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La “Frana di Lodrone” - Comune di Storo

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Il punto della situazione<br />

<strong>La</strong> <strong>“Frana</strong> <strong>di</strong> <strong>Lodrone”</strong><br />

el novembre 2001 sono terminati i lavori <strong>di</strong> sistemazione idraulico forestale per<br />

Naumentare la sicurezza dell’abitato <strong>di</strong> Lodrone, resi necessari dopo gli anomali<br />

movimenti verificatisi nella tarda estate e nell’autunno 2000 nel versante destro del<br />

rio Santa Barbara.<br />

Movimento<br />

recente<br />

Lorenzo Malpaga - Antonio Manica del Servizio Azienda Speciale<br />

<strong>di</strong> Sistemazione Montana della P. A. T.<br />

Frana “storica”<br />

el settembre 2000, prima dell’impe-<br />

Ngnativo autunno durante il quale si<br />

sono avuti i noti fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto <strong>di</strong><br />

Roverè della Luna, Romagnano, Povo,<br />

Tenno, Lona <strong>La</strong>ses, Val <strong>di</strong> Non e Sole,<br />

nella parte più occidentale della provincia,<br />

ai confini con quella <strong>di</strong> Brescia, delle<br />

preoccupanti fessure interessavano il<br />

Zona <strong>di</strong> attuale<br />

intevento ASSM<br />

Il movimento franoso del settembre 2000<br />

e i conseguenti interventi <strong>di</strong> somma urgenza<br />

versante destro del me<strong>di</strong>o corso del rio<br />

Santa Barbara, torrente che tracimando<br />

avrebbe potuto interessare l’abitato <strong>di</strong><br />

Lodrone in <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Storo</strong>.<br />

È importante sottolineare che tali<br />

movimenti suscitarono particolare<br />

attenzione proprio per il periodo relati-<br />

Bollettino del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Storo</strong> 35<br />

Progetti<br />

in cantiere


Progetti<br />

in cantiere<br />

<strong>La</strong> <strong>“Frana</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Lodrone”</strong><br />

36<br />

vamente asciutto durante il quale iniziarono<br />

a manifestarsi; pochi giorni dopo<br />

sarebbe iniziato uno degli autunni più<br />

piovosi che il Trentino ricor<strong>di</strong> rendendo<br />

particolarmente pericolosa la situazione<br />

per l’abitato <strong>di</strong> Lodrone.<br />

È altrettanto importante ricordare<br />

che, in questa occasione, un ruolo probabilmente<br />

decisivo nell’innesco del<br />

fenomeno, è stato dato dalle per<strong>di</strong>te<br />

d’acqua <strong>di</strong> una galleria <strong>di</strong> adduzione <strong>di</strong><br />

