuseppe a far Lui quanto è necessario<br />
per il bene di questo Istituto.<br />
S. Giuseppe, sempre buono, ci aiuta pulito, e non ho che<br />
a ringraziarLo di gran cuore. Ho qualche debituccio ma<br />
godo dirLe che ho anche il necessario per saldarlo. Se<br />
non lo saldo subito è perché chi deve avere è contentissimo<br />
di aspettare, ed io ho piacere di dire che ho qualche<br />
debito. La Provvidenza quest’anno è più generosa<br />
degli anni scorsi perché vede che la famiglia si è ingrossata.<br />
Non ho mai toccato così con mano l’opera della<br />
Provvidenza.<br />
*<br />
Ancora in una lettera al suo Superiore, Mons. Conforti,<br />
nel 1925, il Servo di Dio riferisce circa il dono ricevuto<br />
43
di bachi da seta. Se S. Giuseppe li ha provveduti, sarà<br />
anche capace di alimentarli!<br />
La Provvidenza ci aiuta in modo tutto speciale e ne siamo<br />
contentissimi. S. Giuseppe ci ha procurato i bachi da<br />
seta, spero che non vorrà lasciar mancare la foglia, che<br />
qui vale 130£ al quintale.<br />
44<br />
*<br />
Volendo costruire una chiesetta in onore di S. Giuseppe,<br />
il Vescovo chiede al Servo di Dio se ha i soldi per la<br />
costruzione. Ecco cosa risponde, secondo quanto egli<br />
stesso riferisce scrivendo a Mons. Conforti.<br />
Mi domandò se abbiamo i mezzi, e gli ho risposto che li<br />
aspettiamo da S. Giuseppe, e che non ci pensiamo noi<br />
ma che ci pensa Lui, come ha sempre fatto fino ad ora.<br />
*<br />
San Giuseppe provvede sempre e proprio bene, anzi tanto<br />
bene da lasciarmi restar lì ... a pensare. Questa mattina<br />
sono arrivati due quintali di farina gialla, un armadio che<br />
ci era necessario e un po’ di fichi che vengono dalla Sicilia.<br />
Non passa giorno che San Giuseppe non provveda<br />
qualche cosa. Dirà Lei che con la farina non posso comperare<br />
il formaggio, ma io aggiungo che S. Giuseppe<br />
manda anche tanti danari. Dunque!<br />
*
Di Provvidenza parla anche a Melania.<br />
Pochi giorni or sono mi sono arrivate quattro cassette<br />
di conserva e condimento, in tutto 800 scatole, del complessivo<br />
valore di L. 2.400, e da un’altra parte L. 1.000.<br />
Un parroco di qui mi manderà a giorni una botte di<br />
vino; e così a poco a poco si sbarca il lunario.<br />
Il materiale non mi preoccupa troppo. So che abbiamo<br />
a che fare con un buon papà. La mia sola paura è di<br />
rendermi indegno della Provvidenza. ... Mi pare d’essere,<br />
anche con un bel po’ di debiti, un gran signore. ...<br />
S. Giuseppe è l’Economo di questa casa, e se vedesse<br />
come provvede pulito! Inculchi... e propaghi la devozione<br />
a questo caro Santo, e ne vedrà effetti sorprendenti.<br />
...<br />
*<br />
Il testimone Paliotto Dr. Giuseppe, accolto nell’Istituto<br />
missionario dal Servo di Dio, e quindi prezioso<br />
teste de visu, dimorando nell’Istituto afferma di essere<br />
stato testimone di un miracolo continuo, la Provvidenza!<br />
“Lo dico con pieno convincimento: l’Istituto era un miracolo<br />
continuo della Provvidenza. Bisogna dire con il<br />
Manzoni: “La c’è la Provvidenza”. Qualcuno, quando<br />
pensa ai miracoli, forse pensa alla guarigione dei ciechi<br />
o che so io. No, no. Per me era un miracolo grandissimo<br />
quel tipo di vita: quel tenere una famiglia numerosa –<br />
eravamo in tanti ragazzi – così di sola carità. Era quel<br />
45
clima là, era quell’ambiente là che mi restarono e mi<br />
restano tuttora dentro. Era il miracolo, in noi, della serenità<br />
..., il miracolo della Provvidenza che lavorava istante<br />
dopo istante, con quel santo là, P. Uccelli appunto,<br />
umile, che sembrava fosse già dentro, là più in alto, con<br />
San Giuseppe suo amico É, che quando parlava di Maria<br />
e di San Giuseppe, sembrava parlasse di persone di casa,<br />
tanto gli erano familiari”.<br />
46<br />
*<br />
Sr. Dina Tagliavini, nipote del Servo di Dio, ci offre un<br />
aneddoto che noi citiamo per far notare che P. Uccelli<br />
non solo riceveva “Provvidenza”, ma anche condivideva<br />
quanto riceveva coi poveri o con istituzioni bisognose,<br />
diventando egli stesso mano della Provvidenza. Depone<br />
al processo diocesano.<br />
“A un certo momento squilla il telefono e lo zio chiede:<br />
“Chi desidera?”, “Desideriamo P. Uccelli?”, dice la voce;<br />
“Sono io: cosa volete?”, la voce risponde: “Guardate che<br />
adesso arriverà un carro con sette damigiane d’olio.”; lui<br />
cerca di informarsi: “Chi debbo ringraziare?” e la voce:<br />
“Ringrazi e preghi S. Giuseppe per noi, perché questa è<br />
‘provvidenza’!”. Allora si rivolge a noi e dice: “Vedete,<br />
suorine, adesso arriva la ‘provvidenza’!”. Noi, infatti, prima<br />
di partire, abbiamo visto il carro con le damigiane<br />
d’olio; lui ha tenuto quelle di cui aveva bisogno, perché<br />
aveva centocinquanta ragazzi, vivaci, ai quali voleva un<br />
bene matto; il resto poi lo ha dato agli altri Istituti. Era<br />
anche generoso. Io poi ho osservato che davanti a S. Giu-
seppe c’era un fiaschetto in miniatura, non so se di olio o<br />
di vino, una patata e due maccheroni; era sempre così<br />
arredato e lui ci diceva: “Guardate che ogni giorno qui la<br />
‘provvidenza’ viene, per mantenere questi ragazzi!”. E<br />
noi, che ascoltavamo queste cose, siamo rimaste ammirate,<br />
perché questo era un vero miracolo! Siamo andate<br />
poi a casa, contente; in seguito io ho scritto a casa mia<br />
quello che avevo visto dallo zio”.<br />
*<br />
Mi sembra che il seguente breve pensiero del Servo di<br />
Dio possa riassumere la sua devozione per il patrono<br />
della Chiesa Universale.<br />
Ho molti pensieri, ma li addosso tutti a S. Giuseppe; lui<br />
sa sbrigarmi ogni affaretto per quanto difficile ed intricato<br />
che sia.<br />
La Trinità<br />
Premessa sulle devozioni del Servo di Dio<br />
La vita spirituale di P. Uccelli sembra avere delle basi<br />
teologicamente molto solide: parla espressamente di<br />
Trinità e Spirito Santo, devozioni poco illustrate e forse<br />
poco vissute dai predicatori del tempo del Servo di Dio.<br />
Molto diffusa era la devozione al Sacro Cuore di Gesù e<br />
alla Madonna, devozioni accolte anche dal nostro. Il<br />
Servo di Dio raccomanda a Melania la devozione alla<br />
SS. Trinità.<br />
47
Le raccomando la devozione alla SS. Trinità: al Padre per<br />
ottenere la forza necessaria a vincere tutti i nemici dello<br />
spirito e a sormontare tutti gli ostacoli che si<br />
infrappongono al conseguimento della nostra perfezione;<br />
al Figlio per ottenere quella sapienza veramente divina<br />
che tutto ci fa compiere alla maggior gloria del Signore e<br />
a nostro spiritual vantaggio, quella sapienza che è luce<br />
che ci rischiara la via tenebrosa di questa povera vita e ci<br />
scioglie i tanti dubbi che ci ingombrano la nostra mente;<br />
allo Spirito Santo affinché ci accenda in cuore il fuoco<br />
salutare dell’amore di Dio il quale ci abbruci tutti gli affetti<br />
terreni e ci purifichi sempre meglio lo spirito. Come<br />
è bello l’amare Dio e unicamente Dio! Domandiamo sempre<br />
al Signore questa grazia che deve essere quella che ci<br />
deve far trionfare di tutto, poiché la carità tutto vince. Per<br />
me e per Lei ogni giorno e più volte innalzo al Cielo qualche<br />
breve giaculatoria onde ottenere non un amore comune<br />
di Dio, ma un amore gigante. Tutto quello che faccio è<br />
a questo santo scopo; Lei faccia che le mie preci siano<br />
esaudite e ne sarà contenta oltremodo.<br />
La potenza dello Spirito<br />
48<br />
*<br />
Come abbiamo accennato, il Servo di Dio è pure consapevole<br />
della presenza e dell’azione in Lui dello Spirito<br />
Santo. Ne scrive a Melania.<br />
Pregai un po’ e dopo mi sovvenne di scriver alcune linee<br />
per metterle un po’ di calma nel cuore. Il timore di
scrivere cose contro la Volontà del Signore mi tratteneva,<br />
ma poi pregai un poco lo Spirito Santo affinché mi desse<br />
lume a scrivere solo e unicamente ciò che poteva far bene<br />
al di Lei spirito senza urtare contro la divina volontà, e<br />
così contento mi misi a scarabocchiare qualche cosa.<br />
In quella stessa lettera chiede a Melania di pregare lo<br />
Spirito Santo per lui.<br />
Mi raccomandi in modo speciale al Sacratissimo Cuore<br />
di Gesù e allo Spirito Santo e faccia pregare, se può,<br />
anche altri.<br />
*<br />
Quando è in Cina, di fronte al compito impossibile di<br />
portare quella grande nazione alla conversione, il Servo<br />
di Dio chiede preghiere allo Spirito di Gesù, perché è<br />
solo Lui che può convertire.<br />
Qui nella mia Missione va abbastanza bene, non però il<br />
movimento di conversioni, non è straordinario, anzi è<br />
poco. Preghi perché lo spirito del Signore aleggi su questi<br />
popoli e li faccia tutti cristiani. Se il mio sangue fosse<br />
seme di cristiani, oh come desidererei versarlo fino all’ultima<br />
stilla per sì santo e degno scopo! E Lei preghi<br />
molto per me affinché il Signore mi dia lo zelo degli<br />
apostoli e la fede dei profeti e così possa essere meno<br />
indegno lavoratore nella mistica vigna.<br />
*<br />
49
Studio e annuncio della Parola<br />
Il Servo di Dio, sempre in Cina, vuole essere un missionario<br />
per annunciare la Parola di Dio e quindi sente<br />
l’esigenza di studiarla-meditarla. A questo scopo diverse<br />
volte scrive per avere commenti biblici aggiornati.<br />
Quanto le chiedevo altre volte non me lo provegga perché<br />
più che altro desidero una cosa utile molto ed è un<br />
buon commento della sacra bibbia in francese, o in italiano,<br />
non importa. Il commento dei Salmi del povero<br />
sfortunato D. Menocchi mi si dice che sia stupendo e<br />
che non contenga errori. Mi farebbe la carità di mandarmelo:<br />
sarà quella la strenna di Natale. Per il Nuovo Testamento<br />
c’è il Sales che credo abbia già in parte anche<br />
il Vecchio Testamento.<br />
Una tenera devozione: Maria<br />
Una tenera devozione era riservata anche a Maria. E’<br />
ampiamente documentata sia a livello autobiografico,<br />
che biografico e processuale. Dai biografi abbiamo già<br />
saputo che il Servo di Dio seminava di “Ave Maria” le<br />
strade della Cina, ma non solo in Cina. La corona del<br />
rosario, affermano i testimoni, era attaccata al manubrio<br />
della sua bicicletta, la teneva in mano percorrendo<br />
i corridoi dell’Istituto o i dormitori. Almeno una volta<br />
alla settimana si recava al famoso santuario vicentino<br />
di Monte Berico, ma ha voluto recarsi anche a Lourdes.<br />
Se volessimo parlare di una gerarchia delle devozioni<br />
50
Il Beato<br />
Guido Maria Conforti,<br />
fondatore dell’Istituto<br />
Parma<br />
L’Istituto Missioni Estere<br />
51
del Servo di Dio dovremmo rifarci alle tante intestazioni<br />
delle sue lettere: Gesù, Maria, Giuseppe. Non abbiamo<br />
che l’imbarazzo della scelta nella vasta documentazione<br />
che possediamo. Scrive a Melania.<br />
Avrei tante altre cose da dire, ma vedo che divento troppo<br />
seccante perché eterno; tuttavia non posso a meno di<br />
pregarla a voler passare santamente il bel mese consacrato<br />
alla B.V. del SS. Rosario. La sincera e costante<br />
devozione alla Nostra Celeste Madre è segno certo di<br />
predestinazione. La onori quindi come sempre e la faccia<br />
onorare anche dai suoi scolaretti. A questi ho pensato<br />
di mandare una piccola medaglia riportante l’immagine<br />
di S. Luigi e dell’Immacolata.<br />
52<br />
*<br />
Circa il suo pellegrinaggio a Lourdes non mancano<br />
espressioni di amore e di grande devozione a Maria.<br />
Di Lourdes cosa Le dirò mai? Le dirò che è un pezzo di<br />
Cielo caduto in terra, sia per le bellezze naturali, sia per<br />
la viva fede e per l’ardente carità con cui da tutti si prega<br />
e si prodigano per i poveri ammalai, i barellieri e le dame<br />
di carità. Cose commoventi!<br />
La processione col SS. Sacramento e la benedizione quasi<br />
ad ogni ammalato e le invocazioni in diverse lingue strappano<br />
le lagrime, anche a quelli che hanno il cuore di<br />
pietra.<br />
Non ho assistito, ma visto e parlato con una miracolata<br />
di Trieste da tanti anni a letto e che benché giovane, l’ave-
vano messa fra gli incurabili. Ora è perfettamente guarita.<br />
E le grazie spirituali chi le può numerare?<br />
*<br />
Ben documentato è il miracolo ottenuto a Lourdes nel<br />
1929 da uno dei suoi ragazzi. Ne parla sia il Servo di<br />
Dio, che la persona guarita. Ne scrive a Melania.<br />
La gioia che ho provato è stata questa. Ho mandato uno<br />
dei nostri ragazzi a Lourdes. é partito in uno stato compassionevole<br />
ed è tornato se non completamente sano,<br />
molto migliorato in modo che molti dicono che è praticamente<br />
un miracolo. Era ammalato da tre anni e qui<br />
nell’ospedale di Vicenza è stato un anno e mezzo. L’ultimo<br />
anno sempre a letto quasi immobile.<br />
Ho procurato, meglio S. Giuseppe ha procurato di mandarlo<br />
a Lourdes. é partito in barella e nel dubbio di arrivare<br />
alla meta del pellegrinaggio.<br />
é ritornato in piedi, vestito, cammina, fa le scale, mangia<br />
e digerisce che è un piacere.<br />
La festa che ha avuto all’ospedale quando è entrato nel<br />
ritorno da Lourdes è stata commoventissima. Ora all’ospedale<br />
non lo vogliono più e questa mattina dovrà<br />
andare da un suo zio. E’ migliorato tanto che di più non<br />
si poteva sperare. Viva Maria.<br />
*<br />
In una lettera sembra fissare la gerarchia della diversa<br />
potenza dei suoi intercessori presso Dio.<br />
53
Mi ricordi sempre al Signore, alla B.V. e a S. Giuseppe,<br />
perché mi possa convertire da vero, prepararmi alla morte<br />
che desidererei che (fosse) come quella dei Santi.<br />
Speranza, forza del cammino<br />
La costante aspirazione al Cielo costringe il Servo di<br />
Dio a camminare verso la santità con ogni mezzo.<br />
Siamo santi dunque, senza alcuna riserva e condizione.<br />
Questo è quel grande ed inviolabile desiderio che io ho<br />
sempre e per Lei e per me; e se a questo desiderio<br />
uniformeremo tutta la nostra vita, saremo certi di ottenere<br />
una ricchissima corona di gloria nella patria celeste.<br />
Questo pensiero di esser tutti di Dio è quello che ci conforta<br />
e ci raddolcisce le pene di questo triste esilio cui<br />
siamo stati condannati in causa del peccato. Vivere senza<br />
di questo desiderio è un lento morire, ma con esso la<br />
vita è gioia celeste. Diciamo dunque al Signore più spesso<br />
che ci è dato, specie dopo la S. Comunione, che vogliamo<br />
amarlo, e che vogliamo esser suoi servi fedeli e che<br />
solo desideriamo la sua maggior gloria e la nostra<br />
santificazione.<br />
Questo e null’altro per me desidero, e tutti i miei pensieri<br />
e tutti i miei affetti e tutte le mie opere a quella meta<br />
nobilissima le dirigo.<br />
E non siamo noi stati creati per il Cielo? Dunque il nostro<br />
cuore solleviamolo da questa terra infesta e indirizziamolo<br />
alla vera patria che da tanti secoli la bontà di<br />
Dio ci tien preparata. Nelle afflizioni, nelle malinconie<br />
54
uno sguardo a quel seggio riempito di gloria che lassù ci<br />
aspetta! Le croci di questa terra sono dolci se si pensa al<br />
Cielo, e sono una moneta vilissima colla quale ci<br />
comperiamo una felicità ineffabile.<br />
Fiducia e pieno abbandono alla volontà di Dio<br />
La radice e la forza della speranza è per P. Uccelli la<br />
fiducia e l’abbandono completo alla volontà di Dio. Il<br />
Servo di Dio intende mettersi nelle mani di Dio come un<br />
morto.<br />
Coraggio nel Signore e dica spesso Fiat voluntas tua,<br />
con l’intenzione di volerla fare sempre e in tutto. Mettiamoci<br />
come morti nelle mani di Dio, e Lui faccia di noi e<br />
delle cose nostre secondo il suo divin volere che ci verrà<br />
manifestato dai nostri superiori, e in modo speciale da<br />
chi guida l’anima nostra.<br />
E ancora: in un’altra lettera, sempre a Melania, afferma<br />
che la tensione costante di ogni cristiano dovrà essere<br />
l’adeguamento totale alla volontà di Dio. E’ Lui che<br />
guida la nostra vita in tutte le circostanze e ci conduce<br />
al porto sicuro della salvezza.<br />
Mettiamoci sempre nel mare di acqua dolce della dolcissima<br />
volontà di Dio, e non temiamo. Il Signore vuole<br />
solo il nostro bene, anzi il maggior nostro bene, e a questo<br />
scopo dispone gli eventi. Il nostro pregare sia fatto di<br />
uniformità al volere di Dio e allora il male diventa sop-<br />
55
portabile e meritorio. Quando la croce pesa troppo sulle<br />
nostre deboli spalle, diciamo a Gesù benedetto che ci<br />
faccia da Cireneo.<br />
La Croce icona di speranza<br />
La vita di P. Uccelli sembra interamente vissuta nella<br />
costante pratica delle virtù teologali. Sembra che abbia<br />
vissuto la speranza in maniera eroica anche quando era<br />
sacerdote nella sua diocesi di origine, Reggio Emilia.<br />
Abbiamo numerose testimonianze autobiografiche di<br />
quel periodo. Sempre nell’ottica dell’esempio di Gesù,<br />
il Servo di Dio non si spaventava per persecuzioni,<br />
incomprensioni, ostilità da parte anche del clero. Don<br />
Uccelli sapeva a chi aveva offerto la vita: a Gesù che<br />
conosce tutto. L’importante era non offendere Lui, avere<br />
Lui dalla propria parte! E’ un onore soffrire per Gesù,<br />
perché in questo consiste la vera imitazione di Cristo.<br />
Scrive a Melania.<br />
Ella si prende pensiero degli insulti ricevuti da due o tre<br />
individui, ma deve rallegrarsene, poiché è bella e santa cosa<br />
l’esser ingiuriati e vituperati in odio della religione che si<br />
professa e dell’abito che si veste, e così dalla lontana le<br />
mille miglia, serve come di occasione per imitare nostro<br />
Signore G.C. che fu insultato in tutto il tempo di sua vita.<br />
56<br />
*<br />
Nelle Parrocchie, dove era stato a predicare come missionario,<br />
circola la voce che Don Pietro sia diventato
pazzo. Il Servo di Dio pensa che anche Gesù era stato<br />
trattato da pazzo e non una sola volta. In quell’ottica<br />
non può meravigliarsi per tale accusa e rimane tranquillo,<br />
anzi si sente persino onorato dell’accusa.<br />
So che in montagna è corsa la voce che io sia impazzito e<br />
ciò, secondo me, credo sia venuto da un’azione mia che<br />
feci non certo per impulso di pazzia. Quale migliore notizia<br />
mi poteva Ella dare di questa? Non son degno no di<br />
certo di esser trattato come N.S.G.C. che fu trattato da<br />
pazzo: questo è un onore di cui mi sento indegno. Che<br />
consolazione per me il diminuire nella stima del mondo<br />
se potessi crescere nell’amor del Signore! Sì, sì mi si chiami<br />
pur pazzo, non mi si offende ma mi fanno solo pensare<br />
alla indegnità di esser seguace di Colui che fu il ludibrio<br />
della gente, sebbene fosse il Redentor dell’universo.<br />
Non siamo noi cristiani? Sì, è vero? Ma che vuol dire essere<br />
cristiani? Vuol dire essere imitatori di G. C.? In che<br />
possiamo noi imitarlo se non nelle sue umiliazioni? Onnipotente<br />
dobbiamo adorarlo; giusto dobbiamo temerlo;<br />
buono e misericordioso amarlo; umile, mortificato, abbietto<br />
