Testo in formato pdf - Testimonigeova
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Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pagina 72 CAPITOLO 2 Se Daniele riferendosi alle dita parla di “regno” al singolare (“così quel regno sarà in parte forte e in parte fragile”), è perché sta ancora descrivendo gli sviluppi del quarto regno in una fase successiva alla sua esistenza unitaria. Nel v. 41, alludendo ancora alle dita, il profeta usa la forma plurale: “e al tempo di questi re”. In definitiva Daniele sta parlando del quarto regno in una fase di trasformazione in seguito alla quale esso sarà diviso e sarà in parte forte e in parte fragile. Il S.D.A. Bible Commentary accosta questa forza e fragilità delle dita alla notevole disparità dei regni romano-barbarici sul piano militare: “Questi regni barbarici furono molto diversi fra loro quanto allo spirito guerriero, come nota Gibbon quando parla delle potenti monarchie dei Franchi e dei Visigoti e dei regni vassalli degli Svevi e dei Burgundi” 80. Quantificare i regni barbarici, come ha tentato di fare qualche commentatore (p.e. L.Gaussen), è un’impresa disperata. In questo contesto simbolico, anche il numero deve essere valutato come elemento simbolico; dieci qui denota pluralità in contrasto con l’unità di partenza. Del resto ciò che il testo enfatizza non è il numero, che non viene neanche menzionato, ma il fatto che gli stessi materiali che compongono i piedi si ritrovano nelle dita. 43 Tu hai visto il ferro mescolato con la molle argilla, perché quelli si mescoleranno mediante connubi umani; ma non saranno uniti l’uno all’altro, nello stesso modo che il ferro non s’amalgama con l’argilla. Chi sono “quelli” che “si mescoleranno mediante connubi umani”? L’antecedente a cui può collegarsi questo pronome è il sostantivo “dita” al principio del v. 42. I fautori della teoria “siriana”, ammettendo un parallelismo col cap. 11, vedono nel v. 43 un’allusione alle fragili alleanze fra Lagidi e Seleucidi raggiunte mediante matrimoni dinastici 81. Con più verosimiglianza C.H.Leupold (p. 120) e altri conservatori hanno pensato alla mescolanza della razza latina con quella germanica attraverso matrimoni incrociati. Il S.D.A. Bible Commentary propende per la tesi dei matrimoni dinastici tra le monarchie europee eredi del dissolto Impero romano (vol. IV, p. 775). Il miscuglio ferro-terracotta è interpretato in vari modi da Daniele. Nel v. 41 questa eterogenea composizione appare come simbolo della frammentazione del regno del ferro in una pluralità di unità minori (“così quel regno sarà diviso”); nel v. 42 l’immagine viene ripresa ed è riferita alla coesistenza nel quarto regno di elementi di forza e di debolezza (“così quel regno sarà in parte forte e in parte fragile”); nel v. 43 essa ritorna per la terza volta ed è interpretata come fallimentari tentativi di ricongiungimento mediante connubi umani delle parti diverse, (“quelli si mescoleranno mediante connubi umani”). Non siamo davanti a un quadro confuso e contraddittorio, bensì ci confrontiamo con una visione unitaria in cui uno stesso simbolo esprime tre aspetti di una stessa situazione. La si- 80 - Vol. IV, p. 775. 81 - Vedi G. RINALDI, op. cit., p. 54; G. BERNINI, Daniele, pp. 116, 117. 72
Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pagina 73 CAPIRE DANIELE tuazione è il deterioramento del quarto regno, gli aspetti differenziati sono la frammentazione del regno già compatto, il coesistere in esso e nei suoi frammenti di elementi di forza e di fragilità e i vani tentativi di ricompattazione. Su quest’ultimo punto il S.D.A. Bible Commentary osserva: “La profezia non dice in modo specifico che non potrà esserci una riunificazione delle parti separate raggiunta magari col ricorso alle armi o attraverso il predominio politico. Essa afferma che qualora una siffatta riunificazione fosse tentata o attuata, le nazioni coinvolte non sarebbero organicamente fuse tra loro ma continuerebbero ad essere diffidenti e ostili le une verso le altre. Una federazione di stati fondata su simili presupposti sarebbe votata allo sfacelo. Il successo temporaneo di un dittatore o di una nazione non smentirebbe la profezia di Daniele” (ibidem, p. 776). Si consideri che queste parole furono scritte più di quarant’anni prima del collasso dell’impero Sovietico! Ai giorni nostri, l’Unione Economica Europea non costituisce una sfida alla profezia. Istituzioni europee sovrannazionali come il Mercato Comune Europeo e il Consiglio d’Europa sono il risultato di compromessi concordati fra i capi di stato, non certo espressione di un reale desiderio di unificazione da parte dei popoli europei. Al di là degli accordi tra i governi, restano vivi all’interno della comunità gli egoismi nazionali. Peraltro i conflitti di interesse e i dissensi all’interno degli stessi organi comunitari tradiscono continuamente il persistere di forti tendenze conservatrici e separatiste in seno agli stati membri. Un futuro stato federativo europeo che riunisca sotto un governo e una legge comuni italiani, francesi, tedeschi, inglesi, danesi, spagnoli... è davvero una visione utopistica ! D’altro canto il dissolvimento recente di stati federativi europei, come l’Unione Sovietica e la Federazione Jugoslava, coi sanguinosi conflitti etnici che ne sono seguiti, dimostra a sufficienza quanta poca disponibilità a convivere insieme vi sia tra le differenti etnie che popolano il nostro continente! 