PSSR 2006-08.pdf - Azienda per i Servizi Sanitari n. 5 - "Bassa ...
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esclusivo approccio sociale o sanitario, che non sia sufficiente un investimento<br />
sull’integrazione socio-sanitaria, ma che sia necessario un serio investimento e un forte<br />
raccordo con le politiche <strong>per</strong> la casa, <strong>per</strong> la formazione al lavoro e <strong>per</strong> la mobilità.<br />
In coerenza con la strategia complessiva del piano dello sviluppo di comunità,<br />
anche l’intervento sanitario e sociosanitario dovrà armonizzarsi con queste politiche e<br />
dovrà in particolare, come <strong>per</strong> le altre aree di intervento, rilanciare e dare ancora più enfasi<br />
alla progettazione <strong>per</strong>sonalizzata.<br />
In particolare si dovrà:<br />
- rilanciare il ruolo dell’équipe multidisciplinare <strong>per</strong> l’handicap, sviluppando nuovi<br />
metodi e strumenti di valutazione dei bisogni come già previsto nel piano della<br />
riabilitazione e nel progetto obiettivo materno infantile;<br />
- rendere sistematica la partecipazione del disabile e/o della sua famiglia nello<br />
sviluppo progettuale;<br />
- aumentare la capacità e la frequenza di monitoraggio sul progetto allo scopo di<br />
verificarne l’efficacia.<br />
Soprattutto <strong>per</strong> quanto riguarda i progetti <strong>per</strong>sonalizzati <strong>per</strong> la vita indipendente si<br />
dovrà prevedere una forte condivisione con il soggetto disabile, in grado di<br />
autodeterminarsi, <strong>per</strong> quanto riguarda l’individuazione degli obiettivi, dei metodi e degli<br />
interventi. L’incrementato funzionamento sociale, in termini di maggior autonomia e<br />
indipendenza, misurato anche in rapporto alla riduzione nell’accesso ad altre forme di<br />
assistenza sociale e sanitaria, costituisce l’obiettivo ed il parametro finale di valutazione di<br />
efficacia degli interventi.<br />
Oltre alle strategie, le risorse e gli strumenti <strong>per</strong> la domiciliarità già descritti in<br />
precedenza, nel triennio deve essere prevista una riorganizzazione della residenzialità <strong>per</strong><br />
le <strong>per</strong>sone disabili, secondo quanto previsto dalla D.G.R. 4194 del 6 dicembre 2002.<br />
Quando “l’abitare” diventa un problema non più gestibile a domicilio, i servizi sociosanitari<br />
devono poter contare, <strong>per</strong> la realizzazione dei progetti <strong>per</strong>sonalizzati, di un sistema di<br />
strutture che:<br />
- rispondano al “dopo di noi” attraverso forme capaci di dare prospettive e<br />
sicurezze <strong>per</strong> il futuro alle famiglie e nel contempo, attraverso l’attivazione di<br />
pronta accoglienza e/o moduli respiro, essere fruibili anche dai disabili che<br />
vivono in famiglia garantendo così ai familiari i necessari momenti di sollievo;<br />
- intervengano a sostegno o in assenza del nucleo familiare di origine a fronte di<br />
gravi carenze e/o impossibilità dello stesso a provvedere, anche con supporti<br />
esterni, all’assistenza della <strong>per</strong>sona disabile;<br />
- forniscano risposta ai bisogni di residenzialità con modalità non<br />
istituzionalizzanti e prevedano nell’ambito del progetto <strong>per</strong>sonalizzato, la<br />
possibilità che le <strong>per</strong>sone disabili frequentino durante la giornata spazi di vita<br />
quali ambienti lavorativi, luoghi ricreativi e che comunque sia salvaguardata la<br />
possibilità dello sviluppo di specifici interessi;<br />
- configurino, nel loro insieme, un’offerta diversificata sul territorio in modo da<br />
rispondere ai diversi bisogni e alle diverse tipologie di disabilità.<br />
Oltre al problema abitativo, il progetto <strong>per</strong>sonalizzato deve poter dare risposta<br />
anche ai problemi di formazione/lavoro e di socialità. Anche a questo riguardo valgono le<br />
indicazioni fornite in termini di strategie generali. In particolare è necessario che anche le<br />
Aziende <strong>per</strong> i servizi sanitari si attivino <strong>per</strong> promuovere, nell’ambito di strategie condivise<br />
all’interno della programmazione locale integrata (PAT e PdZ), nuovi approcci <strong>per</strong> la<br />
cogestione con le organizzazioni del privato sociale, soprattutto se espressione della<br />
responsabilità familiare e comunitaria, di incremento del sistema delle opportunità.<br />
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