14.06.2013 Views

Read the article in PDF format (1524 Kb)

Read the article in PDF format (1524 Kb)

Read the article in PDF format (1524 Kb)

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Antrocom 2005 - 1 (2) Kurdistan: una terra e il suo popolo<br />

149<br />

Kurdistan turco: opera di un nobile curdo, Sari Suleyman,<br />

del 1643, sembra che nel progetto relativo alla sua costruzione<br />

fosse co<strong>in</strong>volto un pressoché sconosciuto architetto<br />

italiano di nome Frank. 59<br />

Riguardo all’architettura curda, gli <strong>in</strong>sediamenti stabili<br />

sono <strong>in</strong>tegrati <strong>in</strong> un ambiente dove spesso la vita è dura e<br />

difficile, <strong>in</strong> un territorio dom<strong>in</strong>ato dalla montagna, <strong>in</strong> cui<br />

viene vissuto <strong>in</strong>tensamente il rapporto con la natura, che<br />

condiziona ancora i ritmi dell’esistenza.<br />

I villaggi non sono <strong>in</strong> genere fortificati, costituiti da case<br />

costruite talvolta <strong>in</strong> pietra, soprattutto <strong>in</strong> alta montagna,<br />

dove quasi si confondono con le rocce e sembrano da<br />

queste orig<strong>in</strong>arsi, ma più spesso con un impasto di argilla<br />

e paglia, coperte con sottili travicelli di legno sui quali è<br />

appoggiato uno strato di terra, realizzando così una terrazza<br />

o un’aia, sulla quale frequentemente vengono accumulati<br />

fieno, paglia, terra o prodotti agricoli, per esempio<br />

le albicocche nella zona di Malatya, nel periodo estivo,<br />

per farle seccare e poi immetterle sul mercato. Questo<br />

tipo di abitazioni proteggono molto bene gli abitanti da<br />

caldo e freddo.<br />

La casa di un capo-villaggio si compone <strong>in</strong> genere di un<br />

monolocale al primo piano, polifunzionale, dal pavimento<br />

coperto di tappeti e con f<strong>in</strong>estre basse, e di un deposito<br />

e una stalla al pian terreno.<br />

Ciò che sorprende nei villaggi agricoli del Kurdistan è la<br />

quasi totale assenza di strutture di tipo comunitario.<br />

E’ notevole la straord<strong>in</strong>aria vivacità dei colori nei costumi,<br />

<strong>in</strong> particolare quelli femm<strong>in</strong>ili (tra gli uom<strong>in</strong>i è più<br />

diffusa la tendenza ad adeguarsi al vestiario di tradizione<br />

occidentale) che, <strong>in</strong>sieme agli arredi domestici, presentano<br />

una forte carica cromatica, caratteristica proprio del<br />

popolo curdo.<br />

I pochi pastori nomadi ancora esistenti e i sem<strong>in</strong>omadi<br />

- più numerosi -curdi abitano tende sparse su territori<br />

immensi, confezionate con pelli di capra o lana: all’apparenza<br />

possono dare l’impressione di essere caldissime<br />

per il colore molto scuro, ma <strong>in</strong> realtà risultano molto ben<br />

ventilate.<br />

Durante l’<strong>in</strong>verno, <strong>in</strong> quest’area dove oggi è scarsissima<br />

la legna da ardere, vengono utilizzate come combustibile<br />

delle mattonelle di sterco di vacca impastato con la paglia<br />

dalle donne dei villaggi, cui viene data una forma<br />

circolare, che vengono impilate a fianco alle abitazioni <strong>in</strong><br />

ord<strong>in</strong>ati cumuli a forma di “covone”.<br />

Mancano, nei villaggi agricoli del Kurdistan, come si diceva<br />

sopra, quasi del tutto strutture dedicate ad un uso<br />

comunitario, ad esclusione di piccole e semplicissime<br />

moschee, peraltro rarissime, come del resto gli edifici<br />

pubblici e i cimiteri, quasi mai utilizzati e privi di qualsiasi<br />

<strong>in</strong>tenzione monumentale.<br />

A volte si vede una tomba isolata, sistemata <strong>in</strong> mezzo ad<br />

un campo, semplicemente.<br />

Non abbiamo notizie certe di artisti curdi, né di epoca<br />

antica né moderna, riguardo alle arti c.d. “maggiori”.<br />

Gli studi odierni si basano su ciò che è rimasto degli antichi<br />

monumenti civili e religiosi.<br />

E il problema non riguarda soltanto la storia dell’arte<br />

curda antica: non stupisce che storici dell’arte turca, ira-<br />

niana o irakena comprendano le manifestazioni artistiche<br />

presenti nelle prov<strong>in</strong>ce curde annesse al loro territorio<br />

nell’ambito di un discorso nazionale, legato agli Stati di<br />

appartenenza, ma sarebbe lecito aspettarsi un r<strong>in</strong>novato<br />

<strong>in</strong>teresse da parte degli artisti curdi nei confronti delle<br />

proprie orig<strong>in</strong>i culturali; <strong>in</strong>vece, non esistono studi di<br />

