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II. 2011 24 Edizione italiana - iGuzzini

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<strong>24</strong> <strong>Edizione</strong> <strong>italiana</strong><br />

<strong>II</strong>. <strong>2011</strong>


Editoriale<br />

Cari lettori,<br />

La luce è un componente aggiuntivo dell’architettura e dello spazio o è<br />

componente propria dell’architettura e dello spazio? Questa domanda può<br />

sembrare un inutile esercizio retorico, invece a seconda del significato che<br />

si dà al rapporto tra luce ed architettura, si può comprendere meglio anche<br />

la base della rivoluzione in corso nel campo dell’illuminotecnica con l’ingresso<br />

dei LED.<br />

La luce, anche dal punto di visto tecnologico, è un “materiale” che fa parte<br />

della struttura dell’edificio, lo permea profondamente: gli apparecchi stessi<br />

grazie alle ridotte dimensioni e alla lunga durata di funzionamento, senza<br />

necessità di manutenzione, sono inglobati, integrati perfettamente all’interno<br />

delle costruzioni.<br />

Le grandi intuizioni luministiche degli anni Trenta di Mendelson o di Mies<br />

Van der Rohe oggi possono trovare un’ ulteriore evoluzione con la possibilità<br />

di modificare la qualità cromatica della luce, la sua intensità e la direzione.<br />

In questo modo avremo di notte architetture e spazi cangianti come mostrano<br />

le cupole blu di Delhi o i ritmi luminosi della facciata di Dallmayr a Monaco,<br />

o gli interni della nuova sede della Regione Lombardia.<br />

Un’ulteriore passo in avanti reso possibile dalla sempre maggiore accessibilità<br />

delle tecnologie è la possibilità di proiettare immagini frutto di elaborazioni<br />

digitali sugli edifici. Come i frontoni dei templi greci e romani, come i grandi<br />

cicli di grandi affreschi rinascimentali l’architettura può accogliere opere<br />

d’arte visiva come parte integrante del proprio essere. Non una semplicistica<br />

decorazione ma un’ integrazione che in sinergia con l’architettura arricchisce<br />

di valore lo spazio. In questo senso va considerato l’intervento a Beaune, con<br />

i “racconti fantastici” che aiutano scoprire la storia e la cultura delle città.<br />

Questo mio intervento vuole offrire un “punto di vista” particolare per leggere<br />

i tanti ed interessanti progetti presenti in questo numero di Incontroluce.<br />

Adolfo Guzzini<br />

<strong>II</strong>


<strong>24</strong> Incontroluce<br />

<strong>II</strong><br />

2<br />

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52<br />

53<br />

54<br />

Sommario<br />

Editoriale<br />

Progettazione<br />

Il progetto illuminotecnico per Beaune<br />

Progetti<br />

Il centro culturale Nordkraft<br />

L’Albany Lakes Civic Park<br />

Edificio per uffici in Rue de Colisée<br />

Media-TIC<br />

Il teatro Capstone<br />

Il flagship delle gioiellerie Rox<br />

Illuminazione monumentale<br />

delle bellezze di Delhi<br />

Luci italiane a Istanbul<br />

Illuminazione della facciata di Dallmayr<br />

La Stazione del Sole<br />

Museo Nazionale della Cina<br />

Palazzo Lombardia<br />

Lo stile coloniale a Sihlcity:<br />

luce per il nuovo store Colonys<br />

Repower Shop<br />

Centro Culturale Niemeyer<br />

Cultura dell’azienda<br />

Illuminare di più? Illuminare meno?<br />

Illuminare meglio!<br />

We want to be modern<br />

Le fabbriche dei sogni<br />

Uomini, idee, imprese e paradossi<br />

delle fabbriche del design italiano<br />

French Touch presenta<br />

presso la <strong>iGuzzini</strong> France l’annual<br />

“Optimiste d’Architecture 2010”<br />

Nuova sede per il distributore in Bulgaria<br />

“Genesi di un Dialogo: Italia-Bulgaria”<br />

Rafforzata la collaborazione<br />

con il Lighting Research Center di Troy<br />

Concorso Light & Fashion<br />

Premio<br />

“Imprenditore Olivettiano <strong>2011</strong>”<br />

Accordo fra la <strong>iGuzzini</strong> e la Tongji University<br />

di Shanghai<br />

Professional Lighting Design Convention<br />

Una dimensione nazionale<br />

per l’archivio Storico <strong>iGuzzini</strong><br />

<strong>II</strong>. <strong>2011</strong>


1<br />

Progettazione<br />

Beaune è l’antica capitale dei Duchi di Borgogna.<br />

Ora uno spettacolare percorso di luci e di video<br />

proiezioni sulle facciate degli edifici, accompagnano<br />

il visitatore alla scoperta della storia<br />

e delle architetture cittadine. La volontà della<br />

municipalità alla base del progetto era quella<br />

di rendere piacevole la città anche durante<br />

le ore serali in modo di trattenere i visitatori<br />

ed offrire un ambiente piacevole da percorrere<br />

e scoprire. Jean François Touchard così racconta<br />

l’idea iniziale del progetto “Si trattava di una<br />

città di passaggio, la gente restava e se ne<br />

andava il pomeriggio… Con questo progetto<br />

ho cercato di restituire la sensazione che ho<br />

provato io la prima volta che ho visitato la città,<br />

quando l’ho scoperta per la prima volta con<br />

i suoi incredibili edifici.<br />

2<br />

Il progetto illuminotecnico<br />

per Beaune<br />

Beaune, Francia<br />

Committente<br />

Città di Beaune<br />

Produzione e gestione energia<br />

Ineo (gruppo GDF-Suez)<br />

Direttore artistico del progetto<br />

Jean François Touchard<br />

2


Videoproiezioni<br />

Cosmo - Jose Cristiani<br />

Partners Assistance<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione France<br />

