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156 LAURA ANANIA<br />

Antrocom 2005 - 1 (2)<br />

La dûdûk, chiamata anche fîq, viene utilizzata soprattutto<br />

nelle aree più settentrionali e si trova anche presso altri<br />

popoli del Caucaso (Armeni, Azerbaigiani…). Viene <strong>in</strong>tagliata<br />

nel gelso o nell’albicocco ed ha una lunghezza<br />

media di 32 cm. Riporta otto buchi equidistanti sulla parte<br />

superiore del corpo dello strumento, simile ad una sorta<br />

di flauto, e l’apertura è posta all’<strong>in</strong>dietro. Viene utilizzata<br />

per musicare i canti di guerra o d’amore e, associata alla<br />

def (grancassa), può accompagnare le danze. Non viene<br />

mai suonata da sola, ma accompagnata da un’altra dûdûk<br />

o dal tênbur.<br />

Del tênbur, o liuto curdo, esistono diversi modelli e dimensioni.<br />

Quello più comune ha una cassa di risonanza a<br />

forma di mezza pera, <strong>in</strong>tagliata nel gelso, e sei corde che<br />

vengono fatte vibrare con l’ausilio del plettro.<br />

Viene usato da solo per accompagnare i canti tradizionali<br />

e i canti di contenuto politico. Quando accompagna<br />

le danze o i canti di divertimento può essere aiutato dal<br />

dembilk (tamburo) presso i Curdi della Siria e dell’Irak,<br />

moda si sta diffondendo anche presso le città meridionali<br />

del Kurdistan turco. 65<br />

La zorna, poi, è un clar<strong>in</strong>etto che accompagna tutte le<br />

danze, e il duzale un flauto a due bocche costruito con<br />

ossa di uccello.<br />

Oltre ai fiati, ufficialmente proibiti dalla religione islamica,<br />

ci sono anche strumenti a percussione come il dahol<br />

e il tepil, spesso utilizzati durante le cerimonie religiose.<br />

Il ribab, una viola monocorde, e l’heman sono solo due<br />

dei tanti strumenti a corde, il cui nome varia da regione<br />

a regione.<br />

In molte occasioni le melodie popolari vengono accompagnate<br />

da danze tradizionali che spesso prendono il<br />

nome dal luogo dove sono nate (è il caso del Dersem, una<br />

danza orig<strong>in</strong>aria dell’Anatolia, e del Sheikhane, diffuso<br />

<strong>in</strong> tutto il Kurdistan, ma orig<strong>in</strong>ario del Nord dell’Irak) o<br />

dalla forma dei movimenti che vengono eseguiti.<br />

Capita anche che una danza sia <strong>in</strong>dicata col nome proprio<br />

della fanciulla che per prima ne ispirò la melodia; ognuna<br />

di queste musiche, pur dist<strong>in</strong>guendosi dalle altre, si basa<br />

su un unico modo musicale (<strong>in</strong> Curdo maqamé), co<strong>in</strong>cidente<br />

con quello usato nel flamenco spagnolo.<br />

Generalmente le danze curde sono miste: eseguendo il<br />

ritmo della danza (dîlan), i danzatori si tengono o per il<br />

mignolo o per la mano o posando la mano sulla spalla<br />

del partner.<br />

Il ritmo del dilok, cantato dall’animatore e ripreso successivamente<br />

dagli altri, è scandito dalle percussioni (def,<br />

dembilk). Tutto il corpo partecipa alla danza, ma solo i<br />

piedi e il busto eseguono movimenti precisi e ritmati.<br />

La danza più diffusa è il Govend, un girotondo <strong>in</strong> cui uom<strong>in</strong>i<br />

e donne, tenendosi per le braccia, eseguono piccoli<br />

passi molto complicati, e dei dondolii scanditi con precisione,<br />

dei “chassés-croisés”; ne esistono diverse varianti:<br />

il Sêgavî o Sêpêyi (a tre passi), il Çarpêyi (a quattro<br />

passi), il Giranî (un girotondo lento), lo Xirfanî, il Tesiyok,<br />

chiamato “milane”, <strong>in</strong> cui i partner danzano spalla<br />

contro spalla.<br />

La danza Çopi, anch’essa molto diffusa, è accompagnata<br />

da saltelli; la Farandole di danzatori consiste, <strong>in</strong>vece,<br />

nell’eseguire dei passi <strong>in</strong> avanti o <strong>in</strong>dietro, il tutto accompagnato<br />

