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Antrocom 2005 - 1 (2) Kurdistan: una terra e il suo popolo<br />
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pubblico col racconto del maggior numero possibile di<br />
storie di vita quotidiana nella stessa canzone, utilizzando<br />
<strong>in</strong> genere un l<strong>in</strong>guaggio variato, ma semplice.<br />
Questi canti forniscono <strong>in</strong>formazioni sulla mentalità, i<br />
costumi e i valori dei diversi strati sociali che compongono<br />
la società curda.<br />
L’eroe, guerriero eccezionale, sa farsi rispettare, si batte<br />
con valore e non abbandona mai il campo di battaglia, ma<br />
sa essere contemporaneamente magnanimo con i deboli<br />
ed i v<strong>in</strong>ti e resistente al dolore, conformandosi alle regole<br />
del codice d’onore.<br />
Tra le località di Jazireh e Mahabad è diffuso, <strong>in</strong>vece, un<br />
genere musicale che potrebbe essere def<strong>in</strong>ito “ funerario”,<br />
nel contesto del quale sono comprese arie tristi, eseguite<br />
con il def û zirne, o con il blûr û erbane, riservate<br />
esclusivamente ai funerali dei giovani.<br />
I Lawij, lunghi poemi, talvolta d’ispirazione religiosa, <strong>in</strong>trisi<br />
di nostalgia e mal<strong>in</strong>conia, sono cantati anche nel corso<br />
di serate <strong>in</strong>time tra amici; anche i Berdolavî, o “chansons<br />
de toile”, che le ragazze canticchiano tessendo i loro<br />
tappeti, sono piene di tristezza e di mal<strong>in</strong>conia.<br />
I Kilamên dilan (canti d’amore), composti generalmente<br />
da donne, sono molto brevi e semplici, e raccontano un<br />
lungo percorso fatto di sofferenza e di sacrifici, che si<br />
riflette nel canto.<br />
I dilok o “ chansons” per la danza e il divertimento, eseguite<br />
nel corso di serate amichevoli o di particolari festività<br />
(nozze, nascite, nuovo anno, circoncisione…), sono<br />
accompagnate, a seconda delle regioni, dal blûr-dembilk,<br />
dal def-û-zime, dal tenbûr dembilik, o semplicemente dal<br />
battito delle mani o dal tenbûr.<br />
Per quanto <strong>in</strong>fluenzata dalle musiche orientali limitrofe,<br />
la musica curda ha mantenuto un suo carattere orig<strong>in</strong>ale.<br />
Come tutte le musiche popolari del Vic<strong>in</strong>o-Oriente, quella<br />
del Kurdistan è monodica: la melodia ha un carattere<br />
prevalentemente vocale e l’accompagnamento strumentale<br />
è f<strong>in</strong>alizzato soprattutto a predisporre gli spettatori<br />
ad un particolare stato d’animo, rendendolo più recettivo<br />
al messaggio vocale.<br />
Al tempo dei pr<strong>in</strong>cipati curdi esistevano scuole di canto<br />
<strong>in</strong> cui venivano <strong>in</strong>segnate le melodie senza l’utilizzo della<br />
notazione.<br />
Ancora oggi la musica curda non conosce le tecniche<br />
dell’armonia e della polifonia, ma sono stati fatti diversi<br />
tentativi di scrivere i motivi delle canzoni popolari. Il<br />
primo tentativo fu quello di un prete armeno, Vertabed<br />
Comitas (1869-1935), mentre nella città di Erevan venne<br />
fondata verso gli anni C<strong>in</strong>quanta una scuola di musica <strong>in</strong><br />
cui i giovani curdi potevano imparare le melodie suonate<br />
dai dengbêj.<br />
Il repertorio moderno dei canti di contenuto politico, che<br />
potrebbero essere def<strong>in</strong>iti come poesia non-anonima cantata<br />
e che sono accompagnati dal tenbûr (liuto curdo),<br />
s’ispira sia ai poemi degli autori classici sia alle opere dei<br />
poeti contemporanei.<br />
Non si può parlare di un’epoca classica della musica curda,<br />
dato che i motivi che la caratterizzano si sono <strong>in</strong> gran<br />
parte conservati immutati attraverso i secoli e la tradizione<br />
