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154 LAURA ANANIA<br />
Antrocom 2005 - 1 (2)<br />
tanta e i primi anni Ottanta partecipò <strong>in</strong> qualità di attore<br />
e compositore delle musiche alla realizzazione di alcuni<br />
film turchi, ma dopo il golpe, del 1980, venne arrestato<br />
per aver cantato nella sua l<strong>in</strong>gua durante un concerto e<br />
condannato a qu<strong>in</strong>dici anni di carcere.<br />
Riuscì a fuggire <strong>in</strong> Germania, dove ottenne nel 1984<br />
l’asilo politico; qui girò “Un canto per Beko”, <strong>in</strong> cui ripercorse<br />
attraverso la storia del protagonista, Beko, le vicende<br />
del popolo curdo. Si tratta anche del primo lungometraggio<br />
<strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua curda, e non è un caso il fatto che il<br />
film sia stato prodotto fuori dal Kurdistan: l’Europa e gli<br />
Stati Uniti sono <strong>in</strong>fatti i nuovi centri della cultura curda.<br />
L’unica eccezione a questa situazione è rappresentata<br />
dalla Regione Autonoma del Kurdistan Irakeno, dove<br />
nel 1997 è stato girato e prodotto con gli aiuti del governo<br />
regionale il film “Nerghiz, la sposa del Kurdistan”,<br />
del regista curdo Muhammad Ali, tratto dal romanzo di<br />
Muhammad Arif, che cerca di testimoniare le tradizioni<br />
della società curda rurale e cittad<strong>in</strong>a, anche attraverso i<br />
costumi nazionali <strong>in</strong>dossati dagli attori.<br />
Negli ultimi anni, poi, sono da ricordare i film di Bahman<br />
Ghobadi; il suo film d’esordio “Die Zeit der getrunkenen<br />
Pferde (Il tempo dei cavalli ubriachi)”, premiato a Cannes<br />
nel 2000 per la miglior camera tra i film esordienti; e il<br />
suo nuovo film, “Verloren im Irak - Songs of my mo<strong>the</strong>rland<br />
(Persi <strong>in</strong> Iraq - Canzoni della mia terra madre)”, <strong>in</strong><br />
cui un gruppo di musicisti curdi-iraniani è alla ricerca di<br />
una famosa cantante, moglie di uno dei musicisti, attraversando<br />
il nord dell’Iraq, bombardato senza tregua dal<br />
regime di Saddam Husse<strong>in</strong>.<br />
“Ararat”, di Atom Egoyan, narra la vicenda di due famiglie<br />
nemiche alla ricerca di una pacificazione, <strong>in</strong> cui<br />
quattro generazioni fanno i conti con un passato di sterm<strong>in</strong>io<br />
curdo <strong>in</strong> Armenia durante la prima guerra mondiale,<br />
movendosi tra f<strong>in</strong>zione e storia. Il pittore Arsile Gorky<br />
rielabora la memoria della madre morta attraverso i suoi<br />
quadri. Il regista Saroyan gira un film epico sulla base<br />
del reperimento di uno scritto sul dest<strong>in</strong>o di un villaggio<br />
distrutto dai Turchi. Ani è una giovane storica dell’arte,<br />
specializzata su Arsile Gorky, che assiste la parte storica<br />
del film di Saroyan. Un quarto personaggio, una donna,<br />
viene assunta come comparsa nel film e sviluppa a sua<br />
volta il proprio film personale sulla vicenda armena.<br />
Il documentario “Leyla Zana - Schrei aus dem Gefängnis<br />
(Leyla Zana - Il grido dalla prigione)”, di Kudret Guneş,<br />
ha fatto conoscere più a fondo la storia di questa grande<br />
donna, prima parlamentare curda <strong>in</strong> Turchia, membro<br />
del Partito Curdo Democratico (Dep). Nel 1992, dopo la<br />
sua elezione al parlamento, tenne <strong>in</strong> turco un giuramento<br />
sulla costituzione e lo <strong>in</strong>tegrò, <strong>in</strong> Curdo, con un <strong>in</strong>vito<br />
alla pace tra i due popoli. In seguito a quest’azione Leyla<br />
Zana venne condannata a qu<strong>in</strong>dici anni di carcere, che<br />
sta scontato f<strong>in</strong>o al 2004, nonostante un riconoscimento<br />
di <strong>in</strong>nocenza e di <strong>in</strong>dennizzo da parte dell’Onu e un premio<br />
per la difesa dei diritti umani universali da parte del<br />
