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La necessità di provvedere ad indispensabili lavori di manutenzione del pavimento della platea del Teatro dei Riuniti, ha fatto scaturire l'idea di approfittare del fatto che questa fosse libera dalle poltrone, per programmare una serie di eventi che traessero vantaggio da questa particolare ed inedita condizione. Spettacoli che consentano un maggiore coinvolgimento da parte del pubblico, una volta tanto non costretto a sedere frontalmente rispetto all'azione teatrale, ma diventandone partecipe alla pari degli stessi protagonisti contribuendo, con la sua presenza e vicinanza, a rendere più palpabili le emozioni che la trama sollecita. La platea libera offrirà anche un modo diverso per riscoprire la musica, perché gli esecutori si ritroveranno come in un salotto d'altri tempi e cioè contornati dagli ospiti che proveranno la sensazione di percepire il suono degli strumenti senza che questi vengano distorti dalla distanza. Questa particolare occasione, darà il modo di riproporre manifestazioni che hanno fatto parte, sin dall'inizio, della lunga storia del Teatro dei Riuniti e parliamo del gioco della Tombola e dei balli di Carnevale, eventi che si riproponevano ogni anno, salvo i frequenti divieti dell'allora Governo Pontificio, generalmente più preoccupato della pubblica sicurezza che del divertimento della gente. Scorrendo le cronache dell'Ottocento troviamo comunque più di una conferma di quanto fosse forte il legame tra la popolazione umbertidese ed il suo teatro; un rapporto stretto che non dipendeva tanto dal fatto che non ci fossero altri modi per divagarsi, quanto dalla convinzione che, partecipando alla sua attività, gli abitanti dell'antica Fratta, oltre ad arricchirsi culturalmente, potevano condividere con il resto della comunità i rari momenti di puro divertimento. Ciò non toglie che il pubblico del Teatro dei Riuniti dovesse assistere anche a spettacoli fuori programma, come riportano le cronache del tempo. Tra queste la coltellata inferta ad uno spettatore nel 1802 e le frequenti risse per motivi politici, che più di una volta distrussero gli ornamenti della sala. Gli interventi delle Autorità erano spesso veramente oppressive, arrivando ad esigere che le rappresentazioni fossero sottoposte a censura affinché "le commedie siano oneste" e ad imporre la presenza di quattro "miliziotti" incaricati di controllare che nessuno entrasse in sala con armi e bastoni. A tutto questo si aggiungevano forme di ostracismo nei riguardi di certe compagnie di giro, evidentemente sospette di sobillare il pub- Avvenimenti culturali Il teatro capovolto Novanta giorni di spettacoli con attori in platea e pubblico in palcoscenico >> Adriano Bottaccioli Un veglione Rosso alla fine degli anni ‘50 (Archivio Corradi) blico o l'assurda proibizione (per fortuna solo per breve tempo) di partecipare al "..dannevolissimo gioco della Tombola" o di rappresentare il rituale del "Sega la vecchia", praticato tra l'altro più nelle case contadine che nei luoghi pubblici come il teatro, ma considerato evidentemente uno spettacolo sovversivo. Situazioni difficili che l'anniversario dei 150 anni dell'Unità d'Italia ci ha fatto ricordare assieme a tante usanze comuni a quei tempi in molti teatri delle città europee. Il parterre ad esempio (cioè l'odierna platea) era arredato solo con poche semplici panche e la gente stava in gran parte in piedi; non solo, ma capitava spesso che il luogo fosse utilizzato per concludere affari, favorire contatti con donnine facili, giocare a dadi o carte o semplicemente chiacchierare del più e del meno mentre gli attori continuavano imperterriti a recitare sul palco- 23 febbraio 1971 - Veglione Rosso. La “Sweet Music Band (Foto Mario Bani) scenico. Una consuetudine tutta particolare legata invece all'uso del nostro Teatro dei Riuniti per scopi diversi dagli spettacoli, era rappresentatadall’organizzazione, oltre che di giochi della Tombola, soprattutto di feste da ballo e veglioni da parte delle varie associazioni locali che provvedevano all'allestimento della sala, arrivando persino a migliorare l'illuminazione, allora piuttosto scar- Umbertide Cronache on line Gennaio 2012 28
Un veglione “d’altri tempi” al Teatro dei Riuniti Sabato 28 gennaio al teatro dei Riuniti si è tornati indietro di 50 anni con1'organizzazione del "Veglione anni 60". Allora, ad aprire le danze a teatro era il "Veglionissimo di fine anno", quello con l'elezione della miss per intenderci, tanto atteso che il giorno dopo, davanti alle vetrine del fotografo Sganapino, c'era una folla di curiosi accorsi a vedere chi era stata la fortunata prescelta. Entrati nel vivo del carnevale, i veglioni si susseguivano quasi al ritmo di uno alla settimana: quello della Croce Rossa, degli studenti, della Tiberis, dell'Avis e poi infine la sera di Carnevale il "Veglione rosso", che finiva in un tripudio di maccheroni, arrosti e castagnole. Bella e interessante l'iniziativa del Teatro dei Riuniti di riportarci indietro a quei momenti in cui, nonostante si vivesse in maniera meno dispendiosa, c'era più voglia di passare una serata in allegria. Gran lavoro per le sarte di Umbertide in cerca di modelli esclusivi da proporre alle clienti e per le parrucchiere, impegnate a studiare nuove acconciature. Lo stesso valeva per gli uomini che, rigorosamente in abito scuro (come richiesto dagli organizzatori anche per questo revival del XXI secolo) e contornati da fragranze di brillantina, cominciavano a fare una prima cernita delle candidate alla richiesta di fidanzamento. A sottolineare questi momenti memorabili, la musica delle orchestre che hanno fornito la colonna sonora di quel decennio che vide il passaggio dai ballabili classici, alla travolgente musica rock, al twist, al cha cha cha, al madison. Tra le orchestre, 1'Asternovas Band che, assieme a The Nowheremen, hanno riproposto un vasto repertorio di brani ewergreen che sicuramente ancora aleggiano tra le mura del Dei Riuniti che ha abbandonato per una sera il ruolo serioso di teatro di prosa, per tornare agli allegri fasti del tempo passato. Al pubblico è stato offerto un ricco buffet da parte dell'Accademia dei Riuniti annaffiato da tante bollicine. Avvenimenti culturali Un veglione dell’Avis negli anni ‘60 sa, portando da casa una o due lampade ad acetilene. Si sgomberava la platea dalle poltrone e si arricchiva la sala con decorazioni più o meno fantasiose, creando un palco per l'orchestra (negli anni '50 si arrivò a far suonare gli orchestrali su una piattaforma sospesa sopra la gente che ballava in platea). L'atmosfera variava a seconda degli organizzatori: signorile, con pretenziose toilettes per le signore ed abito scuro per gli uomini, in occasione dei veglioni della Croce Rossa; spensieratamente allegra e decisamente democratica per quelli dell'Avis; disinvolta e provocatoria per i veglioni degli studenti; schiettamente popolare per i veglioni organizzati dai partiti politici. In queste occasioni, non essendo sempre possibile allestire ricchi buffet per il ristoro del pubblico, era perfettamente normale portarsi il mangiare da casa e capitava così che dai palchi uscissero gradevolissimi effluvi di tagliatelle al sugo d'oca, polli arrosto, piccioni ripieni e torcolo e vinsanto, mentre la buca del suggeritore ospitava una damigiana di vino rosso che serviva a fornire di carburante ballerini dall'aspetto rubizzo ed inebriati dal suono dell'orchestra. Umbertide Cronache on line Gennaio 2012 29
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