una vicina centrale idroelettrica. I tecnici<br />

dell’ASSM (Servizio Azienda Speciale<br />

<strong>di</strong> Sistemazione Montana della Provincia<br />

Autonoma <strong>di</strong> Trento) sono convinti<br />

della fondatezza <strong>di</strong> tale ipotesi; pur non<br />

entrando nel merito delle cause, in<br />

quanto è in corso un proce<strong>di</strong>mento<br />

penale, si ritiene opportuno ricordare<br />

quanto successo e gli interventi che si<br />

sono resi necessari.<br />

Il giorno 15/9/00, giungeva una<br />

segnalazione all’ASSM relativa a un<br />

movimento franoso, che interessava,<br />

secondo quanto comunicato, il Rio Santa<br />

Barbara (il rio è iscritto al n.2498 dell’elenco<br />

delle acque pubbliche della provincia<br />

<strong>di</strong> Trento e pertanto rientra tra le<br />

competenze dello Scrivente Servizio. Nel<br />

pomeriggio dello stesso giorno un funzionario<br />

esaminava le crepe <strong>di</strong> recente<br />

formazione (o comunque <strong>di</strong> recente<br />

allargamento), il versante interessato e<br />

procedeva quin<strong>di</strong> all’analisi del corso<br />

d’acqua, <strong>di</strong>stante alcune centinaia <strong>di</strong><br />

metri in linea d’aria, rispetto alle crepe<br />

sommitali ed oltre centocinquanta metri<br />

<strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne più in basso.<br />

Gli esiti del sopralluogo, escludevano<br />

che il rio potesse essere la causa del<br />

movimento franoso, in quanto l’alveo<br />

non intaccava il piede della frana, né si<br />

presentavano lungo la sponda destra del<br />

rio erosioni <strong>di</strong> rilevante entità. In particolare<br />

il rio era in periodo <strong>di</strong> magra e la<br />

portata, a monte della zona interessata,<br />

era dell’or<strong>di</strong>ne della decina <strong>di</strong> litri al<br />

secondo, quin<strong>di</strong> assai modesta rispetto<br />

alle portate <strong>di</strong> piena.<br />

Sorprendeva invece la grande quantità<br />

d’acqua presente nel rio a valle del<br />

movimento franoso, assolutamente insolita<br />

per il regime pluviometrico dei giorni<br />

precedenti (caratterizzato da una pressochè<br />

totale assenza <strong>di</strong> precipitazioni) e<br />

soprattutto per confronto con le portate<br />

dei bacini vicini.<br />

Bollettino del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Storo</strong><br />

In effetti, al piede della frana e in tutto<br />

il versante destro si rinvenivano venute<br />

d’acqua <strong>di</strong> cospicua portata (alcune<br />

dell’or<strong>di</strong>ne della decina <strong>di</strong> litri al sec.),<br />

tanto che il torrente, solitamente in secca<br />

sotto il ponte della statale, presentava<br />

una portata <strong>di</strong> circa 80 litri al secondo.<br />

In particolare, nel pedonare quel versante,<br />

si evidenziava anche un’altra venuta<br />

che alimentava un piccolo collettore<br />

solitamente pressochè asciutto in assenza<br />

<strong>di</strong> piogge, verso quota 520 slm.<br />

Dalle notizie raccolte nello stesso<br />

pomeriggio, risultava che ormai da circa<br />

2 settimane erano evidenti le crepe <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stacco presso quota 850, insolite sia<br />

