PSSR 2006-08.pdf - Azienda per i Servizi Sanitari n. 5 - "Bassa ...
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I PROBLEMI E GLI OBIETTIVI DELL’OFFERTA CAPITOLO 3 I PROBLEMI E GLI OBIETTIVI DELL’OFFERTA ASSI STRATEGICI DI INTERVENTO SULL’OFFERTA E SUL RIORIENTAMENTO DELLE RISORSE I problemi e gli obiettivi dell’offerta Secondo quanto segnalato dagli studi di settore più recenti, è l’assistenza territoriale quella che i cittadini percepiscono come la più debole rispetto a quella ospedaliera. L’assistenza territoriale in genere è considerata insufficiente rispetto ai bisogni di assistenza. In FVG l’assistenza territoriale presenta elevate disomogeneità dell’offerta di servizi, di attività e di presa in carico. In particolare è critica l’assistenza alle patologie cronico degenerative ed alle persone a rischio di disabilità ed emarginazione sociale. Inoltre, il modello di continuità assistenziale che prevede l’adozione e l’attuazione di protocolli di accesso e di dimissione tra ospedale e territorio, se è stato avviato nelle aziende territoriali con i rispettivi ospedali, è ancora lontano dalla situazione ottimale per quanto riguarda le aziende ospedaliere, gli IRCCS ed il PUGD. Sul versante dell’assistenza ospedaliera, a fronte del consistente miglioramento dell’appropriatezza e della buona risposta complessiva ai bisogni, l’adozione di indicatori di performance più elaborati ed analitici, evidenzia ampi margini di miglioramento anche in termini di qualità dell’assistenza. Da un punto di vista dell’organizzazione, i maggiori problemi risiedono nell’elevato numero di strutture ospedaliere in rapporto ai residenti ed alla distribuzione geografica, nell’autoreferenzialità degli operatori e nella scarsa propensione a lavorare in rete, a ridistribuire la casistica in rapporto alla complessità dei bisogni, a differenziare le attività, a costruire relazioni, ad integrare le attività ed a conseguire maggiore sicurezza ed efficacia delle cure con economicità di gestione. L’analisi dell’assetto organizzativo del sistema evidenzia 13 aziende sanitarie, IRCCS, PUGD, con mandati ed obiettivi differenti, spesso in competizione tra loro, poco integrate e con scarsa propensione a fare sistema. La distribuzione delle risorse è caratterizzata da uno squilibrio tra ospedale e territorio e per area geografica. Rispetto ai problemi evidenziati, analizzati con maggiore dettaglio nei documenti allegati, gli obiettivi prioritari per il prossimo triennio sono: • sviluppare continuità tra ospedale e territorio, • potenziare il territorio, • sviluppare una rete di ospedali integrati tra loro, • ridistribuire l’assorbimento di risorse. Tenendo presente la necessità di conseguire detti obiettivi nell’ambito della missione, dei valori e della visione esplicitate nella parte iniziale del presente documento, il Piano triennale viene realizzato attraverso una strategia che deriva dall’analisi dello stato dell’arte e dei problemi di salute e dell’offerta, nonché dall’analisi dei punti di forza e di debolezza interni al sistema e dalle valutazioni delle opportunità e delle minacce (vedi documento “Stato dell’arte e criticità”) insite nell’ambiente complessivo in cui il sistema sociosanitario si trova ad operare. I tre assi di intervento sono: 14
1) ridefinire l’assetto organizzativo del SSR 2) potenziare la prevenzione, la sanita’ pubblica territoriale e le cure intermedie conferendo centralita’ al distretto 3) riorganizzare la rete ospedaliera regionale articolandola per funzioni e per area vasta. La necessità di una modifica dell’assetto organizzativo deriva: • dalle previsioni della Legge 23/2004 che assegna autonomia e responsabilità al Distretto e che persegue l’integrazione sociosanitaria dei servizi • dalla necessità di configurare nel triennio una rete regionale di ospedali organizzata per funzioni e per area vasta che consenta di mettere in rete gli ospedali tra di loro e con il territorio. Quanto sopra richiede la definizione di nuove regole per sviluppare una programmazione decentrata più vicina alla valutazione del bisogno ed alla conoscenza delle potenzialità dell’offerta. Tale modalità è stata pensata per poter razionalizzare il sistema ospedaliero regionale mantenendo l’attività per acuti in tutte le attuali sedi ospedaliere e per poter integrare l’ospedale con il territorio in modo da perseguire obiettivi di qualità dei servizi e conseguire risultati di salute associati al recupero di risorse. Entrambi questi obiettivi sono perseguiti attraverso la programmazione di area vasta