o vilipeso imitarlo. Vede se ho dunque ragione di esser<br />
contento di aver imitato da lungi mille miglia N.S.G.C.<br />
*<br />
Alla sua sorella spirituale parla un linguaggio decisamente<br />
insolito, un linguaggio da mistica della Croce.<br />
Mi dispiace tanto nel sentire che Lei ha certi presentimenti<br />
sinistri. A chi ama Dio come Lei, niente può es-<br />
57
sergli di incubo. Gettiamo noi e le nostre preoccupazioni<br />
nel S. Cuore di Gesù e poi riposiamo in pace dopo<br />
aver fatto il nostro dovere... Dalla sua carissima lettera<br />
capisco troppo bene che Lei è proprio in croce. L’invidio<br />
di cuore e vorrei che avesse un po’ di carità anche verso<br />
di questo suo umile fratello e che non volesse tutto per<br />
Lei il calice che inebbria le anime buone della più pura<br />
gioia: Pregherò perché il Signore Le accresca le croci e<br />
colle croci le accresca pure la pazienza e così si farà tanti<br />
meriti per la vita eterna. Non La vorrei lasciar sola con<br />
la croce in spalle ma vorrei e tanto desidererei di esserLe<br />
compagno al Calvario per esserLe poi compagno nella<br />
gloria. Il fuoco della carità si alimenta del legno della<br />
croce.<br />
58<br />
*<br />
Il Servo di Dio, come abbiamo più volte osservato, non<br />
si sente un teologo ed esprime se stesso con semplicità,<br />
partendo dall’esperienza di ogni giorno. A Melania fa<br />
notare che i santi erano tutti innamorati della croce e<br />
noi dovremmo esserlo altrettanto.<br />
Godo dirLe che ho preso in santa pace le croci che il<br />
Signore mi ha mandato e che la loro pesantezza mi fa<br />
più piacere che dolore. Al mondo i santi stavano bene<br />
quando stavano male e al contrario male quando stavano<br />
bene. E noi che dobbiamo imitare i santi, dobbiamo sforzarci<br />
e con la grazia del Signore riuscire ad avere gli<br />
stessi sentimenti. Prego sempre per Lei, per i suoi carissimi<br />
fratelli, e non mi dimentico dei suoi affari tempora-
li. Il Signore , dicevo, ci vuole provare, e noi dobbiamo<br />
sostenere la prova fosse anche quella del fuoco.<br />
*<br />
L’esperienza di Gesù sarà anche quella di tutti i cristiani:<br />
Gesù fece del bene e ricevette del male. Non ci sarà<br />
da meravigliarsi se le stessa cosa capiterà anche a noi.<br />
Far del bene e aspettarsi del male in questo mondo. Ecco<br />
la regola che patisce poche eccezioni. Direi ancor io di<br />
non prolungarsi più. Lui sa d’essere in fallo ed è per questo<br />
che con Lei sta serio. Gli dica o gli faccia dire che<br />
Lei non ha intenzione di farGli causa, ma che quando<br />
Lei sarà in paradiso, altri faranno valere i di Lei diritti.<br />
Malattia e sofferenza in vista della Risurrezione<br />
Questo aspetto di speranza è particolarmente presente nelle<br />
testimonianze autobiografiche del Servo di Dio. Citeremo<br />
con una certa abbondanza queste testimonianze autobiografiche,<br />
perché rivelano che la speranza di P. Uccelli nasceva<br />
dalla contemplazione di Cristo, a livello mistico. La<br />
sofferenza fisica diventa, nel cristiano, sofferenza di Gesù<br />
e sembra questo un passaggio obbligato verso la speranza<br />
della risurrezione e la gloria del Paradiso.<br />
Il Servo di Dio era ancora poco più che trentenne, e ancora<br />
aspirante alla Cina, quando mette per iscritto questa<br />
elevazione spirituale, traboccante di speranza. Si noti<br />
che anche la Cina e la prospettiva di martirio era riverbero<br />
di una speranza teologale.<br />
59
Ho messo tutto nelle mani di Dio, il quale sono certo disporrà<br />
secondo il meglio dell’anima mia. Non ho avuto<br />
un desiderio sì vivo di andare in Paradiso come ora, e chi<br />
sa che il Signore non mi faccia sì bella grazia. Desidero la<br />
Cina per assicurarmi il Cielo, ma se c’è modo d’andare in<br />
Cielo direttamente, sono più che pronto. Fiat voluntas Dei.<br />
60<br />
*<br />
La speranza si manifesta soprattutto nei momenti difficili,<br />
quando cioè si è al termine della vita terrena e il<br />
calvario è in vista, specialmente se assieme alle tragedie<br />
esterne sono unite sofferenze fisiche. La sua speranza<br />
è solo nel Signore.<br />
Io ora sto benino, ma da un momento all’altro il mal di<br />
ventre viene a visitarmi anche un po’ sgarbatamente. é<br />
ulcera? Allora soffrire e offrire al Signore in isconto dei<br />
miei peccati e per ottenere grazie e benedizioni a tutte<br />
quelle persone che mi hanno tanto beneficato.<br />
Siamo sotto ai Tedeschi, ma sono buoni, almeno fino ad<br />
ora. La speranza nostra è tutta nel Signore, nella Madonna<br />
e in San Giuseppe.<br />
*<br />
Il Servo di Dio sa che Dio è Padre e da lui accetta tutto.<br />
Prendiamo tutto dalle mani di Dio e ringraziamolo sempre.<br />
*
Cina - Il Tempio del Cielo,<br />
simbolo della religiosità del<br />
popolo cinese<br />
Padre Uccelli è divenuto<br />
Fong Shenfu<br />
Padre Uccelli vestito alla cinese<br />
Cina - Davanti alla propria casa<br />
con il cane fedele<br />
61
La prospettiva del Paradiso e dei meriti che si possono<br />
acquistare fa vedere la sofferenza in una luce diversa, la<br />
luce di Cristo sul Calvario. Nei consigli che offre vediamo<br />
un sicuro cenno autobiografico.<br />
Coraggio nel Signore e preghiamo perché si faccia nel<br />
dolore rassegnato tantissimi meriti. Lei ha a sua disposizione<br />
il tesoro delle sue sofferenze e può comperare<br />
per sé e per tanti altri tutte quelle grazie che desidera. Il<br />
dolore è la chiave d’oro degli scrigni di Dio. Vorrei<br />
esserLe vicino per confortarLa, per incoraggiarLa a salire<br />
l’erta del suo calvario, ma anche per dirLe di non<br />
dimenticarsi di mettermi a parte dei suoi meriti.<br />
62<br />
*<br />
P. Uccelli suggerisce che bisogna ringraziare il Signore<br />
anche nella sofferenza. “Guardiamo sempre in alto!”.<br />
Qui io tiro innanzi alla meglio. Bene bene, mai o quasi<br />
mai. Maluccio, abbastanza spesso. Ma ne ringrazio il<br />
Signore, che con gli acciacchi e con le sofferenze mi fa<br />
capire che il tempo di andarmene è vicino. Il freddo,<br />
nemico dei vecchi e degli ammalati, si avanza. Cosa dobbiamo<br />
fare? Prenderlo quando e come viene e ringraziare<br />
il Signore, che ci dà il necessario per ripararci.<br />
Guardiamo sempre in alto. Preghiamo il Signore che ci<br />
accresca la fede, la speranza e la carità, perché possiamo<br />
soffrire con merito.<br />
*
In altre lettere il Servo di Dio parla sempre della sofferenza,<br />
ma anche della rassegnazione, anzi, con l’occhio della<br />
fede riconosce nella sofferenza un dono di Dio, che ci rende<br />
simili a Cristo sofferente. Da questi brevi scritti, ormai<br />
anziano, traspare la forza della speranza cristiana, anzi la<br />
sicurezza che Dio non ci mancherà mai. E’ per questa presenza<br />
che le sofferenze possono rivelare l’amore di Dio,<br />
come del resto è stato svelato sul Golgota. Insistiamo su<br />
questi insegnamenti del Servo di Dio, perché ad un certo<br />
momento tutti noi dovremo confrontarci con tale realtà.<br />
Le malattie sono un dono di Dio; accettiamole come tali<br />
e ringraziamo il Signore che ci fa degni di portare un<br />
pezzetto della sua croce. Io sto meno bene del solito.<br />
Dico a stento con grande fatica la santa Messa. Il ventre<br />
e le gambe non vogliono far giudizio. Pazienza e avanti<br />
in Domino. E tutto per il Signore.<br />
*<br />
Penso con santa invidia ai tantissimi meriti che Lei si<br />
accumula. Mi metta a parte di tutti i meriti perché possa<br />
ancor io venirLe appresso nel santo Paradiso a godere e<br />
a lodare il Signore per tutta l’eternità.<br />
Le file di quelli che hanno su per giù la nostra età vanno<br />
assottigliandosi sempre più. Ringraziamo il Signore per<br />
essere arrivati fino a questa età. E preghiamolo a concederci<br />
tutte quelle grazie che ci sono necessarie per prepararci<br />
a fare una morte santa.<br />
*<br />
63
Perdoni il mio lungo silenzio causato dal non potermi<br />
mettere a tavolo per scrivere, perché la testa la viene confusa<br />
e le idee, che ne ho così poche, scappano anche quelle.<br />
... Da ricordare: Amare il Signore fino alla pazzia e<br />
soffrire sino al martirio.<br />
64<br />
*<br />
“Sono sempre in pericolo di cadere e, come credo d’averle<br />
detto, due volte misurai la scala in malo modo. Il Signore<br />
mi assistette e non mi ferì niente di niente, benché il<br />
tonfo fosse terribile.<br />
Le gambe a volte mi fanno di questi brutti scherzi. La vecchiaia<br />
è arrivata carica dei suoi doni non troppo graditi”.<br />
*<br />
La malattia ci rende simili al divino Maestro e ci permette<br />
di fare nostri i suoi sentimenti di misericordia, per<br />
la conversione dei peccatori, perché proprio per questo<br />
Gesù moriva in croce, perché tutta l’umanità potesse ritornare<br />
a Dio. Questo è quanto offre alla considerazione<br />
della sua sorella spirituale anziana e inferma.<br />
Preghi tanto per la santificazione del clero, specialmente<br />
per il sottoscritto, per la conversione degli infedeli e dei<br />
poveri peccatori e per suffragare le anime Sante del Purgatorio.<br />
Amiamo il dolore che fa simili a Gesù benedetto<br />
e preghiamo il Signore perché ci dia la sua rassegnazione.<br />
*
In un’altra lettera, lo stesso Servo di Dio allarga le intenzioni<br />
per l’offerta delle sofferenze, che diventano le<br />
sofferenze di Cristo.<br />
La prego di dividere le lunghe ore delle sue sofferenze<br />
per i diversi bisogni di questo povero mondo e in modo<br />
speciale per la conversione dei peccatori, per i poveri<br />
moribondi e per le anime sante del Purgatorio, per le<br />
Missioni, per il S. Padre e per i nemici della S. Chiesa e<br />
in ultimo per la tanto desiderata pace.<br />
E ancora:<br />
*<br />
Tutti i suoi dolori li offra al Signore per le mani di Maria<br />
SS. affine di ottenere la conversione degli infedeli, la<br />
conversione dei peccatori, la santificazione del clero e<br />
la perseveranza dei giusti.<br />
*<br />
La citazione seguente presa da Don Giovanni Rossi e<br />
che P. Uccelli fa sua, può considerarsi come una sintesi<br />
di come il Servo di Dio vive durante la sua malattia.<br />
Ammalati, dobbiamo fare, colla grazia del Signore, del<br />
nostro letto un altare, del nostro corpo una vittima, del<br />
nostro spirito un sacerdote che immola volontariamente,<br />
come Gesù in croce, la propria umanità per espiare i suoi<br />
e nostri peccati, per ringraziare Dio di tante grazie rice-<br />
65
vute e per pregare per tutta l’umanità. Don Giovanni<br />
Rossi.<br />
Il Comandamento di Gesù<br />
Dalle testimonianze che possediamo appare che la virtù<br />
teologale della carità dal Servo di Dio è stata vissuta in<br />
modo eroico. I parametri per riconoscere l’autentica<br />
carità cristiana, contenuti nel Catechismo della Chiesa<br />
Cattolica ci permettono di identificare e qualificare il<br />
tipo di carità vissuta da P. Uccelli. La presentazione della<br />
Carità del Servo di Dio verrà fatta in due parti distinte<br />
anche se non separabili: carità verso Dio e carità verso<br />
il prossimo. Ecco innanzitutto il pensiero di P. Uccelli<br />
sull’importanza della carità.<br />
La carità è la prima delle virtù; la mortificazione è di<br />
molto più addietro di quella. Utilissima è la mortificazione,<br />
ma indispensabile la carità. Più che sia possibile<br />
esteriormente mostriamoci come gli altri in tutto, fuori<br />
s’intende che nel male, ma interiormente procuriamo<br />
d’avanzare tutti e ciò perché torna grato a Dio ed a noi di<br />
sommo vantaggio.<br />
Amare Dio con tutto il cuore<br />
Il Servo di Dio desidera non un semplice amore di Dio,<br />
ma “un amore gigante”. A Melania.<br />
66
Domandiamo sempre al Signore questa grazia che deve<br />
essere quella che ci deve far trionfare di tutto, poiché la<br />
carità tutto vince.<br />
Per me e per Lei ogni giorno e più volte innalzo al Cielo<br />
qualche breve giaculatoria onde ottenere non un amore<br />
comune di Dio, ma un amore gigante. Tutto quello che<br />
faccio è a questo santo scopo; Lei faccia che le mie preci<br />
siano esaudite e ne sarà contenta oltremodo.<br />
*<br />
Il Servo di Dio non si stanca di chiedere preghiere perché<br />
possa davvero amare il Signore con tutto il cuore,<br />
anche senza compensazioni a livello sentimentale. Sente<br />
sempre un desiderio fortissimo di amare Dio, anche se<br />
si accorge che la realtà della vita di ogni giorno non gli<br />
permette una risposta adeguata ai desideri, perché gli<br />
sembra semplicemente impossibile.<br />
Vorrei proprio amare il Signore con tutto il mio cuore,<br />
con tutte le mie forze, ma non riesco per niente, quantunque<br />
altri creda che riesca bene in ciò. Del resto consoliamoci<br />
che l’amor di Dio non è necessario sentirlo<br />
nel cuore, ma è sufficiente il desiderarlo, ed è già amor<br />
di Dio il far tutto per la sua maggior gloria senza badare<br />
a quel che potrà dire il mondo fallace sul conto<br />
nostro.<br />
67
Martirio: suprema testimonianza di amore<br />
Il Servo di Dio fin dai primi anni di sacerdozio, nonostante<br />
una attività pastorale talvolta quasi frenetica, ha<br />
dei momenti di profonda intimità col Signore, momenti<br />
altamente mistici, che lo portano ad avere gli stessi sentimenti<br />
di Cristo. Egli sente di essere amato da Cristo<br />
fino al dono supremo della vita. Come ricambiare tale<br />
atto di amore? Come risposta a tanto amore il Servo di<br />
Dio desidera ardentemente dare una prova di amore,<br />
offrendo la propria vita per Cristo fino al dono supremo<br />
del martirio. Egli confessa solennemente questo suo desiderio.<br />
Il pensiero del martirio lo sostiene in tutte le sue<br />
tribolazioni.<br />
Ciò che mi conforta e che mi fa sembrar meno aspra la<br />
vita, che anzi, alle volte, giunge a consolarmi, in mezzo<br />
alle afflizioni e alle amarezze, di una consolazione tutt’altro<br />
che terrena, è il pensiero di versare tutto il mio<br />
sangue per amore di Dio e come suggello della fede che<br />
professo. Questo de’ miei pensieri è il re; ma temo, e<br />
temo molto, e non senza fondamento di non riuscire a<br />
ciò, forse per castigo delle mie colpe.<br />
68<br />
*<br />
Spero solo nella carità di un qualche boxer, che m’abbia<br />
a far passare dalla terra al Cielo dopo aver versato il sangue<br />
tutto in conferma della dottrina evangelica. Mi pare<br />
di esser sicuro di morir martire, e mi tengo in qualche<br />
modo sicuro anche del beato regno. Lei preghi sempre a
questo altissimo e santissimo scopo e ne sarà ad usura<br />
rimeritata.<br />
Il pensiero del martirio è quello che mi sostiene in tutte<br />
le mie fatiche, che mi dà lena e coraggio a compiere con<br />
gioia tutti i miei doveri. Infatti se Iddio è morto per me,<br />
perché non debbo io desiderare di morir per Lui? Se l’uomo<br />
per natura mira a grandi cose, quale più sublime di<br />
questa che ci rende oggetto di ammirazione al Cielo e<br />
alla terra e ci mette in possesso del nostro ultimo fine?<br />
Venga pure la morte sotto qualsiasi veste, non la temo,<br />
ma con santo desiderio la invoco quale amica fedele che<br />
mi deve dischiudere le eternali porte della celeste<br />
Gerusalemme. Non solo al presente, ma anche e ben più<br />
quando sarò in Cina voglio far di tutto per non star mai<br />
in ozio volontario, ma sempre impiegato negli uffici del<br />
mio sacro ministero nello studio affine di domare il mio<br />
corpo e più facilmente avviarmi alla perfezione cristiana<br />
e alla morte ad un tempo.<br />
*<br />
E’ solo l’amore di Cristo che lo spinge a desiderare il<br />
martirio.<br />
In Cina c’è un po’ di sommossa e proprio dove sono i<br />
nostri missionari. Spero e prego perché si mettano quieti<br />
ancor un po’ per insorgere poi quando saremo là ancor<br />
noi e così poter in poco tempo guadagnarci la eterna gloria<br />
dei cieli mediante un glorioso martirio. Dio volesse che<br />
fosse così: solo il desiderio d’amare il Signore e di andarlo<br />
a godere mi punge; alle altre cose non sono indif-<br />
69
ferente, ma poco manca. Preghi perché lo divenga del<br />
tutto.<br />
Signore, che v’ami: sia questa la giaculatoria che frequentemente<br />
innalziamo al Cielo e a poco e poco otterremo<br />
un incendio d’amore divino con un cumulo di grazie<br />
necessarie alla nostra santificazione.<br />
Il Crocifisso icona dell’amore<br />
Guardando a Cristo in croce, sofferente per amore, P.<br />
Uccelli, con cuore da innamorato, mette insieme l’amore<br />
verso Dio con l’amore verso la croce e la sofferenza.<br />
La santità è e rimarrà sempre imitazione di Gesù, avere<br />
gli stessi suoi sentimenti. L’amore di Dio si è reso visibile<br />
soprattutto nel dono totale di Gesù sulla Croce. Dalla<br />
sofferenza della Croce esce un fascio di luce che illumina<br />
i momenti di dolore talvolta grandi della nostra vita.<br />
Se Gesù ha sofferto significa che la sofferenza non è più<br />
una disgrazia, è diventata piuttosto un’ icona di amore.<br />
La strada seguita da Gesù è come un passaggio obbligato<br />
verso la gloria. A Melania.<br />
Creda che io La invidio, perché vedo con gli occhi della<br />
fede quanto Le voglia bene il Signore, che La fa degna<br />
di unirLa alla Sua Croce per la salvezza di tante anime.<br />
La più bella e sicura prova dell’amore è la sofferenza, e<br />
tra le sofferenze quelle che non scegliamo noi , ma quelle<br />
che ci regala il Signore e che noi con rassegnazione<br />
accettiamo. Vorrei io poter essere il suo cireneo perché<br />
potesse aver qualche po’ di riposo, per riprendere poi la<br />
70
Cina - Quando quella pagoda<br />
diventerà una chiesa di Dio?<br />
Vicenza - La Madonna vigila<br />
materna sulla città dal suo<br />
Santuario a Monte Berico<br />
Vicenza - La Piazza dei Signori, cuore della città<br />
71
sua croce con più slancio di prima. Che il Signore Le dia<br />
tanta rassegnazione, anzi che Le faccia apparire dolce il<br />
soffrire per suo amore e per la conversione degli Infedeli<br />
e dei poveri peccatori, e che La sollevi anche un poco da<br />
quel suo dolorosissimo male.<br />
Non si lamenti se non può pregare. Procuri di portare la<br />
sua croce con pazienza, l’offra al Signore per impetrare<br />
tutte quelle grazie che Lei desidera e per ottenere la conversione<br />
dei poveri peccatori, degli infedeli e per suffragare<br />
le SS. anime del Purgatorio e per la perseveranza<br />
dei giusti.<br />
72<br />
*<br />
Cristo in croce è quindi il modello del cristiano, ma soprattutto<br />
del missionario, che deve essere spinto solo<br />
dall’amore.<br />
Tutti siamo carichi di croci, nessuno è stato risparmiato<br />
dal portarla; ma purtroppo v’è chi non le vuole portare e<br />
allora conviene che con doppia fatica e stento le trascini<br />
senza nulla guadagnare di merito. Il Crocifisso sia il nostro<br />
specchio, e mirando e meditando le sofferenze di<br />
Gesù innocente, acquisteremo forza a sostenere le nostre<br />
che ci sono dovute.<br />
*<br />
In Cina, provocato da tragedie incredibili, trova forza<br />
nell’icona del Crocifisso.
