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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pag<strong>in</strong>a 64<br />

CAPITOLO 2<br />

32 La testa di questa statua era d’oro f<strong>in</strong>o; il suo petto e le sue braccia<br />

eran d’argento; il suo ventre e le sue cosce, di rame; 33 le sue<br />

gambe, di ferro; i suoi piedi, <strong>in</strong> parte di ferro e <strong>in</strong> parte d’argilla.<br />

Dopo una sommaria presentazione d’<strong>in</strong>sieme dell’immag<strong>in</strong>e onirica, il profeta<br />

passa a descriverla nei dettagli. Quattro metalli di valore e lucentezza decrescenti<br />

si susseguivano dall’alto verso il basso. D’oro f<strong>in</strong>o parevano essere fatti il capo e<br />

il collo, e di argento lucido il torace con le spalle e le braccia.<br />

Il ventre e le cosce sembravano essere di rame (l’aramaico $fxºn nechâsh può<br />

anche tradursi “bronzo”, e forse questa è la traduzione che si addice meglio,<br />

giacché nell’antichità questa lega metallica era più comune del rame puro come<br />

è attestato dall’abbondanza di oggetti di bronzo r<strong>in</strong>venuti dagli archeologi). Inf<strong>in</strong>e<br />

le gambe della grande statua sembravano essere di ferro, un metallo che nel<br />

Vic<strong>in</strong>o Oriente si diffuse a partire dal XIII secolo a.C. f<strong>in</strong> quasi a soppiantare il<br />

bronzo.<br />

L’impressione poteva essere quella di una formidabile solidità, stante la durezza<br />

e la compattezza dei metalli; <strong>in</strong> realtà l’<strong>in</strong>coerente amalgama di ferro e argilla<br />

su cui il colosso poggiava rendeva quest’ultimo estremamente fragile. G.R<strong>in</strong>aldi<br />

(op. cit., pp. 52, 54) suppone che i piedi fossero di creta con un rivestimento<br />

esterno di ferro (“<strong>in</strong> parte di ferro e <strong>in</strong> parte d’argilla”), ma l’espressione<br />

del v. 41: “il ferro mescolato con la molle argilla (rfxep-yiD vasAx “argilla da vasaio”),<br />

(R<strong>in</strong>aldi: “creta fangosa”), fa pensare piuttosto a un miscuglio di argilla e pezzetti<br />

di ferro. Il term<strong>in</strong>e aramaico tradotto “argilla”, vasAx chasaf, denota piuttosto il manufatto<br />

che non la materia con cui lo si modella. “Terracotta” sarebbe una traduzione<br />

più appropriata.<br />

34 Tu stavi guardando, quand’ecco una pietra si staccò, senz’opera<br />

di mano, e colpì i piedi di ferro e d’argilla della statua, e li frantumò.<br />

35 Allora il ferro, l’argilla, il rame, l’argento e l’oro furon frantumati<br />

<strong>in</strong>sieme, e diventarono come la pula sulle aie d’estate; il vento li<br />

portò via, e non se ne trovò più traccia; ma la pietra che aveva colpito<br />

la statua diventò un gran monte, che riempì tutta la terra.<br />

La scena, f<strong>in</strong>ora statica, d’un colpo si fa movimentata. Una pietra non mossa da<br />

mano umana si stacca da un monte che fiancheggia la statua e va a colpirla nella<br />

parte più fragile. Immediatamente il colosso, che pareva <strong>in</strong>distruttibile, si affloscia<br />

su se stesso riducendosi <strong>in</strong> m<strong>in</strong>uti frammenti d’oro, d’argento, di bronzo, di<br />

ferro e di terracotta subito dispersi dal vento. La totale sparizione dei frammenti<br />

è sottol<strong>in</strong>eata con l’espressione: “non se ne trovò più traccia” (letteralmente “non<br />

si trovò più posto per essi”).<br />

Il sasso che provocò tanto sfacelo crebbe a dismisura f<strong>in</strong>o a diventare una<br />

montagna grande quanto la terra (la “terra”, )f(:ra) ’ar‘a’ <strong>in</strong> aramaico, è l’area circostante<br />

la statua che il soggetto sognante poteva abbracciare con lo sguardo).<br />

I metalli (v. 35) sono nom<strong>in</strong>ati <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e <strong>in</strong>verso rispetto ai vv. 32 e 33 perché<br />

la statua com<strong>in</strong>cia a dis<strong>in</strong>tegrarsi dal basso, dove la pietra l’ha colpita.<br />

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