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Antrocom 2005 - 1 (2) Kurdistan: una terra e il suo popolo<br />

163<br />

I colori della bandiera curda.<br />

il 21 marzo,per il nostro calendario, ed è composto da<br />

365 giorni, come quello gregoriano, recuperando le ore<br />

<strong>in</strong> difetto tramite l’<strong>in</strong>serimento di un giorno <strong>in</strong> più ogni<br />

quattro anni.<br />

I Medi dividevano l’anno <strong>in</strong> due stagioni: l’<strong>in</strong>verno, zistan<br />

(paese del freddo), che durava 5 mesi, e l’estate,<br />

tawistan (paese della luce) della durata di 7 mesi; i loro<br />

nomi sono ancora oggi <strong>in</strong> uso: sono composti dalle parole<br />

soz, che significa “freddo” (contratto <strong>in</strong> zi) e taw, che<br />

vuol dire “luce”, unite al suffisso stan, “paese <strong>in</strong> cui abbonda”<br />

(nello stesso modo è <strong>format</strong>a la parola Kurdistan,<br />

“Paese dei Curdi”).<br />

La prima stagione dell’anno curdo, qu<strong>in</strong>di, è la primavera,<br />

buhar; l’autunno si chiama paiz.<br />

I mesi sono 12: cisnan, corrispondente al nostro aprile,<br />

gulan, zerdan, pusepar, gelavij, naxosan, beran, xesan,<br />

sermavez, befran, ribedan, reseman.<br />

La bandiera curda<br />

I Curdi hanno pure una propria bandiera, tricolore, a<br />

bande orizzontali, con rapporti dimensionali ben def<strong>in</strong>iti:<br />

lunghezza/altezza = 3:2, con la banda superiore rossa, la<br />

centrale bianca e l’<strong>in</strong>feriore verde ed un emblema solare<br />

giallo vivo al centro. Proprio questo simbolo solare ha<br />

una grande importanza, religiosa e culturale, che risale<br />

molto addietro nel tempo.<br />

Il disco solare dell’emblema presenta <strong>in</strong>fatti ventuno raggi,<br />

e questo numero riveste una particolare importanza<br />

nell’ambito della religione Yezida, l’orig<strong>in</strong>ario credo religioso<br />

dei Curdi.<br />

Mantenendo le dimensioni predef<strong>in</strong>ite, il disco solare<br />

avrà un diametro uguale a 1 compresi i raggi, o a 0,5<br />

escludendoli.<br />

I raggi hanno lati allungati, term<strong>in</strong>anti <strong>in</strong> un punto netto<br />

all’estremità esterna, e la loro successione dà orig<strong>in</strong>e a<br />

figure angolari di orientamento opposto, ma con angolo<br />

identico, <strong>in</strong>contrandosi l’un l’altro sulla circonferenza<br />

del disco centrale.<br />

Così facendo il centro del disco solare co<strong>in</strong>ciderà col centro<br />

dell’<strong>in</strong>tera figura geometrica che compone la bandiera<br />

e l’asse mediano verticale passerà attraverso il centro del<br />

disco e dei due angoli di orientamento opposto <strong>format</strong>i<br />

dall’<strong>in</strong>contro tra i raggi.<br />

Note<br />

1. SURME S.A. 1998, 7.<br />

2. GRAF V., 1990 “Questione kurda e diritti dei popoli”, <strong>in</strong> I diritti dei<br />

popoli.Il Kurdistan. Atti del Convegno Internazionale. Firenze 23-<br />

25 marzo 1990, Anno V-N.9-12,6-8.<br />

3. FRANGIPANE M., 2004, 27.<br />

4. SENOFONTE A, 4.2-4.3.<br />

5. Che nel 1497 doppiava il Capo di Buona Speranza aprendo i collegamenti<br />

navali tra Europa ed Estremo Oriente.<br />

6. SURME S.A. 1998, 15.<br />

7. INTERNAZIONALE n.586, 15 aprile 2005, 28-29.<br />

8. Testo <strong>in</strong>tegrale <strong>in</strong> http://www.geocities.com/wcdproject/html/<br />

san_remo_conference.html; vi è disponibile pure una traduzione<br />

italiana.<br />

9. Testo <strong>in</strong>tegrale su http://www.geocities.com/wcdproject/<br />

html/documenti_6.html.<br />

10. Per un commento sugli accordi di Sykes-Picot e sul trattato<br />

di Sèvres vedi anche http://www.homolaicus.com/storia/<br />

contemporanea/impero_ottomano/spartizione.htm.<br />

11. RANDAL J.C. 1997.<br />

12. http://www.geocities.com/wcdproject/html/<strong>in</strong>izio_secolo_2.html.<br />

13. Soprattutto di Francia, Gran Bretagna e Grecia.<br />

14. Testo su http://www.cronologia.it/storia/a1911ee.htm.<br />

15. Nato il 14 marzo 1903, Mullah Mustafa Barzani apparteneva al<br />

clan dei Barzani, comprendente <strong>in</strong> totale circa 750 famiglie e noto<br />

<strong>in</strong> tutta la regione che sarebbe divenuta il Kurdistan irakeno per il<br />

valore militare, la ferrea discipl<strong>in</strong>a e l’<strong>in</strong>domito spirito di ribellione<br />

nei confronti delle autorità turche. Crebbe sotto l’<strong>in</strong>fluenza del<br />

fratello maggiore e, <strong>in</strong> una società basata sul diritto di primogenitura,<br />

gli sembrava preclusa la possibilità di accedere ad un posto<br />

di comando. Invece, già a 26 anni fu a capo di una rivolta, divenendo<br />

il leader del movimento nazionalista curdo a partire dagli<br />

anni Trenta. Fu <strong>in</strong> esilio dal 1947 f<strong>in</strong>o al colpo di stato del 1958,<br />

quando, tornato <strong>in</strong> Irak, riprese il suo posto a capo della guerriglia,<br />

ottenendo importanti successi sia militari che riguardo alla sensibilizzazione<br />

dell’op<strong>in</strong>ione pubblica <strong>in</strong>ternazionale sul problema del<br />

popolo curdo, le cui speranze, però, erano troppo legate all’appoggio<br />

fornito da U.S.A. ed Iran, che cessò dopo gli accordi di Algeri<br />

del 1975, con il risultato che a quel punto l’esercito irakeno riuscì<br />

facilmente ad aver ragione dei guerriglieri e Barzani fu costretto<br />

all’esilio, dapprima <strong>in</strong> Iran poi negli U.S.A., dove morì nel 1979.<br />

La sua eredità alla guida del movimento curdo fu raccolta dai figli<br />

Idris e Massoud. Intanto si verificò una scissione all’<strong>in</strong>terno del<br />

PDK, conclusasi con la nascita dell’UPK (Unione Patriottica del<br />

Kurdistan), guidata da Jalal Talabani.<br />

16. Un altro colpo di stato militare si era verificato nel 1963, rovesciando<br />

il governo dei socialisti pochi mesi dopo il suo <strong>in</strong>sediamento.<br />

17. Il term<strong>in</strong>e “Guerra Fredda” venne usato la prima volta da Walter<br />

Lippmann, celebre giornalista politico statunitense, <strong>in</strong>tendendo<br />

uno stato di forte tensione nelle relazioni <strong>in</strong>ternazionali, tale da<br />

somigliare ad una guerra, combattuta senza giungere allo scontro

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