PSSR 2006-08.pdf - Azienda per i Servizi Sanitari n. 5 - "Bassa ...
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parcellizzate), sono stati condotti numerosi interventi riconducibili alla promozione della<br />
salute.<br />
Appare necessario che a livello aziendale, di area vasta e regionale sia attivo un<br />
momento di coordinamento dei progetti al fine di verificare la loro congruenza con la<br />
strategia regionale, la rispondenza dei progetti ai concetti di EBP, l’integrazione delle<br />
diverse attività svolte, la mappatura delle risorse impiegate e la diffusione dei risultati<br />
raggiunti.<br />
In termini o<strong>per</strong>ativi le aziende dovranno censire le attività di promozione della salute<br />
già in essere e verificare quanto sopra riportato. A livello di area vasta dovranno essere<br />
conseguite le possibili integrazioni delle diverse attività e definite linee comuni di indirizzo<br />
e coordinamento. A livello regionale dovranno essere integrate le attività della rete degli<br />
ospedali <strong>per</strong> la salute con le attività del tavolo tecnico interaziendale <strong>per</strong> la promozione e<br />
l’educazione alla salute che o<strong>per</strong>a nell’ambito del coordinamento dei Dipartimenti di<br />
prevenzione e dovrà essere fornito il necessario supporto <strong>per</strong> la formazione. In base a<br />
questi elementi e tenendo conto della strategia regionale che valorizza il concetto di<br />
promozione della salute su molti livelli (anziani, salute mentale, disabili, minori,<br />
dipendenze) e che ricerca alleanze nell’ambito dei PdZ, dovranno essere coordinati gli<br />
interventi di promozione della salute previsti nel presente Piano e nella prima e seconda<br />
parte del Piano regionale di prevenzione (diabete, screening oncologici, malattie<br />
cardiovascolari, vaccinazioni, incidenti stradali, incidenti domestici, obesità, infortuni sul<br />
lavoro).<br />
L’orientamento proattivo dei servizi<br />
L’evoluzione della struttura demografica della popolazione regionale e delle reti<br />
familiari, nonché la ricomposizione delle reti informali di cura, richiedono un significativo<br />
potenziamento ed un sostanziale ri-orientamento (ri-qualificazione) degli interventi sul<br />
territorio. L’analisi del bisogno di salute della popolazione regionale ha evidenziato che<br />
esiste una consistente quota di popolazione con problemi di salute che viene conosciuta in<br />
ritardo dai servizi o non viene conosciuta affatto. Questo fenomeno evidenzia delle criticità<br />
del sistema di offerta riferibili all’accessibilità ed all’informazione ma denuncia al contempo<br />
una modalità o<strong>per</strong>ativa dei servizi che si fonda sulla domanda espressa, mutuando in<br />
questo senso l’approccio ospedaliero.<br />
Il problema diventa molto serio, con evidenti rischi di iniquità, soprattutto quando<br />
riferito a quella parte di popolazione vulnerabile e fragile che spesso non è in grado di<br />
costituirsi come domanda (anziani, disabili, <strong>per</strong>sone con problemi di salute mentale…). Un<br />
sistema che conformi gli stili o<strong>per</strong>ativi, i modelli organizzativi e gestionali e le culture<br />
professionali alla strategia di attesa è anche fortemente esposto a rischi di inefficienza e di<br />
bassa qualità degli interventi, soprattutto in termini di esito.<br />
Con il presente Piano si intende <strong>per</strong>seguire un riorientamento di tutti i servizi verso<br />
stili o<strong>per</strong>ativi che agiscano attivamente nella presa in carico, anche anticipata e leggera,<br />
dei bisogni di salute. Questo orientamento proattivo dei servizi è certamente, prima che un<br />
problema organizzativo, un cambiamento delle culture professionali degli o<strong>per</strong>atori del<br />
territorio che si devono attrezzare, anche tecnicamente, <strong>per</strong> o<strong>per</strong>are una reale<br />
riconversione o<strong>per</strong>ativa verso la promozione della salute e la conoscenza anticipata dei<br />
bisogni.<br />
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