Jean-François Touchard<br />

Dopo gli studi di arti plastiche<br />

alle Beaux Arts di Parigi, dal 1984<br />

è progettista della luce per il teatro<br />

e gli eventi.<br />

Parallelamente, sviluppa un’attività<br />

di progettista della luce in architettura.<br />

Dal 2005, è iscritto alla Maison des Artistes<br />

come artista luce e video.<br />

Ultime realizzazioni<br />

2007: “La traversée du 104”.<br />

Installazione luce e video interattiva<br />

per il centro 104 a Parigi.<br />

2008: Facciata del Théâtre National<br />

de Bretagne di Rennes.<br />

Piazzale e facciata del cimitero<br />

paesaggistico di Clamart.<br />

Dal 2009 si dedica al progetto<br />

“Immagine e Luce” di Beaune.<br />

3<br />

3<br />

Foto: Didier Boy de la Tour<br />

1.2. Abside e facciata della Collegiale<br />

3. I punti dell’intervento sia con le videoproiezioni<br />

che con illuminazione architetturale<br />

incontroluce <strong>24</strong>


4<br />

Progettazione Il progetto illuminotecnico<br />

per Beaune<br />

La città ne è piena, l’architettura è straordinaria,<br />

volevo riproporre in questo percorso di luce<br />

l’aspetto più dolce della città che è quello<br />

delle passeggiate. Abbiamo quindi lavorato su<br />

questo, abbiamo scelto degli edifici e abbiamo<br />

cercato di mantenere tra gli uni e gli altri le<br />

distanze seguendo il ritmo della passeggiata;<br />

abbiamo quindi scelto una trentina di siti e<br />

abbiamo presentato delle proposte per l’illuminazione<br />

degli stessi. Dopodichè per collegare<br />

questi luoghi abbiamo creato delle segnaletiche<br />

con i colori per donare una dinamica alla passeggiata…<br />

Inoltre, per raccontare la storia della<br />

città e per offrire ai turisti qualcosa di sconosciuto,<br />

o che li invitasse ad andare in un luogo preciso,<br />

abbiamo creato delle video-proiezioni che<br />

mostravano la storia degli edifici sui quali<br />

erano proiettate, ad esempio gli Hospices<br />

di Beaune, dove, grazie alla proiezione, si<br />

passa attraverso la parete e si visita l’interno…”<br />

Gli apparecchi per realizzare questo piano<br />

complesso sono apparecchi di produzione<br />

industriale, scelti fra quelli che utilizzano<br />

sorgente LED e che hanno portato ad una<br />

riduzione dei consumi pari al 47%.<br />

Jean-François Touchard: “Illuminare Beaune<br />

ha significato soprattutto rendere le luci<br />

le più dirette possibili, il più possibile vicine<br />

agli edifici per creare la sensazione che la luce<br />

esca dall’edificio. In secondo luogo sono stati<br />

utilizzati i LED non solo per ragioni di risparmio<br />

energetico, ma anche per la dolcezza che la<br />

luce a LED conferisce.<br />

Beaune è una piccola città, gli edifici sono molto<br />

vicini gli uni agli altri, le strade sono larghe<br />

10 m, e si è sempre molto vicini agli edifici.<br />

Ciò mi ha permesso di lavorare con i LED, fonti<br />

di luce dolci, e grazie a questo tipo di illuminazione<br />

sono riuscito a rispettare questa vicinanza.<br />

Ho lavorato con dei proiettori che mi permettessero<br />

di essere discreto, che mi permettessero<br />

di integrarli al massimo nell’architettura senza<br />

4


5<br />

che fossero visibili. La segnaletica invece<br />

si è ottenuta con il sistema RGB. La gamma<br />

de <strong>iGuzzini</strong> mi ha permesso di fare tutto ciò.<br />

Si è trattato anche di una sfida, riuscire<br />

ad utilizzare dei prodotti di base sfruttandone<br />

appieno tutte le loro potenzialità”.<br />

Il progettista, in accordo con la municipalità<br />

di Beaune ha individuato un percorso che<br />

partendo da Rue de Lorraine conduce i visitatori<br />

alle videoproiezioni realizzate da Jose Cristiani<br />

di Cosmo: “Intanto, siamo in una città carica<br />

di storia e noi dovevamo raccontare la città<br />

di Beaune. Una storia che raccontiamo con<br />

una narrazione per immagini.<br />

5<br />

4.5. Gli Hospices con illuminazione di base<br />

e con le videoproiezioni<br />

incontroluce <strong>24</strong>


6<br />

7<br />

Progettazione Il progetto illuminotecnico<br />

per Beaune<br />

6


Abbiamo animato con il video alcuni luoghi<br />

particolarmente importanti, ma la continuità<br />

della storia è affidata al sistema generale<br />

dell’illuminazione che mette in relazione tutti<br />

i nostri interventi”.<br />

Questa relazione è creata attraverso luce colorata<br />

che conduce il visitatore a vedere le videoproiezioni<br />

sulla torre dell’orologio; sulla collegiale;<br />

sulla Chapelle St.Etienne, sul Palais de Duc<br />

e sull’Hotel de Dieu. La luce colorata è ottenuta<br />

con proiettori Platea a LED RGB gestiti dal<br />

sistema di gestione Master Pro. Le fasce colorate<br />

sulle facciate degli edifici create dai proiettori<br />

Platea sono inoltre rafforzate anche da stretti<br />

fasci luminosi prodotti dal basso dagli apparecchi<br />

Light Up Walk Pro e Ledplus.<br />

Un altro percorso riguarda invece le mura<br />

della città, che sono evidenziate grazie all’uso<br />

di luce colorata per ottenere degli effetti molto<br />

scenografici. Anche questi effetti sono creati<br />

grazie a proiettori Platea.<br />

All’interno della città ci sono anche degli interventi<br />

svincolati dalle videoproiezioni che sottolineano<br />

il valore storico culturale degli edifici: una illuminazione<br />

che sottolinea l’architettura è stata<br />

pensata sia per la facciata che per l’abside<br />

della collegiale.<br />

Miniwoody, Woody, Maxiwoody oltre a Linealuce,<br />

accentuano e sottolineano con luce d’accento<br />

i particolari architettonici. La sede del Comune<br />

è illuminata invece da Glim Cube RGB che<br />

sottolineano la finestratura con luce colorata<br />

sempre gestita dal Master Pro.<br />

7<br />

8<br />

9<br />

6.7. La sede del Comune<br />

8.9. Alcuni interventi lungo le mura<br />

incontroluce <strong>24</strong>


Progetti Il centro culturale Nordkraft<br />

Aalborg, Danimarca<br />

1 2<br />

Nel 2004, il Comune di Aalborg ha acquistato<br />

la vecchia centrale elettrica di Elsam con l’intento<br />

di realizzare “Nordkraft”, un centro per la cultura,<br />

lo sport, il tempo libero e altro ancora.<br />

La vecchia centrale elettrica è diventata un luogo<br />

incentrato su musica, insegnamento, teatro, arte,<br />

mantenendo le vecchie costruzioni in calcestruzzo.<br />

Cubo Architects A/S insieme a Brix & Kamp AS,<br />

Korsbæk & partnere AS, Arkitektfirmaet Nord<br />

e Egebjerg By og Landskab si sono aggiudicati il<br />

progetto. L’idea era quella di mantenere l’originario<br />

look grezzo e industriale abbinandolo a soluzioni<br />

ottimali per la cultura e le attività del tempo libero.<br />

Anche per l’illuminazione si è cercato di ottenere<br />

questo effetto “industriale” e gli apparecchi scelti<br />

sono stati il proiettore Maxiwoody e la sospensione<br />

Berlino. La lampada Berlino è stata scelta per le<br />

dimensioni e per la possibilità di utilizzare sorgenti<br />

luminose diverse.<br />

Cliente<br />

Aalborg Kommune<br />

DGI - Danish Gymnastics and Sports<br />

Associations<br />

Skråens Venner<br />

Sono state utilizzate sia la versione grande a luce<br />

diretta/indiretta che la versione piccola in vetro.<br />

Le Berlino sono installate nell’entrata, nell’area di<br />

camminamento e alla reception. Si è scelto invece<br />

il proiettore Maxiwoody per l’illuminazione della<br />

piazza esterna e anche per mettere in evidenza<br />

alcuni elementi all’interno dell’edificio.<br />

Usando Maxiwoody all’interno e all’esterno su<br />

palo si è cercato di creare un legame tra gli interni<br />

e lo spazio urbano. Linealuce ad applique è stata<br />

utilizzata per illuminare i poster cinematografici<br />

mentre Ledplus è utilizzata all’interno del cinema<br />

lungo le scale. Nordkraft è ubicato in prossimità<br />

della zona portuale dove è stata sviluppata una<br />

nuova area di cui è diventato uno degli elementi<br />

dello skyline e rappresenta un elemento di unione<br />

tra l’architettura industriale e i silos presenti<br />

nella zona. Nordkraft è uno degli edifici più grandi<br />

della zona, con una superficie di 30.250 mq.<br />

8


3<br />

Archittetto<br />

Cubo<br />

Arkitektfirmaet Nord<br />

Architetto paesaggista<br />

Egebjerg By & Landskab<br />

9<br />

Ingegnere<br />

Korsbæk & Partnere<br />

Brix & Kamp<br />

Partners Assistance<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione DK<br />

Foto: Ole Ziegler<br />

1. L’intervento realizzato all’esterno del centro culturale<br />

2.3. Gli ambienti dedicati al tempo libero<br />

incontroluce <strong>24</strong>


1<br />

Progetti L’Albany Lakes Civic Park<br />

Il parco che ha un’estensione di circa sei ettari<br />

e mezzo, è stato un investimento visionario<br />

del North Shore City Council e di alcuni privati.<br />

Un team di architetti, paesaggisti, imprese edili,<br />

hanno progettato questo parco come arricchimento<br />

culturale, sociale, ecologico per il nuovo<br />

centro di Albany.<br />

Questo progetto è un progetto di valorizzazione<br />

del territorio e rientra nelle grandi opere intraprese<br />

in occasione del campionato mondiale<br />

di Rugby si è svolto in Nuova Zelanda<br />

nell’ottobre <strong>2011</strong>.<br />

Sono state piantate 17.000 piante che comprendono<br />

piante locali che crescono spontaneamente<br />

oltre a piante da frutto come meli, susini ed ulivi.<br />

Il parco è non solo piacevole da vedere, ma<br />

costituisce una risorsa positiva per l’ambiente:<br />

gli alberi che ricoprono la superficie del parco,<br />

fanno parte di un sistema di trattamento delle<br />

acque piovane. La pioggia viene convogliata<br />

fino alle buche in cui sono piantati gli alberi.<br />

2<br />

Albany, Nuova Zelanda<br />

Cliente<br />

North Shore City Council<br />

Contractor<br />

NZ Strong<br />

10


3<br />

Lighting Designers<br />

Light Works<br />

Paesaggista<br />

Soul Environments<br />

Partners Assistance<br />

E.C.C.Lighting Ltd<br />

Queste buche contengono un terreno speciale<br />

che filtra la pioggia, prima che l’eccedenza<br />

di acqua venga convogliata ai due laghi<br />

mantenendo così l’acqua dei laghi pulita.<br />

Lo studio di architettura ed il paesaggista hanno<br />

scelto apparecchi <strong>iGuzzini</strong> per il progetto Albany<br />

Lakes. Il sistema FrameWoody è stato usato<br />

per sostenere una serie di proiettori MaxiWoody<br />

inclinati per ottenere la giusta distribuzione<br />

fotometrica. I proiettori illuminano i laghi<br />

e la zona circostante.<br />

Grazie alla linearità del sistema, gli apparecchi<br />

hanno un minimo impatto visivo e non risultano<br />

invasivi rispetto al paesaggio naturale.<br />

11<br />

Foto: Simone Devitt Photographer<br />

1. Visione diurna generale del complesso<br />

2. Particolare<br />

3. Aspetto notturno con il ponte che attraversa i laghi<br />

incontroluce <strong>24</strong>


1<br />

Progetti Edificio per uffici in Rue de Colisée<br />

Alla fine dell’Ottocento, al momento dell’edificazione<br />

di questo edificio, ispirato alle costruzioni<br />

dell’ingegner Gustave Eiffel, la zona sottoposta<br />

oggi a ristrutturazione veniva usata come rimessa<br />

per vetture a cavallo e scuderia.<br />

In questo tipo di strutture, solitamente, i vetturini<br />

e i palafrenieri alloggiavano al piano, sopra<br />

i cavalli, i quali avevano invece accesso all’ammezzato<br />

da una rampa. Certamente pochissimo<br />

tempo dopo la costruzione dell’edificio,<br />

«la scuderia sospesa» è stata coperta da una<br />

vetrata per proteggere gli animali. La chiusura<br />

del pianoterra e dell’ammezzato, con telai<br />

Parigi, Francia<br />

composti da profilati di alluminio grigio e vetro,<br />

è stata realizzata all’inizio degli anni Sessanta<br />

e poi nel 1988. L’attuale progetto di ristrutturazione<br />

dell’edificio che si trova vicino agli Champs<br />

Élysées, ha mantenuto lo spirito iniziale del<br />

complesso usando il vocabolario architettonico<br />

originale. Nel cortile è stato allestito un giardino<br />

roccioso ispirato ai giardini giapponesi con<br />

una passerella di accesso in legno naturale<br />

e un piccolo bacino d’acqua.<br />

La parete di fronte alla facciata principale<br />

è stata ricoperta da un giardino verticale alto<br />

circa 8 metri.<br />

Committente<br />

Gruppo privato<br />

Architetto<br />

Jean-Michel de Poulpiquet (ARCAD)<br />

Partners Assistance<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione France<br />

Questo spazio è accessibile attraverso<br />

un atrio privato, ad uso esclusivo dei residenti.<br />

L’ingresso è illuminato da apparecchi Cup.<br />

I piani sono molto simili e comprendono zone<br />

open space per uffici, attrezzate e climatizzate<br />

oltre a tutte le aree di servizio, dai sanitari<br />

alle aree tecniche, alle zone di collegamento.<br />

Per ognuna di queste aree sono stati forniti livelli<br />

d’illuminamento diversi: dai 150 lux per i locali<br />

tecnici e per le zone di passaggio, ai 400 lux<br />

degli uffici e della hall d’ingresso. Gli apparecchi<br />

utilizzati sono stati dei Glim Cube con una particolare<br />

verniciatura per inserirli nel contesto<br />

12


2 3<br />

senza forte impatto visivo. Nel giardino si trovano<br />

inoltre anche apparecchi Miniwoody per sottolineare<br />

alcune zone ed alcune piante oltre a<br />

Light Up-Garden. I percorsi sono stati illuminati<br />

da Ledplus installati sul legno. Negli ambienti<br />

che saranno dedicati agli uffici sono stati usati<br />

invece apparecchi ad incasso Wideplus,<br />

sospensioni Light air e apparecchi del Sistema<br />

Easy. Alcune plafoniere iRoll sono invece<br />

utilizzate anche nelle sale riunioni del primo<br />

piano. Mentre per l’illuminazione delle hall<br />

e dei pianerottoli sono stati utilizzati gli incassi<br />

Express orientabili a LED.<br />

13<br />

Foto: Didier Boy De La Tour<br />

1. Cortile dell'edificio<br />

2.3. Gli spazi che saranno adibiti ad uffici<br />

incontroluce <strong>24</strong>


1<br />

Progetti Media-TIC<br />

Media-TIC è stato promosso da El Consorci<br />

de la Zona Franca. Situato nel quartiere<br />

22@Barcelona, nell’insediamento pluridisciplinare<br />

del Parc Barcelona Media, la struttura<br />

è concepita come un forum cittadino il cui<br />

obiettivo è diventare punto di comunicazione<br />

e incontro delle imprese e delle istituzioni<br />

del mondo delle tecnologie, dell’informazione<br />

e della comunicazione a Barcellona.<br />

Il nome dell’edificio stesso, Media-TIC, fa riferimento<br />

alle Tecnologie dell’Informazione e della<br />

Comunicazione-TIC. Esso offre infrastrutture<br />

e servizi di incubazione o finanziamento rivolti<br />

alle imprese del settore dei media (audiovisivo,<br />

produzione, effetti digitali, ecc.); ospita inoltre<br />

il Centro Tecnológico TIC e dispone di spazi<br />

per le imprese e le istituzioni.<br />

La volontà del Centro Tecnológico TIC (CTTIC)<br />

è facilitare i diversi settori economici, i meccanismi<br />

di incorporazione, utilizzo e applicazione<br />

delle ICT (Information and Communication<br />

Technologies) al fine di incrementarne la produttività<br />

e la competitività nell'ambito dell'economia<br />

digitale, contribuendo al tempo stesso alla<br />

formazione e al potenziamento del talento<br />

e del capitale umano.<br />

Il quartiere 22@Barcelona si sta affermando,<br />

a livello europeo, come spazio di riferimento<br />

nel settore delle Tecnologie dell’Informazione<br />

e della Comunicazione grazie alle avanzate<br />

infrastrutture che vi vengono realizzate.<br />

2<br />

Barcellona, Spagna<br />

Promotore<br />

El Consorci de la Zona Franca<br />

Progetto architettonico<br />

Enric Ruiz-Geli, Cloud 9<br />

Struttura<br />

Boma, S.L. - Agustí Obiol<br />

14


Installazioni<br />

PGIGrup - David Tusset<br />

Direzione Tecnica<br />

Técnics-G3 -J.M.Forteza<br />

Project Manager<br />

CAST- Angel Rotea<br />

15<br />

Partners Assistance<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione España S.A<br />