da oscillazioni.<br />

Tra le rare danze non miste, ricordiamo la danza della<br />

sciabola (dîlana sûr û metal), consistente <strong>in</strong> esercizi di<br />

agilità e di destrezza (ma si tratta di una danza maschile<br />

non molto apprezzata forse anche perché molto difficile,<br />

che sta per scomparire) e la Cirît, altra danza guerriera<br />

che simula un combattimento a cavallo e che viene generalmente<br />

eseguita nel corso di festeggiamenti nuziali.<br />

I feqe (studenti di teologia) costituiscono una classe sociale<br />

dist<strong>in</strong>ta dalla massa pagana del popolo e si esprimono<br />

<strong>in</strong> una danza chiamata Bêlûté, la cui orig<strong>in</strong>e è probabilmente<br />

d’ispirazione religiosa.<br />

La religione dei Curdi<br />

La maggior parte della popolazione curda oggi professa<br />

la religione islamica.<br />

Comunque, né <strong>in</strong> passato né oggi essa ha conosciuto alcun<br />

tipo di fanatismo religioso, né di rigore <strong>in</strong>transigente<br />

nell’applicazione di alcune regole dell’Islam.<br />

Da sempre convivono pacificamente Curdi musulmani e<br />

cristiani, ortodossi, ebrei e Yezidi, consapevoli, <strong>in</strong>nanzi<br />

tutto di possedere un’unica identità nazionale, di essere<br />

tutti Curdi, facendo della tolleranza religiosa una propria<br />

caratteristica culturale.<br />

La conversione dei Curdi all’Islam avvenne nel VII sec.<br />

d.C., <strong>in</strong> seguito alla progressiva occupazione araba del<br />

Kurdistan; ma l’antica religione di questo popolo era lo<br />

Zoroastrismo, professato dai Medi, che prende il nome<br />

dal profeta, forse vissuto tra il XVII e il XV sec. a.C., che<br />

professava la possibilità degli uom<strong>in</strong>i di scegliere fra le<br />

forze del bene e del male dom<strong>in</strong>anti nel nostro universo.<br />

Il profeta Zoroastro o Zarathustra,orig<strong>in</strong>ario della Media,<br />

lasciò il suo paese e si rifugiò <strong>in</strong> Iran Orientale dove<br />

trovò numerosi proseliti, tra cui viene annoverato il pr<strong>in</strong>cipe<br />

Histape, padre di Dario.<br />

La popolazione locale era cont<strong>in</strong>uamente esposta al pericolo<br />

delle <strong>in</strong>vasioni delle popolazioni nomadi e si mostrò<br />

qu<strong>in</strong>di ben disposta ad accettare una nuova religione<br />

basata sulla redenzione che, comunque, venne praticata<br />

presso le corti imperiali persiane e spesso difesa come<br />

religione di Stato.<br />

Zoroastro riformò il Mazdeismo, che fu la religione più<br />

a lungo praticata nell’Impero Persiano, nata nel periodo<br />

Achemenide e molto legata al potere che la classe sacerdotale<br />

gestiva nel contesto della struttura sociale.<br />

Il grande Dio, creatore universale, era Ahura Mazda, che<br />

guidava gli atti del re, a cui aveva dato direttamente il potere.<br />

Altre div<strong>in</strong>ità erano: Mitra (sole) che verrà venerato<br />

anche dai Romani nel periodo di dom<strong>in</strong>azione di Pompeo<br />

<strong>in</strong> Oriente (per l’<strong>in</strong>fluenza culturale apportata dai molti<br />

prigionieri che questi riportò a Roma e che trasmisero la<br />

propria religione); Mah (luna), Zam (terra), Atar (fuoco),<br />

Apam Napat (acqua), Vayu (vento), div<strong>in</strong>ità legate alla<br />

natura e alle esigenze primarie dell’uomo.<br />

Non si tratta di una religione monoteista, ma è <strong>in</strong>dubbio<br />

che il ruolo pr<strong>in</strong>cipale è svolto da Ahura Mazda.<br />

Questo modello religioso si sviluppò con Dario, a cui il<br />

potere venne considerato conferito dal dio stesso.

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