44 E al tempo di questi re, l’Iddio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto, e che non passerà sotto la dominazione d’un altro popolo; quello spezzerà e annienterà tutti quei regni; ma esso sussisterà in perpetuo, 45 nel modo che hai visto la pietra staccarsi dal monte, senz’opera di mano, e spezzare il ferro, il rame, l’argilla, l’argento e l’oro. L’epoca, che si apre con lo smembramento dell’Impero latino, deve prolungarsi fino al tempo in cui “l’Iddio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto”. Sulla natura di questo regno non possono esserci dubbi, è un regno spirituale. Sulla sua identità invece le opinioni appaiono divergenti fin dall’antichità cristiana. I Padri che hanno interpretato Daniele sono stati quasi unanimi fino al V secolo nel riconoscere un evento escatologico nella pietra distruttrice. Per IRENEO (m. c.ca nel 200 ) la “pietra” rappresenta Cristo che alla sua venuta distruggerà i regni della terra. IPPOLITO ROMANO (m. c.ca nel 235) sottolinea il parallelismo fra Daniele 2 e 7 e identifica la “pietra” con Cristo che viene dal cielo per giudicare 73
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Se Daniele riferendosi alle dita parla di “regno” al s<strong>in</strong>golare (“così quel regno<br />
sarà <strong>in</strong> parte forte e <strong>in</strong> parte fragile”), è perché sta ancora descrivendo gli<br />
sviluppi del quarto regno <strong>in</strong> una fase successiva alla sua esistenza unitaria. Nel v.<br />
41, alludendo ancora alle dita, il profeta usa la forma plurale: “e al tempo di questi<br />
re”. In def<strong>in</strong>itiva Daniele sta parlando del quarto regno <strong>in</strong> una fase di trasformazione<br />
<strong>in</strong> seguito alla quale esso sarà diviso e sarà <strong>in</strong> parte forte e <strong>in</strong> parte fragile.<br />
Il S.D.A. Bible Commentary accosta questa forza e fragilità delle dita alla notevole<br />
disparità dei regni romano-barbarici sul piano militare: “Questi regni barbarici<br />
furono molto diversi fra loro quanto allo spirito guerriero, come nota Gibbon<br />
quando parla delle potenti monarchie dei Franchi e dei Visigoti e dei regni<br />
vassalli degli Svevi e dei Burgundi” 80. Quantificare i regni barbarici, come ha<br />
tentato di fare qualche commentatore (p.e. L.Gaussen), è un’impresa disperata.<br />
In questo contesto simbolico, anche il numero deve essere valutato come<br />
elemento simbolico; dieci qui denota pluralità <strong>in</strong> contrasto con l’unità di partenza.<br />
Del resto ciò che il testo enfatizza non è il numero, che non viene neanche<br />
menzionato, ma il fatto che gli stessi materiali che compongono i piedi si ritrovano<br />
nelle dita.<br />
43 Tu hai visto il ferro mescolato con la molle argilla, perché quelli si<br />
mescoleranno mediante connubi umani; ma non saranno uniti l’uno<br />
all’altro, nello stesso modo che il ferro non s’amalgama con l’argilla.<br />
Chi sono “quelli” che “si mescoleranno mediante connubi umani”? L’antecedente<br />
a cui può collegarsi questo pronome è il sostantivo “dita” al pr<strong>in</strong>cipio del v. 42.<br />
I fautori della teoria “siriana”, ammettendo un parallelismo col cap. 11, vedono<br />
nel v. 43 un’allusione alle fragili alleanze fra Lagidi e Seleucidi raggiunte<br />
mediante matrimoni d<strong>in</strong>astici 81. Con più verosimiglianza C.H.Leupold (p. 120) e<br />
altri conservatori hanno pensato alla mescolanza della razza lat<strong>in</strong>a con quella<br />
germanica attraverso matrimoni <strong>in</strong>crociati. Il S.D.A. Bible Commentary propende<br />
per la tesi dei matrimoni d<strong>in</strong>astici tra le monarchie europee eredi del dissolto Impero<br />
romano (vol. IV, p. 775).<br />
Il miscuglio ferro-terracotta è <strong>in</strong>terpretato <strong>in</strong> vari modi da Daniele. Nel v. 41<br />
questa eterogenea composizione appare come simbolo della frammentazione<br />
del regno del ferro <strong>in</strong> una pluralità di unità m<strong>in</strong>ori (“così quel regno sarà diviso”);<br />
nel v. 42 l’immag<strong>in</strong>e viene ripresa ed è riferita alla coesistenza nel quarto<br />
regno di elementi di forza e di debolezza (“così quel regno sarà <strong>in</strong> parte forte e<br />
<strong>in</strong> parte fragile”); nel v. 43 essa ritorna per la terza volta ed è <strong>in</strong>terpretata come<br />
fallimentari tentativi di ricongiungimento mediante connubi umani delle parti diverse,<br />
(“quelli si mescoleranno mediante connubi umani”). Non siamo davanti a<br />
un quadro confuso e contraddittorio, bensì ci confrontiamo con una visione unitaria<br />
<strong>in</strong> cui uno stesso simbolo esprime tre aspetti di una stessa situazione. La si-<br />
80 - Vol. IV, p. 775.<br />
81 - Vedi G. RINALDI, op. cit., p. 54; G. BERNINI, Daniele, pp. 116, 117.<br />
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