Gesù crocifisso è la nostra guida, il nostro amico e il<br />
nostro premio. Quando le tribolazioni e le croci sono tali<br />
e tante da avvilirci, prendiamo in mano il santo Crocifisso,<br />
baciamo quelle piaghe adorate, meditiamo quanto è<br />
dolce patire con Gesù e quanto invece è amara la gioia<br />
mondana.<br />
La vita è un dono<br />
L’amore del prossimo parte dall’amore di Dio e si apre<br />
verso l’umanità, amata da Cristo fino a morirne. E’ questa<br />
la base sulla quale il Servo di Dio pone tutta la sua<br />
vita cristiana e apostolica. Se le miserie del prossimo<br />
sono spirituali, queste meritano ancora più attenzioni di<br />
quelle materiali. Tanto più deplorevole è la situazione<br />
del prossimo, tanto maggiore deve essere il nostro amore<br />
verso di lui. Sono questi i concetti che ci presentano il<br />
significato dell’amore al prossimo.<br />
Circa l’amore del prossimo Le dirò solo che è cosa facile<br />
quando si ama Iddio, poiché chi ama davvero una persona<br />
ama anche tutto ciò che quella persona amata ama;<br />
ora Iddio ha amato gli uomini sino al punto di morire per<br />
loro. Dunque anche noi li dobbiamo amare.<br />
Nell’amor del prossimo non dobbiamo guardare alle doti<br />
naturali, alla gratitudine che i beneficati ci dimostrano,<br />
ma solo ed unicamente il loro bisogno; e tanto più deve<br />
essere ardente il nostro amore quanto più deplorevole è<br />
lo stato del nostro prossimo. Se le miserie del nostro prossimo<br />
sono spirituali, tanto più grandi siano le nostre cure<br />
73
affettuose. L’amore vince tutto, dice lo Spirito Santo, e<br />
noi con l’amore potremo conquistare a Dio anche le anime<br />
più depresse.<br />
74<br />
*<br />
Padre Uccelli non solo parla di carità, ma vive la carità.<br />
In una lettera accenna alle sue continue visite ad ammalati<br />
e poveri, per cui non ha tempo neppure di scrivere<br />
alle persone cui è obbligato.<br />
Deve scusare se scrivo così poco. é vergogna, lo capisco,<br />
ma se sapesse che faccio le scale tantissime volte al<br />
giorno quando sono in casa, e una buona parte del giorno<br />
vado fuori a trovare e a confortare poveri ammalati.<br />
Del tempo me ne resta poco, troppo poco, e anche quel<br />
poco non lo so impiegare come si deve. Preghi tanto per<br />
me in questo bel mese, perché possa ottenere la grazia<br />
tanto importante di pensare di più all’anima mia, senza<br />
però trascurare le anime affidate alle mie povere cure, e<br />
alle altre che domandano soccorso.<br />
Amore come servizio incondizionato<br />
Ogni momento della sua vita è stato un dono totale al<br />
Signore e al prossimo. La vita del Servo di Dio si identifica<br />
col ministero sacerdotale vissuto con gioia e totale<br />
dedizione. Il primo dono che P. Uccelli, sacerdote, ha<br />
offerto al prossimo è l’annuncio dell’amore di Dio e del<br />
suo Regno. Era consapevole che nulla di più grande po-
tesse offrire ai fratelli e alle sorelle. Fin dall’inizio del<br />
suo sacerdozio a Reggio Emilia lo troviamo occupato<br />
all’inverosimile in predicazioni, missioni popolari, confessioni,<br />
organizzazioni cristiane laicali. Ecco quanto<br />
riferisce a Melania circa il suo servizio pastorale al tempo<br />
della sua presenza a Piolo.<br />
Ho ricevuto per mezzo del M.R. Sig. Rettore D. Riccardo<br />
Azzolini la relazione della conferenza Belelli tenuta a<br />
Cervarezza, ove pure vi era una lode, certo non meritata,<br />
per l’umile sottoscritto. Grazie di cuore della premura<br />
che ha avuto.<br />
La S. Missione di Ginepreto è riuscita felicemente: parroco<br />
e parrocchiani sembrano contenti, anzi ... a voce il<br />
resto.<br />
In salute ora mi trovo bene, ma temo sempre, perché<br />
imprendo fatiche che per me sono troppo pesanti; pazienza,<br />
faccio questo per ubbidienza, dunque non sarò<br />
in faccia al Signore responsabile.<br />
Il mio itinerario di predicazione è questo: Giovedì Piolo<br />
– Venerdì Ligonchio od Acquabona. Domenica Piolo o<br />
Felina – Martedì Cervarezza per incominciarvi la S.<br />
Missione con D. Luppi, bravissimo e zelantissimo Missionario<br />
Apostolico e Professore di Teologia, e quel che<br />
più mi piace, Missionario Reduce della Cina (di quante<br />
domande non lo tempesterò?).<br />
Dopo la Missione di Cervarezza, andrò, se la salute lo<br />
permetterà, a Busano per quindici giorni, e poi forse alla<br />
Gatta, ove andrei più che volentieri colla speranza di poter<br />
appianare ogni difficoltà perché il mio ideale venga effettuato.<br />
75
Sono chiamato a Crovara, a Nigone, a Felina e a Cerè.<br />
Tutti m’invitano per l’Ognissanti, ma io fedele alla parola<br />
datale, risponderò, con fatica, sa?, negativamente a<br />
tutti, contento di rimaner nella mia Piolo.<br />
76<br />
*<br />
Non solo accenna agli spostamenti, ma anche agli orari<br />
massacranti di una giornata di ministero, già dal mattino<br />
presto, confessioni, panegirici con la conseguente<br />
stanchezza e addirittura colpi di sonno durante il servizio<br />
liturgico, con fatiche davvero eccezionali. Scrive a<br />
Melania.<br />
Ora mi trovo a Cerè Sologno, ove la mi va non troppo<br />
bene riguardo alla predicazione, dovendo alla mattina<br />
fare due prediche così per tempo che alle 6 sono già spediti<br />
i fedeli, dopo di aver ascoltate due Messe e due prediche<br />
ed assistito la benedizione col Venerabile.<br />
Predico a occhi chiusi causa il sonno che non posso scuotere<br />
a modo. Alle 5 sono già dietro alla SS. Messa, nella<br />
quale mi rammento debolmente ed indegnamente di Lei<br />
che tanto sa pregare per me.<br />
Sono stato a Cerreto Alpi e ancor là ho dovuto lavorare<br />
per uno e mezzo. Alle 23 della vigilia di S. Giovanni mi<br />
trovavo ancora ad ascoltare le confessioni. Il giorno di<br />
S. Giovanni feci alla S. Messa tre fervorini, meglio<br />
ferdorini e circa alle 11 il panegirico di S. Giovanni, alle<br />
16 un discorso al circolo e alle 20 un altro discorso al<br />
circolo e al comitato!<br />
Circa la mia salute mi contento, ma bisogna che metta in
pratica un suo consiglio di antica data ma che pure mi<br />
sta sempre avanti agli occhi ed è di lasciare gli esercizi<br />
equestri perché vado sempre in pericolo di rompermi il<br />
collo. Non dubiti che sia caduto, ma c’è mancato molto<br />
poco.<br />
*<br />
Quando da Piolo passa a Poviglio le attività pastorali<br />
tendono piuttosto ad aumentare.<br />
Ieri abbiamo fatto la prima Comunione dei fanciulli ed<br />
erano 86: la funzione riuscì bene, ma non proprio del<br />
tutto, perché deficienti in qualche parte. Ho finito di fare<br />
il catechismo quotidiano e ne avevo anche di bisogno.<br />
Nell’ultima settimana facevo dottrina 5 ore al giorno. Al<br />
mattino c’è tutti i giorni da confessare, alla sera qualche<br />
volta; son poi Suore, poi visita all’Ospedale e agli ammalati<br />
di fuori, in maniera che tutta la giornata si impegna<br />
nell’esercizio del sacerdotale ministero. In giorno di<br />
festa non ho un minuto libero. Pazienza! purché si riesca<br />
a far un po’ di bene come spero.<br />
*<br />
In Cina non ha certo un minuto per se stesso. Sentiamo<br />
da lui la descrizione di una giornata tipica del missionario.<br />
Questa mattina ho fatto dieci battesimi di adulti e così<br />
ho aperto una cristianità nuova che si trova attendata sulle<br />
77
ive del terribile fiume Giallo. Sabato p.v. anderò colà<br />
per predicare un po’, per confortarli, per aiutarli nelle<br />
loro strettezze e specialmente nelle vessazioni che devono<br />
soffrire da parte dei pagani, cordiali odiatori dei cristiani.<br />
Giovedì p.v. vado a trovare altri cristiani e là pure<br />
procurerò di accomodare una cappella e dare occasione<br />
ai pagani di conoscere la nostra santa religione e di entrare<br />
nel numero dei catecumeni. Restituisco tutti i saluti<br />
che per mezzo suo tante anime care al Signore mi mandarono.<br />
Ora sono più che impegnato, ma a giorni avrò<br />
almeno, lo spero, un po’ di tempo libero, e allora scriverò<br />
a lungo e farò come Ella dice. Grazie infinite del tanto<br />
che Ella fa per la povera anima mia. Oh se potessi morir<br />
martire mi parrebbe di poter pagare ogni debito che tengo<br />
con Lei! Ma di tanta grazia sono affatto indegno.Qui<br />
in questa grossissima cristianità mi trovo solo e continuamente<br />
sono in giro per confessare ammalati e portar loro<br />
il santo viatico, per cresimare bambini e anche adulti gravemente<br />
infermi e per altre opere del sacro ministero.<br />
78<br />
*<br />
Uno spostamento in un’altra stazione missionaria della<br />
sua parrocchia cinese, ci offre una ulteriore possibilità<br />
di conoscere l’intensità dell’impegno apostolico del Servo<br />
di Dio in Cina.<br />
Come saprà ho mutato Missione ed ora mi trovo nella<br />
residenza principale, ove pure vi si trova Monsignore.<br />
Questi è sempre o quasi sempre in giro, ed io sempre o<br />
quasi sempre in casa. Abbiamo qui diverse scuole, cioè
quella dei bambini della Santa Infanzia, quella delle bambine<br />
della stessa Santa Infanzia, quella dei catechisti e<br />
quella delle catechiste, più quella dei catecumeni. Il numero<br />
di queste famiglie non è piccolo e il complesso<br />
delle persone è qualche cosa di grande. Ma la Divina<br />
Provvidenza pensa a tutti e in modo speciale a queste<br />
povere creature strappate dagli artigli del demonio. Che<br />
faccio io tutto il giorno? Dopo le mie pratiche di pietà,<br />
giro un po’ da una parte, un po’ da un’altra, per vedere se<br />
tutto si trova al posto, per vedere se si studia e anche per<br />
invigilare le cucine. Sono spesso in moto e concludo<br />
molto poco.<br />
*<br />
A Vicenza la giornata sembrava piena addirittura all’inverosimile.<br />
Pensiamo alla sua attività come formatore,<br />
animatore missionario diocesano,alle uscite per poveri<br />
e ammalati, all’accoglienza in casa, all’ assillante impegno<br />
di sfamare alcune decine di allievi missionari, ai<br />
diversi compiti richiestigli dal Consiglio Generale della<br />
sua famiglia missionaria. ...Non possiamo che concludere<br />
che la vita di P. Uccelli è stata intensissima e completamente<br />
a disposizione degli altri, è stata un pane spezzato<br />
e mangiato per annunciare Cristo e il suo messaggio<br />
di amore. L’apertura disinteressata verso tutti portava<br />
i suoi frutti e non solo a livello spirituale. L’amore<br />
e la gratuità invitavano al contraccambio.<br />
Di Vicenza le nuove sono sempre quelle, cioè una vera<br />
generosità di offerte in genere, che a questi tempi fa una<br />
79
santa impressione e fa conoscere la carità e la fede dei<br />
buoni Vicentini. Che il Signore li benedica tutti<br />
unitamente agli altri tanti benefattori, che non sono di<br />
Vicenza. Che responsabilità per me! Responsabilità che<br />
mi fa pensare e tremare.<br />
Amore verso i peccatori<br />
La conversione dei peccatori costituirà il fulcro della<br />
attività pastorale di P. Uccelli. Il Confessionale sarà il<br />
luogo della misericordia di Dio dove il Servo di Dio passerà<br />
molte ore ogni giorno.<br />
Non può credere quanto mi tocchi a confessare a tutti,<br />
tutti i giorni, nessuno eccettuato. Per esempio oggi sono<br />
stato in confessionale due ore mattine, un æ dopo mezzogiorno,<br />
e alle 6 devo ritornarvi per un’ora circa. Alle<br />
volte esco dal confessionale che non so più ove abbia la<br />
testa.<br />
Stamattina ho confessato per 10, e così anche gli altri tre<br />
sacerdoti. Abbiamo consumato una pisside molto capace<br />
di Sacre Particole. C’è insomma da lavorare fin che si<br />
vuole e sono contento.<br />
80<br />
*<br />
La gioia più grande per P. Uccelli era la conversione dei<br />
peccatori. La chiama esattamente “celeste consolazione”.<br />
Ecco la sua testimonianza.
Padre Pietro Uccelli,<br />
apostolo a Vicenza<br />
per 33 anni<br />
Vicenza<br />
Il portico dell’Istituto<br />
81
Or non posso a meno di dirle anzi di metterla a parte di<br />
una celeste consolazione provata circa un mese fa. Dico<br />
in breve. Il Signore si è voluto servire di me, l’ultimo e il<br />
più indegno dei suoi servi, per far ritornare sulla buona<br />
via un vecchio, ammalato gravemente, che secondo il<br />
pensiero di tutti, da 50 anni non usava più alla Chiesa e<br />
che tutti credevano impossibile persuaderlo al bene. Ora<br />
il detto ammalato sta molto meglio e mi ha promesso<br />
che la prima visita che farà sarà quella di venir da me. La<br />
contentezza, la gioia che provai nell’ascoltare la confessione<br />
e nell’amministrare il SS. Viatico a questo infermo<br />
non mi è possibile farla conoscere, solo Le dirò che mi<br />
sembrava già di godere parte di quella gloria che il Signore<br />
nella sua bontà e misericordia mi concederà in<br />
Paradiso, come fermamente spero.<br />
82<br />
*<br />
Nel ministero della Riconciliazione sentiva viva la presenza<br />
del Signore e nessuna impresa gli sembrava impossibile.<br />
Ha persino tentato di convertire un capo dei<br />
briganti in Cina.<br />
Otto giorni circa prima di morire (il brigante) venne da<br />
me in abito molto povero e mi raccontò un po’ di sua<br />
vita. Era veramente una via Crucis, seminata di continue<br />
paure e di continui e grandi disagi. Era cristiano battezzato<br />
ac olim satis bonus (e una volta anche abbastanza<br />
buono) ed io vedendolo in quel miserabile stato usai<br />
tutta la forza del mio zelo per indurlo a lasciare la brutta<br />
strada che percorreva. Le promesse che mi faceva pare-
vano sincere, ma appena fuori della mia residenza ritornava<br />
quel di prima. Che il Signore abbia misericordia dell’anima<br />
sua e ripeta il miracolo che operò col buon Ladrone.<br />
Amore di predilezione per i poveri,<br />
gli emarginati, i bambini<br />
Sembra di poter dire che P. Uccelli nella persona umana<br />
vedesse l’icona dell’Incarnazione di Cristo. Da quando<br />
Cristo si è incarnato, la natura umana, assunta da Dio,<br />
si è in qualche modo elevata ed è stata fatta oggetto di<br />
speciale attenzione, secondo la Parola stessa di Gesù:<br />
“Qualunque cosa avete fatto al più piccolo dei miei fratelli<br />
lo avete fatto a me” (Mt 25,40).<br />
La solidarietà umana è quindi espressione dell’amore<br />
di Cristo, al cui Cuore il Servo di Dio consacra la sua<br />
missione. Se stende la mano e chiede aiuti all’estero è<br />
solo per motivi di amore. Emblematico il fatto descritto<br />
a Mons. Conforti in una lettera dalla Cina.<br />
Ieri ho raccolto un bambino che avrà un anno circa ed è<br />
molto disgraziato. senza mani e senza un piede ed ha la<br />
vista un po’ difettosa. Per giunta anche il piede che ha<br />
buono conta solo quattro dita. lo tengo caro questo bambino<br />
che il Signore ieri, proprio nel tempo della benedizione<br />
col SS. Sacramento, mi ha mandato. Spero che il<br />
Signore me l’avrà mandato come una benedizione della<br />
mia residenza e di cui ne vado santamente superbo. Se<br />
potrò fargli fare una fotografia non mancherò di mandarne<br />
una copia a V.E.<br />
83
L’elemosina come amore<br />
In una lettera a Melania sul valore dell’elemosina troviamo<br />
le ragioni per le continue opere di misericordia<br />
praticate dal Servo di Dio durante tutta la vita. E’ lunga<br />
la lettera, scritta mentre era ancora sacerdote diocesano<br />
a Reggio, ma molto illuminante.<br />
Iddio dice per bocca di S. Agostino: “Dammi poco ed io<br />
ti renderò molto”. Che sarà poi di chi ha dato moltissimo?<br />
S. Grisostomo dice che gli uomini danno l’uno per<br />
cento e Iddio dà il cento per uno: quindi lascio a Lei<br />
immaginare quanto Le terrà preparato il Signore sì in<br />
questa che in quell’altra vita. In un altro luogo S. Agostino<br />
dice che il Signore dà a noi cose diverse da quelle che<br />
noi doniamo per suo amore, perché noi diamo beni terreni<br />
e Lui ce li dà spirituali; ci dà meglio di quello che<br />
diamo perché ci dà il paradiso per cose di quaggiù; ci dà<br />
di più di quello che noi diamo perché ci dà il cento per<br />
uno; ci dà cose più durevoli, perché per cose caduche ci<br />
dà cose eterne. S. Giovanni Grisostomo dice che la elemosina<br />
è un’arte col cui mezzo si posson guadagnare<br />
tutte le cose del Cielo e della terra.<br />
Chi dà in elemosina, sempre per amor di Dio, non dona<br />
ma traffica, non perde ma acquista, non getta via ma semina.<br />
Perché sempre meglio conosca la sua felicità mentre pur<br />
deve intendere anche la mia, senta che dice un pio e devoto<br />
autore della elemosina:<br />
L’elemosina è la chiave del Paradiso; è la veste nuziale<br />
che ci introduce al convito della beatitudine eterna; è il<br />
84
manto che copre la moltitudine delle nostre colpe; è l’acqua<br />
che estingue gli ardori dell’inferno; e in ultimo dice<br />
che è la scala che poggia sino al Cielo.<br />
Che consolanti espressioni per chi usa delle proprie sostanze<br />
a favore dei poveri e alla maggior gloria di Dio!<br />
Nelle Sacre Carte si legge che l’elemosiniere porta il sigillo<br />
del Signore per impetrar da Lui quanto desidera. E<br />
S. Agostino passa più avanti e dice che l’elemosiniere<br />
non solamente compra tutte le ricchezze di Dio, ma compra<br />
il medesimo Dio e se ne impossessa come di cosa<br />
propria. Quando ci troveremo al cospetto dell’Eterno<br />
Giudice per esser rimunerati secondo le nostre opere,<br />
dice S. Giovanni Grisostomo che tutti avranno a temere,<br />
meno però gli elemosinieri poiché essi potranno rispondere<br />
affermativamente alle domande dell’Agnello Divino:<br />
Avete dato da mangiare agli affamati, da bere agli<br />
assetati, ecc. ecc.<br />
Amore come solidarietà<br />
Ci riferiamo al tempo della missione in Cina del Servo<br />
di Dio. Con i cinesi si sente davvero fratello e con loro<br />
vuole condividere tutto, anche i pericoli. Non gli sembra<br />
cristiano lasciare i fratelli nel momento di maggior bisogno.<br />
Gesù andava in giro per i villaggi e curava le infermità<br />
di quanti incontrava. P. Uccelli continua la missione di<br />
Gesù in Cina, distribuendo anche solo qualche medicina<br />
di base.<br />
85
Ho però passato una settimana di purgatorio con febbre<br />
e mal di capo. Sono stato a letto tre giorni. Ho mangiato<br />
medicine o porcherie cinesi ed ora mi sento guarito.<br />
Qui in causa delle piogge torrenziali e quasi continue vi<br />
sono molti ammalati di febbre. Il chinino che avevo del<br />
dispensario che Lei mi ha lasciato l’ho di già finito.<br />
Quando manda medicine, che spero sarà presto, mandi<br />
solo di quelle comuni ma in abbondanza e possibilmente<br />
in pillole.<br />
E ancora<br />
86<br />
*<br />
Quando viene Monsignore non si dimentichi di mandarmi<br />
medicine delle più comuni, cioè: chinino, magnesia,<br />
pillole per fare acqua disinfettante, lisoformio , pillole<br />
per la tosse, per il mal di ventre, per il mal di denti, vaseline,<br />
zolfo per far medicine contro la scabbia, qualche<br />
medicina corroborante da usare nella convalescenza, ecc.<br />
ecc. Delle più comuni me ne mandi un bel po’.<br />
Amore verso i fratelli missionari e gli allievi<br />
Ed ecco, in una lettera a Melania, la sua “materna” reazione<br />
di fronte alla morte di suoi fratelli <strong>Saveriani</strong>. Il<br />
suo profondo dolore è sempre confortato dalla speranza<br />
cristiana, non diventa mai disperazione. Di uno dei suoi<br />
Confratelli morti parla come di un santo e fa anche capire<br />
perché Egli lo vuole considerare santo.
