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PSSR 2006-08.pdf - Azienda per i Servizi Sanitari n. 5 - "Bassa ...

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• Le famiglie si sentono sole ed abbandonate nella gestione dell’impegno<br />

assistenziale ed hanno la sensazione di doversi comunque “arrangiare” da sole<br />

anche <strong>per</strong>ché i servizi pubblici sono <strong>per</strong>cepiti come lontani, scarsamente flessibili,<br />

poco accessibili e carenti;<br />

• Le attività di cura a domicilio comportano costi elevati <strong>per</strong> le famiglie, non solo in<br />

termini finanziari, ma anche in termini di peggioramento della qualità della vita e di<br />

rinunce, che di fatto non vengono adeguatamente riconosciute;<br />

• Molte famiglie, nonostante la volontà di garantire al proprio caro il diritto alla<br />

domiciliarità, trovano spesso nella risposta istituzionale l’unica soluzione possibile.<br />

Negli ultimi anni in Regione, come nel resto d’Italia e d’Europa, è esploso il fenomeno<br />

delle assistenti familiari straniere (badanti). Per molte famiglie questa risorsa ha<br />

rappresentato l’unica alternativa all’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti o<br />

di molti disabili adulti; infatti, si stima la presenza in Regione di oltre 10.000 lavoratrici<br />

straniere della cura. Ma anche questa nuova forma di welfare, che qualcuno ha definito<br />

“invisibile”, presenta non poche criticità che, se non affrontate, possono esporre gli anziani<br />

non autosufficienti ed i disabili adulti a forti rischi di peggioramento delle condizioni di<br />

salute e di istituzionalizzazione. Anche a questo riguardo i recenti approfondimenti hanno<br />

mostrato, tra l’altro, le difficoltà delle famiglie nella gestione del rapporto con le lavoratrici<br />

di cura (vissuto in solitudine e senza un supporto da parte dei servizi) che molto spesso<br />

non posseggono le necessarie competenze assistenziali.<br />

Esiste inoltre una rilevante e crescente quota di anziani che vivono da soli e che non<br />

hanno un’ adeguata rete familiare e sociale di supporto. Per questa quota di popolazione<br />

anziana, circa il 30%, l’esposizione al rischio di isolamento di esclusione sociale e di<br />

istituzionalizzazione è altissimo, non essendosi ancora sviluppati modelli di welfare locale<br />

in grado di far fronte a questa forma di bisogno.<br />

La presenza stimata in Regione di circa 52.000 soggetti anziani con diversi gradi di non<br />

autosufficienza e disabilità e gli scenari evolutivi che indicano <strong>per</strong> i prossimi anni un<br />

incremento significativo del fenomeno, nonché le considerazioni sulla tenuta delle reti<br />

primarie e secondarie di cura, portano ad individuare nel rischio di esclusione sociale e di<br />

istituzionalizzazione delle <strong>per</strong>sone non autosufficienti, il problema di salute prioritario <strong>per</strong> la<br />

nostra Regione. Le valutazioni relative alla non autosufficienza riferita alla popolazione<br />

anziana si possono estendere <strong>per</strong> buona parte alle condizioni di disabilità fisica e psichica<br />

dell’età adulta.<br />

In particolare, va ricordato ancora che recenti stime indicano che i disturbi mentali<br />

occupano il 14 % degli anni di vita <strong>per</strong>duti globalmente, legati alla disabilità (DALYs), e il<br />

33 % di tutti gli anni vissuti con disabilità. I disturbi psicotici (schizofrenia, disturbo bipolare,<br />

depressione severa, gravi disturbi di <strong>per</strong>sonalità), sono presenti nel 1,5 - 2,5 % della<br />

popolazione. Sono quasi 25.000 le <strong>per</strong>sone in Regione che vivono questa difficile<br />

condizione e circa 100.000 i cittadini (familiari, insegnanti, vicini) a vario titolo coinvolti. Le<br />

<strong>per</strong>sone con questi disturbi mentali e le loro famiglie utilizzano la maggior parte delle<br />

risorse presenti nei <strong>Servizi</strong> pubblici di salute mentale e rappresentano la popolazione più a<br />

rischio di deriva sociale, di cronicizzazione, di <strong>per</strong>dita dei diritti. Infatti, nonostante gli sforzi<br />

fatti in questa direzione, <strong>per</strong> le <strong>per</strong>sone con problemi di salute mentale è sempre più<br />

difficoltoso un effettivo accesso ai diritti della casa, della formazione e lavoro e delle<br />

relazioni sociali, esponendosi <strong>per</strong>tanto al rischio di “intrappolamento” nei circuiti<br />

istituzionali e di conseguente esclusione sociale.<br />

Fasi finali della vita<br />

Il prolungamento della sopravvivenza collegato all’estensione delle capacità di<br />

trattamento <strong>per</strong> molte malattie, ma in particolare <strong>per</strong> le malattie neoplastiche, contribuisce<br />

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