3 4<br />

L’edificio progettato da Enric Ruiz-Geli con il suo<br />

studio, Cloud 9, rispecchia il passaggio da una<br />

società industriale ad una società digitale: l’edificio<br />

è un’architettura digitale, costruita attraverso<br />

processi digitali di CAD/CAM, in cui le connessioni<br />

sono più importanti del peso dei materiali.<br />

La facciata del Media-TIC non spiega la costruzione<br />

industriale in serie, bensì sviluppa e dimostra<br />

la costruzione dell’informazione.<br />

Il Media-TIC rende onore al principio e allo scopo<br />

per cui è stato concepito con più di 300 sensori.<br />

Al pianoterra i sensori di presenza regolano il<br />

consumo in base al numero di persone nella hall.<br />

I sensori delle facciate collegate al sistema<br />

di illuminazione risparmiano energia evitando<br />

il consumo dei primi 3 metri di facciata. Infine,<br />

i 104 sensori con CPU collegati ai cuscinetti<br />

in ETFE fanno sì che ciascuno di essi costituisca<br />

un elemento costruttivo di una facciata<br />

intelligente. L'edificio si avvale, inoltre, di un<br />

tetto con moduli fotovoltaici che produce fino<br />

a 29.000 kWh/annui, con un risparmio<br />

di 18,8t di CO2, e di una copertura a giardino<br />

con due spazi verdi.<br />

L’illuminazione del Media-TIC è un altro aspetto<br />

rilevante coadiuvato dal rivestimento in ETFE,<br />

poiché questa “pelle” permette il controllo della<br />

temperatura ottimizzando, allo stesso tempo,<br />

l’entrata di luce naturale. Oltre a disporre di un<br />

sistema di illuminazione specifico, gli elementi<br />

strutturali centrali dei piani degli uffici si avvalgono<br />

di una pellicola fluorescente che va a integrare<br />

l’illuminazione notturna. Negli spazi interni,<br />

l’illuminazione artificiale si adatta alla modalità<br />

Foto: Luis Ros, Iwan Baan<br />

1. Modello dell’edificio<br />

2.3. L’edificio nel suo aspetto diurno ed inserito<br />

nel contesto del quartiere<br />

4. Effetto luminoso colorato per gli interni<br />

e flessibilità dei diversi piani e assume un’ulteriore<br />

funzione comunicativa grazie all’utilizzo del<br />

colore. Corpi illuminanti da incasso Line Up<br />

completi di lampade fluorescenti T16 di ultima<br />

generazione disposti in fila continua diventano<br />

parte della struttura avvolgente, fornendo<br />

agli ambienti di lavoro una illuminazione<br />

generale uniforme.<br />

La linearità viene mantenuta anche negli<br />

ambienti di passaggio adottando per questi<br />

il colore verde, colore caratteristico dell’edificio.<br />

Tutti i moduli perimetrali integrano apparecchiature<br />

DALI, le quali consentono di regolare il<br />

livello di illuminazione in base alla luce<br />

naturale. Nelle terrazze, lungo le scale e in altri<br />

ambiti di passaggio e sosta, si dà continuità<br />

con l’utilizzo di lampade fluorescenti iSign.<br />

incontroluce <strong>24</strong>


Progetti Il teatro Capstone<br />

Il Centro di Arte Creativa & Produttiva ultramoderno<br />

che incorpora il teatro Capstone è il risultato<br />

di un progetto di ristrutturazione iniziato<br />

alla fine degli anni 90 grazie ad un cospicuo<br />

intervento dello studio d’architettura Downs<br />

Variava presso l’ex Scuola Cattolica Romana,<br />

che ha portato alla realizzazione per trasformarsi<br />

nell’edificio Cornerstone.<br />

Il nome deriva dal Salmo 118:22, la pietra<br />

che i costruttori scartarono e che diventa pietra<br />

angolare.<br />

La ristrutturazione, che ha vinto il premio<br />

Liverpool Architecture and Design Trust come<br />

miglior contributo alla sostenibilità dell’ambiente<br />

urbano, è costata oltre 20 milioni di sterline<br />

ed è stata finanziata dal generoso sostegno<br />

di numerosi partner, tra cui la North Liverpool<br />

Partnership, English Partnership, European<br />

Regional Development Fund, l’Higher Education<br />

Funding Council per l’Inghilterra, la Esmee<br />

Fairburn e Garfield Weston Trusts, la lotteria<br />

inglese Heritage, la provincia gesuita,<br />

l’Arcidiocesi di Liverpool, la Historic Churches<br />

Preservation, fondi della Trust and Hope<br />

University. L’intervento della <strong>iGuzzini</strong> ha interessato<br />

varie aree con molteplici tipologie di apparecchi.<br />

Nell’auditorium sono stati utilizzati iRoll,<br />

ben inseriti e mimetizzati nel soffitto tecnico.<br />

Nelle zone di collegamento fra i vari spazi sono<br />

stati utilizzati apparecchi Action così come nel<br />

foyer. Gli apparecchi del foyer sono gestiti grazie<br />

al sistema di controllo Master Pro che gestisce<br />

anche l’illuminazione di scena per una illuminazione<br />

diffusa. Nei camerini sono stati utilizzati<br />

invece incassi del Sistema Easy PL-R.<br />

Nelle meeting room sono stati utilizzati apparecchi<br />

Light Air. L’area esterna è stata illuminata con<br />

Lavinia CPO-TW, iTeka, Miniwalky e Vis.<br />

1<br />

Liverpool, Regno Unito<br />

Cliente<br />

Hope University di Liverpool<br />

Progetto architettonico<br />

DV Architects<br />

Consulenti di Servizi<br />

TDS<br />

16


Committente Elettrico<br />

A & B Engineering<br />

Committente Principale<br />

Allenbuild<br />

17<br />

Partners Assistance<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione UK<br />

2 3<br />

4<br />

Foto: James Newton Photographs<br />

1. Foyer<br />

2.3. Uno dei camerini ed una delle sale meeting<br />

4. Auditorium<br />

incontroluce <strong>24</strong>


Progetti Il flagship delle gioiellerie Rox<br />

Rox vanta una lunga tradizione in quanto prestigiosa<br />

gioielleria scozzese che pone un accento<br />

particolare al premuroso servizio di assistenza<br />

alla clientela e all'assoluta originalità del design<br />

come elemento distintivo dell’azienda.<br />

Con quattro negozi in tutta la Scozia, il negozio<br />

flagship all’interno dell’Argyll Arcade di Glasgow è<br />

recentemente stato oggetto di un rinnovamento<br />

da un milione di sterline. <strong>iGuzzini</strong> è stata invitata<br />

dal design team di Graven Images e dai consulenti<br />

di costo Fitzsimmons a collaborare al progetto Rox<br />

al fine di trovare una soluzione di illuminazione<br />

che integrasse ed esaltasse l’opera di rinnovamento<br />

realizzando i livelli corretti di illuminazione<br />

sia d’ambiente che d’accento.<br />

Poiché la merce in esposizione ha un valore di<br />

diverse migliaia di sterline, è stata prestata una<br />

cura particolare a fornire tipi di illuminazione<br />

diversi per dare risalto ai vari oggetti esposti.<br />

Le sorgenti luminose sono state scelte in primo<br />

luogo attraverso una serie di workshop tenuti<br />

presso lo showroom <strong>iGuzzini</strong> di Glasgow.<br />

Lo scopo consisteva nel rivedere l’approccio<br />

tradizionale che prevedeva di esaltare il prodotto<br />

esclusivamente con sorgenti luminose a ioduri<br />

metallici. Il risultato è stato un mix di lampade<br />

a ioduri metallici, lampade dicroiche e LED per<br />

illuminare i prodotti esposti dando il giusto risalto<br />

ad ognuno di essi. Il mix di sorgenti luminose<br />

mette in evidenza l’oro, l’oro bianco, il platino<br />

ed i diamanti nel loro vero potenziale, accentuando<br />

lo sfavillio di ogni singolo articolo.<br />

Il piano superiore è allestito come spazio relax<br />

per l’assistenza personalizzata alla clientela,<br />

dove i clienti possono curiosare in un ambiente<br />

rilassante e informale provvisto di bar.<br />

I prodotti <strong>iGuzzini</strong> utilizzati comprendono<br />

i proiettori a binario Tecnica, Deep Frame,<br />

Pixel Plus, insieme a Ledstrip per evidenziare<br />

il dettaglio del profilo.<br />

1<br />

Glasgow, Regno Unito<br />

Cliente<br />

Rox<br />

Progetto di allestimento<br />

Graven Images<br />

Controllo costi<br />

Fitzsimmons<br />

18


Partners Assistance<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione UK<br />

2 3<br />

19<br />

Foto: <strong>iGuzzini</strong> Archive<br />

1.2. Lo spazio relax al piano superiore<br />

3. Vetrine che si affacciano sull’Argyll Arcade<br />

incontroluce <strong>24</strong>


1<br />

Progetti Illuminazione monumentale<br />

delle bellezze di Delhi<br />

In occasione dei Giochi del Commonwealth del<br />

2010 il Governo di Delhi ha intrapreso il restauro<br />

di numerosi monumenti dimenticati.<br />

L’illuminazione di questi monumenti fa parte di<br />

un processo di restauro architettonico generale.<br />

L’idea alla base era quella di dare nuovo vigore<br />

a questi siti storici della città e creare un rinnovato<br />

interesse tra i turisti.<br />

I progetti hanno seguito una programmazione<br />

molto rigida e sono stati ultimati con buon anticipo<br />

rispetto ai Giochi che si sono svolti nell’ottobre<br />

2010. Il restauro ben eseguito e l’illuminazione<br />

fantastica hanno creato una vista splendida<br />

Delhi, India<br />

per i turisti, esibendo in tutto il loro splendore<br />

le meraviglie architettoniche della grande storia<br />

dell’India.<br />

La progettazione illuminotecnica per enfatizzare<br />

la bellezza monumentale degli edifici e la fornitura<br />

degli apparecchi necessari è stata curata dai<br />

consulenti di Lucent Consultants.<br />

Sia la tomba del musicista Abdul Rahim Khan-<br />

I-Khana che le due tombe chiamate Dadi e Poti<br />

sono illuminate con Maxiwoody e Miniwoody.<br />

Durante la notte si è voluto colorare le cupole,<br />

distinguendo nettamente l’aspetto diurno<br />

dei monumenti da quello notturno.<br />

Cliente<br />

Governo di Delhi<br />

ASI - Archeological Survey of India<br />

Progettazione illuminotecnica<br />

Lucent Consultants<br />

20


2<br />

21<br />

Foto: Taj Mohamad<br />

1. Tombe di Dadi e Poti<br />

2. Tomba di Abdul Rahim Khan i Khana<br />

incontroluce <strong>24</strong>


Progetti Luci italiane a Istanbul<br />

Nel corso del <strong>2011</strong> la presenza della <strong>iGuzzini</strong><br />

a Istanbul ha portato alla realizzazione di due<br />

interventi molto importanti nell’ottica della<br />

collaborazione italo-turca. Nel mese di marzo<br />

<strong>2011</strong> il distributore <strong>iGuzzini</strong> in Turchia, a Tepta,<br />

