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Antrocom 2005 - 1 (2) Kurdistan: una terra e il suo popolo<br />
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i raccolti: la raccolta delle more di gelso, per esempio,<br />
co<strong>in</strong>cide con una festa durante la quale viene eseguita<br />
una danza particolare, chiamata Gzidan, che prevede la<br />
battitura del terreno circostante gli alberi di gelso sui<br />
quali si arrampicheranno i bamb<strong>in</strong>i, che scuoteranno le<br />
fronde per permettere alle donne di raccogliere le more.<br />
Qualche comunità montana del Kurdistan pratica ancora<br />
la transumanza, spostandosi secondo i ritmi stagionali<br />
per assicurare al bestiame i pascoli migliori : ai momenti<br />
salienti della vita dei pastori sono legate alcune delle feste<br />
tradizionali curde, come il Berodan, che co<strong>in</strong>cide con<br />
la partenza delle greggi per i pascoli estivi, o il Beran<br />
Berdan, che viene celebrato <strong>in</strong> occasione della liberazione<br />
dei montoni nei pascoli.<br />
E nei villaggi curdi di montagna le occupazioni pr<strong>in</strong>cipali<br />
restano l’agricoltura, molto spesso ancora praticata senza<br />
l’ausilio di tecnologie moderne, talvolta ancora utilizzando<br />
nei campi buoi,cavalli e as<strong>in</strong>i, e l’allevamento del<br />
bestiame.<br />
Gli abiti delle donne curde sono confezionati utilizzando<br />
stoffe dai colori brillanti, molto vistosi, elemento di<br />
netta rottura con le tradizioni islamiche, contrariamente<br />
a quelli degli uom<strong>in</strong>i, molto più sobri (i colori sono blu,<br />
beige, marrone, bianco, nero, verde militare), anche se<br />
eleganti, con pantaloni lunghi dal lunghissimo cavallo e<br />
stretti alla caviglia, giacca e fusciacca arrotolata <strong>in</strong> vita,<br />
talvolta col turbante.<br />
È tra queste comunità che si conservano le tradizioni popolari<br />
più antiche ed il culto dell’ospitalità, per cui è la<br />
prassi recarsi <strong>in</strong> visita ai conoscenti senza mai preavvisare,<br />
e anzi risulta una triste anomalia non ricevere ogni<br />
sera qualcuno nella propria casa.<br />
Anche i bamb<strong>in</strong>i contribuiscono all’attività collettiva occupandosi<br />
degli animali.<br />
E’ il popolo ha tramandato attraverso i secoli una letteratura<br />
orale talmente varia e ricca che ha portato alcuni<br />
studiosi a parlare di “ipertrofia del folklore”.<br />
La tradizione orale si è ampliata ulteriormente per l’apporto<br />
di parecchi testi anonimi per ragioni politiche; <strong>in</strong>fatti,<br />
le condizioni di dipendenza e le <strong>in</strong>vasioni subite dal<br />
Kurdistan per molti secoli hanno reso l’esercizio della<br />
censuta tanto opprimente che molti scrittori e poeti <strong>in</strong>iziarono<br />
a scrivere anonimamente. Così, oltre alla poesia,<br />
molte storie si sono riversate nella tradizione popolare,<br />
tra le quali le storie politiche, una delle quali, molto antica<br />
e famosa, è Kalaîdimdim, divenuto romanzo nel XX<br />
sec. per mano di Ereb Shamo.<br />
Tutte queste storie, comunque, si presentano come delle<br />
grandi composizioni <strong>in</strong> versi, per il ruolo fondamentale detenuto<br />
dalla rima e dal ritmo nella tradizione orale, dovendo<br />
essere tramandata tramite apprendimento mnemonico.<br />
La pratica tradizionale prevede che tutte queste storie<br />
d’amore, di patriottismo, di cavalleria, concentrate nella<br />
memoria dei cantastorie e dei narratori, debbano essere<br />
legate tra loro <strong>in</strong> modo ritmico, durante le veglie nei villaggi.<br />
Per evitare che queste “biblioteche viventi” un giorno si<br />
est<strong>in</strong>guano, da diversi anni è <strong>in</strong> corso un immenso lavoro<br />
di trascrizione da parte degli <strong>in</strong>tellettuali, che ha peraltro<br />
