PSSR 2006-08.pdf - Azienda per i Servizi Sanitari n. 5 - "Bassa ...
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• Insufficienza respiratoria cronica<br />
• Scompenso cardiaco<br />
• Malattie cerebrovascolari<br />
• Insufficienza renale.<br />
Recu<strong>per</strong>o funzionale<br />
L’evoluzione dei sistemi di assistenza <strong>per</strong> acuti verso degenze sempre più brevi,<br />
l’aumento della proporzione di pazienti che sopravvivono ad eventi acuti e quindi<br />
l’incremento di quelli che si trovano in condizioni di instabilità e disabilità temporanea e la<br />
crescente disponibilità di evidenze scientifiche sull’efficacia di trattamenti orientati al pieno<br />
recu<strong>per</strong>o funzionale, hanno concorso a definire con maggiore rilievo che nel passato<br />
bisogni di salute specifici legati alla transizione tra eventi acuti e stabilizzazione clinica e<br />
funzionale.<br />
La programmazione regionale ha recepito l’urgenza di questi problemi attraverso la<br />
definizione del Piano della Riabilitazione che ha evidenziato alcuni aspetti critici di questa<br />
area dell’assistenza e individuato <strong>per</strong>corsi di intervento (es. post acuzie).<br />
La novità sia pure relativa di questo problema e la sua estensione, hanno infatti<br />
determinato difficoltà e incertezze nella risposta del sistema sanitario. Queste difficoltà<br />
sono documentate dalla variabilità delle risposte assistenziali alla post acuzie, dalla<br />
frequente discontinuità dei <strong>per</strong>corsi riabilitativi, dalla frequenza dei ricoveri ripetuti. In<br />
particolare, il rilevante fenomeno dei ricoveri ripetuti sembra suggerire che le difficoltà<br />
nell’accompagnamento alla post acuzie possano tradursi in un recu<strong>per</strong>o funzionale<br />
inferiore a quello possibile o in un deterioramento dello stato di salute.<br />
Disabilità e non autosufficienza<br />
Il progressivo invecchiamento della popolazione ed in particolare l’aumento degli<br />
ultraottantenni, associato al relativo incremento di malattie cronico degenerative che<br />
maggiormente affliggono le <strong>per</strong>sone appartenenti a queste fasce di età (la metà delle<br />
<strong>per</strong>sone con ≥ 75 anni è affetta da più di 3 patologie croniche), hanno determinato un<br />
cospicuo incremento delle condizioni di disabilità e di non autosufficienza.<br />
A fronte dell’aumento del fabbisogno assistenziale, le famiglie, che ancora oggi<br />
svolgono un importante ruolo nella gestione delle attività di cura e di sostegno delle<br />
<strong>per</strong>sone non autosufficienti a domicilio, esprimono evidenti segni di difficoltà. Le recenti<br />
tendenze demografiche, le trasformazioni che hanno modificato i tratti della famiglia e la<br />
società nel suo complesso, in particolare la riduzione dei nuclei familiari e l’aumento della<br />
partecipazione della donna (che tradizionalmente ricopre il ruolo di caregiver principale) al<br />
mercato del lavoro, hanno portato ad un progressivo indebolimento dell’offerta di cure<br />
informali da parte delle famiglie. Diversi studi effettuati in Regione hanno evidenziato che<br />
le famiglie fanno sempre più fatica a gestire e sostenere l’elevato carico di cura richiesto<br />
dai propri familiari non autosufficienti, trovandosi di conseguenza spesso nella condizione<br />
di dover necessariamente ricorrere alla soluzione istituzionale. Le principali problematiche<br />
espresse dalle famiglie che assistono a domicilio una <strong>per</strong>sona non autosufficiente possono<br />
essere riassunte nel seguente modo:<br />
• L’impegno assistenziale richiesto alle famiglie <strong>per</strong> la gestione di una <strong>per</strong>sona non<br />
autosufficiente a domicilio è pesante e totalizzante, e pone le famiglie<br />
costantemente a rischio di burnout;<br />
• Le donne, principali caregivers, fanno fatica a conciliare gli impegni lavorativi e<br />
l’accudimento dei figli con l’impegno assistenziale;<br />
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