ha sponsorizzato la nuova illuminazione di<br />

Palazzo Venezia, sede dell’Ambasciata Italiana<br />

ad Istanbul. L’edificio si trova nel centralissimo<br />

quartiere di Beyo˘glu a pochi passi dalla celebre<br />

via Istiklal Caddesi e non lontano dalla torre<br />

di Galata. Il 17 marzo, in occasione dei festeggiamenti<br />

per i 150 anni dell'Unità d’Italia è<br />

stata inaugurata la nuova illuminazione delle<br />

facciate di Palazzo Venezia caratterizzata dall’uso<br />

esclusivo di apparecchi a LED: Linealuce,<br />

Glimcube, Miniwoody, iPro, con LED a luce<br />

bianca calda. In questo modo i particolari della<br />

facciata sono valorizzati arrivando contemporaneamente<br />

alla riduzione del consumo energetico<br />

pari al 50%.<br />

Nel luglio <strong>2011</strong> invece, Istanbul ha visto<br />

l’inaugurazione dell’illuminazione di diversi<br />

monumenti della città secondo il progetto<br />

“Italian Lighting Design for Istanbul” iniziato<br />

nel 2009 e promosso dall’ICE.<br />

Il progetto nasce dalla collaborazione fra Italia<br />

e Turchia in vista delle celebrazioni per il<br />

conferimento ad Istanbul del titolo di capitale<br />

della Cultura europea per il 2010.<br />

1<br />

Istanbul, Turchia<br />

Committente<br />

ICE<br />

Progetto illuminotecnico<br />

per la fontana di Ahmet <strong>II</strong>I<br />

Studio Annunziata e Terzi<br />

22


2 3<br />

Il duplice obbiettivo era quello di promuovere<br />

da un lato l’esperienza <strong>italiana</strong> nella illuminazione<br />

applicata ai beni culturali e dall’altro<br />

incoraggiare lo scambio e la partnership fra<br />

due paesi che condividono importanti elementi<br />

nella loro storia.<br />

Il programma ha incluso una conferenza nel<br />

2009 sulla illuminazione urbana architetturale<br />

e la realizzazione, in collaborazione con<br />

importanti lighting designer e aziende italiane<br />

l’illuminazione di tre monumenti molto famosi<br />

di Istanbul. La Torre dell’Orologio di Dolmabahçe,<br />

la sede dell’IMA (L’accademia di moda di Istanbul)<br />

e la Fontana di Ahmet <strong>II</strong>I.<br />

La <strong>iGuzzini</strong> ha partecipato in qualità di sponsor<br />

tecnico alla illuminazione della Fontana<br />

di Ahmet <strong>II</strong>I, autentico gioiello della Istanbul<br />

ottomana.<br />

23<br />

La Fontana fu costruita dal Sultano Ahmet <strong>II</strong>I<br />

di fronte alla Porta della Maestà (Bāb-ı<br />

Hŭmāyūn) del Topkapi. Il progetto, dello<br />

Studio Annunziata e Terzi, aveva tre obbiettivi:<br />

migliorare la percezione della plasticità e dei<br />

colori delle decorazioni; minimizzare l’impatto<br />

degli apparati tecnici dell’illuminazione; l’armonizzazione<br />

e schermatura delle luci dell’ambiente<br />

circostante alla Fontana per migliorarne<br />

l’aspetto notturno e permettere la visione<br />

della nuova illuminazione.<br />

Sono stati utilizzati proiettori Woody con lampade<br />

ad alogenuri metallici di diverse potenze,<br />

installati su una struttura metallica creata<br />

appositamente per il progetto. Inoltre sono<br />

stati utilizzati anche apparecchi iPro.<br />

Il tutto è gestito dal Light Management System<br />

“Colour Quick”.<br />

Foto: Archivio <strong>iGuzzini</strong><br />

1. La facciata di Palazzo Venezia<br />

2. La fontana di Ahmet <strong>II</strong>I<br />

3. Inaugurazione della nuova illuminazione per la fontana<br />

Da sinistra:<br />

Ferdinando Pastore (ICE Istanbul),<br />

Gianluca Alberini (Console Italiano ad Istanbul),<br />

Gianpaolo Scarante (Ambasciatore italiano<br />

ad Istanbul), Huseyin Avni Mutlu (Governatore<br />

di Istanbul), Mustafa Demir (Sindaco di Fatih,<br />

quartiere in cui la fontana é situata),<br />

Paolo Guzzini, Ibrahim Ozekinci (Direttore<br />

delle Fondazioni di Istanbul). L’ultimo a destra<br />

è Mohammed Garip, responsabile dell’illuminazione<br />

della città.<br />

incontroluce <strong>24</strong>


1<br />

Progetti Illuminazione<br />

della facciata di Dallmayr<br />

Monaco, Germania<br />

Alois Dallmayr, il rinomato negozio di prelibatezze<br />

e specialità gastronomiche con sede a Monaco<br />

che vanta oltre 300 anni di storia, è sinonimo<br />

di tradizione e qualità. Ma tradizione non deve<br />

essere intesa come punto di arrivo, bensì proprio<br />

il contrario: “La tradizione è legittimata solo<br />

se si riesce a darle un senso per il futuro”, è<br />

convinzione dell’azienda. Lo sguardo al futuro<br />

ha sospinto lo sviluppo dell’azienda che da<br />

“commerciante di spezie” si è trasformata<br />

nell’attuale produttore di fama internazionale.<br />

Committente<br />

Alois Dallmayr KG<br />

Progettazione illuminotecnica<br />

Tom Schlotfeldt, Schlotfeldt Licht<br />

Installatore<br />

Seidler & Freinecker<br />

Questa volontà di progresso è stata determinante<br />

anche quando si è trattato di scegliere una<br />

nuova illuminazione della sede originaria<br />

di Dallmayr, biglietto da visita dell’azienda,<br />

che registra oltre 1,5 milioni di visitatori all’anno.<br />

Dallo scorso dicembre la storica facciata<br />

dell’edificio ubicato in Dienerstraße, cuore del<br />

centro cittadino del capoluogo della Baviera,<br />

è dotata di un’illuminazione a LED assolutamente<br />

innovativa. L’obbiettivo alla base della nuova<br />

illuminazione è stato quello di mostrare<br />

<strong>24</strong>


lo splendore della facciata per tutta la sua<br />

superficie; la soluzione precedente, infatti,<br />

illuminava soltanto i primi due piani.<br />

La nuova illuminazione si concentra sui dettagli,<br />

gli elementi delle colonne e le spallette delle<br />

finestre, evidenziando in questo modo la plasticità<br />

e la struttura regolare della facciata. I proiettori<br />

a LED del modello Miniwoody sono stati utilizzati<br />

per illuminare gli abbaini e gli elementi delle<br />

colonne al terzo piano.<br />

Le lesene che attraversano il primo e il secondo<br />

piano sono illuminate invece da proiettori a LED<br />

Woody con ottica spot. Gli apparecchi Glim Cube,<br />

invece, accentuano le spallette delle finestre<br />

al quarto piano. L’intensità luminosa di tutti<br />

i corpi illuminanti è regolabile tramite il sistema<br />

DALI. Per la scelta della temperatura colore della<br />

luce ci si è ispirati alla tonalità del “giallo sole”<br />

con cui la facciata è dipinta e si è optato per<br />

un bianco caldo.<br />

25<br />

2<br />

3<br />

Foto: Frank Vetter, day & light<br />

1. Illuminazione di tutta la facciata dell’edificio<br />

2.3. Particolari<br />

incontroluce <strong>24</strong>


1<br />

Progetti La Stazione del Sole<br />

Santiago, Cile<br />

La Estación Intermodal del Sol è una stazione<br />

della metropolitana di Santiago, su due livelli<br />

ed è piattaforma di scambio tra autobus urbani<br />

e interurbani. Incrementa, in questo modo,<br />

i collegamenti con la zona di ponente di<br />

Santiago, la quale otterrà mediante questa<br />

stazione un accesso rapido e agevole a tutta<br />

la rete della metropolitana di Santiago.<br />

La proposta architettonica di questo terminale<br />

è particolarmente innovativa in Cile, grazie all’uso<br />

di una grande copertura realizzata con una<br />

tensostruttura che integra la linea di design scelta<br />

Committente<br />

Metropolitana di Santiago del Chile<br />

Progetto architettonico<br />

e supervisione dei lavori<br />

BAC S.A.<br />

per tutti i progetti in superficie relativi alle nuove<br />

stazioni disegnate per la Metropolitana dallo<br />

studio di architettura BAC S.A.<br />

Questa copertura è stata disegnata con il doppio<br />

obiettivo di proteggere i passeggeri dalle<br />

condizioni ambientali e di offrire un’area di<br />

circolazione coperta con pochi elementi strutturali<br />

verticali; le sue forme favoriscono, inoltre,<br />

la ventilazione e la circolazione permanente<br />

dell’aria, elemento che consente di generare<br />

una grande zona di attesa ventilata e senza<br />

accumulo dei gas di combustione degli autobus.<br />

26


2<br />

Progetti di Ingegneria<br />

Zañartu - MC – PM<br />

Progetto illuminotecnico<br />

Opendark S.A. - Karin Vásquez<br />

27<br />

Tensostruttura<br />

Cidelsa<br />

Impresa costruttrice<br />

Constructora Internacional S.A.<br />

Foto: Cristian Barahona M.<br />

1. La tensostruttura nel suo aspetto serale<br />

2. Particolare delle strutture di tensione della copertura<br />

Lo sviluppo architettonico è semplice:<br />

13 banchine per gli autobus, due nuclei di scale<br />

e un corpo centrale con i servizi per i passeggeri<br />

e le biglietterie. Presso le biglietterie sono stati<br />

installati apparecchi del Sistema Easy con schermi<br />

Dark Light. Un aspetto essenziale del progetto<br />

era limitare al massimo la quantità di dispositivi<br />

di illuminazione con relativi supporti, i quali<br />

tradizionalmente si trasformano in un ostacolo alla<br />

circolazione: per questo si è deciso di utilizzare<br />

i supporti della grande struttura come elementi<br />

di fissaggio dei proiettori Woody simmetrici e<br />

asimmetrici che utilizzano lampade ad alogenuri<br />

metallici 150 e 250 W. Si tratta di un numero<br />

di proiettori ridotto, ma altamente efficiente<br />

per una superficie coperta di 3000 mq, che<br />

minimizza il ricorso all’energia elettrica per<br />

illuminazione e condizionamento climatico.<br />

La configurazione finale dell’insieme genera un<br />

terminal degli autobus particolarmente piacevole,<br />

che cattura l’attenzione dell’osservatore, in grado<br />

di produrre un rinnovamento dell'immagine<br />

urbana di un luogo che, fino a poco prima<br />

della concretizzazione del progetto, era squallido,<br />

confinato da tre autostrade e quasi abbandonato<br />

alla periferia di Santiago.<br />

incontroluce <strong>24</strong>


1<br />

Progetti Museo Nazionale della Cina<br />

Pechino, Cina<br />

La conversione e l’ampliamento del Museo<br />

Nazionale Cinese prevede l’integrazione tra il<br />

precedente Museo di Storia Cinese e il Museo<br />

Rivoluzionario Cinese. Ultimato nel 1959 come<br />

uno dei dieci edifici pubblici importanti di<br />

Piazza Tien An Men, nelle immediate vicinanze<br />

della Città Proibita, il museo costituisce tuttora<br />

una pietra miliare della storia dell’architettura<br />

cinese moderna. Dieci studi di architettura<br />

internazionali sono stati invitati a presentare dei<br />

progetti di massima e l’appalto è stato aggiudicato<br />

alla proposta avanzata dagli architetti Gerkan,<br />

Marg & Partners (gmp) insieme a CABR<br />

di Pechino, davanti a Foster & Partners, Kohn<br />

Pedersen Fox, OMA & Herzog & de Meuron.<br />

Cliente<br />

Museo Nazionale della Cina<br />

Design<br />

Meinhard von Gerkan e Stephan Schütz<br />

con Stephan Rewolle e Doris Schäffler<br />

Addetti alla progettazione<br />

Gregor Hoheisel, Katrin Kanus,<br />

Ralf Sieber, Du Peng, Chunsong Dong<br />

La proposta originaria di GMP prevedeva lo sventramento<br />

del museo esistente. Il blocco centrale<br />

avrebbe dovuto essere rimosso e l’ampio spazio<br />

così creato sarebbe stato coperto da una copertura<br />

sospesa di bronzo che avrebbe dovuto unire<br />

il vecchio edificio al nuovo. Dopo aver parlato<br />

con il cliente e gli esperti di architettura cinesi,<br />

il progetto è stato rivisto, allo scopo di integrare<br />

maggiormente l’impatto esterno del vecchio edificio<br />

nel nuovo, pur senza abolire la palese distinzione<br />

tra vecchio e nuovo. In questo modo l’edificio<br />

illustra il senso di continuità della storia.<br />

L’obiettivo era quello di unire l’ala nord e l’ala<br />

sud in un unico complesso di edifici, eliminando<br />

la struttura centrale.<br />

28


2<br />

Revisione del design<br />

Meinhard von Gerkan<br />

e Stephan Schütz con Stephan Rewolle<br />

Responsabili del progetto<br />

Matthias Wiegelmann<br />

con Patrick Pfleiderer<br />

Direzione del progetto<br />

Beijing Guojin Consultants Co., Ltd.<br />

Il padiglione della lunghezza di 260 metri funge<br />

da area di accesso centrale, per poi ampliarsi<br />

al fine di abbracciare l’attuale entrata centrale<br />

su Piazza Tien An Men.<br />

Il ‘forum’ così creato funge da atrio ed area eventi<br />

multifunzionale, con tutte le funzioni di servizio<br />

destinate al pubblico, ossia caffetterie e sale<br />

da tè, librerie e negozi di souvenir, biglietteria<br />

e toilette. La classica divisione tripartita degli<br />

edifici storici cinesi domina anche il design<br />

del ‘forum’. Una base in pietra costituisce<br />

la piattaforma per una struttura in legno,<br />

con una copertura a cassettoni che appoggia<br />

su una griglia. Per questa copertura a cassettoni<br />

che si estende su tutto il forum e nella Hall<br />

29<br />

Azienda partner cinese<br />

ed Ingegneria elettrica<br />

CABR (Chinese Academy<br />