Il P. La Face è morto dopo dieci giorni di terribili dolori e<br />
colla serenità dei santi. Sapeva di dover morire e lo diceva<br />
fin dal primo giorno in cui il medico disse trattarsi di<br />
polmonite. Era un santino. La sua vita era tutta preghiera,<br />
studio scuola e lavoro. Non lo si vedeva mai in ozio. Aveva<br />
poi uno spirito di penitenza e così grande che lo si<br />
sarebbe detto esagerato se non fosse stato un santo.<br />
Quest’anno, meglio in sette mesi qui a Vicenza precisamente<br />
nell’Istituto, ne sono morti due. Il dolore e lo scompiglio<br />
interno della povera anima mia non lo può comprendere<br />
nessuno. Ho sofferto tanto tanto. Ho procurato<br />
di offrire sempre al Signore tutte le mie amarezze, e di<br />
dire più col cuore che colla bocca: fiat. A volte il cuore<br />
sembrava che volesse rompersi. Povera umanità, come<br />
sei da poco! Preghi perché il Signore mi dia la grazia di<br />
soffrire nel silenzio e per amor suo.<br />
*<br />
In Cina, come a Vicenza, P. Uccelli non ha potuto nascondere<br />
il suo grande amore per gli aspiranti al Sacerdozio.<br />
Non si parla di amore “asettico”, ma piuttosto di<br />
un sentimento profondo e materno. In una lettera a<br />
Melania sfoga il suo profondo dolore per la malattia di<br />
un suo allievo missionario.<br />
E’ stato per me uno schianto al cuore... e il mio cuore<br />
seguita a sanguinare: Debbo metterla a parte di una nuova<br />
croce colla quale il Signore ci è venuto a visitare.<br />
Si tratta di un buon giovane che per virtù era uno dei<br />
primi e che ammalato lo mandai a casa sua a curarsi.<br />
87
Dopo cinquanta giorni di cura è ritornato col più lusinghiero<br />
certificato medico, ove mi si assicura della completa<br />
guarigione del giovane e del nulla osta per intraprendere<br />
di nuovo gli studi. Dopo due giorni che era qui<br />
mi accorgo che non ha la mente a posto e subito subito<br />
lo condussi a casa sua. La mamma del giovane rimase<br />
un po’ sorpresa, poi capii che se lo aspettava che io non<br />
lo potessi tenere. Ieri sera mi giunge la triste nuova che<br />
l’hanno condotto alla casa di salute. é stato per me uno<br />
schianto al cuore e per quanto faccia per mettere tutto<br />
nelle mani del Signore e in quelle di S. Giuseppe, il mio<br />
cuore seguita a sanguinare... Era un santino, ed ora come<br />
ne verrà fuori? Che il Signore lo benedica e lo risani.<br />
Fiat voluntas Dei! Perdoni lo sfogo e mi aiuti a portare<br />
le mie croci, che io farò del mio meglio per aiutare Lei a<br />
portare le sue.<br />
Amore per le persone consacrate<br />
e per le vocazioni<br />
Credo sia bene accennare anche alla carità verso le persone<br />
di speciale consacrazione. P. Uccelli era innamorato<br />
della sua vocazione e voleva che altri seguissero la<br />
sua stessa vita consacrata, dove, nel dono totale a Gesù<br />
aveva esperimentato tanta gioia. Prima ancora di venire<br />
a Vicenza aveva dimostrato speciale cura e attenzione<br />
verso le vocazioni anche in Cina. In una lettera dalla<br />
Cina, al suo caro Padre e Fondatore ha una grande gioia<br />
da annunciare, cioè una possibile vocazione al Sacerdozio.<br />
88
Anch’io poi faccio un po’ di scuola e godo dirLe che in<br />
cinque o sei mesi uno dei miei scolari ha imparato tanto<br />
latino da poter essere ammesso subito alla quarta<br />
ginnasiale. Non creda sui meriti del maestro, ma è tutto<br />
merito della felicissima intelligenza che ha e del grande<br />
amore che ha allo studio. é bravo in tutto. Sa cantare,<br />
suonare, pitturare, ecc. In cinese poi è arcibravissimo e<br />
mi fa un gran buon servizio.<br />
Ho speranza che si faccia sacerdote, e se mai il Signore<br />
lo chiamasse a tale stato, io sarei al colmo della felicità.<br />
Preghi anche Lei a questo scopo che mi pare uno scopo<br />
tanto santo.<br />
*<br />
Per un’altra vocazione, ancora in una lettera al Conforti,<br />
dice che ne “morirebbe di gioia”.<br />
Detto giovane mi ha espresso più volte il desiderio di<br />
studiare e di diventare sacerdote. Da quanto mi pare, direi<br />
che dice il vero e che il Signore lo vuole al suo servizio.<br />
Se diventasse prete, avremo un bravo missionario e<br />
un bravo musico, e la nostra missione ne avrebbe un grande<br />
vantaggio. Se potessi riuscire nel santo intento, mi<br />
pare che ne morirei di gioia.<br />
L’amore viene ricambiato<br />
P. Uccelli amava davvero la gente che incontrava e la<br />
gente cercava di ricambiare. Una delle sue difficoltà sarà<br />
89
sempre quella di lasciare i luoghi dove aveva esercitato<br />
il ministero sacerdotale. Dava tutto e si sentiva abbondantemente<br />
ricompensato da consolazioni indescrivibili.<br />
Sentiamo dalle sue stesse note autobiografiche. Sembra<br />
di leggere gli Atti degli Apostoli. In una lettera a Melania<br />
dalla Cina.<br />
Domani mattina, giorno di San Martino, lascio per sempre<br />
questa mia diletta cristianità, ove ho provato consolazioni<br />
tali da non poter esprimersi a parole. Se sapesse<br />
come devo fare per lasciare questi miei buoni e fervorosi<br />
cristiani, Ella certo direbbe che palpitano di tenero e santo<br />
affetto per chi, stando in mezzo a loro, tutto ha procurato<br />
di fare per il bene delle loro anime.<br />
Dirò in breve. Le donne sono state fuori della porta,<br />
inginocchiate al sole ardente per lo spazio di quattro ore<br />
di seguito, pregando sempre con belle anche commoventi<br />
parole il rev.mo Padre Prefetto, che si trovava da<br />
me in visita, perché non mi traslocasse, ma mi lasciasse<br />
in mezzo a loro ad vitam. Questo avveniva un mese fa,<br />
ed ora, dovendo partire, devo farlo in sordina, cioè preparare<br />
tutto questa notte e domani mattina, poco dopo<br />
mezzanotte, celebrare la santa Messa, indi inforcare un<br />
cavallino e partire, mentre tutti giacciono nel più profondo<br />
riposo. Vorrei sentirli poi a fare i commenti, maÉ<br />
Pazienza! Che parta è volontà di Dio e quindi anche mia,<br />
poiché non voglio, no, resistere alla volontà del Signore<br />
che ora mi chiama in una vastissima missione per aprirvi<br />
una cristianità. Ove sto per andare non vi è mai stato il<br />
missionario e per conseguenza non c’è neppure un battezzato.<br />
Pensi un po’ come il mio cuore si possa trovare<br />
90
Vicenza - L’Istituto dei Missionari ai tempi<br />
di padre Uccelli<br />
Vicenza - Il portico dell’Istituto<br />
91
fra le strette del timore e dell’amore, cioè del timore di<br />
non riuscire a innalzare il vessillo della salvezza, e l’amore<br />
che mi sprona ad andarvi per far conoscere ed amare<br />
Gesù Cristo a quei popoli che fino ad ora non hanno adorato<br />
che le false divinità.<br />
La missione che sto per prendere la consacro al Sacro<br />
Cuore di Gesù e a Maria Immacolata, per ottenere così<br />
più facilmente conversioni moltissime e sincere.<br />
Un atto di giustizia<br />
Abbiamo una nota autobiografica che rivela il senso della<br />
giustizia di P. Uccelli. Il Servo di Dio non poteva garantire<br />
il numero di celebrazione di Sante Messe, secondo<br />
la richiesta di un benefattore e quindi declina l’offerta<br />
avuta, convinto che la Provvidenza e soprattutto la giustizia<br />
non possono stare insieme ad imbrogli a fin di bene.<br />
Il Servo di Dio offre un esempio di onestà e di virtù che<br />
paga. In una lettera a Melania.<br />
Godo dirLe che in questi giorni la Provvidenza mi ha<br />
fatto più e più volte piangere di gioia. é vero che tutto è<br />
caro, è vero che ho molti ragazzi, è vero ancora che ho<br />
tantissime spese, ma devo pur riconoscere che il Signore<br />
ci sorveglia, e che ci manda quanto ci occorre per vivere<br />
da cristiani. Mi occorrevano per pagare un po’ di debiti,<br />
per comperare cose necessarie alla casa, £ 10.000 , e con<br />
mia grande gioia, posso dirLe che ne ho già ricevute dalla<br />
Provvidenza più di 9.000, che presto presto andranno<br />
anche a 10.000. L’ultima sorpresa è stata grande, straor-<br />
92
dinaria. Un mio benefattore di Milano, mi chiese un favore,<br />
cioè di dire sempre ogni giorno la Santa Messa per<br />
lui e lui si obbligava di darmi “ 200 al mese. Io per essere<br />
libero, e per non imbrogliarmi la coscienza, gli dissi<br />
che non potevo accettare la proposta. Temevo si fosse<br />
stizzito e che non mi beneficasse più. Io però ero contentissimo<br />
della decisione presa, meglio offendere gli<br />
uomini che il Signore - dicevo. Il mio rifiuto mi farà perdere<br />
un benefattore? Non importa, purché non perda la<br />
grazia di Dio. Così andavo dicendo quando sabato mattina<br />
mi veggo comparire una lettera raccomandata che<br />
conosco esser proprio di quel benefattore.<br />
L’aprii, e vi trovai poche linee e un cheque di £ 4.000.<br />
S’immagini Lei la mia gioia e la mia confusione. Mi aiuti<br />
ancora Lei a pregare per sì degna persona, che ha saputo<br />
sì evangelicamente vendicarsi con me. Le ripeto che non<br />
sono poverissimo, e che se sono povero lo sono per elezione,<br />
non già per necessità. Questo perché Lei non si<br />
disturbi più. La prego di ricordarmi nelle sue sante preghiere.<br />
La forza che viene dallo Spirito<br />
Abbiamo diversi scritti autobiografici dove la fortezza<br />
del Servo di Dio emerge con chiarezza e forza. P. Uccelli<br />
è convinto che il bene va sempre pagato e quindi non<br />
può meravigliarsi per opposizioni che gli vengono anche<br />
da parti che meno si prestano a sospetti come quelle<br />
ecclesiastiche. Le opposizioni non lo spaventano certamente<br />
e mai si sentirà condizionato nel fare il bene.<br />
93
Circa alla mia condizione le dirò che pur troppo ancor<br />
io, come tutti, ma in modo più aperto e sfacciato ho i<br />
miei nemici che mi perseguitano di continuo; non potendo<br />
far di più, essi mi hanno fatto un rapporto e l’hanno<br />
spedito a M. Vescovo dove si diceva sul conto mio<br />
che ho lasciato morire una donna senza somministrarle i<br />
conforti religiosi. Accusa questa gravissima per un parroco,<br />
ma quando sia vera.<br />
94<br />
*<br />
Pur nella sua umiltà e rispetto per gli altri, non ha paura<br />
di combattere alcune idee socialiste opposte agli insegnamenti<br />
della Chiesa e resiste in faccia ai propagatori.<br />
Circa il diverbio coi socialisti, che dicono io abbia avuto,<br />
è una fiaba e nulla più, poiché non ho mai parlato a<br />
quattro occhi con gente di tali idee, e molto meno in pubblico.<br />
I socialisti in un paese di pianura Marmirolo li ho<br />
vergati di santa ragione colle parole, quantunque presenti,<br />
ed essi non hanno fatto niente altro che andarsene<br />
mogi mogi fuori di Chiesa prima che la predica fosse<br />
terminata, ma senza far chiasso di sosta. Come chiaramente<br />
può vedere anche la V.S. da tutto questo ben pochi<br />
disturbi potrò avere avuto.<br />
*<br />
In Cina ha dovuto sopportare sofferenze di ogni genere.<br />
In una situazione “terribile”, egli sente di dover condi-
videre la tragedia dei suoi fratelli cinesi anche a costo<br />
di offrire la propria vita. Si tratta di autentica “pazienza”<br />
nella solidarietà coi fratelli.<br />
Non Le parlo molto di me. La situazione è nient’altro<br />
che terribile. Il Lupo si avanza e i pericoli crescono a<br />
dismisura. Il Mandarino è venuto ad avvisarmi di andare<br />
via, dopo avermi scritto tre volte di abbandonare il Honan<br />
perché lui non se la sente di proteggermi. Ho risposto<br />
che aspetto ordini dal mio superiore, ma intanto Lui mi<br />
tempesta di corrieri per indurmi a sloggiare. Non so come<br />
andrà a finire questo affare, ma io resto e preferisco aspettare<br />
che la volontà del Signore si abbia a compiersi. Dopo<br />
essere stato diverse volte sul punto di morire, bisogna<br />
che venga anche il momento di morire davvero e quel<br />
momento sarà il meglio spero. Che il Signore abbia compassione<br />
dell’anima mia e non badando alle mie molte e<br />
non leggere colpe, ma solo alla sua infinita misericordia<br />
mi chiami all’eterna felicità.<br />
La vocazione missionaria<br />
La sua decisione di lasciare la Diocesi di Reggio Emilia<br />
per prepararsi alla partenza per la Cina gli è costata<br />
sangue, ma non si è lasciato smuovere, nonostante le<br />
difficoltà di ogni tipo mossegli da tutti, dal papà, al Vescovo,<br />
ai sacerdoti, alle comunità di religiose e a tutti i<br />
fedeli laici, che non ne volevano sapere di lasciarlo partire<br />
per la Cina. Con il Vicario Generale della Diocesi<br />
di Reggio, che affermava con sicurezza che Don Uccelli<br />
95
non aveva la vocazione per le missioni, si dimostra forte<br />
non solo nella lotta, ma anche nel silenzio. La sicurezza<br />
di fare la Volontà di Dio non gli permette un turbamento<br />
profondo. Ne scrive a Melania.<br />
Quanto ho dovuto lottare a Reggio e farmi animo, ma<br />
almeno fossi alla fine e fossi in sicuro di poter partire.<br />
Ho sostenuto un diverbio con Monsignor Vicario Generale<br />
Campani; non un diverbio davvero, perché io ho cercato<br />
di tacere, memore di quel detto che tacendo non si<br />
sbaglia, ma ho dovuto fare uno sforzo erculeo. In faccia,<br />
senza tanto esitare, con un cinismo ributtante, mi ha detto<br />
Monsignor Vicario che io non ho vocazione per le<br />
missioni. A quelle parole rimasi come colpito da un fulmine<br />
e stetti parecchi minuti senza sapere ove mi trovavo;<br />
e poi riavutomi alquanto, con una dolcezza non mia,<br />
ma mendicata, così gli dissi: Come e da quali segni V. S.<br />
Reverendissima conosce che io non abbia vocazione alle<br />
missioni, la mia domanda è forse imprudente, ma non<br />
mi voglia negare, Monsignore, la risposta che mi servirà<br />
se non altro di correzione. “Lo deduco dal vedere che<br />
non attendete alla vostra parrocchia”, mi rispose. Non<br />
stetti muto, allora, ma parlai, parlai e parlai e riuscii a<br />
fargli dire il contrario.<br />
96<br />
*<br />
Sembra chiaro che nonostante tutte le promesse il Vescovo<br />
non lo voglia lasciar partire e il nostro perde sonno<br />
ed appetito, “a causa di queste nuove e decisive negazioni”.