moderna è impresc<strong>in</strong>dibile da quella antica.<br />
Ma il fatto che queste melodie siano state trasmesse dalla<br />
cultura popolare non significa che non vi sia stata nella<br />
storia della musica curda anche una corrente “colta”, elaborata<br />
e raff<strong>in</strong>ata, che si formò <strong>in</strong>fatti alle corti dei pr<strong>in</strong>cipati<br />
e dei califfati arabi, come si ev<strong>in</strong>ce dai racconti e<br />
dalle testimonianze di storici e viaggiatori del Medioevo<br />
e delle epoche successive.<br />
Nel VII sec., per esempio, Ibrahim al-Mawlisi, nato a<br />
Mosul, <strong>in</strong>trodusse la musica alla corte del califfo Harun<br />
al-Rashid, fondò un conservatorio di musica colta islamica<br />
(probabilmente il primo del Vic<strong>in</strong>o Oriente), dest<strong>in</strong>ato<br />
pr<strong>in</strong>cipalmente alla formazione canora delle schiave<br />
(Qayna), ed è considerato dagli storici della musica il<br />
padre del classicismo musicale mussulmano.<br />
Un altro musicista Curdo, Ziriyab (789-857, schiavo affrancato,<br />
orig<strong>in</strong>ario di un umile villaggio di Mosul), allievo<br />
di Mawlisi, dopo aver com<strong>in</strong>ciato la sua carriera a<br />
Bagdad, presso il figlio di Ibrahim, Ishaq, cont<strong>in</strong>uerà ad<br />
esercitare il suo talento presso la corte di Abder Rahman<br />
a Cordova, presso la quale fonderà un conservatorio dest<strong>in</strong>ato<br />
a diventare il vivaio dell’arte arabo-andalusa, le<br />
cui tradizioni verranno tramandate <strong>in</strong> tutto il Maghreb.<br />
A Ziriyab si deve l’<strong>in</strong>venzione del plettro e l’aggiunta di<br />
una qu<strong>in</strong>ta corda al liuto del suo maestro Ishaq al-Mawsili;<br />
realizzò anche una s<strong>in</strong>tesi delle fonti <strong>in</strong>do-iraniane<br />
e greche e assegnò alla musica un ruolo psichico e terapeutico<br />
che fece risalire ai segni dello zodiaco, agli<br />
elementi e ai temperamenti che corrispondono ai diversi<br />
maqamés.<br />
Fu <strong>in</strong> questo contesto che nacque il sistema tonale, modale<br />
e orchestrale dei 24 Nawba.<br />
Ma solo alla corte dei sultani d’Istanbul i più ambiziosi<br />
musicisti curdi riuscirono ad ottennere fama e riconoscimenti,<br />
e ancora oggi per raggiungere un vasto pubblico i<br />
musicisti sono costretti ad esprimersi nella l<strong>in</strong>gua ufficiale<br />
dello Stato. Anche la musica religiosa, comprendente<br />
i Zikr delle sette e i canti mistici (Beyt), svolge un ruolo<br />
importante nella musica curda, anche perché i generi musicali<br />
diversi dalla musica sacra non furono ben tollerati<br />
negli imperi islamici, con la conseguenza del mancato<br />
sviluppo delle tecniche e degli strumenti della musica<br />
popolare, che ancora oggi sono spesso costruiti artigianalmente.<br />
Prevale l’uso degli strumenti a fiato, mentre mancano del<br />
tutto quelli ad archetto, così frequenti nella musica popolare<br />
turco-mongola.<br />
La bîlur, il flauto usato dai pastori (una sorta di cornamusa),<br />
che la utilizzano come richiamo per le greggi, è<br />
lo strumento di base della musica popolare. Viene fabbricata<br />
<strong>in</strong> modo poco rif<strong>in</strong>ito <strong>in</strong>tagliandola nel legno di<br />
gelso o di noce e ha una dimensione standard con una<br />
lunghezza che varia da 40 a 60 centimetri e l’apertura<br />
posta all’<strong>in</strong>dietro. Sul corpo dello strumento si trovano<br />
generalmente sette o nove buchi equidistanti, ad eccezione<br />
dell’ultimo, separato dal precedente da un <strong>in</strong>tervallo<br />
maggiore. Viene utilizzata abitualmente senza accompagnamento<br />
per musicare i canti d’amore o epici. Associata<br />
all’erbane (tamburo) può accompagnare anche le danze<br />
e i dilok nei villaggi di montagna.