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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pag<strong>in</strong>a 99<br />

CAPIRE DANIELE<br />

Un essere sovrumano compare sulla scena mentre il re contempla nel sogno l’albero<br />

maestoso. Questo essere è designato con un term<strong>in</strong>e che non ha riscontri<br />

nell’Antico Testamento (non si deve dimenticare che chi lo usa non appartiene<br />

alla cultura ebraica). L’aramaico ryi( - dal verbo ‘ur, “vigilare” - significa “vigilante”,<br />

“uno che sta sempre all’erta”. I LXX lo traducono angelos “angelo”, mentre<br />

Teodozione si limita a traslitterarlo <strong>in</strong> caratteri greci [ir]. Nell’apocalittica giudaica<br />

(Enoch, Giubilei) aggeloi designa gli esseri celesti che eseguono i decreti<br />

div<strong>in</strong>i, vale a dire gli angeli. È improbabile che i Caldei conoscessero la nozione<br />

giudaica espressa da questo term<strong>in</strong>e, come suggerirebbe la versione dei LXX.<br />

Nondimeno l’attributo “santo” aggiunto a “vigilante” (aramaico $yiDaqºw ryi( ‘ir weqaddêsh,<br />

letteralmente “un vigilante e santo”) e la natura sovrumana (“scese dal<br />

cielo”) di questo essere cui nulla sfugge, fanno pensare che Nabucodonosor<br />

debba avere riconosciuto il lui un messaggero della div<strong>in</strong>ità.<br />

Una sentenza a carico dell’albero è stata emanata <strong>in</strong> cielo; il “vigilante e<br />

santo” che ne è disceso ha il compito non di eseguirla ma di comandare che<br />

venga eseguita. Egli “gridò con forza”, questa frase sottol<strong>in</strong>ea l’autorità di cui è<br />

stato <strong>in</strong>vestito l’essere sovrumano. Non uno ma più giustizieri eseguiranno la<br />

sentenza (gli imperativi sono tutti al plurale: “abbattete... tagliate... scuotete... disperdete...”).<br />

L’identità dei giustizieri non è rivelata, ma si può presumere che<br />

appartengano alla stessa natura e al medesimo rango del “vigilante e santo” (il v.<br />

17 menziona i “vigilanti”, al plurale, ‘irîn).<br />

L’azione punitiva a carico dell’albero deve essere severa: non questo ha da<br />

essere abbattuto, ma i suoi rami dovranno essere tagliati, il suo fogliame scosso<br />

e il suo frutto disperso sì che le creature che si riparavano <strong>in</strong> esso e di esso si<br />

nutrivano se ne fuggano lontano. Il significato nefasto del sogno è evidente.<br />

15 Però, lasciate <strong>in</strong> terra il ceppo delle sue radici, ma <strong>in</strong> catene di<br />

ferro e di rame, fra l’erba de’ campi, e sia bagnato dalla rugiada del<br />

cielo, e abbia con gli animali la sua parte d’erba della terra.<br />

Il castigo decretato a carico dell’albero sarà severo ma non radicale. L’ord<strong>in</strong>e di<br />

lasciare <strong>in</strong> terra il ceppo con le sue radici contiene l’annuncio implicito di una rifioritura<br />

(cfr. Gb 14: 7; Is 11: 1). La metafora è riferita a Nabucodonosor, non<br />

alla sua d<strong>in</strong>astia. La pratica di str<strong>in</strong>gere con catene o legami metallici i ceppi<br />

delle piante tagliate è sconosciuta alle fonti antiche né si comprende quale<br />

scopo potrebbe avere avuto (è da rifiutare, perché non ha alcun fondamento nel<br />

testo, qualunque relazione fra il ferro e il rame mentovati <strong>in</strong> questo passo e gli<br />

stessi metalli di cui si parla nel cap. 2).<br />

Secondo Girolamo, le catene che c<strong>in</strong>gono il ceppo nel sogno sarebbero un<br />

riferimento alla persona di Nabucodonosor immobilizzata con catene vere negli<br />

accessi di follia (è un’ipotesi poco probabile). Più verosimile appare il riferimento<br />

alle restrizioni che le alterate condizioni mentali avrebbero imposto al sovrano.<br />

Il Commentario biblico avventista ritiene più motivato rapportare le catene<br />

soltanto all’elemento figurativo, ossia al ceppo dell’albero abbattuto, e ravvisare<br />

<strong>in</strong> esse un segno della cura che si sarebbe avuta per preservarlo.<br />

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