of Building Research)<br />

Ingegneria strutturale<br />

schlaich bergermann und partner<br />

CABR - Chinese Academy<br />

of Building Research<br />

Tecnologia di eventi ed acustica<br />

Müller-BBM Group<br />

ADA Acoustic Design Ahnert<br />

Progettazione illuminotecnica<br />

conceptlicht GmbH<br />

TsingHua Design Institute<br />

Facciata<br />

SuP Ingenieure GmbH<br />

centrale la <strong>iGuzzini</strong> ha sviluppato un apparecchio<br />

speciale che contribuisce a creare attraverso<br />

l’illuminazione quel senso di accoglienza che<br />

si è voluto per tutto l’edificio. Questa atmosfera<br />

familiare nasce anche dall’uso armonico dei materiali:<br />

granito locale per il pavimento e le pareti<br />

dello strato di base e rivestimento in legno nell’area<br />

della galleria. Le stanze di importanza speciale<br />

sono evidenziate con uso di materiali diversi.<br />

Il padiglione centrale opposto all’entrata ovest<br />

principale e il teatro hanno coperture rosse delle<br />

pareti che migliorano l’acustica. L’ingresso<br />

principale del museo continua ad essere orientato<br />

verso ovest, ma, per la prima volta, le entrate<br />

nord e sud sono collegate tramite il ‘forum’.<br />

Foto: Christian Gahl<br />

1. L’entrata su piazza Tian’ anmen<br />

2. Il padiglione centrale con la copertura rossa alle pareti<br />

La forma architettonica dello spazio è un’interpretazione<br />

contemporanea di elementi tradizionali di<br />

edifici cinesi. Ciò risulta evidente già nel cortile<br />

posto a ovest, al quale si accede tramite ampi<br />

gradini che ricordano i gradini davanti ai precinti<br />

dei templi nella Città Proibita ubicata proprio<br />

dietro l’angolo. L’entrata ovest dell’edificio attuale,<br />

il “Mengguobao” di fronte a Piazza Tien An Men,<br />

spicca per una serie di colonne meravigliose,<br />

unite tra loro da una trabeazione ispirata<br />

all’architettura di templi e palazzi, con la struttura<br />

del tetto che vi appoggia sopra: nell’architettura<br />

storica cinese, questo sofisticato sistema<br />

di travi e mensole a sostegno dei tetti dei palazzi<br />

imperiali si chiama ‘dougong’.<br />

incontroluce <strong>24</strong>


31<br />

Progetti<br />

4 5<br />

La facciata ovest del nuovo edificio è progettata<br />

in modo analogo. Le porte di entrata ai nuovi<br />

edifici sono realizzate in lastre di bronzo traforate<br />

che filtrano la luce diurna, producendo in tal<br />

modo un’atmosfera pacata, come quella degli<br />

edifici cinesi tradizionali ottenuta attraverso le<br />

tipiche persiane decorate. Il motivo della traforazione<br />

è ispirato ad un antico pannello in bronzo<br />

che è uno dei pezzi straordinari nel milione<br />

di opere d’arte della collezione del Museo<br />

Nazionale. Questa decorazione ricorre anche<br />

nella forma delle balaustrate all’interno del<br />

museo. L’ala nord di fronte a Chang’an Avenue<br />

ospita l’esposizione relativa alla storia moderna<br />

Museo Nazionale della Cina<br />

cinese, mentre l’ala sud alloggia gli uffici<br />

amministrativi e la biblioteca. Nel nuovo edificio,<br />

le aree espositive principali sono distribuite<br />

su quattro piani sovrapposti a nord e a sud del<br />

padiglione centrale, dove si tengono ricevimenti<br />

di stato, banchetti ed eventi simili.<br />

Sotto il padiglione centrale si trovano un cinema<br />

e un teatro, una sala eventi in grado di ospitare<br />

non solo conferenze, ma anche, grazie alla progettazione<br />

acustica, concerti di musica classica<br />

e altri eventi che prevedono l’uso di un palco.<br />

Il livello base e gli interrati contengono<br />

i laboratori e le officine del museo, i depositi<br />

e il garage sotterraneo.<br />

3. Il Forum<br />

4. Lo stile tradizionale del colonnato e delle finestre traslato<br />

in linguaggio contemporaneo<br />

5. L’ingresso ovest<br />

incontroluce <strong>24</strong>


Progetti Palazzo Lombardia<br />

1 2<br />

Milano, Itala<br />

Palazzo Lombardia è la nuova sede di Regione<br />

Lombardia che si affianca alla sede storica di<br />

Palazzo Pirelli ed è formata da edifici curvilinei<br />

di 7 e 9 piani e da una torre centrale di 39<br />

piani, alta 161 metri, ispirato ai principi di<br />

accessibilità e risparmio. Gli edifici alla base<br />

di Palazzo Lombardia si articolano in quattro<br />

fabbricati alti nove piani e sette piani nei quali<br />

sono concentrati tutti gli Assessorati e le<br />

Direzioni Generali, nonché le funzioni culturali,<br />

di intrattenimento e di servizio.<br />

Cliente<br />

Regione Lombardia<br />

Progetto architettonico<br />

Pei Cobb Freed & Partners<br />

con Caputo partnership<br />

Sistema Duemila<br />

Ai piani +00 e +01 sono collocati uno spazio<br />

espositivo, un auditorium multifunzionale,<br />

un asilo, una palestra, una sala convegni<br />

da 500 posti, una biblioteca, lo Spazio Regione,<br />

il Protocollo generale, vari spazi di socializzazione,<br />

oltre a ristoranti, bar, caffetterie e negozi.<br />

La torre accoglierà, invece, gli uffici politico-amministrativi<br />

della Presidenza, le sale di rappresentanza,<br />

la sala giunta e la sala stampa. Gli ultimi<br />

piani del grattacielo sono destinati al pubblico,<br />

con un belvedere polifunzionale e una terrazza.<br />

32


3<br />

Stazione appaltante<br />

Infrastrutture lombarde spa<br />

Progetto illuminotecnico<br />

Studio Voltaire - Jacopo Acciaro<br />

33<br />

Foto: Paolo Carlini<br />

1. Rendering del progetto di Pei Cobb Freed & Partners<br />

2.3. Ufficio di Presidenza<br />

L’opera è destinata a comprendere un mix di<br />

funzioni amministrative, culturali, di rappresentanza<br />

e di svago, il tutto attorno ad una grande<br />

piazza coperta di circa 4000 metri quadrati,<br />

con migliaia di metri quadrati di verde, una<br />

nuova promenade ciclo pedonale su via Restelli<br />

e giardini pensili sulle coperture, impianti<br />

eco-compatibili d'avanguardia per il riscaldamento<br />

e il raffrescamento degli ambienti e per la generazione<br />

di energia elettrica (pompe di calore ad<br />

alto rendimento che sfruttano l’acqua di falda e<br />

pannelli fotovoltaici integrati nelle facciate vetrate<br />

della torre). Nessun uso di combustibili fossili.<br />

La <strong>iGuzzini</strong> è intervenuta per l’illuminazione<br />

artificiale degli uffici della Presidenza, di minimo<br />

impatto visivo, ma con effetti luminosi anche<br />

colorati. Per illuminare la zona con la scrivania,<br />

nel soffitto sono incassati degli iN 60 che creano<br />

due tagli di luce. Sempre in questo ufficio sono<br />

stati utilizzati apparecchi Hub in cui si usano<br />

sorgenti luminose a fluorescenza. Inoltre sono<br />

stati inseriti degli incassi Lineup RGB, che<br />

si trovano dietro ad una tenda, ed incassi Deep<br />

Laser LED. Al livello zero dell’edificio, invece,<br />

abbiamo realizzato l’illuminazione del grande<br />

auditorium con i Reflex professional alogeni<br />

e al livello uno la sala congressi con i Reflex<br />

LED Fortimo. Il foyer è invece illuminato con<br />

Bespoke. Nella reception a doppia altezza<br />

e nella zona degli ascensori sono stati utilizzati<br />

i nuovi incassi The Reflex professional con<br />

lampada ad alogenuri metallici. Negli uffici<br />

operativi sono state utilizzate invece le sospensioni<br />

Lens con luminanza controllata.<br />

Negli ambienti di passaggio, tutti i corridoi<br />

dal 32° al 35°, sono stati utilizzati gli incassi<br />

The Reflex professional con lampada fluorescente.<br />

Il progetto di Pei Cobb Freed & Partners di New<br />

York, Caputo partnership e Sistema Duemila<br />

(entrambi di Milano) ha vinto nel 2004<br />

il concorso internazionale di progettazione.<br />

Il vincitore è stato scelto tra dieci progetti<br />

presentati dai concorrenti ammessi al concorso,<br />

selezionati a loro volta da un totale di 98<br />

candidature pervenute da parte di prestigiosi<br />

studi di architettura di tutto il mondo.<br />

incontroluce <strong>24</strong>


1<br />

Progetti Lo stile coloniale a Sihlcity:<br />

luce per il nuovo store Colonys<br />

Zurigo, Svizzera<br />

Il negozio specializzato in calzature ed accessori<br />

Colonys ha aperto i battenti a Zurigo offrendo<br />

un’esperienza di acquisto ispirata al periodo<br />

coloniale. L’inaugurazione del negozio Colonys<br />

presso il centro commerciale Sihlcity di Zurigo<br />

nell’aprile <strong>2011</strong> ha costituito un evento di<br />

risonanza assoluta. Il marchio Colonys appartenente<br />

a its Companys AG offre un’ampia<br />

gamma di calzature e accessori alla moda,<br />

ideali per un utilizzo business, leisure e active<br />

time, rivolti ad una clientela maschile e femminile.<br />

“Vorremmo che, entrando nel negozio, i nostri<br />

clienti si sentissero avvolti dal benessere<br />

di un’ambientazione ispirata ai paesi del sud<br />

e all’epoca coloniale, dimenticando per un attimo<br />

Committente<br />

its COMPANYS AG<br />

Concept/Architettura/Design<br />

Ivo Tschümperlin/retailpartners<br />

la frenetica vita quotidiana”, ha dichiarato<br />

Ivo Tschümperlin, CEO di Companys.<br />

Retailpartners AG, un’azienda che si occupa<br />

di allestimento negozi, architettura per interni<br />

e interior design, ha sviluppato, in stretta collaborazione<br />

con Ivo Tschümperlin, un’architettura<br />

di pregio e un allestimento luminoso sofisticato<br />

la cui realizzazione pratica è stata affidata<br />

a <strong>iGuzzini</strong>. L’obiettivo consisteva nel rendere<br />

percettibile lo stile di Colonys. La progettazione<br />

si è ispirata all’atmosfera dei paesi coloniali,<br />

dove i caldi raggi del sole penetrano attraverso<br />

le lamelle delle persiane fino a illuminare gli<br />

interni bui, creando un gioco di luci e ombre<br />

assolutamente unico.<br />

34


2<br />

Progettazione illuminotecnica<br />

retailpartners<br />

Partners Assistance<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione Schweiz AG<br />

35<br />

Foto: Günter Laznia<br />

1.2. Foto degli interni<br />

La piacevolezza dell’ambientazione è realizzata<br />

grazie all’utilizzo di arredamento coloniale<br />

e lampade a LED ad alto rendimento.<br />

L’illuminazione di base del negozio molto tenue<br />

proviene da incassi a soffitto “Reflex Professional”<br />

con LED Fortimo. Poiché le lampade vengono<br />

fatte funzionare soltanto al 40%, i visitatori non<br />

si rendono nemmeno conto della luce a soffitto.<br />

Il soffitto risulta leggermente illuminato da<br />

immagini ornamentali retro - illuminate i cui<br />

motivi ricorrono continuamente nel negozio.<br />

In contrasto con la luce a soffitto ridotta, i proiettori<br />

illuminano i prodotti sugli scaffali a parete<br />

e sulle superfici espositive, dando loro il giusto<br />

risalto. Gli arredi espositivi, come le vetrinette<br />

e gli scaffali, sono illuminati da lampade X26.<br />

Nella zona posteriore del negozio sono presenti<br />

una zona lounge e le casse. Mentre la restante<br />

superficie del negozio presenta colori caldi e<br />

scuri in sintonia con lo stile coloniale dei paesi<br />

del sud, qui predominano materiali chiari e<br />

mobili bianchi. In questa zona l’illuminazione<br />

di fondo è leggermente più chiara. Essa proviene<br />

tra l’altro da due file di Ledstrip disposti lungo<br />

la parete sopra la cassa e la lounge.<br />

Un dispositivo di montaggio fa in modo che<br />

i clienti non vedano le lampade, ma percepiscano<br />

soltanto la luce proveniente da una fessura<br />

tra il soffitto e le pareti laterali, potenziando<br />

notevolmente il senso di profondità dei locali.<br />

L’interno del Colonys Shop, illuminato esclusivamente<br />

da lampade a LED, è visibile soltanto<br />

a coloro che entrano nel negozio: tende lamellari<br />

nella vetrina e una parete a vista all’ingresso<br />

impediscono la visione dell’interno da fuori.<br />

incontroluce <strong>24</strong>


1<br />

Progetti Repower Shop<br />

Ilanz, Svizzera<br />

Il gruppo Repower, attivo nel settore elettrico,<br />

ha aperto un nuovo centro clienti ad Ilanz,<br />

nel Cantone dei Grigioni. Il centro, chiamato<br />

“Repower Contact”, è stato progettato dall’architetto<br />

Daniel Huber. In questa sede Repower<br />

fornisce consulenza ai clienti e li informa su temi<br />

di attualità nel campo dell’energia.<br />

Il centro vanta un design moderno, tecnologia<br />

innovativa ed una illuminazione costituita<br />

interamente da luci a LED.<br />

Come partner per l’illuminazione, Daniel Huber<br />

ha scelto gli apparecchi della <strong>iGuzzini</strong>.<br />

Grazie al suo progetto architettura ed illuminazione<br />

si integrano perfettamente.<br />

Cliente<br />

Gruppo Repower<br />

Progetto architettonico<br />

Daniel Huber<br />

Partners Assistance<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione Schweiz AG<br />

