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138 LAURA ANANIA<br />
Antrocom 2005 - 1 (2)<br />
gia e Azerbaijan), lungo le frontiere con Iran e Turchia,<br />
e questo afflusso divenne molto <strong>in</strong>tenso durante la Prima<br />
Guerra Mondiale.<br />
Nella prima metà del Novecento si spostarono <strong>in</strong> Libano,<br />
dove risiedevano già dal X sec. numerose comunità, circa<br />
100.000 Curdi, soprattutto dalla Turchia e dalla Siria,<br />
Paesi <strong>in</strong> cui essi venivano deportati dai propri villaggi<br />
e sostituiti con <strong>in</strong>sediamenti arabi. Ma le condizioni dei<br />
Curdi nel Libano sono molto peggiorate dopo la guerra<br />
civile <strong>in</strong>iziata nel 1975 e molti hanno preferito emigrare.<br />
Ingenti comunità curde si trovano poi <strong>in</strong> molte grandi<br />
metropoli mediorientali: Istanbul, Ankara, Teheran, Baghdad,<br />
Beirut, Aleppo; a Damasco esiste un quartiere<br />
curdo, Salhiyya, risalente al XII sec., sorto probabilmente<br />
sul luogo <strong>in</strong> cui era stanziata una colonia militare curda.<br />
All’<strong>in</strong>terno del Kurdistan stesso sono avvenuti durante il<br />
XX sec. mutamenti impressionanti.<br />
A partire dagli anni 1915-1918 <strong>in</strong> Turchia sono stati uccisi<br />
e deportati cent<strong>in</strong>aia di migliaia di Curdi, tanto che<br />
oggi alcune statistiche nazionalistiche curde stimano che<br />
<strong>in</strong> Turchia abit<strong>in</strong>o 5 milioni di Curdi che non risiedono<br />
nel Kurdistan.<br />
La Carta delle Nazioni Unite del 1948 def<strong>in</strong>isce <strong>in</strong> modo<br />
molto chiaro il concetto di “genocidio: un atto f<strong>in</strong>alizzato<br />
<strong>in</strong>tenzionalmente all’elim<strong>in</strong>azione di un gruppo a causa<br />
della sua appartenenza a una nazionalità, a una razza, a<br />
un’etnia o a una religione”.<br />
I mezzi per ottenere questo f<strong>in</strong>e possono essere i più svariati,<br />
e molti ne vediamo impiegati nel corso della storia<br />
di questa popolazione, come, del resto, di altre popolazioni,<br />
come gli Armeni.<br />
Quasi mezzo milione di Curdi irakeni si sono rifugiati<br />
<strong>in</strong> Iran negli ultimi quarant’anni, mentre circa 200.000<br />
Curdi iraniani hanno trovato rifugio <strong>in</strong> Irak.<br />
“Dal 1998 la Turchia ha aperto le frontiere a 100.000 -<br />
120.000 Curdi irakeni e la Siria a sua volta ha dato asilo<br />
ad alcune migliaia di profughi dalla Turchia e ad un migliaio<br />
circa di Curdi irakeni, tra i quali molti politici”. 45<br />
Questi dati possono stupire, essendo difficilmente comprensibile,<br />
<strong>in</strong> effetti, come sia conciliabile l’atteggiamento<br />
di un Paese impegnato nell’<strong>in</strong>debolimento della<br />
comunità curda all’<strong>in</strong>terno dei propri conf<strong>in</strong>i con la disponibilità,<br />
<strong>in</strong>vece ad accogliere i profughi appartenenti<br />
alla stessa etnia provenienti dagli Stati limitrofi.<br />
Le ragioni di quest’anomalia risiedono nei rapporti tra<br />
Turchia, Siria, Iran e Irak, di ostilità mai superate, che<br />
hanno fatto dei Curdi una “merce di scambio”: offrire<br />
rifugio ad <strong>in</strong>tellettuali e politici curdi dei Paesi vic<strong>in</strong>i significa<br />
rafforzare le comunità curde di quei Paesi e <strong>in</strong>debolirne<br />
per conseguenza i governi; ma il “gioco” non si<br />
sp<strong>in</strong>ge mai oltre certi limiti; ne è un esempio la vicenda<br />
di Ocalan: nell’ottobre 1998, quando la Turchia denunciò<br />
l’appoggio fornito dalla Siria al PKK e al suo leader, dislocando<br />
un ampio spiegamento di forze lungo il conf<strong>in</strong>e,<br />
il governo siriano non esitò ad espellere Ocalan per non<br />
rischiare un conflitto.<br />
Un tempo per i Curdi era praticamente impossibile fuggire<br />