potuto svolgersi solo <strong>in</strong> Irak, essendo vietate, f<strong>in</strong>o a pochi<br />
anni fa totalmente, la l<strong>in</strong>gua e la cultura curda nelle altre<br />
parti del Kurdistan: iraniano, siriano, turco.<br />
A partire dagli anni Venti, <strong>in</strong> Kurdistan e all’estero, sono<br />
state pubblicate diverse raccolte di racconti e proverbi popolari,<br />
f<strong>in</strong>alizzate a preservare dalla dispersione il patrimonio<br />
a lungo tramandato da narratori e cantastorie, i cîrokbêg<br />
e i dengbêj della tradizione popolare. Una delle opere pr<strong>in</strong>cipali<br />
di questo genere è il “Folklora Kurmança” (Folklore<br />
Curdo) di H. C<strong>in</strong>dî, pubblicato a Erevan nel 1936.<br />
Il genere più diffuso, e patrimonio della memoria dei dengbêj,<br />
è quello degli <strong>in</strong>term<strong>in</strong>abili canti epici, che è possibile<br />
suddividere <strong>in</strong> diverse categorie, a seconda degli<br />
argomenti trattati: eventi soprannaturali, storie idilliache,<br />
racconti, aneddoti, storie spaventose o fantastiche, satire<br />
che si prendono gioco dei difetti degli <strong>in</strong>dividui o delle<br />
debolezze dei governanti, favole di animali a sfondo moraleggiante,<br />
come quelle di Esopo, ambientazioni storiche<br />
precise nelle quali i personaggi diventano emblematici<br />
di tutto il popolo curdo e le loro vicende la parabola<br />
della sua storia.<br />
Spesso, comunque, tematiche differenti vengono comb<strong>in</strong>ate<br />
fra loro.<br />
È importantissimo questo lavoro di raccolta e scrittura di<br />
questi canti, considerando che la distruzione di molti villaggi<br />
e l’evoluzione della società del Kurdistan sta facendo<br />
poco a poco scomparire la figura del cantore errante.<br />
La poesia ha <strong>in</strong>vece avuto diretti scambi, presso gli strati<br />
meno colti della popolazione, con i testi delle canzoni popolari:<br />
non di rado le parole dei poeti più raff<strong>in</strong>ati venivano<br />
musicate ed entravano così a far parte della memoria<br />
di chi non avrebbe potuto mai leggerle.<br />
Oltre a racconti, canti e canzoni, la cultura popolare curda<br />
comprende anche proverbi, motti e <strong>in</strong>dov<strong>in</strong>elli (alcuni<br />
raccolti da G. Prampol<strong>in</strong>i, nel 1963, <strong>in</strong> “Proverbi curdi”),<br />
caratterizzati da un’estrema concisione e un l<strong>in</strong>guaggio<br />
particolarmente colorito con immag<strong>in</strong>i metaforiche,<br />
spesso presenti nell’<strong>in</strong>tercalare dei discorsi.<br />
Le nuove generazioni sono consapevoli del rischio di vedere<br />
cancellata la propria memoria culturale ed affidano<br />
a giornali e reti radiofoniche il ruolo di importanti fonti<br />
per la diffusione delle opere letterarie sia tradizionali che<br />
moderne.<br />
Essendo molto limitata la possibilità di fare politica attraverso<br />
gli organi d’<strong>in</strong>formazione, durante le trasmissioni<br />
radiofoniche e televisive predom<strong>in</strong>a il dibattito culturale,<br />
co<strong>in</strong>volgendo tutti coloro che riescono ad accedervi.<br />
Oggi molte <strong>in</strong>iziative culturali curde nascono <strong>in</strong> Svezia,<br />
<strong>in</strong> Francia, negli U.S.A., e se questo aiuta certamente a<br />
far conoscere la cultura curda all’estero, è però <strong>in</strong>dice anche<br />
delle difficoltà che ne ostacolano la libera diffusione<br />
nelle città e nei villaggi del Kurdistan.<br />
La cuc<strong>in</strong>a curda<br />
Le tradizioni cul<strong>in</strong>arie curde sono molto antiche e si tramandano<br />
ancora sia nei villaggi che nelle città; si tratta di<br />
una cuc<strong>in</strong>a contad<strong>in</strong>a, i cui elementi di base sono il riso,<br />
che viene coltivato <strong>in</strong> alcune zone del Kurdistan, le verdure,<br />
molta carne e le spezie. Il pasto pr<strong>in</strong>cipale è la cena.