Il centro “Repower Contact” è articolato in tre<br />

isole modulari che assolvono ciascuna a funzioni<br />

diverse: il servizio clienti, l’Info-Center interattivo<br />

e le vendite. Le isole modulari sono sovrastate<br />

da un cubo che accoglie l’insieme del bancone<br />

sottostante. Da un lato, le luci a LED Deep<br />

Minimal, orientabili e incassate nel cubo, guidano<br />

i clienti al bancone che li interessa. Questi incassi,<br />

inoltre, illuminano in modo mirato i pannelli<br />

dell’Info-Center interattivo. Affinché la luce<br />

non si rifletta in basso nei display incassati nei<br />

banconi, l’architetto ha ridotto il numero dei<br />

punti luce ed ha posizionato le luci spostandole<br />

rispetto agli schermi.<br />

36


Al centro delle tre isole si trova lo spazio espositivo.<br />

Quest’ultimo è illuminato da proiettori Primopiano<br />

a LED, montati su binari. In questo modo,<br />

Repower può spostare facilmente i proiettori<br />

ed adattarne il numero per ogni esposizione.<br />

La zona lounge dello spazio è illuminata da<br />

sospensioni Le Perroquet che creano un’atmosfera<br />

intima ed accogliente.<br />

L’uso di apparecchi a LED ha portato, a fronte<br />

di un investimento iniziale più elevato rispetto<br />

all’illuminazione tradizionale, ad una riduzione<br />

dai 15-20 Kw necessari per l’illuminazione<br />

dello spazio di 133 mq a solo 2 Kw di potenza.<br />

Inoltre le luci a LED hanno una durata di vita<br />

nettamente maggiore, il che riduce i costi di<br />

manutenzione. A ciò si può sommare un vantaggio<br />

indiretto dato dalla diminuzione del carico termico<br />

dell’impianto di illuminazione e riduzione quindi<br />

delle spese per il condizionamento.<br />

37<br />

2<br />

Foto: Günter Laznia<br />

1. Isole modulari<br />

2. Area espositiva<br />

incontroluce <strong>24</strong>


1<br />

2<br />

Progetti Centro Culturale Niemeyer<br />

Avilés, Spagna<br />

Il Centro Niemeyer è un progetto promosso dal<br />

Governo spagnolo e dal Principato delle Asturie,<br />

il cui principale obiettivo è la costruzione di un<br />

complesso culturale di rilevanza internazionale<br />

che serva da motore per il rilancio economico<br />

e urbanistico di un’intera regione in pieno<br />

processo di trasformazione industriale, quale<br />

la “ria”, tipica valle fluviale a fiordo, di Avilés.<br />

Il complesso ha trasformato quella che era una<br />

zona industriale e contaminata in uno spazio<br />

votato all’eccellenza e alla creatività.<br />

È già diventato un simbolo delle Asturie moderne<br />

e prospere del futuro; una terra che, senza<br />

perdere le sue radici industriali, scommette<br />

su sostenibilità, tecnologia, istruzione e cultura<br />

come motori di sviluppo. Il Centro è il cuore<br />

di quella che diventerà un giorno la “Isla de<br />

la Inovación”, uno dei più ambiziosi progetti<br />

di recupero urbano contemplati in Spagna, che<br />

è stato assegnato al team diretto da Norman<br />

Foster, nell’ambito di una gara internazionale.<br />

Cliente<br />

Principato delle Asturie<br />

Progetto architettonico<br />

Oscar Niemeyer<br />

Roberto Alonso Martínez<br />

Javier Blanco García Castañón<br />

Jair Rojas Valera<br />

Almudena Fernández Menéndez<br />

L’architetto brasiliano Oscar Niemeyer ha realizzato<br />

un progetto che vuole diventare un punto<br />

di riferimento internazionale nella produzione<br />

di contenuti culturali, dedicato all’istruzione,<br />

alla cultura e alla pace. È la sua unica opera<br />

in Spagna e, nelle sue stesse parole, “la più<br />

bella e più amata che abbia fatto al di fuori del<br />

Brasile”. Il Centro ha anche un Comitato consultivo<br />

internazionale che collabora con il team<br />

direttivo alla definizione degli obiettivi e alla preparazione<br />

dei contenuti. Il comitato è composto<br />

da personalità di altissimo profilo internazionale:<br />

attualmente il cineasta Woody Allen, lo scienziato<br />

Stephen Hawking, lo scrittore Paulo Coelho e<br />

il creatore di internet e vicepresidente di Google,<br />

Vinton Cerf. Il Centro è stato aperto al pubblico<br />

per la prima volta il 25 marzo <strong>2011</strong>. Il complesso<br />

culturale è composto da cinque spazi indipendenti<br />

e nel contempo complementari: l’Auditorium,<br />

la Cupola, la torre-belvedere sulla “ría” e sulla<br />

città, l’edificio polivalente, la Piazza aperta.<br />

38


3<br />

Architetti tecnici<br />

Manuel Gutierrez Torralba<br />

Jaime Vila<br />

Progettazione impianti<br />

Euring Ingenieros<br />

Felipe Cicujano Carrión<br />

Everproject<br />

José Manuel Fernández Arrufat<br />

L’auditorium con i suoi 26 metri, è l’edificio più<br />

alto del Centro Niemeyer ed è quello che ha<br />

creato più difficoltà in fase di costruzione per la<br />

complessità delle forme. Presenta 961 poltrone<br />

e una caratteristica molto tipica dell’architetto:<br />

non ci sono palchi, solo un’unica platea, la<br />

“gradinata democratica”. Una delle caratteristiche<br />

è la “grande finestra”, il portone dello scenario.<br />

Si tratta dell’elemento più singolare dell’edificio,<br />

che offre la possibilità di aprirsi sulla Piazza<br />

e di allestire lo spettacolo all’aperto, ampliando<br />

lo scenario verso l’esterno per renderlo fruibile<br />

a migliaia di persone. È lo scenario dei grandi<br />

appuntamenti: concerti, incontri e riunioni<br />

culturali di livello internazionale.<br />

L’illuminazione è stata risolta con l’installazione<br />

di faretti da incasso Optica dotati di lampade<br />

fluorescenti compatte e dimmer, che abbinati<br />

alle linee luminose integrate nei soffitti acustici<br />

permettono di configurare l’atmosfera più adatta<br />

al carattere dell’evento in corso.<br />

39<br />

Strutture<br />

José María Macías Cano<br />

ingegneria civile<br />

Fhecor Ingenieros Consultores S.A.<br />

strutture<br />

Partners Assistance<br />

<strong>iGuzzini</strong> Illuminazione España S.A<br />

La “Cupola” racchiude uno spazio espositivo<br />

di 2.000 metri quadrati. Si tratta di una<br />

semisfera realizzata in calcestruzzo a spruzzo,<br />

al cui interno spicca una lampada disegnata<br />

dall’architetto stesso. Per questa lampada che<br />

si fa architettura sono stati utilizzati incassi<br />

Pixel abbinati ad apparecchi indiretti integrati<br />

che provvedono all’illuminazione del volume<br />

su due livelli, caratterizzato dalla presenza<br />

della scala elicoidale di grande valore plastico<br />

e alla luce perimetrale d’ambiente di tutto<br />

lo spazio. Nella sezione espositiva, al livello<br />

inferiore, l’installazione di binari e l’utilizzo<br />

di proiettori Tecnica dotati di vari accessori<br />

permette di adeguare la regia luminosa alle<br />

necessità di ogni mostra. La torre, alta 20 metri,<br />

è il belvedere del Centro e lo spazio per la<br />

gastronomia intesa come forma di cultura<br />

equiparabile a cinema, letteratura o pittura.<br />

Ci sono due spazi differenziati: il ristorante<br />

e il cocktail bar.<br />

Foto: 274 Km<br />

1. Torre Belvedere e cupola<br />

2. Plastico senza il Centro polivalente<br />

3. Cupola e Centro polivalente<br />

incontroluce <strong>24</strong>


4<br />

Progetti<br />

Centro Culturale Niemeyer<br />

In entrambi, troviamo una disposizione radiale<br />

di sospensioni Action che forniscono luce generale<br />

con le lampade fluorescenti e luce d’accento<br />

con lampade alogene per ottenere, mediante<br />

l’uso di un sistema di gestione, la scena più<br />

adatta, da ristorante con illuminazione generale<br />

a lounge con una illuminazione più intima.<br />

L’Edificio polivalente ospita “il Cinema”, unica<br />

sala permanente delle Asturie per la proiezione<br />

di film in versione originale. Woody Allen<br />

è il presidente onorario del Cinema e consulente<br />

in materia di contenuti.<br />

4. L’ingresso dell’Auditorium<br />

5. La Torre Belvedere<br />

L’edificio comprende, oltre ad altre sale<br />

di proiezione, uffici amministrativi e il bar<br />

ristorante. Proprio perché edificio polivalente<br />

l’intervento illuminotecnico ha caratteristiche<br />

diverse in base alle funzioni delle diverse<br />

aree. Gli apparecchi da incasso Deep Frame<br />

permettono il corretto funzionamento della<br />

sala proiezioni. Il negozio dispone di una<br />

soluzione di luce generale abbinata a luce<br />

d’accento e la possibilità di incorporare<br />

proiettori, il tutto integrato in un unico sistema<br />

di illuminazione, Action.<br />

40


6<br />

7<br />

Progetti<br />

Centro Culturale Niemeyer<br />

La zona amministrativa prevede invece una<br />

illuminazione adeguata alle funzioni visive<br />

richieste da questo ambiente.<br />

Tutto l’edificio funziona come un unico volume<br />

in cui gli apparecchi Light Up integrati nel<br />

pavimento sottolineano le cornici e avvolgono<br />

le pareti grazie alla possibilità di combinare<br />

diverse soluzioni ottiche nello stesso gruppo<br />

di luci.<br />

Oscar Niemeyer ha progettato la Piazza con<br />

una vocazione di apertura sociale: “Una grande<br />

piazza aperta a tutti gli uomini e le donne<br />

del mondo, un grande palco di teatro sulla<br />

“ria” e sulla città vecchia di Avilés”.<br />

Le caratteristiche rifiniture bianche dell’architettura<br />

di Niemeyer trovano un perfetto contrappunto<br />

nelle soluzioni illuminotecniche dotate<br />

di lampade ad alogenuri metallici o all’occorrenza<br />

lampade fluorescenti o tecnologia LED con<br />

temperatura colore neutra. Così la luce orientata<br />

sui volumi trova complemento negli accenti<br />

sul pavimento e i raggruppamenti di proiettori<br />

Maxiwoody permettono di ottenere una luce di<br />

impatto che anima e dà dinamismo alla piazza.<br />

I pilastri che sorreggono la passerella che<br />

collega Auditorium e Cupola sono sottolineati<br />

lateralmente da sorgenti luminose Linealuce,<br />

mentre i faretti da incasso nel pavimento con<br />

tecnologia LED avvolgono di una luce soffusa<br />

la parte inferiore del tamburo del belvedere.<br />

Troviamo infine lampade a parete Comfort<br />

nelle zone di passaggio e collegamento, luci<br />

di segnalazione Pencil nella zona parcheggio<br />

e il Sistema Platea nell’accesso stradale.<br />

42


8<br />

43<br />

6. Ambiente del Cocktail Bar all’interno della Torre Belvedere<br />

7. Spazio espositivo all’interno della Cupola<br />

8. L’interno della Cupola con la lampada<br />

progettata dall’architetto<br />

incontroluce <strong>24</strong>


Cultura dell’azienda Illuminare di più? Illuminare meno?<br />

Illuminare meglio!<br />

È questo il secondo appuntamento di un ciclo<br />

di mostre che <strong>iGuzzini</strong> propone sul progresso<br />

attualmente in atto e osservabile nella scienza<br />

e nell’arte dell’illuminazione.<br />

In “Light-in-progress”, edizione del 2009,<br />

veniva esplorato l’approccio sistemico nell’innovazione<br />

dell’illuminazione dei centri urbani.<br />

In quel caso, a dominare era la domanda<br />

“come illuminare meglio ad un costo minore?”.<br />

Un costo minore sostenuto sia in termini<br />

economici sia, soprattutto, ecologici: sforzo<br />

che richiede da parte di tutti gli attori un<br />

approccio diverso, ovvero più cultura della luce.<br />

Con “Light-in-progress”, edizione del <strong>2011</strong>,<br />

<strong>iGuzzini</strong> ha invitato i visitatori ad un viaggio<br />

3D su Google Earth. Si parte da La Venaria<br />

Reale di Torino e si prosegue per Amburgo.<br />

L’Aquila per arrivare infine a Beaune in Francia.<br />

Quattro diversi team internazionali, composti<br />

da designers, architetti e lighting designers,<br />

ci raccontano e ci accompagnano attraverso<br />

i loro progetti, mostrandoci in pratica il loro<br />

modo di applicare la luce negli spazi urbani<br />

pubblici. Un viaggio virtuale di grande suggestione<br />

in cui nuovi sistemi di illuminazione<br />

progettati ad hoc per quelle aree, evidenziano<br />

i contenuti di innovazione tecnica e di design.<br />

Maxi schermi proiettano le video interviste<br />

agli architetti progettisti.<br />

1<br />

2<br />

La Triennale, Galleria dell’architettura<br />

12-17 aprile <strong>2011</strong><br />

Progetto di allestimento<br />

dello spazio della Galleria<br />

Studio Cerri & Associati<br />

44


Video “More Light?<br />

Less Light? Better light!”<br />

45<br />

Script e regia<br />

Hans Suter e Fritz Tschirren,<br />

partners STZ<br />

Produzione<br />

3DSwitch<br />

La Venaria Reale<br />

Cliente: Consorzio di valorizzazione culturale<br />

“La Venaria Reale”<br />

Prodotto: Venaria<br />

Progetto: AMDL<br />

Mönckebergstrasse - Amburgo<br />

Cliente: Trägerverbund Projekt Innenstadt e.V.<br />

Prodotto: Ex-centric<br />

Designer: Studio &Partners<br />

Lighting designer: Tom Schlotfeldt<br />

“Chiesa della resurrezione (308)”, L’Aquila<br />

Cliente: Federazione delle Banche di Credito<br />

Cooperativo Abruzzo e Molise<br />

Prodotto: System 4in1<br />

Progetto: Enzo Eusebi- Nothing Studio<br />

Beaune<br />

Cliente: Città di Beaune ed Ineo<br />

(gruppo GDF-Suez)<br />

Prodotti: apparecchi di serie<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione<br />