Mi trovo in tali circostanze che davvero non so come<br />
riesca ad uscirne. Se da una parte mi rivolgo ai miei Superiori,<br />
essi quantunque siano pronti a concedermi qualsiasi<br />
cosa, tuttavia non vogliono saperne di lasciarmi<br />
andar via. Il Vescovo mi ha fatto tante belle promesse,<br />
ma la bella e cara libertà di andare dice che non me la<br />
concederà mai. Parole lusinghiere mi rivolse nell’ultima<br />
volta, ma creda che mi facevano più male che bene. Ho<br />
perduto il sonno e l’appetito in causa di queste nuove e<br />
decisive negazioni. E per non dar ascolto alla malinconia,<br />
mi son messo con tutto l’impegno ad onorar Maria<br />
SS. e a farla onorare in questo suo mese.<br />
*<br />
A Poviglio sono tutti contrari alla sua partenza per la<br />
Cina:.<br />
A Poviglio tutti sono contrarii alla mia partenza. Quella<br />
Signora non sa decidersi a lasciarmi partire. Il Sindaco<br />
si oppone affatto. Mio padre con un Sacerdote di Barco<br />
vanno a Parma per dire a Monsig. Conforti che non mi<br />
prenda. Tutti insomma congiurano contro di me; ma io<br />
sono imperturbabile. anzi ci provo piacere a vedere che<br />
il Demonio non dorme e s’agita tanto. L’Arciprete piange<br />
e alle volte mi fa un po’ compassione. Volevo fare un<br />
discorso d’addio in Chiesa prima di partire, ma m’è d’uopo<br />
fuggire alla sordina altrimenti c’è da far nascere degli<br />
altri ostacoli. Che miseria!.<br />
*<br />
97
E ancora:<br />
Sono tentato a dirle quanto m’abbia sofferto in questi<br />
ultimi giorni sia per le fatiche un po’ eccessive, sia per i<br />
disturbi morali ricevuti da’ miei genitori e parenti i quali<br />
si sono mossi in tutte le maniere per impedirmi l’andata<br />
che da tanto tempo sospiro.<br />
98<br />
*<br />
Il Servo di Dio ottiene finalmente il tanto desiderato permesso<br />
ed è approdato nel nido tanto sognato, l’Istituto<br />
Missionario di Parma. Ma anche lasciare una comunità<br />
parrocchiale, dove si era lasciato mangiare completamente,<br />
esigeva forza di distacco ed effettivamente ciò gli<br />
spezzava il cuore. Si trattava di una partenza “molto<br />
dolorosa”. Ma ha trovato forza nella fede. Rievoca la<br />
gioia della vittoria dopo un lungo combattimento.<br />
Sia ringraziato il Sacro Cuore di Gesù e Maria Immacolata!<br />
Finalmente mi trovo nell’Istituto delle Missioni<br />
estere ove godo una pace indescrivibile perché mi<br />
pare proprio d’esser nel mio centro.<br />
Dopo le ultime lotte sostenute coi miei genitori e coi<br />
miei parenti, nonché con moltissimi di Cavriago e di<br />
Poviglio, mi par d’essere più leggero e d’esser uscito<br />
dal labirinto di Creta. Come è buono il Signore! Egli<br />
permette tante lotte perché vuol provare i servi suoi e<br />
poi dopo dà loro la pace e la gioia come premio della<br />
ottenuta vittoria. Quanto io abbia lottato per riuscire<br />
nell’intento lo potrà, Sorella arcicarissima, conoscere
dalle RR. Suore che mi hanno promesso di scriverle.<br />
Noti bene che loro sanno solo parte delle mie contrarietà<br />
e non le sanno tutte, no di certo. Pensi Lei, se<br />
può, in quali angoscie mi sia trovato per un mese intero!<br />
In tanti dolori un refrigerio altissimo lo trovavo a’<br />
piedi di Gesù Sacramentato e a’ piedi della B. V Immacolata.<br />
Se le consolazioni celesti mi fossero mancate,<br />
povero me! forse chissà che non avessi lasciato il<br />
proposito; ma se ciò non è avvenuto, è stato per la continua<br />
assistenza della grazia del Signore che in modo<br />
quasi sensibile mi ispirava, e questo per me serviva a<br />
farmi crescere il desiderio di sentire sempre nuovi<br />
rimbrotti.<br />
La penitenza corporale ha senso<br />
*<br />
Ci fermiamo ora a considerare un aspetto molto legato<br />
alla temperanza e cioè la capacità di dominare se stessi<br />
attraverso lo strumento della penitenza corporale. Per<br />
essere padroni dei propri sensi ed usarli secondo la propria<br />
funzione, senza abusarne, molti santi hanno fatto<br />
uso di penitenza corporale. Al di là di opinioni personali<br />
circa questo tipo di ascesi, nessuno potrà negare che<br />
diventare padroni della propria volontà non abbia un<br />
risvolto estremamente positivo sulla condotta di una<br />
persona, che potrà sempre meglio essere alla guida dei<br />
propri istinti e dei propri appetiti. ‘Rinuncia’ e ‘penitenza’<br />
sembrano comunque termini evangelici anche se praticati<br />
in forme diverse lungo i secoli.<br />
99
Non v’è dubbio che P. Uccelli consigliasse qualche atto<br />
di penitenza, anche se con molta moderazione, ma soprattutto<br />
egli stesso praticava la penitenza sull’esempio<br />
di tanti santi di cui leggeva la vita. La ragione della penitenza<br />
non è certo espressione di masochismo, ma piuttosto<br />
di desiderio di uniformarsi al modello di ogni cristiano,<br />
Gesù.<br />
Per persuaderla un po’ su di ciò che mi domanda, le dirò<br />
franco che il Signore ha detto: Se non farete penitenza<br />
tutti perirete. Ora a chi in special modo tocca di fare un<br />
po’ di penitenza? Ai cristiani, è vero? ma di preferenza<br />
alle guide dei cristiani, le pare?<br />
Ella mi dice che è una cosa da nulla o di nessun valore,<br />
ed io le rispondo che riguardata in me, perché peccatore,<br />
è purtroppo vero, ma riguardata in altri non peccatori,<br />
ma santi è un’opera di grandissimo merito.<br />
Non è obbligo di tutti il fare tali cose, ma dei sacerdoti<br />
certamente, perché se la sacra scrittura è fatta per tutti,<br />
in special modo è pei preti i quali ad esempio di Gesù<br />
Benedetto prima devono fare e poi insegnare.<br />
La consacrazione missionaria<br />
Per P. Uccelli la consacrazione missionaria con la professione<br />
dei Consigli evangelici è un privilegio ed è un<br />
dono dello Spirito. E’ felice di essere “religioso” e racconta<br />
la storia di una grazia speciale che lo ha portato<br />
alla professione pubblica dei consigli evangelici.<br />
100
Vicenza - L’Ospedale dove Padre Uccelli si recava<br />
a consolare gli infermi<br />
Vicenza - La tomba di padre Uccelli nell’Oratorio<br />
di san Pietro D’Alcantara<br />
101
“Religioso! Parola bella, cara e soave; parola che ci<br />
invoglia al bene e ci fa aborrire il male; parola che ci<br />
rende santamente superbi e che ci apre innanzi un campo<br />
estesissimo da coltivare con le nostre fatiche e da<br />
innaffiare coi nostri sudori e, Dio volesse, col nostro<br />
sangue.<br />
102<br />
*<br />
Ero una volta un monello di piazza e la Divina Misericordia<br />
ha avuto compassione di me, ponendomi a<br />
studiare nel V(venerando) Seminario di Marola come<br />
esterno, e anche lì diedi cattive prove di sapere e peggio<br />
di virtù; ma Dio che voleva che diventassi suo e<br />
tutto suo, dispose quasi prodigiosamente che entrassi<br />
in Seminario, ove rimasi cinque anni; incominciai a<br />
riflettere un poco sul serio e vidi che la mia strada da<br />
percorrere era l’ecclesiastica. L’abbracciai con ardore<br />
e timore e col fermo proposito di essere sempre<br />
buono.<br />
Ma non fui fedele al mio proposito, perché la bontà la<br />
facevo spesso consistere in una certa esteriorità, mentre<br />
nell’intimo mancava la sodezza. Il Signore mi diede<br />
più volte illustrazioni alla mente e scosse al cuore,<br />
alle quali non seppi resistere e proposi di diventare<br />
religioso e missionario.<br />
Lei sa che prima di venire a Piolo avevo cercato di abbandonare<br />
il mondo, e che poi feci di tutto per lasciare<br />
quella parrocchia, onde riuscire al conseguimento di quel<br />
tanto desiderato fine; ma non era ancora tempo e dovetti<br />
andare a Poviglio. Ivi rimasi due anni facendo un po’ di
ene, e facendo altre conoscenze dalle quali spero un<br />
po’ di bene spirituale.<br />
*<br />
Il fortunatissimo giorno della B. V. di Pompei [8 maggio],<br />
a mezzogiorno, dopo di aver dette le orazioni di<br />
supplica alla Celeste Regina, dopo di aver recitato l’Atto<br />
di fede, di speranza e di carità, genuflesso davanti a<br />
Gesù Sacramentato, facevo i miei voti e così mi obbligavo<br />
ad essere tutto di Dio, solo di Dio e sempre di<br />
Dio.<br />
Credo di non aver mai provato nella mia vita un momento<br />
di uguale contentezza. Ed ora che la mia felicità continua,<br />
non scema, ma mi pare che sia piuttosto in aumento,<br />
perché al presente non ho più certi dubbi, certi<br />
timori che alle volte mi facevano star male<br />
*<br />
Il giorno di S. Francesco Zaverio (3 Dicembre) il Signore<br />
mi concede la grazia tanto sospirata di fare la<br />
santa Professione Religiosa, in modo solenne e pubblico,<br />
non mica privatamente come feci l’otto di Maggio.<br />
Che bel giorno sarà quello per me, che mi avvicino sempre<br />
più al Signore, che gli prometto, colla sua santa grazia,<br />
di dedicarmi anima e corpo alla eterna salvezza degli<br />
indefeli, e che proporrò ancora di voler piuttosto<br />
morire che non mettere in pratica tutti quei mezzi che<br />
sono necessari alla mia stessa santificazione. Sì, lo dico<br />
103
più col cuore che colla penna: “Signore, o fatemi santo<br />
o fatemi morire”.<br />
104<br />
*<br />
E’ ancora con entusiasmo che P. Pietro chiede al suo<br />
superiore Mons. Conforti il privilegio di emettere per<br />
sempre i voti religiosi.<br />
Pieno di santo entusiasmo prego e scongiuro con tutto il<br />
cuore V.E. Ill.ma e Rev.ma a volermi concedere la bella<br />
grazia di fare i Santi Voti, s’intende, senza condizione<br />
alcuna e il più presto possibile.<br />
Mi è caro, mi è dolce legarmi a vita al servizio del Signore<br />
e di nuovo supplico V.E. Ill.ma e Rev.ma a non<br />
tener conto dei miei demeriti, ma del solo ardente desiderio<br />
che ho di volermi consacrare per tutta la vita alla<br />
maggior gloria del Signore in questa nostra amatissima<br />
Congregazione di S. Francesco Zaverio.<br />
Colgo pure questa bella occasione per domandare a V.E.<br />
Ill.ma e Rev.ma perdono di tutti i dispiaceri che involontariamente<br />
Le ho dato e La prego credere ai miei buoni<br />
propositi che colla grazia del Signore ho potuto fare e<br />
colla stessa grazia voglio mettere in pratica.<br />
Mi metto a corpo morto all’obbedienza sicuro di piacere<br />
a Dio e di fare tanto bene, sia per me, sia per gli<br />
altri. Vedendo questi ottimi Padri quanto fanno per glorificare<br />
Iddio e per santificare le anime loro, tutte le<br />
difficoltà che una volta trovavo ora spariscono.
Obbedienza, adesione al progetto di Dio<br />
Il Servo di Dio cerca di vivere con coerenza, generosità<br />
e docilità ai superiori il voto di obbedienza. Per P. Uccelli<br />
non era uno scherzo promettere obbedienza a Dio<br />
nelle mani dei suoi superiori e prendeva il voto con estrema<br />
serietà. Noi possiamo leggere le sue note autobiografiche<br />
e ci renderemo conto che per il Servo di Dio la<br />
professione dei consigli evangelici era un gesto di autentico<br />
amore verso Cristo e il Suo Regno.<br />
Scorrendo la vita del Servo di Dio ci accorgiamo che il<br />
voto di obbedienza è stato quello che più gli è costato,<br />
arrivando, per obbedienza, a lasciare persino la tanta<br />
sospirata Cina. Ecco un paio di occasioni in cui il Servo<br />
di Dio dichiara di aver cambiato il suo piano di vita per<br />
obbedienza. Lo afferma in una lettera a pochi giorni dalla<br />
professione pubblica dei voti.<br />
Dovevo andare a Fontevivo a predicare, e Lei s’immagini<br />
se ci sarei andato volentieri o meno, ma anche là non<br />
ho potuto andarci; in altro luogo del reggiano sono stato<br />
ripetute volte chiamato, ma ho sempre dovuto rispondere<br />
negativamente. Queste risposte mi sono un po’ indigeste,<br />
ma condite colla salsa della ubbidienza si riesce a<br />
digerirle benissimo ed anche con grande vantaggio dello<br />
spirito.<br />
Ieri è venuto da me il Rev. Arciprete di Castelnuovo Sotto<br />
per invitarmi con mille preghi di andare da Lui per<br />
una sacra predicazione di otto o dieci giorni. Gli ho risposto<br />
come il solito, un no tondo e sgarbato. Allora lui<br />
si è recato dal Sig. Rettore dal quale ebbe la stessa rispo-<br />
105
sta che da me; non contento ancora si presentò a S. Eccellenza<br />
e quivi pure ottenne una sfavorevole risposta.<br />
106<br />
*<br />
A Melania dichiara espressamente la ragione che l’ha<br />
indotto ad accettare il peso dell’autorità: è a motivo<br />
dell’obbedienza religiosa.<br />
La burrasca che temevo non è ancora apertamente scoppiata,<br />
ma sono sicuro di non potermene schermire. Non<br />
si tratta del sacrifizio della vita, né di ritornare in patria,<br />
ma, e lo dico a Lei solo e in grande confidenza, si tratta<br />
di reggere la Missione in vece del Vicario Ap. per tutto<br />
quel tempo che Lui sarà assente per la sua consacrazione.<br />
A tutto questo aggiungo il pericolo che vi sarebbe di<br />
rimanere, ma basta...<br />
Io che sono la negazione perfetta del comando, e che<br />
sono venuto in Cina e prima mi sono fatto religioso solo<br />
per ubbidire, pensi come mi posso trovare al presente<br />
che so di certo che la burrasca deve piombare sul mio<br />
povero capo.<br />
*<br />
Lo spirito di obbedienza lo ha accompagnato anche in<br />
tutto il tempo del suo rientro dalla Cina. Come notato, il<br />
Servo di Dio viveva un momento di ansia nel tentativo di<br />
capire ciò che Dio voleva da lui. P. Uccelli non ha mai<br />
messo in dubbio anche solo per un momento il suo dovere<br />
di ubbidire secondo il voto fatto e ha sempre sottopo-
sto tutti i suoi progetti al consenso del superiore, anche<br />
se, in qualche momento, con il superiore non c’era identità<br />
di vedute. Molte parrocchie lo richiedevano come<br />
testimone missionario, tanto che non riusciva ad accontentare<br />
tutte. Sottopose sempre i suoi programmi pastorali<br />
al discernimento del suo superiore, Mons. Conforti.<br />
Questa sera il Sig. Rettore D. Macchini mi dice che il<br />
Vescovo di Reggio gli ha risposto che è contentissimo<br />
che io rimanga qui per dare un corso di SS. Esercizi agli<br />
alunni. Ho risposto che io sono figlio d’obbedienza e<br />
che debbo avere il permesso di V.E. Ill.ma e Rev.ma.<br />
Non mi sono dimenticato di dirgli che per quest’anno è<br />
assolutamente impossibile che io possa accettare e che<br />
V.E. lo permetta. Ho pure aggiunto che non posso accettare<br />
impegni perché da un giorno all’altro posso essere<br />
chiamato per telegramma agli Esercizi in preparazione<br />
dei voti perpetui che devo fare.<br />
Per mia tranquillità se V.E. avesse la bontà di farmi scrivere<br />
due parole assicurandomi che sarò libero da un tanto<br />
peso e anche, se lo crede opportuno, di permettermi<br />
d’intrattenermi ancora alcuni giorni di più di quelli che<br />
io ho fissato, mi farà un vero favore. ... Le bacio il S.<br />
anello e La prego benedirmi.<br />
*<br />
In una delle prime lettere da Vicenza al Fondatore, P.<br />
Uccelli aveva dichiarato di voler dipendere in tutto dal<br />
suo Superiore. Chiede un permesso anche se come superiore<br />
della casa poteva esimersi dal chiederlo.<br />
107
“Mio fratello mi scrive che il babbo va sempre peggiorando<br />
di giorno in giorno e che mi cerca sempre. Al<br />
momento non pare vi sia pericolo, ma certamente non<br />
può andare avanti molto. Sempre lo stesso mio fratello<br />
mi prega di fare una breve visita al babbo, il quale non<br />
sa darsi ragione perché non vada a trovarlo.<br />
Se V. Eccellenza Rev.ma non ha nulla in contrario andrei<br />
a casa per un giorno o due appena partito Mgr.<br />
Ratti.<br />
Per il papà mio, per tutti di mia famiglia sarebbe una<br />
vera soddisfazione vedermi una volta ancoraÉ Attendo<br />
da V. Eccellenza un cenno di risposta, dispostissimo<br />
all’obbedienza”.<br />
108<br />
*<br />
In un’altra lettera da Vicenza a Mons. Conforti, il Servo<br />
di Dio esprime bene la sua “religiosa” dipendenza.<br />
Tiene il suo superiore “in luogo del Signore” e vuole<br />
“dipendere in tutto e per tutto” e da lui si aspetta di<br />
essere aiutato a progredire nella virtù. L’obbedienza lo<br />
aiuterà a far crescere quella armonia vicendevole e<br />
quell’amore fraterno indispensabili per una famiglia<br />
religiosa.<br />
Le ripeto con tutto l’entusiasmo dell’anima mia, che<br />
voglio dipendere in tutto e per tutto, e che voglio non<br />
solo star in pace col carissimo P. Bonardi, ma in santità<br />
ed affettuosa relazione per render maggior gloria al Signore<br />
per dare buon esempio agli alunni e render meno<br />
pesante le nostre croci.
Vostra Eccellenza mi raccomandi al Signore perché possa<br />
metter in pratica questi miei propositi, e perché possa<br />
fare tanto bene nel mio nuovo ufficio.<br />
*<br />
In una lettera seguente, sempre indirizzata Mons. Conforti,<br />
ritorna ancora sul tema dell’obbedienza, dichiarando<br />
di voler obbedire sempre, prontamente e volentieri.<br />
Ho rinnovato il proposito di voler prima morire che disgustare<br />
volontariamente V. Eccellenza Ill.ma e Rev.ma.<br />
Non sono buono a nulla, e ogni giorno veggo sempre<br />
meglio la mia pochezza, ma colla grazia del Signore voglio<br />
piuttosto andar incontro a chi sa quali croci e anche<br />
alla morte che creare noie a V.E. Rev.ma.<br />
Spero e prego perché il Signore mi dia la grazia di ubbidire<br />
sempre, prontamente e volentieri a V.E. Rev.ma non<br />
solo nelle cose di mio gusto ma in tutto.<br />
Mi raccomando in modo particolare alle preghiere di V.<br />
Eccellenza Rev.ma perché possa mettere ciò in pratica<br />
quanto le ho promesso con tutto lo slancio del cuore.<br />
Obbedienza radice della fraternità<br />
L’obbedienza in P. Uccelli è stata anche la massima<br />
espressione di amore fraterno e di fortezza. Per obbedire<br />
si lascia “mangiare” dalla comunità. Abbiamo già<br />
fatto notare che ha accettato il grandissimo peso dell’autorità<br />
per obbedire al suo superiore Mons. Luigi<br />
109
Calza che era contemporaneamente superiore ecclesiastico<br />
e superiore religioso. In una lettera al confratello<br />
P. Giovanni Bonardi, che aveva condiviso con lui la missione<br />
della Cina, il Servo di Dio dà la sua visione di<br />
fraternità, che è un “luogo teologico”, che cioè la<br />
fraternità deve partire dall’alto, ma manifestarsi anche<br />
a livello di virtù umane.<br />
Permetta che Le dica che guai se dovessimo fermare lo<br />
sguardo solo e sempre qui in terra! Il conforto ci viene<br />
dal Cielo, quindi “sursum corda!” (in alto i cuori!). Se<br />
Lei soffre dal contegno di certi confratelli, creda che ancor<br />
io e senza dubbio ho da soffrire più di Lei; quel che più<br />
mi fa meraviglia è che ciò mi è causato da chi meno<br />
l’aspettavo. Godo assicurarLa che Monsignore, come se<br />
ne sarà accorto anche dalla sua venuta in Italia, Le vuole<br />
molto molto bene, e scusi la libertà che mi prendo<br />
dicendoLe che ancor io La venero come Padre e in Domino<br />
l’amo come fratello. Dalle mie lettere assai frequenti<br />
si sarà accorto che non dico ciò a fior di labbra,<br />
ma che mi viene dal cuore.<br />
110<br />
*<br />
Al papà ricorda anche un altro Confratello morto giovane<br />
in Cina. Con questo Confratello aveva fatto tanti<br />
progetti, proprio come si fa tra fratelli in una famiglia.<br />
Mi pare un dovere scrivervi in questa circostanza in cui<br />
la morte ha voluto visitarci una seconda volta rapendoci,<br />
dopo poche ore di terribile febbre ipertermica il carissi-
mo P. Corrado Di Natale. Io ero stato un mese e più con<br />
lui; l’avevo alla meglio possibile dirozzato nella difficile<br />
impresa dello studio della lingua cinese che già incominciava<br />
ad apprendere e a parlare. M’aveva più e più<br />
volte espresso il desiderio di venire nella mia missione<br />
per restare con me. Avevamo insieme fatto tanti bei progetti<br />
di evangelizzazione e di studio, tutto svanisce. Il 24<br />
luglio di buon mattino all’una dopo mezzanotte partii da<br />
Shiang-Shien per recarmi alla mia cristianità. Lasciai il<br />
carissimo P. Di Natale in buona salute e non mi sarei mai<br />
pensato che dopo un giorno sarebbe morto.<br />
Povertà<br />
Ci sono diverse testimonianze autobiografiche sul modo<br />
di intendere la povertà da parte del Servo di Dio. Ancora<br />
prete nella sua diocesi di origine, sembra praticare la<br />
povertà in maniera radicale, anche senza averne fatto<br />
voto. E’ solo il Signore la ragione del suo darsi completamente<br />
al servizio della parola in diverse parrocchie.<br />
Lavora senza prendere un minimo compenso e ciò per<br />
scelta personale.<br />
E’ una pillola un po’ amara, lavorare in quella maniera<br />
che le mie forze sì fisiche che intellettuali mi permettono<br />
senza pretendere neppure il becco di un quattrino e<br />
ricevere come compenso parole se non di disprezzo certo<br />
vuote di cristiana carità. Una sol cosa mi conforta che<br />
non pretendo per niente la ricompensa delle mie miserabili<br />
fatiche né dal mondo né dagli uomini, ma bensì dal<br />
111
Signore alla cui gloria procuro di impegnarmi. Penso con<br />
piacere al rifiuto che feci del denaro che mi voleva offrire<br />
Monsig. Arciprete, poiché così non avrà mai tanto in<br />
mano da dire che io predico e fatico in vista del guadagno,<br />
cosa che mi sarebbe dolorosissima e divulgata toglierebbe<br />
alle mie fatiche quel po’ di frutto che, colla<br />
grazia del Signore, possono fare.<br />
112<br />
*<br />
Entrato nell’Istituto Missionario la povertà consacrata<br />
si è rivestita di altre dimensioni. Al novizio Don Pietro<br />
Uccelli non veniva permesso di largheggiare coi poveri,<br />
perché la comunità dipendeva dalla generosità degli altri.<br />
Accetta le conseguenze di una vita comunitaria e di<br />
condivisione. Anche questo è un sacrificio per lui.<br />
Circa il voto di povertà non l’ho ancor fatto, ma per ordine<br />
dei superiori ho dovuto usare un modo di dire che<br />
facilmente si poteva intendere, come l’ha inteso Giosuè.<br />
1 miei superiori m’hanno in concetto di uno un po’ largo<br />
di mano; han veduto le cartoline che m’ha scritto Giosuè,<br />
e di ringraziamento e di domanda: sono a giorno di quanto<br />
è passato tra me e il detto giovine, quindi mi hanno assolutamente<br />
proibito di dargli un centesimo.<br />
Qui ultimamente sono stato, si può dire, perseguitato da<br />
Brigida che veniva qui fino tre volte al giorno e per dieci<br />
giorni. Mi piangeva il cuore, ma d’altra parte si vede<br />
l’inganno che toglie molto alla compassione. Sono mal<br />
contento di non averli favoriti, e temo che abbia da succedere<br />
qualche cosa di triste.