Curdi sull’arte del Kurdistan, ad esclusione forse di qualche<br />

rara pubblicazione, mai tradotta <strong>in</strong> Occidente.<br />

Gli stessi artisti moderni di orig<strong>in</strong>e curda non si <strong>in</strong>dividuano<br />

facilmente: quando svolgono la loro attività all’estero,<br />

cercano piuttosto di richiamarsi a pittori o scultori<br />

occidentali, senza preoccuparsi troppo di rivendicare<br />

la propria specificità artistica.<br />

In Italia lavorano diversi artisti che hanno potuto farsi<br />

conoscere grazie a mostre e manifestazioni di livello sia<br />

locale che nazionale: tra questi, Smko Tawfek, Azaz Ahmad,<br />

Ata Kazaz, Faud Ali, Asso Sdlik, Bakhtiar Sur, Omed<br />

Shali, impegnati nella diffusione della conoscenza circa la<br />

storia del popolo curdo attraverso il mezzo artistico.<br />

La difficoltà più grande risiede proprio nel riuscire ad <strong>in</strong>dividuare<br />

le l<strong>in</strong>ee di un percorso comune attraverso storie<br />

disperse che renda giustizia dell’orig<strong>in</strong>alità dell’arte<br />

curda, essendo naturale che artisti che lavorano lontani<br />

dalla propria patria subiscano l’<strong>in</strong>fluenza della cultura di<br />

altri Paesi, anche se la loro formazione affonda le radici<br />

nell’arte islamica.<br />

Si può <strong>in</strong>vece <strong>in</strong>discutibilmente affermare l’abilità del<br />

popolo curdo <strong>in</strong> un’attività artigianale orientale ormai<br />

non più considerata “povera”: la tessitura dei tappeti, sia<br />

annodati che piani; <strong>in</strong> particolare la tessitura dei Kilim,<br />

un particolare genere di tappeto tessuto (o “piano”), non<br />

annodato, una forma di vera e propria espressione artistica<br />

tipicamente curda .<br />

Il Kilim si dist<strong>in</strong>gue dal tappeto di tipo persiano perché i<br />

fili non vengono annodati, ma semplicemente <strong>in</strong>trecciati;<br />

è stato per lungo tempo considerato una produzione di<br />

scarso valore, perché le sue decorazioni, per lo più geometriche,<br />

apparivano troppo semplici rispetto a quelle<br />

elaborate dei tappeti persiani.<br />

Ed è stata proprio la scarsa importanza attribuita ai kilim<br />

che ha permesso loro di conservare il loro carattere più<br />

arcaico e la conservazione dei motivi decorativi antichi,<br />

non sempre rispondenti all’ortodossia islamica: motivi<br />

geometrici, appunto, e anche figure, umane o div<strong>in</strong>e, legate<br />

alle antiche religioni del Kurdistan.<br />

Infatti, mentre i tappeti persiani o turchi venivano spesso<br />

utilizzati per ricoprire i pavimenti delle moschee, l’uso<br />

dei kilim era riservato alla sfera del quotidiano, come<br />

del resto presso i Curdi ancora oggi spesso accade: sui<br />

pavimenti <strong>in</strong> terra battuta, come “porte” per isolare aree<br />

all’<strong>in</strong>terno della tenda o come tende per coprire le merci<br />

da trasportare, utilizzati f<strong>in</strong>o alla loro completa usura.<br />

La letteratura curda f<strong>in</strong>o al XIX secolo<br />

La più antica testimonianza della letteratura curda si<br />

identifica <strong>in</strong> un frammento di poesia scritto su un pezzo<br />

di cuoio trovato <strong>in</strong> una grotta di Sharazur, vic<strong>in</strong>o a Sulaimaniya,<br />

non databile con precisione, ma che risale certamente<br />

ai tempi delle conquiste arabe e dell’islamizzazio-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!