perché apertesi in assenza <strong>di</strong> piogge, sia<br />

perché alquanto articolate e sviluppate<br />

in lunghezza.<br />

Da tale anomala combinazione<br />

(movimento franoso e inconsuete venute<br />

d’acqua) appariva evidente l’esigenza<br />

<strong>di</strong> aumentare in tempi brevi la sicurezza<br />

idraulica dell’abitato <strong>di</strong> Lodrone. Si<br />

temeva infatti che il collassamento del<br />

versante avrebbe potuto determinare lo<br />

sbarramento dell’alveo e la formazione<br />

<strong>di</strong> un bacino a monte, la cui tracimazione<br />

avrebbe potuto generare una colata<br />

detritica molto pericolosa per l’abitato.<br />

I <strong>di</strong>namismi molto rapi<strong>di</strong> della frana<br />

(registrati nei giorni successivi dell’or<strong>di</strong>ne<br />

della decina <strong>di</strong> millimetri all’ora) suggerivano<br />

<strong>di</strong> intervenire con la massima<br />

urgenza con soluzioni che, fin dal primo<br />

giorno, potessero risultare efficaci.<br />

L’impossibilità <strong>di</strong> accedere con mezzi<br />

meccanici in tempi brevi al piede della<br />

frana e la forte irregolarità del fondo del<br />

corso d’acqua, escludevano la possibilità<br />

<strong>di</strong> realizzare una tubazione by-pass che<br />

permettesse al torrente <strong>di</strong> oltrepassare la<br />

zona potenzialmente interessata dall’eventuale<br />

<strong>di</strong>stacco (era stimato un fronte<br />

<strong>di</strong> circa 200 metri, a cui sarebbe corrisposto<br />

un by-pass <strong>di</strong> oltre 250 metri <strong>di</strong><br />

lunghezza).<br />

L’ASSM <strong>di</strong>ede quin<strong>di</strong> inizio agli unici<br />

lavori che avrebbero gradualmente<br />

(ma sensibilmente già dopo pochi giorni)<br />

aumentato la sicurezza dell’abitato <strong>di</strong><br />

Lodrone.<br />

Nel frattempo i funzionari ASSM evidenziavano<br />

a più riprese, nel corso delle<br />

riunioni <strong>di</strong> emergenza tenutesi presso la<br />

Caserma dei Vigili del Fuoco <strong>di</strong> <strong>Storo</strong>,<br />

l’esigenza <strong>di</strong> verificare imme<strong>di</strong>atamente<br />

la funzionalità ed efficienza della galleria<br />

<strong>di</strong> adduzione alla condotta forzata della


centrale idroelettrica, unica ragionevole<br />

fonte <strong>di</strong> tali anomali deflussi. Dal punto<br />

<strong>di</strong> vista idrologico era evidente infatti<br />

che, esclusi gli irrilevanti afflussi meteorologici,<br />

l’insolita abbondanza <strong>di</strong> acqua<br />

doveva provenire dall’esterno del bacino<br />

<strong>di</strong> alimentazione. Si era nel frattempo<br />

verificato che le opere <strong>di</strong> presa e <strong>di</strong><br />

adduzione presenti sul bacino non potevano<br />

aver alterato in tal modo il regime<br />

idrologico e, in corrispondenza <strong>di</strong> tali<br />

opere <strong>di</strong> presa, non si verificavano portate<br />

anomale.<br />

L’avvicinarsi dei mesi statisticamente<br />

più piovosi suggerì <strong>di</strong> iniziare senza<br />

indugio i lavori e, in effetti, già il 20 settembre<br />

una precipitazione particolarmente<br />

intensa ha interessato la zona <strong>di</strong><br />

Lodrone, determinando l’accelerazione<br />

del movimento franoso senza tuttavia<br />

portare al <strong>di</strong>stacco. In tale occasione le<br />

portate sul torrente hanno raggiunto<br />

valori intorno ai 6mc/sec.<br />

È il caso <strong>di</strong> ricordare che in quell’occasione<br />

fu decisa l’evacuazione temporanea<br />

della popolazione; tale episo<strong>di</strong>o precedette,<br />

come già detto, <strong>di</strong> circa un mese<br />

Gli interventi <strong>di</strong> sistemazione<br />

Il bacino del rio <strong>di</strong> Santa Barbara era dotato, fino al 2000 <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> sistemazione<br />

così come, me<strong>di</strong>amente, lo sono gli<br />

altri bacini appartenenti al Bacino Montano<br />

del Fiume Chiese (perimetro determinato<br />

con R.D. 69 del 14/11/29).<br />

Un in<strong>di</strong>catore significativo <strong>di</strong> quanto<br />

sopra esposto è costituito dal catasto delle<br />

opere <strong>di</strong> sistemazione presenti nel bacino<br />

del rio Santa Barbara, confrontato con<br />

il catasto delle opere presenti nel bacino<br />

del fiume Chiese a cui il rio appartiene,<br />

(escluse quelle realizzate sull’asta principale<br />

del fiume che non rientrano tra le<br />

competenze dell’ASSM) e confrontato<br />

con il catasto <strong>di</strong> tutto il Trentino.<br />

Cronistoria<br />

li interventi <strong>di</strong> sistemazione idraulico-<br />

Gforestale compiuti nel bacino del rio<br />

<strong>di</strong> Santa Barbara devono essere inquadrati,<br />

storicamente oltre che geograficamente,<br />

nel più ampio contesto dei lavori<br />

capillarmente eseguiti, dal XIX secolo, nel<br />

bacino del fiume Chiese e, più in genera-<br />

i noti eventi dell’impegnativo autunno<br />

2000; anche in tale occasione la <strong>di</strong>mostrazione<br />

<strong>di</strong> efficienza del Corpo dei<br />

Vigili del Fuoco volontari fu encomiabile<br />

e ben coor<strong>di</strong>nata con quella <strong>di</strong> tutti<br />

quanti hanno lavorato in quelle ore e<br />

che non si citano in questa relazione per<br />

evitare <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticare qualcuno. Si<br />