Ho fatto il proposito, e colla grazia del Signore lo voglio<br />
mantenere ed è di non dare quanto mi chieggono, perché<br />
non posso; l’ubbidienza me lo vieta, ma di farmelo prendere,<br />
e così senza mancare all’ubbidienza eserciterò la<br />
carità. La miseria come è orribile! Sono sempre quei<br />
mezzi e quei modi soliti anche in passato, di cauzioni, di<br />
garanzie ecc.: non sarebbe meglio che dicessero: mi dia<br />
tanto perché possiamo vivere, perché possiamo mangiare?<br />
Pazienza!.<br />
*<br />
La povertà vissuta in comunità imponeva anche rinunce<br />
e poteva dar luogo a qualche sofferenza, data la generosità<br />
del Servo di Dio. Egli però rimane fedele alla promessa<br />
fatta a Dio e ne trae le conseguenze.<br />
La Brigida, madre di Giosuè, viene spesso a trovarmi e<br />
non so come fare a liberarmene. Siccome sa che non<br />
posso disporre di soldi, stamattina mi chiedeva l’orologio,<br />
che è di qualche valore, per impegnarmelo e così<br />
prendere dieci o dodici lire, onde far tacere un suo<br />
creditore arrabbiato che minaccia suo figlio di prigionia.<br />
Io sono andato dal Sig. Rettore e mi ha detto che non<br />
glielo dia l’orologio, ma che gli dia una lira o due a titolo<br />
di carità, e basta. Le ho dato due lire, ma non era contenta<br />
e ne voleva otto perché con quel conto si sarebbe<br />
messa in paradiso, per ripetere le sue parole.<br />
113
Castità<br />
I suggerimenti che il Servo di Dio dà a Melania sono<br />
chiaramente autobiografici. La castità deve esprimere<br />
l’affetto verso Dio in modo tale che “le pene che deve<br />
soffrire per piacerGli saranno dolci”. Alcune osservazioni<br />
o modi di esprimersi circa la castità o la purezza<br />
possono essere datati, ma la sostanza è di estrema attualità,<br />
perché è solo Dio la ragione dei voti. E’ per conquistare<br />
Lui, il tutto, che si rinuncia a qualcosa. Raccomandazioni<br />
a Melania.<br />
Qui mi verrebbe in mente di suggerirle qualche altro voto,<br />
che potrebbe fare senza che gli sia di nocumento alla<br />
maggior perfezione col suscitarle scrupoli, ma che anzi<br />
Le potrà servire di validissimo aiuto alla di Lei<br />
santificazione.<br />
M’ha già inteso di che voto (sempre temporaneo) voglia<br />
parlare? Sì, certo. Ebbene, per svincolarsi da quanto sa<br />
di terra per innalzarsi sempre più al Signore, credo che<br />
non vi sia un altro voto che meglio di questo che sto per<br />
suggerirle, e che Ella ha chiaramente inteso trattarsi del<br />
voto di Castità. Non lo deve fare questo voto per lungo<br />
tempo, ma solo per quindici giorni o per un mese al sommo,<br />
e vedrà come si troverà contenta. Nel tempo del voto<br />
potrà dire con confidenza al Signore: Voi siete il mio<br />
tutto ed io son tutta vostra. I suoi affetti verso Dio saran<br />
più infocati e le pene che deve soffrire per piacerGli saranno<br />
dolci.<br />
Per osservare detto voto non c’è bisogno di una specialissima<br />
diligenza, ma è sufficiente quella che si pone da<br />
114
un’anima timorata per non accusarsi di qualche mancanza<br />
contro sì bella virtù.<br />
Siccome poi la castità più illibata è figlia della mortificazione,<br />
procuri di fare qualche piccola penitenza, sempre<br />
secondo la permissione del confessore, e piuttosto<br />
che penitenze corporali, mortifichi gli occhi e la innata e<br />
comune curiosità di sapere, di conoscere, ecc..<br />
*<br />
Circa la purità, parente stretta della castità, dice il suo<br />
pensiero in una lettera a Melania.<br />
Solo Le dirò che la purità è una virtù sì bella che colla<br />
sua fragranza e col suo splendore si impone a Dio, agli<br />
Angeli e agli uomini.<br />
S’impone a Dio il quale non può non volgere con compiacenza<br />
lo sguardo su chi calpesta con animo generoso<br />
tutte le mollezze della vita per godere unicamente delle<br />
gioie dello spirito.<br />
S’impone agli Angeli ai quali passiamo innanzi, perché<br />
loro non hanno merito alcuno a conservarsi puri essendo<br />
tali per natura, ma noi invece se siamo puri ne abbiamo<br />
un merito altissimo perché è solo a forza di lotte che<br />
riusciamo a conservare sì bella virtù.<br />
S’impone agli uomini sì buoni che malvagi poiché tutti<br />
rimangon compresi d’ammirazione alla presenza di chi<br />
gelosamente custodisce una sì bella e rara virtù.<br />
115
Umiltà, una virtù emergente<br />
L’umiltà di P. Uccelli è vista dai testimoni non come un<br />
abbassamento, che talvolta si riveste di ipocrisia, ma<br />
come consapevolezza di una verità che ogni giorno il<br />
Servo di Dio scopre in se stesso. P. Uccelli, giustamente,<br />
si sente nulla davanti a Dio e tutto quel poco o tanto che<br />
fa di bene è attribuito esclusivamente a Dio. P. Pietro<br />
cerca di scomparire, perché tutti possano leggere la realtà<br />
di Colui che nel suo servo operava. Ciò ci fa dire<br />
ancora una volta che la santità, come del resto la virtù<br />
dell’umiltà, essendo espressione dell’imitazione di Gesù,<br />
appartiene a tutti i tempi e lo stile di vita umile del Servo<br />
di Dio, come testimoniato al processo di beatificazione,<br />
va proprio in questa direzione. Lo stesso Servo di Dio ci<br />
dà qualche indicazione circa il modo di intendere l’umiltà<br />
e il modo di praticare questa virtù. P. Uccelli rivela se<br />
stesso soprattutto alla sua sorella spirituale Melania. Il<br />
Servo di Dio è convinto di valere niente. Le lodi al suo<br />
indirizzo non sono affatto gradite e questo per una sincera,<br />
personale convinzione. A Melania che aveva<br />
espresso qualche positivo apprezzamento su P. Uccelli.<br />
La prima pagina della sua graditissima mi fa star piuttosto<br />
male, perché mi fa palese che Ella ancor non mi conosce<br />
e che mi tiene per quel che dovrei essere e che,<br />
purtroppo, non sono. Non s’illuda, Signora Maestra, non<br />
s’illuda per carità e per disingannarla sappia che sarei<br />
sempre pronto a far di mia coscienza cambio, non dico<br />
con Lei, che sarebbe presunzione, ma con qualsiasi individuo<br />
benché tenuto in basso concetto e sarei sicurissi-<br />
116
mo di far un buonissimo contratto. Tuttavia, benché mi<br />
conosca così dappoco, non cesserò di pregare il Signore<br />
che è tanto ricco di misericordia affinché a me conceda<br />
quel che Vostra Signoria crede, per un tratto di sua squisita<br />
bontà, possegga; e di più ancor per lei lo pregherò<br />
sempre, ma specialmente nel tempo della S. Messa, affinché<br />
possa ottenere di fedelmente servirlo in questa<br />
misera terra onde andar poi a ricevere il dovuto<br />
guiderdone nella Celeste Gerusalemme. Siamo così d’accordo<br />
di pregare a vicenda e da parte mia non lascerò<br />
mai di farlo, perché conosco d’essere tanto obbligato.<br />
*<br />
In un’altra lettera, sempre a Melania, da Poviglio, il<br />
Servo di Dio deve notare di avere ancora qualche richiamo<br />
dalla terra. Si accorge di non essere più l’<br />
“arciprete” e lo dice con sincerità pari all’umiltà. Anche<br />
il posto da “ultimo” a tavola è causa di qualche<br />
nascosta sofferenza di orgoglio ferito. Sono confidenze<br />
da “direzione spirituale”.<br />
Non creda che in me vi sia un gran cumulo di virtù, ma<br />
piuttosto un enorme masso di ipocrisia: non mi creda<br />
umile poiché conosco d’esser superbo e gliene potrei dire<br />
tante delle cose che mi son accadute, le quali la farebbero<br />
di ciò persuasa.<br />
Per dirle qualcosa a questo riguardo senta e impari a conoscermi<br />
e a disprezzarmi come merito: Le prime lettere<br />
che mi sono state recapitate qui a Poviglio coll’indirizzo<br />
Uccelli D. Pietro tantum mi facevano una impres-<br />
117
sione non facile ad esprimersi, e detta impressione era<br />
causata dalla mia superbia che voleva pur leggervi:<br />
Arciprete. Ho combattuto con me stesso o meglio con la<br />
mia superbia, e Lei preghi perché abbia vinto e trionfato<br />
e perché vinca e trionfi sempre.<br />
Vuole una lezione ancora di mia umiltà inqualificabile?<br />
Quando ero in montagna godevo andare a tavola negli<br />
infimi posti, e non m’era mai concesso; ed ora che mi<br />
vien concesso quasi senza complimenti, debbo combattere<br />
e molto perché la prontezza esteriore sia accompagnata<br />
dal desiderio di occupare tal posto. Mi conosce<br />
ora. Ne vuole ancora? Ecco pronto.<br />
Il Sig. Arciprete dice rinunciarmi le Suore RR. come mie<br />
penitenti, ed io trovo tanti argomenti e tante ragioni per<br />
non accettare tale incarico, ma in fondo in fondo le accetterei<br />
quasi volentieri. Pensi dunque se posso esser contento<br />
di me e se Ella non sbaglia ogni qualvolta... Preghi<br />
perché l’umiltà che non ho l’abbia da acquistare.<br />
118<br />
*<br />
P. Uccelli si riconosce un niente e sarebbe sinceramente<br />
contento se qualcuno glielo facesse notare. Le adulazioni<br />
non producono che danni all’anima sua. Chiede questo<br />
favore a Melania.<br />
Senza alcun timore, quando vede che io abbisogno di<br />
qualche suggerimento, avviso e ammonizione, non stia<br />
muta, la prego, la esorto, la scongiuro, ma parli e parli<br />
alto contro di me colla sicurezza di farmi cosa oltremodo<br />
grata, e coll’aiuto del Signore anche profittevole al
mio spirito. Non si perda in adulazioni, che non si possono<br />
usare tra coloro che si amano di un amore tutto<br />
spirituale e celeste, ma usi di forti riprensioni ogni volta<br />
che ne vede il bisogno. Chi sa quante volte avrò avuto<br />
bisogno di simili medicamenti, e Lei sempre muta! Ne<br />
abbia un po’ di scrupolo e procuri di procedere diversamente<br />
per lo innanzi. Se non vado innanzi nella via della<br />
perfezione, che come sacerdote sono obbligato percorrere,<br />
pensi che un po’ di colpa l’ha ancor Lei, perché mi<br />
lascia tranquillo riposare nelle mie solite ed inveterate<br />
mancanze. Siamo intesi? Lo spero.<br />
*<br />
Le lodi ricevute in un determinato luogo lo spingono ad<br />
allontanarsi presto dal luogo stesso. Nelle lodi riconosce<br />
un imbroglio bello e buono. Sempre a Melania.<br />
Spero che Lei farà del tutto per opporsi a... e anzi, per<br />
indurla a fare ciò con insistenza, permetta che francamente<br />
le dica che le dimostrazioni d’affetto che mi si<br />
fanno, quando non consistono nell’orazione, mi servono<br />
di spinta, d’incentivo per allontanarmi sempre più presto,<br />
poiché non è della gloria del mondo che etc. etc. etc.<br />
non volevo dire ma... m’è sfuggita. Mi raccomando a<br />
Lei e spero.<br />
119
Chiamato alla missione<br />
La vocazione missionaria è sempre stata la sua aspirazione<br />
profonda. E’ proprio pensando a questa chiamata<br />
del Signore alla missione ad Gentes che egli sente il coraggio<br />
di superare tutti gli ostacoli, non solo, ma che gli<br />
permette di praticare, nelle parrocchie dove la Provvidenza<br />
l’ha destinato, una pastorale missionaria. Ecco<br />
la dichiarazione del Servo di Dio.<br />
Come Ella sa, è sempre stato mio vivo desiderio portarmi<br />
in mezzo a’ popoli selvaggi, onde annunziar loro la<br />
evangelica verità; questo pensiero mi incoraggia in tutte<br />
le imprese più difficili e mi fa passare felici giorni di mia<br />
esistenza. Quando so che c’è probabilità per me di andare<br />
in terre lontane al solo scopo di dar gloria a Dio, di<br />
salvar anime, benché mi trovi affranto dalle fatiche, alle<br />
volte non comuni, del mio ministero, tuttavia mi sento<br />
crescer subito subito e forze e lena in maniera, anche a<br />
me, meravigliosa; quando invece so che un qualche nuovo<br />
ostacolo, una qualche nuova difficoltà è sorta, oh! allora<br />
come sono triste e melanconico, oh! allora come<br />
tutto mi annoia, e mi rende penosa la vita.<br />
120<br />
*<br />
La mente del Servo di Dio, mentre era sacerdote nella<br />
sua diocesi, Reggio Emilia, rimane fissa su due parole:<br />
Cina e Cielo! Ne scrive a Melania.<br />
E la Cina? mi disse in quel bigliettino. La Cina rimane
per me sempre un campo da esplorarsi e da doversi<br />
esplorare. Tutti i miei desideri si centrano in questa piccola<br />
parola: Cina e Cielo. Ha veduto i nuovi massacri<br />
di missionari? Oh! perché non m’è dato di andar presto<br />
presto a sostituire quei felici e zelanti apostoli che diedero<br />
il sangue e la vita per la fede! Quando sarà che<br />
vedrò appianata tutte le difficoltà e libera la via per le<br />
missioni.<br />
*<br />
Il pensiero della Cina è talmente assillante da far temere<br />
persino della salute mentale.<br />
Tengo fisso nella mente che se non andrò in Cina andrò<br />
volentieri al manicomio. Messo tutto insieme sto male<br />
di spirito.<br />
*<br />
La vocazione missionaria è sentita come opera di Dio.<br />
La vocazione nasce in una comunità cristiana e da tale<br />
comunità viene sostenuta con i mezzi di Dio, cioè la preghiera<br />
e la sofferenza. Il missionario ha bisogno di essere<br />
spiritualmente sostenuto dai buoni.<br />
Non andrei in Cina, se non sapessi che qualche anima<br />
pia mi rammenta spesso al Signore.<br />
*<br />
121
A Melania<br />
Guardi ancora quanto bene potrò io sperare da Lei, e di<br />
quanta consolazione mi riesca ora tal pensiero. Non andrei<br />
in Cina se non sapessi che qualche anima pia mi<br />
rammenta spesso al Signore, per paura di non riuscire a<br />
confessare la fede anche in vista dei più squisiti dolori;<br />
ma lasciando Lei costì sono sicuro di riuscire a felicissime<br />
imprese spirituali in forza delle preghiere che per me<br />
fervorosamente eleva al cielo.<br />
122<br />
*<br />
Dopo tante peripezie, incomprensioni, sofferenze, la decisione<br />
della partenza sta per concretizzarsi. Si recherà<br />
a Fontanellato ai piedi della Madonna per dire un sì<br />
definitivo e quindi recarsi da Mons. Conforti. L’attesa<br />
gli sembra lunghissima, ma finalmente il momento è arrivato.<br />
Ancora a Melania.<br />
Domani (sabato) se nulla di ostacolo si frappone, andrò<br />
a dir la S. Messa alla B.V. di Fontanellato e nel ritorno<br />
mi fermerò all’Istituto di Monsig. Conforti per concertare<br />
il tutto per la prossima partenza. I giorni mi sembrano<br />
mesi e i mesi mi sembrano anni in dover ancora aspettare<br />
un poco. Ma col divino aiuto tutto passa e spero<br />
passi senza recar conseguenze disgustose.<br />
*
La Missione esige santità, partire vuol dire il fermo proposito<br />
di conformarsi al Cuore di Gesù. E’ un programma<br />
che gli rimarrà per tutta la vita e la sua vocazione<br />
missionaria in Cina o a Vicenza prenderà vita sempre<br />
da questa fonte.<br />
Solo mi bea il pensiero di andare a far del bene e all’animo<br />
mio e all’animo di tanti poveri infelici del Celeste<br />
Impero. Sarà un’illusione il pensare e lo sperare che, se<br />
potrò colà portarmi, mi svestirò affatto dell’uomo vecchio<br />
per vestirmi del nuovo conforme al Cuore Santissimo<br />
di Gesù? Spero di no, poiché se soltanto prevedessi<br />
questa cosa, non ci anderei di sicuro perché allora ai miei<br />
debitori non potrei soddisfare.<br />
*<br />
Qua si vuol richiamare solo qualche testimonianza autobiografica<br />
per dire quanto il Servo di Dio amasse la<br />
sua vocazione missionaria e quanto questa vocazione si<br />
fosse pienamente realizzata in Cina. Certo non ci sono<br />
sempre state gioie in Cina per P. Pietro. Ha dovuto affrontare<br />
moltissime difficoltà e soffrire molto, ma mai si<br />
pentirà di essere missionario e di essere in Cina, che<br />
considera la sua nuova patria, dove desidera rimanervi<br />
per tutta la vita e morirvi, magari come martire.<br />
Scrive a suo padre circa le prime esperienze missionarie<br />
e non nasconde il suo entusiasmo.<br />
Desidero ora dirvi delle cose più belle e più consolanti<br />
che riguardano la missione.<br />
123
In questa mia cristianità sono solo, cioè non ho nessun<br />
altro padre con me. La mia parrocchia è un dipresso grande<br />
come Reggio, Parma e Modena pur tutte insieme. Da<br />
questo solo potete immaginare se c’è tempo di star fermo.<br />
Nel luogo della mia piccola residenza vi sono molti<br />
cristiani (dico molti in confronto a tantissimi luoghi in<br />
cui non ce n’è). tutti buoni e fervorosi. Amano il Padre<br />
con tutto il cuore e solo che il Padre parli tutti sono pronti<br />
a ubbidire. Sempre hanno in bocca e credo anche in<br />
cuore queste parole: “Il Padre comandi noi siamo pronti<br />
ad ubbidire”.<br />
Ogni giorno vengono da me e parlano di mille cose ed io<br />
rispondo sempre facendovi sempre entrare la religione,<br />
il Signore, Maria SS., il Paradiso e l’Inferno. Otto anni<br />
fa qui non c’era neppure un cristiano, ora ce n’è un centinaio<br />
e giorno per giorno crescono. Il giorno del S. Natale<br />
ho battezzato dieci persone, il giorno dell’Epifania<br />
del Signore ne battezzerò altre sette o otto. Il primo uomo<br />
che ho battezzato, non qui ma a Lu-zien gli ho imposto,<br />
come era mio dovere, il vostro nome: Giovanni Battista,<br />
che in cinese si dice “Zoachan”. Oggi questo Zoachan è<br />
qui, si è confessato e comunicato e ripartirà forse domani.<br />
Conta 40 anni.<br />
124<br />
*<br />
Pochi mesi più tardi P. Pietro comunica al papà una notizia<br />
che non avrebbe voluto dargli: lascerà la sua prima<br />
missione per andare in un’altra più grande. E’ il primo<br />
distacco. Egli sente di amare i figli che ha generato<br />
a vita nuova in Cristo e da loro si sente riamato.