all’estero, mentre dopo i massacri perpetrati da Saddam<br />
Husse<strong>in</strong>, i campi profughi hanno attirato l’attenzio-<br />
ne <strong>in</strong>ternazionale sul problema dei Curdi e i governi hanno<br />
preferito agevolarne la fuoriuscita.<br />
Così, nel 1991 l’Iran dovette affrontare un esodo di più di<br />
un milione di Curdi irakeni che fuggivano dalla ferocia<br />
delle persecuzioni.<br />
Non sappiamo dopo tanti movimenti demografici e tanti<br />
sforzi di assimilazione dei Curdi esercitati dai governi<br />
delle aree comprese nel Kurdistan <strong>in</strong> quale misura sia stata<br />
modificata la situazione per i processi di arabizzazione,<br />
turchizzazione e persianizzazione del Kurdistan.<br />
Non è nemmeno possibile conoscere esattamente il numero<br />
dei rifugiati politici ed economici curdi, degli <strong>in</strong>tellettuali<br />
e dei lavoratori registrati come turchi, iraniani,<br />
siriani, irakeni.<br />
Le comunità curde, soprattutto di orig<strong>in</strong>e turca, sono presenti<br />
<strong>in</strong> tutti i Paesi dell’Europa Occidentale e spesso è<br />
lì che hanno imparato a leggere e scrivere nella propria<br />
l<strong>in</strong>gua, attività che era loro vietata nel Paese d’orig<strong>in</strong>e.<br />
Già alla f<strong>in</strong>e degli anni Ottanta si calcolava che più di<br />
mezzo milione di Curdi fossero emigrati verso l’Europa,<br />
gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia; <strong>in</strong> seguito alla<br />
Guerra del Golfo e alla distruzione dei villaggi curdi<br />
irakeni perpetrata dal regime di Saddam Husse<strong>in</strong>, la cifra<br />
è vertig<strong>in</strong>osamente aumentata. 46<br />
I Paesi verso i quali s’<strong>in</strong>dirizza la maggior parte dell’emigrazione<br />
curda sono quelli europei, per ragioni tanto geografiche<br />
quanto politiche; moltissimi Curdi emigrano <strong>in</strong><br />
Germania, dove le leggi sembrano agevolare l’<strong>in</strong>serimento<br />
dei profughi nel tessuto sociale. 47<br />
In Germania sono presenti circa 2 milioni di Turchi, di<br />
cui circa c<strong>in</strong>quecentomila sono Curdi. Tra Germania e<br />
Turchia vi è un rapporto molto stretto, che ha portato anche<br />
il Paese europeo a dichiarare il PKK illegale e, nel<br />
passato, ad adeguarsi alle disposizioni turche secondo le<br />
quali i bamb<strong>in</strong>i, anche se nati <strong>in</strong> Germania, non potevano<br />
avere un nome curdo. Questo per capire come la repressione<br />
entri capillarmente nella vita più spicciola, non<br />
concretizzandosi soltanto nei 4000 villaggi distrutti nei 3<br />
milioni di deportati.<br />
La Francia è il secondo Paese d’Europa per numero di<br />
Curdi ospitati, preferito soprattutto dagli <strong>in</strong>tellettuali,<br />
dopo che, nel 1983, venne fondato a Parigi l’Institut Kurde,<br />
il primo centro culturale curdo <strong>in</strong> Occidente 48 .<br />
Svezia, Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Svizzera e Italia<br />
hanno accolto negli ultimi anni circa ventimila Curdi, che<br />
spesso chiedono a questi Paesi asilo politico.<br />
Oltre a Parigi, anche Bruxelles, Londra, Berl<strong>in</strong>o, Londra<br />
e Uppsala sono sede di centri di cultura curda.<br />
In Italia esiste l’Ufficio d’Informazione per il Kurdistan<br />
<strong>in</strong> Italia, con sede a Roma e gli emigrati si sono organizzati<br />
<strong>in</strong> diverse città.<br />
Ciò che spesso si dimentica, o non si vuole considerare,<br />
è che i Curdi non sono emigrati “economici”: non sono<br />
<strong>in</strong> fuga da un Paese povero di risorse, o stremato dalla<br />
carestia, oppure distrutto da calamità naturali; al contrario,<br />
fuggono da una terra fertile (grazie al lavoro che lo<br />
stesso popolo curdo ha svolto per secoli dissodando ed<br />
irrigando le terre) e ricca di petrolio.<br />
La ricchezza del territorio del Kurdistan è del resto una