coglie comunque l’occasione per ringraziare<br />

tutto il personale della Caserma<br />

dell’ospitalità e soprattutto della <strong>di</strong>sponibilità<br />

per accompagnarci in sopralluogo<br />

ad ogni ora del giorno e della notte,<br />

nel monitorare il regime del corso d’acqua<br />

e nel garantire i collegamenti ra<strong>di</strong>o<br />

tra chi lavorava in alveo e chi controllava<br />

la frana.<br />

Il <strong>di</strong>namismo dei movimenti della<br />

frana, monitorati dal Servizio Geologico,<br />

e la possibilità che il versante, ormai<br />

minato nella sua stabilità, collassi, hanno<br />

<strong>di</strong>segnato una situazione <strong>di</strong> rischio<br />

che, sebbene rallentata e fortemente<br />

attenuatasi e articolatasi in più sottozone<br />

a <strong>di</strong>versa pericolosità, necessita tuttora<br />

<strong>di</strong> un continuo monitoraggio.<br />

Tipologia <strong>di</strong> opera<br />

Rio<br />

Santa Barbara<br />

Bacino<br />

fiume Chiese<br />

37<br />

Progetti<br />

in cantiere<br />

<strong>La</strong> <strong>“Frana</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Lodrone”</strong><br />

Trentino<br />

Briglie N 19 657 12.350<br />

Cunettoni N 1 69 1.768<br />

ml 56 9.490 186.755<br />

Opere spondali N 6 252 4.394<br />

ml 1.656 12.757 320.010<br />

Piazze <strong>di</strong> deposito N 2 13 208<br />

le, in tutto il territorio trentino.<br />

Le prime notizie relative alla sistemazione<br />

del rio risalgono ai lavori eseguiti<br />

negli anni successivi all’alluvione 1882<br />

che interessò gran parte del Trentino.<br />

Nell’Elenco dei lavori tecnico-e<strong>di</strong>li eseguiti<br />

dalla commissione provinciale delle<br />

acque in Tirolo, contenuto nel Memoriale<br />

dei lavori tecnico e<strong>di</strong>li eseguiti dalla com-<br />

mc Circa 3.000 38.530 518.300<br />

Bollettino del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Storo</strong>


Il tracciato<br />

ben evidente<br />

del drenaggio<br />

superficiale<br />

e profondo<br />

che drena<br />

la frana storica<br />

(“cunetta”)<br />

Progetti<br />

in cantiere<br />

<strong>La</strong> <strong>“Frana</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Lodrone”</strong><br />

38<br />

missione pel regolamento delle acque in<br />

Tirolo a motivo dell’inondazione dell’anno<br />

1882 (Innsbruck 1882) compaiono infatti<br />

le opere a <strong>di</strong>fesa del rio <strong>di</strong> Santa Barbara,<br />

che impegnarono circa 8.000 degli<br />

oltre 600.000 fiorini spesi nel bacino del<br />

Sarca e Chiese (1,3%). Successivamente,<br />

nei primi anni del ‘900 fu sistemata la<br />

frana che nel 1900 andò a colmare l’alveo<br />

e causò l’inghiaiamento dei terreni a<strong>di</strong>acenti<br />

all’allora abitato <strong>di</strong> Lodrone (e che<br />

corrispondono oggi alla zona artigianale e<br />

residenziale situata in sponda destra, a<br />

monte della strada statale – ve<strong>di</strong> cartografia<br />

allegata). Nelle perizie dell’epoca, scritte<br />

in tedesco con caratteri in gotico corsivo,<br />

si legge, (grazie ad una sommaria traduzione<br />

del dott. Coslop dell’ASSM, eseguita<br />

ad integrazione delle perizie <strong>di</strong> spesa<br />

eseguite) :<br />

“L’enorme massa <strong>di</strong> congerie che<br />

prese origine da una grande frana<br />

superficiale (<strong>di</strong> smottamento su<br />

prato) in destra orografica, e che in<br />

conseguenza <strong>di</strong> piogge abbastanza<br />

forti e delle pendenze rilevanti dell’alveo<br />

scavato nel porfido, trasportata<br />

a valle, arreca danni ai fon<strong>di</strong><br />

colturali <strong>di</strong> Lodrone come pure rappresenta<br />

una minaccia allo stesso<br />

abitato, aumenta la pericolosità del<br />

torrente e ha reso necessari urgenti<br />

interventi <strong>di</strong> prevenzione. Vennero<br />

realizzati a suo tempo una briglia<br />

<strong>di</strong> consolidamento ed una lunga<br />

opera longitu<strong>di</strong>nale (540 metri)<br />

per proteggere l’abitato <strong>di</strong> Lodrone,<br />

e furono eseguiti lavori <strong>di</strong> consolidamento<br />

sul corpo della frana.<br />

A causa della piena del settembre<br />

1900, e a causa delle piogge della<br />

primavera del 1901 e del rapido<br />

scioglimento delle nevi, tali opere<br />

vennero fortemente danneggiate, e dall’orlo<br />

superiore molto ripido della frana si formarono<br />

gran<strong>di</strong> crolli <strong>di</strong> materiale.<br />

Su richiesta del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Darzo e su<br />