Ora vi dirò poche parole sulla mia missione. Mi trovo<br />
sempre a Pe-ciuan (Pe = Bianco, Ciuan = paese) e qui i<br />
cristiani aumentano di giorno in giorno e sono proprio<br />
contento. Fra poco dovrò lasciare anche questa cristianità<br />
che amo di cuore, nel Signore, perché corrisponde<br />
davvero alle mie povere premure. Essi lo sanno che dovrò<br />
presto lasciarli e sono sempre a pregarmi che non li<br />
abbandoni, che non li lasci. Io rispondo sempre che mi<br />
dispiace moltissimo ad abbandonarli ma che debbo obbedire<br />
al Vescovo. Essi perché non parta si sono già accordati<br />
di portarsi in buon numero dal Vescovo al fine di<br />
ottenere che non mi ci muova. Non riusciranno a nulla,<br />
ma li lascio fare.<br />
*<br />
La prima lettera da Cheng-chow parla del viaggio, del<br />
su arrivo in quella missione, della prima accoglienza,<br />
della residenza. Ci fa rigustare gli Atti degli Apostoli.<br />
Sono giunto al luogo assegnatomi dalla divina Bontà a<br />
mio campo di apostoliche fatiche. Come Le dissi in altra<br />
mia, entro alla città non ho neppur un cristiano, fuori ne<br />
ho qualcheduno, in tutto i battezzati non superano la<br />
quindicina. E noti bene che ho la cura non di una sola<br />
città, ma di quattro e tutte popolatissime.<br />
Accompagnato da un freddo indicibile, arrivai alla mia<br />
nuova destinazione non troppo allegro e contento; ma<br />
appena giunto alla stazione, vedendo i miei pochi ma<br />
ottimi cristiani che mi erano venuti ad incontrare e a farmi<br />
festa, la noia e i disturbi del viaggio come nebbia al<br />
125
vento sparirono e subito la gioia più pura si impossessò<br />
del mio cuore.<br />
Poveri i miei nuovi e buoni cristiani! Essi abitano molto<br />
lontano da quì, e per non perdere l’occasione di incontrare<br />
il Padre, da otto giorni abitavano in Chiesa e due<br />
volte al giorno facevano una corsa fino alla stazione.<br />
La festa che mi fecero non è possibile descrivere, perché<br />
le cose che vengono dal cuore vanno direttamente al cuore<br />
e in quello s’affermano.<br />
Entrato nella mia -residenza casa cinese priva di tuttorimasi<br />
un po’ a vederla così nuda, ma essi con caritatevole<br />
accorgimento mi dissero: “Padre, non pensi, che’ al<br />
necessario provvederemo tosto”, ed ecco chi va a prendere<br />
in prestito una seggiola, chi un tavolo, chi un letto<br />
di bambù, chi una teiera, chi tazza da tè, di modo che in<br />
un momento fui provvisto di tutto. Li ringraziai di tutto<br />
cuore per la premura tanto affettuosa che mi mostrarono,<br />
ma essi mi risposero, come usano sempre fare i buoni<br />
Cinesi quando un Superiore fa loro una gentilezza:<br />
“Non siam degni, non siam degni”.<br />
Al mattino seguente celebrai la S. Messa in un altaríno<br />
fatto di miseria unita però a decenza e nitidezza.<br />
Formatore missionario con la missione nel cuore<br />
Vorremmo solo far notare che il Servo di Dio ha sempre<br />
conservato la nostalgia per il primo annuncio e la partenza.<br />
In una lettera a Mons. Conforti da Vicenza nel<br />
1928, esprime chiaramente il suo vivissimo desiderio di<br />
ritornare in Cina e di coronare la vita col martirio. Nel-<br />
126
la lettera si noti anche il clima missionario instaurato<br />
nella casa missionaria che egli dirigeva.<br />
Deo gratias! I nostri amatissimi Confratelli sono stati liberati,<br />
e questa grazia per me è tanto grande che mi pare<br />
di non sbagliare a chiamarla miracolo.<br />
Abbiamo subito cantato il Te Deum, e la novena che facevamo<br />
per chiedere al Signore la liberazione l’abbiamo<br />
compiuta facendola in ringraziamento.<br />
P. Roteglia è stato qui due giorni. Sono rimasto contentissimo<br />
della sua visita, del suo contegno e soprattutto<br />
dello zelo ardente che ha per le SS. Missioni.<br />
Anche gli apostolini sono rimasti edificati. A sentirlo<br />
parlare delle grandi difficoltà e dei tanti pericoli in cui si<br />
trovano i nostri cari Confratelli, mi sono sentito ancor<br />
più incoraggiato ad andare in Missione.<br />
Al presente la Cina tiene in serbo tante accorciatoie per<br />
andare in Paradiso.<br />
Non ne sono degno, lo so, ma desidererei pur tanto che<br />
una ci fosse anche per me.<br />
*<br />
A Melania confida di poter chiudere la sua vita in Cina.<br />
I Padri vengono per il Capitolo per l’elezione del Superiore<br />
Generale al posto del nostro venerato Mons. Conforti.<br />
Preghi ancor Lei perché il Signore ispiri i capitolari<br />
ad eleggere uno che abbia tutte quelle doti che sono necessarie<br />
ad un capo di una famiglia non piccola e non<br />
facile. Io nutro una mezza speranza di andare a finire i<br />
127
miei giorni in Cina. Che il Signore lo voglia. Preghi per<br />
me e mi creda suo dev.mo fratello in C. J. Uccelli.<br />
128<br />
*<br />
Il padre Uccelli rimarrà sempre a Vicenza e chiuderà la<br />
vita in quella città, ma il suo cuore rimane in Cina e là<br />
vuole fare ritorno e ripete ancora una volta “o Cina o<br />
Paradiso”. Credo proprio che fosse questo intimo desiderio<br />
della missione in Cina, che ispirava la sua azione<br />
educativa e pastorale nella casa missionaria e nella Diocesi<br />
di Vicenza.<br />
Sento il desiderio o della Cina o del Paradiso. Le altre<br />
cose mi toccano più poco. In questi giorni mi sento un<br />
po’ malmesso. Riesco a far poco, e anche quel poco molto<br />
male e a stento. Pazienza e avanti in Domino.<br />
Godo dirLe che ho di già scritto e impostata la lettera<br />
per il Revmo. Mons. Conti, arciprete di Soragna. Ho<br />
aggiunto una calda raccomandazione. Mettiamola nelle<br />
mani di S. Giuseppe e diciamogli che ci pensi Lui. Ho<br />
sentito con vivo piacere che il di Lei nipote Domenico<br />
sarebbe pronto a venire meco in Cina. Magari potessi<br />
andarci, io che farei il possibile per prendere anche il di<br />
Lei buon nipote sempre che sia libero da legami di famiglia.<br />
Intanto preghiamo e confidiamo.<br />
*<br />
Il ritornare in Cina farebbe morire di gioia il Servo di<br />
Dio.
Qui niente di nuovo. Una novità ci sarà presto, e sa qual<br />
è? Quella della mia partenza da questa casa per andare<br />
non so dove, magari potessi ritornare in Cina! Mi sembrerebbe<br />
di morire di gioia.<br />
Animatore missionario in diocesi<br />
Il Servo di Dio, anche se lontano dai territori di missione,<br />
si sente missionario e a Vicenza vuole coinvolgere<br />
tutti nella estensione del Regno di Dio tra i non credenti<br />
e i peccatori.<br />
La prego di dividere la sua giornata offrendo i suoi dolori<br />
prima (perdoni se parlo da egoista) per la conversione<br />
e santificazione del sottoscritto, poi per tutti i poveri<br />
peccatori e degli infedeli, per la santificazione del clero,<br />
secondo le intenzioni del S. Padre e per suffragare tutte<br />
le anime SS. del Purgatorio, nessuna eccettuata.<br />
*<br />
Seguendo le indicazioni di Mons. Conforti, allora presidente<br />
dell’Unione Missionaria del clero, P. Uccelli si<br />
interessava molto anche della formazione missionaria<br />
del clero, convinto che era una priorità missionaria anche<br />
se in conclusione dovrà ammettere che le difficoltà<br />
non mancano nel sensibilizzare missionariamente i<br />
seminaristi e il clero. Ne riferisce in una lettera allo stesso<br />
Conforti.<br />
Mgr. Vescovo è sempre quello, il Seminario Vescovile.<br />
129
va sempre peggiorando a nostro riguardo. Il timore che i<br />
Seminaristi amino, aiutino le Missioni è grandissimo nei<br />
Superiori come nel Vescovo. Pare venga la reazione nei<br />
Seminaristi i quali non si danno la pace nel vedere certe<br />
cose che fanno a pugni col buon senso cattolico.<br />
Si è proibito ai Seminaristi la lettura di qualsiasi libro<br />
non appartenente alla scuola, e questo per non dire libri<br />
che trattano di Missioni.<br />
Io non mando mai libri o cartoline in Seminario, ma se i<br />
Seminaristi vengono qui, do loro tutto quello che domandano.<br />
Il popolo è amante delle Missioni e il Clero così poco!<br />
Che sconcerto!<br />
130
131
132
Finalità<br />
L’ISTITUTO MISSIONARIO<br />
DI MONS. CONFORTI<br />
I MISSIONARI SAVERIANI<br />
Dobbiamo ora spendere qualche parola sull’Istituto Missionario<br />
a cui il Servo di Dio si è aggregato. Quando<br />
Don Pietro Uccelli pensava di unirsi al drappello di coloro<br />
che sotto la guida di Mons. Conforti si preparavano<br />
alla Missioni Estere, il nuovo Istituto era di recentissima<br />
istituzione e ancora in via di approvazione da parte della<br />
Santa Sede. La nuova istituzione missionaria era sorta<br />
come Seminario Emiliano per le Missioni Estere. Il nuovo<br />
Istituto intendeva stimolare l’idea missionaria nell’ambito<br />
della Conferenza Episcopale Emiliana e preparare<br />
quei sacerdoti o chierici che avessero scelto di partire<br />
per le Missioni Estere. Cosa del resto non nuova in Italia:<br />
a Milano con il PIME, a Roma con l’Istituto dei Santi<br />
Pietro e Paolo, a Verona con l’Istituto Missionario fondato<br />
dal Comboni e, come sarà poco di tardi con l’Istituto<br />
Missioni Consolata a Torino fondato dal Can.<br />
Allamano, si intendeva favorire la dimensione missionaria<br />
della Chiesa locale a Livello regionale. Con questo<br />
spirito, i Vescovi della Regione ecclesiastica dell’Emilia<br />
Romagna hanno raccomandato il nuovo Istituto Missionario<br />
sentendolo come loro, anche se appena fondato.<br />
Gli antichi Ordini Religiosi hanno avuto da sempre le<br />
Missioni e hanno inviato migliaia di loro membri, ma<br />
133
imaneva vero che uno non poteva scegliere la missione<br />
se non inviato dall’Ordine. Le nuove Istituzioni erano<br />
esclusivamente missionarie e quindi coloro che chiedevano<br />
di aderire avevano come scopo la missione ad<br />
Gentes.<br />
Il Fondatore dell’Istituto:<br />
Beato Mons. Guido Maria Conforti<br />
Le radici del nuovo Istituto Missionario vanno però ricercate<br />
nella vita e spiritualità del Fondatore Can. Mons.<br />
Guido Maria Conforti, nato a Casalora di Ravadese (Parma)<br />
nel 1865, che sarà poi Arcivescovo di Ravenna e Vescovo<br />
di Parma, dove morirà il 5 Novembre 1931 e la<br />
Chiesa lo proclamerà Beato il 17 marzo 1996.<br />
L’Istituto, abbiamo detto, ha radici nella vita stessa di<br />
Guido Maria Conforti che, entrato giovanissimo nel seminario<br />
diocesano di Parma sentì ben presto la vocazione<br />
missionaria. “Molto influì l’ambiente pervaso di spirito<br />
missionario. Il direttore spirituale P.Labadini, gesuita, e P.<br />
Massara, predicatore nei ritiri mensili, fecero conoscere<br />
al Conforti il grande missionario dell’Estremo Oriente, S.<br />
Francesco Saverio verso il quale scattò immediatamente<br />
una forte simpatia unita a grande devozione e al desiderio<br />
di imitarlo. Si applicò alla lettura della vita del Saverio<br />
come pure di altri missionari, quali i martiri Perboyre e<br />
Clet, dei quali parlava con ardore con i compagni”.<br />
La simpatia divenne decisione e chiese di entrare in un<br />
istituto missionario. Pensò alla Compagnia di Gesù, chiedendo<br />
di aderire, solo a patto di essere inviato in missione.<br />
La Compagnia lo avrebbe accettato, ma senza condi-<br />
134
zioni, ed egli avrebbe dovuto accettare l’obbedienza dei<br />
superiori.<br />
Scrisse quindi a Don Giovanni Bosco, chiedendo di aderire<br />
alla sua Congregazione come missionario, ma non<br />
ricevette risposta.<br />
Nel frattempo nella vita di Guido Conforti accadde qualcosa<br />
che non solo non gli permetteva di andare missionario,<br />
ma neppure poteva diventare presbitero: aveva frequenti<br />
e gravi attacchi di epilessia. Egli diventerà Sacerdote<br />
diocesano, attribuendo la sua guarigione all’intercessione<br />
della Madonna di Fontanellato (il maggior Santuario<br />
della Diocesi di Parma).<br />
Il desiderio di dare la propria vita per le Missioni Estere<br />
non lo abbandonerà mai. A 29 anni, nel 1894, chiede<br />
ufficialmente a Card. Ledochowski, prefetto di Propaganda<br />
Fide un parere qualificato circa la fondazione di<br />
un Istituto Missionario per l’Emilia Romagna. Il Conforti<br />
aveva già idee molto chiare circa la nuova fondazione.<br />
Così scrive:<br />
“Fin dagli anni miei più verdi ho sentito sempre fortissimo<br />
trasporto a dedicarmi alle Estere Missioni e non avendo<br />
potuto assecondare questa santa inclinazione a tempo<br />
debito, per ragioni affatto indipendenti da me, ho<br />
divisato da diversi anni di fondare io stesso per l’Emilia<br />
un Seminario, destinato a questo sublimissimo scopo.<br />
Tale proposito né per volger di tempo, né per variar di<br />
circostanze mai venne meno in me, ché anzi si fece<br />
vieppiù forte per modo da poterlo ritenere, dietro consiglio<br />
pure di pie ed illuminate persone, ispirato non altrimenti<br />
che da Dio. EccoLe pertanto in succinto le linee<br />
principali dell’opera ideata:<br />
135
Struttura dell’Istituto<br />
I° Scopo unico del detto Istituto sarà la predicazione del<br />
Vangelo nelle terre infedeli giusta il mandato del Salvatore<br />
Divino ai suoi Discepoli.<br />
II° Raccoglierà a convitto quegli Ecclesiastici, ed anche<br />
laici, i quali aspireranno alla conversione degli infedeli e<br />
ne proverà maturamente la vocazione.<br />
III° Coltiverà con opportune discipline di pietà e di studio<br />
le attitudini degli aspiranti per renderli idonei all’Apostolico<br />
Ministero.<br />
IV° Riceverà dal Vicario di Gesù Cristo, per l’organo<br />
della Sacra Congregazione di Propaganda Fide, quelle<br />
Missioni tra gl’infedeli, che Egli si degnerà affidargli.<br />
V° Si adopererà a tutto potere per procacciare ai suoi<br />
futuri Missionari quanto potrà loro occorrere per l’esercizio<br />
del proprio Ministero, e li dirigerà tutti per mezzo<br />
di una regola uniforme, vegliando di continuo al mantenimento<br />
dello spirito apostolico.<br />
VI° Per ultimo, se gli sarà lecito esprimere umilmente<br />
una preghiera, chiederà di preferenza le Missioni dell’Asia,<br />
essendo quella terra che conta maggior numero<br />
d’infedeli e fu il campo del sublime Apostolato del<br />
Saverio, da cui il Seminario da fondarsi prenderà nome<br />
ed ispirazione.”<br />
Con il parere favorevole del Cardinale prefetto, poco<br />
più di un anno dopo, il 3 Dicembre 1895, veniva ufficialmente<br />
aperto il nuovo Istituto Missionario, già approvato<br />
dal Vescovo di Parma Mons. Magani il 1° Nov.<br />
1895.<br />
136
Caratteristiche dell’Istituto missionario<br />
Come abbiamo già fatto notare, il Nuovo Istituto veniva<br />
ad accogliere una esigenza del tempo in cui sorse, una<br />
nuova sensibilità missionaria dell’episcopato. Ciascun<br />
Istituto missionario però aveva le proprie caratteristiche:<br />
qualcuno era sorto per lavorare in un campo bene circoscritto,<br />
altri istituti non avevano i voti o non erano esclusivamente<br />
missionari. Ecco allora alcune caratteristiche<br />
che non troviamo almeno insieme nelle altre società missionarie<br />
del tempo:<br />
a) Un fine esclusivamente missionario;<br />
b) destinazione universale, cioè nessun confine geografico<br />
al lavoro apostolico dei <strong>Saveriani</strong> che<br />
sarebbero andati in tutti i continenti;<br />
c) configurazione religiosa, cioè l’Istituto Missionario<br />
è sorto come una congregazione religiosa<br />
nella quale i membri emettono i voti di povertà<br />
castità obbedienza e un voto speciale di missione.<br />
Al di là di alcune caratteristiche strutturali, vanno colti<br />
alcuni valori-proposte formativi, che faranno parte della<br />
“vita” dei Missionari <strong>Saveriani</strong> fin dagli inizi e che erano<br />
il cuore degli insegnamenti e soprattutto della vita<br />
del Beato Conforti.<br />
La vita del Servo di Dio P. Pietro Uccelli che ha avuto<br />
come maestro di noviziato lo stesso Fondatore Mons.<br />
Conforti, in qualche maniera ne verrà plasmata e se ne<br />
vedranno i frutti. Questo anche perché P. Uccelli lo venerava<br />
e stimava molto.<br />
Tra gli insegnamenti del Fondatore dei <strong>Saveriani</strong> vorrei<br />
ricordare quella che viene considerata come la sua la<br />
137
Lettera Testamento, che rimarrà la sintesi delle cose più<br />
belle che il Padre voleva comunicare ai suoi figli, e la<br />
Regola Fondamentale che è la raccolta di 88 articoli dagli<br />
scritti costituzionali redatti dal Fondatore in diversi<br />
momenti della vita dell’Istituto.<br />
Accenno solo ad alcune caratteristiche, che vengono richiamate<br />
nei documenti riportati:<br />
+ Totale ed esclusiva dedizione del missionario all’annuncio<br />
del Regno tra i non cristiani;<br />
+ il missionario porta Cristo, che sarà quindi il suo<br />
modello unico= Cristocentrismo. Il missionario deve tendere<br />
costantemente alla santità, imitando Gesù;<br />
+ il Crocifisso è l’icona dell’amore di Dio e ragione<br />
della Missione;<br />
+ l’Istituto deve avere le caratteristiche di una Famiglia<br />
basata su tre pilastri: Fede viva, Obbedienza pronta<br />
generosa costante, Amore intenso per la famiglia missionaria<br />
e i membri che la compongono;<br />
+ grande rispetto per i popoli a cui i suoi missionari<br />
vengono mandati, per cui ne impareranno bene la lingua,<br />
ne assumeranno le abitudini confacenti con la dottrina<br />
che portano, raccoglieranno degli oggetti o cose significative<br />
anche attorno alla flora e alla fauna, che formeranno<br />
un museo etnografico ad istruzione dei missionari<br />
e di tutti coloro che vorranno aprirsi ad altri popoli;<br />
+ tra le devozioni raccomandate per crescere in santità<br />
ricordiamo l’Eucaristia, il Crocifisso, la Madonna, il<br />
Sacro Cuore, S. Giuseppe, gli Apostoli, S. Francesco<br />
Saverio.<br />
138
I Missionari <strong>Saveriani</strong> a Vicenza:<br />
gloria del popolo e delle missioni<br />
Perché p. Uccelli fu dal fondatore richiamato in Italia? In<br />
quegli anni l’istituto “Missioni Estere” di Parma, chiamato<br />
il nido degli aquilotti, fioriva per vocazioni. Allora mons.<br />
Conforti pensò di allargare i suoi istituti e trovò a Vicenza<br />
una casa per accogliervi i giovanetti delle scuole medie.<br />
Quando i missionari di mons. Conforti pensarono di aprire<br />
una casa di formazione a Vicenza, trovarono un valido<br />
appoggio in don Gabriele Migliorini. Questi era stato<br />
missionario in America Latina e allora dirigeva in città<br />
l’ufficio dell’“Unione Emigranti”.<br />
Per suo consiglio nei primi giorni dell’aprile 1919 i padri<br />
Giovanni Bonardi, Antonio Sartori e il diacono Giovanni<br />
Gazza si presentarono al vescovo di Vicenza mons.<br />
Ferdinando Rodolfi e gli chiesero, a nome del fondatore<br />
mons. Conforti, di poter fondare una casa di formazione<br />
missionaria nella sua diocesi.<br />
Il vescovo si mostrò lieto della proposta ed accettò anche<br />
di accogliere nel seminario i giovinetti ospiti nella<br />
casa dei Saveria-ni e soggiunse: - “Me ne riprometto vigoria<br />
di fede e di zelo anche per il mio clero”. Frattanto<br />
i contatti di p. Sartori con il vescovo e con la diocesi<br />
furono assai soddisfacenti. La casa era un’antica villa di<br />
stile veneto, chiamata “Villa Tacchi” e p. Sartori vi entrò<br />
nel settembre del 1919.<br />
Così, nell’anno 1919, fuori Porta S. Croce a Vicenza, la<br />
congregazione missionaria aveva la sua prima “scuola<br />
apostolica”con rettore il cremonese P. Antonio Sartori,<br />
reduce dalla Cina.<br />
139
Fu allora che si pensò a P. Uccelli, perché tornasse in<br />
patria come direttore spirituale dei liceisti e teologi della<br />
Casa Madre al posto di P. Sartori. P. Uccelli arrivò in Italia<br />
con una grande esperienza di vita apostolica. Giunto a<br />
Parma il 7 febbraio 1920, fu accolto con entusia-smo da<br />
tutti. Mons. Conforti nell’agosto del 1921 lo inviò a<br />
Vicenza a farvi da confessore e ben presto a succedere a<br />
p. Sartori che aveva chiesto insistentemente di ritornare<br />
in Cina. Con lettera del 20 ottobre il fonda-tore gli affidava<br />
la direzione di quella casa. Questo avvenimento fissò<br />
per sempre la permanenza di P. Uccelli in Italia e a Vicenza,<br />
dove svolgerà la sua attività per trentatre anni, fino alla<br />
morte, acquistando grande fama di santo e di taumaturgo.<br />
Con la presenza di P. Uccelli a Vicenza dobbiamo richiamare<br />
alcuni eventi o persone che rimarranno sempre<br />