Direttore artistico del progetto:<br />

Jean Francois Touchard<br />

Videoproiezioni: Cosmo - Jose Cristiani<br />

3<br />

4<br />

Effetto 3D<br />

Dario Caramelli<br />

Sound Design<br />

General Jingles<br />

Video interviste<br />

Multivideo<br />

Foto: Archivio <strong>iGuzzini</strong><br />

1. Apparecchio per Venaria di Michele De Lucchi<br />

2. Apparecchio per Amburgo<br />

3. Progetto di Enzo Eusebi<br />

4. Visitatori impegnati nella visione del filmato 3D<br />

incontroluce <strong>24</strong>


1<br />

Cultura dell’azienda We want to be modern<br />

Design polacco 1955-1968<br />

dalla collezione del Museo Nazionale di Varsavia<br />

Varsavia, 4 Febbraio - 17 aprile <strong>2011</strong><br />

Questa mostra di 180 oggetti circa della collezione<br />

del Museo Nazionale di Varsavia espone<br />

gli elementi più rappresentativi del design<br />

polacco. La collezione di design post-1945<br />

del Museo Nazionale di Varsavia è la migliore<br />

e la più completa di tutta la Polonia: comprende<br />

l’intera gamma di arti applicate del periodo,<br />

tra cui ceramiche, vetro, tessuti, arredo e altri<br />

oggetti d’uso domestico, periodici, fotografie<br />

e filmati. La mostra presenta uno dei periodi<br />

più entusiasmanti del design polacco, tra<br />

il disgelo politico del 1955 e i cambiamenti<br />

sociali verificatisi nel 1968.<br />

Curatori<br />

Anna Maga, Anna Fra˛ckiewicz,<br />

Anna Demska<br />

Exhibition design<br />

Mis´ka Miller-Lovegrove<br />

con la collaborazione<br />

di Małgo rzata Benedek<br />

In poco più di un decennio, infatti, si è dato<br />

vita ad una profusione di esperimenti che<br />

avrebbero prodotto un impatto duraturo sul<br />

design per molti anni a venire. Il disgelo politico<br />

ha portato ad un improvviso e nuovo abbraccio<br />

del modernismo.<br />

Tuttavia, per i designer più eminenti, come<br />

Roman Modzelewski o Teresa Kruszewska, ciò<br />

non significò un ritorno ad un costruttivismo<br />

meccanico precedente, ma piuttosto una nuova<br />

arte di forme organiche, attuando un parallelo<br />

del lavoro di Alvar Aalto oppure Charles<br />

e Ray Eames. Negli esperimenti nel settore<br />

46


2<br />

Exhibition graphics<br />

Rafał Benedek<br />

Antonina Benedek / Mesmer Studio<br />

47<br />

International communication<br />

Paulina Shearing<br />

The National Museum in Warsaw<br />

Anna Pietrzyk-Simone<br />

Young Creative Poland<br />

Sponsor Tecnico<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione<br />

3 4<br />

dell’arredo, i telai metallici venivano riempiti<br />

con reti metalliche, filo di nailon, paglia o vimini.<br />

Il risultato finale ricorda più una scultura che un<br />

elemento di arredo. La <strong>iGuzzini</strong> ha partecipato<br />

all’evento in qualità di sponsor tecnico.<br />

L’illuminazione è incentrata sull’uso di proiettori<br />

Lux utilizzati per integrare l’illuminazione generale,<br />

ma soprattutto per creare luce d’accento su<br />

alcuni pezzi particolari.<br />

La mostra è stata realizzata in collaborazione<br />

con Young Creative Poland, un’iniziativa<br />

di Mis´ka Miller - Lovegrove e Anna Pietrzyk -<br />

Simone per promuovere il design polacco.<br />

Foto: Archivio <strong>iGuzzini</strong><br />

1.2. Allestimento<br />

3.4. Apertura della mostra<br />

incontroluce <strong>24</strong>


Cultura dell’azienda<br />

Le fabbriche dei sogni<br />

Uomini, idee, imprese e paradossi delle fabbriche del design italiano<br />

Triennale Design Museum, Quarta edizione<br />

5 aprile <strong>2011</strong> – 26 febbraio 2012<br />

In occasione del cinquantesimo anniversario<br />

del Salone del Mobile, Triennale Design Museum<br />

ha dedicata la sua quarta edizione agli uomini,<br />

alle aziende e ai progetti che hanno contribuito<br />

a creare il sistema del design italiano dal<br />

dopoguerra a oggi e a decretare il successo<br />

del Salone del Mobile nel mondo. Attraverso<br />

una carrellata di oggetti iconici, si sviluppa un<br />

racconto che vuole, da una parte, illustrare la<br />

peculiare attività e la natura profonda di quelle<br />

che Alberto Alessi definisce “Fabbriche del<br />

Design Italiano”, che si muovono lungo una<br />

linea che oscilla tra valore funzionale, valore<br />

segnico e valore poetico delle cose prodotte,<br />

dall’altra raccontare la grande capacità e abilità<br />

di questi “laboratori di ricerca” tali da attrarre<br />

anche i designer stranieri, che scelgono di<br />

lavorare in Italia riconoscendone l’eccellenza<br />

nella produzione. Il progetto di allestimento<br />

di Martí Guixé fa sì che gli oggetti dialoghino<br />

con i progettisti e le storie dei grandi uomini<br />

di impresa si intrecciano con le loro biografie<br />

personali in un’atmosfera giocosa e ricca<br />

di emozioni e suggestioni. La stessa atmosfera<br />

si può ritrovare anche nella grafica collegata<br />

alla mostra e nel catalogo.<br />

La <strong>iGuzzini</strong> ha contribuito con materiale iconografico<br />

alla realizzazione del catalogo, inoltre<br />

l’apparecchio Lingotto realizzato su design<br />

di Renzo Piano per il progetto di ristrutturazione<br />

del Lingotto, prima fabbrica Fiat, è stato esposto<br />

in mostra.<br />

Direttore<br />

Silvana Annicchiarico<br />

Cura scientifica<br />

Alberto Alessi<br />

Progetto di allestimento<br />

e progetto grafico di mostra e catalogo<br />

Martí Guixé<br />

Foto<br />

Fabrizio Marchesi<br />

48


Cultura dell’azienda<br />

French Touch presenta presso la <strong>iGuzzini</strong> France<br />

l’annual “Optimiste d’Architecture 2010”<br />

Il 23 giugno scorso, il collettivo French Touch<br />

Architecture è stato ospite della <strong>iGuzzini</strong> France<br />

in occasione del lancio dell’Annuel Optimiste<br />

d’Architecture 2010.<br />

Il successo dell’iniziativa - più di 400 persone<br />

tra architetti, giornalisti, studenti e opinion<br />

leader hanno preso parte all’evento che<br />

è giunto alla sua quarta edizione - conferma<br />

l’interesse verso i principi che muovono il<br />

collettivo, pienamente condivisi dalla <strong>iGuzzini</strong><br />

che lo sostiene in qualità di partner dalla<br />

sua formazione.<br />

49<br />

La French Touch Architecture è nata nel<br />

2007 con l’intento di riunire architetti francesi<br />

e creare tavoli di discussione sui progetti<br />

in corso o realizzati, favorendo il gioco<br />

di squadra sull’individualismo.<br />

Dal 2008, la French Touch pubblica un annual<br />

che si intitola OPTIMISTE D’ARCHITECTURE,<br />

una selezione di progetti realizzati secondo<br />

i principi del collettivo che favoriscono<br />

un’architettura popolare, condivisa e attenta<br />

all’ambiente.<br />

incontroluce <strong>24</strong>


Cultura dell’azienda<br />

Nuova sede per il distributore<br />

in Bulgaria<br />

Nel corso del <strong>2011</strong> una serie di iniziative<br />

hanno rafforzato la presenza della <strong>iGuzzini</strong><br />

a Sofia e sul territorio bulgaro. Le più recenti<br />

sono legate alla inaugurazione della nuova<br />

sede del distributore esclusivo, Synthesis<br />

Design e la sponsorizzazione della mostra<br />

di Nunzio Bibbò, presso l’Istituto Italiano<br />

di Cultura a Sofia. La nuova sede di Synthesis<br />

è uno spazio di circa 60 mq, all’interno<br />

di un edificio contemporaneo che si colloca<br />

in Bulgaria Boulevard, nella zona di Sofia<br />

che sta diventando il cuore commerciale della<br />

città. La collaborazione fra Synthesis Design<br />

e la <strong>iGuzzini</strong> è ormai decennale.<br />

Gregory Markov, direttore della società, è autore<br />

di molti interventi d’illuminazione rilevanti<br />

all’interno della città. Sono suoi i progetti<br />

d’illuminazione dell’Ambasciata d’Italia in Bulgaria,<br />

oppure della piazza antistante la chiesa di Santa<br />

Sofia, luogo dall’importanza storica enorme.<br />

Questo nuovo spazio è, prima ancora che<br />

showroom, un luogo di incontro per condividere<br />

e diffondere la cultura della luce e la riuscita<br />

inaugurazione testimonia l’interesse.<br />

Foto: Daniel Ahchiev<br />

50


Cultura dell’azienda<br />

“Genesi di un Dialogo: Italia-Bulgaria”<br />

Museo dell’Arte Straniera, Sofia<br />

6 giugno - 8 agosto <strong>2011</strong><br />

Conferenza stampa di presentazione della mostra<br />

con Nunzio Bibbò ed Anna Amendolagine,<br />

direttrice dell’istituto Italiano di Cultura a Sofia.<br />

51<br />

La <strong>iGuzzini</strong> è stata sponsor tecnico della<br />

mostra “Genesi di un Dialogo: Italia - Bulgaria”<br />

che si è tenuta presso la sala principale del<br />

Museo dell’Arte Straniera di Sofia in collaborazione<br />

con l’Istituto Italiano di Cultura.<br />

La mostra si inserisce nel contesto della<br />

Biennale di Venezia alla quale sono collegate<br />

altre iniziative esterne alla sede di Venezia:<br />

la Biennale nelle Regioni e ben 89 mostre<br />

presso le sedi degli Istituti Italiani di Cultura<br />

delle principali capitali del mondo, collegate<br />

con l’Arsenale via video, per realizzare la mostra<br />

“Padiglione Italia nel mondo alla 54ª Esposizione<br />

Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia<br />

<strong>2011</strong>” all’interno del Padiglione Italia allestito<br />

per il <strong>2011</strong> dall’architetto italiano, residente<br />

a Barcellona, Benedetta Tagliabue Miralles.<br />

Come artista italiano residente in Bulgaria<br />

è stato scelto Nunzio Bibbò e 15 sue sculture<br />

oltre a 10 disegni preparatori delle opere<br />

e un video sull’artista. L’illuminazione fornita<br />

da 12 piantane Cestello di altezza 4,5 m<br />

con QR111 da 100W ed ottiche da 6°, da <strong>24</strong>°<br />

e da 45° a seconda delle specifiche necessità.<br />

Rafforzata la collaborazione<br />

con il Lighting Research Center di Troy<br />

Il Lighting Research Center fa parte del<br />

Rensselaer Polytechnic Institute of Troy, N.Y.<br />

ed è il maggior centro ricerche universitario<br />

orientato al settore illuminotecnico.<br />

Sin dal 1988 il LRC ha costruito la sua reputazione<br />

internazionale come fonte autorevole di<br />

informazioni riguardanti tecnologie, applicazioni,<br />

e apparecchi illuminotecnici. Il LRC inoltre<br />

realizza programmi di formazione per agenzie<br />

governative, acquirenti, lighting designer, e<br />

altri professionisti del settore illuminotecnico.<br />

La collaborazione fra l’azienda e il LRC è iniziata<br />

nel 1988, in occasione della ricerca SIVRA.<br />

Nel febbraio <strong>2011</strong> la <strong>iGuzzini</strong> è entrata a far<br />