autorizzazione del Ministero dell’Agricoltura<br />

fu pre<strong>di</strong>sposto un progetto<br />

per eliminare i danni, il quale prevedeva<br />

la realizzazione <strong>di</strong> una briglia<br />

<strong>di</strong> consolidamento, un’opera longitu<strong>di</strong>nale<br />

ed un selciatone sul torrente<br />

principale ai pie<strong>di</strong> della grande frana,<br />

Una fotografia dall’archivio lavori ASSM: l’e<strong>di</strong>ficazione, nel 1988, <strong>di</strong> una<br />

delle briglie esistenti all’apice el conoide<br />

Bollettino del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Storo</strong><br />

l’apertura con esplosivo <strong>di</strong> un canale nel<br />

naso <strong>di</strong> roccia sporgente nella sponda sinistra,<br />

la riparazione delle opere esistenti, la<br />

riparazione <strong>di</strong> 500 metri <strong>di</strong> muro <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa,<br />

la ricostruzione <strong>di</strong> graticciate e l’inizio del<br />

rimboschimento sulla grande frana.<br />

Dal 1904 al 1906 furono eseguiti altri<br />

lavori, con l’esecuzione <strong>di</strong> una briglia e la<br />

realizzazione <strong>di</strong> una berna al piede dell’argine<br />

sul conoide.<br />

Nel 1906 le due briglie vennero munite <strong>di</strong><br />

muri d’ala”. Nel 1908 furono apportati<br />

dei miglioramenti al muro <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, ai<br />

pie<strong>di</strong> della grande frana e all’arginatura<br />

nella parte inferiore del torrente.<br />

Di tali interventi, esiste una copiosa e<br />

in parte ripetitiva documentazione presso<br />

l’Archivio della Provincia Autonoma <strong>di</strong><br />

Trento: dagli elaborati emerge che la frana<br />

fu sanata con drenaggi superficiali e<br />

profon<strong>di</strong>, mentre un “naso <strong>di</strong> roccia” che<br />

in<strong>di</strong>rizzava poco opportunamente le<br />

acque del Rio, deviandole ai pie<strong>di</strong> della<br />

frana, fu demolito. Oggi a causa <strong>di</strong> modeste<br />

colate provenienti dal fronte della frana,<br />

verificatesi nell’autunno del 2000, la<br />

cunetta centrale è ben visibile anche da<br />

lunga <strong>di</strong>stanza e nel complesso appare in<br />

sod<strong>di</strong>sfacente grado <strong>di</strong> manutenzione.<br />

Dopo il primo decennio del secolo<br />

scorso, per circa un cinquantennio il<br />

bacino non è stato oggetto <strong>di</strong> perizie specifiche<br />

<strong>di</strong> sistemazione; nel 1962 fu effettuato<br />

uno svaso, nel 1967 ci fu un intervento<br />

<strong>di</strong> manutenzione alle opere e nel<br />

1969 fu realizzata una briglia <strong>di</strong> trattenuta,<br />

a monte della quale si è formata una<br />

vasta area <strong>di</strong> deposito detriti; dal 1979 al<br />

1992 furono realizzate le opere spondali<br />

che arginano la parte terminale del rio e<br />

le briglie <strong>di</strong> consolidamento sotto a<br />

Castel Lodrone. Nel 1999 si è intervenuti<br />

nella parte alta del bacino dove, sul Rio<br />

Muranello, è stata e<strong>di</strong>ficata una briglia<br />

selettiva e si è consolidato con delle opere<br />

<strong>di</strong> sostegno in pietrame e legname un<br />

piccolo movimento franoso in area<br />

boschiva che minacciava <strong>di</strong> estendersi.