quale strumento e ambito di analisi del bisogno e di programmazione dell’offerta, ambito in cui operano le aziende sanitarie, portatrici dei bisogni del distretto e le strutture ospedaliere pubbliche e private, produttrici di offerta di servizi. Il recupero ed il reperimento di nuove risorse sono necessari per convogliare investimenti verso il punto più debole del sistema che, come descritto nel capitolo sui problemi di salute, è l’assistenza territoriale. L’intervento di potenziamento sul territorio non è orientato solo a colmare il gap assistenziale o ad incrementare la quantità di servizi erogati, ma ad indirizzare il sistema sociosanitario verso l’integrazione sociosanitaria, l’incremento della coesione sociale, la promozione della domiciliarità, l’inclusione sociale, lo sviluppo di comunità ed il miglioramento del funzionamento sociale nell’ambito dello sviluppo del welfare di comunità. 15
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I PROBLEMI E GLI OBIETTIVI DELL’OFFERTA<br />
CAPITOLO 3<br />
I PROBLEMI E GLI OBIETTIVI DELL’OFFERTA<br />
ASSI STRATEGICI DI INTERVENTO SULL’OFFERTA E SUL RIORIENTAMENTO DELLE RISORSE<br />
I problemi e gli obiettivi dell’offerta<br />
Secondo quanto segnalato dagli studi di settore più recenti, è l’assistenza<br />
territoriale quella che i cittadini <strong>per</strong>cepiscono come la più debole rispetto a quella<br />
ospedaliera. L’assistenza territoriale in genere è considerata insufficiente rispetto ai<br />
bisogni di assistenza. In FVG l’assistenza territoriale presenta elevate disomogeneità<br />
dell’offerta di servizi, di attività e di presa in carico. In particolare è critica l’assistenza alle<br />
patologie cronico degenerative ed alle <strong>per</strong>sone a rischio di disabilità ed emarginazione<br />
sociale. Inoltre, il modello di continuità assistenziale che prevede l’adozione e l’attuazione<br />
di protocolli di accesso e di dimissione tra ospedale e territorio, se è stato avviato nelle<br />
aziende territoriali con i rispettivi ospedali, è ancora lontano dalla situazione ottimale <strong>per</strong><br />
quanto riguarda le aziende ospedaliere, gli IRCCS ed il PUGD.<br />
Sul versante dell’assistenza ospedaliera, a fronte del consistente miglioramento<br />
dell’appropriatezza e della buona risposta complessiva ai bisogni, l’adozione di indicatori<br />
di <strong>per</strong>formance più elaborati ed analitici, evidenzia ampi margini di miglioramento anche in<br />
termini di qualità dell’assistenza. Da un punto di vista dell’organizzazione, i maggiori<br />
problemi risiedono nell’elevato numero di strutture ospedaliere in rapporto ai residenti ed<br />
alla distribuzione geografica, nell’autoreferenzialità degli o<strong>per</strong>atori e nella scarsa<br />
propensione a lavorare in rete, a ridistribuire la casistica in rapporto alla complessità dei<br />
bisogni, a differenziare le attività, a costruire relazioni, ad integrare le attività ed a<br />
conseguire maggiore sicurezza ed efficacia delle cure con economicità di gestione.<br />
L’analisi dell’assetto organizzativo del sistema evidenzia 13 aziende sanitarie,<br />
IRCCS, PUGD, con mandati ed obiettivi differenti, spesso in competizione tra loro, poco<br />
integrate e con scarsa propensione a fare sistema. La distribuzione delle risorse è<br />
caratterizzata da uno squilibrio tra ospedale e territorio e <strong>per</strong> area geografica.<br />
Rispetto ai problemi evidenziati, analizzati con maggiore dettaglio nei documenti<br />
allegati, gli obiettivi prioritari <strong>per</strong> il prossimo triennio sono:<br />
• sviluppare continuità tra ospedale e territorio,<br />
• potenziare il territorio,<br />
• sviluppare una rete di ospedali integrati tra loro,<br />
• ridistribuire l’assorbimento di risorse.<br />
Tenendo presente la necessità di conseguire detti obiettivi nell’ambito della<br />
missione, dei valori e della visione esplicitate nella parte iniziale del presente documento, il<br />
Piano triennale viene realizzato attraverso una strategia che deriva dall’analisi dello stato<br />
dell’arte e dei problemi di salute e dell’offerta, nonché dall’analisi dei punti di forza e di<br />
debolezza interni al sistema e dalle valutazioni delle opportunità e delle minacce (vedi<br />
documento “Stato dell’arte e criticità”) insite nell’ambiente complessivo in cui il sistema<br />
sociosanitario si trova ad o<strong>per</strong>are. I tre assi di intervento sono:<br />
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