parte del LRC Partners Program è promosso<br />

dal Rensselaer Polytechnic Institute Lighting<br />

Research Center (LRC) per coordinare gli sforzi<br />

delle organizzazioni pubbliche e private nello<br />

sviluppo della ricerca, educazione e tecnologia<br />

del settore illuminotecnico. Fanno già parte<br />

dell’LRC Partners Program: AES Latin America,<br />

California Energy Commission, Con Edison,<br />

GE Lighting, New York State Energy Research<br />

& Development Authority, OSRAM SYLVANIA, Inc.,<br />

Philips Lighting, Philips Professional Luminaires<br />

North America, Swedish Energy Agency,<br />

United States Environmental Protection Agency,<br />

WattStopper, e Xcel Energy.<br />

Per maggiori informazioni: www.lrc.rpi.edu<br />

incontroluce <strong>24</strong>


Cultura dell’azienda<br />

Concorso Light & Fashion<br />

Mosca, Ambasciata Italiana, 14 luglio <strong>2011</strong><br />

Il 14 luglio si è svolta presso la sede<br />

dell’Ambasciata Italiana la cerimonia di premiazione<br />

del concorso Light & Fashion che è stato<br />

presentato nella primavera del <strong>2011</strong> e che era<br />

aperto sia agli studi di architettura e lighting<br />

design che agli studenti.<br />

L’evento è stato inserito nella Settimana <strong>italiana</strong><br />

a “Krasnyj oktjabr”, (Ottobre Rosso), una ex<br />

fabbrica di cioccolato al centro di Mosca,<br />

oggi centro polifunzionale dove si trova anche<br />

la scuola di architettura e design Strelka.<br />

Al concorso hanno partecipato oltre cinquanta<br />

lavori presentati da professionisti e da venti<br />

inviati dagli studenti. La giuria italo-russa<br />

presieduta da Aldo Colonetti, Direttore dello IED<br />

(Istituto Europeo di Design), formata da docenti<br />

della Facoltà di Architettura di Mosca ha visionato<br />

i progetti e valutato le soluzioni ideate per<br />

illuminare la boutique di prestigio, così come<br />

lo store mono-marca, la catena di franchising<br />

internazionale, la grande distribuzione.<br />

Per la categoria “Professionisti” i premiati sono<br />

stati: Irina Alexeeva, con il sistema a luce<br />

biodinamica Yutti Lamp. Due le versioni previste,<br />

a soffitto o a sospensione, entrambe con sorgenti<br />

LED, con emissione a luce diretta/indiretta.<br />

I diversi moduli sono fra loro combinabili<br />

e possono dar vita a particolari soffitti luminosi<br />

trasformando la luce in un vero e proprio<br />

elemento d’arredo del negozio. L’altra premiata<br />

è Elina Shindler, con le due soluzioni luminose<br />

declinate al maschile ed al femminile: nera<br />

e squadrata la prima, bianca e tondeggiante<br />

la seconda. Per la categoria “Studenti” sono<br />

stati scelti Olga Dmitryeva ed il suo apparecchio<br />

BLISS, un sistema in duplice versione - applique<br />

o sospensione - in grado di creare infinite<br />

combinazioni di colore. Particolarmente innovativo<br />

lo studio che la studentessa dell’Istituto di<br />

Elettronica e Tecnologia dell’Università di Mosca<br />

ha proposto per il sistema di gestione del suo<br />

cambio colore. Altra studentessa premiata<br />

è Oksana Bazanova che ha pensato ad una<br />

applicazione molto originale per la luce a LED:<br />

Tag’s, una piccola etichetta luminosa che si<br />

accende sul capo alla quale è appoggiata.<br />

52


Cultura dell’azienda<br />

Foto: archivio <strong>iGuzzini</strong><br />

1.Da sinistra, Paolo Guzzini, Aldo Colonetti,<br />

L’Ambasciatore italiano a Mosca Antonio Zanardi<br />

Landi e signora<br />

2. Un momento della cerimonia di premiazione<br />

53<br />

Premio<br />

“Imprenditore Olivettiano <strong>2011</strong>”<br />

Centro Studi ed Esperienze<br />

Ivrea, 30 maggio <strong>2011</strong><br />

Questa è la motivazione con cui Adolfo<br />

Guzzini, è stato insignito il 30 maggio <strong>2011</strong><br />

del premio Imprenditore Olivettiano <strong>2011</strong>:<br />

“Per aver guidato lo sviluppo della <strong>iGuzzini</strong><br />

Illuminazione con un costante impegno di<br />

innovazione e di ricerca della bellezza delle<br />

architetture aperte e del design, facendo<br />

della luce un elemento di cultura.<br />

I successi conseguiti su scala mondiale sono<br />

frutto di uno stile imprenditoriale che alla<br />

passione e ai ruoli istituzionali per l’architettura<br />

e il design, affianca il forte impegno per la<br />

collaborazione e la crescita professionale<br />

all’interno dell’azienda e nel territorio marchigiano<br />

attraverso l’attenzione responsabile verso<br />

le scuole di formazione tecnica e la guida<br />

dell’ISTAO”. Istituito nel 2008 dall’Associazione<br />

Archivio Storico Olivetti, il Premio è dedicato<br />

a quei capitani d’industria che, aldilà del<br />

territorio e del settore in cui operano, hanno<br />

colto e costantemente applicato quello spirito<br />

che fu di Adriano Olivetti nel fare impresa.<br />

In primis l’idea di vivere l’azienda quale sistema<br />

aperto, votato ad un costante scambio con<br />

l’esterno, responsabile di quel tessuto economico<br />

e sociale in cui si muove e nel quale produce<br />

beni, servizi, tanto quanto conoscenza e cultura.<br />

Adolfo Guzzini ha ricevuto il premio da Laura<br />

Olivetti, Presidente della Fondazione Adriano<br />

Olivetti, e da Bruno Lamborghini, Presidente<br />

dell’Associazione Archivio Storico Olivetti.<br />

Insieme alla targa di “imprenditore olivettiano<br />

<strong>2011</strong>”, Adolfo Guzzini è stato omaggiato<br />

di una delle macchine da scrivere che hanno<br />

segnato la storia della Olivetti, la famosa<br />

Lettera 22. Premiato con Adolfo Guzzini,<br />

anche Gianluca Martino, fondatore di Smart<br />

Projects, di Scarmagno.<br />

Foto: Eugenio Cacciola<br />

per Archivio Storico Olivetti<br />

incontroluce <strong>24</strong>


Cultura dell’azienda<br />

Accordo fra la <strong>iGuzzini</strong> e la Tongji<br />

University di Shanghai<br />

Nel febbraio <strong>2011</strong> la <strong>iGuzzini</strong> e la Tongji<br />

University hanno stretto un accordo per definire<br />

una collaborazione fra la filiale cinese presente<br />

a Shanghai e l’università.<br />

La collaborazione si concretizzerà in una borsa<br />

di studio offerta dall’azienda ai due studenti più<br />

meritevoli del Sino-Italian Campus delle facoltà<br />

di Architettura ed Ingegneria.<br />

L’università coinvolgerà la <strong>iGuzzini</strong> in tutte le<br />

iniziative accademiche, anche in collaborazione<br />

con altre università.<br />

L’università organizzerà workshop annuali<br />

sulle tematiche dell’illuminotecnica chiamando<br />

la <strong>iGuzzini</strong> in qualità di relatore. Inotre dovrà<br />

essere creato un sistema di condivisione delle<br />

informazioni sugli studenti per valutare opportunità<br />

di lavoro o di formazione<br />

Massimiliano Guzzini ed il professor Fang<br />

alla cerimonia per la firma dell’accordo.<br />

Professional Lighting Design Convention<br />

Madrid, 19 - 22 ottobre <strong>2011</strong><br />

La <strong>iGuzzini</strong> parteciperà alla terza edizione<br />

di Professional Lighting Design Convention<br />

organizzata da Professional Lighting Design<br />

Association con la relazione “Una proposta<br />

per un piano della luce a l’Havana vecchia”<br />

che sarà presentato come poster.<br />

Una dimensione nazionale<br />

per l’archivio Storico <strong>iGuzzini</strong><br />

Nel Marzo <strong>2011</strong> l’archivio storico della <strong>iGuzzini</strong><br />

è stato dichiarato archivio di interesse nazionale.<br />

Attorno alla tematica degli archivi d’impresa<br />

nel corso del <strong>2011</strong> si sono concretizzate<br />

alcune iniziative. In occasione dei 150 anni<br />

dall’Unità d’Italia, Rai Educational e la<br />

Direzione Generale degli Archivi del ministero<br />

per i Beni e le Attività Culturali riscoprono il<br />

patrimonio storico degli archivi, che documentano<br />

la memoria degli uomini, delle idee, del lavoro<br />

del popolo italiano e ne fanno la base per un<br />

progetto televisivo in cinque puntate, ognuna<br />

dedicata ad una tipologia di archivio, (in onda<br />

su Rai Tre e Rai Storia a partire dal 17 marzo).<br />

Questo progetto è stato presentato il 7 marzo<br />

presso la sede della Treccani a Roma.<br />

La <strong>iGuzzini</strong> figura nel primo video realizzato<br />

insieme a Enel, Martini e Rossi, Barilla, Piaggio.<br />

Dal <strong>24</strong> Giugno è online il Portale Archivi<br />

d’impresa ideato e promosso dalla Direzione<br />

Generale per gli Archivi del Ministero per i Beni<br />

e le Attività Culturali, in collaborazione con circa<br />

30 fondazioni e archivi storici d’impresa.<br />

La realizzazione del Portale consente di mettere<br />

in rete le esperienze delle imprese pubbliche<br />

e private italiane e di valorizzare la cultura<br />

d’impresa nel nostro Paese, salvaguardandone<br />

al tempo stesso gli archivi storici.<br />

54


Cultura dell’azienda<br />

Il Portale rende disponibile un ricco repertorio,<br />

destinato a un vasto pubblico, soprattutto<br />

di giovani e studenti, di fonti archivistiche<br />

e bibliografiche e di contenuti redazionali<br />

(dossier tematici, cronologie nazionali e territoriali<br />

dal 1861 a oggi, profili biografici di oltre 150<br />

imprenditori), curati da un gruppo di docenti<br />

dell’Università Bocconi, in collaborazione<br />

con l’Istituto della Enciclopedia Italiana.<br />

La <strong>iGuzzini</strong> e le altre aziende del gruppo,<br />

figurano tra gli oltre 30 partners che a tutt’oggi<br />

hanno aderito al Portale e che annoverano<br />

i nomi più rilevanti del panorama industriale<br />

italiano. La <strong>iGuzzini</strong> fa parte anche del Sistema<br />

Informativo Unificato per le Soprintendenze<br />

Archivistiche, noto con l'acronimo SIUSA che<br />

si propone come punto di accesso primario<br />

per la consultazione e la ricerca del patrimonio<br />

archivistico non statale, pubblico e privato,<br />

conservato al di fuori degli Archivi di Stato.<br />

In esso sono descritti: i complessi archivistici<br />

con le loro articolazioni; i soggetti (enti, persone<br />

e famiglie) che hanno prodotto la documentazione<br />

nello svolgimento della loro attività; i soggetti<br />

che conservano gli archivi. Sono inoltre presenti<br />

schede di carattere generale che forniscono<br />

informazioni storiche, istituzionali ed archivistiche<br />

utili per la comprensione del contesto.<br />

Per maggiori informazioni<br />

www.imprese.san.beniculturali.it<br />

http://siusa.archivi.beniculturali.it<br />

55<br />

Schizzi di Bruno Gecchelin<br />

per il proiettore Shuttle<br />

incontroluce <strong>24</strong>


<strong>II</strong>I<br />

<strong>24</strong> Incontroluce<br />

<strong>II</strong>. <strong>2011</strong><br />

Incontroluce<br />

Rivista internazionale, semestrale<br />

di cultura della luce<br />

anno X<strong>II</strong>I, <strong>24</strong><br />

Redazione<br />

Centro Studi e Ricerca <strong>iGuzzini</strong><br />

Fr.ne Sambucheto, 44/a<br />

62019 Recanati MC<br />

+39.071.7588250 tel.<br />

+39.071.7588295 fax<br />

rc@iguzzini.it<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione spa<br />

62019 Recanati, Italy<br />

via Mariano Guzzini, 37<br />

+39.071.75881 tel.<br />

+39.071.7588295 fax<br />

iguzzini@iguzzini.it<br />

www.iguzzini.com<br />

071-7588453 video<br />

Progetto grafico<br />

Studio Cerri & Associati<br />

Editore<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione spa<br />

Hanno collaborato a questo numero<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione China Ltd.<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione Deutschland GmbH<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione España S.A.<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione France S.A.<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione Schweiz AG<br />

<strong>iGuzzini</strong> illuminazione UK<br />

E.C.C. Lighting Ltd<br />

L.S.I. Systems Pvt. Ltd<br />

Tepta Aydınlatma, Turchia<br />

Foto di copertina<br />

Carlo Anastasio<br />

Finito di stampare: Ottobre <strong>2011</strong><br />

Tecnostampa, Recanati<br />

La Redazione non è responsabile di inesattezze<br />

e mancanze nell’elenco dei credits relativi<br />

ai progetti e forniti dai collaboratori.<br />

Le integrazioni o correzioni verranno riportate<br />

nel numero successivo.


Jean François Touchard / Cubo / Arkitektfirmaet Nord / JASMAX /<br />

Jean-Michel de Poulpiquet (ARCAD) / Enric Ruiz-Geli, Cloud 9 /<br />

DV Architects / Graven Images / Lucent Consultants / Studio<br />

Annunziata e Terzi / Tom Schlotfeldt, Schlotfeldt Licht / BAC S.A./<br />

Opendark S.A. - Karin Vásquez / Meinhard von Gerkan / Stephan<br />

Schütz / Stephan Rewolle / Doris Schäffler conceptlicht GmbH /<br />

TsingHua Design Institute / Pei Cobb Freed & Partners / Caputo<br />

partnership / Sistema Duemila / Studio Voltaire - Jacopo Acciaro /<br />

Ivo Tschümperlin / retailpartners / Daniel Huber / Oscar Niemeyer /<br />

Roberto Alonso Martínez / Javier Blanco García Castañón / Jair Rojas<br />

Valera / Almudena Fernández Menéndez.<br />

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