Interventi eseguiti e previsti<br />

In seguito al pericolo costituito dal movimento franoso, i lavori eseguiti, intrapresi<br />

e in programma possono così essere riassunti:<br />

1 – prima perizia del 23 ottobre 2000. Perizia <strong>di</strong> somma urgenza <strong>di</strong> lire 100<br />

milioni per gli interventi imme<strong>di</strong>ati (escluse le spese per la manodopera). Si sono<br />

affrontate le prime emergenze, e<strong>di</strong>ficando dei terrapieni deviatori in massi da scogliera<br />

parzialmente cementati, si è rialzato il tomo dei primi ‘900 nel tratto dove<br />

un’eventuale colata avrebbe potuto <strong>di</strong>rigersi sul centro abitato <strong>di</strong> Lodrone. Gli interventi<br />

sono stati eseguiti, entro i 45 giorni successivi alla segnalazione.<br />

2 – perizia del 23 ottobre 2000. Perizia <strong>di</strong> somma urgenza <strong>di</strong> lire 800 milioni per<br />

gli interventi successivi (escluse le spese per la manodopera). Si è dotato l’apice del<br />

conoide per gestire, con una briglia filtrante, l’eventuale colata. Previsti anche cospicui<br />

lavori <strong>di</strong> svaso e rimodellamento dell’alveo con l’e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> rampe in massi<br />

legate e cementate. L’intervento si è concluso nel novembre 2001.<br />

Ha compreso anche l’e<strong>di</strong>ficazione della nuova vasca dell’acquedotto <strong>di</strong> Lodrone.<br />

3 - perizia or<strong>di</strong>naria redatta nel febbraio del 2001 per un importo <strong>di</strong> lire 200<br />

milioni (103.291,37 euro) per la sistemazione dell’alveo ed il suo ulteriore consolidamento.<br />

Tali lavori, pressochè conclusi, riprenderanno nel marzo 2002 e termineranno nell’aprile<br />

successivo.<br />

Particolare dell’armatura della fondazione<br />

e dell’elevazione dei muri d’ala della briglia.<br />

Progetti<br />

in cantiere<br />

<strong>La</strong> <strong>“Frana</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Lodrone”</strong><br />

Tomi artigianali e deviatori in massi ciclopici e calcestruzzo. E<strong>di</strong>ficati<br />

nei primi giorni dell’emergenza avevano lo scopo <strong>di</strong> deviare e rallentare<br />

l’eventuale colata. Parte <strong>di</strong> essi sono stati demoliti e mo<strong>di</strong>ficati<br />

per la conformazione definitiva dell’apice del conoide.<br />

Bollettino del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Storo</strong><br />

<strong>La</strong> frana “storica” fu sistemata nel<br />

primo decennio del ’900 con una<br />

canaletta centrale che convogliava sia<br />

le acque superficiali che ipodermiche.<br />

Oggi, riportata alla luce da modeste<br />

colate che la hanno ripulita” è visibile<br />

anche da grande <strong>di</strong>stanza. Nel complesso<br />

è in buono stato e alcuni<br />

manufatti sono particolarmente interessanti<br />

per la cura con la quale sono<br />

state eseguite (si noti lo squadro delle<br />

pietre con cui è costituito, a secco, il<br />

salto della cunetta).<br />

39


Progetti<br />

in cantiere<br />

<strong>La</strong> <strong>“Frana</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Lodrone”</strong><br />

40<br />

Veduta del cantiere (aprile 2001). Si nota la nuova vasca dell’acquedotto<br />

(mascherata da una scogliera in massi ciclopici) costruita dall’ASSM,<br />

il muro d’ala della briglia filtrante in costruzione.<br />

<strong>La</strong> briglia<br />

vista da monte.<br />

Bollettino del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Storo</strong><br />

Una fase dei lavori:<br />

la costruzione <strong>di</strong> uno degli elementi<br />

del filtro della briglia.<br />

A conclusione <strong>di</strong> questa sintesi dei lavori eseguiti recentemente e nel passato sul<br />

Rio Santa Barbara , un ringraziamento deve sicuramente essere rivolto a tutti coloro<br />

che materialmente hanno eseguito tali lavori, ultimi, in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo, tutti gli<br />

appartenenti alla squadra del Signor Antonio Marietti dell’ASSM, che ha e<strong>di</strong>ficato la<br />

briglia filtrante.<br />

Nei prossimi anni sarà valutata l’ipotesi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficare un’altra briglia ai pie<strong>di</strong> della<br />

frana e, eventualmente, <strong>di</strong> intervenire anche sul corpo della frana.

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