nella mente dei <strong>Saveriani</strong> e non solo.<br />
Il primo fu l’arrivo della reliquia del braccio di San Francesco<br />
Saverio a Vicenza, tra una inconsueta festività di<br />
popolo. P. Uccelli ebbe la gioia di avere in casa per un’intera<br />
notte l’insigne reliquia. Il secondo fatto fu la presenza<br />
di mons. Giovanni Veronesi, rettore del seminario<br />
diocesano, che accolse nelle sue scuole in seminario gli<br />
allievi missionari di P. Uccelli. Era un’anima eccezionale,<br />
che riscuoteva venerazione da tutti e che pure P. Uccelli<br />
riteneva un vero santo. Verso la fine dell’anno 1924,<br />
Mons. Tomaso Tomasi, canonico penitenziere e delegato<br />
vescovile per le opere missionarie, chiese di essere<br />
ospitato nell’istituto delle missioni estere. Costui era stato<br />
per ventisette anni direttore spirituale del seminario e tra<br />
i sacerdoti vicentini godeva una fama pari a quella di<br />
Mons. Veronesi.<br />
140
P. Uccelli ritenne provvidenziale la richiesta di Mons.<br />
Tomasi, perché non solo avrebbe avuto un saggio direttore<br />
spirituale per gli apostolini, ma anche un uomo che, con la<br />
sua influenza, poteva giovare notevolmente all’istituto.<br />
Il Servo di Dio avrà sempre per norma di essere molto<br />
discreto nel chiedere aiuti ai Vicentini, ma essi si dimostreranno<br />
sempre generosissimi. Nella cronistoria della<br />
casa saveriana vengono annotate le frequenti e generose<br />
offerte dei benefattori vicentini, che mostravano di essere<br />
la lunga mano di S. Giuseppe, che P. Uccelli aveva<br />
nominato economo della casa e che davvero provvedeva<br />
a meraviglia. Proprio per merito di P. Uccelli a Vicenza è<br />
iniziata una devozione speciale per il patrono della Chiesa<br />
Universale.<br />
Dopo tre anni, allo scadere del suo mandato, il superiore<br />
generale si domandava se P. Uccelli non dovesse essere<br />
sostituito. Le referenze che gli venivano fatte però lo rassicuravano<br />
che, se a lui mancava una preparazione adeguata,<br />
aveva in compenso una tale pietà e animazione<br />
che gli alunni si rafforzavano nella fede e si formavano<br />
realmente nell’apostolato missionario. Padre Augusto<br />
Luca e altri saveriani affermano che, in seguito, non ebbero<br />
più un superiore che, come lui, abbia così positivamente<br />
influito nella loro formazione.<br />
Pertanto P. Uccelli fu confermato per un nuovo<br />
triennio, poi per un altro ancora e di seguito per vent’anni,<br />
ottenendo da Roma tutte le dispense necessarie per<br />
un periodo educativo così prolungato. A conclusione di<br />
questa sua lunga fatica - dicono gli alunni di un tempo -<br />
possiamo affermare che in nessuna altra scuola apostolica<br />
e con nessun altro rettore, si è avuta una percentuale<br />
141
così alta di riuscita. Molti giovani arrivarono infatti al<br />
noviziato, alla professione religiosa e al sacerdozio. Altri<br />
partirono per le missioni e si mostrarono pieni di zelo<br />
e animati da una tale fede che non dubitarono di affrontare<br />
anche il martirio. Col martire P. Giovanni Botton,<br />
ucciso in Cina nel 1944, ricorderemo il vescovo<br />
Raimondo Bergarnin, prima missionario in terra cinese<br />
e poi vescovo in Indonesia. Non possiamo dimenticare<br />
mons. Faustino Tissot divenuto pure vescovo in Cina,<br />
mons. Augusto Azzolini vescovo di Makeni in Sierra<br />
Leone, e p. Gaetano Laface, morto a Vicenza in concetto<br />
di santità. Inoltre quasi tutti i suoi missionari ebbero a<br />
soffrire durante la guerra cino-giapponese e furono prigionieri<br />
dei comunisti di Mao-Tse-Tung.<br />
Molti portano ancora le stigmate di quel loro martirio.<br />
Quando poi i missionari furono espulsi dalla Cina,<br />
quelli di p. Uccelli emigrarono in altre terre: Giappone,<br />
Indonesia, Bangla-desh, Sierra Leone, Congo, Burundi<br />
e America Latina. Così la fede che egli seppe imprimere<br />
nel cuore dei suoi alunni continuò per molti anni e si<br />
diffuse dando ricchi frutti, nelle più remote parti del<br />
mondo, riflesso del suo zelo e della sua paterna fecondità.<br />
E’ di grande onore anche per Vicenza ricordare i suoi<br />
missionari martiri.<br />
142
Missionari <strong>Saveriani</strong>: i Martiri vicentini<br />
BOTTON P. Giovanni, nato a Carmignano<br />
sul Brenta nel 1908 ed entrato a Vicenza<br />
nel 1920, ucciso nel 1944 a Hsu-Chang –<br />
Cina.<br />
FACCIN Fr. Vittorio, nato a Villaverla nel<br />
1934 ed entrato a Vicenza nel 1950, ucciso<br />
il 28 Nov. 1964 a Baraka, Congo Belga.<br />
DIDONE’ P.Giovanni, nato a Rosà nel<br />
1930 e ucciso il 28 Nov. 1964 a Fizi in<br />
Congo Belga.<br />
COBBE P. Valeriano, nato a Camisano nel<br />
1932, ed entrato a Vicenza nel 1944, ucciso<br />
il 14 Ottobre 1974, a Shimulia<br />
(Bangladesh).<br />
143
144<br />
PIEROBON P. Alberto, nato nel 1927 a<br />
Cittadella, ucciso il 31 Luglio 1976 ad<br />
Almirante Tramandare, in Brasile.<br />
MAULE P. Ottorino, nato a Gambellara<br />
nel 1942, ucciso il 30 Sett.1995 a<br />
Buyengero (Burundi)<br />
Per conoscere meglio i martiri vicentini rimandiamo ad<br />
una pubblicazione:<br />
AGASSO R. - COMUZZI A. - LUCA A., “Con loro,<br />
sempre” (Missionari saveriani martiri della carità pastorale),<br />
Ed. CSAM, Parma 2001, pp. 368.<br />
Per saperne di più sul Servo di Dio P. Pietro Uccelli
I Missionari <strong>Saveriani</strong> sono ora presenti<br />
in tutto il mondo:<br />
BANGLADESH, BRASILE, BURUNDI,<br />
CAMEROUN, CINA, COLOMBIA, FILIPPINE,<br />
FRANCIA, GIAPPONE, GRAN BRETAGNA,<br />
INDONESIA, ITALIA, MESSICO, MOZAMBICO,<br />
R.D.CONGO, SIERRA LEONE, SPAGNA,<br />
TAIWAN, TCHAD, U.S.A.<br />
Hanno case di formazione in tredici nazioni e confratelli<br />
professi provenienti da dodici diverse nazioni. Al loro<br />
interno e nel loro piccolo i <strong>Saveriani</strong> sono diventati una<br />
icona della famiglia umana, un insieme di fratelli di diverse<br />
nazioni e culture che si sentono figli dello stesso<br />
Padre e parti dello stesso Corpo di Cristo. Come in una<br />
famiglia, essi possono condividere comuni obiettivi e soprattutto<br />
i progetti che Cristo ha su di loro.<br />
In Italia sono presenti in oltre venti diverse comunità, in<br />
altrettante Diocesi, con case di formazione alla missione<br />
ad Gentes e case di animazione missionaria.<br />
Direzione Generale<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
V.le Vaticano, 40<br />
00165 ROMA<br />
Tel. 06 393 754 21<br />
E mail:segreteria@saveriani.org<br />
145
146<br />
Collegio Internazionale “Conforti”<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Via Aurelia, 287<br />
00165 ROMA<br />
Tel. 06 393 669 29<br />
E mail: collsx@saveriani.net<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Casa di formazione permanente<br />
Via Urago, 15<br />
22038 TAVERNERIO (CO)<br />
Tel. 031 42 60 07<br />
E-mail: comunità@tavernerio-saveriani.it<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Procura Missioni<br />
V.le S. Martino, 8<br />
43100 PARMA<br />
Tel. 0521 960 466<br />
E-mail: ppro@xaveriens.org<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Casa Madre<br />
V.le S. Martino, 8<br />
43100 PARMA<br />
Tel 0521 99 00 11<br />
E-mail: rettore.casamadre@saveriani.it<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Direzione Regionale<br />
V.le S. Martino, 8<br />
43100 PARMA<br />
Tel. 0521 990011<br />
E-mail: regionale@saveriani.it
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Studentato Saveriano<br />
V.le S. Martino, 6<br />
43100 PARMA<br />
Tel. 0521 990011<br />
E-mail: teologia@saveriani.it<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Via Ponchielli, 4<br />
24022 ALZANO LOMBARDO (BG)<br />
Tel. 035 513 343<br />
E-mail: saveriani.bg@tin.it<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Noviziato Saveriano<br />
Via del Castellano, 40<br />
60129 ANCONA<br />
Tel. 071 895 368<br />
E-mail: ancona@saveriani.it<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Centro Saveriano Animazione Missionaria<br />
Via Piamarta, 9<br />
25121 BRESCIA<br />
Tel. 030 375 34 74<br />
E-mail: brescia@saveriani.it<br />
Libreria Saveriana<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Via Piamarta, 9<br />
25121 BRESCIA<br />
Tel. 030 377 27 80<br />
E-mail: libreria@saveriani.bs.it<br />
147
148<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Via Sulcis, 1<br />
09121 CAGLIARI<br />
Tel. 070 281 310<br />
E-mail: Xavier.caralis@tiscalinet.it<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Via Bonomelli, 81<br />
26100 CREMONA<br />
Tel. 0372 456 267<br />
E-mail: saveriani.cr@virgilio.it<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Casa di formazione missionaria<br />
Via Don Milani, 2<br />
20033 DESIO (MI)<br />
Tel. 0362 630.591<br />
E-mail: desio@saveriani.it<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Santuario Madonna della Grazia<br />
89055 GALLICO (RC)<br />
Tel. 0965 370 304<br />
E-mail: saverianigallico@libero.it<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Viale Modugno, 39<br />
16156 GENOVA-PEGLI<br />
Tel. 010 696 7940<br />
E-mail: xaverianpegli@libero.it<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Via Toscana, 9<br />
08015 MACOMER (NU)<br />
Tel. 0785 70 120<br />
E-mail: sxmacomer@tiscalinet.it
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Via Fra G. Acquaviva, 4<br />
84135 SALERNO<br />
Tel. 089 792 051<br />
E-mail: saverianisa@tiscalinet.it<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Casa di spiritualità<br />
Via Angaia, 7<br />
48020 S. <strong>PIETRO</strong> IN VINCOLI (RA)<br />
Tel. 0544 551 009<br />
E-mail: saveriani.spv@libero.it<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Via Tre Fontane, 15<br />
74020 LAMA (TA)<br />
Tel. 099 777 3186<br />
E-mail: missionarisaveriani-ta@virgilio.it<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Via Monte S. Michele, 70<br />
33100 UDINE<br />
Tel. 0432 471 818<br />
E-mail: udine@saveriani.it<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Viale Trento, 139<br />
36100 VICENZA<br />
Tel. 0444 288 399<br />
E-mail:saverianivicenza@nettuno.it<br />
Missionari <strong>Saveriani</strong><br />
Via Visinoni, 4c<br />
30174 ZELARINO-VENEZIA<br />
Tel. 041 907 261<br />
E.mail: zelarono@saveriani.it<br />
149
150<br />
Fraternità Missionaria<br />
Via Cavestro, 14/A<br />
43030 VICOMERO di TORRILE (PR)<br />
Tel. 0521 223 440<br />
E-mail: mungano@libero.it<br />
Centro Fraternità Missionaria<br />
Cotone 66<br />
57025 PIOMBINO (LI)
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE<br />
con breve presentazione<br />
Corrispondenza di P. Uccelli<br />
con il Fondatore Mons. Conforti<br />
TEODORI FRANCO (a cura), Guido Maria Conforti,<br />
Lettere a Mons. Luigi Calza, ai padre Caio Rastelli e<br />
Odoardo Manini e Lettere Circolari ai <strong>Saveriani</strong>, Procura<br />
Generale, Roma 1977, pp.464.<br />
La prima pubblicazione di lettere di P. Uccelli, conservate<br />
nell’Archivio Generale dei Missionari <strong>Saveriani</strong> a<br />
Roma, è del 1977 da parte di P. Teodori Franco. L’intento<br />
non era di pubblicare le lettere di P. Uccelli, ma quelle<br />
del Beato Guido Maria Conforti ai suoi figli missionari.<br />
La cinquantina di lettere scritte da P. Uccelli al Fondatore<br />
dei <strong>Saveriani</strong> vengono riportate in nota, come documentazione.<br />
Preziose le note di P. Teodori per capire il<br />
senso delle varie lettere.<br />
Questa raccolta di lettere assume il sapore di una epopea<br />
missionaria. E’ una lettura necessaria per capire l’attività<br />
missionaria dei <strong>Saveriani</strong> in Cina nella loro prima<br />
spedizione in quella grande nazione. P. Uccelli fa parte<br />
della seconda spedizione e quindi quanto emerge dalla<br />
corrispondenza di Mons. Conforti lo riguarda direttamente.<br />
151
Lettere di P. Uccelli<br />
TEODORI FRANCO, Virtù e Opere del Servo di Dio P.<br />
Pietro Uccelli e lettere al Beato G. M. Conforti e Melania<br />
Genitori, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano,<br />
1998, pp.432.<br />
Nel 1998, in un libro di 434 pagine P. Teodori pubblica<br />
50 lettere di P. Uccelli al Beato Conforti e 385 a Melania<br />
Genitoni. Importante l’introduzione generale al volume.<br />
L’autore ci dice come è venuto in possesso delle lettere,<br />
annotando le sue preziose osservazioni e offrendo ne<br />
offrendo una personale e ricca testimonianza circa il<br />
Servo di Dio P. Uccelli, che egli ha avuto come formatore<br />
a Vicenza e di cui nel frattempo si era introdotta la causa<br />
di canonizzazione.<br />
La pubblicazione non accoglie tutte le lettere del Servo<br />
di Dio, ma solo le più significative indirizzate al Beato<br />
Conforti e a Melania. Ci sono altre lettere indirizzate al<br />
papà Battista, a fratelli, nipoti e Confratelli <strong>Saveriani</strong>,<br />
che l’autore non ha ritenuto di pubblicare, perché poco<br />
significative per conoscere la vita e l’animo di P. Uccelli.<br />
L’epistolario pubblicato da Teodori ha la caratteristica<br />
di un diario spirituale, preziosissimo.<br />
152
Biografie<br />
(per data di pubblicazione)<br />
ZULIAN ERMANNO, Gioia di fare il bene (fioretti di<br />
P. Pietro Uccelli), EMI, Bologna, 1997, pp.160.<br />
L’autore, egli pure missionario Saveriano, è stato allievo<br />
di P. Uccelli. E’ un testimone privilegiato, perché non<br />
solo ha conosciuto il Servo di Dio come formatore, ma<br />
ha potuto raccogliere testimonianze dirette in Cina, dalla<br />
gente che aveva conosciuto P. Uccelli, di cui servavano<br />
felice memoria come di un santo. Trovatosi poi accanto<br />
al Servo di Dio in punto di morte, ha potuto raccogliere<br />
numerose e preziose testimonianze in mezzo a quella<br />
folla, che ha voluto dare l’ultimo saluto a colui che tutti<br />
consideravano un santo a Vicenza. La figura di padre<br />
Uccelli, che emerge da questo libretto semplice e quasi<br />
fiabesco, è quella costruita da tutta quella gente, che,<br />
numerosissima, ricorreva a lui. Questo libretto di fioretti<br />
di P. Uccelli è stato letto numerose volte ai microfoni di<br />
diverse radio locali sia in provincia di Vicenza che di<br />
Reggio Emilia.<br />
ROSSI FAUSTO, Padre Pietro Uccelli missionario<br />
Saveriano, EDIC, Roma, 1986, pp.202.<br />
L’autore, Mons. Fausto Rossi, scomparso recentemente,<br />
ha potuto anche testimoniare al Processo diocesano di<br />
beatificazione. La biografia è il suo trentesimo volume<br />
agiografico pubblicato. Occorre notare che è un Sacerdote<br />
locale a sentire il bisogno di rendere omaggio alla<br />
153
memoria del saveriano P. Uccelli. Ha quindi dato credito<br />
a quella fama di santità del Servo di Dio, non solo viva,<br />
ma in crescita, tra la gente della sua diocesi di Vicenza.<br />
Solo sette capitoli del volume considerano il periodo<br />
vicentino del Servo di Dio, ma con un taglio decisamente<br />
interessante: il missionario aperto ai poveri, agli<br />
emarginati, ai penitenti della Diocesi di Vicenza era la<br />
conseguenza di una vita sempre e dovunque missionaria,<br />
vita completamente dedicata alla gloria di Dio e al<br />
servizio dei fratelli, fino ad un sincero desiderio di testimoniare<br />
Cristo con il sigillo del martirio. Notevole è la<br />
presentazione della biografia da parte del Vescovo di<br />
Vicenza Mons. Onisto.<br />
FASOLINI ETTORE, Un pane spezzato, Padre Pietro<br />
Uccelli missionario in Cina, EMI, Bologna 1991, pp.220.<br />
FASOLINI ETTORE, Non privarti della gioia,<br />
CSAM, Brescia, 1993, pp.110.<br />
FASOLINI ETTORE, Una lampada accesa, EMI, Bologna,<br />
1998, pp.208.<br />
Consideriamo contemporaneamente i tre volumi biografici<br />
dell’autore, che corrispondono a tre momenti del lungo<br />
cammino di ricerca da parte dell’autore. Sono state<br />
tante le testimonianze spontanee che l’autore ha ricevuto<br />
dalla gente circa la fama di santità del Servo di Dio e<br />
che egli ci lascia nei suoi tre volumi. Analizza con precisione<br />
il periodo di Vicenza, dando ragione della costante<br />
devozione della gente verso P. Uccelli. L’autore stesso<br />
154
ammette che gli eventi sono talvolta rivestiti da una forma<br />
accattivante, ma che mai tradiscono la verità. Nella<br />
biografia di P. Fasolini tutto risulta fondato e ben documentato<br />
per quanto riguarda gli eventi richiamati.<br />
VIOLA GIANNI,<br />
I fioretti di Padre Uccelli, vol.1, CSAM, Brescia, 2001,<br />
pp.98<br />
VIOLA GIANNI, I fioretti di Padre Uccelli, vol.2,<br />
CSAM, Brescia, 2002, pp.98<br />
Questi due volumetti del vicepostulatore della Causa di<br />
P. Uccelli, P. Gianni Viola, sono nati dall’incontro con<br />
un gruppo di testimoni in occasione dell’Inchiesta<br />
Diocesana della Diocesi di Vicenza sulla vita, virtù e fama<br />
di santità del Servo di Dio. Sono stati bene accolti dai<br />
devoti del Servo di Dio e tuttora se ne fa richiesta.<br />
LUCA AUGUSTO, Padre Uccelli, uomo di Dio,<br />
Graphital Edizioni, Parma, 2003, pp.32.<br />
Pur nella sua brevità il profilo biografico presenta sicuri<br />
punti di riferimento, perché P. Luca è un ricercatore accurato<br />
ed un intenditore della cultura italiana e cinese in<br />
particolare, con diverse pubblicazioni al suo attivo.<br />
LUCA AUGUSTO, Pietro Uccelli uomo di Dio, CSAM<br />
(Centro Saveriano Animazione Missionaria), 2005, pp.<br />
200.<br />
155
Una biografia accurata, ben documentata ed apprezzata<br />
dai devoti del Servo di Dio. Merito principale è quello<br />
di far parlare, quando possibile, lo stesso P. Pietro.<br />
CAMERA GUGLIELMO, P. Pietro Uccelli, missionario<br />
saveriano (Biografia Documentata), Congregazione<br />
dei Santi, Roma, 2005, pp. 1038.<br />
Il relatore della Causa di canonizzazione del Servo di<br />
Dio P. Pietro Uccelli presso la Congregazione dei Santi,<br />
P. Cristoforo Bove, OFmConv., presenta la presente biografia<br />
con le seguenti parole:<br />
“Dopo alcune espressioni biografiche, di carattere<br />
aneddotico e divulgativo, questa è la prima Biografia<br />
Documentata del Servo di Dio Pietro Uccelli (1874-<br />
1954), missionario saveriano, dovuta allo studio e alla<br />
ricerca di Guglielmo Camera. L’estensione e l’autenticità<br />
documentale permettono di entrare nelle pieghe<br />
più intime del vissuto umano e spirituale del missionario<br />
in Cina, a contatto con problemi e urgenze, talvolta<br />
violenti.<br />
Il pregio maggiore di quest’opera, peraltro da noi stessi<br />
diretta e sostenuta, consiste nella ricerca della convergenza<br />
tra le fonti autobiografiche, biografiche,<br />
processuali, documentali e iconografiche. Una novità<br />
metodologica, nel campo agiografico, che, mentre dissolve<br />
antiche mirabolanze nella vita dei santi, non risulta<br />
appesantita dall’enorme massa documentale”.<br />
156
Sussidi<br />
GARBERO <strong>PIETRO</strong>, I Missionari <strong>Saveriani</strong> in Cina,<br />
Istituto Saveriano per le Missioni Estere, Parma ,1965,<br />
pp. 375.<br />
P. Pietro Uccelli faceva parte di quel nutrito drappello di<br />
missionari <strong>Saveriani</strong> inviati in Cina direttamente dal fondatore<br />
dei Missionari <strong>Saveriani</strong>, il Beato Guido Maria<br />
Conforti. Il Servo di Dio lavora in un contesto ecclesiale<br />
e sociale ben determinato e questo lavoro di P. Garbero<br />
ne determina il contesto e ci permettere di valutare pienamente<br />
il contributo che P. Uccelli ha dato alla missione<br />
dei <strong>Saveriani</strong> in Cina.<br />
MATTIELLO GIULIO, Gli inizi della Missione<br />
Saveriana nel Honan (1899-1912). Metodologia missionaria<br />
dei <strong>Saveriani</strong>, Gemmagraf, Roma, 2001, pp 192.<br />
E’ un volume nato come tesi di laurea presso l’Università<br />
di Pavia. Il professore che guidava la tesi ne ha consigliato<br />
la stampa. Sembra davvero un lavoro molto prezioso<br />
e veramente ben documentato proprio sulla<br />
metodologia missionaria dei Missionari <strong>Saveriani</strong> in Cina<br />
al tempo della presenza di P. Uccelli. Molto precisa anche<br />
la documentazione circa le condizioni politiche, sociali<br />
e religiose della Cina in quel tempo. Questo studio<br />
di P. Mattiello ci permette di comprendere con una certa<br />
profondità il significato dell’azione pastorale di P. Uccelli<br />
in Cina.<br />
157
158
Finito di stampare<br />
nel mese di maggio 2007<br />
Parma<br />
159
160