Parlamento Europeo.<br />
“Vodka Lemon”di H<strong>in</strong>er Saleem, regista curdo <strong>in</strong> fuga dal<br />
proprio paese devastato dagli odi razziali rifugiatosi <strong>in</strong><br />
Francia, ha f<strong>in</strong>ito per trovare i paesaggi e gli umori della<br />
terra di orig<strong>in</strong>e tra i paesaggi e le genti del Caucaso. Le<br />
rare notizie che giungono dal quelle terre ci raccontano<br />
di un popolo dilaniato e umiliato dalla violenza di persecuzioni<br />
e oppressione; Saleem, <strong>in</strong>vece, attraverso gli<br />
Armeni e i Curdi di questa parte sperduta di mondo ci<br />
fa capire come il suo popolo sarebbe se potesse ancora<br />
vivere libero. Il film parla <strong>in</strong>fatti di uom<strong>in</strong>i e donne<br />
segnati dalla miseria, dalla fame, dalla lotta quotidiana<br />
per la sopravvivenza, eppure ricchi di umanità, dignità e<br />
speranza nel futuro.<br />
La musica e la danza<br />
I Curdi accompagnano ogni evento, pubblico e privato,<br />
con danze e canti.<br />
Il nomadismo orig<strong>in</strong>ario ha lasciato tracce profonde nella<br />
vita culturale, anche musicale. I canti dei pastori nomadi,<br />
eseguiti un tempo <strong>in</strong> occasione delle festività che segnavano<br />
la partenza per gli Zozan (alti alpeggi) e il ritorno<br />
<strong>in</strong> pianura, hanno ancora oggi una grande importanza nel<br />
repertorio musicale curdo.<br />
Nelle pianure meridionali del Kurdistan, bagnate dal Tigri,<br />
dall’Eufrate e dai loro affluenti, si è sviluppata una<br />
civiltà agricola sedentaria.<br />
La distanza tra le due culture è netta <strong>in</strong> campo musicale:<br />
mentre i nomadi utilizzano soprattutto gli strumenti a fiato,<br />
alcuni dei quali, come la dûdûk, hanno la particolarità<br />
di riprodurre un effetto di eco; le comunità sedentarie<br />
usano strumenti a corda, tra i quali primeggia il tenbûr,<br />
un liuto a sei corde.<br />
Ma <strong>in</strong> entrambi i casi i canti hanno una certa lunghezza,<br />
esprimendo pathos e nostalgia, ad eccezione dei dilok.<br />
Il canto tradizionale curdo ha una struttura ripetitiva, la<br />
cui unità è rappresentata da una strofa che può variare<br />
da tre a sette frasi musicali e che racchiude <strong>in</strong> sé tutta la<br />
melodia; nel passaggio da una strofa all’altra cambiano<br />
soltanto le parole. Le frasi non hanno necessariamente<br />
tutte la stessa lunghezza, poiché viene utilizzato il verso<br />
libero.<br />
Se un canto è lungo, mantiene le stesse caratteristiche per<br />
tutta la sua durata, senza <strong>in</strong>serimenti di passaggi di ritmo<br />
differente, che susciterebbero un diverso stato d’animo.<br />
Questa struttura è valida anche per i canti religiosi.<br />
Data l’importanza che riveste la guerra nella vita dei Curdi,<br />
nella musica popolare sono numerosi i canti epici, che<br />
contribuiscono a far conoscere ai bamb<strong>in</strong>i la storia del<br />
proprio popolo: per la maggior parte raccontano di coloro<br />
che si sono battuti per la libertà, ma altri sono costruiti<br />
<strong>in</strong>torno a dispute sorte, per esempio, per il possesso dei<br />
pascoli migliori, per le acque dest<strong>in</strong>ate all’irrigazione,<br />
per la difesa dell’onore familiare o tribale.<br />
Quando non è legata alle danze, la musica curda viene<br />
accompagnata da canti tradizionali: i più antichi sono i<br />
Lawk e gli Hairan, che un tempo si usava cantare <strong>in</strong>torno<br />
al fuoco dopo il lavoro nei campi.<br />
Il Lawk, orig<strong>in</strong>ario del Kurdistan turco, ha la struttura di<br />
un poema <strong>in</strong> musica nel quale vengono narrati gli episodi<br />
salienti della vita della comunità e spesso i versi si ripetono;<br />
nell’Hairan, <strong>in</strong>vece, l’abilità del cantante consiste<br />
proprio nel non ripetersi mai, attirando l’attenzione del